[Nonviolenza] Telegrammi. 4982



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4982 del 9 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Giu' le armi, cessate di uccidere
2. Anpi provinciale di Viterbo: Grande successo per il concerto dell'orchestra di fiati del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza a Viterbo il 2 ottobre 2023
3. Agi: Narges Mohammadi: "Cosi' si violano i diritti in Iran"
4. Agi: La famiglia Mohammadi, "Momento storico per lotta dell'Iran"
5. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
6. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
7. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
8. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
9. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA, L'ORRORE. GIU' LE ARMI, CESSATE DI UCCIDERE

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Nessuna uccisione e' buona.
Nessuna uccisione e' giusta.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Non vedete che e' il vostro fratello la vostra sorella che state uccidendo?
Non vedete che ogni uccisione altre uccisioni provoca?
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Non capite che l'intera umana famiglia e' in pericolo?
Non capite che cosi' si distrugge quest'unico mondo vivente?
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Spezzare i fucili e spezzare le catene sono una sola stessa cosa.
Solo la nonviolenza puo' liberare e salvare l'umanita' intera.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Ascoltate la voce delle vittime.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

Giu' le armi, cessate di uccidere.
Sii tu, proprio tu, l'umanita' come dovrebbe essere.
Giu' le armi, cessate di uccidere.

2. INIZIATIVE. ANPI PROVINCIALE DI VITERBO: GRANDE SUCCESSO PER IL CONCERTO DELL'ORCHESTRA DI FIATI DEL CONSERVATORIO DI SANTA CECILIA DI ROMA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA SVOLTOSI A VITERBO IL 2 OTTOBRE 2023
[Dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) provinciale di Viterbo riceviamo e diffondiamo]

Il due ottobre 2023 presso l'auditorium di Santa Maria in Gradi dell'Universita' della Tuscia, l'orchestra di fiati del Conservatorio di Santa Cecilia si e' esibita in occasione della Giornata internazionale per la Nonviolenza.
Il concerto, al quale hanno assistito oltre cento persone, e' stato organizzato con la  collaborazione tra la sezione ANPI Studenti Citta' di Viterbo, presidio a garanzia dell'antifascismo nelle istituzioni scolastiche, e il  Sindacato Studentesco dell'Universita' della Tuscia "PerCorso".
Ospite d'onore il rinomato Conservatorio di Santa Cecilia, istituto di Alta Formazione Musicale, operante in ambito nazionale ed internazionale, che svolge un'opera attenta di divulgazione, produzione musicale e ricerca in questo ambito.
L'orchestra di fiati diretta con maestria dai direttori Gianfilippo Pocorobba e Antonio Pelizza, attraverso la musica, linguaggio emotivo internazionale, ha celebrato la Giornata della Nonviolenza, nella quale si esalta il rifiuto dell'uso di ogni violenza fisica o verbale e  delle guerre, e la pratica, in ogni ambito, della nonviolenza per  raggiungere obiettivi sociali e  cambiamenti politici tesi all'affermazione dei diritti umani per tutti gli esseri umani e  per il rispetto dell'ambiente e dell'intero pianeta.
Sofia Bianchini, portavoce della sezione ANPI studenti, nel suo intervento di presentazione del concerto ha affermato che: "Il valore che oggi andiamo a celebrare e' quello della Nonviolenza. Sbaglieremmo a credere che sia un valore ormai effimero e debole, se pensassimo cosi' si cadrebbe  nella trappola che porta a ritenere l'oppressione violenta delle persone e dei popoli qualcosa che non riguarda piu' il nostro presente, ma tempi lontani. Ebbene, a malincuore, dobbiamo constatare che il fenomeno violento, come arma di sottomissione e discriminazione esiste, molto piu' di quanto ci possa sembrare e ci viene raccontato, in tutte le sue forme, fisiche, mentali e psicologiche.
L'esempio piu' lampante ai nostri giorni e' l'oppressione di alcuni diritti fondamentali, come quello di poter cercare rifugio scappando da un paese che e' in guerra e/o  dove non si puo' vivere  con dignita'. Dobbiamo dirlo a gran voce, anche l'oppressione dei diritti e' violenza.
E ricordiamo che da questa oppressione e repressione dei diritti e' nato e continua a nascere il fascismo nelle sue tante e spesso subdole nuove forme".
Poi, davvero emozionante, nell'intervallo tra la prima e la seconda parte del concerto, il contributo artistico dell'attore e regista Pietro Benedetti dedicato ad Alfio Pannega (1025-2010), personalita' illustre e luminosa del nostro territorio che ha impegnato tutta la sua vita nella lotta nonviolenta volta alla tutela dei diritti di tutti gli esseri umani e alla difesa di questo unico mondo che per lui era l'unica casa comune dell'intera comunita'.
Enrico Mezzetti presidente del Comitato provinciale Anpi di Viterbo ha portato il saluto e il plauso all'iniziativa di tutte le sezioni territoriali.
La sezione studenti ANPI citta' di Viterbo "Aldo Laterza" con questo comunicato coglie l'occasione anche per ringraziare tutti i partecipanti, quanti si sono impegnati per l'ottima riuscita di questa iniziativa, in particolare i musicisti dell'orchestra di fiati e i maestri Pocorobba e Pelizza, l'ateneo della Tuscia anche  per l'ospitalita' e l'associazione PerCorso.
Un altro sentito ringraziamento va al Centro Studi per la nonviolenza e la difesa della biosfera  di Viterbo che, attraverso un messaggio di saluto e vicinanza del suo responsabile, ha mostrato vicinanza ed ha offerto spunti di riflessione sul tema della Nonviolenza e della  sempre possibile ricerca di soluzioni di pace per i conflitti in corso.
La sezione Anpi studenti "Aldo Laterza" esprimendo grande soddisfazione per l'ormai consolidato e fecondo rapporto con il Conservatorio di Santa Cecilia annuncia la programmazione di un nuovo concerto per la celebrazione del prossimo 25 aprile 2024.
Daniele Colonna, presidente della sezione Anpi studenti Citta' di Viterbo "Aldo Laterza"

