[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 664



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 664 del 22 marzo 2015

 

In questo numero:

Repetita iuvant. Alcuni materiali per l'incontro del "Tavolo per la pace" di Viterbo del 25 marzo

 

REPETITA IUVANT. ALCUNI MATERIALI PER L'INCONTRO DEL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO DEL 25 MARZO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Carissime e carissimi,

in preparazione dell'incontro del "Tavolo per la pace" di Viterbo che si terrà mercoledì 25 marzo, con inizio alle ore 17,15, presso il Palazzetto della Creatività in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni) vi mando ancora una volta alcuni materiali preparatori relativi ai punti I, II, IV, V e X all'ordine del giorno, ed in particolare:

1. Proposta di deliberazione del Consiglio comunale di Viterbo per l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione;

2. Proposta di deliberazione del Consiglio comunale di Viterbo per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa;

3. Solidarietà al Centro antiviolenza "Erinna": un estratto dal resoconto dell'incontro del "Tavolo per la pace" di Viterbo dell'11 marzo 2015;

4. Seconda bozza del programma di massima della "Giornata di studi per la Pace in onore di don Dante Bernini" dell'11 aprile 2015, nell'anniversario della Pacem in Terris;

5. Prima bozza di lavoro (del 3 novembre 2014) per la stesura del documento programmatico-organizzativo del Tavolo per la pace di Viterbo;

6. Al Sindaco del Comune di Viterbo, una proposta di concreta applicazione di una norma vigente.

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En passant: ricordo anche che le persone che vorranno farlo, potranno firmare per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la "Istituzione e modalità di funzionamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta", promossa a livello nazionale da molte associazioni che a livello locale fanno parte del "Tavolo per la pace" viterbese (Acli, Agesci, Arci, Operazione Colomba ed altre ancora); saranno infatti disponibili i moduli vidimati e sarà presente un consigliere comunale abilitato ad autenticare le firme.

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Ricordo ancora una volta che per ogni comunicazione il punto di riferimento del "Tavolo per la pace" è Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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Ci vediamo mercoledì.

Un abbraccio a tutte e tutti...

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1. PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VITERBO PER L'ISTITUZIONE DELLA CONSULTA COMUNALE PER L'IMMIGRAZIONE

Oggetto: Istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione

Il Consiglio Comunale

Premesso che il Comune di Viterbo riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della città;

considerato che della comunità cittadina di Viterbo fanno parte a pieno titolo migliaia di persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;

riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;

ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attività amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;

vista la propria deliberazione dell'8 luglio 2014 con la quale ha inserito nel novero delle Consulte comunali anche la Consulta comunale per l'immigrazione;

visto il "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" deliberato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Viterbo con atto n. 13 del 4 febbraio 2011;

visto l'art. 3 del regolamento citato che dispone che il consiglio Comunale può istituire Consulte di propria iniziativa, con apposita deliberazione;

delibera

I. di istituire la Consulta comunale per l'immigrazione.

Essa sarà regolamentata secondo le modalità previste ai sensi e per gli effetti del "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011) tenuto conto delle ovvie specificità. Il testo allegato al presente atto come "Allegato 1. Linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione" ne costituisce parte integrante e sostanziale.

II. di informare la cittadinanza mediante avviso pubblico, avviso pubblico che abbia anche la funzione di invitare le associazioni interessate a presentare domanda per partecipare alla Consulta.

Il testo allegato al presente atto come "Allegato 2. Testo dell'avviso pubblico" ne costituisce parte integrante e sostanziale.

III. di dare mandato alla Giunta per tutti gli adempimenti amministrativi successivi.

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Allegato 1. Linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione

Premessa: le seguenti linee-guida per la Consulta comunale per l'immigrazione riprendono ed articolano quanto previsto nel "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011) tenuto conto delle ovvie specificità della Consulta stessa; come stabilito dall'art. 7 dell'atto citato, nella prima seduta della Consulta l'assemblea, dopo aver provveduto all'elezione di un coordinatore, procederà alla "approvazione di un regolamento interno che contenga i principi generali appresso indicati. Tale regolamento sarà trasmesso alla Commissione tecnica per le consulte entro 15 giorni dalla sua approvazione, per le eventuali osservazioni in merito".

1. Istituzione, finalità e funzioni della Consulta

E' istituita la Consulta comunale per l'immigrazione.

