[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 605



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 605 del 18 febbraio 2016

 

In questo numero:

1. Annamaria Rivera: Gli stupri di massa come arma di guerra e arma di pace

2. Dieci poesie di Emily Dickinson

3. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte nona)

4. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte decima e conclusiva)

5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

6. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

 

1. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: GLI STUPRI DI MASSA COME ARMA DI GUERRA E ARMA DI PACE

[Dal sito di "MicroMega" riprendiamo l'anticipazione della prefazione di Annamaria Rivera al volume "Stupri di guerra e violenze di genere". Riprendiamo anche la seguente breve presentazione del libro: "Gli stupri di massa e altre violenze sessuali contro donne, ma anche bambini e bambine, sono spesso l'atroce corollario dei conflitti armati, che siano o non guerre convenzionali. Come ha riconosciuto una risoluzione delle Nazioni Unite, ben lontano dall'essere incidentale, un tal genere di violenza costituisce una vera e propria tattica di guerra, finalizzata a umiliare e piegare gli uomini della parte avversa e l'intera comunita' di appartenenza. Le autrici e gli autori del volume affrontano il tema con approcci pluridisciplinari, e coprendo un arco di tempo storico che spazia dai colonialismi alla seconda guerra mondiale, dal genocidio armeno alla guerra civile nell'ex Jugoslavia, dai conflitti in Rwanda, Palestina, Somalia, Nigeria, India, Birmania, Darfur, America Latina alla violenza femminicida nei territori curdi occupati dall'Isis, fino agli "stupri di pace" compiuti dalle forze di peacekeeping. Vi si analizzano le diverse teorie interpretative, i risvolti della giurisprudenza locale e internazionale, le conseguenze mediche e psico-sociali, le iniziative di riscatto e di denuncia delle vittime, spesso sostenute da movimenti femministi. In uno dei saggi si analizzano metafore e rappresentazioni dello stupro nella storia dell'arte e delle immagini; le pagine conclusive contengono i risultati del progetto Lungo la Linea Gustav: le vittime delle violenze e dell'oblio, di cui lo stesso volume e' parte. Autrici e autori: Giusi Ambrosio, Pauline Aweto, Fabrizio Battistelli, Sabrina Bettoni, Ilaria Boiano, Patrizia Cecconi, Francesca Declich, Laura Fano Morrissey, Marcello Flores, Marina Forti, Daria Frezza, Maria Grazia Galantino, Francesca Romana Koch, Flavia Lattanzi, Nicolette Mandarano, Paolina Massidda, Arin Milano, Valentina Muia', Monica Musri, Patrizia Salierno, Ozlem Tanrikulu, Gianni Tognoni, Vittoria Tola, Chiara Valentini. Simona La Rocca (a cura di), Stupri di guerra e violenze di genere, prefaz. di A. Rivera, introd. di I. Peretti, Ediesse, Roma 2015".

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009; La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010; Il fuoco della rivolta. Torce umane dal Maghreb all'Europa, Dedalo, Bari 2012]

 

[...] Se il Novecento, in particolare, e' stato epoca di violenze e stermini di dimensioni e intensita' immani, e' anche vero che essi "come ci ha ricordato tra gli altri Zygmunt Bauman (1992) - sono stati resi possibili dalla razionalita' tecnologica e burocratica europea, dallo sviluppo della scienza e della tecnica: ragion per cui niente ce ne garantisce l'irripetibilita'. Tanto e' vero che un cinquantennio [dopo Auschwitz] la guerra civile nell'ex Jugoslavia avrebbe squadernato molti orrori collaterali, per cosi' dire, per certi versi simili a quelli che hanno contraddistinto lo sterminio nazista e altri genocidi novecenteschi.

Nondimeno, sotto traccia continua ad agire l'ideologia che, fin da certe interpretazioni storiografiche, attribuisce a sacche di arretratezza, primitivismo e irrazionalita' lo scoppio di conflitti regionali e guerre civili: spesso letti come esplosione periodica di odi ancestrali tra gruppi detti etnici (Dei, 2005).

La cronaca della guerra fratricida jugoslava, con epurazioni e stupri "etnici" sistematici - per meglio dire, ginocidi (Paciucci, 2010) -, ha rappresentato il trionfo del paradigma e delle designazioni etnicizzanti, che in tal modo, affermandosi come un dato di fatto indiscutibile, si sono consolidati anche nel linguaggio corrente. In realta', la concezione primordialista dell'appartenenza, dell'identita', degli stessi conflitti e' stata usata come strumento ideologico e di propaganda dagli stessi belligeranti (Hayden, 2005). E cosi' ha contribuito a occultare o minimizzare il peso dei fattori economico-sociali, il gioco degli opposti nazionalismi, il riemergere del disegno egemonico della "grande Serbia", le strategie delle potenze europee, tendenti a soffiare a proprio vantaggio sul fuoco delle rivendicazioni separatiste (v. Rivera, 2012: 126-128). Soprattutto ha dissimulato un fattore decisivo: "le elite politiche uscite dal comunismo investirono il loro capitale politico nelle sciagurate imprese nazionaliste col solo scopo di mantenersi al potere e di riuscire a gestire le transizioni al capitalismo" (Paciucci, 2010).

Non molto diversamente, il conflitto in Ruanda e Burundi, culminato in genocidi e stupri di massa, e' stato sottoposto a una lettura in chiave rigidamente etnicista, identitaria, tribalista, che ha lasciato completamente in ombra altre logiche ancor piu' determinanti e trascurato il suo carattere di conflitto economico, sociale e politico.

Per dirla con le parole dello storico Alessandro Triulzi (1996: 37), sebbene si sia espresso nelle forme piu' atroci, quel conflitto si e' rivelato per molti versi di una "terrificante modernita'": non solo in quanto risultante locale "di complessi processi di ricomposizione degli assetti societari e politici", ma anche perche' la strategia dell'annientamento e degli stupri sistematici e' stata concepita e pianificata da elite intellettuali urbane e "si e' basata su sofisticate tecniche mediatiche" (ivi: 31).

Nel primo come nel secondo caso, gli stupri di massa sono stati usati come arma bellica, finalizzata a contaminare le donne "altrui" col proprio seme-essenza etnica, a costringerle a procreare figli "bastardi", oltre che a umiliare, disonorare, piegare gli uomini della parte avversa.

