[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 121



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 121 del 29 settembre 2015

 

In questo numero:

1. La catena delle uccisioni

2. L'umana umanita'

3. Flavio Marcolini: Il 2 ottobre a Brescia

4. "Erinna": Il 2 ottobre in piazza a Viterbo

5. Verso la "Giornata internazionale della nonviolenza" il 2 ottobre

6. Bozza di lettera agli istituti scolastici

7. Bozza di lettera agli enti locali

8. Bozza di lettera alle associazioni democratiche

9. Bozza di lettera ai mezzi d'informazione

10. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

11. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" il 25 novembre

12. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

13. Alcuni versi di Pietro Ingrao da "Il dubbio dei vincitori" (1986)

 

1. EDITORIALE. LA CATENA DELLE UCCISIONI

 

Nessuna morte ne giustifica un'altra.

Ogni uccisione e' un lutto infinito.

Spezzare la catena delle uccisioni.

Opporsi alla morte. Salvare le vite.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

 

2. REPETITA IUVANT. L'UMANA UMANITA'

[Riproponiamo ancora una volta]

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. INIZIATIVE. FLAVIO MARCOLINI: IL 2 OTTOBRE A BRESCIA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Dopo qualche anno di chiusura per mancanza di personale, venerdi' 2 ottobre (genetliaco del Mahatma Gandhi proclamato dall'Onu Giornata internazionale della nonviolenza) riapre in via Milano 65 a Brescia la storica Biblioteca del Centro per la nonviolenza, un istituto specializzato tra i piu' forniti in tutta Italia sulle tematiche della pace, del disarmo, dell'ecologia.

Nato nel 1977 per iniziativa di un gruppo di obiettori di coscienza in servizio civile, il Centro "non solo raccoglie materiale bibliografico e documentario - come spiega Adriano Moratto, uno dei volontari - ma intende soprattutto costituire un gruppo di ricerca e divulgazione su questi temi".

"Grazie a una immensa mole di lavoro - osserva - oggi nella biblioteca e' consultabile un patrimonio di oltre 2.500 volumi (ma il numero si va continuamente arricchendo), con gran parte dei testi che hanno fatto la storia della nonviolenza e dell'antimilitarismo (fra cui l'edizione originale dell'opera omnia di Gandhi)".

"E' inoltre presente un archivio molto corposo che documenta (con opuscoli, carteggi, volantini, ma anche filmati, diapositive, materiale fotografico) tutte le attivita' del movimento nonviolento, i primi passi in Italia dell'ecologismo, le lotte nel nostro paese per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare (tra le curiosita' c'e' il testo dell'arringa che un allora sconosciuto avvocato Mino Martinazzoli pronuncio' nel 1972 in difesa del giovane obiettore rezzatese Claudio Bedussi), le iniziative contro le installazioni missilistiche (ricchissimo, ad esempio, e' il settore sulle manifestazioni a Comiso), l'industria bellica, la campagna per l'obiezione fiscale alle spese militari, gli sforzi per la pace nei Balcani, in Medio Oriente e nel Golfo Persico e tanto altro ancora".

Il Centro promuove anche corsi di studio e approfondimento, convegni e seminari su e con i piu' importanti  teorici o divulgatori della nonviolenza, e anche di queste attivita' l'archivio conserva le tracce.

"Qui - spiega Moratto - e' possibile consultare facilmente una documentazione consistente su un periodo della storia (anche bresciana) che continua ancora oggi a far sentire la sua eco".

"Non bisogna poi dimenticare l'emeroteca - sottolinea - che conserva una quarantina di collane di riviste italiane e straniere tuttora in commercio e che risulta difficile trovare altrove, ma anche decine di testate che hanno fatto la storia dell'antimilitarismo europeo dagli anni '60 agli anni '80".

Venerdi' per l'inaugurazione ci sara' una conferenza di Giorgio Beretta (analista dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere) sul tema "Armi, conflitti e migrazioni: le scelte politiche, economiche e militari alla base della continua emergenza rifugiati".

La biblioteca restera' poi aperta al pubblico il lunedi' e il mercoledi' dalle ore 15 alle 18.

Per informazioni si puo' telefonare al n. 0303229343 o inviare una e-mail a movimentononviolento.bs at alice.it

 

4. INIZIATIVE. "ERINNA": IL 2 OTTOBRE IN PIAZZA A VITERBO

[Dalle donne del Centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo, tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it) riceviamo e diffondiamo]

 

In occasione del 2 ottobre - giornata internazionale della nonviolenza - a Viterbo, in piazza del comune dalle ore 17 alle 19, le donne di Erinna organizzano una manifestazione contro le guerre con la modalita' delle "donne in nero".

