[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 671



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 671 del 29 marzo 2015

 

In questo numero:

1. Per i cento anni di Pietro Ingrao

2. Anna Grazia Casieri: L'accompagnamento personale dei processi di crescita nella "Evangelii Gaudium". Conclusioni. Bibliografia. Sigle e abbreviazioni. Indice

3. Il testo della proposta di legge di iniziativa popolare "Istituzione e modalita' di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta"

4. Segnalazioni librarie

 

1. MAESTRI. PER I CENTO ANNI DI PIETRO INGRAO

 

Il 30 marzo 2015 Pietro Ingrao compie cento anni.

Al grande intellettuale e militante del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' i nostri auguri, il nostro omaggio, la nostra gratitudine.

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Pietro Ingrao e' nato il 30 marzo 1915 a Lenola, laureato in giurisprudenza e lettere, partecipa alla lotta clandestina antifascista e alla Resistenza. Giornalista, direttore de "L'Unita'" dal 1947 al 1957, dal 1948 deputato del Pci al Parlamento per varie legislature e tra il 1976 e il 1979 presidente della Camera dei Deputati. Sono di grande rilievo le sue riflessioni sui movimenti, le istituzioni, la storia contemporanea e le tendenze globali attuali. Tra le opere di Pietro Ingrao: Masse e potere, Editori Riuniti, Roma 1977; Crisi e terza via, Editori Riuniti, Roma 1978; Tradizione e progetto, De Donato, Bari 1982; Il dubbio dei vincitori, Mondadori, Milano 1986; Le cose impossibili, Editori Riuniti, Roma 1990; Interventi sul campo, Cuen, Napoli 1990; L'alta febbre del fare, Mondadori, Milano 1994; (con Rossana Rossanda ed altri), Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; Variazioni serali, Il Saggiatore, Milano 2000; (con Franco Fortini, Alberto Olivetti, Gianni Scalia), Conversazioni su Il dubbio dei vincitori, Cadmo, Roma 2002; (con Alessandro Zanotelli), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; La guerra sospesa, Dedalo, Bari 2003; Una lettera di Pietro Ingrao, Cadmo, Roma 2005; Volevo la luna, Einaudi, Torino 2006. Tra le opere su Pietro Ingrao: Antonio Galdo, Pietro Ingrao. Il compagno disarmato, Sperling & Kupfer, Milano 2004, 2006; Lorenzo Benadusi, Giovanni Cerchia (a cura di), L'archivio di Pietro Ingrao, Ediesse, Roma 2006.

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Alla scuola di Pietro Ingrao proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Oppresse e oppressi unitevi nella lotta per la comune liberazione e la difesa della biosfera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. RIFLESSIONE. ANNA GRAZIA CASIERI: L'ACCOMPAGNAMENTO PERSONALE DEI PROCESSI DI CRESCITA NELLA "EVANGELII GAUDIUM". CONCLUSIONI. BIBLIOGRAFIA. SIGLE E ABBREVIAZIONI. INDICE

[Ringraziamo di cuore suor Anna Grazia Casieri per averci messo a disposizione il testo della sua tesi di laurea magistrale in Scienze religiose, sostenuta presso la Facolta' Teologica Pugliese - Istituto superiore di Scienze religiose "Giovanni Paolo II" di Foggia nell'anno accademico 2014-2015, dal titolo L'accompagnamento personale dei processi di crescita nella "Evangelii Gaudium". In questa riproduzione abbiamo omesso le molte, preziose note che arricchiscono il testo.

Suor Anna Grazia Casieri, della congregazione delle murialdine, gia' missionaria in Messico, impegnata in attivita' educative e di solidarieta', insegna nella scuola pubblica a Foggia. E' da sempre una importante collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo]

 

Conclusioni

A conclusione del presente lavoro di riflessione sull'Esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium e di essa particolarmente la sezione su "L'accompagnamento personale dei processi di crescita", ci sembra opportuno svolgere alcune considerazioni finali che evidenzino la profondità del documento e la ricchezza di indicazioni per l'esperienza concreta di annuncio della vita nuova che viene da Gesù.

Da quanto esposto nel primo capitolo è emerso come Papa Francesco ci offra nella sua Enciclica Lumen Fidei un approfondimento della fede, ripercorrendo per noi la strada della storia di salvezza, con un percorso efficace che viene posto dinanzi ai credenti per camminare nell'intelligenza della fede e per dare sostegno alla loro testimonianza nel mondo.

