[Nonviolenza] Una persona, un voto. 132



 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 132 del 20 giugno 2017

 

In questo numero:

1. Anche la deputata Raffaella Mariani ha aderito all'appello "Una persona, un voto"

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. Papa Francesco ricorda don Primo Mazzolari

4. Papa Francesco ricorda don Lorenzo Milani

 

1. INIZIATIVE. ANCHE LA DEPUTATA RAFFAELLA MARIANI HA ADERITO ALL'APPELLO "UNA PERSONA, UN VOTO"

 

Anche la deputata Raffaella Mariani ha aderito all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

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La prestigiosa adesione dell'autorevole parlamentare si aggiunge a quelle di molte altre illustri personalita' della vita culturale, morale, civile ed istituzionale italiana, ed in particolare a quelle degli altri deputati e senatori di varie forze politiche che anch'essi hanno gia' aderito all'appello, tra i primi gli onorevoli Roberta Agostini, Luisella Albanella, Massimo Artini, Lorenzo Basso, Eleonora Bechis, Paolo Beni, Massimiliano Bernini, Stella Bianchi, Paola Boldrini, Francesca Bonomo, Michele Bordo, Luisa Bossa, Vincenza Bruno Bossio, Enrico Buemi, Renata Bueno, Anna Maria Carloni, Sabrina Capozzolo, Renzo Carella, Maria Chiara Carrozza, Floriana Casellato, Franco Cassano, Felice Casson, Marco Causi, Vannino Chiti, Eleonora Cimbro, Monica Cirinna', Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Paolo Cova, Giuseppe Luigi Cucca, Gianni Cuperlo, Erica D'Adda, Alfredo D'Attorre, Loredana De Petris, Nerina Dirindin, Umberto D'Ottavio, Donatella Duranti, Ciccio Ferrara, Elena Ferrara, Paolo Fontanelli, Federico Fornaro, Filippo Fossati, Nicola Fratoianni, Carlo Galli, Paolo Gandolfi, Maria Grazia Gatti, Anna Giacobbe, Gianni Girotto, Luisa Gnecchi, Miguel Gotor, Giuseppe Guerini, Maria Cecilia Guerra, Maria Iacono, Vanna Iori, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Andrea Maestri, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Luigi Manconi, Massimiliano Manfredi, Giovanna Martelli, Alessandro Mazzoli, Michele Meta, Franco Mirabelli, Michele Mognato, Delia Murer, Martina Nardi, Luis Alberto Orellana (relativamente alle elezioni amministrative), Oreste Pastorelli, Edoardo Patriarca, Serena Pellegrino, Alessia Petraglia, Salvatore Piccolo, Antonio Placido, Roberto Rampi, Francesco Ribaudo, Lara Ricciatti, Gessica Rostellato, Giovanna Sanna, Gian Piero Scanu, Gea Schiro', Arturo Scotto, Angelo Senaldi, Bruno Tabacci, Alessandra Terrosi, Marietta Tidei, Walter Tocci, Stefano Vaccari, Giuseppe Vacciano, Daniela Valentini, Walter Verini, Sandra Zampa, Giorgio Zanin.

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Ancora una volta ricordiamo che il presupposto "de facto" dell'appello e' che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano"; e poiche' Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto", "l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".

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Ricordiamo altresi' ancora una volta che il presupposto "de iure" e' illustrato nella premessa del progetto di legge formulato anni fa dall'Anci (l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, che rappresenta tutti i Comuni italiani) recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'" (progetto che era riferito alle elezioni amministrative, ma la cui intelaiatura giuridica e' riferibile anche tout court alle elezioni politiche).

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Si allega in calce il testo dell'appello con le prime adesioni.

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Allegato: "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

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All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Paolo Acunzo, vicepresidente Pd Lazio

Roberta Agostini, deputata

Luisella Albanella, deputata

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Peppe Amato, pensionato

Dino Angelini

Pino Arancio, traduttore, impegnato nei movimenti per la pace e di solidarieta'

Piero Arcangeli, etnomusicologo e compositore

Laura Arduni, impiegata

Massimo Artini, deputato

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

Vincenzo Balzani, professore emerito, Universita' di Bologna

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Raffaele Barbiero, operatore sociale

Nuccio Barilla', giornalista, ambientalista

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Lorenzo Basso, deputato

Piero Basso, figura storica della riflessione teorica e dell'impegno politico e sociale a Milano e nella solidarieta' internazionale

Eleonora Bechis, deputata

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Bruno Antonio Bellerate, docente emerito dell'Universita' Roma Tre

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

Pietro Benedetti, regista, attore, studioso delle tradizioni popolari

Paolo Beni, deputato

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Silvia Berruto, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza

