[Nonviolenza] Telegrammi. 2492



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2492 del 5 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Letteratura e impegno antimilitarista: la lezione di Kurt Vonnegut". Un incontro di riflessione  a Viterbo

2. Alcuni testi del mese di ottobre 2015 (parte prima)

3. "Gandhi oggi". Un incontro di riflessione a Viterbo in preparazione della Giornata internazionale della nonviolenza

4. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

5. Due ringraziamenti

6. Da Lampedusa a Kunduz. Parole dette in un incontro a Viterbo

7. Le armi che uccidono...

8. Un movimento per la pace dovrebbe

9. La nonviolenza e' la pace

10. Di alcuni problemi del nostro movimento

11. Per qualche giorno le televisioni

12. A tutte le guerre occorre opporsi

13. Commemorato a Viterbo Denis Diderot

14. Per fermare la guerra

15. Ancora una lettera al Presidente della Repubblica

16. La strage continua

17. Il golpe

18. I due compiti piu' urgenti

19. Segnalazioni librarie

20. La "Carta" del Movimento Nonviolento

21. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "LETTERATURA E IMPEGNO ANTIMILITARISTA: LA LEZIONE DI KURT VONNEGUT". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 4 ottobre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Letteratura e impegno antimilitarista: la lezione di Kurt Vonnegut".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Kurt Vonnegut (Indianapolis, 1922 - New York, 2007) e' uno dei maggiori scrittori del Novecento; nel 1944 prigioniero di guerra in Germania assistette alla distruzione di Dresda. Per tutta la vita ha lottato contro la guerra e contro ogni fascismo con le armi della poesia. Opere di Kurt Vonnegut: romanzi: Player Piano,1952; The Sirens of Titan, 1959; Mother Night; 1961; Cat's Cradle, 1963; God Bless You, Mr. Rosewater or Pearls Before Swine, 1965; Slaughterhouse-Five or the Children's Crusade, 1969; Breakfast of the Champions or Goodbye Blue Monday!, 1973; Slapstick or Lonesome No More, 1976; Jailbird, 1979; Deadeye Dick, 1982; Galapagos, 1985; Bluebeard, 1987; Hocus Pocus, 1990; Fates worse than death, 1991; Timequake, 1997; God Bless You, Dr. Kevorkian, 1999; raccolte di racconti: Welcome to the Monkey House, 1968; raccolte di saggi: Wampeters, Foma & Granfalloons, 1974; Palm Sunday: An Autobiographical Collage, 1981; A Man without a Country, 2005; opere di Kurt Vonnegut in traduzione italiana: Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini, Mondadori, 1970, Feltrinelli, 2003; La colazione dei campioni. Ovvero addio triste lunedi', Rizzoli, 1974, Eleuthera, 1992, 1999, Feltrinelli 2005; Le sirene di Titano, Nord, 1981, Eleuthera, 1993, Feltrinelli, 2006; Un pezzo da galera, Rizzoli, 1981, Feltrinelli 2004; Madre notte, Rizzoli, 1984, Bompiani 2000, Feltrinelli 2007; Il grande tiratore, Bompiani, 1984, 1999; Ghiaccio nove, Rizzoli, 1986, Feltrinelli, 2003; Comica finale. Ovvero non piu' soli, Eleuthera, 1990, 1998; Galapagos, Bompiani, 1990, 2000; Perle ai porci. Ovvero Dio la benedica Mr. Rosewater, Eleuthera, 1991, 1998, poi col titolo Dio la benedica, Mr Rosewater o perle ai porci, Feltrinelli, 2005; Benvenuta nella gabbia delle scimmie, SE, 1991; Hocus pocus, Bompiani, 1991, 2001; Il potere, il denaro, il sesso secondo Vonnegut, Eleuthera, 1992; Barbablu', Bompiani, 1992; Piano meccanico, Mondadori, 1994, SE, Feltrinelli, 2004; Catastrofi di universale follia, Mondadori, 1994; Buon compleanno Wanda June, Eleuthera, 1995; Cronosisma, Bompiani, 1998; Dio la benedica dott. Kevorkian, Eleuthera, 2000; Divina idiozia. Come guardare al mondo contemporaneo, E/O, 2002; Destini peggiori della morte. Un collage autobiografico, Bompiani, 2003; Un uomo senza patria, Minimum Fax, 2006. Cfr. anche "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 64, 570 e 585, "La domenica della nonviolenza" n. 108, "Voci e volti della nonviolenza" n. 58 e 337, "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 2008, 2016, 2030, 2051, 2194.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2015 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2015.

 

3. "GANDHI OGGI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO IN PREPARAZIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Si e' svolto giovedi' primo ottobre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Gandhi oggi: la proposta nonviolenta come via di salvezza dell'umanita' dalla catastrofe bellica e dal collasso ambientale".

L'incontro era in preparazione della "Giornata internazionale della nonviolenza" che per iniziativa dell'Onu si celebra il 2 ottobre nell'anniversario della nascita di Gandhi.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi gandhiani, ricavando preziose indicazioni per le iniziative che occorre condurre oggi.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricostruito la figura e le proposte di Gandhi ed ha indicato i prioritari impegni attuali delle persone amiche della nonviolenza: l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni; l'opposizione al razzismo e a tutte le persecuzioni, l'opposizione al maschilismo e a tutte le oppressioni; la difesa intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera.

*

Una breve notizia biobibliografica su Gandhi

Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera.

Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996).

Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recente libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999. Tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006.

*

Adesione alla manifestazione delle donne in nero il 2 ottobre a Viterbo

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso apprezzamento e adesione all'iniziativa promossa dalle donne del centro antiviolenza "Erinna", che in occasione del 2 ottobre - Giornata internazionale della nonviolenza - hanno promosso a Viterbo, in piazza del comune dalle ore 17 alle 19, una manifestazione silenziosa contro le guerre con la modalita' tipiche delle "donne in nero" (vestite di nero in segno di lutto, in rigoroso silenzio, con cartelli esplicativi).

*

Per un'azione urgente e adeguata in difesa dei diritti dei migranti e contro tutte le guerre

Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso adesione e sostegno alle proposte da tempo formulate dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" per un'azione urgente e adeguata in difesa dei diritti dei migranti e contro tutte le guerre.

E' stato approvato all'unanimita' il seguente documento:

"Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele".

*

Sostegno al documento del Movimento Nonviolento

Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso sostegno al documento diffuso dal Movimento Nonviolento per la Giornata del 2 ottobre; documento che di seguito si riporta:

"Quando, nel 2007, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite istitui', nel giorno del compleanno di Gandhi, la Giornata internazionale della nonviolenza, le spese militari mondiali ammontavano a circa 1.400 miliardi di dollari e si contavano 29 guerre in corso.

Oggi, nel 2015, a fronte di 33 conflitti armati ufficiali, la spesa militare mondiale e' di circa 1.800 miliardi di dollari: e' come se ogni due anni si aggiungesse una nuova guerra a quelle gia' in corso - che intanto non si risolvono - che richiede nuove armi, e quindi nuovi costi, provoca ulteriori vittime, genera nuovo terrorismo, produce altri profughi in un esodo ormai incontenibile. Non e' un caso se i ricercatori del Global Peace Index hanno calcolato il costo della violenza globale per il 2015 nel 13,4% della ricchezza mondiale prodotta. E sottratta alle risorse per la vita.

Di fronte alla tragica realta' di questi dati, che coinvolgono le vite di milioni di persone, la Giornata della nonviolenza rischia di diventare una ritualita' retorica se non la si riempie di contenuti incisivi ed efficaci. Se non diventa l'occasione per ricordare - con Gandhi - che non e' vero che "i mezzi in fin dei conti sono mezzi, ma i mezzi in fin dei conti sono tutto", perche' non e' un destino ineludibile che i diversi conflitti che attraversano le genti si trasformino in guerre sanguinarie e crudeli, se solo se ne affrontassero le cause con mezzi e strumenti differenti dalla violenza. Si corre questo rischio se la Giornata della nonviolenza non diventa un'ulteriore, formidabile, occasione per costruire la pace attraverso la realizzazione e la diffusione di mezzi nonviolenti, che soppiantino definitivamente le armi e gli eserciti. A partire dal proprio impegno personale.

Per questo lo scorso anno, il Movimento Nonviolento, insieme a sei Reti della societa' civile italiana, ha scelto proprio il 2 ottobre per lanciare la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" con la proposta di legge di iniziativa popolare per promuovere in Italia - uno dei Paesi piu' armati del mondo - la difesa civile, non armata e nonviolenta, da finanziarsi sia attraverso percorsi di disarmo che attraverso la scelta del 6 per mille dei cittadini. Per questo abbiamo raccolto e consegnato oltre 53.000 firme al Parlamento italiano e lo scorso 10 settembre abbiamo incontrato la Presidente della Camera dei Deputati alla quale abbiamo chiesto un impegno di vigilanza sull'iter istituzionale della proposta di legge che vuole collegare l'articolo 11 della Costituzione (il ripudio della guerra) con l'articolo 52 (la difesa della patria) con la valorizzazione del Servizio civile, dei Corpi civili di pace, la Protezione civile: un esercito di pace a difesa della vita e dei diritti di tutti.

Ma tutto questo non basta ancora. La "terza guerra mondiale diffusa" che stiamo vivendo e' una tragedia che ci interpella e necessita del nostro impegno quotidiano e costante, sui luoghi di studio, di lavoro, tra gli amici, tra le associazioni: l'impegno specifico per la nonviolenza e il disarmo. Non come aspirazione generica alla pace, ma come processo di costruzione della nonviolenza organizzata, che operi - culturalmente e politicamente - per realizzare i mezzi e i dividendi di pace.

Questo e', oggi piu' che mai, come scriveva Aldo Capitini, "il varco attuale della storia".

La nonviolenza o la barbarie. Il 2 ottobre e tutti i giorni dell'anno.

Buon compleanno, Mahatma Gandhi. Auguri alla nonviolenza. Ne abbiamo bisogno".

*

Un'ultima breve meditazione

Concludendo l'incontro, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha svolto un'ultima breve meditazione:

"Noi che siamo qui, mentre parliamo, mentre ascoltiamo, sappiamo di essere vivi. Non fossimo vivi, nulla potremmo sentire, nulla fare. La vita e' il bene da cui tutti gli altri beni dipendono. Togliere questo bene a un essere vivente significa annientarlo, ridurlo a nulla. E poiche' uccidere significa annientare una vita e con essa ogni bene ed ogni diritto inerenti all'esistenza soppressa, il primo dovere dell'umanita' e' abolire tutte le uccisioni, e quindi abolire le guerre che di innumerevoli uccisioni di esseri umani consistono. E poiche' le guerre si realizzano attraverso le armi e i gruppi armati, occorre abolire tutti gli eserciti e tutte le armi. Questo e' il primo dovere di ogni persona senziente e pensante, di ogni persona dotata di sentimenti e di ragione.

