[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 652



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 652 del 7 dicembre 2017

In questo numero:
1. Richiesta che l'Amministrazione Comunale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
2. Carovana delle donne per il disarmo nucleare
3. La Casa siamo tutte. Un appello
4. Annamaria Rivera ricorda Francoise Heritier
5. Omero Delli Storti: Genealogia dell'odio
6. Omero Delli Storti: Certe giornate
7. Omero Delli Storti: Dell'invecchiare

1. LETTERE. RICHIESTA CHE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VITERBO SI ESPRIMA E SI IMPEGNI AFFINCHE' L'ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI (TPNW) ADOTTATO IL 7 LUGLIO 2017 DALL'ONU

Al Sindaco del Comune di Viterbo
al Presidente del Consiglio Comunale di Viterbo
a tutti gli assessori della Giunta Comunale di Viterbo
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale di Viterbo
Oggetto: Richiesta che l'Amministrazione Comunale di Viterbo si esprima e si impegni affinche' l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu
Egregio Sindaco,
egregio Presidente del Consiglio Comunale,
egregi assessori,
egregi consiglieri,
come sicuramente gia' saprete, fino a domenica 10 dicembre e' in corso l'iniziativa della "Carovana delle donne per il disarmo nucleare", che sta attraversando l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu. L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ed in collegamento con essa in molte citta' si sono realizzati incontri di informazione, documentazione e coscientizzazione sul gravissimo pericolo che le armi atomiche costituiscono per l'umanita' intera.
In queste settimane ripetutamente il pontefice cattolico ha dato voce alla preoccupazione dell'intera umanita' ed invitato a un impegno corale per l'eliminazione delle armi atomiche prima che esse distruggano innumerevoli vite e la stessa civilta' umana.
E mesi fa l'attribuzione del Premio Nobel per la Pace all'Ican - la rete delle campagne, delle associazioni e dei movimenti impegnati per il disarmo nucleare - ha evidenziato come ovunque si avverta che questo impegno e' improcrastinabile.
E non vi e' persona assennata che non tremi dinanzi alla minacciosa escalation della crisi coreana.
Vorremmo pertanto pregare l'Amministrazione Comunale di Viterbo di voler aderire alla richiesta che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu, e di inviare un messaggio ai Presidenti delle Camere per sollecitare che il Parlamento italiano si esprima a tal fine.
Vogliate gradire un cordiale saluto,
il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 7 dicembre 2017

