Voci e volti della nonviolenza. 489



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 489 del 4 gennaio 2012

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del novembre 2011 (parte terza)

2. Luciano Bonfrate: Oggi, fra un anno ed oltre

3. Giobbe Santabarbara: Nel viterbese

4. Il primo e piu' urgente impegno

5. Sui debiti dello stato, qualcosa da fare subito

6. La politica che occorre

7. Per la chiarezza, per la lotta da condurre. Cinque tesi

8. I compiti dell'ora

9. Giobbe Santabarbara: Della politica economica avendo letto quei manoscritti del '44 e quella Vita activa

10. Formare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza, una urgente necessita'

11. Non esistono governi tecnici

12. Ermanno Marcalto: Dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele"

13. Severino Vardacampi: Hic et nunc

14. Quid agendum

15. Nulla e' cosi' urgente

16. Verso il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

17. Questo pensiero, questa lotta

18. Dal femminismo molti doni

19. Il programma del convegno e della festa per i cinquant'anni del Movimento Nonviolento il 20-22 gennaio 2012 a Verona

 

1. ALCUNI TESTI DEL NOVEMBRE 2011 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo alcuni testi gia' apparsi su "La nonviolenza e' in cammino" nel novembre 2011.

 

2. LUCIANO BONFRATE: OGGI, FRA UN ANNO ED OLTRE

 

Ieri

L'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" ha avuto quest'anno un esito notevole, con una straordinaria espansione in tutta Italia; frutto certo anche dell'orrore infine sempre piu' diffuso nella parte cosciente della popolazione italiana per la guerra e il razzismo, per le stragi e le persecuzioni, guerre stragiste e persecuzioni razziste che hanno caratterizzato la politica del governo italiano dell'eversione dall'alto (peraltro con la complicita' della quasi totalita' del parlamento).

Rispetto ad altre precedenti iniziative che in passato restavano subalterne alle celebrazioni militariste del 4 novembre, l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" si e' caratterizzata per aver rotto con quella subalternita' ed essersi posta come nitidamente alternativa, per essersi proposta come progressivamente egemone, per aver realizzato autonome commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre mirando ad integralmente sostituirsi come punto di riferimento per il popolo italiano alle oscene "feste" degli apparati assassini.

E per questo nell'appello che ha promosso l'iniziativa si e' giustamente insistito sul fatto che "Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni... Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".

Ed ancora a ridosso del 4 novembre su questo foglio si e' opportunamente ribadito "di evitare nel modo piu' assoluto di prestarsi a provocazioni o di inscenare pagliacciate. Sconsigliamo nel modo piu' assoluto di presentarsi alle scandalose celebrazioni militari, e soprattutto sconsigliamo di farlo con atteggiamenti che possono dar luogo a fraintendimenti e gazzarre. E sconsigliamo altresi' nel modo piu' assoluto di dar vita a manifestazioni chiassose e istrioniche. Il 4 novembre sia giorno di memoria delle vittime delle guerre, e quindi giorno di lutto per gli assassinati e di lotta perche' cessino gli omicidi - omicidi di cui le guerre consistono. Atteggiamenti esibizionisti non sono ammissibili. Atteggiamenti che possono essere interpretati come provocatori non sono ammissibili. Atteggiamenti frivoli e buffoneschi non sono ammissibili. Proponendo l'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere subalterne alle indecenti celebrazioni militari, ed assumessero su di se' la memoria delle vittime, la solidarieta' con le vittime, e quindi la rivendicazione del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso, e quindi l'impegno ad opporsi con la scelta della nonviolenza a tutte le guerre - ed agli strumenti ed apparati delle guerre: le armi e gli eserciti. Proponendo l'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere marginali ma si percepissero rappresentative dell'intero popolo italiano e quindi assumessero su di se' il dovere civile della memoria delle vittime, il dovere morale e politico di suscitare e condurre l'opposizione alla guerra assassina, il diritto e il dovere di strappare la giornata del 4 novembre - anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale - dalle grinfie dei poteri assassini per farne un momento di verita', un kairos, in cui nella memoria e nel nome delle vittime delle guerre si esprime l'impegno a far cessare le guerre, ad attuare il disarmo, a smilitarizzare i conflitti".

