[Nonviolenza] Una persona, un voto. 68



 

====================

UNA PERSONA, UN VOTO

====================

Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 68 del 5 aprile 2017

 

In questo numero:

1. Alcune parole per Giuseppe Tacconi

2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

3. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

4. "Il cuore della democrazia". Una richiesta ai gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici

5. Quattro bozze di lettere: ai parlamentari, agli enti locali, ai mass-media, a movimenti e associazioni

 

1. AMICIZIE. ALCUNE PAROLE PER GIUSEPPE TACCONI

 

Ricostruite a memoria alcuni giorni dopo, quelle che seguono sono alcune delle cose dette parlando a braccio nel corso della commemorazione funebre di Giuseppe Tacconi il 6 aprile 2016 a Nepi. Nel primo anniversario della scomparsa di Giuseppe le mettiamo a disposizione delle persone amiche che quel giorno non poterono prender parte all'ultimo saluto, cosi' ricordando una volta ancora la figura e il magistero di quel valoroso, di quel generoso.

Giuseppe Tacconi (15 agosto 1937 - 5 aprile 2016), antifascista, architetto, docente universitario, fondatore del Comitato "Nepi per la pace", presidente della sezione di Nepi dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, e' stato un autentico costruttore di pace, una persona sapiente e saggia, un uomo buono e giusto, uno straordinario compagno di lotte in difesa della Costituzione, della pace, dei diritti umani e dei popoli, dell'ambiente e della civilta'.

*

Nel rendere questo estremo saluto al nostro indimenticabile amico, maestro e compagno Giuseppe Tacconi, vorrei dire innanzitutto la gratitudine che sentiamo per lui: per la sua persona, per il suo impegno, per la luminosa testimonianza che ci ha donato e per il prezioso lascito morale e civile che ci resta.

La gratitudine che con parole nitide e ferme, commosse e lapidarie, ha gia' espresso l'illustre magistrato Ferdinando Imposimato nel messaggio di condoglianze che ha inviato alla sezione di Nepi dell'Anpi di cui Giuseppe era presidente.

*

La prima caratteristica di Giuseppe - che immediatamente colpiva chi lo incontrava - era la generosita', e con la generosita' la gentilezza. Vi sono persone che sanno essere generose ma non gentili, e vi sono persone gentili ma non generose. Giuseppe era generoso e gentile.

La sua dolcezza e la sua mitezza ti rasserenavano, cosi' come il suo garbo squisito e la sua sorgiva empatia ti accoglievano in un mondo finalmente vivibile di umanita' palpitante, di spontanea cortesia, di universale fraternita' sentita e meditata ed agita col cuore e con la ragione, nella coincidenza dell'humanitas - come intima persuasione e cifra del proprio concreto e coerente modo di essere nel mondo - e dell'impegno politico di rispetto e promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani, e quindi di liberazione dell'umanita' intera.

E questa qualita', questa virtu', permeava tutta la sua persona, emergeva in tutto il suo sentire ed agire - nella sfera dei sentimenti, della morale, dell'impegno civile.

*

Aveva la chiarezza e il rigore dell'illuminista: quel rigore intellettuale, quell'amore per il sapere che concorre a degnificare l'umanita', il sapere che ha come fine il bene comune. Ed alla capacita' di apprezzamento e al saldo possesso della cultura univa un riserbo, un understatement, una finezza, tali che mai si consentiva di fare vacua esibizione delle sue preziose conoscenze, ma sempre le metteva a disposizione delle altre persone col tratto di chi quasi si scusa di sapere tante cose e di esse fa dono agli altri con la leggerezza di una restituzione, di una condivisione sentita essenziale. E proprio per questo era cosi' sdegnato con la ciarlataneria, con l'ipocrisia, con la menzogna che offende gli esseri umani in cio' che hanno di piu' proprio: l'intelligenza, la capacita' di comprendere. Sentiva essere missione del dotto recare la chiarezza e l'armonia ove regna il caos, proporre la spiegazione razionale che scioglie i grovigli, seguire la regola buona che salva le vite. Ad ogni barbarie e sopruso opporsi sempre. La norma morale e il cielo stellato. Cosi' sentiva, cosi' faceva.