Seguire Gesù nella luce della fede, significa divenire con la propria vita annunciatori di quella verità testimoniata dalla fede stessa che è quella dell'amore. Lungi dall'irrigidire, la sicurezza della fede mette in cammino e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti. Si tratta infatti, seguendo del resto la logica che guida lo snodarsi dell'Enciclica, di fermare l'attenzione sul significato di ciò che Gesù ha detto e fatto. Ognuno di noi, è chiamato a far suo lo sguardo e la scelta di amore di Gesù, a entrare nel suo modo di essere, di pensare e di agire. Questa è la fede, con tutte le espressioni che sono descritte puntualmente nell'Enciclica.

Sento di poter affermare come sia particolarmente significativo, non solo per i singoli, ma anche per la società in cui viviamo, soffermarsi a dialogare su di una realtà così importante come la fede, che si richiama alla predicazione e alla figura di Gesù. È giunto il tempo, alla luce degli stimoli del Vaticano II, di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro. Inoltre, per chi cerca di essere fedele al dono di seguire Gesù nella luce della fede, questo dialogo non è un accessorio secondario dell'esistenza del credente, ne è invece un'espressione indispensabile perché è proprio la sicurezza della fede che rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti.

Dall'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium si è evidenziato come la Chiesa non abbia altro senso e fine se non quello di vivere e testimoniare Gesù. La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, è la vicinanza, la prossimità. Una Chiesa che è chiamata ad essere madre e ricca di misericordia, che sa farsi carico delle persone, che è capace di riscaldare il cuore, di saper dialogare e accompagnare. Una Chiesa che, se da un lato accoglie e tiene le porte aperte, dall'altro è capace di uscire da se stessa per andare incontro a chi non la frequenta, a chi se n'è andato o è indifferente. Le riforme organizzative e strutturali, le norme morali, pur imprescindibili, vengono dopo. La Chiesa, infatti, è chiamata a seminare il lievito e il sale del Vangelo, e cioè l'amore e la misericordia di Dio che raggiungono tutti gli uomini, additando la meta ultraterrena del nostro destino come espressione di un servizio a tutto l'uomo e a tutti gli uomini, a partire dalle periferie della storia e tenendo desto il senso della speranza che spinge a operare il bene nonostante tutto e guardando sempre al di là.

Nel secondo capitolo l'attenzione si è soffermata sui numeri 169-173 dell'Esortazione Evangelii Gaudium, e in particolare, sull'importanza dell'arte dell'accompagnamento, arricchendone il contenuto prevalentemente con i contributi del Magistero e di alcuni autori di spiritualità che sono stati particolarmente studiati dalla scrivente nel corso degli ultimi anni. Alla luce dell'approfondimento compiuto possiamo attestare che quanto scritto da Papa Francesco sull'educazione, e in modo specifico sull'arte dell'accompagnamento, sull'accompagnamento verso Dio e sulle qualità che devono essere proprie dell'educatore cristiano quali la prudenza, la capacità di comprendere, l'arte di aspettare, la docilità allo Spirito, e, in una parola, la gioia dell'annuncio, trovi piena conferma nella riflessione dei documenti magisteriali e nell'esperienza di molteplici autori di spiritualità.

Si è messo in evidenza nel primo paragrafo come l'arte dell'accompagnamento ci renda capaci di andare incontro alle persone, imparare con loro, vivere con loro, amarle, finché, cresciute in autonomia, possano sentirsi protagoniste della loro esistenza. Credere nelle persone e nelle loro potenzialità, proporre i valori e lasciar camminare l'altro favorendo il suo cammino è l'attitudine di chi ha scoperto la grandezza dell'amore e l'ha sperimentata come l'unica forza creativa e trasformatrice della propria vita. Il vero educatore è quello che fa sentire la sua vicinanza, che stimola, che accompagna il processo, che cammina a fianco, che rispetta e valorizza l'individualità e la cultura dell'altro, che aiuta a sviluppare lo spirito critico, che è capace di svegliare nell'altro il desiderio e la ricerca di nuove conoscenze e di nuove esperienze, che è egli stesso disposto ad imparare sempre, che cresce insieme all'altro, che favorisce l'integrazione sociale. Infine, il vero educatore è chi insegna imparando, chi indica il cammino camminando a fianco, perché ama di un amore incondizionato.