La qualita' delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre realizzate secondo la proposta di "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stata riconosciuta ed apprezzata senza eccezioni: dalle istituzioni come dall'opinione pubblica. Ed e' significativo che rilevanti figure istituzionali abbiano espresso il loro apprezzamento e sostegno all'iniziativa nonviolenta di contro alle militarizzate cerimonie "ufficiali". In questa direzione occorre proseguire: affinche' il 4 novembre in Italia si realizzino solo le iniziative nonviolente di commemorazione di tutti gli esseri umani assassinati e di opposizione a tutte le guerre; e le laide adorazioni della guerra e dei suoi apparati divengano solo un lontano ricordo di un'epoca barbara.

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Oggi

Caratteristica saliente delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre in cui e' consistita l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stata quella di aver formulato nel ricordo e nel nome delle vittime delle guerre un programma di azione politica esplicita ed inequivocabile, concreta ed urgente; lo riproponiamo una volta ancora: "che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".

Questo programma deve trovare prosecuzione ed attuazione nelle lotte da condurre ora, affinche' con la caduta del governo bellicista, razzista e golpista berlusconiano non si dia luogo a una sorta di "berlusconismo dopo Berlusconi", ma si costruisca un'alternativa politica fondata sulla pace, il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera, la realizzazione della democrazia progressiva cosi' come formulata nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Un'alternativa nonviolenta.

Per questo e' fondamentale sostenere le lotte del movimento delle donne contro la violenza maschilista e patriarcale che e' il nucleo del sistema di potere onnidistruttivo; sostenere le lotte in difesa della biosfera, in difesa dei beni comuni; le lotte per il disarmo e la smilitarizzazione; le lotte antirazziste; le lotte per il diritto al lavoro, alla casa, al sapere, alla salute, all'assistenza; le lotte delle classi sfruttate ed oppresse contro la violenza strutturale del "disordine costituito".

E solo la scelta teorica e pratica della nonviolenza puo' guidare queste lotte alla vittoria contro la barbarie. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Il prossimo anno

L'obiettivo da darci per il prossimo anno e' realizzare una sinergia tra la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre e "Ogni vittima ha il volto di Abele" il 4 novembre: in particolare riuscire ad ottenere che sia il 2 ottobre che il 4 novembre si realizzino iniziative nonviolente almeno in tutti i capoluoghi di provincia d'Italia, con le caratteristiche costruttive, di immediato impegno civile e politico nonviolento, che sono state proprie di "Ogni vittima ha il volto di Abele" cosi' come si e' realizzata quest'anno.

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La prospettiva

Ed in una piu' ampia prospettiva l'obiettivo a cui lavorare e' che nel giro di alcuni anni - come e' stato gia' scritto su questo foglio - "si raggiunga una massa critica tale che il 4 novembre cambi di segno e di senso, che le celebrazioni militari siano finalmente percepite per quello che sono: un'oscena adorazione della guerra assassina, e che le commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre - e l'impegno contro la guerra e le stragi che esse esprimono - divengano il punto di riferimento per tutta la popolazione e per le istituzioni democratiche. Ed il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale sia giorno di impegno comune per la fine di tutte le guerre".

Detto in termini ancor piu' sintetici: che sia abolita la "festa" della vittoriosa carneficina, della guerra sola igiene del mondo, degli apparati assassini, del nazionalismo fascista; e che il 4 novembre sia finalmente memoria autentica e addolorata delle vittime della guerra ed impegno sincero e rigoroso per la cessazione delle guerre tutte.

Nell'anniversario della fine della prima guerra mondiale, la testimonianza della volonta' di far finire tutte le guerre. Volonta' che puo' realizzarsi solo con il disarmo e la smilitarizzazione, solo con l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, solo con la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza e' in cammino.

 

3. GIOBBE SANTABARBARA: NEL VITERBESE

 

Nel viterbese quest'anno l'iniziativa delle commemorazioni nonviolente "Ogni vittima ha il volto di Abele", tradizione qui iniziata nel 2002, ha avuto un notevole incremento rispetto agli anni passati.