Essa:

- promuove la partecipazione alla vita collettiva, sociale e culturale;

- promuove la partecipazione della popolazione all'amministrazione locale e al procedimento amministrativo;

- esercita l'iniziativa in riferimento agli atti di competenza del Consiglio Comunale;

- può sollecitare il Sindaco o la Giunta ad adottare atti di propria competenza;

- può esprimere pareri scritti, comunque di carattere consultivo e non vincolante, sui bilanci preventivi e consuntivi, sui piani di investimento, nonché sugli altri atti del Consiglio Comunale per quanto attiene il settore di primario interesse della Consulta, trasmettendoli al Presidente del Consiglio Comunale;

- si pronuncia sulle questioni che gli Organi Comunali ritengono di sottoporle;

- può promuovere assemblee pubbliche su temi di suo specifico interesse;

- può promuovere il coordinamento tra le Consulte per le materie di competenza comune.

2. Composizione della Consulta

Partecipano alla Consulta come membri effettivi con diritto di parola e di voto un rappresentante per ogni associazione che ne faccia richiesta e che dimostri di averne i requisiti ai sensi del regolamento ed attraverso le procedure previste dall'avviso pubblico.

In rappresentanza del Consiglio Comunale partecipano il Presidente della Commissione Comunale competente per materia e due componenti della stessa, di cui uno appartenente ai gruppi di minoranza, nonché l'eventuale Consigliere delegato dal Sindaco ad argomenti o progetti affini alle materie trattate dalla Consulta.

Partecipano inoltre alla Consulta come invitati permanenti con solo diritto di parola un rappresentante rispettivamente dell'Amministrazione Provinciale, della Prefettura, della Questura, della Asl, dell'Ufficio scolastico provinciale, dell'Ufficio provinciale del lavoro, dell'Ater di Viterbo, dell'Inps provinciale, dell'Inail provinciale.

Possono partecipare ai lavori della Consulta, con solo diritto di parola, gli operatori dell'Amministrazione comunale, i funzionari, i Consiglieri comunali, i membri della Giunta.

Per particolari temi da trattare possono essere altresì invitati, con solo diritto di parola, comprovati esperti di settore non facenti parte della Consulta medesima.

3. Organi della Consulta

Gli organi della Consulta sono:

1. l'Assemblea, costituita da un rappresentante di ciascuna associazione, indicato nella istanza di adesione. Tutti i componenti hanno diritto di voto.

2. Il Coordinatore, eletto a maggioranza tra i membri dell'Assemblea nel corso della prima seduta con mandato rinnovabile. Il coordinatore presiede l'Assemblea e la rappresenta nelle sedi istituzionali.

L'Assemblea si riunisce almeno due volte l'anno e il Consiglio Comunale è rappresentato dal Presidente della Commissione Comunale competente per materia e da due componenti della stessa, di cui uno appartenente ai gruppi di minoranza, nonché dall'eventuale Consigliere delegato dal Sindaco ad argomenti o progetti affini alle materie trattate dalla Consulta.

4. Prima seduta della Consulta

Nella prima seduta della Consulta l'Assemblea provvede all'elezione di un Coordinatore quale rappresentante eletto a maggioranza, nonché alla successiva approvazione di un Regolamento interno che contenga i principi generali relativo alla funzione ed al funzionamento della Consulta stessa. Tale regolamento sarà trasmesso alla Commissione Tecnica per le Consulte entro 15 giorni dalla sua approvazione, per le eventuali osservazioni in merito.

5. Scioglimento della Consulta

Vale quanto stabilito all'art. 12 del "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011).

6. Supporto tecnico-amministrativo

Con specifico atto deliberativo alla Consulta verranno assegnati un segretario, una sede e risorse adeguate.

7. Per tutto quanto non previsto

Per tutto quanto non previsto vale quanto stabilito dal "Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali" (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011), dalle leggi vigenti, dai principi generali della pubblica amministrazione.

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Allegato 2. Testo dell'avviso pubblico

Comune di Viterbo

Il Consiglio comunale di Viterbo ha deliberato con atto n. ... del ... di procedere all'istituzione di una Consulta comunale per l'immigrazione.

Tutte le associazioni che intendono farne parte possono presentare domanda entro 60 giorni dalla data del presente avviso. Nella domanda va anche indicato il nome della persona designata dall'associazione a rappresentarla nella Consulta.

Alla domanda vanno allegati i seguenti documenti:

1. atto costitutivo e statuto dell'associazione, ovvero documentazione equipollente;

2. dichiarazione attestante che: a) l'associazione è composta da persone immigrate o ha comunque una prevalente o almeno significativa presenza di persone immigrate; ovvero b) che l'associazione anche se non composta da persone immigrate opera nel campo dell'accoglienza, dell'assistenza, della solidarietà, della mediazione culturale e dell'integrazione delle persone immigrate;

3. ove occorra, ovvero laddove gli atti indicati ai punti 1 e 2 non ne diano già piena ed evidente contezza, ulteriore opportuna documentazione comprovante quanto attestato nella dichiarazione.