La violazione sistematica delle donne rivela anche - come osserva l'antropologa Francoise Heritier (1997) - l'idea perversa che la pretesa identita' etnica sia qualcosa di cosi' essenziale e naturale da poter essere trasmessa attraverso il seme maschile. Non va trascurato un altro movente: quello dell'incertezza categoriale e dell'angoscia suscitata dal troppo simile, sicche' lo stupro e' anche un mezzo per alterizzare il gruppo avverso o nemico e cosi' affermare, ristabilire o rafforzare, per quanto illusoriamente, la propria identita' (Rivera, 2010: 96).

Sia pure en passant, conviene richiamare l'attenzione su un paradosso: l'ingannevole "utopia", propria del nostro tempo, di una guerra "a zero morti", chirurgica, asettica, incruenta, affidata alla presunta infallibilita' dei droni, convive con la realta' dei conflitti odierni che usano e abusano di corpi, anche e soprattutto femminili. Un altro paradosso e' dato dal fatto che, con lo stato permanente di guerra asimmetrica e non-dichiarata, si sia affermata una sostanziale indistinzione tra guerra e pace, spazio interno e spazio esterno, funzioni civili e funzioni militari (Kilani, 2008).

E' anche per questo che lo stupro si configura non solo come arma di guerra, ma anche come arma di pace, e in un duplice senso. Anzitutto: le violenze sessiste, fino allo stupro e al femminicidio (o femicidio, come preferiscono dire alcune studiose), sono un dato strutturale dell'ordine patriarcale, il rumore di fondo, potremmo dire, cui si sovrappone il ricorrente fragore degli stupri bellici. In secondo luogo e per riferirci ai tempi presenti: dacche' esistono le forze di pace internazionali, il cosiddetto peacekeeping tende a caratterizzarsi per una ricorsivita' allarmante di violenze, stupri, prostituzione forzata, sfruttamento e ricatti sessuali, esercitati dai "portatori di pace" contro le popolazioni civili, soprattutto donne, ma perfino bambine e bambini.

Il caso di Ibis, operazione condotta dai para' della Folgore, nell'ambito di Restore Hope (1992-'95), intervento dei Caschi blu nella Somalia devastata dalla guerra civile, e' solo una manifestazione tra le piu' emblematiche e piu' note di questo crudele paradosso. Ricordiamo che i para' italiani si macchiarono di violenze atroci, anche sessuali, per le quali nessuno di loro e' mai stato condannato. Tra gli episodi piu' orrendi e piu' noti vi sono quelli di una giovane somala stuprata con un razzo illuminante e di un prigioniero torturato con elettrodi applicati ai genitali.

Prima e dopo questo caso - e fino a oggi, nonostante gli innumerevoli rapporti internazionali, le raccomandazioni e le condanne dell'Onu e di altre istituzioni -, episodi analoghi o ben peggiori si sono susseguiti con una regolarita' allarmante nei piu' vari contesti: per limitarci agli anni Duemila, in Eritrea, Burundi, Liberia, Guinea, Sierra Leone, Haiti, Repubblica Democratica del Congo, Costa d'Avorio, Benin, Sud Sudan... E, assai recentemente, di nuovo in Somalia, come documenta un rapporto del 2014 di Human Rights Watch; nonche', secondo notizie trapelate nel 2015, nella Repubblica Centroafricana e ancora ad Haiti.

Secondo un'indagine dell'Internal Oversight Services, organismo delle stesse Nazioni Unite, nel solo periodo tra il 2008 e il 2013 i Caschi blu si sarebbero resi responsabili di ben quattrocentottanta casi di sfruttamento e violenze sessuali, un terzo dei quali ai danni di minori.

Potremmo aggiungere che sono proprio lo sfruttamento e la violenza sessuali a costituire il trait d'union piu' evidente tra la sfera dei crimini di guerra e quella dei crimini di pace, per definirla in termini basagliani. Ricordo che nel 1975 Franco Basaglia, in collaborazione con Franca Ongaro Basaglia, proponeva la nozione di crimini di pace come chiave per la comprensione delle violenze prodotte nell'ambito della "normalita'" quotidiana. Il riferimento era prima di tutto alle istituzioni totali, certo, ma il concetto si estendeva a un'ampia serie di pratiche di subordinazione e disciplinamento del corpo e della mente che, de-umanizzando e reificando particolari categorie di persone, ne cancellano la dignita' personale. Forse sarebbe utile riprendere questa nozione, anche per analizzare piu' a fondo la continuita' e la dialettica fra tempo detto di pace e tempo di guerra.

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Riferimenti bibliografici

- Basaglia Franco, Basaglia Ongaro Franca (a cura di), 1975, Crimini di pace. Ricerche sugli intellettuali e sui tecnici come addetti all'oppressione, Einaudi, Torino.

- Bauman Zygmunt, 1992, Modernita' e Olocausto, Il Mulino, Bologna (ed. or. Modernity and Holocaust, Basil Blackwell, Oxford 1989).

- Dei Fabio, 2005, "Descrivere, interpretare, testimoniare la violenza", in: F. Dei (a cura di), Antropologia della violenza, Meltemi, Roma, pp. 7-75.

- Hayden Robert M., 2005, "Comunita' immaginate e vittime reali: autodeterminazione e pulizia etnica in Jugoslavia", in: F. Dei (a cura di), op. cit., pp.145-182.

- Heritier Francoise, 1997, Maschile e femminile. Il pensiero della differenza, Laterza, Bari (ed. or. Masculin/Feminin. Le pensee de la difference, Odile Jacob, Paris 1996).

- Human Rights Watch, 2014, The Power These Men Have Over Us. Exploitation and Abuse by African Union Forces in Somalia, September 8, 2014: http://www.hrw.org/reports/2014/09/08/power-these-men-have-over-us

- Kilani Mondher, 2008, Guerra e sacrificio (pref. e cura di A. Rivera; trad. di V. Carrassi), Dedalo, Bari (ed. or. Guerre et sacrifice. La violence extreme, Presses Universitaires de France, Paris 2006).

- Paciucci Gianluca, 2010, "Lo scandalo Sarajevo" (dalla rivista Guerre&Pace, 2007), in: GlobalProject, 23 agosto: http://www.globalproject.info/it/community/lo-scandalo-sarajevo/5601

- Rivera Annamaria, 2010, La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo, senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma. 2012, "Etnia-Etnicita'", in: R. Gallissot, M. Kilani, A. Rivera, L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave (trad. di A. Rivera, D. Pozzi, E. Savoldi), Dedalo, Bari, pp. 123-151.