L'impegno a promuovere l'iniziativa a livello nazionale non solo non ha indebolito l'azione locale, ma l'ha notevolmente corroborata; cosi' come l'ha corroborata la prossimita' temporale con la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, in relazione alla quale nel viterbese vi era stato un vivace lavoro di preparazione e di chiarificazione con diversi incontri promossi dal "Centro di ricerca per la pace" o con la partecipazione di esso.

Nella citta' capoluogo all'abituale commemorazione nonviolenta in piazza del Sacrario del 4 novembre si e' aggiunta quest'anno quella altrettanto intensa presso il cimitero monumentale cittadino il 2 novembre.

Ma soprattutto si e' aggiunta la realizzazione di una intera settimana di iniziative di sensibilizzazione e di approfondimento da domenica 30 ottobre a domenica 6 novembre, con l'alternarsi di incontri di studio e di iniziative pubbliche nei quartieri del centro storico, dell'Ellera, di San Pellegrino, di Santa Barbara.

Ed incontri, iniziative, appelli pubblici sono stati realizzati anche in altri centri della provincia: iniziative di dimensioni volutamente limitate, perche' concentrate, essenziali, rigorose.

Peraltro nell'intero mese che ha preceduto il 4 novembre, a cominciare dalla celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, vi e' stato a Viterbo un quotidiano lavoro di preparazione dell'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", di cui questo foglio e' stato puntuale testimonianza. Tutti gli enti locali del viterbese sono stati ripetutamente contattati; tutti i mass-media costantemente informati del progredire dell'iniziativa; centinaia di persone direttamente coinvolte in una presa di parola e partecipazione autentica ed appassionata.

Ed il prossimo anno vogliamo fare ancora meglio. Ma soprattutto vogliamo che ogni giorno l'impegno contro la guerra e contro le uccisioni continui e si rafforzi: ve ne e' grande, urgente bisogno.

La nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. IL PRIMO E PIU' URGENTE IMPEGNO

 

Opporsi a tutte le uccisioni.

E quindi opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. SUI DEBITI DELLO STATO, QUALCOSA DA FARE SUBITO

 

Altroche' se si puo' intervenire. E proprio con misure urgenti.

1. Cessare subito di partecipare alla guerra.

2. Cessare gli acquisti di nuove armi, ed imporre la cessazione della produzione e del commercio di armi.

3. Ridurre drasticamente le spese militari.

4. Smilitarizzare e mettere a disposizione per usi civili le strutture militari (a cominciare dal patrimonio logistico e abitativo delle caserme semideserte dopo la fine della leva obbligatoria).

5. Avviare la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace.

 

6. LA POLITICA CHE OCCORRE

 

Innanzitutto una politica contro la guerra e contro il razzismo.

Per far cessare la criminale partecipazione dello stato italiano alle guerre in corso e tornare al rispetto della norma costituzionale che ripudia la guerra.

Per metter fine al colpo di stato razzista ed affermare il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.

Per tornare alla legalita' democratica e repubblicana dopo la lunga eversione dall'alto dei governi del ventennio berlusconiano.

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Come abbiamo piu' volte scritto in passato, nell'agenza dell'area antifascista ed antimafiosa che oggi puo' e deve formulare un programma di governo del paese per ricostruire una vita civile sulle macerie provocate dalla barbarie berlusconiana, occorre vi siano i seguenti impegni, non rinunciabili, non rinviabili, non negoziabili:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi e gli eserciti, per le guerre e le stragi;

- che cessi immediatamente la devastazione della biosfera;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.