2. INIZIATIVE. CAROVANA DELLA DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE
[Riceviamo e diffondiamo]

Carovana delle donne per il disarmo nucleare da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 promossa dalla Wilpf
Evento nazionale di avvio della Carovana: 19 novembre, ore 10, Livorno, piazza della Repubblica.
La Wilpf Italia ha partecipato, come una delle componenti della societa' civile unite in Ican (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), Premio Nobel per la Pace 2017, al lungo percorso diplomatico che si e' concluso con la stesura del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu (122 paesi). Ora il Trattato e' aperto alle firme e ratifiche da parte degli Stati, ed entrera' in vigore alla 51ma ratifica: ha gia' ottenuto 53 firme e tre ratifiche. Gli Stati nucleari e quelli Nato (ad eccezione dell'Olanda) non hanno partecipato alla Conferenza Onu di New York che ha portato al Trattato, e anche l'Italia era assente.
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Antefatti: nel nostro paese si e' avviata una Campagna "Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci" perche' l'Italia aderisca al Trattato. Il 14 settembre 2017 e' stato inviato alle Istituzioni - Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, Capo del Governo - una specifica petizione promossa da Disarmisti Esigenti, Wilpf Italia, Comitato No Guerra No Nato, Pax Christi, Ipri-Ccp, Pressenza, Ldu, Accademia Kronos, Energia felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico (Campagna Osm-Dpn), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, Chiesa Valdese di Firenze, Comitato per la pace, la convivenza, la solidarieta' "Danilo Dolci" di Trieste, Mondo senza guerre e senza violenza.
Nella Petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine) si chiede al Governo italiano di firmare il Trattato, avviando previamente il necessario processo di denuclearizzazione del territorio italiano che ospita circa 70 bombe nucleari Usa, stoccate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, e che accoglie, nei suoi 11 porti nucleari, sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. E questo in violazione dell'art. 2 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) firmato dall'Italia nel 1976. La Petizione ora e' aperta alle firme a livello individuale o collettivo. L'orologio dell'apocalisse nucleare segna due minuti e mezzo alla mezzanotte: e' urgente informare, sensibilizzare e mobilitare la gente perche' comprenda che l'impegno su queste tematiche e' di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori, per tutelare la salute della cittadinanza nonche' per esigere una economia di pace che e' l'unica che puo' garantire la realizzazione dei diritti oggi negati.
Ruolo delle Donne: il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne per l'implementazione del Trattato stesso e questo anche in ragione del fatto che le donne sono le prime vittime delle radiazioni nucleari. Si aggiunge poi il grande potere trasformativo delle donne quando esse agiscono in nome dei diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell'ambiente. La Carovana delle donne per il disarmo nucleare sara' un evento inclusivo aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il pieno rispetto della nostra Costituzione, a partire dall'art. 11 che nell'affermare il ripudio della guerra richiede che l'Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di pace.
Durata della Carovana da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017: periodo durante il quale nei diversi territori che aderiscono alla Carovana si svolgeranno autonome iniziative di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione attorno alla mozione citata.
Partenza: lunedi' 20 novembre 2017 "Giornata Internazionale dei diritti dell'infanzia": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che vogliamo garantire un futuro alle giovani generazioni perche' possano vivere in un mondo liberato della minaccia nucleare.
Chiusura: domenica 10 dicembre 2017 "Giornata Internazionale dei Diritti Umani": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che il disarmo nucleare e' indispensabile per garantire la sicurezza dell'intera umanita' e che le ingenti spese militari devono essere impegnate per investimenti sociali rivolti a garantire il pieno godimento dei diritti (istruzione, sanita', casa, sicurezza dei territori, tutela dell'ambiente, lavoro). In quella data si chiede che una delegazione della Carovana venga ricevuta dal Presidente della Repubblica, in quanto garante della Costituzione.
Partenza congiunta da vari luoghi: non avendo fondi a disposizione, abbiamo pensato alla partenza congiunta della Carovana da alcuni luoghi simbolici: Ghedi e Aviano (le basi militari dove sono stoccate bombe nucleari Usa), Livorno e Pisa (porto nucleare in sinergia con Camp Darby e Hub militare di Pisa), Trieste (porto nucleare), Napoli (porto nucleare e VI Flotta), alcuni siti della Sicilia e della Sardegna e naturalmente tutte le altre realta' territoriali che vorranno partecipare.
La Carovana si muovera' all'interno del proprio territorio durante il periodo 20 novembre - 10 dicembre, con azioni specifiche di cui sotto diamo alcune indicazioni.
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Attivita'
- Conferenza stampa;
- Incontri con: Comandante della base militare, Presidente dell'autorita' portuale, Sindaco e Prefetto e consegna della Petizione, del Trattato di proibizione delle armi nucleari, Studio dell'Onu sugli effetti delle radiazioni nucleari;
- Presidi cittadini e raccolta di firme per la petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine);
- Conferenze, presentazioni di libri sulla tematica, proiezioni di filmati, ecc.;
- Incontri con gli studenti sul tema del pericolo nucleare, presentazione del libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista";
- FlashMob;
- Attivita' di arte per la pace con un focus specifico sul disarmo nucleare e la tutela dell'ambiente;
- Partecipazione alla manifestazione di NonUnaDiMeno in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
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Materiali
- Striscione con la scritta "Carovana delle donne per il disarmo nucleare. 20 novembre - 10 dicembre 2017";
- Mostra "Esigete il disarmo nucleare" (esiste in due versioni: 13 pannelli grandi in Pvc oppure 13 locandine plastificate);
- Testo della petizione;
- Testo del Trattato di interdizione delle armi nucleari;
- Libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista", in occasione del centenario della nascita.
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Per informazioni: Antonia Sani: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: gioxblu24 at gmail.com