E noi che siamo qui, mentre parliamo, mentre ascoltiamo, sappiamo di essere persone portatrici di dignita', di diritti, di valori: sappiamo di essere - ciascuno di noi - un valore infinito; e sappiamo che ogni essere umano lo e'. E sappiamo che questo valore infinito - e questa dignita', e questi diritti - di cui e' portatore - e di cui consiste - ogni essere umano, va difeso da ogni violenza che quel valore nega; sappiamo che ogni persona va difesa e aiutata; e sappiamo che la difesa del primo diritto di ogni persona - il diritto alla vita, il diritto alla dignita' - in tanto sussiste in quanto le altre persone adempiono al primo dovere, che e' di difendere quell'altrui diritto alla vita e alla dignita', il dovere dell'universale solidarieta'. Questo sappiamo: che vi e' una sola umanita' cui appartengono tutti gli esseri umani, ciascuno diverso da ogni altro, e ciascuno ad ogni altro uguale in dignita' e diritti e doveri. Ogni ideologia e prassi razzista, ogni ideologia e prassi discriminatoria e persecutoria, sono nemiche dell'umanita' intera. Opporsi al razzismo e ad ogni persecuzione e' dunque il primo dovere di ogni persona senziente e pensante, di ogni persona dotata di sentimenti e di ragione.

E noi che siamo qui, mentre parliamo, mentre ascoltiamo, sappiamo di essere persone sessuate, e che nel corso della storia umana la prima oppressione, la prima violenza, e la piu' feroce, la piu' pervasiva, la piu' distruttiva, e' quella di genere. E che questa oppressione, questa violenza, fonda tutte le altre violenze, fonda tutte le altre oppressioni, denega alla radice l'umanita' dell'umanita'. E pertanto per opporsi ad ogni violenza, per opporsi ad ogni oppressione, per difendere tutti i diritti, il primo dovere e' opporsi al maschilismo. Opporsi al maschilismo e' il primo dovere di ogni persona senziente e pensante, di ogni persona dotata di sentimenti e di ragione.

E quindi, e infine, noi che siamo qui, mentre parliamo, mentre ascoltiamo, sappiamo che se ci opponiamo alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni, allora e solo allora difendiamo i diritti di tutti gli esseri umani, difendiamo l'intera umanita', difendiamo l'unico mondo vivente che tutti abitiamo e di cui tutti siamo parte, la biosfera, la natura nella sua interezza e nella preziosa sua varieta'.

Salvare l'umanita' dalla catastrofe. Salvare la biosfera dalla devastazione.

Nel ricordo e alla scuola di Mohandas Gandhi di cui domani ricorre l'anniversario; nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega di cui pochi giorni fa abbiamo ricordato il settantesimo anniversario della nascita; nel ricordo e alla scuola di Pietro Ingrao, che pochi giorni fa ci ha lasciato: la nonviolenza e' in cammino.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Oppresse e oppressi unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".

 

4. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

5. DUE RINGRAZIAMENTI

 

La Giornata internazionale della nonviolenza il 2 ottobre 2015 e' stata celebrata a Viterbo grazie a due iniziative di riflessione e di testimonianza rispettivamente delle volontarie e dei volontari in servizio civile presso la Caritas diocesana e delle donne del centro antiviolenza "Erinna".

*

Le volontarie ed i volontari in servizio civile presso la Caritas hanno realizzato nel primo pomeriggio un incontro di formazione in cui si e' riflettuto insieme sulla nonviolenza a partire dalla propria concreta esperienza di solidarieta'.

Nel tardo pomeriggio e fino a sera le donne del centro antiviolenza "Erinna" hanno realizzato una manifestazione pubblica itinerante che ha toccato le principali piazze cittadine con la profondamente coinvolgente modalita' espressiva delle "donne in nero", da decenni una delle esperienze nonviolente piu' rilevanti nel mondo: vestite a lutto per le vittime di tutte le guerre e tutte le violenze, in silenzio, con eloquenti e lapidari cartelli esplicativi.

Cosi' la citta' di Viterbo ha preso parte anche quest'anno alla Giornata internazionale della nonviolenza, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.

*

Ed alle volontarie ed ai volontari in servizio civile presso la Caritas (ed a Mario Di Marco che ne segue il percorso e ne cura la formazione con amorevole sollecitudine), cosi' come alle donne del centro antiviolenza "Erinna", vorremmo esprimere qui la nostra gratitudine, che crediamo essere la gratitudine dell'intera citta' di Viterbo.

E questa gratitudine e' rivolta non solo alle iniziative realizzate in questa giornata, ma all'intero loro operare di costruttrici e costruttori di pace, difenditrici e difensori dell'umanita', oppositrici ed oppositori di ogni violenza; all'intero loro operare di persone impegnate contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera.

*

Sempre in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza il "Tavolo per la pace" di Viterbo ha diffuso il seguente intervento.

"Quando, nel 2007, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite istitui', nel giorno del compleanno di Gandhi, la Giornata internazionale della nonviolenza, le spese militari mondiali ammontavano a circa 1.400 miliardi di dollari e si contavano 29 guerre in corso.

