[Nonviolenza] Telegrammi. 1633



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1633 del 10 maggio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Una lettera aperta al Presidente del Senato della Repubblica ed alla Presidente della Camera dei Deputati

2. L'esperienza del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano

3. Peppe Sini: Una dichiarazione di voto per Francesco Gesualdi

4. Il 5 per mille a Erinna

5. Una scheda di presentazione dell'associazione Erinna - centro antiviolenza di Viterbo

6. Burbanzio Malvolenti: Settanta estratti danteschi

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

alla Presidente della Camera dei Deputati

e per opportuna conoscenza: a tutti i parlamentari

Oggetto: richiesta al Parlamento di un provvedimento legislativo per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.

Egregio Presidente del Senato della Repubblica,

Egregia Presidente della Camera dei Deputati,

vi scriviamo per riproporre tramite voi al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati una proposta che gia' formulammo anni fa e che nel 2001 si tradusse in un disegno di legge presentato congiuntamente da parlamentari di tutti gli schieramenti politici recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" (primo firmatario il senatore Achille Occhetto). All'epoca l'iniziativa resto' purtroppo senza esito.

Nel corso degli anni a piu' riprese siamo tornati a proporre la necessita' e l'urgenza della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza. Vogliamo farlo ora una volta di piu', sperando di trovare ascolto e di avviare un percorso che giunga ad un esito positivo.

Ne abbiamo scritto il 5 maggio 2014 anche al Presidente del Consiglio dei Ministri proponendo che il Governo assumesse l'iniziativa della "urgente emanazione di un atto legislativo ovvero regolamentare che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza"; ne scriviamo ora anche a voi, rivolgendoci tramite voi anche a tutti i senatori e i deputati, affinche' vi sia un'adeguata attenzione, un'acquisizione di documentazione ed infine un'iniziativa parlamentare a tal fine.

Vi segnaliamo anche come esistano gia' numerose significative riflessioni ed esperienze sia italiane che internazionali in tale ambito, ed alcune utili pubblicazioni che le documentano (ad esempio il volume del professor Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007); segnaliamo anche una minima documentazione essenziale (che comprende anche il testo del disegno di legge del 2001 sopra citato) disponibile nella rete telematica, ad esempio da ultimo nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html

Sollecitiamo vivamente la vostra attenzione ed il vostro impegno, e l'attenzione e l'impegno di tutti i parlamentari: tanto e' evidente l'estrema utilita' della formazione di tutti gli operatori delle forze dell'ordine alla conoscenza delle risorse teoriche ed operative della nonviolenza ed il conseguente addestramento all'uso di esse nelle situazioni in cui possono essere di fondamentale importanza per garantire l'incolumita' e la sicurezza di tutti.

Restando a disposizione per ulteriori informazioni, vogliate gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 9 maggio 2014

 

2. INCONTRI. L'ESPERIENZA DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO" DI VECCHIANO

 

Si e' svolto la mattina di venerdi' 9 maggio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "L'esperienza del 'Centro nuovo modello di sviluppo' di Vecchiano".

Nel corso dell'incontro sono state esaminate alcune delle molte attivita' e delle molte pubblicazioni della apprezzatissima esperienza di solidarieta', di ricerca e di impegno in difesa dei diritti umani e della biosfera, tra i cui animatori vi e' Francuccio Gesualdi, l'allievo della scuola di Barbiana di don Milani che dell'esperienza barbianese ha proseguito e sviluppato l'impegno con profondo rigore morale, intensa passione civile, vigoroso afflato umano.

