Nonviolenza. Femminile plurale. 423



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 423 dell'8 luglio 2013

 

In questo numero:

1. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

2. Alcuni testi del mese di giugno 2013 (parte prima)

3. Una lettera aperta alla Ministra per le Pari opportunita' Josefa Idem

4. Un 2 giugno contro la guerra e contro il razzismo

5. Denunciando il crimine della guerra e della persecuzione razzista, celebrata la festa della Repubblica a Viterbo

6. Una lettera aperta alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini

7. Per le dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica

8. Giu' le mani dalla Costituzione

9. Ricordato Dino Frisullo a Viterbo

10. Associazione "Respirare": Per la Giornata mondiale per l'ambiente

11. Breve una cicalata sui ballottaggi del 9 e 10 giugno, per un voto antifascista

12. Cessi la persecuzione di Bradley Manning

13. La nostra responsabilita' per Bradley Manning

14. Sconfiggere la destra neofascista, filomafiosa, razzista, ecocida e corrotta berlusconiana ai ballottaggi

15. Cessino le uccisioni. Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana. Si adoperi l'Italia per la pace che salva le vite

16. Associazione "Respirare": Riportiamoli a casa vivi. Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan

17. Ricordati a Viterbo Carlo e Nello Rosselli

 

1. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcuni giorni fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

*

Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

*

Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2013 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2013.

 

3. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA PER LE PARI OPPORTUNITA' JOSEFA IDEM

 

Gentilissima Ministra per le Pari opportunita',

innanzitutto le esprimiamo il nostro sostegno e la nostra gratitudine per il suo impegno contro il femminicidio.

Ma le scriviamo anche per inviarle copia, allegata in calce, della lettera aperta che abbiamo inviato l'altroieri alla sua collega Ministra degli Esteri, lettera aperta che reca la richiesta che cessi l'illegale partecipazione italiana all'atroce guerra afgana.

Chiediamo anche a lei di impegnarsi nell'ambito del Consiglio dei Ministri affinche' l'Italia cessi immediatamente di prendere parte alla guerra - che come tutte le guerre sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani; e quindi affinche' l'Italia si adoperi finalmente concretamente e adeguatamente per la pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per salvare le vite degli esseri umani e costruire relazioni di solidarieta' e di giustizia.

Si torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica, si torni al rispetto della vita umana.

Confidando nel suo impegno per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, e nuovamente dichiarandole pieno sostegno e profonda gratitudine per la sua azione contro il femminicidio e la violenza maschilista, voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 31 maggio 2013

*

Allegato: Una lettera aperta alla Ministra degli Esteri Emma Bonino

Gentilissima Ministra degli Esteri,

da oltre dieci anni l'Italia prende parte alla guerra in Afghanistan, in flagrante violazione del diritto internazionale e della Costituzione della Repubblica Italiana.

Da oltre dieci anni l'Italia e' corresponsabile di una guerra che ogni giorno provoca morti e distruzioni.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

E si adoperi finalmente l'Italia per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti, per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il primo diritto umano e' il diritto a non essere uccisi.

La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 29 maggio 2013

 

4. UN 2 GIUGNO CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO

 

Che sia un 2 giugno contro la guerra e contro il razzismo.

*

Contro la guerra: che e' l'antirepubblica, il disfacimento dell'umano convivere.

E poiche' l'Italia sta partecipando criminalmente alla guerra in Afghanistan, la prima cosa da fare e' che cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana, e che si adoperi finalmente l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, realizzando l'impegno scritto nella Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra".

Pace, disarmo, smilitarizzazione: fondamento dell'umana civilta' e inizio della salvezza comune.

*

E contro il razzismo: che della barbarie hitleriana e' la matrice e il distillato.

