[Nonviolenza] Telegrammi. 2090



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2090 del 29 agosto 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Associazione "Respirare": L'Italia fermi la strage riconoscendo a tutti il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese

2. Peppe Sini: Dinanzi alla prefettura. Parole dette in piazza a Viterbo la sera del 21 aprile 2015

3. Peppe Sini: Noi clandestini. Parole dette in piazza a Viterbo la mattina del 20 giugno 2015

4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

5. In memoria di Franco Basaglia, di Libero Grassi, di Felix Guattari, di Augusto Monti

6. Anna Maria Jokl

7. Mascha Kaleko

8. Gina Kaus

9. Irmgard Keun

10. Alma-Johanna Koenig

11. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": L'ITALIA FERMI LA STRAGE RICONOSCENDO A TUTTI IL DIRITTO DI GIUNGERE IN MODO LEGALE E SICURO NEL NOSTRO PAESE

[Riceviamo e diffondiamo]

 

E' indicibile l'orrore per l'ecatombe che si sta consumando nel Mediterraneo (e non solo nel Mediterraneo) per responsabilita' dei governanti europei che impedendo alle innumerevoli vittime innocenti della fame e delle guerre di entrare nel continente in modo legale e sicuro le costringono in un estremo disperato tentativo di salvare le proprie vite a gettarsi tra gli artigli dei trafficanti schiavisti e assassini.

E' possibile fermare la strage.

E' necessario fermare la strage.

E' doveroso fermare la strage.

L'Italia puo' e deve far cessare la strage riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

2. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: DINANZI ALLA PREFETTURA. PAROLE DETTE IN PIAZZA A VITERBO LA SERA DEL 21 APRILE 2015

 

Cinque storie io so.

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Nella prima un uomo nudo e coperto di sale giunge naufrago in un'isola, ed il re di quell'isola non lo fa uccidere, non lo fa imprigionare, non lo fa torturare, non lo fa ricacciare in mare, ma lo ospita nella sua casa, gli dona i suoi vestiti, lo invita alla sua mensa, e dopo la cena gli fa ascoltare un cantore che racconta la storia di un uomo che e' tutti gli uomini, la storia di un uomo che e' Ulisse. E quel naufrago e' Ulisse.

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Nella seconda storia un prigioniero condannato a morte mentre gia' e' nella fila dei destinati al carnefice si rivolge al re che assiste alle esecuzioni e gli dice: "Potente re, luce delle genti, siamo tuoi prigionieri, destinati a morte sicura, ma prima di farci uccidere di' ai tuoi servitori che ci diano da bere; abbiamo sete, non negarci questo estremo sollievo". Ed il re acconsente. Dissetatisi il prigioniero e i suoi compagni di sventura, egli ancora apostrofa il re: "Potente re, luce delle genti, ci hai dissetato, sazia anche la nostra fame, facci dare da mangiare". Ed il re dispone che i condannati a morte siano anche sfamati. Ed allora il prigioniero: "Potente re, luce delle genti, prima eravamo tuoi prigionieri ma ora tu ci hai dissetato e ci hai sfamato, e quindi siamo ormai tuoi ospiti; ed essendo tuoi ospiti, salva dunque le nostre vite". Ed il re salva loro la vita.

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La terza storia e' quella di un professore tedesco che con teutonica regolarita' e cronometrica precisione ogni giorno alla stessa ora si reca da casa all'universita' e dall'universita' a casa. E mentre cammina per le strade di Koenigsberg Herr Professor Immanuel Kant pensa a come si possa realizzare la pace perpetua tra gli esseri umani, e questo ragionamento svolge: se la Terra fosse una distesa piatta e infinita, all'essere umano costretto dalla sofferenza e dalla persecuzione ad abbandonare la sua casa e il suo paese che si presentasse in un luogo ove altri esseri umani vivono, costoro potrebbero dire: qui ci siamo insediati gia' noi, ma la Terra e' infinita, spostati dunque ancora oltre e troverai dove abitare. Ma la forma della Terra e' invece sferica, e se quel sofferente, perseguitato fuggiasco trovasse solo persone che gli negassero solidarieta' e gli imponessero di proseguire il suo viaggio per trovare un luogo ove abitare, finirebbe per tornare al punto di partenza, dove vivere non puo': ed allora, conclude il professore, quell'essere umano ha diritto di essere accolto dagli altri esseri umani e vivere con loro, e cosi' salvare la propria vita. Pensa questo pensiero il professor Kant, e continua la sua passeggiata: e senza parere ha dato il suo contributo a rendere l'umanita' piu' libera, piu' giusta, piu' umana.

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La quarta storia e' di uomini e donne usciti di pianto in ragione che scrivono insieme una legge che valga per sempre. Ed essendo uomini e donne che hanno conosciuto la persecuzione, la dittatura e la guerra, essendo donne e uomini che hanno conosciuto le bastonature delle squadracce e gli agguati dei sicari, le carceri e l'esilio, la deportazione e il Lager, essendo le donne e gli uomini della Resistenza al fascismo, queste donne e questi uomini scrivono nella legge della loro Repubblica che "L'Italia ripudia la guerra"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". E quella legge che quelle donne e quegli uomini hanno scritto e' la Costituzione della Repubblica Italiana, alla quale tutte le altre leggi italiane devono adeguarsi, e che e' una buona legge, una legge buona. E quella legge dice: salva tutte le vite, nessun essere umano ti e' estraneo, salva tutte le vite.

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La quinta storia e' la storia di un saggio cinese, di un sapiente ebreo, di un condannato a morte dall'imperialismo romano, e di innumerevoli altri uomini, di innumerevoli altre donne, che in tempi e luoghi infinitamente distanti tutte e tutti affermano questa medesima massima morale, questa stessa regola di condotta: "Tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; salva le altrui vite in pericolo come vorresti fosse salvata la tua; rispetta l'altrui dignita' come vorresti lo fosse la tua; reca soccorso alle altre persone nel bisogno come vorresti che a te nel bisogno soccorso fosse recato".

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Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni persona decente, ed a maggior ragione di ogni civile istituzione, e' quello di salvare le vite.

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C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, consenta a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e dalla morte di giungere in modo legale e sicuro ove trovare scampo, accoglienza e assistenza.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, metta a disposizione degli innocenti in pericolo mezzi di trasporto pubblici e gratuiti che li traggano in salvo.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, permetta a tutti gli esseri umani costretti a lasciare le loro case e le loro terre di poter giungere in modo legale e sicuro ove siano accolti ed assistiti, con mezzi di trasporto pubblici, legali, idonei, e trovando infine soccorso, accoglienza, assistenza e rispetto nel nostro continente, nel nostro paese.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto alla vita; soccorrendo ed accogliendo gli innocenti in fuga, ed insieme cessando di fare le guerre, cessando di rapinare interi continenti, cessando di alimentare dittature, mafie e terrorismi, cessando di praticare razzismo, colonialismo e imperialismo, cessando di devastare la biosfera.

