Voci e volti della nonviolenza. 492



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 492 del 7 gennaio 2012

 

In questo numero:

1. Alcuni testi dell'ottobre 2011 (parte seconda)

2. Movimento Nonviolento, Peacelink, Centro di ricerca per la pace di Viterbo: 4 novembre: ogni vittima ha il volto di Abele

3. Dell'indignazione, della dignita'

4. Dall'indignazione alla nonviolenza

5. Solo la nonviolenza

6. Benito D'Ippolito: Noi siamo ancora quelli

7. Innanzitutto salvare le vite

8. Solo con la nonviolenza

9. Germano Zuzzuvanghi: Unire per la pace

10. Nel ricordo e nel nome di tutte le vittime facciamo diventare il 4 novembre una giornata nazionale contro tutte le guerre e tutte le uccisioni

11. Se non ci si batte per salvare le vite

12. Ezzelino Villanzoni: Solo la nonviolenza e' lotta di liberazione degli oppressi

13. Ricciardo Aloisi: Il 4 novembre contro la guerra e il razzismo, perche' ogni vittima ha il volto di Abele

14. Per farla finita con le ingenuita' e le ipocrisie

15. Giovanni Battista Pinto Nosbari: La pace e' possibile, la pace e' necessaria

16. Sei tesi e due postille

17. Dalla parte delle vittime, contro la guerra

18. Enzo Mazzi

19. Antonio Cassese

20. Il 4 novembre la nonviolenza contro la guerra

21. Il 4 novembre contro la guerra

22. Ricciardo Aloisi: Di questo consiste la guerra

23. Luciano Bonfrate: Il quattro novembre dinanzi alla stele

 

1. ALCUNI TESTI DELL'OTTOBRE 2011 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo alcuni testi gia' apparsi su "La nonviolenza e' in cammino" nell'ottobre 2011.

 

2. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK, CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO: 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. DELL'INDIGNAZIONE, DELLA DIGNITA'

 

Per due fatti, prima di ogni altro, occorre indignarsi nel nostro paese: che col passivo consenso del popolo italiano lo stato italiano sta uccidendo esseri umani innocenti, partecipando alle guerre in Afghanistan e in Libia; e che col passivo consenso del popolo italiano lo stato italiano sta perseguitando, rendendo schiavi e facendo morire esseri umani innocenti, con le misure hitleriane del colpo di stato razzista iniziato nel '98 e giunto al suo culmine in questi ultimi anni.

Nella giornata internazionale dell'indignazione del 15 ottobre, in Italia queste dovrebbero essere le prime due ragioni. Per non essere complici della guerra assassina, per non essere complici della persecuzione razzista.

*

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.

Siano abrogate immediatamente tutte le misure del colpo di stato razzista.

Disarmo unilaterale subito, taglio delle spese militari a vantaggio delle spese sociali, riconversione dell'industria bellica a produzioni civili.

Dimissioni immediate del governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. DALL'INDIGNAZIONE ALLA NONVIOLENZA

 

Indignarsi dinanzi ad ogni ingiustizia, ad ogni violenza, e' giusto e necessario.

E qui e adesso soprattutto dinanzi alle due piu' mostruose violenze che lo stato italiano sta commettendo: la guerra terrorista e stragista in Afghanistan e in Libia; la persecuzione razzista dei migranti e dei viaggianti. Violenze assassine.

E' quindi bene manifestare la propria indignazione, e che questa manifestazione sia adeguata, nitida, comprensibile a tutti, orientata al bene di tutti, coerente nei mezzi e nei fini.

Ma l'indignazione non basta: occorre la nonviolenza.

*

Occorre la metodologia della nonviolenza.

Occorre l'epistemologia della nonviolenza.

Occorre la morale della nonviolenza.

Occorre la politica della nonviolenza.

*

Occorre l'azione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo.

Occorre l'azione nonviolenta contro la violenza maschilista e patriarcale.

Occorre l'azione nonviolenta contro la devastazione della biosfera.

Occorre l'azione nonviolenta contro lo sfruttamento economico che opprime e degrada e annienta esseri umani e natura.

*

E questo in primo luogo occorre dire e realizzare oggi.

Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure anomiche e disumane del colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi.