Oggi, nel 2015, a fronte di 33 conflitti armati ufficiali, la spesa militare mondiale e' di circa 1.800 miliardi di dollari: e' come se ogni due anni si aggiungesse una nuova guerra a quelle gia' in corso - che intanto non si risolvono - che richiede nuove armi, e quindi nuovi costi, provoca ulteriori vittime, genera nuovo terrorismo, produce altri profughi in un esodo ormai incontenibile.

Non e' un caso se i ricercatori del Global Peace Index hanno calcolato il costo della violenza globale per il 2015 nel 13,4% della ricchezza mondiale prodotta. E sottratta alle risorse per la vita.

Di fronte alla tragica realta' di questi dati, che coinvolgono le vite di milioni di persone, la Giornata della nonviolenza rischia di diventare una ritualita' retorica se non la si riempie di contenuti incisivi ed efficaci. Se non diventa l'occasione per ricordare - con Gandhi - che non e' vero che "i mezzi in fin dei conti sono mezzi, ma i mezzi in fin dei conti sono tutto", perche' non e' un destino ineludibile che i diversi conflitti che attraversano le genti si trasformino in guerre sanguinarie e crudeli, se solo se ne affrontassero le cause con mezzi e strumenti differenti dalla violenza. Si corre questo rischio se la Giornata della nonviolenza non diventa un'ulteriore, formidabile occasione per costruire la pace attraverso la realizzazione e la diffusione di mezzi nonviolenti, che soppiantino definitivamente le armi e gli eserciti.

A partire dal proprio impegno personale" (Movimento Nonviolento).

La nonviolenza e' difesa attiva, concreta e coerente, della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.

La nonviolenza e' un agire: e' l'opposizione alla violenza.

Celebrare la "Giornata internazionale della nonviolenza" significa quindi agire contro la violenza, in difesa dell'umanita' e del mondo vivente.

Il Comune di Viterbo gia' in passato ha preso parte alla celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza.

Nel 2009 il Sindaco diede la sua adesione alla "Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza" iniziata appunto il 2 ottobre con la Giornata internazionale della nonviolenza.

Lo scorso anno il Comune di Viterbo ha celebrato la Giornata con una cerimonia nel corso della quale il Sindaco ha consegnato un riconoscimento della citta' a quattro personalita' che hanno straordinariamente contribuito all'impegno per la pace e la nonviolenza, come la professoressa Umbertina Amadio, monsignor Dante Bernini, il professor Osvaldo Ercoli, la dottoressa Anna Maghi.

Anche quest'anno il Comune di Viterbo rinnovi questo impegno di adesione alla proposta dell'Onu e di memoria della figura di Gandhi.

A tal fine, il Tavolo per la pace promosso dal Comune di Viterbo propone all'Amministrazione comunale, al Consiglio comunale e singolarmente al Sindaco, a tutte le Assessore e a tutti gli Assessori, a tutte le Consigliere e a tutti i Consiglieri, le seguenti iniziative dal valore sia simbolico, sia concreto:

a) la partecipazione all'iniziativa silenziosa contro tutte le guerre promossa dal Centro antiviolenza "Erinna", nel pomeriggio del 2 ottobre, dalle ore 17 alle ore 19, in piazza del Comune;

b) l'impegno a dare compimento all'istituzione della Consulta Comunale delle persone immigrate, l'avvio del cui iter e' gia' stato deliberato lo scorso anno dal Consiglio Comunale;

c) l'impegno a sostenere l'iniziativa di solidarieta' con le bambine e i bambini di famiglie residenti a Viterbo i cui genitori non abbiano la cittadinanza italiana, iniziativa promossa oltre un anno fa ed alla quale il Sindaco espresse a suo tempo il suo sostegno;

d) l'impegno a sostenere, nell'ambito delle competenze proprie dell'Ente Locale, le iniziative di pace e di solidarieta' a cui invitano le piu' autorevoli voci morali contemporanee, come Papa Francesco con la sua recente enciclica "Laudato si'" e con il recentissimo discorso tenuto all'Assemblea generale dell'Onu.

*

Anche il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza ha nuovamente diffuso l'intervento che di seguito si riporta.

Occorre soccorrere, accogliere, assistere...

*

Dalla Giornata internazionale della nonviolenza un appello giunga all'umanita' intera: ad agire ogni giorno contro la violenza, ad agire ogni giorno per la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, ad agire ogni giorno per il bene comune: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza. Solo facendo il bene si puo' sconfiggere il male. Solo recando aiuto si salvano le vite.

 

6. DA LAMPEDUSA A KUNDUZ. PAROLE DETTE IN UN INCONTRO A VITERBO

 

Si e' svolto sabato 3 ottobre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013.

Nel corso dell'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato la necessita' e l'urgenza non solo di attivita' di soccorso immediato, ma anche di politiche nonviolente complessive per fermare le guerre e salvare le vite.

*

Fermare la strage nel Mediterraneo

Ancora una volta va evidenziato che le stragi dei migranti in fuga da fame e guerre avvengono per responsabilita' dei governi europei che impediscono a persone totalmente innocenti di giungere in salvo in Europa in modo legale e sicuro con mezzi di trasporto pubblici e regolari come sarebbe loro evidente diritto.