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Fermare la strage nel Mediterraneo e' possibile. Annientare le mafie dei trafficanti e' possibile. Salvare tutte le vite a rischio di naufragio e' possibile.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia consentano l'ingresso legale e sicuro nel nostro continente e nel nostro paese, viaggiando con mezzi di trasporto pubblici e idonei, a tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore, dalla morte.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia rispettino quanto e' proclamato solennemente nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: NOI CLANDESTINI. PAROLE DETTE IN PIAZZA A VITERBO LA MATTINA DEL 20 GIUGNO 2015

 

1. Tutti gli esseri umani

Tutti gli esseri umani sono esseri umani.

Solo i nazisti distinguono tra esseri umani "regolari" ed esseri umani "irregolari".

Chi stigmatizza degli esseri umani innocenti con la parola "clandestini" ha gia' costruito i Lager, ha gia' dato il consenso alle stragi, coopera gia' all'orrore.

Finche' una sola persona innocente e' dichiarata "clandestina" e per questo subisce minacce e violenze, l'intera umanita' subisce minacce e violenze.

E tutti noi esseri umani, in quanto non disumani, siamo "clandestini" per la barbarie nazista.

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2. Noi clandestini, o dell'umanita'

Noi clandestini siamo nati nudi, ed anche senza documenti siamo nati esseri umani, e in quanto tali titolari di tutti i diritti umani.

Noi clandestini siamo nati su questo pianeta che chiamiamo Terra, ed anche senza documenti essa e' la nostra casa e la casa di tutti gli esseri viventi che in essa sono nati.

Noi clandestini sappiamo che tutti gli esseri umani sono un'unica famiglia, ed anche senza documenti sappiamo riconoscere tutte le nostre sorelle, tutti i nostri fratelli.

Noi clandestini sappiamo che tutti gli esseri umani sono esposti al dolore e alla morte, ed anche senza documenti sappiamo riconoscere che il primo nostro dovere e' recare soccorso, salvare le vite.

Noi clandestini ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre e di tutte le persecuzioni, di tutte le stragi e di tutte le devastazioni, ed anche senza documenti ci battiamo perche' non ci siano piu' vittime.

Noi clandestini presagiamo le generazioni future, ed anche senza documenti ci battiamo perche' possano vivere in armonia e condivisione in una societa' solidale, in un mondo abitabile.

Noi clandestini, noi viandanti, noi nativi: ogni persona diversa da ogni altra, ogni persona uguale ad ogni altra in diritti e dignita'.

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3. Oggi, nella Giornata internazionale delle rifugiate e dei rifugiati

Oggi, nella Giornata internazionale delle rifugiate e dei rifugiati, ancora una volta affermiamo che vi e' una sola umanita'; che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che il primo dovere e' salvare le vite; che ogni vittima ha il volto di Abele.

Cessi il massacro nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, o almeno l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro in questo paese, in questo continente.

Cessino le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani: e per far cessare le guerre occorre abolire le armi e gli eserciti.

Cessi la distruzione della natura: distrutto il mondo vivente, l'umanita' si estingue.

Cessi l'antipolitica della rapina, della sopraffazione, della violenza: cominci la politica dell'umanita', la politica della nonviolenza.

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4. Al governo e al parlamento italiano chiediamo

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; chiediamo di legiferare affinche' ogni essere umano possa vivere nel nostro paese una vita degna; chiediamo di impegnarsi altresi' affinche' in modo altrettanto legale e sicuro dall'Italia tutti possano recarsi liberamente altrove.

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi di soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone nel bisogno e in pericolo; e di allestire un servizio di trasporto pubblico e gratuito per salvare chi e' in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle persecuzioni e dalle devastazioni.

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi di cessare di partecipare alle guerre, di far cessare la produzione e il commercio di armi assassine, di abolire le scellerate e insensate spese militari in cui attualmente lo stato italiano sperpera 72 milioni di euro al giorno, denari che potrebbero essere utilizzati per salvare ed assistere innumerevoli persone.

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi di abolire tutte le criminali e criminogene misure razziste che favoreggiano le mafie e la schiavitu', che denegano alla radice i fondamentali diritti umani.

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi il riconoscimento del diritto di voto nel nostro paese per tutte le persone che risiedono nel nostro paese: "una persona, un voto".

Al governo e al parlamento italiano chiediamo quindi una politica internazionale di pace e di cooperazione, di giustizia e di solidarieta', di autentico aiuto umanitario nelle aree di crisi, una politica concretamente coerente con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani.

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5. Oggi siamo in piazza

Oggi siamo in piazza contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, per la difesa del mondo vivente, per il bene comune dell'umanita' intera.

Oggi siamo in piazza per la pace, la giustizia, la solidarieta', la condivisione.

Oggi siamo in piazza contro tutti i poteri assassini.

Non piu' spade, ma aratri. Non piu' arsenali, ma granai.

Non occorrono documenti per sapere quale e' il tuo dovere.

Non occorrono documenti per fare il bene.

Non occorrono documenti per riconoscersi esseri umani.

Chi aiuta una persona, aiuta l'umanita'.

Chi salva una vita, salva il mondo.

 

4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

5. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI FRANCO BASAGLIA, DI LIBERO GRASSI, DI FELIX GUATTARI, DI AUGUSTO MONTI

 

Ricorre oggi, 29 agosto, l'anniversario della scomparsa di Franco Basaglia (Venezia, 11 marzo 1924 - 29 agosto 1980), del'uccisione di Libero Grassi (Catania, 19 luglio 1924 - Palermo, 29 agosto 1991), della scomparsa di Felix Guattari (Villeneuve-les-Sablons, 30 aprile 1930 - Cour-Cheverny, 29 agosto 1992), della nascita di Augusto Monti (Monastero Bormida, 29 agosto 1881 - Roma, 11 luglio 1966).

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Anche nel ricordo di Franco Basaglia, di Libero Grassi, di Felix Guattari, di Augusto Monti, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

6. PROFILI. ANNA MARIA JOKL

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Anna Maria Jokl nasce a Vienna il 23 gennaio 1911, in una famiglia ebrea.

