[Nonviolenza] Le due Rose. 31



 

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LE DUE ROSE

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La Rosa rossa contro la guerra

La Rosa bianca contro il nazismo

Per la pace e i diritti umani

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 31 del 3 febbraio 2016

 

In questo numero:

1. Per Nanni Salio

2. Paolo Macina: Un profilo di Nanni Salio

3. Ancora una volta chiediamo al governo italiano di recedere da una tragica follia

4. Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

5. Non passa giorno

6. Verso il 14 febbraio: come aderire alla campagna One Billion Rising 2016

7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

8. Una proposta alle persone di volonta' buona: alle elezioni una lista della pace

9. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

10. Hic et nunc, quid agendum

 

1. LUTTI. PER NANNI SALIO

 

La morte di Nanni Salio, una delle figure piu' autorevoli della nonviolenza in Italia, un uomo buono e saggio, uno studioso e un attivista di straordinario rigore morale e intellettuale, priva le amiche e gli amici della nonviolenza nel nostro paese del migliore dei maestri e dei compagni.

Con il suo impegno di militante, di pensatore, di organizzatore, con i suoi libri, le sue ricerche ed il suo insegnamento, con le innumerevoli iniziative promosse, con l'attivita' del Centro studi "Sereno Regis" di Torino, con la sua esistenza di persona buona e gentile, Nanni Salio ha donato all'umanita' infiniti doni e luminoso un esempio.

In questa ora di lutto diciamo ancora la nostra gratitudine, e il nostro impegno a recarne innanzi la lezione, il legato, la viva testimonianza, l'azione giusta e pia.

In questa ora di lutto lo salutiamo con il dolore della perdita incolmabile, e con la consapevolezza che non si estingue il bene che Nanni ha fatto e che nella memoria di chi lo ha conosciuto resta per sempre vivo.

 

2. MAESTRI E COMPAGNI. PAOLO MACINA: UN PROFILO DI NANNI SALIO

[Riproponiamo la seguente voce dall'edizione italiana di Wikipedia]

 

Giovanni Salio (Torino, 24 dicembre 1943 - primo febbraio 2016) e' stato un attivista, ambientalista e pacifista italiano. Si e' occupato di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' stato tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia.

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L'attivismo politico

Giovanni Salio si e' appassionato fin da giovane all'antimilitarismo, aderendo a 19 anni al Movimento Antimilitarista Italiano.

Negli anni '70 ha partecipato con altri attivisti del Movimento Internazionale di Riconciliazione e del Movimento nonviolento alle lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare; in seguito ad alcune manifestazioni per le vie del centro di Torino con cartelli che recavano scritte in favore degli obiettori, fu denunciato insieme ai pacifisti Domenico Sereno Regis, Vito Bologna, Giovanni Pellissier, Piercarlo Racca, Alberto Perino, Giuseppe Marasso, Gian Antonio Bottino ed Enrico Vanesia e arrestato il 4 novembre 1971 al termine di una manifestazione di protesta durante l'alzabandiera in Piazza Castello. Il processo nei loro confronti, per vilipendio alle Forze Armate e alla bandiera nazionale, ed istigazione dei militari a disobbedire alle leggi inizio' il 17 ottobre 1972 e riscosse una discreta eco perche' in Parlamento si stava discutendo la legge che regolamentera' l'obiezione di coscienza. Gli imputati furono difesi dagli avvocati torinesi Giampaolo Zancan e Maria Magnani Noya, cui si aggiunse in seguito Bianca Guidetti Serra con il sostegno del magistrato Rodolfo Venditti. Nonostante la promulgazione della legge 772/72 che riconosceva l'obiezione di coscienza al servizio militare, la Corte d'Assise di Torino nel settembre 1975 condanno', con pene dai sei ai nove mesi di carcere, sette dei nove pacifisti (Salio fu scagionato per insufficienza di prove), cui segui' la piena assoluzione per tutti in Corte d'Assise d'appello.