Severina Berselli

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Stella Bianchi, deputata

Giovanni Bianco, giurista e professore universitario

Angelo Bini, vicepresidente Cooperativa castanicoltori dei Monti Cimini

Michele Boato, ecologista

Laura Boccardo, impiegata

Paola Boldrini, deputata

Francesca Bonomo, deputata

Michele Bordo, deputato

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Giovanni Bosco

Paolo Bosi, docente universitario

Luisa Bossa, deputata

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Valentina Bruno, docente, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Vincenza Bruno Bossio, deputata

Enrico Buemi, senatore

Renata Bueno, deputata

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Sabrina Capozzolo, deputata

Antonio Caputo, presidente circolo Giustiza e Liberta'

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Renzo Carella, deputato

Anna Maria Carloni, deputata

Gennaro Carotenuto, storico

Giorgio Carpi, "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa)

Rodolfo Carpigo

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Chiara Carrozza, deputata, gia' ministra

Floriana Casellato, deputata

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Franco Cassano, deputato

Felice Casson, senatore

Francesco Cassotti

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Valeria Castelli

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Marco Causi, deputato

padre Carlo Cautillo cp

Giovanna Cavarocchi, Auser Viterbo

Nello Centomo

Maurizio Chierici, giornalista

Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo

Vannino Chiti, senatore

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Eleonora Cimbro, deputata

Giorgio Cingolani, agricoltore e socio del Centro studi "Sereno Regis" di Torino

Monica Cirinna', senatrice

Michele Citoni, documentarista

Valter Ciurli, architetto

Roberto Cociancich, senatore

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Pasquale Colella, direttore de "Il tetto"

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Corrado Corradini, giornalista

Paolo Corsini, senatore, docente universitario

Paolo Cova, deputato

Paolo Crocchiolo, medico, docente universitario

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Giuseppe Luigi Cucca, senatore

Patrizia Cupelloni, psicoanaista con funzioni di training Societa' Psicoanalitica Italiana

Gianni Cuperlo, deputato

Erica D'Adda, senatrice

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Alfredo D'Attorre, deputato

Marianita De Ambrogio, Donne in Nero di Padova

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Giorgio Demurtas, docente universitario

Valerio De Nardo, dirigente pubblica amministrazione e scrittore

Loredana De Petris, senatrice, presidente del Gruppo Misto al Senato

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Mimmo Di Gioia, Ambasciata di Pace di Foggia

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nerina Dirindin, senatrice

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Umberto D'Ottavio, deputato

Anna Draghetti, pensionata

Donatella Duranti, deputata

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Anna Maria Eramo

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

Roberto Escobar, filosofo politico e critico cinematografico

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Fulvio Faro, operatore sociosanitario

Claudio Fecchio, gia' obiettore di coscienza al servizio militare e coordinatore della campagna di obiezione alle spese militari

Ciccio Ferrara, deputato

Elena Ferrara, senatrice

Valerio Ferri

Paolo Fontanelli, deputato

Maria Bernarda Forcella

Federico Fornaro, senatore

Filippo Fossati, deputato

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Nicola Fratoianni, deputato, segretario nazionale di Sinistra Italiana

Gabriele Gabrieli, del Gruppo "In silenzio per la pace" di Mantova

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Carlo Galli, professore universitario e deputato

Daniele Gallo, giornalista, saggista, editore e docente universitario

Paolo Gandolfi, deputato

Maria Grazia Gatti, senatrice

Nino Gernone

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Anna Giacobbe, deputata

Giorgio Giannini, storico e saggista

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Piero P. Giorgi, ricercatore sulla violenza e la nonviolenza

Gianni Girotto, senatore

Luisa Gnecchi, deputata

Miguel Gotor, senatore

Carmine Grassino, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Giorgio Grimaldi, assegnista di ricerca Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

Celeste Grossi, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Giuseppe Guerini, deputato

Maria Cecilia Guerra, senatrice

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Maria Iacono, deputata

Chiara Ingrao, scrittrice, animatrice culturale, deputata emerita, figura storica dei movimenti per la pace e i diritti

Vanna Iori, deputata e docente universitaria

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Florian Kronbichler, deputato

Cecile Kyenge, parlamentare europea, gia' ministra

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Luigi Lacquaniti, deputato

Silvio Lai, senatore

Eros Lamaida, sindaco di Castelnuovo Cilento

Teresa Lapis, giurista dei diritti umani, docente

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Camilla Lattanzi, autrice e conduttrice radiofonica

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Sergio Lo Giudice, senatore

Pierpaolo Loi, maestro elementare

Doris Lo Moro, senatrice

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

suor Monica Luparello, missionaria comboniana

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Andrea Maestri, deputato

Patrizia Maestri, deputata

Anna Maghi, del centro antiviolenza "Erinna" di Viterbo

Alessandro Magni

Gianna Malisani, deputata

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Luigi Manconi, senatore, sociologo, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Massimiliano Manfredi, deputato

Fiorella Manzini, pensionata, gia' insegnante di educazione artistica, pittrice, presidente del Cdmpi