Tra il 1929 e il 1932, a Berlino - dove la famiglia si e' trasferita nel 1927 -, Anna assolve il suo percorso di studi presso la rinomata scuola di Piscator e trova poi lavoro come drammaturga per la "Universum Film AG" (Ufa), come giornalista e anche come sceneggiatrice.

Nell'aprile del 1933 pubblica sul quotidiano "Vossische Zeitung" un racconto dal titolo Der Fremde e un mese dopo a Berlino ha luogo la prima del suo film sperimentale Tratsch. Entrambi i lavori sono causa di contestazioni e minacce di persecuzione in seguito alle quali la scrittrice e' costretta a fuggire a Praga.

Li' si mantiene scrivendo articoli per quotidiani, riviste ed emittenti radiofoniche mentre compone Die wirklichen Wunder des Basilius Knox, un romanzo sulla fisica atomica che lei stessa definisce adatto ad adulti e bambini. Il romanzo, che si apre con una prefazione di Oskar Kokoschka, viene pubblicato in lingua ceca gia' nel 1935. In quello stesso anno conosce la sorella di Franz Kafka, Ottla, che ricordera' in un racconto composto molti anni dopo, dal titolo Essenzen, e scrive anche il suo secondo romanzo, dal titolo Die Perlmutterfarbe, indirizzato come il precedente a un pubblico di ragazzi e adulti. Il lavoro non viene pubblicato poiche' l'autrice e' nuovamente in fuga (il manoscritto, trovato da un complice della fuga stessa, viene portato in Polonia e pubblicato dopo la guerra, con grande successo di pubblico). Anna Maria Jokl giunge dapprima all'ambasciata francese di Praga e nel mese di aprile, a piedi, in Polonia, dove viene internata nel lager di Kattowitz. Da li' riesce a fuggire alla volta della Gran Bretagna.

A Londra la scrittrice lavora soprattutto in ambito sociale: si prodiga per la fondazione e costruzione di un centro di accoglienza per i bambini rifugiati, scrive piccoli drammi per l'infanzia insieme al gruppo teatrale "Young Czechoslovakia" e, a partire dal 1945 e sino al 1949, studia psicologia del profondo, completando la sua formazione in quell'ambito con un corso di specializzazione presso il "Carl Gustav Jung Institut" di Zurigo che non riesce a terminare perche' resta vittima di manifestazioni antisemite.

Nel 1950 la scrittrice fa ritorno a Berlino est per seguire le riprese del film tratto dal romanzo Die Perlmutterfarbe, ma dopo due mesi viene espulsa dalla Ddr, con conseguente sospensione della lavorazione del film.

Dal 1951 al 1965 e' a Berlino ovest, dove lavora come psicoterapeuta e pubblicista fino a quando decide di trasferirsi a Gerusalemme. Li' diviene membro del "Verband deutschsprachiger Schriftsteller in Israel" e del P.E.N. degli autori tedeschi all'estero, traduce dall'inglese e dallo yiddish e scrive contributi per riviste e quotidiani sia tedeschi che austriaci come la "Frankfurter Allgemeine Zeitung", "Mnemosyne" e "Merkur".

La scrittrice muore a Gerusalemme il 21 ottobre 2001.

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Opere: Du und Ich, wir alle, racconto, 1930; Wer filmt mit?, 3 copioni, 1933; Umelecke zaklady amaterskeho filmu, saggio, 1936 (in tedesco: Die kuenstlerischen Grundlagen des Amateurfilms); Das suesse Abenteuer, Eine Geschichte fuer Kinder, racconto, 1937; Basilius Knox. Roman pro deti od 10 do 70 let, romanzo per bambini, 1937 (in tedesco: Die wirklichen Wunder des Basilius Knox. Ein Roman ueber die Physik fuer Kinder von 10 bis 70 Jahren); Stimmen aus Boehmen, raccolta, 1944; Die Perlmutterfarbe. Ein Kinderroman fuer fast alle Leute, romanzo per bambini, 1948 (1992); Die verzeichneten Tiere, monografia illustrata, 1948; Zwei Faelle zum Thema "Bewaeltigung der Vergangenheit", saggio, 1968; Essenzen, annotazioni biografiche e miniature, 1993; Die Reise nach London. Wiederbegegnungen, annotazioni biografiche, 1999.

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Traduzioni in italiano: Il colore madreperla, Roma, 1952, Firenze, 2006;

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Critica: Haaker, Christoph, "Sie sind ein geniales Weib...". Erinnerungen von Anna Jokl, in "Zwischenwelt" 17 (2000) 2; Id., "Stein auf ein Grab in Jerusalem. Zum Tod der Schriftstellerin Anna Maria Jokl", in: "Zwischenwelt" 18, 2002; Herweg, Nikola, Funktionszuschreibungen und Funktionswandel bei Kinder- und Jugendliteratur am Beispiel des Kinderromans Die Perlmutterfarbe von Anna Maria Jokl, in M. Gymnich - A. Nuenning (Hg.) Funktionen von Literatur: Theoretische Grundlagen und Modellinterpretationen, Trier, 2005; Liebs, Elke, Wiederbegegnung oder die Farbe der Erinnerung. Anna Maria Jokl: "Die Perlmutterfarbe", in P. Josting (Hg.), Laboratorium Vielseitigkeit. Zur Literatur der Weimarer Republik, Bielefeld, 2005; Pesch, Rudolf, Anna Maria Jokl und der "Jossel Rackower" von Zvi Kolitz, Trier, 2005; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Wilcke, Gudrun, Vergessenen Jugendschriftsteller der Erich-Kaestner-Generation, Frankfurt am Main-Berlin-Bern-New York-Paris-Wien, 1999.

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Sitografia: www.exil-archiv.de; www.literaturepochen.at; www.literaturepochen.at; www.literaturhaus.at; www.perlentaucher.de; www.literaturkritik.de; www.zeit.de; www.univie.ac.at; www.david.juden.at; www.woz.ch

 

7. PROFILI. MASCHA KALEKO

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Golda Malka Aufen, nasce a Schidlow, in Galizia (oggi la cittadina si trova in territorio polacco e porta il nome di Chrzanow), il 7 giugno 1907.

Dopo la prima guerra mondiale la famiglia si trasferisce in Germania, stabilendosi a Berlino. Mascha segue dei corsi presso la comunita' ebraica, si iscrive e frequenta corsi serali anche alla Humboldt Universitaet e, nel 1928, sposa l'insegnante ebreo Saul Aaron Kaleko.