E poiche' l'Italia sta tuttora perseguitando i migranti, la prima cosa da fare e' abolire le scellerate misure naziste tuttora vigenti, e finalmente realizzare quella pienezza di diritti e solidarieta' disposta dalla Costituzione: che rispetta, sostiene e promuove la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani: fondamento dell'umana civilta' e inizio della salvezza comune.

*

Che sia un 2 giugno contro la guerra e contro il razzismo.

 

5. DENUNCIANDO IL CRIMINE DELLA GUERRA E DELLA PERSECUZIONE RAZZISTA, CELEBRATA LA FESTA DELLA REPUBBLICA A VITERBO

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha celebrato la festa della Repubblica, domenica 2 giugno 2013, con un incontro di lettura e commento di molti articoli della Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista.

*

L'incontro e' iniziato con un minuto di silenzio in memoria delle vittime della guerra e della persecuzione razzista.

Aprendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha denunciato per l'ennesima volta l'illegalita' e la disumanita' della guerra e del razzismo, ed ha nuovamente espresso sia la richiesta che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla carneficina afgana e si adoperi invece per la pace che salva le vite; sia la richiesta che siano finalmente abrogate le scellerate e infami misure razziste che precedenti governi hanno imposto in Italia provocando persecuzione, schiavizzazione e morte di esseri umani innocenti.

Ha espresso inoltre lo sdegno di ogni persona decente per l'osceno, abominevole spettacolo dell'esibizione delle armi e degli armigeri in questa giornata che dovrebbe essere di pace e di celebrazione della dignita' umana: la parata militare a Roma e' un oltraggio all'umanita' vittima delle guerre e delle stragi, vittima di regimi assassini e poteri criminali. La guerra e' nemica dell'umanita': e' compito di ogni persona cosciente e di ogni istituzione democratica impegnarsi per abolire la guerra, i suoi strumenti e i suoi apparati.

*

Al termine della lettura degli articoli della Costituzione i partecipanti all'incontro hanno unanimemente attestato gratitudine, solidarieta' e persuaso sostegno alla Ministra dell'Integrazione Cecile Kyenge, alla Ministra delle Pari opportunita' Josefa Idem, alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini per il loro impegno in difesa ed a promozione dei diritti umani, contro il femminicidio, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e le persecuzioni.

*

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha dichiarato ancora una volta il convincimento profondo delle persone che dagli anni Settanta del secolo scorso animano l'esperienza del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo: che solo la scelta nitida ed intransigente della nonviolenza puo' salvare l'umanita' dal disastro; che solo la nonviolenza, che e' l'opposizione piu' concreta e coerente a tutte le violenze e le menzogne, invera il programma di democrazia progressiva scritto tanto nella Costituzione della Repubblica Italiana quanto nella Dichiarazione universale dei diritti umani; che solo la nonviolenza - nel suo effettuale dispiegarsi come processo di riconoscimento e di solidarieta' verso tutti gli esseri umani e l'intero mondo vivente - puo' preservare ad un tempo l'umanita' e la biosfera dal degrado e dalla catastrofe che i poteri dominanti stanno insensatamente provocando.

La nonviolenza e' l'antifascismo vivente.

La nonviolenza e' la Costituzione in cammino.

La nonviolenza e' la Repubblica universale dell'umanita'.

 

6. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI LAURA BOLDRINI

 

Gentilissima Presidente della Camera dei Deputati,

innanzitutto le rinnoviamo  la nostra gratitudine ed il nostro apprezzamento e sostegno per il suo impegno contro il femminicidio e contro la violenza maschilista, contro il razzismo e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ma le scriviamo anche per inviarle, allegata in calce, copia della lettera aperta che abbiamo inviato alcun giorni fa alla Ministra degli Esteri, lettera con la quale poniamo ancora una volta la richiesta che cessi immediatamente l'illegale partecipazione italiana alla guerra afgana.