Cristina Maranesi, blogger

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Raffaella Mariani, deputata

Giovanna Martelli, deputata

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Elvira Mastrovincenzo, docente

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Alessandro Mazzoli, deputato

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Dario Mencagli, cooperante internazionale, docente

Rosa Mendes, bibliotecaria, presidente dell'Associazione donne brasiliane in Italia

Ivo Menna, responsabile ambientalista verdi, responsabile regionale Osservatorio Nazionale Amianto

Michele Meta, deputato

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Sara Michieletto

Franco Mirabelli, senatore

Michele Mognato, deputato

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Rosangela Mura, attivista

Delia Murer, deputata

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Martina Nardi, deputata

Paolo Naso, politologo, Sapienza Universita' di Roma

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Luciano Oliveri, pensionato

Luis Alberto Orellana, senatore (relativamente alle elezioni amministrative)

Riccardo Orioles, giornalista, figura storica delle lotte contro la mafia

Alberto Pacelli, coordinatore dell'associazione di ricerca e di iniziativa culturale, civile e ambientale "Idee di futuro" di Novara

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Anselmo Palini, insegnante e saggista

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Marco Palombo, attivista della Rete No War di Roma

Luca Paolocci, Usb Viterbo

Eleonora Parlanti, ricercatrice

Maria Luisa Paroni, Comitato Oglio Po per la Costituzione

Oreste Pastorelli, deputato

Edoardo Patriarca, deputato

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Serena Pellegrino, deputata

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Alessia Petraglia, senatrice

Gianpaolo Petrucci, presidente del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Fiora Pezzoli, psicoterapeuta

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Hamza Roberto Piccardo, scrittore, traduttore, quadro associativo musulmano

Salvatore Piccolo, deputato

Piero Pinzauti

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Antonio Placido, deputato

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Giovanna Procacci, sociologa, Universita' di Milano

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Anna Puglisi, illustre studiosa, fondatrice ed animatrice del "Centro Impastato" di Palermo

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Margherita Rambaldi

Roberto Rampi, deputato

Mariella Ratti, gia' dirigente scolastica

Michele Ravagnolo, editor, gia' portavoce del "Tavolo contro la guerra" di Bologna

Francesco Ribaudo, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef, segretario Fiei

Lara Ricciatti, deputata

Annamaria Rivera, antropologa

Dario Rossi, avvocato

Gessica Rostellato, deputata

padre Agostino Rota Martir, campo Rom di Coltano

Giorgio Roversi, pensionato

Francesco Ruotolo, docente di discipline giuridiche ed economiche

Ada Sacchi, pensionata, gia' ricercatrice per studi sui tumori presso l'IRE di Roma

Enrica Salvatori, docente universitaria

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Cesare Sangalli, Ambasciata di Pace di Foggia

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Giovanna Sanna, deputata

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Carlo Sansonetti, figura storica dell'impegno di pace e solidarieta'

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

Umberto Santino, illustre studioso, fondatore ed animatore del "Centro Impastato" di Palermo

Maria Santo, figura storica dei movimenti di pace e solidarieta'

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

Mauro Sarnari, dell'Unicef di Viterbo

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Gian Piero Scanu, deputato

Gabriele Scaramuzza, pensionato

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Gea Schiro', deputata

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Antonio Scopelliti, Ambasciata di Pace di Foggia

Arturo Scotto, deputato

Bruno Segre, organizzatore e ricercatore culturale indipendente

Angelo Senaldi, deputato

Marneo Serenelli, docente e psicologo

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Paolo Sighinolfi

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, Cgil nazionale

Zenone Sovilla, giornalista, amico della nonviolenza

Gabriele Spallone

Luca Spegne, docente

Marilena Spriano

Irene Starace, Wilpf Italia

Bruno Tabacci, deputato

Gianni Tamino, biologo, docente universitario in pensione

Francesco Tanzarella

Alessandra Terrosi, deputata

Marietta Tidei, deputata

Walter Tocci, senatore

Ada Tomasello, Usb immigrazione Viterbo

Giovanni Tomei, presidente di "Sovranita' popolare"

Alberto Trevisan, obiettore di coscienza nonviolento negli anni '70 e per questo piu' volte incarcerato

Alessandro Triulzi, storico, docente universitario

Marco Trotta, consigliere di quartiere a Bologna per Coalizione Civica

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Fabio Vaccari

Stefano Vaccari, senatore

Giuseppe Vacciano, senatore

Daniela Valentini, senatrice

Nicola Vallinoto, informatico, dirigente nazionale del Movimento Federalista Europeo

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Pasquale Ventrella, Ambasciata di Pace di Foggia

Walter Verini, deputato

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Rosario Vitale, Ambasciata di Pace di Foggia

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Sandra Zampa, deputata

Lorenzo Zaniboni

Giorgio Zanin, deputato

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

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Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. DOCUMENTI. PAPA FRANCESCO RICORDA DON PRIMO MAZZOLARI

[Dal sito del Vaticano riprendiamo il testo del discorso commemorativo di don Primo Mazzolari tenuto da papa Francesco nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a Bozzolo (Cremona) martedi' 20 giugno 2017]

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mi hanno consigliato di accorciare un po' questo discorso, perche' e' un po' lunghetto. Ho cercato di farlo, ma non ci sono riuscito. Tante cose venivano, di qua e di qua e di qua... Ma voi avete pazienza! Perche' non vorrei tralasciare di dire tutto quello che vorrei dire, su don Primo Mazzolari.