Le modalita' sono: vestite di nero e in silenzio, con cartelli tematici.

invitiamo chiunque - donne e uomini - consideri inaccettabile quello che ormai da troppo tempo sta accadendo ad unirsi a noi, rispettando le modalita' sopra indicate.

Vi aspettiamo,

Erinna

 

5. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" IL 2 OTTOBRE

 

Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.

La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.

In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ISTITUTI SCOLASTICI

 

Egregio dirigente scolastico,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere presso il suo istituto scolastico le iniziative di studio, di riflessione e di testimonianza che riterra' opportune.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

7. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ENTI LOCALI

 

Egregio Sindaco del Comune / Presidente della Provincia / Presidente della Regione,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere le iniziative che riterra' opportune per celebrare l'evento.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

8. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE

 

Cari amici, egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a voler promuovere le iniziative di studio, di riflessione, di testimonianza e/o di mobilitazione che riterrete opportune.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

9. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a darne notizia ed a segnalare le iniziative che istituzioni, scuole, associazioni realizzeranno per l'occasione.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

10. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

11. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" IL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

12. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

13. POESIA E VERITA'. ALCUNI VERSI DI PIETRO INGRAO DA "IL DUBBIO DEI VINCITORI" (1986)

[Dal sito www.pietroingrao.it riprendiamo i seguenti versi estratti da Pietro Ingrao, Il dubbio dei vincitori, 1986]

 

I

 

Restera' Fondi, il cartello, il curvo

albero assalito dalla vigna confusa, il dolore, i colli

in scesa torpida verso

il ventre della pianura.

E' giudizio.

 

II

 

Enorme il filo ci raggomitola ora carne vicino a carne fino a stringere l'ultimo

metterci in cammino oltre l'Antartide

la' dove sporge

non sappiamo dove

nati in cieli ormai senza ombre

o precipitati senza cielo

com'e'.

 

III

 

II rumore degli assedi

e' lampo soffice.

Scalzo

chiusa la bocca

riposa tremando.

 

IV

 

L'accaduto sposto' luci, monumenti di crani, sino al rigo ebbro sottile.

Oh,

come semplice, improprio

sussurrare il tempo del passato.

Scattano

le lance nel reticolo. Siamo dentro.

 

V

 

Tuo cuore, macchina,

dove conduce,

stilla dopo stilla

stiamo scoprendo. Ne' ci basta

immaginazione

d'universo.

 

VI

 

Segna nel diario che la stella del Nord

non esiste.

Ne' sale

sembra si trovi, ne' pianto.

Tu solo, in frantumi, labbro, lago sepolto nel ghiaccio.

 

VII

 

Grido, sangue dell'amaranto

nella nera pianura dell'inverno.

 

VIII

 

Lento

pose il piede sul predellino.

Il padre

levo' il braccio.

Non spaventarti,

grido'. All'orizzonte

erano aperte pianure.

Quando ci ammanettarono

nessuno disse a noi di non tremare.

 

IX

 

Invitta fragilita' come lo gridi al mondo

fiore inzuppato di viola

come al vento tremando

dispieghi il tuo emblema.

 

X

 

Brucia la goccia di linfa.

Spaccata al sole, come t'insegue...

 

XI

 

E brughiere s'incantano,

s'alzano limpidi, fissi

corvi

da lune verdi sconfitte.

 

XII

 

Pensammo una torre.

Scavammo nella polvere.

 

XIII

 

Stringere

la barca che non si vede.

Uno si vede:

in alto

spalancate le braccia

ad altri,

un'eco scomparsa frastorna.

Non si puo' dire che fu in pace l'esito.

Possiamo

leggermente sorriderne,

sapendolo.

 

XIV

 

Fulvo squarcio

nei rami incerti del velo

strappi l'ala dal fianco.

 

XV

 

E muto ogni volta

tendo la mano.

Come se tu,

sventura,

fossi la vita.

 

XVI

 

Uno che scompare e' volo

che traspare da vetri.

Uno che scompare e' tutto.

 

XVII

 

Fame

grida nomi, terre.

Chiede

poteri.

E' fame d'abbraccio.

Sogna nozze. Mano che s'alza

distrutta sul ciglio.

 

XVIII

 

Croce

di pali sospesa nell'aria,

immoto progetto, imperioso

sussurri:

v'appartengo.