A partire dal 1929 la "Vossische Zeitung" e il "Berliner Tageblatt" pubblicano con regolarita' le sue poesie che descrivono la vita comune delle persone dell'epoca, in particolare quella del mondo impiegatizio, cogliendo l'atmosfera della Berlino degli anni Venti. Apprezzata da autori a lei contemporanei come Else Lasker-Schueler, Thomas Mann, Alfred Polgar, Hermann Hesse, acquista fama anche grazie alla frequentazione di caffe' letterari come il "Romanisches Cafe'", dove fa la conoscenza di Kurt Tucholsky ed Erich Kaestner.

Nel 1933 viene pubblicata la sua prima raccolta di poesie, Das lyrische Stenogrammheft, che finisce in seguito nell'indice dei libri proibiti dal nazionalsocialismo e viene quindi pubblicamente bruciata. Due anni dopo esce Das kleine Lesebuch fuer Grosse.

Nel 1938, in compagnia del secondo marito, il compositore e studioso di musica Chemjo Vinaver, e del figlio che hanno avuto in quegli anni, la poetessa emigra negli Stati Uniti d'America. La famiglia vive in luoghi diversi prima di arrivare a stabilirsi nel Greenwich Village di New York, in un appartamento situato sulla Minetta Street, una strada e un quartiere che lei ricordera' nella raccolta di brevi prose Der Gott der kleinen Webefehler.

Per un lungo periodo il lavoro di Mascha e' l'unica fonte di sostentamento economico per la famiglia. La poetessa redige testi pubblicitari, articoli per il giornale dell'esilio "Der Aufbau" e traduzioni. Le esperienze di vita lavorativa e letteraria durante l'esilio sono state rielaborate in seguito nella raccolta di poesie Verse fuer Zeitgenossen, pubblicata appena dopo la fine del secondo conflitto mondiale. La permanenza a New York viene interrotta da un breve periodo che la famiglia trascorre ad Hollywood, nella vana speranza di trovare fortuna come compositori nell'industria del cinema. Il fallimento di questo tentativo la riporta tuttavia a New York.

Nel 1956 la scrittrice fa ritorno per la prima volta a Berlino da sola. Quattro anni dopo viene eletta assegnataria del premio Fontane che lei pero' rifiuta a seguito della presenza di un vecchio ufficiale nazista nel comitato della consegna.

Nel 1960 la poetessa si trasferisce nuovamente, questa volta in Israele, per seguire il marito in alcune ricerche sui canti chassidici per sinagoga. Kaleko, che non conosce la lingua ebraica, vive quel periodo in completo isolamento, reso ancora piu' profondo dalla morte del figlio, nel 1968, e del marito, nel 1973.

Rimasta sola al mondo, la scrittrice non ritorna in Germania ma viaggia molto nel mondo di lingua tedesca. La morte la coglie mentre si trova a Zurigo, il 21 gennaio 1975.

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Opere: Das Lyrische Stenogrammheft. Verse vom Alltag, poesie, 1933; Kleines Lesebuch fuer Grosse. Gereimtes und Ungereimtes, poesie, 1935; Verse fuer Zeitgenossen, poesie, 1945; Der Papagei, die Mamagei und andere komische Tiere, poesie, 1961; Verse in Dur und Moll, poesie, 1967; Das himmelgraue Poesiealbum der M.K., poesie, 1968; Wie's auf dem Mond zugeht, poesie, 1971; Hat alles seine zwei Schattenseiten, poesie, 1973. Pubblicate postumi: Feine Pflaenzchen. Rosen, Tulpen, Nelken und nahrhaftere Gewaechse, 1976; Der Gott der kleinen Webfehler, prose, 1981; In meinen Traeumen lautet es Sturm. Gedichte und Epigramme aus dem Nachlass, poesie, 1977; Horoskop gefaellig?, poesie, 1979; Heute ist morgen schon gestern, poesie, 1980; Tag und Nacht Notizen, poesie, 1981; Ich bin von anno dazumal, poesie, 1984; Der Stern, auf dem wir leben, poesie, 1984.

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Critica: Bauschinger, Sigrid, Mascha Kaleko, in J.P. Spalek - J. Strelka (Hrsgg.), Deutschsprachige Exilliteratur seit 1933, Bd. 2, New York-Muenchen-Bern, 1989; De Lucia, Stefania, "Wenn ich 'Heimweh' sage, sag ich Traum". Aspetti della lirica di Mascha Kaleko nell'esilio americano, in A. M. Carpi, G. Dolei, L. Perrone Capano (a cura di), La scuola dell'esilio. Riviste e letteratura della migrazione tedesca, Roma, 2009, pp. 231-250; Drewitz, Ingeborg, Beinahe traurig, beinahe frech. Zum Tode Mascha Kalekos, in "Der Tagesspiegel", 23.1.1975; Frankenstein, Alfred, Mascha Kaleko, in "Literatur + Kritik", 13, 1978; Krueger, Horst, Berliner Augenblick, in Frankfurter Anthologie, 1976; Nolte, Andreas, Mir ist zuweilen so als ob das Herz in mir zerbrach. Leben und Werk Mascha Kalekos im Spiegel ihrer sprichwoertlichen Dichtung, Bern-Berlin-Wien u.a, 2003; Rheinsberg, Anna, Mascha Kaleko, in "Emma", Nr.7, 1983; Ead., Wie bunt entfaltet sich mein Anderssein. Lyrikerinnen der zwanziger Jahre. Gedichte und Portraits, Mannheim, 1993; Rosenkranz, Jutta, Mascha Kaleko, Biographie, Muenchen, 2007; Wall, Ranate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Zoch-Westphal, Gisela, Aus den sechs Leben der Mascha Kaleko (Biographische Skizzen, Tagebuch, Briefe), Berlin, 1988.

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Sitografia: www.maschakaleko.com; www.exil-archiv.de; http://kaleko.magiers.de; www.dradio.de; www.fembio.org; www.phil-fak.uni-duesseldorf.de

 

8. PROFILI. GINA KAUS

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Regina Wiener, vero nome di Gina Kaus, nasce a Vienna il 21 ottobre 1893 in una famiglia ebrea molto povera. A soli vent'anni sposa il musicista Joseph Zirner e si trasferisce con lui a Breslau. Nel 1915 Joseph parte per il fronte e Gina trascorre un breve periodo a Berlino dove conosce Franz Blei e Carl Sternheim che la introducono alla scrittura letteraria e giornalistica. La prima pubblicazione di Kaus e' infatti un articolo - che esce in quello stesso anno sulle pagine del "Berliner Tageblatt" -, scritto dopo una visita al fronte dove il marito combatteva. Quella visita e' anche l'ultima occasione che Gina ha di vederlo, poiche' Zirner muore in battaglia poco dopo averla vista.