Sono pellegrino qui a Bozzolo e poi a Barbiana, sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa, per quanto "scomoda", nel loro servizio al Signore e al popolo di Dio. Ho detto piu' volte che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia, e lo ripeto. Quando sono i volti di un clero non clericale, come era quest'uomo, essi danno vita ad un vero e proprio "magistero dei parroci", che fa tanto bene a tutti. Don Primo Mazzolari e' stato definito "il parroco d'Italia"; e San Giovanni XXIII lo ha salutato come "la tromba dello Spirito Santo nella Bassa padana". Credo che la personalita' sacerdotale di don Primo sia non una singolare eccezione, ma uno splendido frutto delle vostre comunita', sebbene non sia stato sempre compreso e apprezzato. Come disse il Beato Paolo VI: "Camminava avanti con un passo troppo lungo e spesso noi non gli si poteva tener dietro! E cosi' ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. E' il destino dei profeti" (Saluto ai pellegrini di Bozzolo e Cicognara, 1 maggio 1970). La sua formazione e' figlia della ricca tradizione cristiana di questa terra padana, lombarda, cremonese. Negli anni della giovinezza fu colpito dalla figura del grande vescovo Geremia Bonomelli, protagonista del cattolicesimo sociale, pioniere della pastorale degli emigranti.

Non spetta a me raccontarvi o analizzare l'opera di don Primo. Ringrazio chi negli anni si e' dedicato a questo. Preferisco meditare con voi - soprattutto con i miei fratelli sacerdoti che sono qui e anche con quelli di tutta l'Italia: questo era il "parroco d'Italia" - meditare l'attualita' del suo messaggio, che pongo simbolicamente sullo sfondo di tre scenari che ogni giorno riempivano i suoi occhi e il suo cuore: il fiume, la cascina e la pianura.

1) Il fiume e' una splendida immagine, che appartiene alla mia esperienza, e anche alla vostra. Don Primo ha svolto il suo ministero lungo i fiumi, simboli del primato e della potenza della grazia di Dio che scorre incessantemente verso il mondo. La sua parola, predicata o scritta, attingeva chiarezza di pensiero e forza persuasiva alla fonte della Parola del Dio vivo, nel Vangelo meditato e pregato, ritrovato nel Crocifisso e negli uomini, celebrato in gesti sacramentali mai ridotti a puro rito. Don Mazzolari, parroco a Cicognara e a Bozzolo, non si e' tenuto al riparo dal fiume della vita, dalla sofferenza della sua gente, che lo ha plasmato come pastore schietto ed esigente, anzitutto con se' stesso. Lungo il fiume imparava a ricevere ogni giorno il dono della verita' e dell'amore, per farsene portatore forte e generoso. Predicando ai seminaristi di Cremona, ricordava: "L'essere un "ripetitore" e' la nostra forza. [...] Pero', tra un ripetitore morto, un altoparlante, e un ripetitore vivo c'e' una bella differenza! Il sacerdote e' un ripetitore, pero' questo suo ripetere non deve essere senz'anima, passivo, senza cordialita'. Accanto alla verita' che ripeto, ci deve essere, ci devo mettere qualcosa di mio, per far vedere che credo a cio' che dico; deve essere fatto in modo che il fratello senta un invito a ricevere la verita'" [1]. La sua profezia si realizzava nell'amare il proprio tempo, nel legarsi alla vita delle persone che incontrava, nel cogliere ogni possibilita' di annunciare la misericordia di Dio. Don Mazzolari non e' stato uno che ha rimpianto la Chiesa del passato, ma ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l'amore appassionato e la dedizione incondizionata. Nel suo scritto "La parrocchia", egli propone un esame di coscienza sui metodi dell'apostolato, convinto che le mancanze della parrocchia del suo tempo fossero dovute a un difetto di incarnazione. Ci sono tre strade che non conducono nella direzione evangelica.

- La strada del "lasciar fare". E' quella di chi sta alla finestra a guardare senza sporcarsi le mani - quel "balconear" la vita -. Ci si accontenta di criticare, di "descrivere con compiacimento amaro e altezzoso gli errori" [2] del mondo intorno. Questo atteggiamento mette la coscienza a posto, ma non ha nulla di cristiano perche' porta a tirarsi fuori, con spirito di giudizio, talvolta aspro. Manca una capacita' propositiva, un approccio costruttivo alla soluzione dei problemi.

