[Nonviolenza] Telegrammi. 2448



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2448 del 22 agosto 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Ovaldo Caffianchi: Festa di matrimonio

2. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

3. Alessandro Pace e Andrea Aurelio Di Todaro (a cura di): Domande e risposte sul referendum costituzionale

4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

6. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. LE ULTIME COSE. OSVALDO CAFFIANCHI: FESTA DI MATRIMONIO

 

Cosa puo' indurre un ragazzino

ad andare a una festa di matrimonio

carico di esplosivo e tra la gioia e i canti

trascinare se stesso e tanti altri

nelle fauci dell'orco, nel nulla?

Chi lo costringe o lo persuade a farlo?

Quale ricatto, quale ideologia

lungamente, lungamente inoculatagli

goccia a goccia, mollica per mollica,

gli ha mangiato il cervello ed il cuore?

 

E cosa puo' convincere un giovinotto

a indossare la divisa e gli ammennicoli

tecnologici di gomma e d'acciaio

e salire sulla macchina che vola

e da li' defecare le uova

della morte sulle citta' distrutte

e squartare e abbrustolire poveri

cristi che per lui sono formiche?

 

E quale malefico ipnotizzatore

ci addormenta volonta' e coscienza

e ci fa restare tranquilli, sedati,

mentre i macellai del mondo fanno a brani

il mondo di cui siamo parte?

 

Vedo solo governi assassini.

Vedo solo insensati uccisori

e insensati complici che credono

di esser spettatori di qualcosa

e non sanno che e' la loro morte.

 

Se non t'impegni tu a fermare la strage,

e chi fermarla vorra'?

Se non ti opponi tu a tutte le uccisioni,

e chi si vorra' opporre?

Se neanche tu ti adoperi a salvare

la vita altrui, la tua stessa vita,

e chi altri lo fara'?

Sii tu quello che fa la cosa giusta.

Sii quello che soccorre, accoglie, assiste.

Quello che salva le vite, sii tu.

E se non ora, quando?

 

Fermare la strage.

Salvare le vite.

Abolire la guerra.

Abolire gli eserciti.

Abolire le armi.

Una sola umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

3. MATERIALI. ALESSANDRO PACE E ANDREA AURELIO DI TODARO: DOMANDE E RISPOSTE SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE

[Riceviamo e diffondiamo]

 

1. Il contenuto della riforma costituzionale Boschi e' coerente ed omogeneo?

1. No. La riforma Boschi ha un contenuto disomogeneo, in quanto modifica in piu' parti, diverse tra loro, la Costituzione vigente. Non puo' pertanto essere considerata una "legge di revisione" come previsto dall'art. 138 della Costituzione, secondo il quale il quesito sottoposto all'elettore dovrebbe essere unico ed omogeneo. Avendo la riforma Boschi un contenuto disomogeneo, essa coercira' la liberta' di voto degli elettori che hanno a loro disposizione solo un Si' e solo un No.

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2. Quali sono i fattori di criticita' della riforma derivanti dal suo iter parlamentare?

2. La riforma Boschi e' stata approvata dalla Camera e dal Senato nonostante la Corte costituzionale, con la sentenza n. 1 del 2014, avesse dichiarato incostituzionale la legge elettorale c.d. Porcellum, sulla cui base la XVII legislatura era stata eletta. Per di piu', la riforma consegue da un'iniziativa governativa e non da un'iniziativa parlamentare - come avrebbe dovuto essere - con il rischio, puntualmente avveratosi, di condizionarne l'approvazione alle scelte di indirizzo politico del Governo.

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3. Ci sono altri profili di contrasto tra la riforma e la sentenza n. 1 del 2014 della Corte?

3. La riforma Boschi, nell'attribuire ai consigli regionali, e non ai cittadini, il diritto di eleggere il Senato, viola la sovranita' popolare, di cui "la volonta' dei cittadini espressa attraverso il voto (...) costituisce il principale strumento di manifestazione", come affermato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014.

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4. Perche' l'elezione del Senato dovrebbe essere diretta?

4. Come scrisse proprio nel 1948, Carlo Esposito, uno dei massimi costituzionalisti italiani dello scorso secolo: "Il contenuto della democrazia non e' che il popolo costituisca la fonte storica o ideale del potere, ma che abbia il potere; non gia' che esso abbia solo il potere costituente, ma che a lui spettino i poteri costituiti; e che non abbia la nuda sovranita' (che praticamente non e' niente) ma l'esercizio della sovranita' (che praticamente e' tutto)".