Gina Kaus rimane con i suoceri, lavorando nella loro gioielleria ed e' proprio li' che conosce Franz Kranz, un ricco e influente uomo d'affari trent'anni piu' anziano di lei, gia' sposato. Franz si innamora di Gina e la ricopre di costosissimi regali, la moglie legittima pero' non gli concede il divorzio e Gina rifiuta di trasferirsi nel suo palazzo come amante. Per legittimare la loro unione Kranz decide quindi di adottarla, creando, con questo gesto, grande scompiglio e critiche nella societa' del tempo. Gina Kaus si trasferisce quindi nel lussuoso palazzo della Liechtensteinstrasse e ottiene il permesso di assumere come segretario personale l'amico Franz Blei, che per lei lascia Berlino e si trasferisce a Vienna. Blei, spiccata personalita' intellettuale del tempo, raccoglie ben presto attorno a se' i piu' importanti scrittori della societa' viennese tra i quali Robert Musil, Hermann Broch, Otto Kaus, Egon Ewin Kisch, Ernst Pollak e Franz Werfel. Gli incontri culturali e letterari si svolgevano nei caffe' letterari piu' in voga e Gina vi prende parte con regolarita'. La sua relazione segreta con Franz Blei comincio' quasi immediatamente, per lui ottiene dal padre adottivo un'ingente somma di danaro intesa a finanziare la pubblicazione della rivista letteraria "Summa", nonche' l'affitto di un appartamento che lo scrittore usava come atelier.

La doppia vita di Gina ha tuttavia breve durata. Ben presto lascia sia Franz Blei che Franz Kranz e si innamora dello scrittore comunista Otto Kaus dal quale ha anche un figlio. Kranz, che non riesce ad accettare il tradimento, la caccia di casa, riuscendo con uno stratagemma a fare in modo di non doverle nemmeno accordare un sussidio vitalizio.

La storia tormentata delle sue scelte di vita, di questa doppia vita protesa da un lato all'affermazione di se' come donna e madre, dall'altra all'affermazione di se' come soggetto sociale, e' l'argomento del romanzo Die Schwester Kleh, pubblicato nel 1933.

All'indomani dell'abbandono del "Palais Kranz", Gina Kaus comincia a scrivere opere teatrali. La prima, Diebe im Haus, che contiene forti rimandi alla sua storia personale, viene pubblicata nel 1917 ma non riscuote grande successo. Diversa accoglienza riceve Toni, una commedia brillante per scolarette, messa in scena in piu' di cinquanta teatri in Germania, che nel 1927 ottiene anche il premio Goethe.

Gina e Otto Kaus si sposano nel 1920, la loro sopravvivenza e' assicurata da oculati investimenti economici. In quegli anni la scrittrice pubblica piccoli scritti, racconti, storie brevi e articoli per la rivista "Sowjet" edita dallo stesso Kaus. Nel 1921, Kaus si trasferisce da solo a Berlino, mentre Gina rimane a Vienna con il figlio. Il numero di riviste che ospitano i suoi articoli aumenta e Gina diviene una delle abituali editorialiste della "Arbeiter Zeitung". Nelle sue visite a Berlino conosce importanti personalita' del mondo intellettuale tedesco come Ernst Toller, Ferdinand Bruckner, Walter Hasenclever, Rudolf Leonard.

Nello stesso 1921 Der Aufsteig, la sua prima novella lunga, riceve il premio Theodor Fontane. Grazie alla sobrieta' dello stile la scrittrice conquista anche la stima e l'amicizia di Karl Kraus.

A Berlino Gina si lascia tagliare i capelli cortissimi: la rinuncia alla chioma lunga e fluente rappresenta ai suoi occhi la rinuncia al suo stato di borghese. Lei, cosi' come le protagoniste dei suoi romanzi, incarna l'ideale di una nuova donna, impegnata e lavoratrice, determinata anche nelle proprie scelte erotiche. In questo stesso periodo resta incinta del secondo figlio e fonda una rivista dal titolo indicativo, accolta con grande entusiasmo sia in Austria che in Germania: "Halbsmonatsschrift fuer alle Fragen der Schwangerschaft, Saeuglingshygiene und Kindererziehung" (Quindicinale per tutte le questioni relative alla gravidanza, all'igiene del neonato e all'educazione dei bambini), nella quale lei stessa scrive articoli ispirati alle teorie della psicologia infantile di Alfred Adler.

La separazione dal marito, nel 1926, era stata preceduta da altre relazioni extraconiugali. La piu' importante e' quella con l'avvocato Eduard Frischauer, marito di una delle sue migliori amiche. La loro relazione sara' complessa, e alcune delle vicende che la caratterizzeranno, confluiranno nel romanzo Die Verliebten, apparso nel 1928. A questo seguirono Die Ueberfahrt, Morgen um Neun e Die Schwestern Kleh.

Risale a quegli anni l'amicizia con Vicky Baum che apprezza molto il suo stile.

Il 10 maggio 1933 anche i libri di Gina Kaus vengono pubblicamente bruciati e banditi. All'epoca abita a Vienna con il figlio minore, mentre manda il maggiore a studiare in Inghilterra. Gina Kaus lavora a una biografia dal titolo Katharina die Grosse, che riscuotera' grande successo, soprattutto in America. Il successo di vendita di questo romanzo, nonche' la vendita dei diritti del romanzo Die Ueberfahrt per la trasposizione cinematografica le consentirono di raccogliere il denaro necessario all'esilio in America, fuga resa inevitabile anche dal fatto che tra la fine del '33 e l'inizio del '34 le viene proibito di pubblicare altri scritti in Austria.

Prima di approdare oltreoceano Gina Kaus e il compagno giungono dapprima in Svizzera e poi a Parigi, dove lei pubblica contemporaneamente in inglese e in tedesco il romanzo Der Teufel nebenan che non ha il successo sperato, forse a causa della trama irrispettosa della morale del tempo.

Il primo settembre 1939 Kaus e la sua famiglia partono per New York. Per finanziare il viaggio che li avrebbe condotti a Hollywood, meta del loro viaggio, Gina Kaus scrive delle True Stories, genere di storie di vita popolari di gente semplice, quasi sempre redatte da bravi scrittori per sbarcare il lunario.

A Hollywood il suo agente le procura molti incarichi da sceneggiatrice. Legatissima alle sue origini, prende subito contatto con altri scrittori esiliati residenti in America, come Vicky Baum, amica di vecchia data, Bert Brecht, Hanns Eisler, Fritz Kortner, Salka Viertel.