La preghiamo di voler esercitare anche lei un impegno affinche' cessino guerra e stragi, affinche' l'Italia torni al rispetto della Costituzione che ripudia la guerra, affinche' l'Italia si adoperi per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che tutti i popoli e tutte le persone riconosce come ugualmente parte - preziosa, insostituibile, irrinunciabile parte - dell'unica umanita'.

Nuovamente ringraziandola per quanto ha fatto in difesa dei diritti umani sia negli scorsi anni come rappresentante dell'Onu che in questi mesi come rappresentante del Parlamento, e nuovamente esprimendole pieno sostegno, voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 2 giugno 2013, festa della Repubblica

*

Allegato: Una lettera aperta alla Ministra degli Esteri Emma Bonino

Gentilissima Ministra degli Esteri,

da oltre dieci anni l'Italia prende parte alla guerra in Afghanistan, in flagrante violazione del diritto internazionale e della Costituzione della Repubblica Italiana.

Da oltre dieci anni l'Italia e' corresponsabile di una guerra che ogni giorno provoca morti e distruzioni.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

E si adoperi finalmente l'Italia per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti, per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il primo diritto umano e' il diritto a non essere uccisi.

La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 29 maggio 2013

 

7. PER LE DIMISSIONI DI GIORGIO NAPOLITANO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Manca in epigrafe una citazione

dalla Fischiata XXXIII del Marino

tutti sanno quale verso

 

Leggo sui mezzi d'informazione e sul sito web del Quirinale le inammissibili parole di apologia del militarismo da parte del capo dello stato in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno 2013, parole che costituiscono l'ennesimo squallido oltraggio a tutte le vittime di tutte le guerre.

Chiedo le dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.

So che quando un semplice cittadino avanza una simile richiesta si espone quantomeno al riso degli ignavi.

Ma giunge l'ora in cui tacere non e' possibile.

*

Chiedo le dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.

Il Napolitano copromotore della legge Turco-Napolitano che riapri' in Italia i campi di concentramento - i campi di concentramento che tuttora sussistono in flagrante violazione della democrazia e della legalita', della dignita' e dei diritti umani.

Il Napolitano che ha avallato oscene deliberazioni berlusconiane che a chiamarle leggi si arrossisce di indignazione e vergogna.

Il Napolitano che ha avallato la guerra, la guerra assassina, la guerra incostituzionale.

Il Napolitano che ha avallato le scellerate misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza".

Il Napolitano che ha scandalosamente imposto mesi fa il ritorno al governo dell'estrema destra eversiva berlusconiana pur sconfitta alle elezioni (complici, certo, la nuova destra totalitaria grillina, e il ventre molle andreottiano ovvero la destra incappucciata del Pd).

Il Napolitano che il 2 giugno 2013 nel suo messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, in flagrante violazione di quanto disposto dall'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, sostiene tra l'altro che "Il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni dipende in misura rilevante dall'operato sul campo - al servizio della comunita' internazionale - dei nostri militari".

*

Quando e' troppo e' troppo.

Neppure a un irresponsabile puo' esser consentito affermare che partecipare criminalmente a una guerra abominevole come quella afgana, che ha provocato e continua a provocare innumerevoli vittime, determini "il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni".

Neppure a un irresponsabile puo' esser consentito irridere gli esseri umani assassinati ed elogiare gli apparati assassini.

Ricordi il Presidente della Repubblica che la Repubblica Italiana nella sua Costituzione reca queste inequivocabili parole: "L'Italia ripudia la guerra".

Cessi immediatamente la partecipazione italiana all'illegale, criminale, disumana guerra in Afghanistan.

Torni l'Italia al rispetto dell'art. 11 della Costituzione, e si adoperi finalmente per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si dimetta Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica.

 

8. GIU' LE MANI DALLA COSTITUZIONE

 

Sarebbe folle e criminale permettere a Berlusconi, a Napolitano ed ai loro compari di manomettere la Costituzione della Repubblica Italiana.

Folle e criminale.

Giu' le mani dalla Costituzione.