E questa chiarezza e dolcezza, questo elegante nitore, questo stile del sentimento e del pensiero, si estendeva alla sua persona tutta, alla sua voce, ai suoi gesti, al suo stesso vestire ed incedere di uomo gentile, di gentiluomo, di forte e fedele compagno di lotte nonviolente, di scrupoloso, acuto e fraterno militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

La passione morale e civile dell'antifascista aveva in Giuseppe per suo abito la benevolenza e la serieta'. L'amore per la giustizia si univa in lui alla comprensione per chi soffre e per chi erra; sempre orientato alla solidarieta' e alla misericordia era il suo parlare e il suo agire, la misericordia che sempre si oppone all'astratta imposizione e al potere violento, in difesa della concreta esistenza della persona oppressa il cui muto volto sofferente ti convoca alla responsabilita', al riconoscimento, all'aiuto. L'antifascismo in quanto antibarbarie era da lui originariamente e profondamente sentito e pensato, e si faceva quindi viva nonviolenza: poiche' in verita' vi e' coincidenza perfetta tra antifascismo e nonviolenza: rispetto per la vita, forza della verita', la verita' che riconosce l'altrui sofferenza e l'altrui dignita' e quindi tutte le vite si propone di salvare, tutte le esistenze si propone di liberare dall'iniquo dolore, da ogni sopraffazione.

Ma di lui ricordiamo anche l'estro armonico e il rigore creativo dell'artista: sentiva la bellezza del bene, e la bonta' della bellezza, lungo quella linea di pensiero che dalla kalokagathia dei filosofi greci giunge fino all'aforisma di Dostoevskij secondo cui la bellezza salvera' il mondo.

Cosi' nelle arti figurative, nell'architettura, nell'urbanistica, nel paesaggio naturale e in quello storico e sociale sapeva cogliere ed estrarre la forma dalla materia; sapeva riconoscere e introdurre la bellezza nel mondo. E questa sua techne, questa sua arte, era una cosa sola col suo impegno morale e civile, era maieutica ed educazione, creazione di un linguaggio comune, politica degna.

*

La memoria e l'attualita' della Resistenza illuminavano tutto il suo agire. Una viva, tenace memoria degli anni di guerra e del dopoguerra, uno studio assiduo e profondo della storia e della societa', una costante militanza nel movimento operaio per realizzare la democrazia in un mondo ancora ingiusto e diviso in classi, un'ispirazione e un'aspirazione al bene comune coltivate - e poste all'ascolto e alla scuola e al vaglio - nel ricordo e nel lascito dei martiri antifascisti. E la convinzione che la Resistenza continua nella lotta che ogni giorno e' da condurre contro ogni menzogna e contro ogni violenza.

La Resistenza per Giuseppe non era un oggetto raro da conservare in una teca, ma persuasione e dovere e passione vissuti nella lotta diuturna contro tutte le concrezioni di male, solidarieta' con ogni persona di aiuto bisognosa. Pensiero e azione, passato e presente. Poiche' la memoria senza impegno nel presente rischia di essere solo erudizione antiquaria, museale, e l'impegno senza memoria rischia di essere cieco ed astratto ed inane.

Chi lo ha conosciuto sa con quanta passione Giuseppe esortava all'impegno per difendere ed applicare la Costituzione della Repubblica Italiana, la Costituzione nata dalla Resistenza, la Costituzione scritta col sangue dei martiri della Resistenza. Leggere la Costituzione, e insieme ad essa leggere le ultime lettere dei martiri della Resistenza: amava ripetere Giuseppe quell'insegnamento di Calamandrei; e trarre da queste buone letture ispirazione all'agire, nell'agire queste buone letture inverare. Difendere la Costituzione significava per lui difendere e proseguire la Resistenza, ovvero la lotta dell'umanita' contro il crimine e la barbarie. Ed a maggior ragione insisteva nella necessita' di questo impegno negli ultimi anni, in questi anni di amnesie e di deliri in cui la nostra Costituzione, presidio delle nostre comuni liberta', e' da piu' parti aggredita con scellerata e insensata furia.

Giuseppe e' stato uno dei fondatori del benemerito comitato "Nepi per la pace", e per la pace ha operato con strenuo impegno, cosciente del fatto che la guerra e' nemica dell'umanita' poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione degli esseri umani; e che quindi il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite, e' difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; e quindi che occorre opporsi alle guerre e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni, in difesa di ogni persona e del mondo vivente tutto che e' casa comune dell'umanita' intera.