- Il secondo metodo sbagliato e' quello dell'"attivismo separatista". Ci si impegna a creare istituzioni cattoliche (banche, cooperative, circoli, sindacati, scuole...). Cosi' la fede si fa piu' operosa, ma - avvertiva Mazzolari - puo' generare una comunita' cristiana elitaria. Si favoriscono interessi e clientele con un'etichetta cattolica. E, senza volerlo, si costruiscono barriere che rischiano di diventare insormontabili all'emergere della domanda di fede. Si tende ad affermare cio' che divide rispetto a quello che unisce. E' un metodo che non facilita l'evangelizzazione, chiude porte e genera diffidenza.

- Il terzo errore e' il "soprannaturalismo disumanizzante". Ci si rifugia nel religioso per aggirare le difficolta' e le delusioni che si incontrano. Ci si estranea dal mondo, vero campo dell'apostolato, per preferire devozioni. E' la tentazione dello spiritualismo. Ne deriva un apostolato fiacco, senza amore. "I lontani non si possono interessare con una preghiera che non diviene carita', con una processione che non aiuta a portare le croci dell'ora" [3]. Il dramma si consuma in questa distanza tra la fede e la vita, tra la contemplazione e l'azione.

2) La cascina. Al tempo di don Primo, era una "famiglia di famiglie", che vivevano insieme in queste fertili campagne, anche soffrendo miserie e ingiustizie, in attesa di un cambiamento, che e' poi sfociato nell'esodo verso le citta'. La cascina, la casa, ci dicono l'idea di Chiesa che guidava don Mazzolari. Anche lui pensava a una Chiesa in uscita, quando meditava per i sacerdoti con queste parole: "Per camminare bisogna uscire di casa e di Chiesa, se il popolo di Dio non ci viene piu'; e occuparsi e preoccuparsi anche di quei bisogni che, pur non essendo spirituali, sono bisogni umani e, come possono perdere l'uomo, lo possono anche salvare. Il cristiano si e' staccato dall'uomo, e il nostro parlare non puo' essere capito se prima non lo introduciamo per questa via, che pare la piu' lontana ed e' la piu' sicura. [...] Per fare molto, bisogna amare molto" [4]. Cosi' diceva il vostro parroco. La parrocchia e' il luogo dove ogni uomo si sente atteso, un "focolare che non conosce assenze". Don Mazzolari e' stato un parroco convinto che "i destini del mondo si maturano in periferia", e ha fatto della propria umanita' uno strumento della misericordia di Dio, alla maniera del padre della parabola evangelica, cosi' ben descritta nel libro "La piu' bella avventura". Egli e' stato giustamente definito il "parroco dei lontani", perche' li ha sempre amati e cercati, si e' preoccupato non di definire a tavolino un metodo di apostolato valido per tutti e per sempre, ma di proporre il discernimento come via per interpretare l'animo di ogni uomo. Questo sguardo misericordioso ed evangelico sull'umanita' lo ha portato a dare valore anche alla necessaria gradualita': il prete non e' uno che esige la perfezione, ma che aiuta ciascuno a dare il meglio. "Accontentiamoci di cio' che possono dare le nostre popolazioni. Abbiamo del buon senso! Non dobbiamo massacrare le spalle della povera gente" [5]. Io vorrei ripetere questo, e ripeterlo a tutti i preti dell'Italia e anche del mondo: Abbiamo del buon senso! Non dobbiamo massacrare le spalle della povera gente. E se, per queste aperture, veniva richiamato all'obbedienza, la viveva in piedi, da adulto, da uomo, e contemporaneamente in ginocchio, baciando la mano del suo Vescovo, che non smetteva di amare.