In America, piu' per ragioni pratiche che per vero amore, sposa finalmente Frischauer. Nello stesso periodo riesce a fare arrivare negli Stati Uniti anche i genitori. Il suo lavoro e' l'unico mezzo di sostentamento per la numerosa famiglia, gravata dagli sprechi del marito, accanito giocatore di bridge.

Dopo la guerra Gina Kaus fa ritorno in Europa piu' volte, sia a Vienna che a Berlino, dove pero' si ferma solo per brevi periodi, avendo deciso di non lasciare piu' Los Angeles, la citta' dove ormai si sono stabiliti e impiegati come professionisti i suoi figli e dove muore il 23 dicembre 1985.

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Opere: Der Aufstieg, novella, 1920; Der laecherliche Dritte, commedia, 1926; Die Verliebten, romanzo, 1928; Die Ueberfahrt, romanzo, 1932; Die Schwestern Kleh, romanzo, 1933; Katharina die Grosse, romanzo storico, 1935; Luxusdampfer, romanzo, 1937; Whisky und Soda, commedia, 1937; Der Teufel nebenan, romanzo, 1940; Und was fuer ein Leben... mit Liebe und Literatur, Theater und Film (1979), in seguito pubblicata con il titolo Von Wien nach Hollywood. Erinnerungen von Gina Kaus, autobiografia, 1990. La maggior parte delle opere di Gina Kaus sono state pubblicate con lo pseudonimo di Andreas Eckbrecht.

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Traduzioni in italiano: Transatlantico, Milano, 1933; Le sorelle Kleh, Verona, 1934; Domani alle nove, seguito da Ritorno alla realta', Verona, 1934; Caterina seconda, Firenze, 1937; La grande Caterina, Firenze, 1981.

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Critica: Atzinger, Hildegard, Schriftstellerin und Oeffentlichkeit; zur Stellung einer Schriftstellerin in der literarischen Oeffentlichkeit der Zwischenkriegszeit in Oesterreich und Deutschland, Frankfurt am Main-Wien u.a., 2008; Capovilla, Andrea, Entwuerfe weiblicher Identitaet in der Moderne. Milena Jesenska', Vicki Baum, Gina Kaus, Alice Ruehle-Gerstel; Studien zu Leben und Werk, Oldenburg, 2004; Dubrovic, Milan, Die Weissagung des Teiresias. Erinnerung an Gina Kaus, in "Die Presse", 17.5.1986; Guertler, Christa - Schmid-Bortenschlager, Sigrid, Oesterreichische Schriftstellerinnen 1918-1945, Salzburg-Wien-Frankfurt am Main, 2002; Malone, David H., Gina Kaus, in J. M. Spalek, J. Strelka (Hg.), Deutsche Exilliteratur seit 1933, Bd. 1, Kalifornien-Bern-Muenchen, 1976; Mulot, Sibille, Nachwort zu Gina Kaus, in G. Kaus, Von Wien nach Hollywood. Erinnerungen von Gina Kaus, Frankfurt am Main, 1990; Vollmer, Hartmut, Gina Kaus, in A. B. Kilcher (Hg.), Metzlers Lexikon der deutsch-juedischen Literatur, Stuttgart-Weimar, 2000; Wall, Renate, Lexikon der deutschsprachigen Schriftstellerinne im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Walter, Ingrid, Dem Verlorenen Nachspuren. Autobiographische Verarbeitung des Exils deutschsprachiger Schriftstellerinnen, Taunusstein, 2000.

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Sitografia: www.usc.edu; http://digicoll.library.wisc.edu

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Filmografia: Three secrets, TV, motion picture Three Secrets, 1999; Geu yeojauni joiga anida, novella, 1959; "Schlitz Playhouse of stars", primo episodio, 1957; French Provincial, episodio TV, 1957; Das Schloss in Tirol, 1957; Wie ein Sturmwind, 1957; "Alfred Hitchcock Presents", primo episodio, 1956; The Legacy, episodio TV, 1956; Teufel in Seide, dalla novella Der Teufel nebenan, 1956; The Robe, adattamento, 1953; All I Desire, 1953; We're not married!, trama, 1953; Three Secrets, trama "Rock Bottom", 1950; The Red Danube, 1949; Julia Misbehaves, adattamento, 1948; Whispering City, 1947; Her Sister's Secret, novella Dark Angel, 1946; Camino del infierno, 1946; Blazing Guns, trama, 1943; Isle of Missing Men, opera teatrale White Lady, 1942; They All Kissed the Bride, trama, 1942; The Wife Takes a Flyer, sceneggiatura, trama, 1942; The Night before e Divorce, opera teatrale, 1942; Western Mail, trama, 1942; Charlie Chan in City in Darkness, opera teatrale, 1939; Prison Without Bars, TV, 1939; Conflict, 1938; Prison Without Bars, opera teatrale Prison sans barreaux, 1938; Prison sans barreaux, trama, 1938; Luxury Liner, 1933; La tunica, adattamento, dalla novella di Lloyd C. Douglas, 2002 (per maggiori informazioni sui singoli titoli della filmografia si faccia riferimento al sito http://us.imdb.com).

 

9. PROFILI. IRMGARD KEUN

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Irmgard Keun nasce a Charlottenburg, nei pressi di Berlino, il 6 febbraio 1905, figlia di un commerciante dalle idee liberali. La bambina cresce, in compagnia dei genitori e del fratello Gerd, tra Berlino e Colonia, dove nel 1921 termina gli studi liceali presso un istituto femminile evangelico e trova occupazione come stenotipista. Negli stessi anni frequenta corsi di teatro presso la Scuola d'arte drammatica. Al termine del suo percorso prende a lavorare per alcune compagnie teatrali in diverse citta' tedesche.

Nel 1931, incoraggiata da Alfred Doeblin, pubblica il suo primo romanzo, Gilgi - eine von uns, che ottiene grande successo di critica e pubblico.

Nel 1932, lo stesso anno in cui sposa il regista Johannes Tralow, il successo si ripete con il secondo romanzo, Das kunstseidene Maedchen, che la rende uno dei nomi di spicco della scena letteraria berlinese.

I due romanzi articolano una riflessione sulla condizione femminile: in entrambi le protagoniste sono delle giovani donne che cercano di ritagliarsi uno spazio di indipendenza. Nonostante o forse per la scottante attualita' dell'argomento, il comitato di controllo nazionalsocialista li inserisce entrambi nella lista dei libri sgraditi al governo, bollandoli con l'etichetta di "Asphaltliteratur mit antideutscher Tendenz" (letteratura dell'asfalto con tendenze anti-tedesche).