Che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. SOLO LA NONVIOLENZA

 

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. BENITO D'IPPOLITO: NOI SIAMO ANCORA QUELLI

 

Non e' la stessa l'indignazione

di chi vuol mantenere il telefonino, l'automobile,

il frigorifero e la televisione

e il supermercato aperto a tutte le ore

e l'indignazione di chi vuole

che cessino le guerre e che nessuno

piu' muoia di fame o di frustate.

 

Non siamo compagni di lotta

noi che andiamo a piedi

e quelli che viaggiano in aereo.

 

Coloro

che pontificano dalle tivu'

o che per comparire in tivu' sfondano vetri

e che dalla tivu' sono allattati

non sono nostri compagni.

 

Noi siamo ancora per la socializzazione

dei mezzi di produzione, per una societa'

egualitaria, sobria e solidale

per un'umanita'

leggera sulla terra

sapiente di fatica e sofferenza.

 

Noi siamo ancora quelli

della prima Internazionale.

 

Persone amiche della nonviolenza

che il pane condividono, che sanno

che una sola e' l'umanita'

su questa sola terra che e' di tutti.

 

7. INNANZITUTTO SALVARE LE VITE

 

I massacri in Afghanistan e in Libia.

La persecuzione razzista dei migranti.

Anche lo stato italiano sta commettendo questi crimini. Giorno dopo giorno, con metodica ferocia, con meccanica follia. Nell'indifferenza generale.

Esseri umani innocenti ogni giorno subiscono violenze inaudite, esseri umani innocenti ogni giorno vengono uccisi: uccisi anche dallo stato italiano.

Occorre una insurrezione nonviolenta del popolo italiano per salvare le vite di questi esseri umani innocenti; occorre una insurrezione nonviolenta del popolo italiano per far tornare lo stato italiano al rispetto della vita umana, al rispetto della legalita', al rispetto della democrazia, al rispetto della civilta'; occorre una insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa dell'umanita'.

*

Diciamolo ancora una volta per cosa occorre con piu' urgenza lottare con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza; diciamolo ancora una volta cosa occorre al piu' presto ottenere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. SOLO CON LA NONVIOLENZA

 

Solo con la nonviolenza puo' vincere la lotta delle oppresse e degli oppressi per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e per la preservazione della biosfera, casa comune dell'umanita' intera. Solo con la nonviolenza.

 

9. GERMANO ZUZZUVANGHI: UNIRE PER LA PACE

[Germano Zuzzuvanghi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Il 4 novembre in tutta Italia le persone amiche della nonviolenza sfidano il militarismo.

E lo fanno nel ricordo ed in nome delle vittime della guerra, rendendo omaggio a tutte le persone dalla guerra assassinate, giurando sui loro sepolcri l'impegno a impedire altre uccisioni, l'impegno a contrastare tutte le guerre, tutti gli eserciti, tutte le armi.

In questo impegno vi e' bisogno dell'aiuto di tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona. Tutte.

*

Dobbiamo unire nell'impegno contro la guerra tutte le persone e tutte le associazioni e le istituzioni e le tradizioni che siano disposte ad impegnarsi per la pace, ad impegnarsi per il diritto di ogni essere umano alla vita e alla dignita'.

Ciascuna di queste persone a partire dalle sue convinzioni, ciascuna di queste strutture con le proprie caratteristiche, ogni tradizione con il suo volto e la sua vocazione, in un impegno comune fondato sul reciproco rispetto.

L'umanita' e' plurale, la pace e' la convivenza delle differenze.

Dinanzi all'orrore della guerra, dinanzi all'abominio delle uccisioni e delle persecuzioni, dinanzi al concreto rischio di un'escalation bellica che puo' provocare la distruzione della civilta' umana, sono del tutto fuori scala e fuori luogo le polemiche meschine, le rivendicazioni di primogeniture, i cavillosi distinguo, le pretese egemoniche. Diciamolo anzitutto a noi stessi.

Occorre uno sforzo comune: tanto grande e' il pericolo. Nella chiarezza e nella solidarieta': con la scelta della nonviolenza, che e' forza della verita' e compassione operante; con la scelta della nonviolenza, che e' riconoscimento di umanita' e lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le menzogne e le oppressioni, contro tutte le violenze. Occorre uno sforzo comune.