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Francesco Gesualdi e' nato nel 1949, allievo della scuola di Barbiana (e' il Francuccio di don Milani), tra altre rilevanti esperienze ha trascorso due anni in Bangladesh per un servizio di volontariato, e' uno degli animatori del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano, che affronta con rigore ed efficacia i temi del disagio economico, sociale, fisico, psichico e ambientale sia a livello locale che internazionale, con particolar attenzione al Sud del mondo. Il Centro ha promosso e sta portando avanti importanti campagne per i diritti umani e la difesa della biosfera. E' tra i promotori della Rete di Lilliput. Tra le opere di Francesco Gesualdi e del Centro nuovo modello di sviluppo: Signorno', Guaraldi; Economia: conoscere per scegliere, Lef; Energia nucleare: cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento; (con Jose' Luis Corzo Toral), Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele; Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli (N.B.: Questa nota bibliografica risale a oltre dieci anni fa, per un necessario aggiornamento cfr. le segnalazioni bibliografiche delle due schede estratte dalla Wikipedia e dal sito del Centro nuovo modello di sviluppo che riportiamo sotto). Tra le pubblicazioni del Centro nuovo modello di sviluppo: Boycott, Macroedizioni; Lettera ad un consumatore del Nord; Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sulla pelle dei bambini; Geografia del supermercato mondiale; Guida al consumo critico; Sud/Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Ai figli del pianeta; tutti presso l'Emi (N.B.: per il necessario aggiornamento cfr. le segnalazioni bibliografiche che riportiamo sotto). Sull'esperienza della Rete Lilliput: AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

Dal sito de "L'altra Europa con Tsipras" (www.listatsipras.eu) riprendiamo la seguente breve scheda: "Francesco Gesualdi detto Francuccio: attivista e saggista, allievo in gioventu' di don Milani presso la scuola di Barbiana, ha fondato nel 1985 il Centro Nuovo Modello di Sviluppo. Si tratta di un gruppo di base, con sede a Vecchiano (Pisa), attivo nella ricerca sulle cause di impoverimento a livello globale con l'obiettivo di individuare tutte le iniziative di contrasto. Il Centro (www.cnms.it) promuove anche stili di vita sobri e si interroga sui cambiamenti da introdurre, a livello di sistema, per coniugare sobrieta', piena occupazione e bisogni fondamentali per tutti. Impegnato dal 2011 sul tema del debito pubblico, per cercare soluzioni che salvaguardino la parte piu' debole della cittadinanza, ha lanciato la campagna 'Debito pubblico decido anch'io'".

Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Francesco Gesualdi e' un attivista e saggista italiano. In gioventu' fu allievo di don Milani alla Scuola di Barbiana. Ormai pensionato, utilizza tutto il suo tempo per coordinare e svolgere le attivita' del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pisa), un centro di documentazione che si occupa di squilibri sociali e ambientali a livello internazionale, con l'obiettivo di indicare le iniziative concrete che ciascuno puo' assumere, a partire dalla propria quotidianita', per opporsi ai meccanismi che generano ingiustizia e malsviluppo. Una sezione del Centro svolge