3) Il terzo scenario - il primo era il fiume, il secondo la cascina - il terzo scenario eì quello della vostra grande pianura. Chi ha accolto il "Discorso della montagna" non teme di inoltrarsi, come viandante e testimone, nella pianura che si apre, senza rassicuranti confini. Gesu' prepara a questo i suoi discepoli, conducendoli tra la folla, in mezzo ai poveri, rivelando che la vetta si raggiunge nella pianura, dove si incarna la misericordia di Dio (cfr Omelia per il Concistoro, 19 novembre 2016). Alla carita' pastorale di don Primo si aprivano diversi orizzonti, nelle complesse situazioni che ha dovuto affrontare: le guerre, i totalitarismi, gli scontri fratricidi, la fatica della democrazia in gestazione, la miseria della sua gente. Vi incoraggio, fratelli sacerdoti, ad ascoltare il mondo, chi vive e opera in esso, per farvi carico di ogni domanda di senso e di speranza, senza temere di attraversare deserti e zone d'ombra. Cosi' possiamo diventare Chiesa povera per e con i poveri, la Chiesa di Gesu'. Quella dei poveri e' definita da don Primo un'"esistenza scomodante", e la Chiesa ha bisogno di convertirsi al riconoscimento della loro vita per amarli cosi' come sono: "I poveri vanno amati come poveri, cioe' come sono, senza far calcoli sulla loro poverta', senza pretesa o diritto di ipoteca, neanche quella di farli cittadini del regno dei cieli, molto meno dei proseliti" [6]. Lui non faceva proselitismo, perche' questo non e' cristiano. Papa Benedetto XVI ci ha detto che la Chiesa, il cristianesimo, non cresce per proselitismo, ma per attrazione, cioe' per testimonianza. E' quello che don Primo Mazzolari ha fatto: testimonianza. Il Servo di Dio ha vissuto da prete povero, non da povero prete. Nel suo testamento spirituale scriveva: "Intorno al mio Altare come intorno alla mia casa e al mio lavoro non ci fu mai "suon di denaro". Il poco che e' passato nelle mie mani [...] e' andato dove doveva andare. Se potessi avere un rammarico su questo punto, riguarderebbe i miei poveri e le opere della parrocchia che avrei potuto aiutare largamente". Aveva meditato a fondo sulla diversita' di stile tra Dio e l'uomo: "Lo stile dell'uomo: con molto fa poco. Lo stile di Dio: con niente fa tutto" [7]. Per questo la credibilita' dell'annuncio passa attraverso la semplicita' e la poverta' della Chiesa: "Se vogliamo riportare la povera gente nella loro Casa, bisogna che il povero vi trovi l'aria del Povero", cioe' di Gesu' Cristo. Nel suo scritto La via crucis del povero, don Primo ricorda che la carita' e' questione di spiritualita' e di sguardo. "Chi ha poca carita' vede pochi poveri; chi ha molta carita' vede molti poveri; chi non ha nessuna carita' non vede nessuno" [8]. E aggiunge: "Chi conosce il povero, conosce il fratello: chi vede il fratello vede Cristo, chi vede Cristo vede la vita e la sua vera poesia, perche' la carita' e' la poesia del cielo portata sulla terra" [9].

Cari amici, vi ringrazio di avermi accolto oggi, nella parrocchia di don Primo. A voi e ai Vescovi dico: siate orgogliosi di aver generato "preti cosi'", e non stancatevi di diventare anche voi "preti e cristiani cosi'", anche se cio' chiede di lottare con se' stessi, chiamando per nome le tentazioni che ci insidiano, lasciandoci guarire dalla tenerezza di Dio. Se doveste riconoscere di non aver raccolto la lezione di don Mazzolari, vi invito oggi a farne tesoro. Il Signore, che ha sempre suscitato nella santa madre Chiesa pastori e profeti secondo il suo cuore, ci aiuti oggi a non ignorarli ancora. Perche' essi hanno visto lontano, e seguirli ci avrebbe risparmiato sofferenze e umiliazioni. Tante volte ho detto che il pastore deve essere capace di mettersi davanti al popolo per indicare la strada, in mezzo come segno di vicinanza o dietro per incoraggiare chi e' rimasto dietro (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 31). E don Primo scriveva: "Dove vedo che il popolo slitta verso discese pericolose, mi metto dietro; dove occorre salire, m'attacco davanti. Molti non capiscono che e' la stessa carita' che mi muove nell'uno e nell'altro caso e che nessuno la puo' far meglio di un prete" [10].

Con questo spirito di comunione fraterna, con voi e con tutti i preti della Chiesa in Italia - con quei bravi parroci - vorrei concludere con una preghiera di don Primo, parroco innamorato di Gesu' e del suo desiderio che tutti gli uomini abbiano la salvezza. Cosi' pregava don Primo: "Sei venuto per tutti: per coloro che credono e per coloro che dicono di non credere. Gli uni e gli altri, a volte questi piu' di quelli, lavorano, soffrono, sperano perche' il mondo vada un po' meglio. O Cristo, sei nato "fuori della casa" e sei morto "fuori della citta'", per essere in modo ancor piu' visibile il crocevia e il punto d'incontro. Nessuno e' fuori della salvezza, o Signore, perche' nessuno e' fuori del tuo amore, che non si sgomenta ne' si raccorcia per le nostre opposizioni o i nostri rifiuti".

Adesso, vi daro' la benedizione. Preghiamo la Madonna, prima, che e' nostra Madre: senza Madre non possiamo andare avanti.

Ave o Maria...