Nel secondo paragrafo si è messo a fuoco come vivere una relazione umana significhi lasciarsi raggiungere dall'appello a condividere, ad accogliere, a rendersi responsabili, a sentire che ciò che si possiede appartiene anche all'altro ed è dono per tutti. Soprattutto si è evidenziato come la qualità umana della relazione è tenuta viva nel credente dalla coscienza che il cuore e la carne di ogni uomo portano impressa l'immagine di Dio, la traccia della salvezza di Cristo. Ciò apre il credente all'ascolto, al lasciarsi raggiungere dai doni dell'altro, a saper ricevere, a pensare che Dio gli viene incontro nella novità che viene dall'altro. Nello stesso tempo tutto ciò apre al farsi responsabili dei fratelli, apre alla responsabilità di rendere l'altro partecipe del dono del Vangelo. Così, reciprocità e differenza, scambio di doni e gratuità, umanità e Grazia, fanno parte della verità della relazione, sono necessari perché il Vangelo risuoni in tutta la sua verità, sono il segno che Dio è già all'opera. E tutto questo in realtà fa parte dell'orizzonte della pratica della nuova evangelizzazione.

Nel terzo paragrafo si è messo in risalto come l'evangelizzazione non si sovrapponga all'educazione, ma piuttosto trovi in essa un luogo privilegiato. Questa cresce in un clima di fiducia, in una trama di relazioni segnate dalla prudenza, dalla capacità di comprensione, dall'arte di aspettare e dalla docilità allo Spirito. La pratica educativa ha bisogno di ispirazione evangelica, di far scoprire che il contatto col Cristo apre lo sguardo e il cuore a ciò che è davvero umano. Così lo sforzo di ridare una misura alta alla testimonianza cristiana si intreccia con lo sforzo di ridare una misura alta all'educazione.

Nel terzo capitolo, alla luce di alcuni testi di pedagogia, e delle riflessioni scaturite dalla mia concreta esperienza di insegnamento si è rilevato come quanto scritto nei numeri 169-173 dell'esortazione pontificia illumini davvero questioni ineludibili per una adeguata prassi educativa ed in particolare per una feconda attività di insegnamento di religione cattolica.

L'apprendimento è opportunità di autoeducazione, di impegno per il proprio miglioramento e per il bene comune. Così è occasione per aprire il cuore e la mente al mistero e alla meraviglia del mondo e della natura, alla responsabilità verso il creato e all'immensità del Creatore. Nell'attività di docenza, nel mio rapportarmi ai giovani, mi ha motivato la preoccupazione per la loro salvezza terrena ed eterna e questi atteggiamenti hanno caratterizzato tutti gli ambiti della mia vita. Sento di poter affermare come in questi stessi termini si esprima, con un accorato appello, Papa Francesco nella sua Esortazione.

Riprendendo alcuni aspetti del primo paragrafo si può affermare che l'educazione abbia richiesto attenzione per ogni singolo giovane, nella sua realtà unica e irripetibile e nella sua concreta situazione di vita, rispettando la gradualità che tiene conto dei tempi e delle capacità individuali, per la crescita nella responsabilità e nell'autonomia, cosicché la persona sia protagonista della sua crescita.

Del secondo paragrafo è opportuno evidenziare come sia emerso che i giovani si aspettino, più o meno esplicitamente, che da una parte ci si faccia carico della loro vita, dei loro problemi, ma dall'altra anche che si parli loro dell'amore di Dio, che li si aiuti a farne l'esperienza, per raggiungere quella maturazione umana che permetta loro di crescere anche nella fede e nella gioiosa certezza che Dio li ama personalmente. L'essere stati "toccati" da Dio che ama di amore infinito, gratuito e misericordioso mi ha portato, infatti, a interpretare il rapporto educativo con la chiave dell'accoglienza che si esprime nella bontà e nella misericordia.

Una delle sfide più significative, come emerge dal terzo paragrafo, per gli insegnanti, e in particolare per i docenti di religione, è proprio quella di favorire una grande apertura culturale e, al tempo stesso, una grande disponibilità alla testimonianza, senza tiepidezze né integralismi, insegnando e testimoniando in primis ciò che sanno e ciò in cui credono.

