[Nonviolenza] Una proposta ai capigruppo parlamentari del Partito Democratico



 

Ai capigruppo parlamentari del Partito Democratico

 

Oggetto: proposta che nella nuova legge elettorale si riconosca finalmente il diritto di voto a milioni di residenti in Italia attualmente esclusi solo perche' non nativi ma che a tutti gli effetti sono stabile ed importante parte delle comunita' locali e della collettivita' italiana.

 

Egregi capigruppo parlamentari del Partito Democratico, on. Ettore Rosato e senatore Luigi Zanda,

 

pur sapendo che il vostro partito ha gia' formulato nei giorni scorsi una proposta per la nuova legge elettorale (il ritorno al cosiddetto Mattarellum) vorrei tuttavia sottoporre alla vostra attenzione la proposta che nella nuova legge elettorale si riconosca finalmente il diritto di voto a milioni di residenti in Italia attualmente esclusi solo perche' non nativi ma che a tutti gli effetti sono stabile ed importante parte delle comunita' locali e della collettivita' italiana, ed elemento decisivo della nostra economia, pilastro indispensabile della tenuta dal nostro sistema pensionistico, unico argine al declino demografico del nostro paese; in breve: persone che danno un contributo rilevantissimo al bene comune di tutti gli italiani e che e' del tutto assurdo che continuino ad essere private del primo diritto politico democratico, il diritto di partecipare a pieno titolo alle decisioni che riguardano tutti e quindi anche loro, il diritto che ha la sua formulazione piu' sintetica nel principio "una persona, un voto", il principio il cui inveramento ogni essere umano riconosce fondare la democrazia.

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Tra le principali forze politiche italiane oggi rappresentate in Parlamento il Pd (e per il passato le precedenti organizzazioni politiche di esso costituenti ovvero in esso confluite) e' quella che negli scorsi decenni e soprattutto negli enti locali si e' maggiormente impegnata a promuovere la partecipazione democratica, dapprima con l'esperienza delle Consulte delle persone immigrate, poi e piu' significativamente con l'esperienza dei Consiglieri stranieri aggiunti (esperienza che in assenza di una legge che riconosca il diritto di voto sarebbe da estendere in tutti i Comuni e le Regioni), e in altre forme ancora. E come anche voi ricorderete, figure illustri della vostra tradizione politica e delle istituzioni italiane - come la Presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti - si impegnarono particolarmente per il pieno riconoscimento del diritto di voto per tutti i residenti, almeno nelle elezioni amministrative.

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E' giunta l'ora che - anche sulla scorta di ultradecennali esperienze di altri paesi - si pervenga al riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone residenti:

- per le elezioni amministrative (nelle quali come e' noto gia' votano gli stranieri residenti in Italia provenienti da altri paesi dell'Unione Europea) e' sufficiente una legge ordinaria;

- per le elezioni politiche, oggi legate al requisito della cittadinanza (e relativamente ai tempi e ai modi dell'acquisizione ovvero del riconoscimento della cittadinanza e' da decenni in corso un dibattito ampiamente convergente sulla necessita' del passaggio dallo "jus sanguinis" allo "jus soli"), si pone la questione della rilevanza costituzionale del provvedimento, e quindi verosimilmente potrebbe occorrere una legge di riforma costituzionale (che tenga conto dell'odierna realta' effettuale: della presenza in Italia di milioni di persone non native ma che in Italia vivono e vivranno la maggior parte della loro vita; e delle palesi, flagranti novita' occorse negli ultimi decenni in materia di non coincidenza tra nascita/nazionalita', effettiva residenza, progetto di vita e concreto esercizio dei diritti politici).

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Sappiamo tutti che il riconoscimento dei diritti politici e' l'unico argine adeguato a contrastare razzismo e schiavismo; e tutti sappiamo anche che e' nell'emarginazione e nell'inferiorizzazione che puo' crescere insieme al dolore per le offese patite e alla disperazione anche il risentimento di cui puo' poi alimentarsi il proselitismo dei predicatori d'odio che riproducono a colori invertiti le stesse ideologie razziste e persecutorie, criminali e  criminogene, e che possono indurre persone particolarmente frustrate ed annichilite a disprezzare la propria e l'altrui vita fino a farsi omicidi e suicidi, al culmine dell'asservimento alla violenza subita facendo di se stessi i complici estremi dei criminali razzisti e schiavisti.

La violenza, ogni violenza, si contrasta con il diritto.

La barbarie, ogni barbarie, si contrasta con la democrazia.

Le persecuzioni, tutte le persecuzioni, si contrastano con il riconoscimento della dignita' e dell'eguaglianza di diritti di tutte le persone.

Le uccisioni, tutte le uccisioni, si contrastano salvando le vite, riconoscendo ad ogni persona pienezza di dignita' e diritti umani.

Il riconoscimento del diritto di voto e' il nucleo giuridico e politico che fonda la democrazia, che consente la civile convivenza, che testimonia e invera nella sfera pubblica l'umanita' dell'umanita'.

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Riterrei coerente con la storia personale e politica di gran parte dei parlamentari del Partito Democratico, e con i principi ispiratori di esso, la conferma di un impegno implicito gia' nella denominazione stessa del vostro partito: democratico. Dire democratico e' dire "una persona, un voto".

Per questo mi sono permesso di scrivervi queste poche righe confidando nella vostra attenzione e auspicando un impegno vostro e di tutti i parlamentari del Pd a tal fine.

 

Vogliate gradire distinti saluti e un sincero augurio di ogni bene.

 

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 30 dicembre 2016

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it