Laureatosi in Fisica, divento' ricercatore nella facolta' dell'Universita' di Torino (per la quale fu docente dal 1980 al 2000) e cerco' di coniugare i suoi studi all'impegno politico: erano infatti gli anni della guerra fredda e del pericolo dell'olocausto nucleare. Nel 1982 aderi', insieme al altri 800 scienziati tra cui l'amico Antonino Drago, alla nascita dell'Unione Scienziati Per Il Disarmo (Uspid), che aveva l'obiettivo di fornire informazione e analisi sul controllo degli armamenti e il disarmo. Con Drago pubblico' nel 1983 un libro (Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare) destinato a diventare il pamphlet di riferimento degli scienziati contro la bomba atomica.

Nel 1982 aderi' anche alla Campagna di obiezione alle spese militari di cui divento' promotore e per la quale subi' un pignoramento.

Nel maggio 1985 si candido' per le Liste Verdi al consiglio comunale di Torino. Primo dei non eletti, fece parte del consiglio dopo la rinuncia di Franca Rame e lascio' il posto al secondo dei non eletti un anno dopo, secondo la regola di rotazione concordata all'interno del partito.

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Il Centro Studi Domenico Sereno Regis

Nel 1982 Salio fondo' a Torino, insieme a Domenico Sereno Regis, Franco Sgroi e Piercarlo Racca, un centro studi e documentazione per l'analisi delle azioni dirette nonviolente. Dopo la morte di Sereno Regis, nel gennaio 1984, il centro venne a lui dedicato e Salio ne divento' presidente, carica che ricopri' fino alla morte. Il Centro studi "Domenico Sereno Regis", diventato punto di riferimento per il mondo pacifista torinese, e' dotato di biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente e sviluppo e nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento dalla Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte e Valle d'Aosta, di "Archivio di interesse storico particolarmente importante".

Tra le varie attivita', il centro ha sperimentato, dal 1998 al 2008 in collaborazione con il Comune di Torino e l'associazione Telefono Rosa, un servizio di controllo non armato del territorio con l'utilizzo di obiettori di coscienza in servizio civile, chiamato presenza amica, nei luoghi in cui (parco del Valentino e dintorni di Piazza Vittorio Veneto) si erano manifestati casi di aggressione alle donne.

Nel 2012 il Centro Studi Sereno Regis ha acquistato e rimesso in funzione i locali che ospitarono, dal 1907, la prima sala cinematografica di Torino. E' nato cosi' Irenea, un luogo in cui il centro propone attivita' inerenti il rapporto tra cinema e pace. Nel corso delle ristrutturazioni sono emersi i resti di una chiesa risalente all'anno Mille, poi chiusa nel XV secolo, dedicata ai santi Simone e Giuda, la cui abside e' visibile dal pavimento vetrato di uno dei locali del cinema. Legato a Irenea e' il Premio cinematografico "Gli occhiali di Gandhi", assegnato dal 2011 al regista che nel corso del Torino Film Festival presenti il miglior film con contenuti culturali nonviolenti.

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L'attivita' di peace research

In seguito al consolidamento delle attivita' del Centro Studi Sereno Regis e all'acquisto dei locali presso cui viene adibita la nuova sede, Salio approfondi' a livello teorico le attivita' di peace research. Inizio' una collaborazione con la casa editrice del Gruppo Abele per la quale fu membro di redazione e per cui curo' la sezione dedicata all'educazione alla pace dal 1982 al 2012. Grazie a questa collaborazione vennero tradotti in Italia alcuni teorici del pacifismo e dell'ecologismo come Johan Galtung, Theodor Ebert, Gene Sharp e Arne Naess.

Salio conobbe Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese padre della Peace Research, nel 1982; ne condivise gli approcci tanto da diventare segretario, dal 1991, del Peace Research Institute (Ipri), fondato nel 1977 da Mario Borrelli, Antonino Drago e Giuliana Martirani e affiliato all'Ipra e lo porto' a pubblicare per la Ega le sue opere piu' importanti. Quando Galtung fondo' nel 1996 la rete Transcend per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, Salio ne entro' a far parte come membro esperto, mettendo il Centro Studi Sereno Regis a disposizione per le attivita' italiane delle rete.

Salio guido' anche la facolta' di scienze politiche dell'Universita' di Torino a conferire al sociologo, nel gennaio 1998, una laurea honoris causa per le sue battaglie in nome della pace.