In particolare nel primo sottoparagrafo si è messo in rilievo come la prudenza sia stata la base per un'autentica capacità di incontrarsi con gli alunni, di accoglierli ed amarli perché mi ha permesso di discernere con saggezza ciò che aiuta e ciò che nasconde l'amore.

Nel secondo sottoparagrafo si è approfondita l'importanza di coltivare atteggiamenti di comprensione, di sollecitudine intrisa di tenerezza, di accompagnamento prudente e paziente perché l'altro si senta accolto nella sua ricchezza e nelle sue fragilità.

Nel terzo si è dato risalto all'arte di aspettare, del guardare con pazienza, del conoscere l'altro, della flessibilità, dell'adeguare la propria azione educativa ai bisogni ed alle possibilità di ciascuno, consapevoli della preziosa unicità di ogni persona.

Nel quarto sottoparagrafo si è affermata, infine, l'importanza della docilità allo Spirito e dell'apertura al senso della trascendenza perché la Verità divina illumini nella costante ricerca e conquista della verità umana.

In un ultimo breve paragrafo, poi, abbiamo messo in luce come l'impegno per la salvezza terrena ed eterna della gioventù, il "ne perdantur" della tradizione murialdina, abbia motivato il mio impegno di insegnante verso quella fusione dell'evangelizzazione con la promozione umana.

In linea con i contenuti dell'Esortazione e per scelta di vita religiosa, lo stile educativo che mi ha caratterizzato mi porta ad affermare che si educa e si fa passare la bellezza dell'essere e dell'essere cristiani più con quello che si è che per quello che si fa, e che si apprende più dai fatti che dalle parole, perché è questo che ci rende testimoni trasparenti e credibili. A questo ci ha sollecitati con profonda passione anche Papa Francesco nella sua Esortazione quando ci ricorda che tutti siamo stati creati per l'amicizia con Gesù e l'amore fraterno.

«Non si può perseverare in un'evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo [...] ascoltare o ignorare la sua Parola. [...] Uniti a Gesù, cerchiamo quello che Lui cerca, amiamo quello che Lui ama. [...] Al di là dei piccoli limiti dei nostri desideri, della nostra comprensione e delle nostre motivazioni, noi evangelizziamo per la maggior gloria del Padre che ci ama».

È quindi evidente che nella concreta pratica degli insegnanti, ed a maggior ragione nella pratica degli insegnanti di religione cattolica nella scuola, quell'insegnamento pontificio pienamente si riflette. Le qualità che l'Esortazione apostolica mette in risalto sono state valide per la mia esperienza di insegnante e possono essere considerate vere e illuminanti per quanti desiderano porsi in cammino verso quella nuova tappa evangelizzatrice che la Chiesa ci propone.

Mi sia permesso concludere questo mio lavoro con le parole di Papa Francesco: «Non lasciamoci rubare la gioia dell'evangelizzazione! La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere».

Questa tesi, così, vuole essere un elaborato scientifico che, partendo dalle sollecitudini dei documenti della Chiesa, possa arricchirsi anche della esperienza pratica che conferma come tutti questi impulsi magisteriali siano attendibili.

Lo specifico di questa tesi è, dunque, presentare al lettore un testo in cui poter trovare spazi e modi per l'insegnamento alla luce di una esperienza già vissuta.

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Sigle e abbreviazioni dei libri sacri

At = Atti degli Apostoli

1Cor = 1a Lettera ai Corinti

Ebr = Lettera agli Ebrei

Es = Esodo

Fil = Lettera ai Filippesi

Gal = Lettera ai Galati

Gen = Genesi

Ger = Geremia

Gv = Giovanni

1Gv = 1a Lettera di Giovanni

Is = Isaia

Lc = Luca

Mc = Marco

Mt = Matteo

Rom = Lettera ai Romani

Sigle e abbreviazioni bibliografiche

AAS = Acta Apostolicae Sedis

IRC = Insegnamento Religione Cattolica

PG = Patrologiae Cursus completus, series graeca, accurante Jacques-Paul Migne, Lutetiae Parisiorum 1857-1866 (161 vol.)