Nell'incontro di tutte le tradizioni filosofiche, religiose, politiche, giuridiche convergenti nel rispetto della vita e della dignita' di tutti gli esseri umani.

*

Nel ricordo ed in nome delle vittime della guerra, qui ed ora impegnamoci affinche' - come e' stato gia' scritto su questo foglio - cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

10. NEL RICORDO E NEL NOME DI TUTTE LE VITTIME FACCIAMO DIVENTARE IL 4 NOVEMBRE UNA GIORNATA NAZIONALE CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTE LE UCCISIONI

 

L'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si svolgera' il 4 novembre 2011 in varie citta' d'Italia - e speriamo che si riesca a realizzarla almeno in tutti i capoluoghi di provincia - si propone due obiettivi, uno immediato e uno di medio periodo.

*

Quello immediato: essendo evidente l'assurdita' che a commemorare le vittime della guerra siano i poteri della guerra responsabili e le strutture della guerra esecutrici che quelle vittime hanno assassinato, ovvero l'ignominia che il carnefice pretenda di abusar del cadavere della sua stessa vittima; con l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" le persone amiche della nonviolenza ricordano le vittime della guerra onorandole con una sincera solidarieta' fondata sulla verita': quegli esseri umani sono stati uccisi, nessun essere umano deve essere ucciso. Con cio' ponendo una questione cruciale, convocando a un dovere ineludibile: l'unico modo per onorare la memoria delle vittime e' far cessare le uccisioni; l'unico modo di rendere omaggio alle persone che la guerra estinse, e' opporsi alla guerra.

Cosicche' questa iniziativa di memoria e' un'iniziativa di immediato impegno morale e civile, educativo e politico: il 4 novembre la nonviolenza che salva le vite si contrappone al militarismo assassino strappandogli la maschera e denunciandone ad un tempo i crimini e la menzogna.

E nel ricordo ed in nome delle vittime la nonviolenza promuove l'opposizione alla guerra e alle uccisioni, a tutte le guerre ed a tutte le uccisioni, cosi' realizzando il compito consegnato all'umanita' fin dal preambolo della Carta delle Nazioni Unite e dall'intera Dichiarazione universale dei diritti umani; cosi' adempiendo il dovere stabilito dai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Questo impegno, qui ed ora, significa cose chiare e concrete, e precisamente: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Nelle silenziose, austere, rigorose commemorazioni delle vittime della guerra che le persone amiche della nonviolenza realizzeranno il 4 novembre vi e' questo appello alle coscienze, questa forza della verita', questo inveramento del principio fondante la civilta' umana: tu non uccidere.

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Nel medio periodo, ripetendo e moltiplicando anno dopo anno le commemorazioni nonviolente, vogliamo togliere il 4 novembre dalle grinfie della menzognera e sciagurata propaganda militarista, nazionalista, sciovinista, e farlo divenire finalmente, questo giorno anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, un giorno di memoria delle vittime, un giorno di lotta contro la guerra, un giorno di impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Come possiamo riuscirci? Semplicemente con la forza dell'esempio, realizzando le nostre commemorazioni nel modo piu' semplice e piu' rigoroso: autentico, veritiero. Ogni persona che ne verra' a conoscenza, e che confrontera' la silente e addolorata commemorazione nonviolenta delle vittime, con il fracasso della tronfia ed ebbra o algida e meccanica idolatria della guerra da parte dei poteri assassini e delle macchine belliche, sapra' cogliere il messaggio.

*

E nel lungo periodo? - chiede il solito quidam de populo.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. SE NON CI SI BATTE PER SALVARE LE VITE

 

Se non ci si oppone alla guerra assassina, per cosa si lotta?

Se non ci si oppone alla persecuzione razzista, per cosa si lotta?

Se non ci si batte per salvare le vite, per cosa si lotta?

*

Insorga il popolo italiano, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro la guerra e contro il colpo di stato razzista.

Insorga il popolo italiano, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Insorga il popolo italiano, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della repubblica democratica.

Insorga il popolo italiano, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la legalita' che salva le vite.

*

Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi.