L'unica politica ragionevole e decente qui ed ora, in Italia ed ovunque, e' la scelta della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. PER LA CHIAREZZA, PER LA LOTTA DA CONDURRE. CINQUE TESI

 

I. La caduta del governo Berlusconi non e' la fine del berlusconismo.

II. Non solo: in Italia, in questi due decenni successivi al crollo dell'Urss, si e' berlusconizzato pressoche' l'intero ceto politico e l'intero panorama delle "macchine politiche" (e dei cosiddetti "movimenti" al seguito). Dal punto di osservazione di chi scrive queste righe ben poche differenze sostanziali vi sono su questioni decisive tra Berlusconi e coloro che in tv o nel web (dai media cosiddetti mainstream e da quelli pretesamente alternativi del machiavellismo degli stenterelli) vengono presentati come suoi avversari, in realta' quasi sempre del tutto interni al suo universo di discorso, alla sua ideologia, alla sua pratica, al suo blocco storico.

III. La caduta del governo non e' stata determinata dalla crisi economica o dalla speculazione finanziaria, ma dalla progressiva defezione di gruppi di berlusconiani in parlamento, guidati da caporioni non meno corrotti, neofascisti, razzisti o filomafiosi dei loro compari restati nelle stalle di Arcore.

IV. Cio' per cui soprattutto occorreva battersi contro il governo Berlusconi non era cio' di cui parlano i ricchi e parimenti famelici borghesi che ne condividono pienamente l'ideologia e la pratica avendo tuttavia l'accortezza dell'ipocrisia. Cio' per cui soprattutto occorreva battersi contro il governo Berlusconi e' stata la sua politica omicida: che si e' concretizzata in primo luogo nella guerra assassina e nella persecuzione razzista.

La lotta - la lotta consapevolmente e concretamente nonviolenta - contro gli omicidi dei quali e' consistita l'effettuale illegale politica guerriera e razzista dei governi italiani del ventennio berlusconiano, ebbene, questa lotta nonviolenta per il diritto alla vita di tutti gli esseri umani in pochi l'abbiamo condotta, quei pochi che l'abbiamo condotta anche quando lungo questo infame ventennio al governo c'era il cosiddetto centrosinistra, la cui subalternita' e complicita' con le scellerate scelte della guerra e del razzismo ha reso i suoi dirigenti nazionali tragicamente correi di quei crimini imprescrittibili, di quell'eversione dall'alto, di quelle uccisioni e persecuzioni.

V. Ergo la lotta consapevolmente e concretamente nonviolenta per salvare le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; la lotta per la pace che salva le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; la lotta per la legalita' che salva le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; la lotta per la democrazia che salva le vite, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, ebbene, questa lotta consapevolmente e concretamente nonviolenta e' il nostro odierno fondamentale programma. Che e' poi il nostro programma fondamentale di sempre, dalla conferenza di Zimmerwald del 1915 alla fondazione della prima Internazionale a Londra nel 1864.

E quindi concretamente, qui ed ora, i primari immediati obiettivi della nostra lotta sono:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi e gli eserciti, per le guerre e le stragi;

- che cessi immediatamente la devastazione della biosfera;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

L'unica politica ragionevole e decente qui ed ora, in Italia ed ovunque, e' la scelta della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. I COMPITI DELL'ORA

 

Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi e gli eserciti, per le guerre e le stragi.

Che cessi immediatamente la devastazione della biosfera.

Che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

9. GIOBBE SANTABARBARA: DELLA POLITICA ECONOMICA AVENDO LETTO QUEI MANOSCRITTI DEL '44 E QUELLA VITA ACTIVA

 

Nessuna politica economica centrata sulla crescita del prodotto e del profitto puo' piu' essere buona.

Poiche' quello che e' ormai assolutamente necessario all'umanita' e al pianeta e' produrre di meno, consumare di meno, condividere di piu', recuperare e riciclare, difendere i beni comuni, proteggere la biosfera.

Ovviamente la riduzione dei consumi non riguarda chi vive in poverta', ma chi vive nella ricchezza e nello spreco.

Ovviamente la condivisione comprende tutti gli esseri umani viventi e venturi.

Zoon politikon questo significa: riconoscenza per l'umanita' intera, amore al mondo, responsabilita' per l'altro, solidarieta'.

O l'organizzazione dell'umanita' da predatrice si fa accudente, da guerriera si fa cooperativa, da patriarcale si fa materna, o la civilta' umana non avra' scampo.

 

10. FORMARE LE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLA NONVIOLENZA, UNA URGENTE NECESSITA'

 

Riproponiamo di seguito ancora una volta alcuni testi del 2000-2001 di presentazione e a sostegno della proposta della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.