E poiche' non vi e' pace senza giustizia sociale, senza rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di ogni singolo essere umano, Giuseppe era altresi' pienamente impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed innanzitutto nella solidarieta' con i migranti, contro il razzismo, contro ogni persecuzione e discriminazione, per salvare le vite di tutti gli esseri umani costretti - dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dai disastri ambientali, dalla violenza colonialista e mafiosa e schiavista - ad abbandonare le loro case, i loro paesi, i loro affetti, cercando altrove un luogo in cui vivere. Ogni essere umano bisognoso di aiuto ha diritto ad essere soccorso, accolto, assistito. Sono cose che oggi tra coloro che hanno voce pubblica, tra i cosiddetti "grandi" della Terra, quasi solo papa Bergoglio sa dire. Queste cose Giuseppe sapeva, pensava, diceva con franca parola, agiva nel suo incessante impegno di pace e di solidarieta'.

Ed ugualmente e per le stesse ragioni era appassionatamente impegnato nella difesa dell'ambiente, della biosfera casa comune dell'umanita' e valore intrinseco, luogo della vita e della bellezza; e parte della natura essendo gli stessi esseri umani, in una relazione tra umanita' e natura che deve essere insieme di rispetto, di valorizzazione e di cura. Sapeva perfettamente Giuseppe quali debbano essere le condizioni per l'adeguato insediamento umano nell'habitat, e sapeva quali debbano essere le regole che fanno la civitas, cosa debba essere la citta', e con essa la civilta'. Giacche' il civile convivere e condursi, il dovere della solidarieta', l'impegno comune per la liberazione dell'umanita', devono estrinsecarsi altresi' nella pianificazione urbanistica e territoriale, nella difesa degli ecosistemi e della biosfera, nel "chiudere il cerchio" tra economia ed ecologia.

E nella difesa della civilta' era ugualmente strenuamente impegnato. La democrazia progressiva che nella Costituzione repubblicana trova il suo punto di riferimento e di avvio, la cognizione dell'unita' del genere umano e la coscienza del dovere di riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani, la liberazione dell'umanita' che deve attuarsi nel riconoscimento delle diversita' e nell'eguaglianza di diritti, nel salvare e tramandare tutte le grandi tradizioni culturali e storiche liberatrici, nell'unire senza omologare - ebbene, tutti questi valori, tutte queste esigenze, si congiungono nell'impegno in difesa della civilta' umana.

*

E vorrei ora ricordare, in guisa di mia personale testimonianza, una esperienza con Giuseppe condivisa: la lotta in difesa del Bulicame, in cui si univano le ragioni della natura e della cultura, del passato e del futuro, del civile convivere che si oppone al saccheggio e al disastro; quella lotta che ha salvato per Viterbo e per l'umanita' il prezioso bene naturalistico, archeologico e termale del Bulicame di dantesca memoria; di quella lotta vittoriosa Giuseppe fu protagonista fin dall'inizio; e ricordo ancora come Giuseppe ricordava la riunione in cui letteralmente a lume di candela nel centro sociale occupato autogestito di Viterbo fondammo il comitato che il Bulicame salvo'; gli sembrava, a lui illuminista, che quel contesto rievocasse l'agire dei primi cristiani portatori di un messaggio di salvezza nel declino e nel crollo dell'impero romano schiavista. Ed erano con noi quella sera anche Alfio Pannega che ci ha lasciato nel 2010, Gianni Fiorentini che ci ha lasciato poco dopo, Mario Onofri che ci ha lasciato anche lui: i vecchi compagni che ci hanno lasciato ma che non dimentichiamo, che rechiamo vivi ed invitti nei nostri cuori...

E tra i miei ricordi piu' grati ho anche quello di quando con Giuseppe e con Antonella condivisi la ventura di essere querelato per pretesa diffamazione dal capo di un movimento neofascista perche' mentre un vile silenzio consentiva agli epigoni dell'ordine ariano dei Lager di marciare a Viterbo, noi fummo di quelli che quell'infamia denunciammo con ferme parole, alla scuola e nel ricordo delle vittime del nazifascismo. Di quella nostra iniziativa, e di come essa si sviluppo' in una ancora piu' documentata azione di denuncia dei crimini dei neofascisti, serbo un ricordo vivido e felice. Poiche' la magistratura ci diede ragione, e gli inconfutabili materiali documentari che allora raccogliemmo e diffondemmo divennero strumento di conoscenza e coscientizzazione per tante altre persone, e quindi mal gliene incolse al protervo neofascista: almeno quella volta i neofascisti non passarono; almeno quella volta prevalse la verita'; almeno quella volta vinse la dignita' umana e l'autentica legalita' della repubblica democratica ed antifascista.