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5. Ma dai sostenitori della Riforma si sostiene che si tratterebbe di una elezione "indiretta". Non hanno ragione?

5. No. I sostenitori di questa tesi sbagliano platealmente. Leopoldo Elia, autorevolissimo costituzionalista spesso ricordato dallo stesso ex Presidente Napolitano, preciso', in maniera definitiva, che si ha elezione indiretta "in senso proprio" solo quando siano previsti a tal fine dei "grandi elettori", come appunto accade in Francia dove il popolo elegge 150.000 "grandi elettori" che a loro volta eleggeranno 349 senatori.

Affermare che il popolo italiano eleggerebbe indirettamente il Senato perche' i consigli regionali, eletti dal popolo, eleggerebbero a loro volta i senatori, e' quindi una vera baggianata. E' come dire che il popolo italiano elegge il Presidente della Repubblica perche' il Presidente viene eletto da Camera e Senato, che sono eletti dal popolo. Si tratta di una analogia superficiale e, come tale, giuridicamente improponibile.

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6. La riforma abolisce il Senato?

6. La riforma non abolisce affatto il Senato ed anzi ne ribadisce la funzione legislativa e quella di revisione costituzionale, ancorche', non essendo stato eletto direttamente dal popolo, il Senato sarebbe privo della legittimazione democratica.

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7. Quali perplessita' suscita la riforma, a proposito del ruolo dei membri del "nuovo" Senato?

7. La riforma prevede che i senatori esercitino contemporaneamente anche le funzioni di consigliere regionale o di sindaco, senza considerare che l'importanza e l'onerosita' delle funzioni senatoriali (funzione legislativa ordinaria e costituzionale; raccordo tra lo Stato, le Regioni e i comuni, con l'Unione Europea; valutazione delle politiche pubbliche e dell'attivita' delle pubbliche amministrazioni; verifica dell'impatto delle politiche dell'Unione Europea sui territori ecc. ecc.) ne renderebbero aprioristicamente impossibile il puntuale espletamento.

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8. Perche' criticare la riforma se, come sostenuto da alcuni suoi fautori, essa non fa altro che seguire l'esempio del Senato statunitense?

8. Non lo ripropone affatto. E' vero che negli Stati Uniti il Senato e' composto da 100 senatori, esattamente come nel "futuro" Senato della Repubblica. Tuttavia, negli Stati Uniti ciascun senatore lavora a tempo pieno e gode per giunta della collaborazione di uno staff di circa 34 persone, tra consulenti e impiegati. Per contro i senatori italiani, dovendo svolgere anche le funzioni di consigliere regionale o sindaco, non avrebbero a disposizione non solo uno staff di quella importanza, il che e' giustificabile, ma nemmeno il tempo necessario per assolvere a tutte le funzioni connesse alle loro cariche.

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9. E' vero che i futuri senatori non percepiranno alcun emolumento e non saranno piu' dei "privilegiati" rispetto al resto dei cittadini?

9. I futuri 100 senatori, in quanto sindaci o consiglieri regionali, non saranno compensati per le loro funzioni di senatore, ma avranno soltanto un "rimborso-spese". Godranno dell'insindacabilita' giudiziaria per i fatti posti in essere nell'esercizio delle proprie funzioni - il che e' condivisibile - e, ancorche' senatori solo part-time, godrebbero anche dell'immunita' "personale" dagli arresti, dalle perquisizioni personali e domiciliari, e dai sequestri della corrispondenza, col rischio - connesso all'abnorme numero dei consiglieri regionali attualmente indagati o addirittura rinviati a giudizio - di trasformare il Senato in un refugium peccatorum.

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10. La riforma attribuisce poteri legislativi all'Esecutivo, cioe' al Governo?

10. La riforma amplia il potere d'iniziativa legislativa del Governo mediante la previsione di disegni di legge "attuativi del programma di governo", da approvare, da parte della Camera dei deputati, entro 70 giorni dalla deliberazione d'urgenza dell'assemblea. Il che rischia di restringere ulteriormente gli spazi per l'iniziativa legislativa parlamentare - attualmente ridotti al solo 20 per cento - grazie a possibili capziose interpretazioni estensive sia del concetto di "programma di governo", sia del concetto di "attuazione del programma".