Il criminale mercato mafioso dei trafficanti di esseri umani e' creato dalle politiche disumane dei governi europei: basterebbe che gli stati europei, o anche uno solo di essi, ad esempio l'Italia, riconoscesse il diritto di tutti gli esseri umani a muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita', e quindi consentisse l'ingresso legale e sicuro nel proprio territorio con mezzi di trasporto legali e ordinari, per far scomparire il mercato dei trafficanti mafiosi e per salvare quindi innumerevoli vite umane.

*

Fermare le guerre e la rapina

A questo va aggiunta una chiara comprensione delle cause delle migrazioni delle vittime in fuga dalla fame e dalle guerre: e queste cause sono la rapina economica dei poteri dominanti planetari, e le guerre, le dittature, i regimi criminali e terroristi imposti dai poteri dominanti ai popoli rapinati nei paesi del Sud del mondo.

Le migrazioni cesseranno quando le persone attualmente in fuga potranno vivere in condizioni di benessere, giustizia e liberta' nei loro paesi.

Occorre quindi far cessare le guerre, cessare di armare i regimi e i poteri assassini, cessare di rapinare e lasciar rapinare interi continenti; occorre sostenere materialmente i popoli, i paesi, gli istituti democratici del Sud del mondo nell'impegno per una vita degna, per la pace, per il rispetto dei diritti umani, la convivenza civile, la legalita' che salva le vite, la difesa dell'ambiente.

Solo la pace salva le vite: e per costruire la pace occorre il disarmo e la smilitarizzazione; occorre il rispetto della vita e il riconoscimento della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; occorre la nonviolenza.

*

Da Lampedusa a Kunduz

Questo stesso giorno a Kunduz, in Afghanistan, un bombardamento della Nato ha seminato strage in un ospedale.

Questo orrore, uno fra molti, ci ricorda anche che l'Italia partecipa a quella guerra, ci ricorda anche che l'Italia fa parte di un'alleanza terrorista e stragista come la Nato, ci ricorda anche che lo stato italiano dissipa 72 milioni di euro al giorno in spese militari, ci ricorda anche che l'Italia fornisce armi assassine a guerre, dittature, poteri criminali.

Tutto cio' deve cessare: l'Italia deve tornare al rispetto della sua legge fondamentale, la Costituzione della Republica italiana, che all'art. 11 "ripudia la guerra": cessi il crimine della partecipazione italiana alle guerre; cessi il crimine della partecipazione italiana ad alleanza terroriste e stragiste come la Nato; cessi il crimine dello scellerato sperpero di 72 milioni di euro al giorno a fini di morte; cessi il crimine della produzione e del commercio di armi assassine.

*

Ieri, oggi, domani

Ricorreva ieri la Giornata internazionale della nonviolenza, e qui a Viterbo due iniziative l'hanno testimoniata in modo nitido e luminoso.

L'iniziativa promossa dalle donne del Centro antiviolenza "Erinna" che per le vie e nelle principali piazze cittadine hanno richiamato tutte e tutti alla propria dignita' e responsabilita' di esseri umani: con la forza sconvolgente dei corpi avvolti nei panni del lutto, del silenzio piu' forte di ogni parola, dello sguardo fermo e profondo, le donne in nero hanno saputo rendere visibile, finalmente manifesto, il lutto, il dolore, l'orrore delle guerre in corso, della violenza bellica e assassina, della violenza razzista e persecutrice, della violenza maschilista onnioppressiva ed onnidistruttiva.

Non una delle persone che hanno assistito ieri al silenzio incedere ed al silenzioso ristare di quella bruna e bruciante presenza, rocciosa e fragile, muta ed eloquentissima, di corpi di donne nel dolore, ha potuto trattenere lo sgomento e le lacrime, ha potuto evitare di porsi all'ascolto di quel silenzio piu' forte del tuono e della tempesta: ogni volta che le donne in nero scendono in piazza l'umana coscienza risorge. Lo sguardo che le vede comanda all'animo di ogni persona di porsi alla sequela di quell'appello: alla pace, alla solidarieta', al riconoscimento della comune dignita', alla lotta nonviolenta contro tutte le oppressioni, alla liberazione comune.

E sempre ieri, sempre a Viterbo, prima di unirsi alla manifestazione delle donne in nero, le volontarie ed i volontari in servizio civile presso la Caritas hanno anch'esse e anch'essi celebrato la giornata della nonviolenza con un incontro di autoformazione in cui sono stati esplorati molti aspetti e diverse dimensioni della nonviolenza muovendo dal vivo delle proprie personali esperienze e riflessioni e ponendosi dinanzi ai principali drammi odierni dell'umanita'.

L'appello, il messaggio di queste iniziative, di questa giornata che l'Onu ha istituito nell'anniversario della nascita di Gandhi per convocare l'umanita' intera alla scelta della nonviolenza, sia impegno di ogni giorno per ogni persona di volonta' buona, per ogni civile associazione, per ogni istituzione democratica.

Solo la nonviolenza si oppone alla violenza in modo concreto, coerente, adeguato.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

*

Verso il 4 novembre

E l'occasione di questo odierno incontro e' propizia anche per ricordare che il 4 novembre si svolgera' ancora una volta, promossa da vari movimenti nonviolenti, l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", il cui appello chiede a tutte le persone di volonta' buona di impegnarsi affinche' in quella data "si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni. (...) solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".

*

Quid agendum

Cosa occorre dunque fare per ricordare e onorare le vittime delle guerre e delle stragi, le vittime di Lampedusa e quelle di Kunduz, e tutte le vittime delle armi assassine?