3. SOLIDARIETA'. LA CASA SIAMO TUTTE. UN APPELLO
[Dalla Casa Internazionale delle Donne riceviamo e diffondiamo]

Sostegno alla Casa
lacasasiamotutte (lacasasiamotutte at gmail.com)
#lacasasiamotutte
A tutte le amiche e gli amici,
come avrai saputo dalla stampa o dalla televisione, la Casa Internazionale delle Donne ha bisogno di aiuto.
Abbiamo ricevuto moltissime dimostrazioni di affetto e vicinanza che ci hanno molto commosso, e ve ne siamo grate, ma anche siamo state sollecitate a richiedere un aiuto economico a quante, come te, ci conosce, ha lavorato nella Casa e con la Casa.
Essere luogo di riflessione politica delle donne, ospitare in modo sostenibile tante associazioni e tante attivita', costruire, produrre attivita' culturali, tenere aperto il piu' grande archivio della storia e della produzione femminista, mantenere decorosamente un edificio storico, farlo restare aperto, fruibile a disposizione delle donne e di tutta la citta', fornire servizi di assistenza, consulenza, sostegno al lavoro e alla vita delle donne e dei bambini, promuovere formazione, costa e costa molto.
Per questo ti chiediamo di contribuire alla sopravvivenza della Casa, per farla essere sempre di piu' e sempre meglio quel luogo unico a Roma, in Italia, in Europa che e' la nostra Casa Internazionale delle donne.
Ringraziandoti fin d'ora e ricordandoti che la Casa si sostiene solo con l'autofinanziamento, ti chiediamo anche di far partecipare le persone a te vicine al sostegno della Casa.
Per la donazione:
http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/sostienici-support-us
IBAN IT38H0103003273000001384280
causale: "Donazione per la Casa Internazionale delle Donne"