attivita' di ricerca sul comportamento sociale ed ambientale delle imprese con l'obiettivo di fornire informazioni ai consumatori tramite guide cartacee e siti internet. Particolarmente sviluppata anche la riflessione su temi come la decrescita e l'economia stazionaria. Francesco Gesualdi ha pubblicato vari libri e articoli riguardanti la negazione dei diritti umani, lo sfruttamento del lavoro minorile, il potere delle multinazionali, la crisi dell'occupazione, l'impoverimento a livello globale, il problema energetico, il debito del Terzo Mondo, l'inquinamento e la distruzione dell'ecosistema. Promuove l'uso di strumenti come il consumo critico, la "noncollaborazione", il boicottaggio, il commercio alternativo, l'obiezione fiscale, la finanza sostenibile, le reti locali, la banca del tempo, lo sviluppo sostenibile, cercando in questo modo di favorire una rivoluzione degli stili di vita, della produzione e dell'economia. Ha coordinato numerose campagne di pressione nei confronti del potere politico e di multinazionali quali: Nike, Chicco/Artsana, Chiquita, Del Monte. Collabora con la rivista "Altreconomia" e ha fondato insieme ad Alex Zanotelli la rete Lilliput. Nel libro "Dalla parte sbagliata del mondo" Gesualdi racconta a Lorenzo Guadagnucci la sua vita e le sue battaglie. Nel settembre 2009 ha dato inizio alla campagna "Cerca la rotta", un coordinamento fra gruppi sparsi in varie parte d'Italia che assieme riflettono su un nuovo modo di fare funzionare l'economia e la societa' che pur disponendo di meno garantisce a tutti il soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Nel 2010 pubblica "Il prezzo del ferro" (scritto insieme al missionario comboniano Dario Bossi) dove vengono raccontati i misfatti di una multinazionale del ferro e la risposta della rete di resistenza popolare che vi si oppone. Nel marzo 2011 ha pubblicato il romanzo "I fuorilega del nordest" dove affronta, tra gli altri temi, quello della xenofobia. Sempre nel 2011 ha pubblicato "I mercanti della notizia", che contiene un elenco ed un'analisi delle famiglie e delle istituzioni che di fatto detengono il potere economico e politico in Italia; inoltre aiuta a riconoscere giornali ed emittenti televisive in base ai loro proprietari. Nel 2013 pubblica con Feltrinelli "Le catene del debito e come possiamo spezzarle", un testo per indicare vie d'uscita dal debito pubblico dalla parte dei cittadini. Pubblicazioni: Le catene del debito; Facciamo da soli; I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia; I fuorilega del Nordest; Cercatori del Regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita; Il prezzo del ferro; ConsumaTTori - Intervista a Francesco Gesualdi; L'altra via - dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta'; Dalla parte sbagliata del mondo - Intervista a Francesco Gesualdi; Guida al risparmio responsabile; Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo; Lettera ad un consumatore del Nord; Guida al consumo critico; Sulla pelle dei bambini; Il mercante d'acqua; Acqua con giustizia e sobrieta'; Guida al vestire critico; Nord-Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sobrieta'; Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile; Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali; Nord-Sud. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro".