Che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

Che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. EZZELINO VILLANZONI: SOLO LA NONVIOLENZA E' LOTTA DI LIBERAZIONE DEGLI OPPRESSI

[Ezzelino Villanzoni e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Usciti dal Novecento delle due guerre mondiali e dei totalitarismi genocidi, dovrebbe essere chiaro ad ogni persona ragionevole che la guerra e' sempre nemica dell'umanita', e che solo la nonviolenza e' lotta di liberazione degli oppressi. Lotta adeguata, concreta e coerente contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le oppressioni. Come hanno dimostrato le due maggiori esperienze della nonviolenza nel Novecento: la Resistenza antifascista e il movimento delle donne.

Chi non coglie questo e' ancora subalterno alle mistificazioni diffuse dagli apparati ideologici del potere sfruttatore, devastatore e assassino.

Solo la nonviolenza e' la lotta che realizza quel programma di costruzione di una societa' egualitaria e solidale, in cui a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni e ciascuna persona dia secondo le sue capacita'.

 

13. RICCIARDO ALOISI: IL 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO

 

E' solidale con le vittime della guerra solo chi si oppone alla guerra, solo chi s'impegna a salvare le vite.

Il 4 novembre, anniversario della fine per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, sia giorno di lutto per le vittime di quella e di tutte le guerre, e sia giorno di lotta nonviolenta contro tutte le guerre, le uccisioni, le persecuzioni.

Facciamo cessare l'illegale, criminale, assassina partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.

Facciamo cessare l'illegale, criminale, assassina persecuzione dei migranti da parte dello stato italiano.

Facciamo cessare il mostruoso sperpero delle pubbliche risorse per le armi, le strutture belliche, le azioni omicide.

Facciamo rispettare la Carta delle Nazioni Unite.

Facciamo rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Facciamo rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana.

Pace, diritti umani, disarmo.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

14. PER FARLA FINITA CON LE INGENUITA' E LE IPOCRISIE

 

In Italia oggi due sono le vere questioni cruciali: il crimine della guerra e il crimine del razzismo, due crimini che lo stato italiano sta commettendo provocando la morte, la concreta morte, l'irreversibile morte, di innumerevoli esseri umani. Ed ogni persona decente dovrebbe innanzitutto indignarsi di questo, contro questi massacri dovrebbe innanzitutto lottare. Invece questi crimini godono di un consenso di massa da parte della popolazione nativa italiana, anche in assenza di una effettuale coercizione che a quel consenso la obblighi (come avviene nei regimi totalitari e terroristici nei confronti dell'intera popolazione).

Tutte le azioni politiche che eludono questi due nodi sono effettualmente complici di questi crimini: della guerra assassina, della persecuzione razzista.

Non si difende la democrazia se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non si contrasta la violenza del regime della corruzione se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non ci si oppone alla violenza strutturale del modo di produzione dominante se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non si lotta per la liberazione dell'umanita' se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

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Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi.

Che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

Che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. GIOVANNI BATTISTA PINTO NOSBARI: LA PACE E' POSSIBILE, LA PACE E' NECESSARIA

[Giovanni Battista Pinto Nosbari e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Gli adoratori della morte sostengono che l'umanita' non puo' affrancarsi dalla guerra, la guerra che consistendo dell'uccisione massiva di esseri umani e' il primo nemico dell'umanita'.

Ma la verita' e' che la civilta' umana consiste proprio nella capacita' di gestire i conflitti in modo non distruttivo, e di sostituire all'antagonismo la cooperazione.

E giunti come siamo alla distretta presente, abolire la guerra ed i suoi strumenti (gli eserciti, le armi) e' diventata la prima necessita' dell'umanita' intera.

*

Ernesto Balducci nella straordinaria Introduzione al libro da lui curato con Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, Principato, Milano 1983, che riprendeva una sua relazione a un convegno di "Testimonianze" del 1981, ha parlato delle "tre verita' di Hiroshima": "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.

"La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo.che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.

"La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'"accadimento" funesto generava l'"avvenimento" fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".

Ci sembrano parole definitive.

*

E giustamente la carta programmatica del Movimento Nonviolento dichiara essere "l'opposizione integrale alla guerra" la prima fondamentale sua direttrice d'azione nell'impegno "per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza", impegno volto allo scopo "della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti".