Le domande verranno esaminate dalla Commissione tecnica per le consulte e successivamente il Consiglio comunale istituirà formalmente la Consulta in oggetto, approvandone la specifica composizione rappresentativa che potrà essere comunque integrata successivamente come da Regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali (del. C. C. n. 13 del 4 febbraio 2011).

Per ulteriori informazioni: INDICARE QUI L'UFFICIO COMUNALE DI RIFERIMENTO RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO.

Il Sindaco

Viterbo, DATA

Proposta formulata dal Tavolo per la pace di Viterbo

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2. PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VITERBO PER L'ATTRIBUZIONE DELLA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE E AI BAMBINI NON CITTADINE E CITTADINI ITALIANI CON CUI LA COMUNITA' VITERBESE HA UNA RELAZIONE SIGNIFICATIVA E QUINDI IMPEGNATIVA

Testo della proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

Il Consiglio Comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in età da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanità, e pertanto dell'umanità intera sono il bene più prezioso, ed è quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto è in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana così come di ogni consesso civile è rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignità e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone più fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere città amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunità viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla città il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunità cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi è una sola umanità e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarietà e quindi di civiltà espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione" (ed è opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziché con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor più adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parità e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civiltà umana ed alla sua possibilità di bene;

- intendendo altresì dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresì la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parità e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, così come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, così come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verità: che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanità intera così come espressa dalle più alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinché alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinché i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a ciò non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalità democratica, della civile convivenza. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunità alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunità cittadina. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

Proposta formulata dal Tavolo per la pace di Viterbo

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3. SOLIDARIETA' AL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA": UN ESTRATTO DAL RESOCONTO DELL'INCONTRO DEL "TAVOLO PER LA PACE DI VITERBO DELL'11 MARZO 2015

... Al secondo punto all'ordine del giorno il concreto sostegno del Tavolo al centro antiviolenza "Erinna", con particolar riferimento alla doverosa richiesta che il Comune di Viterbo superando un lungo, iniquo ed incomprensibile ritardo consegni finalmente al centro antiviolenza "Erinna" i fondi per esso stanziati dalla Regione Lazio nel 2012, fondi a suo tempo già trasmessi al Comune ed ancora non consegnati al Centro antiviolenza cui erano diretti per la realizzazione delle sue indispensabili attività già realizzate e debitamente rendicontate.

Valentina ha illustrato la situazione con una esauriente ricostruzione dei fatti e segnalando il rischio che l'esperienza della "casa rifugio" realizzata da "Erinna" possa essere costretta a interrompere la sua attività in un prossimo futuro, con drammatiche conseguenze per le persone assistite.

Il Tavolo unanime ha espresso pieno sostegno ad "Erinna" e ribadito la richiesta che il Comune di Viterbo - che del Tavolo è promotore e parte - consegni finalmente al centro antiviolenza "Erinna" i fondi che ad "Erinna" appartengono.

Una delegazione del Tavolo guidata dalle rappresentanti del centro antiviolenza "Erinna" (che del Tavolo è parte rilevantissima) incontrerà al più presto l'amministrazione comunale per risolvere la questione.

Il Tavolo predisporrà un documento (per la cui stesura si è dato incarico a Flavia e Valentina) che verrà sottoscritto da tutte le associazioni, le istituzioni e le persone che del Tavolo fanno parte e che sarà anche ovviamente posizione ufficiale dell'intero Tavolo; documento cui si darà ampia diffusione.

Dal documento verrà successivamente ricavata anche una interpellanza consiliare qualora si rendesse necessario esperire anche questa modalità di intervento; così come si ricaveranno ulteriori atti di rilevanza giuridica ed istituzionale qualora anch'essi si rendessero necessari.

In mancanza di una rapida positiva adeguata soluzione, il Tavolo predisporrà sia ulteriori iniziative di informazione, di coscientizzazione, di mobilitazione della società civile, sia ulteriori iniziative in ambito istituzionale, nella nitida e coerente progressione dei mezzi tipica delle campagne nonviolente per ottenere giustizia.