Dal sito del "Centro nuovo modello di sviluppo" (www.cnms.it) riprendiamo la seguente scheda: "Chi siamo: Ci chiamiamo Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ma siamo tre famiglie. Viviamo insieme da venti anni, ma non siamo una comunita'. Naturalmente crediamo nel valore della vita in comune, ma non siamo pronti per questa scelta. Del resto, quando siamo partiti, alla fine degli anni '70, eravamo animati essenzialmente da ragioni di efficacia sociale e politica. Eravamo gia' famiglie impegnate sul fronte sociale tramite l'affido familiare, e sul fronte politico tramite l'attivita' sindacale, la cooperazione internazionale, il volontariato. Ma ci eravamo resi conto che a fronte dei nostri sforzi ottenevamo risultati scarsi. Sul fronte sociale le difficolta' provenivano dal vivere in quartieri mal disposti ad accettare presenze scomode. Sul fronte politico provenivano dalla frammentazione del tempo, dalla mancanza di una sede e di mezzi per divulgare le nostre idee e le nostre proposte. Concludemmo che se avessimo potuto vivere in uno stesso caseggiato, in cui condividere spazi, progetti e momenti comuni, avremmo potuto fare di piu'. Cosi' ci mettemmo in cerca di un casale sufficientemente grande da accogliere tre o quattro nuclei familiari e gia' predisposto per tirarci fuori degli spazi familiari autonomi e altri spazi comuni. Questa casa l'abbiamo trovata a Vecchiano, nei pressi di Pisa, e dopo cinque anni di duro lavoro, per rimetterla a posto, siamo entrati nel vivo del nostro progetto. Sul piano della convivenza ogni nucleo familiare ha un proprio spazio. Da questo punto di vista assomigliamo molto a un condominio, con la differenza che non siamo vicini per caso, ma per scelta. Nel contempo condividiamo un progetto e vari momenti della giornata. Il che ci fa assomigliare a una comunita'. Oltre alle iniziative sociali e politiche condividiamo la manutenzione della casa e vari servizi comuni come il pollaio, l'uliveto, la gestione della caldaia a legna. In piu' tutte le sere ceniamo insieme facendo a turno per la preparazione del pasto e la rigovernatura. Sul piano economico varie esperienze ci hanno mostrato che la gestione comunitaria dei soldi presenta piu' complicazioni che vantaggi. Cosi' abbiamo preferito che ogni famiglia avesse la propria autonomia finanziaria, con un membro che lavora fuori per riportare uno stipendio. Cio' non di meno, per ogni servizio comune abbiamo una cassa comune a cui ogni famiglia contribuisce con un metodo di calcolo particolare a seconda del servizio in questione. Ad esempio per la cassa cucina abbiamo fissato una quota a pasto, mentre per la cassa a cui attingiamo per le spese generali abbiamo allestito un complesso sistema di tassazione interna che tiene conto del reddito e del carico familiare. In conclusione la gestione dei soldi non ci ha mai creato problemi. Abbiamo una buona intesa anche rispetto allo stile di vita che noi consideriamo benestante, ma che i nostri amici considerano sobrio. In effetti cerchiamo di non buttare via nulla, facciamo la scelta differenziata dei rifiuti e cerchiamo di usare l'energia con parsimonia. Viviamo in campagna ed abbiamo un'automobile a famiglia, ma privilegiamo l'autobus per andare in citta', mentre per le lunghe distanze utilizziamo il treno. Per raggiungere l'autobus utilizziamo la bicicletta e se dobbiamo muoverci da soli su distanze medie, mal servite dai servizi pubblici, utilizziamo lo scooter. Sul piano dell'impegno sociale, noi pensiamo che di fronte al disagio e all'emarginazione bisogna dare sempre due risposte: la solidarieta' diretta e la politica. La prima per tamponare, la seconda per risolvere. E' chiaro che all'affamato, al senza famiglia, all'analfabeta, non si puo' chiedere di soddisfare i suoi bisogni dopo la rivoluzione. Bisogna dargli subito la possibilita' di nutrirsi, di avere una casa, di istruirsi. Per questo la solidarieta' immediata e' fondamentale. A questo proposito noi ci siamo dedicati prevalentemente all'affido familiare perche' e' il gesto piu' naturale che possiamo compiere come famiglie. Nello stesso tempo sappiamo che se limitiamo il nostro impegno all'assistenza rischiamo di condannare chi si trova in stato di bisogno a rimanerci per sempre. Ecco la necessita' della politica per rimuovere le cause profonde che generano disagio ed emarginazione. Per questo nella nostra casa abbiamo una