[Nonviolenza] Telegrammi. 1623



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1623 del 30 aprile 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Mao Valpiana: Dietro le quinte dell'"Arena di pace e disarmo"

2. L'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega

3. L'impegno per il disarmo di Bertha von Suttner. Un incontro di studio a Viterbo

4. Per la critica dell'economia politica

5. Segnalazioni librarie

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: DIETRO LE QUINTE DELL'"ARENA DI PACE E DISARMO"

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Ci sono le foto a descrivere i volti, i colori, le bandiere arcobaleno che gremivano l'Arena. Resta nella mente la musica di qualita' che e' stata la colonna sonora della giornata. Sono sedimentate nell'animo le emozioni venute dagli spalti e dal palco di un anfiteatro dove e' stato messo in scena un racconto di pace e disarmo.

Questo e' stato il nostro 25 aprile: una storia di resistenza e nonviolenza.

Resistenza contro l'oppressione delle armi che preparano nuove guerre, e nonviolenza per costruire politiche di pace.

Quando, un anno fa, abbiamo iniziato ad accarezzare l'idea di riconvocare un'Arena di pace, sembrava una sfida impossibile. Troppo rischioso. Il clima non era piu' quello degli anni '80-'90. Il movimento frammentato, in una fase di ripensamento. E se poi non la riempiamo? Tanti i dubbi, ma sentivamo che ce n'era bisogno. Ci voleva l'idea giusta, bisognava crederci. Era necessario cambiare formula: non una riedizione di "come eravamo", ma la proposta di un nuovo percorso.

E cosi' "Arena" ha cominciato a prendere forma. Ottenuta la concessione del monumento, la possibilita' di averlo proprio per il 25 aprile, data simbolo, ci ha convinti che il legame Resistenza/Nonviolenza e Liberazione/Disarmo avrebbe funzionato. Un'Arena nuova, che si rivolgesse non solo alle tradizionali associazioni pacifiste, ma a tutto il piu' vasto movimento, laico e religioso, capace di coinvolgerlo sui nostri temi. La parola-chiave doveva essere "disarmo".

Il progetto era convincente. La discussione, sia a Verona che a livello nazionale, si e' allargata per centri concentrici. Per evitare primogeniture, si e' deciso che l'Arena venisse convocata semplicemente dai firmatari dell'appello. Un modo per farla sentire di tutti, con l'unica richiesta di riconoscersi nei contenuti espressi, riassumibili nelle parole "pace e disarmo". Localmente si e' formato un gruppo organizzatore sempre piu' solido. Le reti per il disarmo, la nonviolenza, il servizio civile, la pace, ne hanno assunto la promozione. Via via, si sono aggiunte associazioni, piccole e grandi, e si sono moltiplicati gli incontri, in tutta Italia, di un percorso "verso l'Arena di pace". Tutto e' stato condotto con metodo nonviolento, e sappiamo che nel mezzo c'e' gia' il fine, senza sotterfugi, senza cordate, senza furbizie, senza primi attori, come sempre si dovrebbe fare, superando steccati, creando nuove relazioni e alleanze.

Poi e' nata anche l'idea di un nuovo formato per la giornata. Una sorta di "spettacolo" che mettesse in scena le nostre politiche per la costruzione della pace e della nonviolenza, con testimonianze e musica. Cosi' si e' pensato ad una regia, una conduzione, una direzione artistica. E poi il palco, e poi la scenografia. La preparazione dell'evento richiedeva sempre piu' lavoro, piu' energie, piu' risorse, ma i volontari e le forze aggiuntive sono sempre arrivati al momento giusto. Anche i soldi, abbiamo pensato, salteranno fuori. Se ci crediamo, ognuno fara' la propria parte. Se vogliamo "riprenderci l'Arena", ce la dobbiamo pagare tutti insieme.

Venerdi' 25 e' arrivato. Anche il meteo ha voluto contribuire, regalandoci una splendida giornata di sole, inaspettato fino a poche ore prima. Poi, dalle 13 in avanti, la platea, le poltroncine, le gradinate hanno iniziato a riempirsi, sempre di piu', fino a contarne oltre tredicimila, arrivati con trenta pullman e i treni, in bici o a piedi da Verona e da tutta Italia. La giornata e' iniziata alle 14 in punto con le note di Give Peace a Chance, "dai una possibilita' alla pace", ed e' terminata alle 20 con la strofa cantata "voglio tornare per ricominciare". Una scaletta di sei ore che e' un programma politico.

L'Arena di pace e disarmo e' stata una grande festa collettiva. Mentre guardavo dal palco lo spettacolo che si svolgeva sui gradoni, con il lancio di migliaia di aerei di carta colorati, o durante l'emozionante minuto di silenzio assoluto dei tredicimila presenti, mi venivano in mente le parole di Aldo Capitini: "Nella festa si trova una ragione piu' profonda della vita, una solidarieta' piu' salda, un anticipo della liberazione, un'atmosfera in cui ci si purifica, ci si eleva, ci si abbandona".

Una ragione piu' profonda della vita: i testimoni hanno saputo toccare le corde dei costruttori di pace presenti in Arena, appellandosi ai valori di coscienza che ci muovono.