E' stato proposto altresì che il Tavolo si attrezzi per sostenere direttamente anche sul piano della solidarietà materiale nella misura delle sue possibilità le attività di "Erinna" a rischio di interruzione: se potesse essere decisiva a tal fine una raccolta di fondi da parte del Tavolo e dei soggetti che ne fanno parte, è non solo opportuno ma doveroso che si esplori e si adotti questa modalità di intervento concreto in tempo utile.

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4. SECONDA BOZZA DEL PROGRAMMA DI MASSIMA DELLA "GIORNATA DI STUDI PER LA PACE IN ONORE DI DON DANTE BERNINI" DELL'11 APRILE 2015, NELL'ANNIVERSARIO DELLA PACEM IN TERRIS

Quasi tutte le persone cui abbiamo chiesto di intervenire hanno già dato la loro generosa disponibilità, da altre siamo ancora in attesa di conferma. Tra qualche giorno contiamo di poter mettere a disposizione un programma pressoché definitivo, comprensivo sia degli argomenti dei singoli contributi (ovvero i titoli delle testimonianze, delle relazioni e delle comunicazioni) sia della ripartizione e sequenza degli interventi nella sessione mattutina ed in quella pomeridiana.

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Viterbo, sabato 11 aprile 2015

Nell'anniversario della Pacem in Terris

una giornata di studi per la pace

in onore di don Dante Bernini

Presso la Sala conferenze della Provincia

Palazzo Gentili, via Saffi

sessione mattutina: ore 9-13

sessione pomeridiana: ore 15-19

- Presiede: Osvaldo Ercoli

- Saluti:

Leonardo Michelini, sindaco del Comune di Viterbo

Marcello Meroi, presidente della Provincia di Viterbo

- Testimonianze:

don Alberto Canuzzi

don Gianni Carparelli

Maria Immordino

Antonella Litta

Dario Mencagli

suor Piera Sangalli

- Messaggi:

lettura dei messaggi pervenuti

- Relazioni:

Piero Arcangeli

Flavia Barcherini

Valentina Bruno

Maria Grazia Caprioli

Luciano Dottarelli

Elena Liotta

Enrico Mezzetti

Alessandro Pizzi

don Dario Vitali

Laura Viventi

- Comunicazioni:

Daniele Aronne

Daniele Camilli

Alessandra Capo

Giovanna Cavarocchi

Umberto Cinalli

Chiara De Carolis

Emanuela Dei

Mario Di Marco

Diana Di Monte

Vito Ferrante

Fabrizio Fersini

Giovanna Gobattoni

Nello Iovino

Anna Maghi

Clelia Maio

Paolo Moricoli

Aoua Ouologuem

Emilia Pacelli

Antonello Ricci

Renzo Salvatori

Mauro Sarnari

Raffaella Valeri

Giulio Vittorangeli

- Conclusioni: Dante Bernini

L'iniziativa è promossa dal "Tavolo per la pace" di Viterbo in collaborazione con l'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo e con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

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Invito

L'11 aprile 1963 veniva promulgata la lettera enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII, uno dei monumenti della cultura della pace.

Nella ricorrenza dell'anniversario promuoviamo a Viterbo una Giornata di studi per la Pace in onore di monsignor Dante Bernini, maestro d'impegno per la pace e la giustizia, di solidarietà e di condivisione, di verità che libera, testimone della dignità umana, del bene che si oppone al male, della nonviolenza in cammino.

Nel corso della giornata si alterneranno relazioni tematiche, comunicazioni su esperienze concrete di costruzione della pace, testimonianze personali.

L'incontro sarà concluso da un intervento di monsignor Dante Bernini.

Sono invitate tutte le persone di volontà buona.

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Una breve notizia su don Dante Bernini

"Vescovo emerito della diocesi di Albano, già presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e già membro della "Comecé" (Commission des Episcopats de la Communauté Europeenne), una delle figure più illustri dell'impegno di pace, solidarietà, nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente è stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarietà con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilità un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno" (Dalla motivazione del riconoscimento attribuitogli il 2 ottobre 2014 dalla Città di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori).