 

9. RICORDATO DINO FRISULLO A VITERBO

 

Nel decimo anniversario della scomparsa, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha ricordato Dino Frisullo con un incontro commemorativo tenuto il 5 giugno 2013.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni testi dell'indimenticabile attivista antirazzista, pacifista, per i diritti umani e dei popoli.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha rievocato - senza retorica e senza reticenze - la figura di Dino Frisullo sul filo dei ricordi personali, rimembrando episodi che nel ricordo si fanno vieppiu' commoventi, raccontandone tratti di carattere e persuasioni profonde, le iniziative vulcaniche, le scelte fondamentali, la militanza e la generosita' senza limiti.

Anche nel ricordo di Dino Frisullo deve proseguire l'impegno contro il razzismo e contro la guerra, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la liberazione dell'umanita' intera.

Anche nel ricordo di Dino Frisullo la nonviolenza e' in cammino.

*

Dino Frisullo (1952-2003), impegnato nel movimento antirazzista e per i diritti umani, per la pace e la liberazione dei popoli, fondatore delle associazioni "Senzaconfine" e "Azad", per il suo impegno di solidarieta' con il popolo kurdo e' stato detenuto in Turchia. E' deceduto il 5 giugno 2003 nel giorno del suo cinquantunesimo compleanno. Tra le opere di Dino Frisullo: L'utopia incarcerata, L'altritalia, Roma 1998; Se questa e' Europa, Odradek, Roma 1999; postumo e' apparso Sherildan, La citta' del sole, Napoli 2003. Un suo testo epistolare in versi e' apparso nel n. 27 di "Un uomo, un voto" e poi piu' volte ripubblicato ne "La nonviolenza e' in cammino". Alcune testimonianze in ricordo di Dino Frisullo sono nei nn. 577 e 1008 de "La nonviolenza e' in cammino".

 

10. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": PER LA GIORNATA MONDIALE PER L'AMBIENTE

 

Brucia la casa comune dell'umanita' intera.

Quella sottile buccia del pianeta - la biosfera - su cui solo vi e' vita, unica sede dell'intera umanita' la quale umanita' di essa biosfera e' essa stessa parte, sta subendo i sempre piu' enormi ed accelerati effetti distruttivi del selvaggio sfruttamento e del dissennato inquinamento prodotto non genericamente dall'attivita' umana, ma dal modello di sviluppo dominante, dal modo di produzione e riproduzione sociale imposto da poteri economici, politici, ideologici e militari ciechi e rapinatori, ciechi e assassini.

Fermare l'incendio della casa di tutti. Difendere la biosfera e con essa la civilta' umana, l'umana esistenza. Su questo si misura innanzitutto la politica oggi necessaria.

E questa politica oggi necessaria e' la nonviolenza.

Solo la scelta della nonviolenza, ovvero del rispetto e della solidarieta' con l'umanita' intera ed il mondo vivente tutto, puo' salvarci dalla catastrofe.

L'associazione "Respirare" di Viterbo

Viterbo, 5 giugno 2013

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

11. BREVE UNA CICALATA SUI BALLOTTAGGI DEL 9 E 10 GIUGNO, PER UN VOTO ANTIFASCISTA

 

L'essenziale

In varie parti d'Italia il 9 e 10 giugno si vota per il secondo turno delle elezioni comunali, il ballottaggio in cui si fronteggiano solo due candidati a sindaco.

Nella generalita' dei casi uno dei due candidati e' berlusconiano e l'altro no. Ovvero uno e' rappresentativo e complice della destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana; l'altro di solito no.

Di questo occorrera' pur tenere conto. Innanzitutto di questo occorrera' tener conto.