sorta di centro studi e dedichiamo molto tempo alla formazione, all'informazione, alle campagne. Abbiamo cominciato la nostra attivita' ponendoci una domanda angosciante: come mai un mondo tanto ricco produce tanta poverta'. Che il mondo sia ricco lo sperimentiamo tutti i giorni. Basta che guardiamo come ci vestiamo, come viaggiamo, cosa mettiamo nei nostri piatti. Ci sfugge, invece, che questa condizione e' riservata a pochi. Solo il 20% della popolazione mondiale vive secondo il nostro standard di vita. L'altro 80% vive in condizioni di miseria. Un 50% vive addirittura in condizione di poverta' assoluta, una situazione che non consente di soddisfare neanche i bisogni fondamentali come il cibo, l'acqua potabile, la medicina di base, l'istruzione minima. Per capire le ragioni di tanta ingiustizia ci siamo buttati a capofitto nello studio dell'economia mondiale ed abbiamo capito che la poverta' non e' una fatalita', ma il risultato di un'economia assurda organizzata per servire esclusivamente l'interesse dei mercanti. Piu' in particolare e' il frutto dello scambio ineguale, del debito, dello sfruttamento del lavoro. Ma aver capito non ci e' bastato, perche' noi non siamo un centro di ricerca fine a se stesso. Noi siamo militanti e facciamo ricerca per indicare a noi e agli altri come possiamo opporci ai meccanismi ingiusti a partire dalla quotidianita'. In altre parole concepiamo il sapere solo se e' orientato all'azione. Per questo abbiamo cercato di sciogliere un altro nodo. Abbiamo voluto capire che ruolo giochiamo all'interno della macchina oppressiva perche' solo cosi' possiamo intervenire la' dove siamo piu' determinanti. Per trovare la risposta ci e' bastato mettere la testa dentro all'armadio e constatare che la nostra dispensa e' ricolma di prodotti che vengono dal Sud del mondo. Oggi che siamo nell'epoca della globalizzazione perfino i nostri guardaroba traboccano di camicie, canottiere, scarpe provenienti dall'Asia, dall'America latina, dall'Africa del nord. Cosi' abbiamo capito l'importanza strategica del consumo ed abbiamo cominciato a chiederci come potevamo trasformare questo momento da strumento di complicita' con gli oppressori a strumento di liberazione per gli oppressi. E' stata la scintilla che ha fatto partire tutto il ragionamento attorno agli stili di vita. Ad un tratto e' apparso chiaro che la politica non si fa solo nella cabina elettorale o nelle manifestazioni di piazza. La politica si fa ogni momento della vita: al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all'edicola, in cucina, nel tempo libero, quando ci si sposa. Scegliendo cosa leggere, come, cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi, rafforziamo un modello economico sostenibile o di saccheggio, sosteniamo imprese responsabili o vampiresche, contribuiamo a costruire la democrazia o a demolirla, sosteniamo un'economia solidale e dei diritti o un'economia animalesca di sopraffazione reciproca. In effetti la societa' e' il risultato di regole e di comportamenti e se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo il sistema a cambiare anche le sue regole perche' nessun potere riesce a sopravvivere di fronte ad una massa che pensa e che fa trionfare la coerenza sopra la codardia, il quieto vivere, le piccole avidita' del momento. Cio' spiega perche' la nostra attivita' si concretizza nella stesura di guide per informare i consumatori sul comportamento delle imprese, nell'organizzazione di campagne, in suggerimenti sugli stili di vita. Un piccolo contributo per un grande cambiamento. Le nostre pubblicazioni: Cambiare il sistema; Le catene del debito; Facciamo da soli; Guida al consumo critico - nuova edizione; I mercanti della notizia; I fuorilega del Nordest; Il prezzo del ferro; ConsumaTTori - Per un nuovo stile di vita; Dalla parte sbagliata del mondo - Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante; Il mercante d'acqua; Guida al telefono critico; Acqua con giustizia e sobrieta'; Guida al vestire critico; Sobrieta'; Ai giovani figli del pianeta - Scegliamo insieme un futuro per tutti; Nord-Sud: predatori, predati e opportunisti; Consumatori del Nord, lavoratori del Sud; Manuale per un consumo responsabile; Guida al risparmio responsabile; Lettera ad un consumatore del Nord; Geografia del supermercato mondiale; Sud Nord - nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Sulla pelle dei bambini".