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11. E' un merito o un demerito che la riforma preveda la riduzione del numero dei senatori da 315 a 100?

11. Nelle attuali condizioni, e tenuto conto del contenuto complessivo della riforma, e' un demerito. La riforma, infatti, sottodimensiona irrazionalmente la composizione del Senato (100 senatori) rispetto alla composizione della Camera dei deputati (630 deputati) e rende praticamente irrilevante il voto dei senatori nelle riunioni del Parlamento in seduta comune.

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12. Ma la riforma snellisce il procedimento legislativo. O no?

12. Il disegno di legge Boschi si era posto l'obiettivo di semplificare il procedimento di formazione delle leggi, ma tale dichiarazione di intenti non e' stata seguita dai fatti. La riforma prevede almeno otto distinti iter di approvazione legislativa, col rischio di non infrequenti conflitti procedurali, che potrebbero addirittura configurare vizi di legittimita' costituzionale di natura procedimentale, di competenza della Corte costituzionale.

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13. Qual e' la posizione della riforma rispetto alle opposizioni parlamentari?

13. La riforma Boschi, pur senza abolire il Senato, ne ha svuotato il ruolo di contro-potere politico esterno alla Camera dei deputati, senza compensare tale svuotamento con il rafforzamento del sindacato ispettivo tra cui l'introduzione del potere d'inchiesta da parte di una quarto dei componenti delle assemblee, come previsto in Germania sin dal 1919, e con successo.

Il "nuovo" art. 64 si limita infatti a rinviare ai regolamenti delle due Camere il compito di garantire i "diritti delle minoranze parlamentari" e al regolamento della sola Camera dei deputati di disciplinare "lo statuto delle opposizioni". Poiche' pero' i regolamenti parlamentari devono comunque essere approvati dalla maggioranza dei componenti dell'assemblea, e' di tutta evidenza che, grazie all'Italicum, sara' il partito di maggioranza a condizionare il destino dei diritti delle minoranze e delle opposizioni.

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14. Quale impatto ha la riforma sul rapporto Stato-Regioni?

14. Micidiale. La riforma Boschi mentre attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato oltre 50 materie affastellate sotto 21 numeri, dalla a) alla z), attribuisce alla potesta' legislativa esclusiva delle Regioni soltanto 15 materie di contenuto prevalentemente organizzativo.

La riforma Boschi attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato le politiche sociali, la tutela della salute, il governo del territorio, l'ambiente e il turismo che costituiscono il cuore dell'autonomia legislativa regionale.

A conferma della svolta centralistica, la riforma Boschi introduce una "clausola di supremazia statale" - soprannominata "clausola-vampiro" - grazie alla quale la Camera dei deputati, con una legge, e il Governo, con un decreto legge, potrebbero, senza alcun limite, intervenire in qualsiasi materia di competenza legislativa esclusiva delle Regioni "quando lo richieda la tutela dell'unita' giuridica o economica della Repubblica ovvero la tutela dell'interesse nazionale".

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15. E nelle materie di competenza legislativa dello Stato?

15. La riforma Boschi attribuisce alla potesta' legislativa esclusiva dello Stato il compito di dettare le "disposizioni generali e comuni" in tutta una serie di materie importanti quali la tutela della salute, le politiche sociali, l'istruzione anche universitaria, l'ordinamento scolastico, le attivita' culturali e sul turismo e molte altre, senza pero' prevedere, in favore delle Regioni, la necessaria potesta' legislativa di attuazione.

Dimentica altresi' di attribuire (a chi? allo Stato o alle Regioni?) la competenza legislativa esclusiva in materia importanti quali la circolazione stradale, i lavori pubblici, l'industria, l'agricoltura, l'artigianato, l'attivita' mineraria, le cave, la caccia e la pesca.

Con la conseguenza, in entrambi i casi, di non risolvere il problema dell'eccessivo contenzioso costituzionale lamentato dallo stesso Governo.

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16. Quale sarebbe la posizione costituzionale del Premier grazie alla riforma Boschi e all'Italicum?