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Il testo integrale della Pacem in Terris

Il testo integrale della Pacem in Terris in italiano è disponibile nella rete telematica digitando su un qualunque motore di ricerca: "Giovanni XXIII, Pacem in Terris"; la specifica pagina web nel sito della Santa Sede è:

https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_11041963_pacem.html

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Segreteria organizzativa:

- Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia), tel. 3383810091, e-mail: isde.viterbo at gmail.com

- "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it

- "Tavolo per la pace" di Viterbo, segreteria: Pigi Moncelsi, tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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5. PRIMA BOZZA DI LAVORO (DEL 3 NOVEMBRE 2014) PER LA STESURA DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO-ORGANIZZATIVO DEL TAVOLO PER LA PACE DI VITERBO

Indice della bozza di documento

1. Costituzione e caratteristiche

2. Finalità e criteri

3. Attività

4. Riunioni e deliberazioni

5. Organizzazione, organi, forme e modi di rappresentanza

6. La struttura tecnico-organizzativa

7. Comunicazione interna ed esterna

8. Il rapporto con il Comune di Viterbo

9. Beni e bilancio

10. Scioglimento

11. Per quanto non previsto

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1. Costituzione e caratteristiche

Il "Tavolo per la pace" di Viterbo (di qui in poi: Tavolo) è un luogo di incontro, di confronto e di iniziativa per la pace.

Esso è aperto a tutte le persone, le associazioni e le istituzioni impegnate per la pace, la solidarietà, i diritti umani, la difesa della biosfera, la nonviolenza.

Così come tutti i partecipanti mantengono la propria autonomia e quindi la partecipazione al Tavolo non li vincola (se non nel senso dell'ovvio impegno a tenere atteggiamenti coerenti ed esporre veritieramente i punti di vista), il Tavolo a sua volta è autonomo nelle sue decisioni e nelle sue attività da tutti i soggetti che vi partecipano e prende le sue decisioni solo attraverso formali deliberazioni con il metodo del consenso nel corso delle sue riunioni.

Il Tavolo non prevede adesioni formali: partecipa a pieno titolo chi è presente agli incontri.

Esso non ha avuto fin qui né un formale atto costitutivo, né uno statuto, né un regolamento; il presente documento traccia le linee-guida della sua attività.

Il "Tavolo per la pace" di Viterbo è stato promosso ed è sostenuto dal Comune di Viterbo che gli assicura un sostegno logistico ed organizzativo mettendo a disposizione una sede per le riunioni ed il supporto tecnico della struttura amministrativa.

Il Tavolo non è un organo del Comune, nei cui confronti è un soggetto del tutto indipendente.

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2. Finalità e criteri

2.1. Impegno per la pace e i diritti umani

L'impegno per la pace e i diritti umani si estrinseca nell'ampiezza e nella pienezza dell'azione in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, nel riconoscimento che tutti gli esseri umani appartengono alla medesima umanità e pertanto tutti sono eguali nel loro statuto di persone, e quindi nel loro inalienabile diritto al rispetto e alla solidarietà.

2.2. Opposizione alla guerra, al razzismo, al maschilismo

L'impegno per la pace e i diritti umani quindi si esprime nell'opposizione alla guerra ed a tutte le uccisioni, nell'opposizione al razzismo ed a tutte le persecuzioni, nell'opposizione alla violenza maschilista ed al femminicidio che ne è l'esito più atroce.

Vi è infatti un nesso tra guerra, razzismo e maschilismo: tutte e tre queste forme di oppressione e violenza negano la dignità della persona umana, deumanizzano una parte dell'umanità fino a giungere al suo criminale annientamento.

Infatti la guerra deumanizza gli esseri umani considerati "nemici"; il razzismo deumanizza gli esseri umani considerati "altri" rispetto ad una singola comunità; il maschilismo deumanizza metà del genere umano considerando le donne "inferiori" agli uomini (così peraltro deumanizzando altresì l'intero genere umano pretendendo di trasformare tutte le donne in vittime designate e tutti gli uomini in complici dell'oppressione esercitata in loro nome: ne consegue altresì che il maschilismo nel corso della storia è la prima radice di ogni altra forma di oppressione e violenza, e che non si può realizzare una società giusta e una civile convivenza se non si riconosce l'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani).

2.3. Solidarietà concreta, azione educativa, promozione della legalità, difesa della biosfera

L'impegno per la pace e i diritti umani peraltro si realizza anche nella solidarietà concreta, nell'azione educativa, nella promozione della legalità, nella difesa della biosfera.

Nella solidarietà concreta, ovvero nella condivisione dei beni, nell'ascolto reciproco, nell'aiuto donato da chi ne ha la possibilità a chi ne ha bisogno, nell'accoglienza e nell'assistenza che rendono effettivo e quindi efficace nella prassi il dovere universale di soccorrere e sostenere chi è nel dolore, nella paura, nell'oppressione; solidarietà concreta che è responsabilità che agisce, umanità che si riconosce.

Nell'azione educativa che tramanda la civiltà umana, consente la socializzazione, dà senso all'esistenza delle persone, appronta strumenti critici di comprensione ed interpretazione del mondo e di giudizio e condotta morale e civile nella società (e peraltro ogni azione buona, in quanto costituisce un esempio ed un'ispirazione per altri esseri umani, è sempre anche intrinsecamente educativa, ovvero testimonianza esortativa al vero, al giusto, al bene).