Per le copie dei libri rimaste in giacenza presso l'editore, nel 1935 e' costretta a pagare una forte somma di denaro al fisco tedesco. In quell'occasione, la scrittrice subisce un interrogatorio della Gestapo. Nello stesso anno lascia la Germania. Si rifugia dapprima a Ostenda, in Belgio, da dove, dopo aver ottenuto un visto, raggiunge l'Olanda. Il marito non la segue, e il loro matrimonio, colmo di dissapori, si conclude con il divorzio che la coppia ottiene nel 1937.

Durante l'esilio la scrittrice compone diversi romanzi: Das Maedchen, mit dem die Kinder nicht verkehren durften (1936), Nach Mitternacht (1937), D-Zug dritter Klasse (1938) e Kind aller Laender (1938). Conosce e intrattiene rapporti di amicizia con Egon Erwin Kisch, Hermann Kasten, Stephan Zweig, Ernst Toller, Ernst Weiss e Heinrich Mann.

Dal 1936 al 1938 Keun ha una relazione con Joseph Roth, con il quale intrattiene anche rapporti di lavoro e compie numerosi viaggi in Europa. Dopo essersi allontanata da lui fa ritorno segretamente in Germania, nascosta e protetta, fino al 1945, dalle false notizie che parlavano di un suo suicidio.

Al termine del secondo conflitto mondiale la scrittrice cerca di ristabilire i contatti con Doeblin e Kasten, lavora come giornalista, saggista, nonche' sceneggiatrice televisiva e per il cabaret. I suoi testi letterari, tuttavia, sembrano aver perso l'incisivita' di un tempo. Nel 1950, il romanzo Ferdinand, der Mann mit dem freundlichen Herzen viene accolto con scarso interesse e anche i libri composti durante l'esilio non riscuotono il successo sperato. Nel 1951 Keun da' alla luce Martina, una figlia di cui tiene segreta la paternita'. Alla meta' degli anni Cinquanta risale l'amicizia con Heinrich Boell, con il quale la scrittrice ha in progetto una pubblicazione comune che non sara' mai realizzata.

Gli anni Sessanta sono tristemente segnati dall'alcolismo di Keun, le cui condizioni si aggravano fino a portarla, nel 1966, al ricovero presso la sezione psichiatrica dell'ospedale di Bonn, dove rimane fino al 1972. Finalmente dimessa dall'ospedale, si stabilisce a Bonn dove rimane sino al 1977.

La sua situazione finanziaria trova un piccolo miglioramento a partire dal 1979, quando una pubblica lettura dei suoi romanzi e un articolo dedicatole dello "Stern" le fanno riguadagnare popolarita'.

La scrittrice muore a Bonn il 5 maggio 1982, colpita da un cancro ai polmoni.

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Opere: Gilgi - eine von uns, romanzo, 1931; Das kunstseidene Maedchen, romanzo, 1932; Das Maedchen, mit dem die Kinder nicht verkehren durften, romanzo, 1936; Nach Mitternacht, romanzo, 1937; D-Zug dritter Klasse, romanzo, 1938; Kind aller Laender, romanzo, 1938; Bilder und Gedichte aus der Migration, poesie, 1947; Nur noch Frauen..., racconto, 1949; Ich lebe in einem wilden Wirbel. Briefe an Arnold Strauss, 1933-1947, lettere, 1988; Ferdinand, der Mann mit dem freundlichen Herzen, romanzo, 1950; Scherzartikel, raccolta di articoli, 1951; Wenn wir alle gut waeren, racconti, 1954; Bluehende Neurosen, raccolta di articoli, 1962.

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Traduzioni in italiano: Una di noi, Milano, 1934; Dopo mezzanotte, Milano, 1984; La ragazza di seta artificiale, Udine, 2008; Figlia di tutti i paesi, Roma, 2011.

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Critica: Arend, St. - Martin, A., Irmgard Keun 1905-2005 - Deutungen und Dokumente, Bielefeld, 2005; Bescansa Leiros, Carme, Gender- und Machttransgression im Romanwerk Irmgard Keun. Eine Untersuchung aus der Perspektive der Gender Studies, (Univ. Diss.), St. Ingbert, 2007; Haentzschel, Hiltrud, Irmgard Keun, Reinbeck bei Hamburg, 2001; Horsley, Ritta J., "Irmgard Keun", in W. D. Elfe - J. Hardin (Hg), Dictionary of Literacy Biography, Vol 69, (Contemporary German Prose Fiction: 1945 to the Present), Detroit, 1988; Ead., "Warum habe ich keine Worte? ...kein Wort trifft zutiefst hinein": The Problematics of Language in the Early Novels of Irmgard Keun, in "Colloquia Germanica" 23, 3-4, 1990; Ead., "Irmgard Keun (1905-1982): "Auf dem Trittbrett eines rasenden Zuges" - Irmgard Keun zwischen Wahn und Wirklichkeit", in S. Duda, S. - L. F. Pusch (Hg.), WahnsinnsFrauen, Frankfurt am Main, 1992; Ead., "Whitness, Critic, Victim: Irmgard Keun and the Years of National Socialism", in M. Elaine, (Hg.), Gender, Patriarchy and Fascism in the Third Reich: The Response of Women Writers, Detroit, MI 1992; Ead., "Irmgard Keun", Women Writers in German-Speaking Countries: A Bio-bibliographical Critical Sourcebook, Westport, CT, London, 1998; Ead., "This Number is Not in Service": Destabilizing Identities in Irmgard Keun"s Novels from Weimar and Exile", in E. Fredriksen - M. Wallach (Hg.), Facing Fascism and Confronting the Past: German Women Writers from Weimar to the Present, Albany, NY, 2000; Kosta, Barbara, Unruly Daughters and Modernity: Irmgard Keun's "Gilgi-eine von uns", in "The German Quarterly", Vol. 68, No. 3, Summer 1995; Krechel, Ursula, Irmgard Keun, Die Zerstoerung der kalten Ordnung: Auch ein Versuch ueber das Vergessen weiblicher Kulturleistungen, in "Literaturmagazin" 10, 1979; Lickhardt, Maren, Irmgard Keuns Romane der Weimarer Republik als Moderne Diskursromane, Heidelberg, 2009; Perrone Capano, Lucia, Visioni della modernita'. "Neue Frauen" e influenze americane in "Das kunstseidene Madchen" di Irmgard Keun, in "A.I.O.N., Sez. germanica", XVII, 2007; Ead., "Ist die Grenze ein Strich?" Linee di fuga nei romanzi dell'esilio di Irmgard Keun, in A. M. Carpi - G. Dolei - L. Perrone Capano (a cura di), L'esperienza dell'esilio nel Novecento tedesco, Roma, 2009; Ead., Scrivere sulle macerie. La realta' del dopoguerra in "Ferdinand, der Mann mit dem freundlichen Herzen" (1950) di Irmgard Keun, in M. Bonifazio/ N. Centorbi/ A. Schinina' (a cura di), Tra denuncia e utopia. Impegno, critica e polemica nella letteratura tedesca moderna. Studi in onore di Giuseppe Dolei, Roma, 2010; Scherer, Stefan, Irmgard Keun, Muenchen, 2009; Siegel, Eva-Maria, Jugend, Frauen, drittes Reich. Autorinnen im Exil 1933-1945, Paffenweiler, 1993; Wilhelm Unger (Hg.), Keun, Irmgard. Wenn wir alle gut waeren: Kleine Begebenheiten, Erinnerungen und Geschichten, Koeln, 1983 (1954).