16. Il nostro ordinamento si orienterebbe di fatto verso un "premierato assoluto", grazie all'Italicum e alla riforma Boschi: l'Italicum trasformerebbe il voto al partito del leader in un'investitura quasi-diretta del Premier e la legge Boschi eliminerebbe il Senato come potenziale contro-potere esterno della Camera senza prevedere efficaci contro-poteri interni. Col duplice rischio, connesso all'"uomo solo al comando", di produrre eccessivi squilibri di rappresentanza e di condizionare addirittura i poteri del Presidente della Repubblica.

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17. Come cambia la composizione della Corte costituzionale con la riforma?

17. La riforma attribuisce al Senato, composto da 100 senatori, il potere di eleggere due giudici costituzionali ed attribuisce alla Camera dei deputati, composta invece da 630 deputati, il potere di eleggerne tre. Il che, in primo luogo, urta contro il principio di proporzionalita' e, in secondo luogo, rischia di introdurre nella Corte costituzionale una pericolosa logica corporativa, che potrebbe fortemente irrigidire i rapporti interni tra i suoi membri.

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18. E sui senatori a vita, la riforma cambia qualcosa?

18. La riforma prevede la nomina a senatore, da parte del Presidente della Repubblica, di cinque illustri personalità che abbiano "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Il che e' doppiamente stravagante.

In primo luogo, essi sono nominati dal Presidente della Repubblica per sette anni, e cioe' per un tempo perfettamente coincidente con la durata in carica dello stesso Capo dello Stato. Sicche' non e' affatto capzioso immaginare che i senatori a vita possano subirne l'influenza.

In secondo luogo, e' comunque paradossale che cinque illustri personalita' di caratura internazionale, che abbiano le caratteristiche di eccellenza appena ricordate, vadano ad esercitare il loro alto magistero culturale in un organo - il Senato - che, formalmente, la riforma dice di volere dedicare interamente alla sola rappresentanza delle istituzioni territoriali (Regioni, Comuni e Citta' metropolitane).

*

19. Ma il Senato rappresenterebbe davvero le istituzioni territoriali?

19. No. Il Senato continuerebbe ad esercitare le funzioni di organo dello Stato, non solo nell'esercizio della potesta' legislativa ordinaria e di quella di revisione costituzionale, ma anche nelle funzioni di raccordo tra Stato, enti costitutivi della Repubblica e Unione Europea, nella verifica dell'impatto delle politiche dell'Unione Europea, nel concorso all'espressione di pareri sulle nomine di competenza del Governo e in tutte le altre funzioni previste dal quarto comma del "nuovo" art. 55.

D'altra parte, non essendo configurabile una rappresentanza territoriale delle Regioni perche' le Regioni avrebbero un numero diverso di seggi a seconda della popolazione e perche' anche ai senatori e' garantito il divieto del mandato imperativo, la natura della rappresentanza del Senato continuerebbe ad essere quella squisitamente politica-partitica, praticamente duplicando le contrapposizioni politiche della Camera dei deputati.

*

20. Un'ultima domanda. Il Presidente del Consiglio cita spesso il pensiero di Giorgio La Pira, autorevole componente dell'Assemblea costituente, che in tale veste affermo' che la Costituzione fosse la "casa comune" degli italiani. Ritiene che la riforma Boschi persegua lo stesso obiettivo di fare della Costituzione la "casa comune" degli italiani?

20. Neanche per sogno. Il fatto che il risultato della sesta e ultima votazione della legge Boschi abbia registrato, su 630 deputati, 361 voti favorevoli, 7 contrari e 2 astenuti, conferma la natura "divisiva" e non "inclusiva" (la casa comune!) della riforma Boschi, che costituisce la conseguenza di quanto osservato al quesito n. 2, e cioe' l'aver voluto a tutti i costi, il Presidente del Consiglio, che le modifiche costituzionali rispondessero alle scelte di indirizzo politico del Governo.

 

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

6. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

 

Al/alla parlamentare ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine

Gentile parlamentare ...,

le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.

Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.

Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.

Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.

Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.

Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.

Distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, pp. VI + 266.

- Carla Colombelli (a cura di), La guerra non ci da' pace. Donne e guerre contemporanee, Edizioni Seb 27, Torino 2005, pp. 240.

- Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi, Intra Moenia, Napoli 2003, pp. 288.

- Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne, Libreria Editrice Fiorentina - Centro Gandhi Edizioni, Firenze-Pisa 2006, pp. 288.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2448 del 22 agosto 2016

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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