- Triulzi Alessandro, 1996, "Ruanda perche'. Guerra e pace 'a bassa intensita'' in Africa", Giano, n. 24, pp. 29-40.

 

2. MAESTRE. DIECI POESIE DI EMILY DICKINSON

[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, pp. 3-21. Le traduzioni dei dieci componimenti qui presentati sono di Silvia Raffo, Margherita Guidacci, Massimo Bacigalupo.

Emily Dickinson - poetessa imprescindibile - visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002. Ebbe a scrivere della sua opera Luciano Bonfrate: "Mi capita di usare dei suoi versi / come fosser sentenze di sibilla / della mia vita specchio, e vi scintilla / cio' che trovai, che non trovai, che persi"]

 

1

 

Settimana di San Valentino 1850

 

Nove Muse, destatevi, e in un canto divino

svolgete il sacro nastro per il mio Valentino!

 

Per fanciulli e damigelle follemente innamorati

questa terra fu creata, per dolcezze e per sospiri,

per quell'uno che risulta da due cuori accompagnati.

Tutti trovano un compagno sulla terra, in mare, in cielo,

solo te Dio fece singolo in un mondo cosi' bello!

La sposa con lo sposo, i due, e poi l'uno,

Adamo insieme ad Eva, la luna insieme al sole,

la vita questo impone, chi lo fa e' beato;

chi si ribella al re, sia all'albero impiccato.

Cerca il superbo l'umile, il grande vuole il piccolo,

chi cerca sempre trova, nella terrestre sfera;

l'ape corteggia il fiore, il fiore s'apre all'ape,

liete le loro nozze, cento foglie le invitate;

il vento prega i rami, e questi gli si danno.

Il padre premuroso cerca una sposa al figlio.

La furia delle onde si duole sulla riva,

il mare occhi pensosi volge alla bianca luna,

si fondono gli spiriti, e fan solenni voti,

l'onda non geme piu', ne' pallida e' la luna.

Cerca il verme i mortali, morte una sposa viva,

la notte sposa il giorno, ama l'aurora il vespro;

il cielo e' un cavaliere sincero, e la terra

un'allegra civetta, la corte a lungo dura.

Ed ora, riassumendo, diro' la mia sentenza

perche' tu ti ravveda e mondi la tua anima:

tu sei un assolo umano, sei triste e appartato,

senza compagna raccogli quello che hai seminato.

Hai mai ore silenti, minuti senza fine,

pensieri troppo cupi, e pianti anziche' canti?

Ci sono Sarah, Eliza, ed Emeline la bella,

c'e' Harriet, c'e' Susan, e quella ricciutella!

Ciechi sono i tuoi occhi, eppure puoi vedere

sedute sopra l'albero le sei, graziose e fide;

accostati pian piano e arrampicati ardito,

scorda lo spazio e il tempo, cogli la preferita!

Poi portala nel bosco, preparale un rifugio,

e dalle cio' che brama, gioielli, uccelli o fiori -

porta la tromba e il piffero, rullare fa' il tamburo -

da' il buongiorno al mondo, e in gloria va' al sicuro!

 

2

 

C'e' un altro cielo,

sempre limpido e bello,

e c'e' un altro rilucere di sole,

anche se e' fitta, li', l'oscurita':

basta foreste disseccate, Austin,

basta campi silenziosi -

qui sta la piccola foresta

dalla foglia sempreverde;

ed il giardino piu' luminoso

che mai gelo conobbe:

tra i suoi fiori perenni

odo l'ape ronzare, allegra:

ti prego, fratellino,

vieni nel mio giardino!

 

3

 

"Sic transit gloria mundi",

"Come s'industria l'ape",

"Dum vivimus vivamus",

Resisto al mio nemico!

 

Oh, "veni, vidi, vici!"

Caput da capo a pie'!

e oh "memento mori"

quando andro' via da te!

 

Urra' per Peter Parley!

Urra' per Daniel Boone!

Tre urra' per chi, signore,

primo osservo' la luna!

 

Peter, solleva il sole;

Pat, sistema le stelle;

di' a Luna che il te' e' pronto,

chiama fratello Marte!

 

Posa la mela, Adamo,

e vieni via con me,

una delizia avrai

del melo di papa'!

 

Dal "Colle della Scienza"

"le terre giu' contemplo":

trascendentale scena

mai vista prima d'ora!

 

Alla Legislatura

mi manda il mio paese;

per me scarpe di gomma,

qualunque vento tiri!

 

Nel corso degli studi

mi fu svelato che

da un melo per isbaglio

cadde la gravita'!

 

La terra sul suo asse

dicevan volteggiare,

al modo di un ginnasta,

il sole ad onorare!

 

E fu Colombo il prode,

navigando sull'onde,

che disse alle nazioni

dove avrei abitato!

 

Mortalita' e' fatale -

fine e' l'educazione,

ed eroica la frode,

sublime l'evasione!

 

I nostri padri caddero

stremati a Bunker Hill,

son molti di' da allora,

pure, dormono ancora, -

 

li destera' la tromba,

sorger li vedo in sogno,

con il moschetto fiero

in marcia verso il cielo!

 

Un vile fermo stara'

finche' dura la lotta;

ma un immortale eroe

col berretto scappera'!

 

Addio, signore, io parto;

la terra mia mi chiama,

ch'io possa, nel lasciarvi,

le lacrime asciugare.

 

In segno d'amicizia

accetta il "grato dono",

passata oltre la luna

la mano che lo colse,

 

memoria dei miei resti

sara' consolazione;

ora addio, Tuscarora,

e addio, signore, a te!

 

San Valentino '52

 

4

 

Sopra un mare mirabile

navigando in silenzio,

conosci tu la riva,

o pilota,

dove non urlano i marosi,

dove non e' piu' tempesta?

 

Nel tacito ponente

molte vele in riposo

in un saldo ancoraggio.

E laggiu' ti piloto.

Terra! L'eternita'!

Eccoci infine in porto!

 

5

 

In primavera mi fa compagnia

un uccello che canta per me sola -

la primavera ammalia - quando poi

l'estate s'avvicina

e appaiono le rose,

ecco che il pettirosso e' andato via.

 

Ma non me ne rattristo

sapendo che il mio amico

certo di la' dal mare

impara nuove melodie per me

e deve ritornare.