 

XIX

 

Vidi muti divelti

laceri nel nome

sterpi,

lampi sofferenti

del disordine.

Ti guardo,

lume,

dalle lande

degli incompiuti.

Dici

e tagli.

 

XX

 

Se non e' vero

che una trama si puo' tessere,

e un amore si puo' dire,

se non c'e' da imparare, e nulla e' da maledire,

e nulla ad altri

e' la mia e la tua storia,

dove

attingerti, torre.

 

XXI

 

Nessuno annota il vento,

la polvere,

la sterminata polvere che il piede

incontra e calpesta.

 

XXII

 

Perche' non sono pesce,

terra, erba, gabbiano, perche' la dolce pelle dell'albicocca

e' macchiata,

perche' non t'incontrai,

e mi guardi e ti allontani

perche' bianchi negri

se entreremo negli antri e gli antri saranno sepolcri.

 

XXIII

 

S'alza

il gorgo

vedi come assale.

Pugno d'incertezza,

canto, o fango, o mare.

 

XXIV

 

Da noi discendete. Da cio' che fummo.

La rosa non ci sarebbe.

Se ci cancelli, s'apre un abisso.

 

XXV

 

Forme sorsero

attorno, al di sopra.

Le nominammo Stato. Insieme

uniamo le mani.

Giuriamo.

Come se da sempre,

culla e prigione,

fuori di noi esista.

 

XXVI

 

Pasci anche tu

nelle mura: godi, modello

di numeri.

Distruggi il sottile seme...

Vile e intrepido

s'affonda

dentro lo scatenarsi del sogno

fra tunnel brani

di metropoli, forse nidi,

scolte.

Tremando li inseguo.

 

XXVII

 

Venite musiche.

Tra le fronde

sciogliendovi

senza nidi, senza rimpianti

senza timori,

libere e imperiose,

venite a dire

il calmo silenzio

grave.

Se voi venite

non possono uccidervi.

Voi siete

l'ultimo.

 

XXVIII

 

Non c'e' tenerezza

nel tempo

dove morendo

l'estate risorge.

 

Terra si scorge.

 

XXIX

 

L'indicibile dei vinti.

Il dubbio dei vincitori.

 

XXX

 

Salvo

un oscuro grido.

Non avverti il soffio? Negli abbracci,

nelle risa, nei silenzi

degli addii. Se sei in regola,

non cercare i gridi. Non li udresti.

Cerchiamo

solo cio' che puo' avvenire. Dillo

a chi fugge. Apprendi

le sillabe. L'altro

e' l'inno degli altri. Saperlo

e' rovesciarlo.

 

XXXI

 

La paura

di guardarti,

di morire, dell'immondo

desiderio. Cosi' dissero

nasconditi.

Dura alba, forse cominci.

 

XXXII

 

Cosi' lontano sul lago,

pallido velo

che fugge, astro,

simili a te

anche noi precipitiamo: pianure

e clivi, nidi

aggrappati alle montagne,

muti pensieri nell'aria;

astro che trema anche noi, sbiancato segno.

 

XXXIII

 

Riva, ordine della sponda;

e tu

inabissata selva:

fuga,

disordine,

sempre.

 

XXXIV

 

Alba.

Bianca visitatrice

ineluttabile

che di la' ci conduce.

 

XXXV

 

Piegata fanciulla

su braccia del cielo,

 

e chiuse cantine del mare, avvinta

la balena, il suo zampillo.

 

XXXVI

 

Come sembra impossibile

quest'allontanarsi.

Come fuggi da me.

Tu cosi' necessaria.

Ti allontani.

Tu: sete.

 

XXXVII

 

Ognuno

a mani strette

bruciate le labbra ad un sorso

si curva all'orizzonte:

camminando.

 

XXXVIII

 

Nel turbine della prodigiosa

fredda farandola

l'orda dei fatti frantumati. Tutto

c'e' offerto. Chi vuole

scambi il suo rorido baleno

con brandello di tramonto,

funghi

levati fino alle stelle.

 

XXXIX

 

Alle spalle,

soffio agro, il lento muoversi

degli uomini.

 

XL

 

Cauti

ci scrutiamo: teneramente.

Sto partendo, forse.

Lo sappiamo. Un istante ancora

sulla soglia.

E sto per dirti.

Ma non sembra,

non e' il caso,

non accade. Sulla soglia.