L'opposizione integrale alla guerra ed alle uccisioni di cui essa consiste: primo dovere di ogni persona decente.

Come e' stato tante volte rilevato: o l'umanita' abolira' la guerra, o la guerra abolira' l'umanita'.

 

16. SEI TESI E DUE POSTILLE

 

I. Chi non riesce a vedere il massacro in corso provocato dalla guerra e dal razzismo, e da esso distoglie l'attenzione, del massacro e' complice.

II. Occorre uscire dalla subalternita': chiunque si fa dettare l'agenda politica dai mass-media della societa' dello spettacolo, ovvero dagli apparati ideologici dei poteri dominanti, riprodurra' all'infinito il circuito perverso che impedisce la fuoriuscita dal disordine costituito.

III. Se non si difendono i diritti umani di tutti gli esseri umani, e innanzitutto degli esseri umani che subiscono le piu' gravi violenze -la guerra onnicida, la persecuzione razzista, il maschilismo schiavista e femminicida, la rapina economica che provoca desertificazione e morte per fame -, di quale politica e di quale giure si va cianciando?

IV. La biosfera ha dei limiti. Il meccanismo di base del modo di produzione capitalistico cozza contro di essi. La giustizia sociale, e quindi la concreta difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, e quindi la prosecuzione della civilta' umana, si puo' realizzare soltanto con la scelta di una gestione socializzata della struttura e della sovrastruttura, della sfera della produzione e della riproduzione sociale, gestione socializzata che implichera' non solo una drastica redistribuzione delle ricchezze a beneficio della stragrande maggioranza dell'umanita' oggi esclusa dall'accesso finanche ai beni primari, ma anche una rigorosa difesa della natura vivente, e quindi una decisa rinuncia al consumismo onninquinante ed onnidistruttivo.

V. Ogni persona pensante sa che la lotta di liberazione delle oppresse e degli oppressi o sara' nonviolenta o non sara'.

VI. E quando diciamo che la lotta di liberazione dell'umanita' non potra' che essere nonviolenta intendiamo altresi' dire che essa deve essere femminista, ecologista, socialista e libertaria. Per un'umanita' di persone tutte diverse, e tutte eguali in diritti; un'umanita' fraterna e sororale; un'umanita' che rispetti e si prenda cura dell'unica casa comune che abbiamo, e quindi di tutto il vivente.

*

Postilla prima. Gli insipienti e gli irresponsabili che dicono che la scelta tra violenza e nonviolenza e' questione astratta evidentemente non hanno mai subito violenza, quindi evidentemente sono sempre stati nel campo del privilegio, che e' il campo degli oppressori. Nulla e' piu' atrocemente concreto della violenza. Nulla e' piu' necessario della nonviolenza.

Postilla seconda. E ad uso di tante persone ipnotizzate dai demagoghi di turno vorrei tornare a dire anche questa ovvieta': che la nonviolenza non e' il mero non esercitare la violenza; poiche' il contrario della violenza e' semplicemente la civilta', la dignita', il retto intendere e il responsabile condursi, il civile convivere: ovvero il normale dovere di ogni persona decente. La nonviolenza e' qualcosa di piu': e' la lotta contro la violenza. Chi non coglie questo, non sa di cosa parla.

 

17. DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO LA GUERRA

 

Cessare di uccidere occorre.

Impedire che si uccida.

Riconoscere che una e' l'umanita'.

*

In tutta Italia facciamo del 4 novembre una giornata di memoria e di solidarieta' per tutte le vittime.

In tutta Italia facciamo del 4 novembre una giornata di lutto e di lotta contro la guerra.

*

Solo la nonviolenza si oppone radicalmente alla guerra e alle stragi, alle uccisioni e alle persecuzioni.

Solo la nonviolenza onora pienamente l'umanita' di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza costruisce relazioni degne, responsabili e solidali.

Solo la nonviolenza invera la legalita' che salva le vite.

Solo la nonviolenza si prende cura della biosfera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

18. ENZO MAZZI

 

Un maestro e un compagno.

 

19. ANTONIO CASSESE

 

E' deceduto l'illustre giurista impegnato per i diritti umani.