*

Parlando di Giuseppe a un amico che non lo ha conosciuto dicevo ieri - usando un termine che ha la sua origine nel latino cristiano medievale - che era "un vecchio compagno"; compagno essendo nell'etimo la persona che condivide il suo pane con gli altri; si', ci chiamiamo tra noi "vecchi compagni", ed e' una formula che indica certo un dato anagrafico, ma indica anche una lunga fedelta' a un comune ideale, l'ideale della solidarieta' fra tutti gli esseri umani, della liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, della liberta', dell'uguaglianza, della fraternita'; "i vecchi compagni", quelli che condividono il pane. Il nostro compagno Giuseppe.

E questa bandiera rossa, che ora copre la bara di Giuseppe, simbolo secolare delle sofferenze e della lotta delle oppresse e degli oppressi per realizzare liberta', uguaglianza e fraternita', e' la stessa a cui Pasolini si rivolgeva con quella indimenticabile invocazione: "Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa / tu devi realmente esistere perche' lui esista... tu che gia' vanti tante glorie borghesi e operaie / ridiventa straccio e il piu' povero ti sventoli".

E che questa rossa bandiera sia qui in questo luogo non confligge affatto con l'originario, autentico messaggio di solidarieta' e di nonviolenza di Gesu' di Nazareth di cui qui si fa incessante memoria. Come e' scritto nell'Apocalisse di Giovanni, "Idu' e' skene' tu' theu' meta' ton anthropon", "la tenda di Dio - la tenda del bene - e' qui in mezzo agli esseri umani", il bene e' tra noi e con noi, nel nostro accampamento, il bene e' da realizzare qui: siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera ed e' nostro primo dovere fare il bene, come Giuseppe ha saputo e voluto fare.

Tanto bene, tanto amore Giuseppe ha donato, tanto ne ha ricevuto, tanto ne ha suscitato: come non ricordare Silvana, la sposa amatissima che venne meno pochi anni fa lasciandolo in un lutto immedicabile? Ma tante persone a lui care sono oggi qui: tante persone con cui ha avuto una relazione affettiva significativa e significativi rapporti di collaborazione nell'impresa comune del bene dell'umanita'; e' qui la figlia diletta, sono qui i parenti, e gli amici gia' vecchi e i piu' giovani ancora; e' qui Antonella che piu' che un medico e un'amica e una compagna di lotte e' stata quasi un'altra figlia per lui; e tutte le compagne e tutti i compagni del Comitato Nepi per la Pace che lui aveva contribuito a fondare, e dell'Anpi di cui e' stato autorevole ed infaticabile presidente. Ed e' qui il sindaco, anche a rappresentare questa antica citta' di Nepi in cui Giuseppe scelse di vivere, alla quale ha donato il suo impegno di cittadino e che ha reso vieppiu' illustre con la sua presenza ed azione di intellettuale, di artista, di operatore di pace. Ed anche e' qui la famiglia della signora Stratica, che e' la famiglia con cui Giuseppe ha vissuto negli ultimi anni in un rapporto di cura reciproca, di affetto profondo, un dono grande di cui tutti noi amici e compagni di Giuseppe, cosi' come i suoi parenti, siamo grati alla signora Stratica, a suo marito, alla loro famiglia che e' divenuta in questi anni la famiglia di Giuseppe, e quindi in un certo senso anche la nostra.

*

Giuseppe ha saputo nell'arco della sua vita essere esempio dell'umanita' come dovrebbe essere - con il suo male di vivere, ma anche con la sua svettante dignita'; nel dolore e nei conflitti, ma anche nella meraviglia e nella gioia. Di lui ci resta una testimonianza luminosa.

Ed un legato ci resta: continuare la lotta contro ogni menzogna e contro ogni oppressione, continuare l'impegno per la liberazione dell'umanita', continuare in cio' che e' vero, che e' buono, che e' giusto.

Tutti gli esseri umani sono fratelli e sorelle, eguali in diritti e doveri.

Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto e' il primo dovere.

Un partigiano e' morto.

Grazie al suo esempio cento altri ne nasceranno.