Nella difesa e nella promozione della legalità, in quanto garanzia della civile convivenza ed in quanto protezione del debole dall'arbitrio del forte: solo nella legalità è possibile la democrazia, solo nella democrazia è possibile l'autentica partecipazione di ogni persona al governo responsabile e adeguato della cosa pubblica ed alla condivisione del bene comune.

Nel rispetto e nella difesa della biosfera, che è sia la casa comune dell'umanità sia l'insieme del mondo vivente cui la stessa umanità appartiene: se non si difende l'ambiente naturale dalle devastazioni e dalle distruzioni si mette in pericolo la stessa sopravvivenza dell'umanità: è quindi palese il legame tra rispetto della natura e rispetto dell'umanità, tra ambiente e diritti umani, tra pace fra gli esseri umani e pace con la natura.

2.4. Uscire dalla spirale della violenza con la scelta della nonviolenza

Infine, impegno per la pace e i diritti umani significa testimoniare la possibilità e costruire la realtà di un movimento ad un tempo antropologico e storico, morale e civile, che consiste nell'uscire dalla spirale distruttiva della violenza con la scelta di amore per l'umanità della nonviolenza.

Intendendo la nonviolenza nel senso forte ed autentico del termine: opposizione a tutte le violenze; responsabilità per gli altri esseri umani e per il mondo vivente; azione buona, giusta e misericordiosa; inveramento pieno e limpido dei principi di libertà, uguaglianza, fratellanza e sorellanza enunciati in tutti i monumenti del costituzionalismo moderno tra cui la Costituzione della Repubblica Italiana.

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3. Attività

Sui temi di cui si occupa il Tavolo svolge attività:

- di informazione e documentazione: nel senso della ricerca, della raccolta, della produzione e della diffusione di notizie e materiali, ad uso sia interno che esterno;

- di formazione: sia per le persone e le esperienze che del Tavolo fanno parte, sia all'esterno verso la cittadinanza, sia anche per specifici soggetti che ne facessero richiesta;

- di iniziativa e mobilitazione: sia promuovendo che aderendo ad iniziative pubbliche di cui si condividano modalità e finalità;

- di proposta di iniziative ad altri soggetti, anche istituzionali, ed in modo particolare al Comune di Viterbo;

- eventualmente di consulenza su specifica richiesta;

- di collaborazione con movimenti, associazioni ed istituzioni coerentemente con le sue finalità e caratteristiche.

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4. Riunioni e deliberazioni

Il Tavolo si riunisce abitualmente ogni due settimane; in circostanze particolari (ad esempio nel periodo che precede un'iniziativa pubblica e particolarmente durante la preparazione di essa) può riunirsi con frequenza maggiore.

La partecipazione è aperta a tutte le persone interessate.

Si può partecipare a titolo personale o in rappresentanza di soggetti collettivi (movimenti, associazioni, istituzioni).

Ogni assemblea è convocata con un preavviso agli interessati di almeno 5 giorni (riducibili ad uno in circostanze eccezionali) recante anche l'ordine del giorno della riunione; data, orario, luogo ed ordine del giorno delle riunioni successive sono di regola stabiliti al termine dell'incontro precedente.

Di ogni assemblea si stende un verbale sommario successivamente diffuso a tutti i soggetti partecipanti o comunque interessati.

Nelle assemblee vige l'eguaglianza tra tutte le persone partecipanti e quindi l'opinione di ogni persona che interviene ha lo stesso valore delle altre, indipendentemente dal fatto che chi la sostiene sia presente a titolo personale o in rappresentanza di enti di dimensioni ed importanza più o meno rilevanti.

Come procedura decisionale il Tavolo ha adottato la tecnica nonviolenta del "metodo del consenso" che prevede che si assumano solo le decisioni su cui si raggiunge il consenso unanime delle persone presenti. Tale metodo è stato adottato in forma rafforzata: ovvero raggiungendo l'unanimità sulla medesima decisione in due successive riunioni.

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5. Organizzazione, organi, forme e modi di rappresentanza

5.1. L'assemblea

Il Tavolo ha struttura assembleare: solo l'assemblea è abilitata a prendere decisioni, attraverso il metodo del consenso rafforzato, come sopra descritto.