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Sitografia: www.fembio.org/frauen-biographie/irmgard-keun.shtml; www.phil-fak.uni-duesseldorf.de/germ2/verboten/ver/keun.html; www.literaturkritik.de/public/rezension.php?rez_id=7842&ausgabe=200502; www.single-generation.de/kohorten/vor_68er/irmgard_keun.htm; www.berlin.de/ba-charlottenburg-wilmersdorf/bezirk/gedenktafeln/keunredewichner.html; www.womeningerman.org/membership/sub/dissprizewinners.html; www.exil-archiv.de/Joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=621&Itemid=66; http://contentdm.lib.byu.edu/ETD/image/etd1251.pdf

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Filmografia: Das Kunstseidene Maedchen, (con Giulietta Masina), regia di Julien Duvivier, 1960; Nach Mitternacht, regia di Wolf Gremm, 1981.

 

10. PROFILI. ALMA-JOHANNA KOENIG

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Nasce a Praga il 18 agosto 1887, in una famiglia ebrea, circondata da fratelli molto piu' grandi di lei e genitori anziani. La famiglia si trasferisce a Vienna e qui Johanna cresce in un mondo privo delle gioie e della spensieratezza dell'infanzia, ma, anzi, appesantito dalle continue sofferenze materne dovute all'avanzare dell'eta'. Dopo aver lasciato la scuola a causa della salute cagionevole, Alma Johanna Koenig continua la sua educazione da autodidatta. La ragazza frequenta spesso le serate culturali organizzate dall'attore Josef Kainz e li' conosce il poeta Alfred Gruenewald che la esorta a scrivere. All'oscuro dei genitori, e sotto lo pseudonimo di Johannes Herdan, nel 1918 pubblica il suo primo libro di poesie, intitolato Die Windsbraut.

Nel 1921 sposa il console austriaco Bernhard Freiherr von Ehrenfels. Pochi anni dopo, nel 1924, pubblica il romanzo Geschichte von Half dem Weibe, che nel 1925 riceve il premio letterario della citta' di Vienna. Nello stesso anno la coppia si trasferisce ad Algeri, dove pero' vive una forte crisi che culmina nel 1930, quando la scrittrice, che nel frattempo ha anche contratto una malattia tropicale, decide di tornare da sola a Vienna. Il divorzio diverra' ufficiale nel 1936.

Due anni dopo il ritorno a casa, nel 1932, la Koenig raccoglie tutte le impressioni sul periodo trascorso in Africa nel romanzo Leidenschaft in Algier. In quegli anni inizia anche la sua relazione con lo scrittore Oskar Jan Tauschinski (che nel 1957 istituira' un premio letterario in suo nome).

Nel 1933, con l'avvento al potere del nazionalsocialismo, i libri della Koenig vengono proibiti dapprima in Germania e successivamente anche in Austria. A causa della guerra e soprattutto del suo credo religioso, la scrittrice deve cambiare casa piu' volte vivendo in condizioni di forte indigenza. Questi anni influiscono sulla stesura del romanzo Der jugendliche Gott, messo in salvo dal compagno appena dopo che la scrittrice lo aveva terminato e poco prima che venisse arrestata, il 22 maggio 1942, e deportata dapprima in un centro di raccolta e successivamente nel ghetto di Minsk, dove ha sicuramente perso la vita.

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Opere: Die Windsbraut, poesie, 1918; Schibes, racconti, 1920; Die Lieder der Fausta, poesie, 1922; Der Heilige Palast, romanzo, 1922; Die Geschichte von Half, dem Weibe, romanzo, 1924; Eiszeit des Herzens, dramma, 1925; Gudrun. Stolz und Treue, racconto per ragazzi, 1928; Liebesgedichte. Eine Auswahl aus dem lyrischen Gesamtwerk, poesie, 1930; Die Fackel des Eros, romanzo, 1930; Leidenschaft in Algier, romanzo, 1932; Sonette fuer Jan, poesie, 1946; Der jugendliche Gott, romanzo, 1947; Sahara. Nordafrikanische Erzaehlungen und Skizzen, racconti e schizzi, 1951.

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Critica: Bensberg, Gabriele, Alma Johanna Koenig und die Psychoanalyse. Die androgynen Frauen in dem Wikingerroman "Die Geschichte von Half dem Weibe" als Repraesentantinnen eines "Maennlichkeitskomplexes"?, in P. Hoerner (Hg.), Boehmen als ein kulturelles Zentrum deutscher Literatur, Frankfurt am Main u.a., 2004; Hempen, Daniela, Und alles Lauschte dem Liede Horands: Kunst und Humanitaet in Alma Johanna Koenigs Gudrun, in "Neophilologus", 86, 2002, Nr. 2; Raynaud, Franziska, "Alma Johanna Koenig (1887-1942?). Leben und Dichten einer Wienerin", in "Bullettin des Leo Baeck Instituts", 64, 1983.

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Sitografia: aeiou.iicm.tugraz.at; www.hist-rom.de; http://de.doew.braintrust.at

 

11. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

[Riproponiamo ancora una volta]

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.

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Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Oswald Ducrot, Jean-Marie Schaeffer, Nouveau dictionnaire encyclopedique des sciences du langage, Seuil, Paris 1995, 2002, pp. 832.

- Massimo Piattelli-Palmarini (a cura di), Theories du langage. Theories de l'aprentissage. Le debat entre Jean Piaget et Noam Chomsky, Seuil, Paris 1979, 1982, pp. 544.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2090 del 29 agosto 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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