3. L'ORA. AGI: NARGES MOHAMMADI: "COSI' SI VIOLANO I DIRITTI IN IRAN"
[Dal sito dell'Agi]

In una intervista all'AGI l'attivista Nobel per la Pace denunciava le discriminazioni e prevedeva le nuove proteste. La 51enne, attualmente in carcere, condannata a 31 anni e 154 frustate, e' stata premiata per l'oppressione delle donne. La famiglia: momento storico per la lotta dell'Iran
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"Ebrahim Raisi ha vinto le presidenziali iraniane, in un voto pilotato e deragliato dal suo corso naturale, come attivista che ha perso tutto negli ultimi anni per le mie idee, non accetto il suo governo, perche' e' uno dei piu' gravi violatori dei diritti umani in Iran". Cosi' Narges Mohammadi, la 51enne attivista iraniana Premio Nobel per la Pace "per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti", in una intervista esclusiva all'AGI realizzata da Marta Allevato a Teheran il 27 giugno 2021.
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Ex giornalista, da decenni in prima linea dentro e fuori le carceri iraniane, tra soprusi e molestie, Narges, gia' candidata al premio Nobel per la Pace, e' tra le attiviste iraniane piu' in vista. I suoi video in cui, senza indossare il velo - obbligatorio per le donne in Iran - parla dei temi piu' disparati, dalla pena di morte, alle condizioni nelle carceri, hanno fatto il giro del Paese rendendola un'eroina per molti giovani. In un'intervista con l'AGI, nella sua casa di Teheran - dove le autorita' potrebbero venire a prelevarla da un momento all'altro, sulla base di un'ultima, recente condanna - racconta come intende "fare opposizione" al nuovo governo attraverso il rafforzamento della societa' civile e si dice certa che gli iraniani "torneranno in piazza", perche' la crisi economica e' troppo profonda e "non bastera' la revoca delle sanzioni americane" per ridare ossigeno alla Repubblica islamica, il cui vero problema per la crescita e' "la corruzione dilagante in ogni settore".
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Come molti nel suo Paese, ha scelto di boicottare le elezioni dello scorso 18 giugno, in cui il Consiglio dei Guardiani - l'organismo controllato dalla Guida Suprema Ali Khamenei - ha ammesso solo sette candidati su quasi 600 registrati e per lo piu' tutti di campo conservatore. La scarsa competizione nel voto - segnato da un astensionismo record - ha facilitato l'ascesa del giudice ultraconservatore e capo della magistratura Raisi, che Amnesty International ha chiesto di indagare per il suo ruolo nelle esecuzioni di migliaia di prigionieri politici alla fine degli Anni '80.
Mohammadi e' stata anche la portavoce del Defenders of Human Rights Center, organizzazione ora bandita in Iran e co-fondata dall'avvocatessa e Premio Nobel Shirin Ebadi. Ad ottobre dell'anno scorso, e' stata rilasciata anticipatamente sulla scia di un una vasta campagna internazionale e i timori per l'aggravarsi della sua salute in carcere: stava scontando una pena a 10 anni, comminatale nel 2015, con accuse legate al suo lavoro di attivista per i diritti umani. Meno di un anno dopo, pero', e' gia' alle prese con una nuova condanna a 30 mesi di detenzione e 80 frustrate per "diffusione di propaganda" contro la Repubblica islamica, "diffamazione" e "ribellione contro le autorita' penitenziarie".
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La battaglia contro le violenze sulle detenute
"La mia colpa e' aver denunciato il direttore del carcere di Evin dopo che mi aveva personalmente picchiata, perche' avevo organizzato uno sciopero delle detenute come protesta per la repressione brutale delle manifestazioni contro il caro-benzina del novembre 2019", ricorda Mohammadi. Il numero esatto delle vittime di quell'ondata di proteste in Iran non e' mai stato reso noto; secondo fonti non ufficiali, i morti sono stati almeno 200 e tremila i feriti. Gia' allora a capo della magistratura, le Ong per i diritti umani ritengono Raisi responsabile dell'impunita' garantita a funzionari di governo e forze di sicurezza che in quel frangente hanno compiuto arresti di massa e torture.