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato la straordinaria importanza dell'esperienza del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano e come le campagne condotte, le iniziative promosse, le ricerche svolte e le pubblicazioni realizzate costituiscano decisivi contributi all'impegno comune in difesa dei diritti umani e della biosfera, ed esempi luminosi della concreta efficacia dell'azione nonviolenta per il bene comune.

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I partecipanti all'incontro viterbese invitano tutte le persone di volonta' buona a conoscere l'importante esperienza pisana; per contatti: Centro nuovo modello di sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pisa), tel. 050826354, fax: 050827165, e-mail: coord at cnms.it, sito: www.cnms.it

 

3. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: UNA DICHIARAZIONE DI VOTO PER FRANCESCO GESUALDI

 

Alle elezioni europee votero' per Francesco Gesualdi, il Francuccio della scuola di Barbiana di don Milani e l'animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano, promotore di importanti esperienze e campagne ed autore di utili libri, candidato nella lista "L'altra Europa con Tsipras".

Lo votero' per quello che ha fatto, per quello che propone, per quello che rappresenta: e quello che rappresenta e' cio' che io chiamo nonviolenza in cammino.

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E lo votero' (e propongo di votarlo alle persone per cui la mia opinione puo' avere un valore) anche perche' vorrei che nella circoscrizione dell'Italia centrale fosse lui il candidato piu' votato e quindi l'eventuale eletto al Parlamento Europeo dell'unica lista dichiaratamente impegnata per l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, anche per evitare che possa esserlo invece (e il rischio a me sembra che ci sia) un personaggio che quella stessa lista assurdamente candida e che e' rappresentativo dell'esatto contrario della nonviolenza in cammino, ovvero della subalternita' alla violenza, ovvero dell'effettuale riproduzione della stessa sciagurata volonta' di potenza e delle stesse scellerate logiche di sopraffazione di tutti i poteri violenti che opprimono l'umanita'.

Chi non coglie la decisivita' della coerenza tra i mezzi e i fini non contribuisce adeguatamente alla necessaria lotta contro l'oppressione.

Chi riproduce logiche militariste e condotte ambigue non pratica una politica autenticamente solidale e liberatrice.

So che queste parole possono essere sgradite agli ingenui, mi e' sembrato necessario dirle.

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Solo la nonviolenza difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Solo con la nonviolenza il movimento delle oppresse e degli oppressi puo' liberare l'umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

4. REPETITA IUVANT. IL 5 PER MILLE A ERINNA

[Dall'Associazione Erinna - centro antiviolenza (per contatti: "Associazione onlus Erinna - donne contro la violenza alle donne", tel. 0761342056, e-mail: onebillionrisingviterbo at gmail.com, e.rinna at yahoo.it, sito: http://erinna.it) riceviamo e diffondiamo]

 

Dare il 5 per mille a Erinna vuol dire dare sostegno alle donne che vogliono uscire dalla violenza.

Vuol dire sostenere Erinna nel progetto di apertura della casa-rifugio per le donne e i loro figli che fuggono dalla violenza.

Grazie per la vostra sensibilita' nel volerci sostenere; ecco il nostro codice fiscale: 90058120560.

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Erinna e' una piccola associazione di donne che risiede a Viterbo e, con caparbieta' e tenacia, si occupa di violenza alle donne dal 1997. E' riuscita negli anni ad ottenere un luogo fisico a cui le donne si possono rivolgere. I proventi del 5x1000 sono sempre stati destinati ad azioni di sensibilizzazione rivolte alle scuole e alla cittadinanza. Il progetto "Tana libera tutte" che ha consentito l'apertura della casa-rifugio ha bisogno di essere sostenuto per evitare la chiusura della casa. Il vostro aiuto e' prezioso.

 

5. RIFERIMENTI. UNA SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE "ERINNA" - CENTRO ANTIVIOLENZA DI VITERBO

[Dal sito dell'associazione Erinna (http://erinna.it) riprendiamo e diffondiamo la seguente breve scheda di autopresentazione]

 

L'associazione "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto).

Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza.

E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole.

Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia.

Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne.

Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne.

Il centro mette a disposizione:

- segreteria attiva 24 ore su 24;

- colloqui;

- consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio;

- attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione.

La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate.

L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza.

 

6. REPETITA IUVANT. BURBANZIO MALVOLENTI: SETTANTA ESTRATTI DANTESCHI

[Dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 268. Il nostro buon amico Burbanzio Malvolenti, richiesto da Paolo Arena e Marco Graziotti di rispondere a settanta domande sulla nonviolenza oggi in Italia, cosi' ha ritenuto di rispondere]

 

1. Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

Quando mi volsi al suo viso ridente.

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2. Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

Parmenide, Melisso e Brisso e molti.

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3. Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

Cio' che per l'universo si squaderna.

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4. Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

Ma la bonta' infinita ha si' gran braccia.

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5. In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

A l'uomo non facesse alcuna guerra.

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6. Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

E altro e' da veder che tu non vedi.

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7. Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

Non hai tu spirto di pietade alcuno?