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Indice

Introduzione

Capitolo primo: I documenti di Papa Francesco e le sue sollecitazioni

1.1. L'enciclica Lumen Fidei

1.1.1. Abbiamo creduto all'amore

1.1.2. Se non crederete, non comprenderete

1.1.3. Vi trasmetto quello che ho ricevuto

1.1.4. Cambiare il mondo

1.2. L'esortazione apostolica Evangelii Gaudium

1.2.1. La trasformazione missionaria della Chiesa

1.2.2. Nella crisi dell'impegno comunitario

1.2.3. L'annuncio del Vangelo

1.2.4. La dimensione sociale dell'evangelizzazione

1.2.5. Evangelizzatori con Spirito

Capitolo secondo: L'arte dell'accompagnamento nell'Esortazione apostolica "Evangelii Gaudium"

2.1. L'arte dell'accompagnamento

2.1.1. Testimoni della gioia  del Vangelo

2.1.2. Accogliere per accompagnare

2.2. Accompagnamento verso Dio

2.2.1. Un'evangelizzazione kerigmatica

2.2.2. Accompagnamento personale

2.3. Quattro passaggi segnalati dalla Evangelii Gaudium

2.3.1. Prudenza

2.3.2. Capacità di comprensione

2.3.3. Arte di aspettare

2.3.4. Docilità allo Spirito

Capitolo terzo: L'arte dell'accompagnamento nell'esperienza concreta dell'insegnamento

3.1. L'arte dell'accompagnamento vissuta quotidianamente

3.1.1. L'arte di educare nella scuola

3.1.2. La centralità della relazione

3.2. Accompagnamento verso Dio nel vissuto lavorativo

3.2.1. Testimoni della Speranza

3.2.2. Educare al senso religioso della vita

3.3. I quattro passaggi segnalati dalla Evangelii Gaudium nella pratica dell'insegnamento

3.3.1. Prudenza

3.3.2. Capacità di comprensione

3.3.3. Arte di aspettare

3.3.4. Docilità allo Spirito

3.4. Uno stile educativo frutto dell'esperienza del carisma di san Leonardo Murialdo

Conclusioni

Bibliografia

Sigle e abbreviazioni

Indice

 

3. DOCUMENTAZIONE. IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE "ISTITUZIONE E MODALITA' DI FINANZIAMENTO DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA"

[Diffondiamo ancora una volta il testo della proposta di legge della campagna "Un'altra difesa e' possibile" su cui si stanno raccogliendo da mesi le firme. Per contattare la segreteria nazionale della campagna: c/o Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009804, e-mail: info at difesacivilenonviolenta.org, sito: www.difesacivilenonviolenta.org]

 

Art. 1 (Difesa civile non armata e nonviolenta)

1. In ottemperanza al principio costituzionale del ripudio della guerra, di cui all'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ed al fine di favorire l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale, di cui all'articolo 2 della Costituzione, e l'adempimento del dovere di difesa della Patria di cui all'articolo 52 della Costituzione, viene riconosciuta a livello istituzionale una forma di difesa alternativa a quella militare denominata "Difesa civile non armata e nonviolenta", quale strumento di difesa che non comporti l'uso delle armi ed alternativo a quello militare.

2. Ai fini di cui al comma precedente, viene istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", dal quale dipendono:

a) i Corpi Civili di Pace, la cui sperimentazione e' inserita nella Legge 27 dicembre 2013, n. 147 che prevede l'istituzione di un contingente da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale;

b) l'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo, da istituirsi con apposita Legge successiva.

3. Per i fini di cui all'Articolo 1 Comma 1 della presente legge, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" deve prevedere forme di interazione e collaborazione con:

a) il Dipartimento della Protezione Civile come organo di riferimento del Servizio Nazionale di Protezione Civile regolato dalla Legge 12 luglio 2012, n. 100 e successive modifiche ed integrazioni;

b) il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile incardinato presso il Ministero dell'Interno;

c) il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale regolato dal Dpcm 21 giugno 2012;

in particolare con l'istituzione di un "Consiglio Nazionale per la difesa civile, non armata e nonviolenta" fra i suddetti Dipartimenti con compiti paritetici di indirizzo e di confronto da normare con successivo Regolamento emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministero degli Interni.