Grati ne ricordiamo la riflessione e l'impegno.

 

20. IL 4 NOVEMBRE LA NONVIOLENZA CONTRO LA GUERRA

[Riprendiamo il seguente articolo apparso su "Adista segni nuovi" n. 79 del 24 ottobre 2011col titolo "Ricordare le vittime, non la 'vittoria'" (sito: www.adistaonline.it)]

 

Il 4 novembre 1918 per l'Italia fini' la prima guerra mondiale, quell'immensa carneficina che nella storiografia e nella memoria di ogni persona cosciente resta fissata nella lapidaria definizione che ne diede Benedetto XV: una "inutile strage".

Ma per i poteri dominanti in Italia il 4 novembre divenne la festa della vittoria guerriera, della patria in armi, delle forze armate, e come tale e' stata lungamente utilizzata a fini di consenso e di propaganda, delle innocenti vittime facendo ancora uso per nuove vittime innocenti provocare. Ripugnante uso.

Come sempre hanno saputo coloro che in guerra vengono mandati a morire per gli altrui vergognosi interessi, la guerra e' un crimine contro l'umanita'; e il 4 novembre e' quindi non un giorno di festa ma un giorno di lutto, il lutto per tutti gli assassinati dalla Grande guerra, per tutti gli assassinati da tutte le guerre. "4 novembre, non festa ma lutto" e' l'incipit di uno storico manifesto del Movimento Nonviolento che da decenni ha chiarito la situazione e i compiti di ogni persona decente: l'unico modo di ricordare e onorare le vittime delle guerre e' battersi contro le guerre; e battersi contro le guerre implica anche in primo luogo l'impegno per la smilitarizzazione e per il disarmo. Il disarmo vero e immediato: unilaterale; la smilitarizzazione vera, reale: abolendo gli eserciti, cominciando noi, qui, adesso.

E' una proposta concreta, che implica ovviamente altresi' la costruzione degli strumenti adeguati ad una modalita' alternativa di gestione e risoluzione dei conflitti internazionali: e questa alternativa e' costituita, oltre che dalle modalita' consuete del diritto internazionale e della diplomazia, oltre all'espansione pacifica e solidale della democrazia e del rispetto dei diritti umani, oltre alla cooperazione internazionale nella consapevolezza che una e' l'umanita' e una la casa comune di essa - la biosfera -, soprattutto da specifici strumenti e forme organizzative e d'intervento peculiarmente e coerentemente nonviolenti: come i Corpi civili di pace (li propose molti anni fa Alexander Langer al Parlamento Europeo, ma l'Unione Europea ha fin qui disatteso quella profetica indicazione); come la Difesa popolare nonviolenta (presente da anni nella legislazione italiana, ma ancora pressoche' del tutto inapplicata dalle istituzioni anche a livello di mera sperimentazione). Molte esperienze concrete si sono ormai date di gestione e risoluzione nonviolenta dei conflitti, esperienze scaturite perlopiu' dall'azione della societa' civile: occorre che finalmente la nonviolenza diventi legge e la guerra diventi fuorilegge.

Il prossimo 4 novembre la nonviolenza in Italia sfidera' la menzogna e la violenza dominante, l'ideologia e le pratiche del sistema militarista e razzista, per fare del giorno che ricorda le vittime dell'"inutile strage" un giorno di lotta contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni: e' l'unico modo per rendere autentico omaggio alle vittime. Grida il sangue degli uccisi. Le persone amiche della nonviolenza intendono raccogliere quel grido e fare del 4 novembre un giorno di lutto e di lotta.

Dopo la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, dopo la giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, il prossimo 4 novembre in Italia la nonviolenza sfida la guerra promuovendo in molte citta' - e se vi riusciremo, in tutte le citta' italiane - l'iniziatva "Ogni vittima ha il volto di Abele" (riprendendo questa formula di Heinrich Boll). Poiche' "ogni vittima ha il volto di Abele" adoperiamoci per far cessare tutte le guerre, subito.