Si prenda l'esempio di Roma: il candidato della coalizione che si oppone al blocco e al progetto eversivo berlusconiano non sara' Giuseppe Garibaldi, non sara' Ernesto Nathan, non sara' Luigi Petroselli, non sara' Rosa Luxemburg, non sara' Virginia Woolf, non sara' Hannah Arendt; ma e' pur sempre il candidato della coalizione che si oppone al blocco e al progetto eversivo berlusconiano, ed una non indegna persona.

Dal modesto punto di vista di chi scrive queste righe l'essenziale e' che ovunque possibile occorre votare contro la destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana.

Ovvero: ovunque possibile occorre votare i candidati che rispettano e si impegnano a difendere la Costituzione, la legalita', la democrazia, e che siano delle persone decenti; non e' molto, ma e' il minimo indispensabile.

Possano queste elezioni amministrative concludersi con una netta sconfitta sia della destra golpista classica che della nuova destra totalitaria; possano gli esiti di queste elezioni amministrative contribuire a contrastare l'involuzione antidemocratica in corso.

Il voto antifascista ai ballottaggi ovviamente non e' una panacea; e tuttavia e' un'azione giusta e necessaria ovunque possibile (ovunque possibile: perche' possono purtroppo darsi anche casi in cui ad esempio il candidato del cosiddetto centrosinistra e' espressione dei vecchi satrapi andreottiani del regime della corruzione e dell'intesa coi poteri criminali, ha infarcito le sue liste di candidati neofascisti, leghisti e berlusconiani, e tra il primo e il secondo turno ha stretto accordi con ulteriori neofascisti e berlusconiani: in questi casi nessuno dei due candidati al ballottaggio puo' essere ragionevolmente votato da una persona decente. E qui chiudiamo questa elefantiaca parentesi).

Il voto antifascista ai ballottaggi - ovunque possibile - e' semplicemente un atto di difesa della legalita' e della democrazia; ovvero, per dirlo in termini concreti ed effettuali: un atto di difesa della vita, della dignita' e dei diritti di coloro che la violenza fascista direttamente quotidianamente colpisce e mutila e schianta.

Questo l'essenziale; il resto e' commento.

*

Il commento

Occorre naturalmente anche fare qualcosa di piu'. E questo qualcosa di piu' proviamo a dirlo in poche parole in forma di tesi.

1. Prendere atto della catastrofe della sinistra in Italia nel corso degli ultimi vent'anni; questa catastrofe e' ormai tragicamente compiuta: il voto delle politiche di febbraio e la gestione golpista di esso da parte di Napolitano in favore di Berlusconi con la complicita' di Grillo e delle sue marionette come della destra incappucciata del Pd (che - per chi non ne fosse informato - non e' il Pds del 1991, ed in cui le residue posizioni di sinistra democratica riformatrice sono ormai esigua minoranza soverchiata dall'immensa palude democristiana o democristianizzata coerede del regime della corruzione e largamente subalterna e talora fin vassalla del berlusconismo) ha confermato quanto a fondo la tabe berlusconiana abbia corroso e corrotto gran parte degli istituti democratici e pressoche' dissolto gran parte dei tessuti e delle risorse civili di questo paese; cosi' come la gestione padronale della crisi economica ha esplicitato con la massima brutalita' la fine del "compromesso socialdemocratico" una volta che le organizzazioni che furono del movimento dei lavoratori hanno progressivamente scelto la via che di cedimento in cedimento porta alla resa senza condizioni.

2. E tuttavia elementi di contraddizione e quindi di resistenza non mancano: paradosso dei paradossi finanche nell'ircocervino governo vi sono almeno alcune ministre ancora nitidamente impegnate in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il fascismo che torna: e che per questo sono quotidianamente aggredite, e che per questo vanno persuasamente sostenute. E negli enti locali e nella macchina amministrativa, nelle strutture del welfare state, persistono, seppur a macchia di leopardo e fortemente contrastate dalle politiche neoliberiste globali, talune buone pratiche democratiche, che poi altro non sono che il frutto della Liberazione e della scelta repubblicana prima, e delle grandi lotte degli anni Sessanta e Settanta poi, cosi' come depositatesi nel corpus legislativo e nella migliore prassi amministrativa del paese. E sotto l'urto della crisi - economica e sociale, ma anche e soprattutto ecologica e sanitaria - resistono e crescono movimenti che se anche non riescono a trovare rappresentanza adeguata nelle istituzioni e talora cadono in abbagli sesquipedali, tuttavia esprimono un bisogno di democrazia e una spinta alla solidarieta' autentici e potenzialmente fecondi.