5.2. Le delegazioni

Quando occorra formare delegazioni per incontri con interlocutori in forme che non siano l'assemblea plenaria, le delegazioni del Tavolo vengono formate di volta in volta in base ai seguenti criteri:

- disponibilità volontaria a parteciparvi;

- mandato imperativo (ovvero una definizione precisa dei compiti da svolgere e delle posizioni da esprimere);

- eguaglianza nella rappresentanza di genere;

- ovviamente si terrà canto in casi specifici di eventuali competenze particolari sui temi oggetto della discussione o dell'intervento.

5.3. Il e la portavoce

E' stata posta l'esigenza che il Tavolo elegga delle persone che lo rappresentino ufficialmente.

In passato in circostanze specifiche nel rapporto con il Comune di Viterbo si è dato volta per volta mandato all'assessore, al consigliere comunale delegato alle attività di pace ed all'altro consigliere comunale più presente agli incontri del Tavolo di fungere da portavoce, ovvero da sottoscrittori di lettere e documenti a nome e per conto del Tavolo stesso.

Si condivide l'opportunità che l'espletamento del ruolo di portavoce sia così caratterizzato:

- due figure e non una, di genere diverso;

- in carica per un semestre, con incarico non rinnovabile consecutivamente, e revocabili in qualunque momento su decisione dell'assemblea;

- con mandato imperativo (ovvero vincolati ad esprimere unicamente quanto già deliberato dall'assemblea);

- senza poteri decisionali propri.

5.4. Inoltre

Chiunque partecipa al Tavolo mantiene ovviamente la sua piena autonomia di giudizio e libertà di azione; ma altrettanto ovviamente se e quando riferisse specificamente le opinioni e le posizioni espresse dal Tavolo è tenuto a farlo veritieramente nel rispetto di quanto effettivamente dal Tavolo deliberato, avendo cura di non ingenerare possibili equivoci.

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6. La struttura tecnico-organizzativa

Il Tavolo si avvale di una segreteria tecnica.

La segreteria tecnica si occupa della convocazione delle riunioni; della predisposizione degli atti; del reperimento dei materiali di documentazione; della redazione, conservazione e diffusione dei verbali delle riunioni e delle deliberazioni; della tenuta dell'archivio; di tutti gli altri adempimenti tecnici ed organizzativi.

Tali compiti sono svolti dalla persona che il Comune di Viterbo ha incaricato di svolgere le funzioni di segretario del Tavolo.

La persona incaricata dei compiti di segreteria tecnica si avvale dell'ausilio delle altre persone componenti il Tavolo in grado di sostenerla nello svolgimento dei compiti indicati.

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7. Comunicazione interna ed esterna

7.1. Comunicazione interna

Per la comunicazione interna il Tavolo si avvale di una mailing list alla quale possono iscriversi tutte le persone che partecipano alle sue riunioni e tutte le persone, le associazioni e le istituzioni che anche non partecipando alle riunioni fossero interessate a ricevere le informazioni sull'attività del Tavolo stesso.

La mailing list è utilizzata per convocare le riunioni, per far circolare le informazioni e i documenti, per l'esame preliminare delle proposte (che comunque possono essere deliberate solo attraverso formali riunioni con il metodo del consenso rafforzato: la mailing list è uno strumento di supporto e non può sostituire in alcun modo ciò che nei processi decisionali è prerogativa dell'assemblea riunita).

La mailing list del Tavolo può essere utilizzata da tutti gli iscritti per far circolare informazioni e per formulare proposte e svolgere riflessioni e dibattiti sui temi d'interesse del Tavolo.

7.2. Comunicazione esterna

Nell'attività informativa esterna il Tavolo farà uso dei vari strumenti di comunicazione disponibili, da quelli più tradizionali (lettera, manifesto, volantino...), ai mass-media e ai social media.

In particolare il Tavolo potrà avvalersi dell'emanazione di comunicati; della realizzazione di conferenze e di altre forme di intervento pubblico; della realizzazione di un sito internet e di una pagina facebook; di altre forme ancora.

In linea di massima ogni attività di comunicazione esterna deve essere deliberata dall'assemblea.

In circostanze eccezionali di particolare urgenza i due portavoce potranno prendere posizioni pubbliche dopo aver effettuato una consultazione attraverso la mailing list, ed a condizione di una tempestiva verifica nella riunione successiva.

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8. Il rapporto con il Comune di Viterbo

Il "Tavolo per la pace" di Viterbo è stato costituito il 19 marzo 2014 per iniziativa del Comune di Viterbo.

Il Tavolo ha nel Comune un interlocutore fondamentale ed un supporto sostanziale.