A partire dal quell'incontro, le iniziative sulla peace research cui Salio partecipo' si moltiplicarono: nel 1988 entro' a far parte della segreteria scientifica del "Progetto nazionale di ricerca sulla difesa popolare nonviolenta"; nel 2001 fece aderire il centro Sereno Regis alla creazione del Centro Interateneo di Studi per la Pace (Cisp) fondato dall'Universita' di Torino, dall'Universita' del Piemonte Orientale e dal Politecnico di Torino con la finalita' di promuovere, coordinare e svolgere studi e ricerche sui temi della pace e della guerra; venne chiamato come docente, dal 2006 al 2007, al master internazionale di peacekeeping promosso dall'Onu e attivato dalla facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino; venne inoltre eletto, in qualita' di membro esperto, dal 2008 al 2009, nel Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito dal Ministero della Solidarieta' Sociale. Varie istituzioni che si occupano della formazione degli obiettori di coscienza al servizio militare (Scuola di pace di Boves, Scuola di pace "Ernesto Balducci" di Torino, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace di Rovereto, Scuola di Formazione alla Protezione Civile della Regione Piemonte, Coordinamento Comasco per la Pace) lo coinvolsero nelle attivita' di docenza.

Nel corso degli anni ha collaborato continuativamente con riviste quali "Azione nonviolenta", "Satyagraha" ed "Ecole".

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Opere

- Giovanni Salio, Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, ed. Movimento Nonviolento, Perugia 1983.

- Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983.

- Giovanni Salio, Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984.

- Giovanni Salio, Le centrali nucleari e la bomba: un legame pericoloso, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984.

- Giovanni Salio, Progetto di educazione alla pace (10 fascicoli), Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991.

- Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace: vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989.

- Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano, 1989 (Traduzione di Giovanni Salio).

- Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991.

- Giovanni Salio (con altri), Domenico Sereno Regis, ed. Satyagraha, Torino 1994.

- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995.

- Giovanni Salio, Gandhi. Economia gandhiana e sviluppo sostenibile. Catalogo della mostra (a cura di), Seb27, Torino 2000.

- Giovanni Salio, Elementi di economia nonviolenta, ed. Movimento Nonviolento, Verona 2001.

- G. Salio, D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001.

- Giovanni Salio, Gianfranco Bologna, Il futuro di noi tutti, saggio introduttivo a Scenari del XXI secolo, Grande Dizionario Enciclopedico Utet, Torino, 2005, e di Sara' il secolo della nonviolenza?, ibidem.

- Giovanni Salio, Carla Toscana, Gandhi: pensieri sulla civilta' moderna, la religione, la nonviolenza, Red, Milano, 2008.

- Autore delle voci: Guerra e ambiente e Proliferazione nucleare in Giuseppe Gamba e Giuliano Martinetti, Dizionario dell'ambiente, Isedi, Torino, 1995.

- Autore della voce: Il futuro dell'ambiente per l'Enciclopedia del XXI secolo, Utet, Torino 1999.

 

3. APPELLI. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO AL GOVERNO ITALIANO DI RECEDERE DA UNA TRAGICA FOLLIA

 

Le agenzie di stampa hanno diffuso ieri la notizia che l'impresa italiana Trevi di Cesena si sarebbe aggiudicata l'ingente appalto per i lavori di messa in sicurezza della diga di Mosul, in Iraq, e che sarebbero in corso trattative tra i governi iracheno e italiano sulla questione del folle invio cola' di 450 soldati italiani.

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Ancora una volta chiediamo al governo italiano di recedere dalla dissennata, irresponsabile, illecita e mortifera decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Ancora una volta chiediamo al parlamento italiano di esprimere la sua opposizione alla dissennata, irresponsabile, illecita e mortifera decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Ancora una volta chiediamo al presidente della repubblica italiana di opporre il suo veto alla dissennata, irresponsabile, illecita e mortifera decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di unirsi alla richiesta che il governo receda dalla dissennata, irresponsabile, illecita e mortifera decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

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L'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, a breve distanza dalla citta' controllata dai terroristi dell'Isis, espone i nostri connazionali a un gravissimo rischio di essere vittime di attentati stragisti, e con loro espone le maestranze civili e le popolazioni residenti nei dintorni ed a valle della diga, ed espone anche il territorio italiano a divenire primario bersaglio di attentati stragisti, poiche' la presenza dei soldati italiani nei pressi di Mosul sara' presentata dall'Isis ai suoi sicari e al suo uditorio come un atto di "occupazione militare straniera", come un atto di "invasione crociata", e la scellerata e delirante propaganda, la feroce e onnicida strategia dell'organizzazione terrorista potrebbe agevolmente trovare ancora una volta fanatici esecutori di orribili massacri, alla diga sul Tigri come anche nel nostro paese.