3. Su decisive questioni tutto e' da ricostruire, da riconquistare, da realizzare: i diritti sociali (casa, lavoro, sapere, salute, assistenza, partecipazione...), le "quattro liberta'" (di parola, di opinione, dal bisogno e dalla paura), la difesa della biosfera, l'opposizione al maschilismo, l'opposizione al razzismo, l'opposizione alla guerra. I tre immortali principi dell'89: liberta' e responsabilita' per il bene comune, uguaglianza di diritti e rispetto della diversita' di ciascuno, fraternita' e sororita' universali; la parola d'ordine del manifesto del '48: una societa' in cui il libero sviluppo di ciascuno e' condizione del libero sviluppo di tutti. Il programma di Giacomo Leopardi e di Virginia Woolf.

4. E solo nel vivo di queste lotte avverra' la ricostruzione della sinistra socialista e libertaria: ovvero della coscienza di classe e della organizzazione di lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi impegnati nella solidarieta' che tutti gli esseri umani raggiunge e l'intero mondo vivente difende, impegnati nella lotta per la liberazione, l'autoriconoscimento e l'autocomprensione dell'umanita' intera.

5. Ma perche' la sinistra possa rinascere occorre che il movimento delle oppresse e degli oppressi adotti senza esitazioni la nonviolenza come cuore pulsante della sua riflessione, della sua organizzazione, della sua azione: la nonviolenza come movimento storico e tradizione esperienziale; come scelta intellettuale, morale e politica; come metodo di analisi, di decisione e di azione; come progetto politico rigorosamente coerente con le grandi tradizioni di liberazione dell'umanita' che hanno raggiunto storicamente una sintesi nella Dichiarazione universale dei diritti umani; la nonviolenza come antibarbarie, anticapitalista ed antitotalitaria, antischiavista ed anticonsumista, come solidarieta' in cammino, come assunzione dell'intero processo della civilta' umana tradotto in universale responsabile accudimento e pienezza di guarentigie estese a tutti gli esseri umani ed a tutto il mondo vivente. In sobria coscienza della comune fragilita' e finitudine.

*

Congedo

L'inizio della lotta che qui ed ora occorre e' contrastare il fascismo vecchio e nuovo, difendere la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, opporsi alla guerra e al razzismo, al maschilismo e all'ecocidio, alla violenza onnidevastatrice dei ricchi e dei potenti, degli sfruttatori e dei rapinatori.

E quindi - si parva licet componere magnis, e passando dall'astratto al concreto nella verifica empirica dei compiti dell'ora - ai ballottaggi, ovunque possibile, occorre votare contro la destra neofascista, filomafiosa, corrotta e corruttrice, dell'eversione dall'alto berlusconiana.

Ne' illusioni, ne' rassegnazione. La nonviolenza e' in cammino.

 

12. CESSI LA PERSECUZIONE DI BRADLEY MANNING

 

Bradley Manning e' il giovane militare statunitense sotto processo con l'imputazione di aver fatto conoscere al mondo, mettendoli a disposizione del sito di informazione "Wikileaks", documenti militari che inequivocabilmente dimostrano la commissione di stragi di esseri umani inermi ed altri gravissimi crimini da parte dell'esercito statunitense.

Per questo dal 2010 Bradley Manning ha subito condizioni detentive inumane che si configurano come vere e proprie torture e sta rischiando di essere condannato alla detenzione a vita.

