Voci e volti della nonviolenza. 463



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 463 del 5 dicembre 2011

 

In questo numero:

Lettera appello del comitato nazionale "Se non ora quando?" per la mobilitazione dell'11 dicembre

 

INIZIATIVE. LETTERA APPELLO DEL COMITATO NAZIONALE "SE NON ORA QUANDO?" PER LA MOBILITAZIONE DELL'11 DICEMBRE

[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

 

Care donne che eravate in piazza con noi il 13 febbraio, a rivendicare dignita' e rispetto, care tutte le altre, italiane per nascita o per scelta.

Care donne che non hanno perso il coraggio, la voglia di esserci, il progetto di contare, la speranza di uscire da questi anni di fango.

Care donne singolari e plurali, diverse l'una dall'altra, sorelle compagne amiche, figlie e madri, siamo di nuovo qui, tutte unite, perche' tutte unite siamo una forza e con "una forza" e' ora che facciano i conti. Tutti.

Siamo una forza, per quante siamo e per come siamo.

Siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilita', liberta' e senso del dovere.

Siamo quelle che il diritto di essere cittadine se lo guadagnano giorno per giorno sulle barricate della vita quotidiana.

Non c'e' da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine.

In questo passaggio difficile non possiamo tirarci indietro, perche' non puo' tirarsi indietro chi regge questo paese sulle proprie spalle.

Le donne non possono mancare per ridare all'Italia la dignita' che ha perso, per ridarle credibilita', nel mondo, in Europa. Perche' vogliamo restare in Europa e lavorare per un suo reale governo politico. Ma soprattutto non possono mancare per una politica che sia radicata alle necessita' vere di donne e uomini.

Democrazia vuol dire donne e uomini insieme al governo, capaci di far parlare le loro vite diverse.

E anche cosi' dovranno essere democratiche le aziende, le banche, le istituzioni, le fondazioni, le universita'. Tutto.

E che nessuno ci venga a dire che questo non e' il momento.

Per anni abbiamo votato una rappresentanza irregolare, composta da una maggioranza schiacciante di uomini. Abbiamo votato in cambio di niente, infatti questo paese non ci somiglia, non ci racconta. Ma adesso basta.

Adesso, attenti: una donna un voto. Quando chiederanno il nostro voto non lo daremo piu' ne' per simpatia, ne' per ideologia, ma solo su programmi concreti e sulla certezza dell'impegno di 50% di donne al Governo. Il 50% non e' quota rosa, non serve a tutelare le donne, serve a contenere la presenza degli uomini, non e' un fine, ma solo un mezzo per rendere il paese piu' vivibile ed equilibrato, piu' onesto, piu' vero.

I partiti indifferenti perderanno il nostro voto.

E voi uomini, che ci siete stati amici, che ci avete seguiti nelle piazze del 13 febbraio, credetelo: la nostra forza e' anche la vostra. E' per un bene comune che stiamo lottando. Un Paese senza la voce delle donne e' un paese che va a finir male, verso una societa' triste e lenta, ingiusta, immobile, volgare e bugiarda.

Bisogni e desideri delle donne possono gia' essere un buon programma di governo. Sappiamo piu' degli uomini quanto oggi sia difficile vivere, difficile lavorare, mettere al mondo figli, educare, difficile essere giovani, difficile essere vecchi. Le nostre competenze non le abbiamo guadagnate solo sui libri, ma anche dalla faticosa e spesso terribile bellezza della vita delle donne.

La nostra storia ci insegna che non serve lamentarsi. Non ci basta piu' quella specie di societa' equilibrista e funambola che abbiamo inventato, in completa assenza dello Stato, per poter vivere decentemente e far vivere decentemente.

La societa' civile e' piu' donne che uomini.

E' ora di cambiare, cittadine!

L'11 dicembre 2011, in tutte le citta' d'Italia.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 463 del 5 dicembre 2011

 

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