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Ben altro occorre per contrastare i criminali assassini dell'Isis: occorre un'operazione di polizia internazionale guidata dall'Onu.

L'invio di soldati italiani alla diga di Mosul, mentre peraltro paesi dell'Italia alleati stanno bombardando Mosul e facendo strage anche di civili innocenti, e' una tragica follia.

Receda il governo da una decisione insensata, immorale, illegale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 3 febbraio 2016

 

4. RIFERIMENTI. IL "COMITATO NONVIOLENTO PER LA REVOCA DELLA DECISIONE GOVERNATIVA DI INVIARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL"

 

Si e' costituito il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

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Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.

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Il comitato non prevede formali adesioni e si configura come mero movimento d'opinione inteso allo scopo di far revocare l'irragionevole, illegittima e pericolosissima decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul.

Il comitato auspica che in ogni provincia d'Italia si costituiscano altri comitati nonviolenti per lo stesso fine e con le stesse modalita' di azione.

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Per contatti: il Comitato ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento at gmail.com; comitatononviolento at outlook.it; comitato_nonviolento at libero.it

 

5. I COMPITI DELL'ORA. NON PASSA GIORNO

 

Non passa giorno senza che nel nostro paese un marito, un fidanzato, o un ex tale, uccida la donna che sosteneva di amare, e che invece evidentemente riteneva un oggetto di sua proprieta' del quale disporre fino alla distruzione. Non passa giorno.

E' il maschilismo la prima radice di ogni altra violenza.

E' la lotta contro il maschilismo il primo dovere di ogni persona decente.

E' la lotta contro il maschilismo l'indispensabile premessa che fonda la lotta contro la guerra e contro il razzismo, contro ogni oppressione, contro ogni violenza.

Se non si lotta contro il maschilismo, tutto il resto e' vano.

 

6. INIZIATIVE. VERSO IL 14 FEBBRAIO: COME ADERIRE ALLA CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2016

[Da Nicoletta Billi e Nicoletta Corradini del Coordinamento One Bilion Rising Italia (per contatti: nico at onebillionrising.org, nicolettabilli at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

 

La danza di One Billion Rising Italia e' cominciata!

In attesa dell'evento del 14 febbraio 2016 in cui tutti insieme nel mondo diremo il nostro no alla violenza, si mette in moto l'organizzazione vera e propria degli eventi che porteranno alla chiamata globale del 14.

Per questo chiediamo alle associazioni e a tutti coloro che vogliono organizzare un evento di seguire alcune semplici indicazioni, per uniformarci tutti e far si' che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio sia veramente un "evento comune":

- Iscriviti al sito (link sotto) per organizzare un evento

http://www.onebillionrising.org/sign-up/thank-you-for-signing-up-with-1-billion-rising/

e inoltra queste informazioni ad associazioni in tema con il nostro, singoli cittadini, amministrazioni, ecc, piu' siamo, meglio e'!

- Diffondi  i nostri riferimenti, seguici sui social, condividi i contenuti che troverai e invita i tuoi contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio:

Sito ufficiale: http://www.onebillionrising.org/

Facebook: https://www.facebook.com/obritalia

Tumblr: http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/

Twitter: @OBRItalia e usa sempre gli hashtag #Rise4Revolution #1billionrising

- Cambia la tua immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube e utilizza i loghi ufficiali che puoi scaricare cliccando sul link qui sotto

https://www.dropbox.com/s/ghjy8uqaaausctq/OBR_ITA.zip?dl=0

- Crea una pagina o un gruppo facebook One Billion Rising della tua citta' per aggiornare, condividere informazioni e notizie con altri gruppi One Billion Rising e con tutte le persone interessate.

- Organizza un flash mob "Break the Chain" durante l'evento del 14 febbraio, seguendo il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia e ricorda che l'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche o momenti di lettura. Qualsiasi atto e' rivoluzione!