Dei molteplici doveri di una persona, uno su tutti deve prevalere: il dovere di salvare le vite, il dovere di fedelta' e solidarieta' all'unica umanita' di cui tutti gli esseri umani fanno parte.

La denuncia delle stragi commesse da chicchessia certo non restituisce la vita alle vittime, ma puo' impedire che altre persone siano uccise. Opporsi agli omicidi, ed a maggior ragione ai massacri, e' il primo dovere di ogni essere umano.

Per la sua azione Bradley Manning merita la gratitudine dell'umanita', e quindi del suo stesso paese.

Ci associamo quindi alla richiesta che Bradley Manning sia immediatamente liberato e scagionato da ogni accusa, e gli sia reso pieno onore e merito per aver rifiutato di essere omertoso complice di abominevoli delitti.

 

13. LA NOSTRA RESPONSABILITA' PER BRADLEY MANNING

 

Sono impegnato nel movimento per la pace da circa quarant'anni. In tutti questi anni ho sempre cercato - con la parola e con l'esempio - di persuadere le persone ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per salvare le vite. Lo ho fatto con la piena coscienza che se avessi trovato ascolto, allora avrei ben dovuto sentirmi solidalmente responsabile con chi metteva in pratica quel che proponevo.

Bradley Manning e' un giovane americano che ha oggi venticinque anni, quando era poco piu' che ventenne ha permesso all'umanita' intera di essere informata di alcuni atroci crimini di guerra. Questo giovane coraggioso ha fatto esattamente cio' che io sostengo che si debba fare; e non lo sostengo io solo, lo sostengono le leggi di tutti i paesi civili: chi viene a conoscenza di un delitto ha il dovere di denunciarlo e cosi' cercar di impedire che quel crimine si ripeta.

Non posso quindi non sentirmi responsabile per quanto di buono ha fatto e per quanto di atroce sta subendo Bradley Manning.

Credo che questo mio sentimento sia condiviso da innumerevoli persone - la stragrande maggioranza dell'umanita' - che in tutto il mondo si battono contro la guerra e contro le stragi, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Per aver fatto quello che ad ogni essere umano chiediamo di fare, Bradley Manning in questi ultimi anni ha subito una detenzione in condizioni cosi' disumane da configurarsi come una vera e propria continua tortura, e rischia di restare in carcere fino alla morte.

Per aver fatto quello che ad ogni essere umano chiediamo di fare, Bradley Manning dovrebbe invece essere immediatamente liberato e riconosciuto ed onorato per quello che veramente e': una persona buona, un testimone della dignita' umana.

 

14. SCONFIGGERE LA DESTRA NEOFASCISTA, FILOMAFIOSA, RAZZISTA, ECOCIDA E CORROTTA BERLUSCONIANA AI BALLOTTAGGI

 

Nel voto per i ballottaggi che si terranno domenica e lunedi' in varie citta' italiane il primo e piu' generale criterio di orientamento sia: sconfiggere la destra neofascista, filomafiosa, razzista, ecocida e corrotta berlusconiana.

Ovunque possibile quindi votare per il candidato che si oppone al candidato berlusconiano (ovunque possibile: si possono infatti dare squallidi casi in cui ambedue i candidati siano interni o subalterni al berlusconismo e complici del neofascismo, del potere mafioso, del razzismo, dell'ecocidio, del regime della corruzione).

Non si perda occasione per negare il consenso alla barbarie golpista berlusconiana. Non si perda occasione per opporsi al neofascismo, alla mafia, al razzismo, all'ecocidio, alla corruzione. Non si perda occasione per difendere la Costituzione, la legalita', la democrazia.

Ovunque possibile con lo strumento democratico del voto si affermi l'impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

15. CESSINO LE UCCISIONI. CESSI IMMEDIATAMENTE LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA. SI ADOPERI L'ITALIA PER LA PACE CHE SALVA LE VITE

 

Le agenzie di stampa riferiscono dell'uccisione di un altro soldato italiano in Afghanistan, e del ferimento di altri soldati ancora.