Occorre fare quello che da tempo chiediamo al Parlamento italiano; ripetiamolo ancora una volta.

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre; occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese; occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti; occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani; occorre proibire la produzione e il commercio delle armi; occorre che l'Italia cessi di partecipare alle guerre in corso; occorre che l'Italia esca dalla Nato e denunci la Nato per quello che essa effettualmente e': un'organizzazione criminale, terrorista e stragista; occorre che l'Italia cessi di sperperare 72 milioni di euro al giorno in scellerate spese militari; occorre il disarmo e la smilitarizzazione.

Ed occorre abolire in Italia i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'; occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti; occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

Ed occorre sostenere i centri antiviolenza creati dal movimento delle donne; occorre ottenere la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (convenzione che e' stata ratificata come legge dello stato italiano e di molti altri stati, ed e' ancora quasi del tutto inapplicata); occorre contrastare la violenza maschilista e patriarcale che e' la prima radice di tutte le altre violenze.

Ed occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti; occorre promuovere la pace con mezzi di pace; che l'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite; che l'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele; solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

7. LE ARMI CHE UCCIDONO...

 

Le armi che uccidono sono un prodotto degli esseri umani, macchine che esseri umani costruiscono ed usano al fine di uccidere esseri umani.

E' in potere degli esseri umani abolire le armi. Prima che le armi aboliscano gli esseri umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Abolire la guerra. Abolire gli eserciti. Abolire le armi.

Una sola umanita', un unico mondo vivente.

Salvare le vite: il primo dovere.

 

8. UN MOVIMENTO PER LA PACE DOVREBBE

 

Un movimento per la pace deve essere rigidamente antimilitarista. Ammettere l'esistenza di strutture preposte ad uccidere - questo sono gli eserciti - denega alla radice la concreta possibilita' della pace: gli eserciti possono ammettere solo tregue, ovvero pause tra una guerra e la successiva. La pace e' l'assenza di eserciti, o non e'.

*

Un movimento per la pace deve essere rigorosamente disarmista. Le armi servono per uccidere le persone. Le armi sono sempre e solo le armi degli assassini. O le armi, o l'umanita': tertium non datur. La pace e' il disarmo, o non e'.

*

Un movimento per la pace deve essere persuasamente nonviolento. Ammettere l'uso della violenza in punto di diritto implica ammetterne in punto di fatto per l'interna sua dinamica l'escalation fino all'intera estensione: fino all'uccidere, fino alla guerra, fino alla catastrofe. La violenza non riconosce limitazioni - passa dal pugno alla clava all'atomica. E poiche' la violenza e' sempre violenza contro il mondo vivente e contro l'umanita', la pace tra le persone, e la pace tra l'umanita' e la natura, e' incompatibile con la violenza. E dunque soltanto attraverso la nonviolenza e' possibile costruire e mantenere la pace.

 

9. LA NONVIOLENZA E' LA PACE

 

La nonviolenza e' la pace: e' la lotta per la pace che nel suo stesso farsi e' gia' dinamica di pace, epifania della pace. E' la lotta contro la guerra e contro tutte le uccisioni; e' la lotta contro il razzismo e contro tutte le persecuzioni, e' la lotta contro il maschilismo e contro tutte le oppressioni. E' la lotta concreta e coerente in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intera biosfera. E' l'opposizione nitida e intransigente ad ogni rapporto di sfruttamento, di oppressione, di distruzione. E' l'impegno immediato e adeguato in difesa dei beni comuni, per la condivisione del bene comune, per una societa' responsabile e solidale fondata sul riconoscimento dell'eguaglianza di diritti, sul mutuo soccorso, sull'universale benevolenza.

 

10. DI ALCUNI PROBLEMI DEL NOSTRO MOVIMENTO

 

Le grandi associazioni pacifiste sembrano preoccupate innanzitutto di non disturbare troppo il manovratore per non perdere i finanziamenti pubblici di cui campano i loro apparati burocratici; i piccoli gruppi contro la guerra (e piu' spesso solo contro alcune guerre o alcune parti in guerra - purtroppo le ambiguita' e le complicita' sono costi' sovente flagranti e fin sesquipedali) sono prigionieri della trappola della societa' dello spettacolo aggravata dal delirio di onnipotenza dei cosidetti social media; le vecchie cariatidi (noi tra esse) ripetono il loro discorso in una lingua antica come quella degli hittiti, che nessuno comprende piu'.

Frattanto la guerra ha sostituito la politica, il sangue viene versato a fiumi, i piu' grandi assassini decidono delle sorti dell'umanita'.

*

E' urgente uscire da questa subalternita', da questa marginalita', e ricostruire un movimento di massa e un'azione concreta contro la guerra.

Come riuscirvi?

Occorrerebbe in primo luogo mettersi d'accordo su alcuni punti fondamentali, la cui condivisione e' premessa necessaria perche' l'azione sia riconoscibile e possa avere qualche esito pratico.

Ad esempio, possiamo essere d'accordo su quanto segue?

1. L'opposizione a tutte le uccisioni;

2. Il riconoscimento di eguali diritti a tutti gli esseri umani.

Se si e' d'accordo su questo, possiamo essere d'accordo anche su quel che segue?