 

In piu' tenere mani assicurati,

in piu' sincera terra custoditi

sono i miei -

ed anche se fuggiti

dico al mio cuore in ansia

che li raccogli tu.

 

In luce piu' serena,

in piu' dorato splendore

vedo ogni dubbio sciogliersi e svanire,

ogni timore e pena di quaggiu'.

 

Non saro' mai piu' triste,

sapendo che il mio amico,

pur se volato via,

da un albero lontano

a me rimandera'

l'azzurra melodia.

 

6

 

Spesso i boschi son rosa -

spesso sono bruni.

Spesso le colline si spogliano

alle spalle del mio paese.

Sovente si corona una testa

come altre volte ho visto -

sovente un angolino

dove e' sempre stato -

E la terra - mi dicono -

ha compiuto un altro giro sull'asse!

Stupenda questa rotazione

e che bastino dodici a farla!

 

7

 

I piedi che camminan verso casa

vanno con lievi sandali,

il croco, fino al tempo di fiorire,

vassallo e' della neve -

labbra dell'alleluia

lunghi anni d'esercizio sostennero

finche' prima o poi i barcaioli

camminarono cantando sulla riva.

 

Le perle sono l'esile salario

che al mare strappa il tuffatore ardito,

le ali, il carro dei Serafini,

un tempo pedoni come noi -

La notte e' l'ordito del giorno,

il furto - eredita' -

la morte e' la nostra attenzione rapita

all'immortalita'.

 

I miei calcoli non mi sanno dire

quanto distante quel villaggio sia

che gli angeli coltivano, i cui borghi

punteggiano di luci tutto il cielo -

i miei dotti si velano la faccia -

e la mia fede venera la tenebra

che irrora dalle sue abbazie sontuose

tale resurrezione.

 

8

 

Esiste una parola

che impugna una spada

potrebbe trapassare un uomo armato -

lancia le sue acuminate sillabe

ed e' di nuovo muta -

ma dove va a cadere

dira' chi si salva

il giorno sacro alla patria

che qualche valoroso suo fratello

dono' l'ultimo respiro.

 

Dovunque corra l'affannato sole -

dovunque vaghi il giorno -

e' il suo assalto silente -

la sua certa vittoria!

Ecco il piu' scaltrito tiratore!

La mira piu' perfetta!

Il piu' sublime bersaglio del tempo

e' un'anima "dimenticata"!

 

9

 

Tra sentieri e tra rovi si stendeva -

tra boschi e radure - banditi

spesso ci passarono

sulla strada deserta.

 

Ed il lupo veniva ad occhieggiare -

perplessa ci guardava la civetta -

la sagoma di seta della serpe

sgusciava via furtiva -

 

Tempeste ci sfiorarono le vesti -

i pugnali del lampo dardeggiavano -

feroce dagli spalti della roccia

l'avvoltoio famelico grido' -

 

E le dita del satiro accennavano -

"Venite" la vallata mormoro' -

Questi erano i compagni -

questa era la via

che corsero quei bimbi verso casa.

 

10

 

La mia ruota e' nel buio!

Non vedo neppur uno dei suoi raggi,

eppure so che il suo passo stillante

si volge sempre in giro.

 

Il mio piede e' sull'onda!

Strada non frequentata -

pure tutte le strade

portano a una radura.

 

Alcuni hanno lasciato ormai la spola;

nella tomba operosa

altri fanno un lavoro inconsueto;

 

altri con nuova, solenne andatura,

regalmente oltrepassano il cancello

respingendo il problema

a voi e a me!

 

3. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE NONA)

[Riproponiamo ancora una volta la seguente dispensa predisposta dall'autore nell'aprile 2004 per il secondo semestre dell'anno accademico 2003/2004 del corso su "Femminismo, studi di genere e letteratura latina" che abbiamo ripreso dal sito www.uniroma2.it]

 

9. La critica letteraria femminista

Contenuto del capitolo

In questo capitolo rivolgeremo la nostra attenzione in particolare alla critica letteraria femminista, citando alcuni dei libri piu' significativi in questo campo. Vedremo in particolare l'opera di Elaine Showalter, che distingue tra "critica femminista" (studiare la letteratura maschile da un punto di vista femminile) e "ginocritica" (studiare la letteratura prodotta da donne), e un libro particolarmente significativo, La pazza in soffitta (1979) di Sandra Gilbert e Susan Gubar. L'insistenza delle femministe sulla questione della parzialita' dei punti di vista portera' come sua conseguenza estrema l'elaborazione della critica della "voce personale", in cui la studiosa di letteratura parla esplicitamente in prima persona e legge i testi alla luce della propria esperienza autobiografica.

*

9. 1. La critica letteraria femminista: studi sulla letteratura angloamericana e studi sul linguaggio

La critica letteraria femminista nasce nei primi anni Settanta negli "English Departments" delle universita' inglesi e statunitensi.

Il 1970 e' una data importante per il femminismo "letterario", perche' in quell'anno la poetessa Adrienne Rich (parr. 3. 5, 4. 2) e' incaricata dalla "Modern Language Association" (Mla), un potente organo accademico, di stendere un contributo per il forum sullo "status delle donne nelle professioni". Il saggio di Rich, "When We Dead Awaken: Writing as Re-vision" ("Quando noi morte ci destiamo: la scrittura come re-visione", 1971, trad. it. in A. Rich, Segreti, silenzi, bugie: il mondo comune delle donne, La Tartaruga, Milano 1989) introduce il concetto di re-visione nei confronti di un testo: in sostanza; si tratta di accostarsi a un vecchio testo, prodotto della societa' degli uomini, con occhi nuovi, quelli delle donne. E' la nascita di una nuova prospettiva nella critica letteraria, che trovera' il suo pieno sviluppo nel corso degli anni Settanta con il duplice intento di svelare i luoghi comuni sulle donne da parte dei grandi autori uomini del passato, e di rivalutare la cultura e la scrittura delle donne.