Scrivevamo ancora una volta alcuni mesi fa che la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza e' una urgente necessita'.

E proseguivamo: "Nel 2001 promuovemmo una iniziativa a tal fine che mise capo a una proposta di legge di cui fu primo firmatario l'allora senatore Achille Occhetto ed ottenne il sostegno di decine di parlamentari di pressoche' tutte le forze politiche. Quella iniziativa e' purtroppo restata lettera morta. E sebbene ripetutamente nel corso degli anni non solo il 'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo ma anche altri abbiano espresso persuasi appelli a tal fine, e in alcune realta' locali vi siano stati corsi formativi sperimentali dai risultati assai positivi, ancora oggi ci troviamo in questa assurda e drammatica situazione: che proprio le persone che per i propri pubblici compiti si trovano a dover fronteggiare situazioni conflittuali particolarmente critiche e complesse, nel loro curriculum formativo non siano state dotate delle risorse che in talune di quelle situazioni potrebbero essere efficaci e decisive: le risorse della nonviolenza; le risorse operative ed ermeneutiche, comunicative e metodologiche, tecnico-pratiche ma anche etico-teoretiche della nonviolenza. Anche alla luce di accadimenti recenti... ci sembra doveroso avanzare nuovamente quella richiesta, quella proposta: la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza".

Ci sembra necessario riprendere quell'iniziativa.

 

11. NON ESISTONO GOVERNI TECNICI

 

I. Non esistono governi tecnici, esistono solo governi politici. I "tecnici" sono sempre e solo al servizio della classe dominante (che hic et nunc e' il soggetto rapinatore che ha provocato la crisi sistemica attuale).

II. Non esistono figure "al di sopra delle parti". Si e' sempre da e di una qualche parte; chi pretende essere al di sopra delle parti in conflitto, nella migliore delle ipotesi e' al di sotto di esse, e quindi rassegnato al servizio della parte dominante.

III. Non esiste amministrazione senza politica. Politica e' il modo di vivere degli esseri umani.

IV. La nonviolenza e' la lotta dell'umanita' affinche' ad ogni essere umano sia riconosciuto il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. La nonviolenza e' la lotta dell'umanita' affinche' la biosfera non venga irreversibilmente devastata. La nonviolenza e' la lotta dell'umanita' per l'inveramento delle premesse e delle promesse della sapienza antica e del costituzionalismo moderno. La nonviolenza e' la lotta dell'umanita' per l'uscita dallo stato di minorita' che deve imputare soltanto a se stessa.

V. La nonviolenza e' l'alternativa politica, economica, sociale, culturale necessaria.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. ERMANNO MARCALTO: DELL'INIZIATIVA NONVIOLENTA "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Ermanno Marcalto e' un vecchio amico di questo foglio]

 

Dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" queste mi sembrano essere state le cose in assoluto piu' apprezzabili.

1. Che in questa occasione la nonviolenza e' uscita dalla subalternita' e dalla marginalita': ovvero che le persone amiche della nonviolenza hanno cessato di rassegnatamente, ambiguamente o provocatoriamente presenziare alle oscene manifestazioni egemonizzate dai poteri militari assassini ed hanno organizzato proprie commemorazioni nonviolente delle vittime della guerra: commemorazioni nonviolente che sono state anche testimonianze di impegno attuale contro la guerra, gli eserciti, le armi; commemorazioni nonviolente che hanno costituito una alternativa ricostruttiva della memoria e coerente con il dettato costituzionale; commemorazioni nonviolente che devono nel tempo divenire le sole ammesse, con l'abolizione delle scellerate celebrazioni degli apparati assassini.

Nel ricordo e nel nome delle vittime della guerra, nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", il 4 novembre divenga il giorno in cui, nell'anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, si affermi il diritto di ogni essere umano di opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni; si affermi il dovere di ogni istituzione democratica di rispettare e difendere il diritto alla vita di ogni essere umano.

Con l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" la nonviolenza si e' posta e proposta come punto di riferimento per l'intera popolazione italiana e per tutte le istituzioni democratiche.