Per le letture, qui di seguito troverai alcuni suggerimenti:

Alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:

"L'Ufficio della schiavitu' sessuale"

https://www.facebook.com/notes/726985350769036/

"L'insurrezione"

https://www.facebook.com/notes/420568794744028/

"La mia rivoluzione"

https://www.facebook.com/notes/614106738723565/

"Preghiera di un uomo"

https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/preghiera-di-un-uomo/420567628077478

"Fino a quando"

https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/un-miliardo-di-persone-si-solleveranno-contro-lingiustizia-_-eve-ensler/420562104744697

"E poi saltavamo"

https://www.facebook.com/notes/one-billion-rising-italia/e-poi-saltavamo/420564564744451

Traduzione di "Break the chain" credits Tena Clar- Musiche Tena Clark/Tim Heintz, di M. G. Di Rienzo

https://www.facebook.com/notes/420570218077219/

Se vuoi qui puoi trovare altre idee:

http://www.onebillionrising.org/resources/toolkit/

Attenzione: Essendo il 14 febbraio una domenica, l'evento si puo' organizzare anche nei giorni precedenti 12-13 febbraio, per esempio il sabato nelle scuole e la domenica nelle piazze cittadine.

Per dichiarare l'adesione o ricevere maggiori informazioni puoi inviare un messaggio al seguente indirizzo: nico at onebillionrising.org

Saremo molto contenti di fornirti tutte le indicazioni necessarie.

Grazie!

Ascolta! Agisci! Partecipa! 14 febbraio 2016

Coordinamento Italia One Billion Rising

Nicoletta Billi, Nicoletta Corradini

#1billionrising #rise4revolution

 

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

8. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA ALLE PERSONE DI VOLONTA' BUONA: ALLE ELEZIONI UNA LISTA DELLA PACE

[Riproponiamo il seguente appello del 30 novembre scorso]

 

Alle prossime elezioni amministrative, ed alle successive elezioni politiche, occorrerebbe presentare una lista della pace.

Ed in questa lista aggregare tutte le forze organizzate e le disperse persone che ritengano che la pace, ovvero l'opposizione a tutte le uccisioni, sia il primo e decisivo bisogno dell'umanita' e quindi il primo e decisivo punto del programma politico da proporre in tutte le istituzioni pubbliche nella situazione presente.

Una lista della pace che si proponga di operare per la pace in tutte le sedi istituzionali elettive: dal Comune al Parlamento Europeo.

Ed operare per la pace qui ed ora significa proporre un programma politico ed amministrativo nonviolento: disarmista ed antimilitarista, femminista ed ecologista, egalitario e solidale, antirazzista ed antimafioso.

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Negli enti locali promuovendo politiche di accoglienza e di tutela ambientale, di cooperazione internazionale dal basso, di condivisione e solidarieta', di partecipazione e responsabilizzazione della popolazione tutta in una prospettiva di mondialita', realizzando concrete pratiche nonviolente nell'amministrazione dei servizi e del territorio.

Nel parlamento nazionale innanzitutto legiferando smilitarizzazione e disarmo, difesa popolare nonviolenta e corpi civili di pace, abrogazione di tutte le scellerate misure razziste tuttora vigenti, buone pratiche di difesa dei diritti umani e della biosfera.

Nel parlamento europeo recando l'esigenza, l'urgenza e la concreta e coerente proposta di una politica nonviolenta in tutte le relazioni e le iniziative infraeuropee ed internazionali.

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Le organizzazioni della sinistra italiana (per sinistra intendendo il movimento storico di liberazione delle oppresse e degli oppressi e la cultura politica che si fonda sul riconoscimento dell'eguale dignita' di ogni essere umano e si da' il fine della giustizia ovvero della responsabilita' e della solidarieta' in tutte le relazioni sociali tra gli esseri umani e tra l'umanita' e l'intero mondo vivente) dovrebbero mettere a disposizione di questa proposta di azione condivisa le loro risorse umane e materiali, facendo prevalere il bene comune dell'umanita' rispetto ad ogni particolarismo.

 

9. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

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Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

10. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

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LE DUE ROSE

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La Rosa rossa contro la guerra

La Rosa bianca contro il nazismo

Per la pace e i diritti umani

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 31 del 3 febbraio 2016