[Benedizione]

*

Note

1. P. Mazzolari, Preti cosi', 125-126.

2. Id., Lettera sulla parrocchia, 51.

3. Ibid., 54.

4. P. Mazzolari, Coscienza sociale del clero, Icas, Milano, 1947, 32.

5. Id., Preti cosi', 118-119.

6. Id., La via crucis del povero, 63.

7. Id., La parrocchia, 84.

8. Id., La via crucis del povero, 32.

9. Ibid. 33.

10. Id., Scritti politici, 195.

 

4. DOCUMENTI. PAPA FRANCESCO RICORDA DON LORENZO MILANI

[Dal sito del Vaticano riprendiamo il testo del discorso commemorativo di don Lorenzo Milani tenuto da papa Francesco nel giardino adiacente la Chiesa di Sant'Andrea a Barbiana (Firenze) martedi' 20 giugno 2017]

 

Cari fratelli e sorelle, sono venuto a Barbiana per rendere omaggio alla memoria di un sacerdote che ha testimoniato come nel dono di se' a Cristo si incontrano i fratelli nelle loro necessita' e li si serve, perche' sia difesa e promossa la loro dignita' di persone, con la stessa donazione di se' che Gesu' ci ha mostrato, fino alla croce.

1. Mi rallegro di incontrare qui coloro che furono a suo tempo allievi di don Lorenzo Milani, alcuni nella scuola popolare di San Donato a Calenzano, altri qui nella scuola di Barbiana. Voi siete i testimoni di come un prete abbia vissuto la sua missione, nei luoghi in cui la Chiesa lo ha chiamato, con piena fedelta' al Vangelo e proprio per questo con piena fedelta' a ciascuno di voi, che il Signore gli aveva affidato. E siete testimoni della sua passione educativa, del suo intento di risvegliare nelle persone l'umano per aprirle al divino.

Di qui il suo dedicarsi completamente alla scuola, con una scelta che qui a Barbiana egli attuera' in maniera ancora piu' radicale. La scuola, per don Lorenzo, non era una cosa diversa rispetto alla sua missione di prete, ma il modo concreto con cui svolgere quella missione, dandole un fondamento solido e capace di innalzare fino al cielo. E quando la decisione del Vescovo lo condusse da Calenzano a qui, tra i ragazzi di Barbiana, capi' subito che se il Signore aveva permesso quel distacco era per dargli dei nuovi figli da far crescere e da amare. Ridare ai poveri la parola, perche' senza la parola non c'e' dignita' e quindi neanche liberta' e giustizia: questo insegna don Milani. Ed e' la parola che potra' aprire la strada alla piena cittadinanza nella societa', mediante il lavoro, e alla piena appartenenza alla Chiesa, con una fede consapevole. Questo vale a suo modo anche per i nostri tempi, in cui solo possedere la parola puo' permettere di discernere tra i tanti e spesso confusi messaggi che ci piovono addosso, e di dare espressione alle istanze profonde del proprio cuore, come pure alle attese di giustizia di tanti fratelli e sorelle che aspettano giustizia. Di quella piena umanizzazione che rivendichiamo per ogni persona su questa terra, accanto al pane, alla casa, al lavoro, alla famiglia, fa parte anche il possesso della parola come strumento di liberta' e di fraternita'.

2. Sono qui anche alcuni ragazzi e giovani, che rappresentano per noi i tanti ragazzi e giovani che oggi hanno bisogno di chi li accompagni nel cammino della loro crescita. So che voi, come tanti altri nel mondo, vivete in situazioni di marginalita', e che qualcuno vi sta accanto per non lasciarvi soli e indicarvi una strada di possibile riscatto, un futuro che si apra su orizzonti piu' positivi. Vorrei da qui ringraziare tutti gli educatori, quanti si pongono al servizio della crescita delle nuove generazioni, in particolare di coloro che si trovano in situazioni di disagio. La vostra e' una missione piena di ostacoli ma anche di gioie. Ma soprattutto e' una missione. Una missione di amore, perche' non si puo' insegnare senza amare e senza la consapevolezza che cio' che si dona e' solo un diritto che si riconosce, quello di imparare. E da insegnare ci sono tante cose, ma quella essenziale e' la crescita di una coscienza libera, capace di confrontarsi con la realta' e di orientarsi in essa guidata dall'amore, dalla voglia di compromettersi con gli altri, di farsi carico delle loro fatiche e ferite, di rifuggire da ogni egoismo per servire il bene comune. Troviamo scritto in Lettera a una professoressa: "Ho imparato che il problema degli altri e' eguale al mio. Sortirne tutti insieme e' la politica. Sortirne da soli e' l'avarizia". Questo e' un appello alla responsabilita'. Un appello che riguarda voi, cari giovani, ma prima di tutto noi, adulti, chiamati a vivere la liberta' di coscienza in modo autentico, come ricerca del vero, del bello e del bene, pronti a pagare il prezzo che cio' comporta. E questo senza compromessi.