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2. Che si e' esplicitato un programma nonviolento di azione con obiettivi chiari e immediati:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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3. Che intorno a questa iniziativa e a questo programma immediato si sia cominciato a concretamente riaggregare una capacita' di iniziativa per la pace, una capacita' che il 4 novembre 2011 si e' manifestata in molte citta' d'Italia in modo nitido e intransigente. Una capacita' di azione nonviolenta libera finalmente da ingenuita', puerilita', subalternita'. Una capacita' di azione nonviolenta che vuole suscitare e guidare la lotta di liberazione da condurre nel nostro paese per la pace che salva le vite, per la legalita' che salva le vite, per la democrazia che salva le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

 

13. SEVERINO VARDACAMPI: HIC ET NUNC

 

La fine del governo Berlusconi e' comunque un sollievo.

Sapere che la banda criminale e golpista della guerra assassina e della persecuzione razzista, del regime della corruzione e della contiguita' coi poteri criminali, del patriarcato e del neofascismo, del consumismo desertificatore e dell'universal mercimonio, ebbene, sapere che questa banda criminale e golpista e' stata privata del controllo delle leve di governo dello stato, e' finalmente una buona notizia.

Ma questa fine non si e' data in modo limpido, al contrario; ed e' tutt'altro che irreversibile.

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Il governo appena costituito ha un programma palesemente antipopolare, da comitato d'affari dei poteri dominanti del capitale finanziario, ovvero del soggetto sociale, e quindi politico, primo responsabile della crisi economica globale, che e' crisi del modo di produzione capitalistico nell'epoca della dispiegata globalizzazione. Chi ha letto il filosofo di Treviri vede avverarsi quelle previsioni, e sa che in assenza di una presa di coscienza e di un impegno autonomo del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa della natura si va verso una immane tragedia.

*

Che l'attuale governo possa ripristinare alcuni elementi di legalita' e' una ragionevole speranza.

Che possa contrastare la violenza dei poteri dominanti e' una pia illusione.

Si tratta dunque, per le persone amiche della nonviolenza, di proseguire la lotta per la pace e la giustizia sociale, per la legalita' che salva le vite, per la responsabile solidarieta' che include tutti gli esseri umani e la biosfera.

La lotta continua.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. QUID AGENDUM

 

L'opposizione alla guerra assassina, ai suoi strumenti, ai suoi apparati.

L'opposizione alla persecuzione razzista che continua.

La difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

La difesa della biosfera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. NULLA E' COSI' URGENTE

 

Nulla e' cosi' urgente come opporsi alla guerra assassina.

Nulla e' cosi' urgente come opporsi alla persecuzione razzista.

 

16. VERSO IL 25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

Se non si lotta contro la violenza maschilista e patriarcale, non vi e' speranza per l'umanita'.

 

17. QUESTO PENSIERO, QUESTA LOTTA

[Riproponiamo il seguente testo apparso alcuni mesi fa sul nostro foglio]

 

Il femminismo e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.

Il femminismo e' la corrente calda della nonviolenza.

Il femminismo e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.

 

18. DAL FEMMINISMO MOLTI DONI

[Riproponiamo il seguente testo apparso alcuni mesi fa sul nostro foglio]

 

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.

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Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.

Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.

Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.

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E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.

Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.

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Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.

In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

 

19. INIZIATIVE. IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO E DELLA FESTA PER I CINQUANT'ANNI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO IL 20-22 GENNAIO 2012 A VERONA

[Riproponiamo il seguente invito dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

 

Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini, compie 50 anni.

La festa di compleanno si terra' nei giorni 20-21-22 gennaio 2012 a Verona, al Teatro Camploy (zona Porta Vescovo).

Ci saranno ospiti, iniziative, mostre, cibo, musica, letture, film, riflessioni e proposte per fare memoria dei 50 anni passati e per iniziare insieme una nuova stagione. Sara' festa per tutti. Celebreremo il passato e organizzeremo il futuro.