"Nella mia vita sono stata condannata a un totale di 25 anni, ma e' la prima volta che scelgono la fustigazione, sara' una nuova esperienza", ride Mohammadi, lasciando intendere di aver gia' provato di peggio. Sulla violenza, soprattutto sessuale, contro le donne nelle prigioni iraniane, l'attivista ha ingaggiato di recente una battaglia che auspica si trasformi in una sorta di "metoo dentro l'Iran": su Clubhouse - social diventato popolare sia tra la gente comune, che tra i politici di diverso campo in Iran - in una room durata piu' di sei ore, con oltre 1.500 partecipanti, 15 donne hanno raccontato la loro esperienza di violenze sessuali dietro le sbarre.
"Si tratta di un fatto inedito", spiega Mohammadi, intenzionata ad aprire anche un canale Telegram sul tema, "dagli Anni '80 sono numerose le donne stuprate o molestate dai propri carcerieri, ma la maggior parte di loro ne parla solo una volta uscite dall'Iran; il primo passo, pero', e' proprio condividere le proprie esperienze e renderle un tema nell'opinione pubblica, poi si deve denunciare e infine creare istituzioni civiche in grado di fare pressione sul governo, affinche' cambi le leggi".
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Un Paese sull'orlo di una crisi sociale
L'Iran di oggi, avverte l'attivista, e' sull'orlo di una "crisi sociale". Nonostante ci sia meno attivismo, per via della pressione esercitata anche negli otto anni del 'moderato' presidente uscente, Hassan Rohani, ragazze e donne "hanno sempre piu' consapevolezza dei loro diritti e iniziano a disobbedire agli uomini. La legge, pero', e' contro i diritti femminili e questo crea un pericoloso cortocircuito: sette anni fa, quando ero in prigione c'erano tre donne che avevano ucciso il marito, perche' non avevano il diritto di divorziare, nel 2019 ne ho trovate 16". Mohammadi e' convinta che "la gente in Iran tornera' a protestare. La crisi economica e' molto dura, gli iraniani sono frustrati, non puo' continuare cosi'; se non fosse stato per la pandemia che ha chiuso le universita' (centri nevralgici del dissenso) e vietato i raduni, le proteste del novembre-dicembre 2019 sarebbero continuate".
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L'attivista iraniana per i diritti umani delle donne Narges Mohammadi
Non condivide l'idea che la revoca delle sanzioni americane, sul tavolo dei negoziati a Vienna per il ripristino dell'accordo nucleare, porti sollievo all'economia e di conseguenza alla diminuzione del malcontento popolare: "La situazione economica del Paese non puo' migliorare in modo reale, per via della corruzione dilagante in ogni settore. Una riforma della Repubblica islamica da dentro e' impossibile, si deve cambiare la Costituzione e sottoporla a referendum: finche' abbiamo in vigore il principio del Velayat-e Faqih (che consegna alla figura della Guida Suprema enormi poteri sulle azioni del governo) i diritti delle persone non saranno rispettati".
Nonostante le minacce e le aggressioni da parte dell'apparato di sicurezza iraniano, a cui e' soggetta anche in queste giorni fuori dal carcere, Mohammadi - a cui, tra le altre cose e' stato vietato di uscire, dal Paese - non ha intenzione di arrendersi: "Mi manca tutto della mia vita passata, soprattutto i miei due figli", confessa indicando la foto nel salotto che la ritrae coi piccoli Ali e Kiana, andati a vivere all'estero col padre e che non vede da sei anni visto che le e' stato vietato uscire dal Paese. "Nonostante il prezzo che ho pagato, spero e credo che i nostri sforzi porteranno frutti, anche se non nell'immediato".
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Ecco perche' e' stata premieta oggi con il Nobel per la Pace
"La coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali. Il regime iraniano l'ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Mohammadi e' ancora in prigione", ha ricordato la presidente del comitato norvegese per il Nobel, Berit Reiss-Andersen, annunciando l'assegnazione del Nobel a Oslo.
"Il premio per la pace di quest'anno e' un riconoscimento anche per le centinaia di migliaia di persone che, l'anno precedente, hanno manifestato contro le politiche di discriminazione e oppressione del regime teocratico iraniano nei confronti delle donne", ha aggiunto la presidente del comitato. "Il motto adottato dai manifestanti - "Donna - Vita - Liberta'" - esprime adeguatamente la dedizione e il lavoro di Narges Mohammadi", ha aggiunto.