4. Il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" ha i seguenti compiti:

a) difendere la Costituzione, affermando i diritti civili e sociali in essa enunciati, la Repubblica e l'indipendenza e la liberta' delle istituzioni democratiche del Paese;

b) predisporre piani per la difesa civile non armata e nonviolenta, coordinarne la loro attuazione, e curare ricerche e sperimentazioni, nonche' forme di attuazione della difesa civile non armata, ivi compresa la necessaria formazione e l'educazione della popolazione;

c) svolgere attivita' di ricerca per la pace, il disarmo, per la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa e la giusta e duratura risoluzione dei conflitti, e predisporre studi finalizzati alla graduale sostituzione della difesa armata con quella civile nonviolenta, provvedere alla formazione del personale appartenente alle sue strutture;

d) favorire la prevenzione dei conflitti armati, la riconciliazione, la mediazione, la promozione dei diritti umani, la solidarieta' internazionale, l'educazione alla pace nel mondo, il dialogo inter-religioso ed in particolare nelle aree a rischio di conflitto, in conflitto o post-conflitto;

e) organizzare e dirigere le strutture della Difesa civile non armata e nonviolenta e pianificare e coordinare l'impiego dei mezzi e del personale ad essa assegnati;

f) contrastare  le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale e difendere l'integrita' della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni cagionati dalle calamita' naturali.

5. Le attivita', l'organizzazione ed il funzionamento del Dipartimento di cui al comma 2, e delle sue articolazioni, sono disciplinati con regolamento da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, entro sei mesi dalla data di approvazione della presente legge.

*

Art. 2 (Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta)

1. Per il funzionamento del Dipartimento di cui al precedente articolo 1, si provvede mediante costituzione presso la Presidenza del Consiglio, nell'ambito del relativo Programma della Missione "Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio", di un apposito Fondo denominato "Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta", con  una dotazione annua  iniziale pari a 100 milioni di  euro per l'anno 2015, di cui non oltre il 10% per le spese di funzionamento, ed alimentato, per  gli anni successivi, anche dalle risorse derivanti dalla disposizione di cui al successivo articolo 3.

2. Al fine di sostenere per l'anno in corso l'onere finanziario derivante dalla precedente disposizione le spese sostenute dal Ministero della Difesa relative all'acquisto di nuovi sistemi d'arma sono ridotte in misura tale da assicurare risparmi pari ad almeno 100 milioni di euro.

3. Le modalita' di gestione e di rendicontazione delle risorse del Fondo e delle spese di funzionamento del "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro  dell'economia e delle finanze.

*

Art. 3 (Scelta di destinazione del sei per mille dell'Irpef)

1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 e' riconosciuta al contribuente la facolta' di destinare una quota pari al sei per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dovuta e liquidata dall'amministrazione finanziaria sulla base della dichiarazione annuale, all'incremento della copertura delle spese di funzionamento del Dipartimento per la Difesa civile non  armata e nonviolenta ed al finanziamento delle attivita' dei Corpi Civili di Pace e dell'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a) e b) della presente legge. A tal fine, per la destinazione delle relative somme e' necessario che il contribuente, con opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi, scelga di sostenere le spese per la Difesa civile non armata e nonviolenta.

2. Il ministro dell'Economia e delle finanze e' delegato a stabilire, con proprio decreto, da emanarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modalita' di esercizio, in sede di dichiarazione annuale ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'opzione fiscale di cui al comma 1, anche prevedendo a tal fine le dovute modifiche alla modulistica.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'economia e delle finanze presentano annualmente al Parlamento una dettagliata relazione sull'entita' e sulle modalita' di utilizzazione delle risorse rivenienti dalle opzioni fiscali di cui al precedente comma 1, e sullo stato di attuazione della presente legge.

*

Art. 4 (Copertura finanziaria)

1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 l'ammontare delle risorse disposte ai sensi dell'articolo 3 e' compensato da corrispondenti risparmi derivanti dai meccanismi di revisione e di razionalizzazione della spesa pubblica di cui alla missione "Difesa e sicurezza del territorio" del bilancio statale secondo le procedure di cui alla legge 7 agosto 2012, n. 135 nonche' dai risparmi derivanti dalla dismissione di caserme e presidi di pertinenza del demanio militare.

2. Il Ministero dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.

- Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.

- Agnes Heller, L'uomo del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1977, pp. VI + 686.

- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.

- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1979, 1987, pp. 256.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 671 del 29 marzo 2015

 

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