3. Poiche' le armi servono a uccidere, occorre opporsi alla produzione, al commercio e all'uso di tutte le armi;

4. Poiche' gli eserciti - tutti gli eserciti - hanno come scopo la preparazione e l'esecuzione della guerra, ovvero la commissione di omicidi di massa, occorre opporsi a tutti gli eserciti.

Se si e' d'accordo anche su questo, ne dovrebbe logicamente discendere un ultimo elemento di consenso:

5. Fare propria la scelta della nonviolenza.

*

La mia opinione e' che oggi sia tanto possibile quanto necessario porre la centralita' della nonviolenza nella costruzione del movimento per la pace, proprio alla luce del fatto che le posizioni di compromesso con i poteri armati si sono risolte in effettuale complicita con essi, e le posizioni che attribuiscono poteri salvifici all'uso della violenza sono state irreversibilmente smentite dalle vicende novecentesche.

E porre la scelta della nonviolenza come base del sentire e dell'agire comune del movimento per la pace significa conoscere e riconoscere tutta l'ampiezza e l'apertura della nonviolenza come forma di gestione dei conflitti sociali e come principio costruttivo di una societa' responsabile e solidale.

In particolare ricordando che la nonviolenza non e' un'ideologia di ricambio ma una teoria-prassi complessa e pluridimensionale, sperimentale e componibile con diverse visioni del mondo; che essa e' un insieme di insiemi: un insieme di criteri assiologici; un insieme di strumenti ermeneutici; un insieme di tecniche deliberative; un insieme di tecniche operative; una metodologia di trasformazione positiva delle relazioni - interpersonali, sociali, politiche -; una progetto-processo di cambiamento sociale e culturale orientato all'affermazione dell'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani, al reciproco aiuto, alla condivisione dei beni, alla responsabilita' comune per gli altri esseri umani e per l'intero mondo vivente.

*

L'azione concreta contro la guerra e contro le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, cosi' come l'immediato soccorso, l'immediata accoglienza e l'immediata assistenza alle sue vittime superstiti, e' oggi il primo banco di prova dall'umanita'.

Di nulla vi e' piu' bisogno che di pace, di una politica di pace, di un movimento per la pace.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

11. PER QUALCHE GIORNO LE TELEVISIONI

 

Per qualche giorno le televisioni

piangeranno le vittime afgane

morte nell'ospedale degli occidentali

dagli occidentali bombardato.

 

Poi tutto sara' dimenticato

continuera' il grande gioco

nel silenzio i papaveri crescono meglio

il mercato mondiale ha bisogno di oppio

tutto funziona nel migliore dei modi

nel migliore dei mondi possibili.

 

La morte di gente che non parla inglese

conta meno della morte di un cane

neppure i cani parlano inglese

ma fanno la guardia si contentano dell'osso

gli esseri umani invece

che non si rassegnano alla schiavitu'

angustiano molto i signori padroni.

 

Questa eruzione di sangue dai corpi

che come apriscatole aprono le bombe

i coltelli il merletto dei mitra il raffio

nella tonnara di uomini e donne

la quotazione in borsa degli ettolitri di sangue

le condanne a morte scritte sul libretto degli assegni

il ciclo espansivo del mercato trainato

dall'industria delle armi e degli schiavi

la guerra come modello di sviluppo

e vagoni di cenere dall'immenso crematorio

a fecondare i terreni in cui piantare

nuovi denti di drago parole vuote.

 

Ancora una volta ti chiedi che fare

e che devi fare tu gia' lo sai

abolire la guerra gli eserciti le armi

salvare le vite le misere vite

delle persone che presto svaniscono

salvare le vite e' il primo dovere

abolire la guerra gli eserciti le armi.

 

*

 

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre

che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

 

Ed occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti

gli esseri umani in fuga dalla fame

e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti

gli esseri umani il diritto di giungere

in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare

con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti

i migranti lungo gli itinerari della fuga

sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso

internazionale che prelevi i profughi

direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi

collocati nei paesi limitrofi e li porti

in salvo qui in Europa.

 

In Italia occorre abolire i campi di concentramento le deportazioni

e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste criminali e criminogene

che flagrantemente confliggono con la Costituzione con lo stato di diritto

con la democrazia con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente

il diritto di voto nelle elezioni amministrative

a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani

del disarmo e della smilitarizzazione

della legalita' che salva le vite

della democrazia che salva le vite

della civilta' che salva le vite.

 

L'Italia avvii una politica nonviolenta

contro la guerra e tutte le uccisioni

contro il razzismo e tutte le persecuzioni

contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

 

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita'

in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

12. A TUTTE LE GUERRE OCCORRE OPPORSI

 

A tutte le guerre occorre opporsi.

A tutte le stragi.

A tutte le uccisioni.

A tutti gli eserciti.

A tutte le armi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

13. COMMEMORATO A VITERBO DENIS DIDEROT

 

Ricorrendo l'anniversario della nascita, si e' svolto lunedi' 5 ottobre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro commemorativo dell'illustre filosofo Denis Diderot (Langres, 5 ottobre 1713 - Parigi, 31 luglio 1784).