4. L'ORA. AGI: LA FAMIGLIA MOHAMMADI, "MOMENTO STORICO PER LOTTA DELL'IRAN"
[Dal sito dell'Agi]

La famiglia del premio Nobel si e' rammaricata che la donna non possa condividere questo "momento straordinario", un onore che appartiene a tutti gli iraniani
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Il Premio Nobel per la pace assegnato all'attivista iraniana per i diritti Narges Mohammadi, attualmente in carcere, rappresenta un "momento storico e profondo per la lotta dell'Iran per la liberta'", ha affermato la sua famiglia, rammaricandosi che la donna non possa condividere questo "momento straordinario".
La sua famiglia ha detto sulla sua pagina Instagram ufficiale, che continuano ad aggiornare mentre lei e' dietro le sbarre, che si tratta di un onore che appartiene a tutti gli iraniani, "in particolare alle donne e ragazze coraggiose dell'Iran che hanno affascinato il mondo con il loro coraggio nella lotta per la liberta' e l'uguaglianza".

5. APPELLI. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
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Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

6. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
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Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

7. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

8. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Maurice Blanchot, Da Kafka a Kafka, Feltrinelli, Milano 1983, pp. 192.
- Maurice Blanchot, La follia del giorno. La letteratura e il diritto alla morte, Elitropia, Reggio Emilia 1982, pp. 126.
- Maurice Blanchot, L'attesa, l'oblio, Guanda, Milano 1978, pp. 124.
- Maurice Blanchot, Lautreamont e Sade, Dedalo, Bari 1974, pp. 280.
- Maurice Blanchot, L'infinito intrattenimento, Einaudi, Torino 1977, pp. XXVI + 582.
- Maurice Blanchot, Lo spazio letterario, Einaudi, Torino 1967, 1975, pp. XXII + 248.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4982 del 9 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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