 

XLI

 

Disperazione

sull'acqua,

nel gorgo

da chiuse galassie

mondi accaduti fuggendo.

Ma c'e' vento morbido. Tendi le mani sulle colline.

Cosi' dice il libro.

Alle mute braccia che pendono.

 

XLII

 

La rozza mela d'inverno

i molti mondi serrati

nella rossa mela.

 

XLIII

 

Alberi di fiumi, gorgo

di dei tremanti,

inno

d'amore.

 

Voi che attendendo

sarete.

 

Voi che vedrete numeri

cadere sfioriti.

 

XLIV

 

Storia, rinserrato cerchio.

 

Stringermi non farlo

non si puo'.

 

XLV

 

Trema la nostra vita

percossa dal bisogno.

Si spacca nella sete.

 

Precipita

la vita nostra.

Senza appello.

 

Gridi, dubbio,

paura

abbracci: tutto

e' nel conto.

 

Ma trema,

domanda

la nostra vita.

 

Muore.

Morendo

domanda:

quale legge?

 

XLVI

 

Sonno,

appari allora

il nostro amore della vita

indomabile.

 

XLVII

 

Corpo. Dentro,

segreta nell'ordine suo,

colonna di sangue.

 

Muovo il labbro.

Comando e obbedisco.

 

XLVIII

 

Dono che non si sazia

tu

che non stai

nel mercato del tempo

domanda-amore

cercata sempre

nell'incerto gorgo,

da lontano

disperato ti guardo,

terra che non so afferrare

 

noi

sull'orlo

dubbio di passato e futuro,

nelle periferie controverse avvinti:

 

i solchi

le eclissi, i canti finiti in memoria.

 

Pesante,

ti ferisce il mio dubbio

come ingiusta pretesa di privilegio:

tu, obbligo semplice

di chi sta e combatte.

 

Cosi' so.

Inseguo il nome mio.

 

XLIX

 

Fiumi. Smalti di giardini

bruni fiumi

 

ove nuove costellazioni

alle cupole

inquiete

bruciando...

 

Voi

cosi' oscuri, sepolti giardini.

Spenti respiri mai spenti.

 

L

 

Mordi musica. Grida

il desiderio deriso: le fragili comunioni.

Leva in alto la sconfitta.

 

LI

 

Un gesto:

a me atterrito

l'insaziato fluire da cui sgorghi.

 

LII

 

Dissoluzioni, tronco abbuiarsi del sangue.

E la mano levarsi

breve

nell'irruzione.

E' tardi:

sfiorisci

risorgi nell'altro

tuo mio

e mille.

 

LIII

 

Avanza tu

grumo sul ciglio,

ansia sporgente

spargiti

giglio insicuro

fiume, urto,

grembo.

 

La glaciazione da seppellire calmi.

 

LIV

 

Al fluire si piegava del canto

femminile, verdescura

persiana schiusa sull'aria.

 

Fuggiva il canto. Immota

la verde dorsale: silente

il volto in avanti.

 

LV

 

II tuo assalto: gloria

e riso

sommersa l'esistenza.

 

LVI

 

Io nel fuggire

che me fuggo

inseguo la prigione altra

che essendo mi taglia

 

ala spenta del passero

che piega

 

piu' non fuggire nell'altro

e la tomba del nome

farsi vita

isola

repubblica.

 

LVII

 

Esulta, ridi, spanditi

volto

per me immortale,

brucia

lume di silenzio,

 

tu che di noi parli

e nessuno conosci

 

pienezza inconsumata

i soffi

gli spenti respiri

i franti

sconnessi

mondi.

 

LVIII

 

Lancia compatta,

ascendi

pugno levato

in velo di latte

come lenti

tagli

di falce.

 

LIX

 

Nicaragua, piccola isola

 

tra musicali lenti

flabelli

le fasce stellate all'austro

che primavera scaglia, alte

le fronti dell'ordine

e cupole, fiumi sull'inferno

civile,

tu

Nicaragua,

promontorio senza terra,

 

qui sillabando

lacerate membra

ai futuri.

 

LX

 

Uccelli da foresta, cosi' prima

incertezza

nell'istante, inchiodati

ora nel tempo,

 

inesorabile

pianto dell'accaduto

 

ma qui ora

cosi' solo possiamo.

 

LXI

 

Da lontano

ci mandiamo segni,

gesti.

Figli.

Questa parola.

 

LXII

 

Chi nel campo arde

fascine

mai sapra'

di che sete nel consumarsi

e' l'acre fumo

che fugge.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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