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8. Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

Da quinci innanzi il mio veder fu maggio.

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9. Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

Sanza danno di pecore o di biade.

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10. Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

Mi disse, riconoscimi se sai.

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11. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

Fermar li piedi e tennero il cor saldo.

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12. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

Esser non puote il mio che a te si nieghi.

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13. Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

La buona compagnia che l'uom francheggia.

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14. Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

Questo vi basti a vostro salvamento.

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15. Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

Quinci si va chi vuole andar per pace.

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16. Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

Ch'e' si lascio' cascar l'uncino a' piedi.

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17. Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

Che sia or sanator de le tue piage.

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18. Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

Non t'incresca restare a parlar meco.

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19. Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

La verita' nulla menzogna frodi.

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20. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

Amor che ne la mente mi ragiona.

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21. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

Poi cominciai cosi': l'affetto e 'l senno.

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22. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

Sopra la quale ogni virtu' si fonda.

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23. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

Che tu intrasti povero e digiuno.

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24. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

Quindi addolcisce la viva giustizia.

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25. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

La prima volonta', ch'e' da se' buona.

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26. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

Ahi quanto cauti li uomini esser dienno.

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27. Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

Molto si mira e poco si discerne.

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28. Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

Cosi' un sol calor di molte brage.

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29. Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

Pero' che, giunti, l'un l'altro non teme.

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30. Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

E frutta sempre e mai non perde foglia.

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31. Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

Pero' ch'a le percosse non seconda.

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32. Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

Spesse fiate m'intronan li orecchi.

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33. Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

Che vede e vuol dirittamente e ama.

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34. I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

Con piu' dolce canzone e piu' profonda.

*

35. I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

Memoria, intelligenza e volontade.

*

36. I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

Non pur per lo sonar de le parole.

*

37. Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

Poca favilla gran fiamma seconda.

*

38. Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

Guardando a la persona che sofferse.

*

39. Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero.

*

40. Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

Ogne vilta' convien che qui sia morta.

*

41. Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme.

*

42. Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?

Vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede.

*

43. Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

Non e' se non splendor di quella idea.

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44. Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

Amor di vero ben, pien di letizia.

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45. Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

L'altro piangea; si' che di pietade.

*

46. Nonviolenza e politica: quale relazione?

Con occhio chiaro e con affetto puro.

*

47. Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

L'umana probitate; e questo vole.

*

48. Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

Dinanzi a l'acqua che ritorna equale.

*

49. Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

Non so chi sia, ma so ch'e' non e' solo.

*

50. La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

E se non piangi, di che pianger suoli?

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51. Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

Ipocrate, Avicenna e Galieno.

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52. Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

E come surge e va ed entra in ballo.

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53. Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

Quivi sospiri, pianti e alti guai.

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54. E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

Poi, con dottrina e con volere insieme.

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55. Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

Ben te ne puoi accorger per li volti.

*

56. Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

Se tu li guardi bene e se li ascolti.

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57. Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

Pur un linguaggio nel mondo non s'usa.

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58. Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

Fatti non foste a viver come bruti.

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59. Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

Un sol che tutte quante l'accendea.

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60. Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

Rime d'amor usar dolci e leggiadre.

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61. Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

E venni a te cosi' com'ella volse.

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62. Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

Onde cessar le sue opere biece.

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63. Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

Del mondo seppi, e quel valore amai.

*

64. Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

Perdoniamo a ciascuno, e tu perdona.

*

65. Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

Che, come vedi, ancor non m'abbandona.

*

66. Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

Cio' che par duro ti parrebbe vizzo.

*

67. Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

Pero' pur va, e in andando ascolta.

*

68. Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

Guizza dentro a lo specchio vostra image.

*

69. Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

S'io avessi, lettor, piu' lungo spazio.

*

70. C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

Se tu m'intendi, or fa si' che ti vaglia.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Rafael Alberti, La arboleda perdida, Alianza Editorial, Madrid 1998-1999, 3 voll. per pp. 368 + 464 + 232 (con tre inserti fotografici per complessive 24 pp.).

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1633 del 10 maggio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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