 

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

3. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

*

All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Michele Boato, ecologista

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Paolo Bosi, docente universitario

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Gennaro Carotenuto, storico

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Giorgio Demurtas, docente universitario

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Miguel Gotor, senatore

Carmine Grassimo, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Cristina Maranesi, blogger

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Rosangela Mura, attivista

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Roberto Rampi, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Annamaria Rivera, antropologa

Giorgio Roversi, pensionato

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil

Irene Starace, Wilpf Italia

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Lorenzo Zaniboni

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

*

Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

4. REPETITA IUVANT. "IL CUORE DELLA DEMOCRAZIA". UNA RICHIESTA AI GRUPPI DIRIGENTI DEI MOVIMENTI POLITICI DEMOCRATICI

 

In questi giorni in cui - evidentemente anche in vista delle imminenti elezioni amministrative - e' vivace e fin tumultuoso il dibattito nelle forze politiche democratiche, sembra tuttavia del tutto assente la questione decisiva: il riconoscimento del diritto di voto a oltre cinque milioni di persone che vivono in Italia ma continuano a subire l'assurda e scandalosa negazione del primo e fondamentale diritto democratico: il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche, il diritto all'elettorato. Da sempre la prima caratteristica della democrazia e' il principio "una persona, un voto". Nulla puo' giustificare l'esclusione dal diritto di voto di quasi un decimo della effettiva popolazione italiana.

*

Da tempo autorevoli personalita' della vita culturale, della riflessione morale, dell'impegno sociale e civile, dei movimenti e delle istituzioni, hanno promosso un appello a tal fine.

In esso si legge quanto segue.

"Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora".

*

AI gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici italiani in questi giorni impegnati in incontri e dibattiti pubblici di grande evidenza poniamo questa richiesta: di dichiarare il loro impegno affinche' sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

Dal punto di vista della democrazia e' la questione delle questioni.

*

Aggiungiamo che per quanto concerne le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria, il cui possibile testo peraltro e' gia' stato elaborato anni fa dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci): "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge da anni presentato in Parlamento che puo' essere immediatamente approvato con la sola minima correzione (all'art. 2 comma primo, ed all'art. 3 comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto.

Per quanto concerne le elezioni politiche le competenti commissioni parlamentari valuteranno se occorra o meno una modifica costituzionale: ma non vi e' alcun dubbio che l'intero impianto della Costituzione della Repubblica Italiana e' coerente con il riconoscimento del primo diritto democratico a tutte le persone che in Italia realmente vivono (ovvero: l'attuale situazione di apartheid elettorale per oltre cinque milioni di persone nostre conterranee palesemente confligge sia de facto che de jure con la legalita' costituzionale).

*

Vi chiediamo pertanto una nitida presa di coscienza, una sincera risposta, un persuaso impegno: nel cruciale momento elettorale torni a valere erga omnes la democrazia che ogni persona riconosce e raggiunge e rispetta ed include.

La democrazia si difende e s'invera con la democrazia; il cuore della democrazia e' il diritto di voto.

Una persona, un voto.

 

5. MATERIALI. QUATTRO BOZZE DI LETTERE: AI PARLAMENTARI, AGLI ENTI LOCALI, AI MASS-MEDIA, A MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI

 

Vi mettiamo a disposizione quattro bozze di lettere che potreste inviare rispettivamente: 1) alle ed ai parlamentari; 2) agli enti locali; 3) ai mass-media; 4) a movimenti e associazioni, con cui chiedere il loro impegno.

Vi segnaliamo che e' possibile contattare tutti i parlamentari attraverso i siti della Camera e del Senato; a nostro avviso sarebbe opportuno scrivere anche almeno ai seguenti indirizzi:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

- e per opportuna conoscenza: on. Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it (quest'ultimo indirizzo e' "pec", ma riceve anche da caselle di posta elettronica non certificate).

Sperando che condividiate questa proposta, grazie fin d'ora per quanto vorrete fare.

*

1) Bozza di lettera alle ed ai parlamentari

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le saremmo assai grati se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

Le saremmo assai grati se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la salutiamo cordialmente

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

*

2) Bozza di lettera agli enti locali

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Egregio Sindaco del Comune di ... / Egregio Presidente della Provincia di ... / Egregio Presidente della Regione ...,

vi proponiamo che l'ente locale da voi rappresentato esprima - attraverso un ordine del giorno, una mozione o un altro atto amministrativo che riterrete adeguato e opportuno - il vostro sostegno alla richiesta che il Parlamento nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli ed innumerevoli altre persone.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

*

3) Bozza di lettera ai mass-media

Oggetto: Un appello al Parlamento

Spettabile redazione / Egregia/o direttrice/direttore / Gentile giornalista,

sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se la vostra testata desse notizia dell'iniziativa e ancor piu' se volesse sostenerla.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

*

4) Bozza di lettera a movimenti e associazioni

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Cari amici, egregi signori,

come forse gia' saprete sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se anche voi voleste condividere, sostenere e diffondere questa proposta.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

 

====================

UNA PERSONA, UN VOTO

====================

Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 68 del 5 aprile 2017

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com