Questi anni vedono la pubblicazione di vari lavori significativi, tra cui sono da ricordare almeno Patricia Meyer Spacks, The Female Imagination, Knopf, New York 1975; Ellen Moers, Literary Women: The Great Writers, Doubleday, New York 1976 (trad. it. Grandi scrittrici, grandi letterate, Milano, Edizioni di Comunita' 1979); Elaine Showalter, A Literature of Their Own: British Women Novelists from Bronte to Lessing, Princeton University Press, Princeton 1977 (2a ed. rivista e ampliata Virago, London 1999; trad. it. Una letteratura tutta per se', Milano, La Salamandra 1984); Sandra Gilbert e Susan Gubar, The Madwoman in the Attic. The Woman Writer in the Nineteenth Century Imagination, Yale University Press, New Haven 1979; Toril Moi, Sexual/Textual Politics: Feminist Literary Theory, Routledge, New York - London 1985.

Importante e' il libro di Judith Fetterley The Resisting Reader: A Feminist Approach to American Fiction, Bloomington, Indiana, Indiana University Press, 1978, che analizza i modi in cui la lettrice donna, nella tradizione americana, e' costretta dalla pragmatica testuale ad assumere identificazioni profondamente antifemminili.

Uno dei temi che si iniziano ad affrontare alla fine degli anni Settanta e' la comunicazione dal punto di vista femminile: in particolare la raccolta curata da Deborah Cameron, The Feminist Critique of Language: A Reader, London-New York, Routledge 1990, concentra l'attenzione sull'interesse per il "silenzio" delle donne, la loro esclusione dalla voce del potere, la differenza di genere nei modi dell'espressione linguistica, la ricerca di una vera "voce femminile".

*

9. 2. Elaine Showalter e la "gynocritics"

Significativa, sempre in questi anni, e' la nascita della rivista femminista americana "Signs", e l'inizio di un dibattito tra pensiero femminista e mondo accademico, ad opera di Elaine Showalter con l'articolo "Women and the Literary Curriculum", nella rivista "College English" (1970). Il contributo di Showalter ha particolare valore perche' inaugura un nuovo modello di critica letteraria, quello della "gynocritics". Showalter opera una distinzione tra feminist critic, "critica femminista", che si concentra sulla donna come lettrice e si propone di analizzare e decostruire i presupposti ideologici patriarcali nella letteratura maschile, e, appunto, quella che chiama "ginocritica", cioe' la critica che si occupa della donna in quanto scrittrice.

Se il critico decostruzionista della "Yale School" Geoffrey Hartman aveva usato la metafora del "criticism in the wilderness" (titolo di un suo libro del 1980), Showalter la riprende per la critica femminista, nell'articolo "Feminist Criticism in the Wilderness", "Critical Inquiry" 8 (1981) pp. 179-205, anche nel volume da lei curato The New Feminist Criticism: Essays on Women, Literature, and Theory, Pantheon Books, New York 1985, pp. 243-70.

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9. 3. Sandra Gilbert e Susan Gubar: la "pazza in soffitta"

L'approccio di Showalter non condivide il separatismo femminista, e punta invece al confronto e al dialogo con la tradizione maschile. Questo atteggiamento e' sostanzialmente fatto proprio anche da Gilbert e Gubar in The Madwoman in the Attic (1979), che pongono al centro dell'attenzione il duro processo che la donna scrittrice deve affrontare: all'"anxiety of influence" (Harold Bloom) propria di ogni scrittore, che deve fare i conti con la tradizione preesistente, si aggiunge per la donna l'"anxiety of authorship", l'"angoscia di essere autrice" in un mondo condizionato da una prospettiva maschile, che le impone inevitabilmente complicita' e compromessi frustranti.

La "pazza in soffitta" del titolo di Gilbert e Gubar si riferisce al personaggio di Bertha Mason in Jane Eyre (di Charlotte Bronte, 1847), la moglie del signore di Rochester che, diventata pazza, viene tenuta segregata da tutti nella soffitta del castello. Questa figura, vista come una sorta di "doppio" della scrittrice, viene assunta dalle autrici come metafora dell'irriducibile alterita' della condizione femminile. (Abbiamo visto sopra come il tema della "pazzia" sia caratteristico anche del lavoro di Juliet Mitchell: par. 9. 1).

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9. 4. L'influenza del femminismo francese sulla critica americana

Le teorizzazioni di Cixous sull'ecriture feminine (par. 6. 3) e di Luce Irigaray sul parler femme (par. 6. 2), nonche' l'opera di Kristeva (par. 6. 4; Kristeva, ricordiamo, e' invece scettica nei riguardi della "scrittura femminile"), hanno esercitato notevole influenza non solo sulla riflessione teorico-filosofica del femminismo americano, ma anche sulla critica letteraria.

Tra i nomi che si possono accostare a questa tendenza, ricordiamo quelli di Mary Jacobus, Alice Jardine, Jane Gallop, Nancy K. Miller, tutte variamente impegnate nell'analisi delle relazioni esistenti tra genere, identita' e linguaggio, e della loro influenza sulla scrittura femminile.

Alice A. Jardine. Esemplare di questo orientamento "francesizzante" della critica statunitense e' Alice A. Jardine (Professor of Romance Languages and Literatures, Harvard University), Gynesis: Configurations of Woman and Modernity, Cornell University Press, Ithaca NY, 1985. "Gynesis" e' un altro neologismo, formato da "donna" (in greco gyne) + "genesi", cioe' "il mettere 'la donna' nel discorso ("the putting into discourse of 'woman'") come quel processo diagnosticato in Francia come la condizione della modernita'; anzi, la valorizzazione del femminile, della donna, e le sue connotazioni obbligatorie, cioe' storiche, come qualcosa di intriseco a nuovi e necessari modi di pensare, di scrivere, di parlare" (p. 25). "Gynesis", in altri termini, sta ad indicare il ruolo fondamentale svolto dal femminile nella filosofia moderna da Nietzsche fino a Lacan, Derrida, Deleuze, in cui "donna" e' diventato "un nuovo spazio retorico... inseparabile dai mementi piu' radicali di gran parte delle discipline contemporanee", sinonimo di "quei processi che sconvolgono le strutture simboliche dell'Occidente" (pp. 38, 42).

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9. 5. Problemi della critica femminista

Il livello sempre crescente di astrazione e sottigliezza della teorizzazione femminista sulla letteratura, ha portato recentemente a forme di disagio nei confronti della "teoria" all'interno dello stesso ambito femminista.

Da un lato, varie studiose hanno sentito il bisogno di ammonire le colleghe circa i potenziali rischi di impoverimento e stereotipizzazione dell'analisi insiti nell'adozione talora superficiale di metodologie intepretative precostituite. E' il caso di Sally Minogue, curatrice della raccolta Problems for Feminist Criticism, Routledge, London-New York 1990. Similmente, Janet Todd in Gender, Art and Death, Polity Press, Cambridge 1993, rivendica il proprio ruolo di critico letterario femminista di "prima generazione", quella che univa l'ottica di genere all'attenzione "tradizionale" al contesto socio-culturale delle opere letterarie.