Ogni giorno in Afghanistan le stragi si susseguono alle stragi. Questo orrore deve cessare.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana; e si adoperi l'Italia per la pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione del conflitto, per la fine dell'occupazione militare straniera, per recare soccorsi umanitari e adeguata cooperazione allo sviluppo (che riesca anche a contrastare in modo finalmente adeguato la produzione di papavero da oppio ed i poteri criminali del narcotraffico), per persuadere tutte le parti al dialogo politico facendo cessare il conflitto armato, ed al rispetto ed alla promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

16. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": RIPORTIAMOLI A CASA VIVI. CESSI IMMEDIATAMENTE LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN AFGHANISTAN

 

Da oltre un decennio l'Italia sta partecipando alla guerra in Afghanistan.

Vi sta partecipando illegalmente: poiche' la Costituzione della Repubblica Italiana proibisce esplicitamente al nostro paese di prender parte a un immane, scellerato massacro come quello.

Vi sta partecipando insensatamente: poiche' l'unico modo di costruire la pace e' cessare di fare la guerra; l'unico modo di salvare le vite e' cessare di uccidere. Ed in Afghanistan quello che e' necessario e' appunto recare soccorso alle popolazioni vittime di decenni di guerra, devastazioni e violenze inenarrabili; e per farlo occorre far tacere le armi, impegnarsi per il disarmo e la smilitarizzazione del conflitto, far cessare l'occupazione militare straniera, contrastare con la forza della legalita' e della cooperazione civile internazionale il potere criminale dei narcotrafficanti e dei "signori della guerra", far cessare tutti gli atti di terrorismo da chiunque commessi (stati, organizzazioni, bande, singoli), difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

E si adoperi finalmente, concretamente, adeguatamente, l'Italia per la pace con mezzi di pace.

Riportiamo a casa vivi gli italiani inviati sciaguratamente e follemente in Afghanistan a rischiare di morire e di uccidere in una guerra criminale e insensata.

Non partecipi piu' l'Italia alla guerra assassina.

La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

L'associazione "Respirare" di Viterbo

Viterbo, 9 giugno 2013

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

17. RICORDATI A VITERBO CARLO E NELLO ROSSELLI

 

"GIUSTIZIA E LIBERTA'

PER QUESTO MORIRONO

PER QUESTO VIVONO"

(Piero Calamandrei, Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli)

 

Si e' svolto la mattina di domenica 9 giugno 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Carlo e Nello Rosselli, nell'anniversario della morte dei martiri antifascisti il 9 giugno 1937.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani dal grande saggio politico "Socialismo liberale" di Carlo Rosselli, dal grande saggio storiografico "Mazzini e Bakunin" di Nello Rosselli, ed alcune lettere dall'epistolario tra i fratelli Rosselli e la madre Amelia.

*

Al termine dell'incontro i partecipanti hanno unanimemente rinnovato la richiesta che cessi immediatamente la partecipazione italiana alla illegale e criminale guerra in Afghanistan e la richiesta che siano abrogate tutte le illegali e criminali misure razziste introdotte nell'ordinamento italiano da governi golpisti; che l'Italia torni al rispetto della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista; che l'Italia si adoperi per la pace che salva le vite e per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Nel ricordo dei fratelli Rosselli, nella fedelta' alla lotta dei fratelli Rosselli, continui l'impegno di ogni persona di volonta' buona e di ogni istituzione democratica contro tutte le uccisioni e le persecuzioni; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni persona; per la solidarieta' che unisce l'umanita' intera ed ogni essere umano riconosce, raggiunge, soccorre.

La nonviolenza e' l'antifascismo vivente.

La nonviolenza e' il cammino.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

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Numero 423 dell'8 luglio 2013

 

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