4. MAESTRE. ANNAMARIA RIVERA RICORDA FRANCOISE HERITIER
[Dalla newsletter di "MicroMega" riprendiamo e diffondiamo]

La notte tra il 14 e il 15 novembre scorso, giorno del suo compleanno (avrebbe compiuto 84 anni), e' morta a Parigi Francoise Heritier, grande etnologa, antropologa, femminista. Nonostante l'eta' avanzata e soprattutto una grave malattia invalidante, diagnosticata un trentennio prima, era rimasta lucida e attiva fino alla fine dei suoi giorni.
Com'e' ben noto, Heritier era stata allieva, per meglio dire l'erede, di Claude Levi-Strauss, al quale era succeduta nella direzione del Las (Laboratoire d'anthropologie sociale) del prestigioso e un po' maschilista (lei era l'unica donna) College de France, dopo essere stata eletta direttrice di ricerche all'Ecole des hautes etudes en sciences sociales (Ehess).
A orientarla verso l'antropologia, mentre sognava di divenire egittologa, era stato il fatto d'aver assistito a una lezione di Levi-Strauss, che agi' su di lei come "una rivelazione", per dirla con le sue parole. Cosi', nel 1958, alquanto giovane, parti' per l'Alto Volta (l'attuale Burkina Faso) per analizzare sul campo gli interdetti matrimoniali fra i Samo; e piu' tardi raggiunse il Mali per svolgere una ricerca tra i Dogon.
Pur seguendo le linee fondamentali di ricerca del suo maestro - in particolare, le teorie dell'alleanza, le strutture di parentela, la proibizione dell'incesto -, nel corso del tempo avrebbe maturato un suo proprio, originale indirizzo di ricerca, caratterizzato da una certa autonomia rispetto allo strutturalismo levistraussiano.
In un'intervista del 2008, rilasciata a Marc Kirsch, lei stessa affermava d'aver acquisito uno sguardo critico, per quanto costruttivo, sull'opera di Levi-Strauss: a suo avviso, non abbastanza sensibile, il suo maestro, verso cio' che gia' in un saggio del 1981, L'exercice de la parente', lei aveva definito "valenza differenziale dei sessi": cioe' la tendenza, quasi universale, ad attribuire valore differente a uomini e donne.
Heritier aveva finito per concentrare la propria attenzione giusto sul tema del dominio maschile, indagando i fondamenti antropologici alla base dell'ineguaglianza tra i generi. A suo avviso, e' il potere generativo delle donne che ha indotto gli uomini - fin dal Neolitico, sostiene - a dominarle e ad appropriarsi dei loro corpi. Ma, come ha ribadito piu' volte, in tutto cio' non vi e' nulla che sia imposto dalla natura, se e' vero, come scriveva in un articolo del 2012 per la rivista "Science et Avenir", che "L'Uomo e' la sola specie i cui maschi uccidono le loro femmine".
In Une pensee en mouvement (Odile Jacob, 2009), aveva scritto che "il punto cieco" dell'antropologia s'identifica proprio nella mancata riflessione sullo statuto del maschile, piu' precisamente del maschile adulto.
Oltre al lavoro di ricerca e riflessione antropologica, Heritier aveva coltivato anche l'impegno civile, e non solo contro le discriminazioni di genere. Dal 1984 al 1995 era stata presidente del Consiglio nazionale per l'Aids e membro del Comitato consultivo per l'etica. Si era pronunciata in favore del matrimonio omosessuale e del diritto all'adozione per le coppie omosessuali, e aveva sostenuto la procreazione medicalmente assistita. Ma aveva espresso dissenso verso la gestazione per conto di altri ("l'utero in affitto", com'e' detto in Italia), con motivazioni etiche a mio parere del tutto fondate: attinenti, in primo luogo, al rischio di esporre donne di condizione socio-economica inferiore al ricatto e allo sfruttamento da parte di coppie benestanti. Meno felice fu, a mio parere, la sua presa di posizione in favore della proibizione, per legge, nella scuola pubblica, dell'hijab (il "velo islamico", un semplice foulard): alquanto tranchant, quindi non troppo consona allo spirito dell'antropologia.
Com'era nel suo stile, Heritier non eludeva affatto il versante autobiografico del suo impegno teorico di stampo femminista. In un passaggio del suo ultimo libro, Au gre' des jours (Odile Jacob, 2017), divenuto un bestseller, cosi' scriveva: "Ho sempre avuto la sensazione d'essere un'intrusa, quasi un'usurpatrice. So che (...) tutto discende dall'educazione che ho ricevuto, quella che faceva delle ragazze sottoprodotti rispetto all'umanita' compiuta, rappresentata dagli uomini".
In questo, come nei due libri precedenti, ugualmente scritti in forma quasi-narrativa, Le sel de la vie (Odile Jacob, 2012) e Le gout des mots, (Odile Jacob, 2013), entrambi tradotti in italiano (Il sale della vita, Rizzoli 2012; In poche parole, la felicita', Rizzoli 2014), Heritier s'interrogava sul senso e sul gusto della vita.
Il suo approccio femminista all'antropologia si e' espresso in particolare in due opere, Masculin-Feminin I, La Pensee de la difference (Odile Jacob, 1996) e Masculin-Feminin II. Dissoudre la hierarchie (Odile Jacob, 2002), entrambe tradotte in italiano: Maschile e femminile I. Il pensiero della differenza (Laterza, 2006) e Dissolvere la gerarchia. Maschile e femminile II (Raffaello Cortina, 2004). Oltre queste due conviene citare almeno Hommes, femmes: la construction de la difference (Le Pommier, 2010).
Sebbene l'essenziale del suo pensiero sui fondamenti e i meccanismi, anche simbolici, del dominio maschile sia disponibile in italiano, scarsa eco esso ha avuto negli ambienti femministi nostrani, piu' in generale tra l'intellighenzia del nostro Paese. Basta dire che in rete non v'e', almeno fino al momento in cui scrivo, un solo omaggio post mortem, in lingua italiana, a una cosi' grande antropologa.
E' anche questo che mi ha indotta, sia pur tardivamente, a vincere il turbamento per la sua scomparsa onde scrivere di lei. Lei che avevo incontrata piu' volte, ogni volta lasciandomi impressionare non solo dalla sua lucidita', ma anche da alcuni tratti del suo carattere (messi in luce in quasi tutti gli scritti francesi in sua memoria): la modestia, la pacatezza, la dolcezza, che si esprimevano anche nella gestualita', nel tono di voce, nel modo di parlare.

5. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: GENEALOGIA DELL'ODIO

Tutto comincia sempre con un mal di denti. Il mio mal di denti e' cosi' violento, cosi' furioso, cosi' incessante, che l'unico modo che conosco per lenirlo e' uccidere.
Non e' che non le abbia provate tutte, prima. Gli analgesici, il dentista, il neurologo, le bestemmie, il ferirmi sulle mani, sulle braccia, sulle cosce, con la penna, con il cacciavite, con le forbici, con ogni oggetto appuntito che mi capitava a tiro. Niente. Niente.
Dormire, poi, neanche a parlarne. Mi rigiro, sobbalzo, ruggisco, e passo la notte a mettermi a letto e rialzarmi, svestirmi e vestirmi, caffe', pasticche, liquori, accendere e spegnere la televisione, afferrare gli occhiali e posarli di nuovo sul comodino e aver voglia di spaccarli, e sentirmi ridicolo e grottesco e furibondo, e di colpo pensare di aver voglia di bere del sangue, a sorsi, a fiotti, a litri, mentre lo sputo nel lavandino.
E mangiare, mangiare e' la tortura delle torture: il minimo movimento della bocca e sobbalzo e mi scontorco tutto, e non serve a niente che batto i pugni sul muro e sul tavolo, che stringo la lama del coltello, le punte della forchetta. NIente, solo un dolore lancinante, accecante, abbrutente.
Poi ho trovato il rimedio.

6. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: CERTE GIORNATE

Certe giornate non avresti voglia di fare niente di niente.
Certe giornate prenderesti un martello e spaccheresti tutti i vetri delle macchine parcheggiate, le vetrine dei negozi, la televisione.
Certe giornate ti pare d'incontrare per strada quel tizio che ammazzasti tanti anni fa, il primo, e lui ti guarda e ti sorride e non dice niente.
Certe giornate daresti l'ordine di usarla una buona volta quella bomba atomica della malora e farla finita con tutta questa gran pagliacciata del mondo.
Certe giornate neppure ti sembra di essere il presidente dell'America.

7. RACCONTI NERI DEL FREDDO INVERNO (PER LA FENOMENOLOGIA DEL MASCHILISMO). OMERO DELLI STORTI: DELL'INVECCHIARE

Di essere diventato vecchio lo scoprii cosi', che nessuno per strada mi riconosceva piu', che io non riconoscevo piu' nessuno.
Neppure io, a dire il vero, mi riconoscevo piu', mi guardavo allo specchio e  mi dicevo ma sono io o non sono io, e ci passavo le ore.
Se non ci penso mi pare di ricordarmi come ero e cosa ho fatto, ma quando provo a pensarci tutto si confonde. Ero davvero io? L'ho fatto veramente?
Una volta, quando ero giovane, allora si' che il mondo era grande e terribile, e la vita degna di essere vissuta. Ogi il mondo e' solo una cloaca. Potessi deciderne la distruzione, non esiterei.
Pensare la morte, via, e' impossibile. Ma pensare di uccidere, che gran consolazione.

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 652 del 7 dicembre 2017

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