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9. 6. La critica della "voce personale"

D'altro canto, sempre come espressione di un certo scetticismo nei confronti della teoria, altre studiose hanno sviluppato un approccio alla pratica della critica letteraria di tipo "autobiografistico", preoccupate dall'apparente insorgere di quello che e' stato definito un "femminismo senza donne" (vedi Tania Modleski, Feminism without Women: Culture and Criticism in a "Postfeminist" Age, Routledge, New York-London 1991). La pratica del cosiddetto personal criticism o autobiographical criticism, o "critica della voce personale", e' stata presentata e sostenuta da Nancy K. Miller nel suo libro Getting Personal: Feminist Occasions and Other Autobiographical Acts, Columbia University Press, New York 1992, e nella raccolta di saggi curata da Gayle Greene e Coppelia Kahn, Changing Subjects: The Making of Feminist Literary, Routledge, London-New York 1993.

La "critica personale" mette in primo piano la dimensione individuale, autobiografica, della singola studiosa, in una sorta di tentativo di recuperare le esperienze legate al vissuto della prima critica femminista. Tuttavia, questo tipo di critica non e' solo legato allo scetticismo nei confronti degli eccessi personalizzanti e alla fine desessualizzanti della teorizzazione. Infatti, essa ha una sua propria motivazione teorica che consiste nel portare avanti, fino alle estreme conseguenze, la sottolineatura delle "differenze" e della particolarizzazione etnica, politica e sociale che era un elemento essenziale della riflessione femminista sull'identita' e sulla soggettivita'.

(Parte nona - segue)

 

4. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE DECIMA E CONCLUSIVA)

 

Abbreviazioni bibliografiche

- Baccolini, Raffaella - Maria Giulia Fabi - Vita Fortunati - Rita Monticelli (edd.). 1997. Critiche femministe e teorie letterarie, Clueb, Bologna (con antologia di testi).

- Biagini, Enza - Augusta Brettoni - Paolo Orvieto (edd.). 2001. Teorie critiche del Novecento. Con antologia di testi, Roma, Carocci.

- Cavarero, Adriana - Franco Restaino (edd.). 2002. Le filosofie femministe. Due secoli di battaglie teoriche e pratiche, Bruno Mondadori, Milano (con antologia di testi).

- Ceserani, Remo. 1999. Guida allo studio della letteratura, Laterza, Roma-Bari.

- Di Cori, Paola - Donatella Barazzetti (edd.). 2001. Gli studi delle donne in Italia. Una guida critica, Carocci, Roma.

- Izzo, Donatella (ed.). 1996. Teoria della letteratura. Prospettive dagli Stati Uniti, La Nuova Italia Scientifica [ora Carocci], Roma.

- Chialant, Maria Teresa - Eleonora Rao (edd.). 2000. Letteratura e femminismi. Teorie della critica in area inglese e americana, Liguori, Napoli (con antologia di testi).

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Approfondimenti bibliografici e internet

Tra i migliori siti internet italiani per un'introduzione al femminismo e agli studi di genere segnaliamo "Donne e conoscenza storica" (www.url.it/donnestoria), con molti saggi e documenti (solo alcuni dei quali verranno segnalati nelle brevi indicazioni seguenti); e www.storiadelledonne.it, a cura dell'Unione femminile nazionale (www.unionefemminile.it) con la Societa' italiana delle storiche. Utile anche "Il sito delle streghe"(www.geocities.com/~tesorino/Il_sito_delle_streghe/index1.html).

Un'ottima introduzione storica allo sviluppo del pensiero femminista e' quella di Franco Restaino, "Il pensiero femminista. Una storia possibile", in Cavarero-Restaino (2002) pp. 3-77. Il cap. 1 ("The Contemporary Women's Movement"), di Linda Nicholson, Gender and History (Columbia University Press 1986), molto utile per un inquadramento storico del movimento femminista, si puo' leggere a: www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/us/nichols2.htm

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1. La "Dichiarazione" di Olympe de Gouges si trova a www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/dichiarazione.htm

Moltissimi sono gli studi su Mary Wollstonecraft; sul web, per esempio, www.edgehill.ac.uk/acadepts/humarts/english/subject/mw.htm Il testo di A Vindication of the Rights of Women si puo' leggere on line a: www.orst.edu/instruct/phl302/texts/wollstonecraft/woman-contents.html Brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 119-22. Possiamo anche ricordare che la scrittrice italiana Elisabetta Rasy ha dedicato a Mary Wollestonecraft il recente romanzo biografico L'ombra della luna (Rizzoli).

Recentemente e' stata pubblicata in italiano la raccolta di scritti di John Stuart Mill e Harriett Taylor, Sull'eguaglianza e l'emancipazione femminile, a cura di Nadia Urbinati, Einaudi, Torino 2001. Brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 123-6.

Il testo della Dichiarazione di Seneca Falls e' pubblicato, insieme al resoconto della successiva "Convenzione di Rochester", in un volume curato da Raffaella Baritono, Il sentimento delle liberta', La Rosa Editrice, Torino 2002. La Dichiarazione e' anche leggibile a www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/seneca.htm

Brani dall'Autobiografia di Aleksandra M. Kollontai (Feltrinelli, Milano 1975) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 127-30.

Sul movimento delle donne nel Novecento italiano, vedi Il Novecento delle italiane: una storia ancora da raccontare, a cura del gruppo "Controparola", Editori Riuniti, Roma 2001.

Biografia di Anna Kuliscioff a www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti17.html

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2. Sterminata la bibliografia e sitografia su Virginia Woolf e Simone de Beauvoir. Si puo' partire da: www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/VaWoolf.htm , www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/SdeBeauvoir.htm

Brani da Tre ghinee di V. Woolf, dal Secondo sesso di de Beauvoir, e da La mistica della femminilita' di Betty Friedan (trad. it. Edizioni di Comunita', Milano 1964) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 131-42. Il libro piu' recente di Friedan in trad. it. e' L'eta' da inventare: la seconda meta' della vita, Frassinelli 1994 (2a ed. 2000).