Sono invitate tutte le persone, le associazioni, i gruppi, i movimenti dei piu' diversi ambienti culturali, politici, artistici, religiosi, intellettuali, e comunque tesi verso l'orizzonte nonviolento, che in questi cinque decenni hanno conosciuto, collaborato, condiviso, sostenuto il nostro Movimento e gli vogliono bene.

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Programma (provvisorio)

Venerdi' 20 gennaio 2012

Ore 21, Spettacolo/concerto, con Magical Mystery Orchestra (con archi, fiati e attore). Qualita', classicita', poetica. Le canzoni che i Beatles non hanno mai eseguito dal vivo: un'orchestra di 12 elementi con una musicalita' propria, realizza una personale interpretazione che unisce all'estremo rigore filologico una vena compositiva essenziale, attenta alla logica e allo spirito dei brani e dell'epoca in cui furono concepiti. Cinquant'anni di musica vitale.

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Sabato 21 gennaio

Ore 10, Convegno "50 anni di nonviolenza".

Goffredo Fofi: "Il contesto culturale e politico nel quale e' nato il Movimento Nonviolento".

Gianni Sofri: "L'influenza del pensiero di Gandhi nel Movimento Nonviolento di Aldo Capitini".

Daniele Lugli: "Il Movimento Nonviolento alla prova della visione di Capitini e delle sfide di oggi".

Interventi di "auguri" da parte di ospiti e amici.

Ore 15, Film "In marcia - Elementi di un'esperienza nonviolenta" di Roberto Rossi e Roberta Mani.

Presentazione dell'Archivio storico del Movimento Nonviolento, a cura di Andrea Maori.

Vignette, disegni, illustrazioni, fumetti, immagini, satira... in diretta con Mauro Biani

Interventi di "auguri" da parte di amiche e amici della nonviolenza: I sessione, L'obiezione; II sessione, L'ecologia; III sessione, L'apertura; IV sessione, L'omnicrazia.

"E se la patria chiama...": Dalla Marcia del '61 ad oggi, conversazione in musica con Fausto Amodei, padre italiano della canzone civile, satirica, antimilitarista. Conduce Enrico de Angelis.

Degustazione con i tre vini nonviolenti (Nebbiolo, Botticino, Cesanese), alla presenza dei produttori Beppe Marasso, Adriano Moratto, Mariano Mampieri.

Buffet aperi/cena.

Ore 21, Mille papaveri rossi. La pace nella canzone italiana.

Reading-concerto curato e condotto da Enrico de Angelis. Cantano Raffaella Benetti, Giuliana Bergamaschi, Claudia Bidoli, Grazia De Marchi, Laura Facci, Deborah Kooperman, Veronica Marchi, Ilaria Peretti, Alice Ronzani, Terry Veronesi. Suonano Enrico Breanza, Marco Pasetto, Gianni Sabbioni. Arrangiamenti di Enrico Breanza, Marco Pasetto, Enrico Terragnoli. Letture di Sandra Ceriani.

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Domenica 22 gennaio

Ore 9,30, "Il programma costruttivo".

Le reti alle quali il Movimento Nonviolento partecipa: Rete Ipri - Corpi Civili di Pace, Rete Disarmo, Campagna No F-35, Comitato italiano per una cultura di pace e nonviolenza, Movimento No Tav, Servizio Civile.

Ore 13, Conclusione: proposta di una campagna comune per il disarmo e contro le spese militari.

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Informazioni logistiche

Puoi contribuire alla buona riuscita della festa/convegno partecipando e facendo circolare la notizia.

Il miglior regalo per il festeggiato cinquantenne sara' la tua partecipazione personale alla festa.

Se vuoi, puoi anche contribuire alle molte spese sostenute per quest'iniziativa, con un contributo di sostegno (graditissimo) fiscalmente detraibile, sul conto corrente postale n.18745455 intestato a Movimento Nonviolento o bonifico bancario con codice Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455.

Il Teatro Camploy si trova a 500 metri dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Vescovo.

Sul sito del Movimento Nonviolento le indicazioni per mangiare e dormire nelle vicinanze a prezzi contenuti.

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Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, sito: www.nonviolenti.org

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 489 del 4 gennaio 2012

 

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