3. Infine, ma non da ultimo, mi rivolgo a voi sacerdoti che ho voluto accanto a me qui a Barbiana. Vedo tra voi preti anziani, che avete condiviso con don Lorenzo Milani gli anni del seminario o il ministero in luoghi qui vicini; e anche preti giovani, che rappresentano il futuro del clero fiorentino e italiano. Alcuni di voi siete dunque testimoni dell'avventura umana e sacerdotale di don Lorenzo, altri ne siete eredi. A tutti voglio ricordare che la dimensione sacerdotale di don Lorenzo Milani e' alla radice di tutto quanto sono andato rievocando finora di lui. La dimensione sacerdotale e' la radice di tutto quello che ha fatto. Tutto nasce dal suo essere prete. Ma, a sua volta, il suo essere prete ha una radice ancora piu' profonda: la sua fede. Una fede totalizzante, che diventa un donarsi completamente al Signore e che nel ministero sacerdotale trova la forma piena e compiuta per il giovane convertito. Sono note le parole della sua guida spirituale, don Raffaele Bensi, al quale hanno attinto in quegli anni le figure piu' alte del cattolicesimo fiorentino, cosi' vivo attorno alla meta' del secolo scorso, sotto il paterno ministero del venerabile Cardinale Elia Dalla Costa. Cosi' ha detto don Bensi: "Per salvare l'anima venne da me. Da quel giorno d'agosto fino all'autunno, si ingozzo' letteralmente di Vangelo e di Cristo. Quel ragazzo parti' subito per l'assoluto, senza vie di mezzo. Voleva salvarsi e salvare, ad ogni costo. Trasparente e duro come un diamante, doveva subito ferirsi e ferire" (Nazzareno Fabbretti, "Intervista a Mons. Raffaele Bensi", Domenica del Corriere, 27 giugno 1971). Essere prete come il modo in cui vivere l'Assoluto. Diceva sua madre Alice: "Mio figlio era in cerca dell'Assoluto. Lo ha trovato nella religione e nella vocazione sacerdotale. Senza questa sete di Assoluto si puo' essere dei buoni funzionari del sacro, ma non si puo' essere preti, preti veri, capaci di diventare servitori di Cristo nei fratelli. Cari preti, con la grazia di Dio, cerchiamo di essere uomini di fede, una fede schietta, non annacquata; e uomini di carita', carita' pastorale verso tutti coloro che il Signore ci affida come fratelli e figli. Don Lorenzo ci insegna anche a voler bene alla Chiesa, come le volle bene lui, con la schiettezza e la verita' che possono creare anche tensioni, ma mai fratture, abbandoni. Amiamo la Chiesa, cari confratelli, e facciamola amare, mostrandola come madre premurosa di tutti, soprattutto dei piu' poveri e fragili, sia nella vita sociale sia in quella personale e religiosa. La Chiesa che don Milani ha mostrato al mondo ha questo volto materno e premuroso, proteso a dare a tutti la possibilita' di incontrare Dio e quindi dare consistenza alla propria persona in tutta la sua dignita'.

4. Prima di concludere, non posso tacere che il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta piu' volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioe' che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedelta' al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale. In una lettera al Vescovo scrisse: "Se lei non mi onora oggi con un qualsiasi atto solenne, tutto il mio apostolato apparira' come un fatto privato...". Dal Card. Silvano Piovanelli, di cara memoria, in poi gli Arcivescovi di Firenze hanno in diverse occasioni dato questo riconoscimento a don Lorenzo. Oggi lo fa il Vescovo di Roma. Cio' non cancella le amarezze che hanno accompagnato la vita di don Milani - non si tratta di cancellare la storia o di negarla, bensi' di comprenderne circostanze e umanita' in gioco -, ma dice che la Chiesa riconosce in quella vita un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa. Con la mia presenza a Barbiana, con la preghiera sulla tomba di don Lorenzo Milani penso di dare risposta a quanto auspicava sua madre: "Mi preme soprattutto che si conosca il prete, che si sappia la verita', che si renda onore alla Chiesa anche per quello che lui e' stato nella Chiesa e che la Chiesa renda onore a lui... quella Chiesa che lo ha fatto tanto soffrire ma che gli ha dato il sacerdozio, e la forza di quella fede che resta, per me, il mistero piu' profondo di mio figlio... Se non si comprendera' realmente il sacerdote che don Lorenzo e' stato, difficilmente si potra' capire di lui anche tutto il resto. Per esempio il suo profondo equilibrio fra durezza e carita'" (Nazareno Fabbretti, "Incontro con la madre del parroco di Barbiana a tre anni dalla sua morte", Il Resto del Carlino, Bologna, 8 luglio 1970). Il prete "trasparente e duro come un diamante" continua a trasmettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa. Prendete la fiaccola e portatela avanti! Grazie.

[Ave Maria]

[Benedizione]

Grazie tante di nuovo! Pregate per me, non dimenticatevi. Che anche io prenda l'esempio di questo bravo prete! Grazie della vostra presenza. Che il Signore vi benedica. E voi sacerdoti, tutti - perche' non c'e' pensione nel sacerdozio! -, tutti, avanti e con coraggio! Grazie.

 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 132 del 20 giugno 2017

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com