E mentre mostruosamente lo stato italiano sta partecipando a due scellerate guerre e sta praticando una scellerata persecuzione razzista nei confronti di migranti e viaggianti, sia il 4 novembre un giorno di lotta nonviolenta contro questi due crimini, un giorno di lotta nonviolenta che nel ricordo delle vittime passate impedisca che si continui a mietere nuove vittime.

Un 4 novembre di azione nonviolenta con obiettivi politici precisi e concreti, che per dirlo in poche essenziali parole sono semplicemente questi: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

21. IL 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA

 

Alcune delle piu' rappresentative esperienze del pacifismo italiano - il Movimento Nonviolento, l'Associazione per la pace, Peacelink - hanno copromosso l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" affinche' il 4 novembre in tutte le citta' d'Italia si svolgano iniziative nonviolente di commemorazione delle vittime della guerra, iniziative nonviolente che siano anche espressioni d'impegno affinche' non vi siano altre vittime, ovvero affinche' cessino le guerre - e le uccisioni, le distruzioni e le persecuzioni di cui le guerre consistono.

Un 4 novembre dalla parte delle vittime, dalla parte dell'umanita', contro la guerra assassina e contro gli apparati e gli strumenti della guerra assassina. Quindi un 4 novembre che pone qui e adesso richieste semplici e forti, inequivocabili ed ineludibili: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Il 4 novembre la nonviolenza convoca il popolo italiano al primo dovere di ogni persona decente: il dovere di non uccidere, e quindi il dovere di opporsi alle uccisioni e alle persecuzioni.

Il 4 novembre la nonviolenza convoca il popolo italiano a levarsi in difesa della legalita' che salva le vite.

Il 4 novembre la nonviolenza convoca il popolo italiano ad opporsi alla guerra assassina e al colpo di stato razzista.

Il 4 novembre la nonviolenza convoca il popolo italiano a ripristinare la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana, ad affermare la democrazia e il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ad inverare la civilta' e il diritto opponendosi alla barbarie omicida.

Il 4 novembre, nell'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, nel ricordo e nel nome di tutte le vittime di tutte le guerre.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

 

22. RICCIARDO ALOISI: DI QUESTO CONSISTE LA GUERRA

[Ricciardo Aloisi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Di questo consiste la guerra:

dell'uccisione di esseri umani.

Ed all'uccisione di esseri umani

ogni essere umano ha da opporsi.

 

Di questo consiste la guerra:

immani devastazioni.

Ed e' compito di ogni essere umano

difendere la casa di tutti.

 

Di questo consiste la guerra:

sperpero immenso di risorse sottratte

al bene comune. Ed e' ufficio

di ogni essere umano che la rapina cessi.

 

Di questo consiste la guerra:

semina e bufera di sangue e di odio.

Ed e' dovere di ogni essere umano

resistere al male, recare soccorso, salvare le vite.

 

Di questo consiste la guerra:

morti e feriti, lutto e distruzioni, barbarie.

Ed e' compito dell'umanita' intera

che tutto questo orrore cessi.

 

Di questo consiste la guerra

nemica dell'umanita'.

Deve dunque l'umanita' abolire

la guerra sua prima nemica.

 

Abolire la guerra

abolire gli eserciti

abolire le armi

ogni vittima ha il volto di Abele.

 

Vi e' una sola umanita'

resti umano ogni essere umano.

Ogni essere umano ripudi

la guerra, gli eserciti, le armi.

 

23. LUCIANO BONFRATE: IL QUATTRO NOVEMBRE DINANZI ALLA STELE

[Luciano Bonfrate e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Tutti gli uccisi hanno il volto di Abele

opporsi alla guerra si deve e si puo'.

 

Il quattro novembre dinanzi alla stele

dei poveri morti che guerra ammazzo'

al giuro solenne tu resta fedele:

ad ogni uccisione io mi opporro'.

 

Il quattro novembre nel pianto e nel fiele

a chi dalla guerra mai piu' ritorno'

prometti che al gioco vigliacco e crudele

tu saprai dire sempre di no.

 

Il quattro novembre con fiori e candele

ricorda di vite l'osceno falo'

e lotta a che cessino tali sequele:

gia' troppo la guerra alle genti costo'.

 

Tutti gli uccisi hanno il volto di Abele

salvare le vite si deve e si puo'.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 492 del 7 gennaio 2012

 

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