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3. Una raccolta di slogan e "frasi celebri" del femminismo radicale a http://feminism.marhost.com/f/radfemquotes.html

Su Firestone cfr. Sarah Franklin, "The Dialectic of Sex: Shulamith Firestone Revisited" pubblicato dal Department of Sociology, Lancaster University a www.comp.lancs.ac.uk/sociology/soc050sf.html Il primo capitolo di Dialectic of Sex e' leggibile a www.marxists.org/reference/subject/philosophy/works/us/fireston.htm Brani dalla trad. it. La dialettica dei sessi: autorita' maschile e societa' tardo-capitalistica, a cura di L. Personemi, Guaraldi, Firenze 1971, in Cavarero-Restaino (2002) pp. 147-50.

Kate Millett: brani da Sexual Politics (trad. it. La politica del sesso, Rizzoli, Milano 1971) in Cavarero-Restaino (2002) pp. 143-6.

L'eunuco femmina di Germaine Greer e' ristampato negli "Oscar" Mondadori.

Cronologia degli eventi principali relativi al femminismo lesbico a www.womens-studies.ohio-state.edu/araw/chrono1.htm

Trad. it. di "The Traffic in Women" di Gayle Rubin in dwf 1 (ottobre-dicembre 1976) pp. 23-65; brani in Cavarero-Restaino (2002) pp. 160-4. L'articolo di Rubin "Thinking Sex" si trova in C. Vance (ed.), Pleasure and Danger: Exploring Female Sexuality, Routledge, Boston 1984 = H. Abelove, M. A. Barale, D. M. Halperin (edd.), The Lesbian and Gay Studies Reader, Routledge, New York and London, 1993, pp. 3-44.

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4. Sulla psicologa femminista Phyllis Chesler, vedi www.phyllis-chesler.com Il suo libro piu' recente e' Mad Men and Medusas: Reclaiming Hysteria and the Effect of Sibling Relations on the Human Condition, The Penguin Press, London 2000.

Su Adrienne Rich, vedi www.depts.drew.edu/wmst/corecourses/wmst111/timeline_bios/ARich.htm

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5. S. Brownmiller ha un suo sito: www.susanbrownmiller.com A www.susanbrownmiller.com/html/antiporno.html si puo' leggere il suo articolo "Lets Put Pornography Back in the Closet" ("Rimettiamo la pornografia nel ripostiglio"), scritto per il giornale "Newsday" nel 1979 mentre l'autrice stava organizzando il gruppo "Women Against Pornography".

Una semplice ricerca in Internet mostrera' quanto vivace sia ancora oggi il dibattito sulla pornografia nel mondo americano. Una selezione di scritti di Andrea Dworkin si puo' leggere a www.nostatusquo.com/ACLU/dworkin/OnlineLibrary.html Su Katherine MacKinnon: www.cddc.vt.edu/feminism/MacKinnon.html

Il punto sulla questione e' fatto in Drucilla Cornell (ed.), Feminism and Pornography, Oxford University Press, Oxford 2000, che contiene tra l'altro vari interventi di A. Dworkin e C. MacKinnon (anche di Judith Butler, bell hooks, Audre Lorde, e molte altre), nonche' un "Manifesto italiano" sulla prostituzione, e una sezione su quello che si suole chiamare "turismo sessuale" nell'ottica degli studi postcoloniali.

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6. Per un'introduzione alla critica decostruzionista, vedi Stefano Rosso in Izzo (1996) pp. 31-56, con ampia bibliografia; Ceserani (1999) 116-9, pp. 492-5; Biagini in Biagini-Brettoni-Orvieto (2001) pp. 253-61, e Jonathan Culler, Sulla decostruzione, Bompiani, Milano 1988 (ed. orig. 1982).

Sul concetto di differenza sessuale vedi anche Francesca Di Donato, "Per una critica della differenza sessuale. Domande e risposte sulla riflessione femminista attuale", lgxserver.uniba.it/lei/personali/didonato/index.html

In italiano di Helene Cixous si puo' vedere Scritture del corpo. Variazioni su un tema, a cura di Paola Bono, Sossella ed., 2000.

Su Julia Kristeva: www.cddc.vt.edu/feminism/Kristeva.html

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7. Non sorprendentemente, Haraway e' molto popolare nel web. Il suo "Manifesto Cyborg" si puo' leggere, per esempio, a www.stanford.edu/dept/HPS/Haraway/CyborgManifesto.html Punti di partenza su Haraway: www.anotherscene.com/outthere/dhwy.htm , o www.asahi-net.or.jp/~RF6T-TYFK/haraway.html

In italiano: Testimone_Modesta@FemaleMan©_incontra_OncoTopo. Femminismo e tecnoscienza, Feltrinelli, Milano 1999; Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Feltrinelli, Milano 1995.

Tra i libri in inglese di Teresa de Lauretis ricordiamo Alice Doesn't: Feminism, Semiotics, Cinema (1984), Technologies of Gender (1987), The Practice of Love (1994). Ha curato tre raccolte di saggi: Feminist Studies/Critical Studies (1986), The Cinematic Apparatus (1980), e The Technological Imagination (1980). Ha curato inoltre il numero dedicato alla "Queer Theory" del giornale differences: A Journal of Feminist Cultural Studies (1990). Tra i libri in italiano: La sintassi del desiderio: struttura e forme del romanzo sveviano (Ravenna, Longo 1976), Umberto Eco (Firenze, La Nuova Italia 1981), Differenza e indifferenza sessuale. Per l'elaborazione del pensiero lesbico (Firenze, Estro 1989), Sui generis. Scritti di teoria femminista (Milano, Feltrinelli 1996), Pratica d'amore. Percorsi del desiderio perverso (Milano, La Tartaruga 1997) e Soggetti eccentrici (Milano, Feltrinelli 1999).

Su "Gay" e "Queer Theory", vedi Marco Pustianaz, "Teoria gay e lesbica", in Izzo (1996) pp. 109-29, e, per gli sviluppi in Italia, Id., "Studi gay e lesbici", in Di Cori-Barazzetti (2001) pp. 241-58.

Su Rosi Braidotti, vedi la recensione di S. Colella di Soggetto nomade e Dissonanze (da "L'Indice" 1995, n. 7) a www.internetbookshop.it

In Cavarero-Restaino (2002) pp. 209-12 e' antologizzata parte di un'intervista di Judith Butler a Braidotti apparsa in dwf 26-7 (1995).