Ma il tavolo non è né un organo né un'emanazione dell'amministrazione comunale, sebbene sia stato il Comune di Viterbo ad averne promosso la costituzione e lo stesso Comune vi partecipi con propri rappresentanti e ne supporti l'azione anche mettendo a disposizione il luogo di riunione e alcune risorse tecnico-amministrative.

Nei confronti del Comune di Viterbo il Tavolo svolge un ruolo di proposta esercitato attraverso una interlocuzione con il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale nel rispetto delle rispettive funzioni e competenze.

Il Tavolo riconosce e valorizza il ruolo del consigliere comunale delegato alle attività di pace, che del Tavolo è stato promotore e fa parte.

Il Tavolo riconosce e valorizza il ruolo dell'assessore comunale ai servizi sociali, che del Tavolo è stato promotore e fa parte.

Il Comune mette a disposizione del Tavolo un supporto logistico garantendogli una sede in cui effettuare le riunioni e le iniziative.

Il Comune mette a disposizione del Tavolo un supporto tecnico-amministrativo avendo a tal fine dato incarico ad un suo dipendente di svolgere i compiti di segretario del Tavolo.

Il Comune può contribuire al finanziamento di iniziative che, proposte dal Tavolo, siano condivise e fatte proprie dal Comune con specifici atti deliberativi (e fermo restando che in nessun caso e a nessun titolo il Comune finanzia direttamente o indirettamente il Tavolo).

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9. Beni e bilancio

9.1. Beni

Il Tavolo non dispone di beni propri.

L'archivio documentario è custodito dal segretario del Tavolo.

Le attività proposte o promosse dal Tavolo potranno essere di volta in volta autofinanziate con contributi volontari ad hoc delle persone, associazioni ed istituzioni partecipanti; ovvero finanziate dal Comune quando il Comune recepisca e faccia proprie con appositi specifici atti deliberativi le proposte formulate dal Tavolo (e fermo restando - come già sopra esposto - che in nessun caso e a nessun titolo il Comune finanzia direttamente o indirettamente il Tavolo); ovvero finanziate motu proprio dalle associazioni che quelle iniziative condividono e fanno proprie.

9.2. Bilancio

Il Tavolo fin qui non ha avuto un bilancio né un tesoriere.

Le persone che partecipano alle assemblee ed alle iniziative del Tavolo lo fanno in forma volontaria e gratuita.

9.3. Organi di controllo

Il Tavolo fin qui non ha avuto organi di controllo di sorta, l'assemblea sovrana avendo svolto tutte le funzioni col metodo del consenso.

Non avendo inoltre avuto necessità di una contabilità non ha avuto neppure bisogno né di tesoriere né di revisori dei conti.

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10. Scioglimento

Non essendo previsto un termine alle attività, e non essendo dipendente da altre strutture, solo il Tavolo stesso può deliberare il suo scioglimento.

Come per tutte le altre deliberazioni anche quella dell'eventuale scioglimento verrà presa con il metodo del consenso rafforzato.

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11. Per quanto non previsto

Per quanto non previsto dal presente documento valgono ovviamente le norme di legge vigenti ed in particolare le disposizioni del Codice Civile.

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6. AL SINDACO DEL COMUNE DI VITERBO, UNA PROPOSTA DI CONCRETA APPLICAZIONE DI UNA NORMA VIGENTE

Al Sindaco del Comune di Viterbo

Oggetto: proposta che il Comune di Viterbo invii a tutti gli stranieri diciottenni residenti o domiciliati a Viterbo che siano nati in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta' una lettera con cui li informi che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice e rapida di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto.

Signor Sindaco,

le segnalo che ai sensi della vigente normativa gli stranieri che siano nati in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno facolta' di richiedere la cittadinanza italiana semplicemente facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza e che il Sindaco del Comune emette l'attestazione dell'acquisto della cittadinanza italiana entro 120 giorni dalla data di ricezione degli atti ricevuti dall'Ufficiale dello Stato Civile.

E' possibile che molti giovani che ne hanno diritto ignorino la norma e l'opportunita' che essa offre; sarebbe quindi cosa buona che il Comune provvedesse motu proprio ad informarli di quanto la legislazione dispone.

Le propongo quindi che il Comune di Viterbo invii una lettera a tutti i giovani stranieri residenti o domiciliati a Viterbo che si trovino tra il diciottesimo ed il diciannovesimo anno di eta' nati in Italia ed in Italia residenti con cui li si informi di questa opportunita' e della procedura e degli adempimenti relativi.

Voglia gradire distinti saluti...

Proposta formulata dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 664 del 22 marzo 2015

 

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