*

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande intellettuale e militante per la liberazione, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Conclusivamente e' stato riaffermato quanto gia' detto due anni fa nella celebrazione viterbese del terzo centenario della nascita di Diderot: "il grande illuminista, l'uomo dell'eroica impresa dell'Enciclopedia, il sostenitore dei diritti umani e della pace, e' una delle figure piu' luminose della civilta' umana, campione della nonviolenza in cammino. Si possa noi essere degni della sua eredita', possa l'umanita' adempiere la sua speranza, la sua lotta, la speranza inestinguibile e incessante la lotta per un mondo in cui ogni essere umano sia di aiuto agli altri esseri umani ed all'intero mondo vivente, in cui l'eguaglianza di diritti sia il fondamento dell'universale solidarieta', in cui il bene comune sia il compito da tutti condiviso. La testimonianza e il messaggio di Denis Diderot convocano ogni persona di volonta' buona a perseverare nel vero, nel giusto, nel bene: vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne sono parte; vi e' un solo mondo vivente bene comune di cui tutti gli esseri umani sono insieme parte e custodi; la nonviolenza e' il cammino dell'umanita' verso l'adempimento del proprio dovere di solidarieta' che degnifica e salva".

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato l'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera. Hanno quindi rinnovato la richiesta che lo stato italiano cessi di partecipare alle guerre ed attui finalmente una necessaria e urgente politica di disarmo e smilitarizzazione; che l'Italia soccorra, accolga, assista tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre; che il Parlamento italiano abolisca immediatamente tutte le scellerate misure razziste scandalosamente imposte nel nostro paese da governi violatori della Costituzione e dei diritti umani.

*

Con un minuto di silenzio sono state ricordate le vittime del bombardamento dell'ospedale di Kunduz e con loro le vittime di tutte le guerre, le uccisioni, le omissioni di soccorso. Vi e' una sola umanita'. Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

14. PER FERMARE LA GUERRA

 

Occorre il disarmo, adesso.

Occorre la smilitarizzazione, adesso.

Occorre la nonviolenza, adesso.

 

15. ANCORA UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Signor Presidente della Repubblica,

"L'Italia ripudia la guerra" e' scritto nella Costituzione della Repubblica italiana.

E allora perche' l'Italia continua a prendere parte alla guerra afgana?

E allora perche' l'Italia rifornisce di armi regimi assassini e guerre in corso?

E allora perche' l'Italia sperpera oscenamente 72 milioni di euro al giorno per le spese militari?

E allora perche' l'Italia continua a far parte di un'organizzazione terrorista e stragista come la Nato?

E allora perche' l'Italia sostiene alleanze, organizzazioni, regimi assassini?

"L'Italia ripudia la guerra" e' scritto nella Costituzione della Repubblica italiana.

In questo tragico momento della storia dell'umanita' l'Italia torni al rispetto della sua legge fondamentale: ripudi la guerra.

*

Signor Presidente della Repubblica,

si adoperi affinche' cessi questo immane crimine, si adoperi affinche' cessi ogni complicita' dell'Italia con la guerra e le stragi, si adoperi per il rispetto rigoroso della legalita' costituzionale che ripudia la guerra, si adoperi per il rispetto rigoroso del primo principio che fonda ogni civile convivenza: salvare le vite invece di sopprimerle.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Voglia gradire distinti saluti

 

16. LA STRAGE CONTINUA

 

Continua la strage nel Mediterraneo, continua la strage in Libia, continua la strage in Medio Oriente, continua la strage in Afghanistan.

Fermare la strage occorre.

Abolire la guerra occorre.

Soccorrere tutti i superstiti occorre.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

17. IL GOLPE

 

L'Italia non puo' partecipare alla guerra in Iraq e in Siria, poiche' glielo proibisce la sua Costituzione.

Che il governo dichiari che sta valutando l'ipotesi di effettuare bombardamenti stragisti significa che sta preparando non solo l'esecuzione di scellerati massacri ma anche l'esecuzione di un golpe (un nuovo golpe, dopo quello della partecipazione alla guerra afgana).

*

Chi sostiene che il governo possa anche solo valutare come ipotesi d'azione la partecipazione alla guerra e alle stragi ignora il dettato costituzionale, ed e' un complice dei golpisti e degli assassini.

Chi sostiene che il parlamento possa approvare la partecipazione alla guerra e alle stragi ignora il dettato costituzionale, ed e' un complice dei golpisti e degli assassini.

I ministri che in queste ore hanno fatto dichiarazioni sciagurate e deliranti, criminali e criminogene, in palese violazione della Costituzione, devono dimettersi immediatamente.

*

Il governo che decidesse la partecipazione alla guerra e la commissione di stragi e' ipso facto illegale e criminale.

Il parlamento che avallasse la partecipazione alla guerra e la commissione di stragi e' ipso facto illegale e criminale.

Al colpo di stato degli stragisti occorre resistere.

Resistere con la forza della verita', resistere con l'azione diretta nonviolenta, resistere in difesa della legalita' costituzionale, resistere in difesa delle vite umane.

 

18. I DUE COMPITI PIU' URGENTI

 

Opporsi alla guerra e alle stragi, opporsi agli eserciti e alle armi.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre, dalle devastazioni e dall'orrore.

 

19. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- James Graham Ballard, Tutti i racconti. Volume II. 1963-1968, Feltrineli, Milano 2016, pp. 624, euro 16.

*

Riletture

- Luigi Russo, Giovanni Verga, Ricciardi, Napoli 1920, Laterza, Bari 1934, 1966, pp. XII + 384.

*

Riedizioni

- Raymond Queneau, Gli ultimi giorni, Newton Compton, Roma 2007, 2016, pp. 224, euro 4,90.

 

20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

21. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2492 del 5 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com