Studi sul "corpo": in italiano, vedi tra i libri piu' recenti Ugo Volli, Figure del desiderio. Corpo, testo, mancanza, Raffaello Cortina editore, Milano 2002; Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano 2002. Un'antologia di saggi in inglese: Londa Schiebinger, Edwin E. Sparks (edd.), Feminism and the Body, Oxford University Press 2000.

Su Judith Butler, vedi anche Francesca Di Donato a lgxserver.uniba.it/lei/personali/didonato/butler.html

Un saggio di Gayatri Spivak e' in Baccolini et al. (1997) pp. 105-33. Qualche passo di Elogio del margine di bell hooks si puo' leggere a: www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/bell.htm ; sul suo ultimo libro, Feminism is for Everybody: Passionate Politics, South End Press, Cambridge, MA, 2000, vedi p. es. www.reconstruction.ws/BReviews/revFeminism.htm

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8. Il "Manifesto" di Rivolta Femminile si puo' leggere a: www.url.it/donnestoria/testi/percorso_900/lonzi.htm

Per la "Libreria delle donne" di Milano vedi www.libreriadelledonne.it

Su Luisa Muraro: www.ereditareilfemminismo.com

Sommario della annate di "dwf" (fino al 1997) a www.racine.ra.it/udi/bibliografie/storia/storia02.htm

Il celebre articolo di Anna Koedt "The Myth of the Vaginal Orgasm" (1970) si puo' leggere, tra i molti siti, per esempio a www.cwluherstory.com/CWLUArchive/vaginalmyth.html

Oltre al citato Il pensiero della differenza sessuale (1987), Diotima ha pubblicato, presso La Tartaruga di Milano, Mettere al mondo il mondo (1990), Il cielo stellato dentro di noi (1992) e, presso Liguori di Napoli, Oltre l'uguaglianza. Le radici femminili dell'autorita' (1995), La sapienza di partire da se' (1996), Il profumo della maestra (1999), Approfittare dell'assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione (2002).

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9. Due preziose introduzioni alla critica letteraria femminista (entrambe con antologia di saggi in traduzione italiana) sono Baccolini et al. (1997), e Chialant-Rao (2000).

Rassegna bibliografica di opere in italiano di e sulla critica letteraria femminista dal 1975 al 1996, a cura di Laura De Nicola, a rmcisadu.let.uniroma1.it/crilet/mostra900/zancan.htm

Bibliografia e links su Elaine Showalter: virtual.clemson.edu/groups/womenstudies/flc436/showalter.html La traduzione italiana dell'articolo di Showalter del 1981 ("La critica femminista nel deserto") si puo' leggere in Chialant-Rao (2000) pp. 49-65).

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Indice della presente dispensa

1. Le origini del pensiero femminista

1. 1. Alle radici del femminismo: Olympe de Gouges e Mary Wollstonecraft

1. 2. Il primo femminismo (1848-1918): la lotta per l'uguaglianza nelle correnti liberale e socialista

1. 3. L'orientamento liberale: Harriett Hardy Taylor e John Stuart Mill

1. 4. Le suffragette americane e la "Dichiarazione di Seneca Falls"

1. 5. Friedrich Engels e il pensiero socialista

1. 6. Il femminismo in Italia tra Otto e Novecento

2. Uguaglianza vs differenza nel periodo di riflusso (1918-1968)

2. 1. Uguaglianza e differenza: Virginia Woolf

2. 2. Simone de Beauvoir: "Donna non si nasce, lo si diventa"

2. 3. Betty Friedan: la "mistica della femminilita'"

2. 4. Juliet Mitchell: "Donne: la rivoluzione piu' lunga"

3. Il femminismo radicale americano e la nascita della critica letteraria femminista (fine anni Sessanta - meta' anni Settanta)

3. 1. Il femminismo radicale: "il personale e' politico"

3. 2. Il Redstockings Manifesto

3. 3. Shulamith Firestone.

3. 4. Kate Millett: la "politica del sesso"

3. 4. Germaine Greer: L'eunuco femmina

3. 5. Il femminismo lesbico e la nascita dei "Lesbian Studies"

3. 6. Gayle S. Rubin e il sistema "sesso-genere"

4. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (I): la critica della psicoanalisi, la riflessione sulla maternita' e l'"etica della cura"

4. 1. Psicoanalisi e femminismo: Juliet Mitchell

4. 2. La riflessione su donna e maternita' negli Stati Uniti: Adrienne Rich

4. 3. Nancy Chodorow e Dorothy Dinnerstein

4. 4. L'"etica della cura": Carol Gilligan e Virginia Held

5. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (II): la questione della violenza sessuale e della pornografia

5. 1. Il problema della violenza sessuale: Susan Brownmiller

5. 2. Il dibattito sulla pornografia: Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon

6. La teoria della differenza nel femminismo francese (dal 1968 a oggi)

6. 1. Il movimento delle donne in Francia

6. 2. Luce Irigaray: teoria della differenza e critica del "fallogocentrismo"

6. 3. Helene Cixous: la "scrittura femminile"

6. 4. Julia Kristeva

7. Il femminismo nell'universita': la questione del soggetto e dell'identita' (dalla meta' degli anni Ottanta a oggi)

7. 1. L'"accademizzazione" del femminismo

7. 2. Donna Haraway e il cyber-femminismo

7. 3. Teresa de Lauretis

7. 4. "Queer Theory"

7. 5. Rosi Braidotti

7. 6. Judith Butler e la riflessione sul concetto di "corpo"

7. 7. Il femminismo nero ed etnico

8. La teoria della differenza nel femminismo italiano (dal 1968 a oggi)

8. 1. Il movimento delle donne in Italia

8. 2. Carla Lonzi

8. 3. Il gruppo "Diotima": Luisa Muraro e Adriana Cavarero

9. La critica letteraria femminista

9. 1. La critica letteraria femminista: studi sulla letteratura angloamericana e studi sul linguaggio

9. 2. Elaine Showalter e la "gynocritics"

9. 3. Sandra Gilbert e Susan Gubar: la "pazza in soffitta"

9. 4. L'influenza del femminismo francese sulla critica americana

9. 5. Problemi della critica femminista

9. 6. La critica della "voce personale"

Abbreviazioni bibliografiche

Approfondimenti bibliografici e internet

 

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

6. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"

 

Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

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Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

*

Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.

*

Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

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Numero 605 del 18 febbraio 2016

 

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