Una solidarieta' piu' salda: gli impegni presi vanno nella direzione da noi auspicata: coniugare solidarieta' con giustizia, diritti con doveri.

Un anticipo della liberazione: le tematiche affrontate, dal servizio civile alla campagna NoF35, dagli interventi civili di pace alle spese militari, dalla militarizzazione del territorio alla difesa ambientale, fino all'amministrazione del bene pubblico con la nonviolenza, hanno dimostrato che la liberazione nonviolenta e' gia' in atto.

Un'atmosfera in cui ci si purifica: la musica e' stata parte integrante della manifestazione, non un riempitivo, ma espressione artistica tendente alla bellezza della nonviolenza.

Ci si eleva: la compresenza di amici che ci hanno preceduto e' stata un richiamo a dimensioni spirituali.

Ci si abbandona: ogni singolo e' entrato, con fiducia, nella dimensione collettiva del movimento, abbandonando il proprio ego per riconoscersi parte dell'Arena: dal tu al tutti.

Arena di pace e disarmo ha rimesso in moto energie, aspettative, entusiasmi che da tempo attendevano di trovare un punto di riferimento; il successo ottenuto (e non solo in termini di partecipazione fisica, ma anche politica) e' dovuto senz'altro al fatto che si e' trattato di un percorso condiviso, allargato, di un lavoro di "rete" che abbiamo saputo mettere in campo. Ora dobbiamo saper capitalizzare questo patrimonio rivalutato, che altrimenti rischiava di essere disperso, per proseguire nel cammino comune che ci siamo dati con la "Campagna disarmo, difesa civile non armata e nonviolenta".

*

Post scriptum: se sei arrivato a leggere questo testo fino in fondo, e' forse perche' l'Arena ti ha coinvolto.

Coinvolgiti anche economicamente, c'e' bisogno del tuo contributo per pagare le spese, e raccogliere fondi per avviare la Campagna. Fai la tua donazione a: Associazione Arena di Pace e Disarmo, IBAN: IT16V0501812101000000170970 su Banca Etica.

 

2. MEMORIA. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA ALFIO PANNEGA

 

Nel quarto anniversario della scomparsa l'associazione "Respirare" ricorda Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), la sua immensa generosita', il suo rigore morale, la sua lucidita' politica, la poetica e saggia sua parola, l'azione incessante in difesa del mondo vivente e dei diritti di tutti.

Si possa noi essere degni del dono grande di averlo conosciuto, di averlo avuto amico, maestro, compagno.

Nel nome e nel ricordo di Alfio Pannega prosegua la lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni menzogna e da ogni oppressione; nel nome e nel ricordo di Alfio Pannega prosegua la lotta per difendere la civilta' umana e la biosfera, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e di tutti gli esseri viventi; nel nome e nel ricordo di Alfio Pannega la nonviolenza e' in cammino.

Pace, giustizia, liberta', solidarieta'.

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 29 aprile 2014

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

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Una breve notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i  motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909 e 1172, e i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e i nn. 548-552, ed anche infine i testi nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 1260, 1261, 1272, 1401 (tutti disponibili dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).

 

3. INCONTRI. L'IMPEGNO PER IL DISARMO DI BERTHA VON SUTTNER. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

"Nessuno si puo' fare piu' illusioni:

occorre sceglier tra le armi e il pane

solo la pace salva vite umane

solo il disarmo ferma le uccisioni"

 

Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 29 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "L'impegno per il disarmo di Bertha von Suttner".

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Bertha von Suttner, 1843-1914, scrittrice, straordinaria militante pacifista, ricevette il premio Nobel per la pace nel 1905.

Opere di Bertha von Suttner: Giu' le armi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989; Abbasso le armi! Storia di una vita, Centro stampa Cavallermaggiore (Torino) 1996.

Opere su Bertha von Suttner: Nicola Sinopoli, Una donna per la pace, Fratelli Palombi, Roma 1986. Su Bertha von Suttner segnaliamo anche i testi di Marta Galli (comprensivo di un'utile sitografia) e di Rosangela Pesenti apparsi rispettivamente nei nn. 850 e 845 de "La nonviolenza e' in cammino", l'ampio saggio di Verdiana Grossi ripubblicato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 306, la voce di Giancarla Codrignani nei "Telegrammi" n. 514.

*

Poiche' le armi sempre e solo servono a uccidere, solo con il disarmo si costruisce la pace, solo con il disarmo si salvano le vite, solo con il disarmo si realizza la civile convivenza.

 

4. INCONTRI. PER LA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA

 

Si e' svolto la sera di martedi' 29 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Per la critica dell'economia politica". All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

Nel corso dell'incontro e' stato anche ricordato Alfio Pannega, di cui il 30 aprile ricorre il quarto anniversario della scomparsa.

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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali e comunicazioni di massa, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi mesi ha animato due cicli di incontri di studio di storia della sociologia e di teoria del diritto. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Francisco de Quevedo, Antologia poetica, Espasa Calpe, Madrid 1943, 1991, pp. 272.

- Francisco de Quevedo, La hora de todos y la Fortuna con seso, Castalia, Madrid 1987, pp. 232.

- Francisco de Quevedo, Los suenos, Catedra, Madrid 1991, pp. 656.

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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