Telegrammi. 740



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 740 del 15 novembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Giobbe Santabarbara: Della politica economica avendo letto quei
manoscritti del '44 e quella Vita activa
2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la
pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per
il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele
3. Antonio Bianciardi: Per il valore sacro della vita
4. Osvaldo Ercoli: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
5. Il 4 novembre per la pace (2003)
6. Un altro 4 novembre, non ipocrita e non subalterno (2003)
7. Ogni vittima ha il volto di Abele (2003)
8. Un quattro novembre dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre (2003)
9. Il 4 novembre a Viterbo (2003)
10. 4 novembre: uscire dalla subalternita' al potere militare (2003)
11. Il 4 novembre a Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele" (2003)
12. Mai piu' guerre (2003)
13. Da Viterbo un quattro novembre per la pace e la nonviolenza (2003)
14. Il 14 novembre si e' svolto un incontro di studio a Viterbo
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: DELLA POLITICA ECONOMICA AVENDO
LETTO QUEI MANOSCRITTI DEL '44 E QUELLA VITA ACTIVA

Nessuna politica economica centrata sulla crescita del prodotto e del
profitto puo' piu' essere buona.
Poiche' quello che e' ormai assolutamente necessario all'umanita' e al
pianeta e' produrre di meno, consumare di meno, condividere di piu',
recuperare e riciclare, difendere i beni comuni, proteggere la
biosfera.
Ovviamente la riduzione dei consumi non riguarda chi vive in poverta',
ma chi vive nella ricchezza e nello spreco.
Ovviamente la condivisione comprende tutti gli esseri umani viventi e venturi.
Zoon politikon questo significa: riconoscenza per l'umanita' intera,
amore al mondo, responsabilita' per l'altro, solidarieta'.
O l'organizzazione dell'umanita' da predatrice si fa accudente, da
guerriera si fa cooperativa, da patriarcale si fa materna, o la
civilta' umana non avra' scampo.

2. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO,
DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA
PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI
ABELE
[Riproponiamo il seguente appello, che valga anche per il prossimo anno]

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni
vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia
commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre,
commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre
e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage"
della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri
assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui
nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri
umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non
ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
*
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile
devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad
equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo
ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti
o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime
della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere
le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente
distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri
che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne:
depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle
vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso
silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e
proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente
perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle
vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire
e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo
impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi.
Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria
delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il
diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di
ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le
vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri
umani.
*
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere
questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax:
0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Associazione per la pace
per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org
Peacelink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

3. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ANTONIO BIANCIARDI:
PER IL VALORE SACRO DELLA VITA
[Ringraziamo Antonio Bianciardi (per contatti:
Antonio.Bianciardi1 at banca.mps.it) per questo intervento.
"... ho firmato piu' volte petizioni contro tutte le guerre, degli
anni passati e dei nostri giorni. Non sono un militante attivo
nonviolento e non ho mai partecipato alla marcia della pace
Perugia-Assisi, anche se vedo con simpatia tutti coloro che vi
partecipano e che la portano avanti da lungo tempo. Ho un passato da
militante del "Manifesto", di cui credo di essere uno dei piu' vecchi
abbonati e affezionati lettori, dato che ho partecipato alla
sottoscrizione per farlo nascere, nel lontano 1972, e non ne ho perso
una copia in tutti questi anni. Lavoro dal 1979 in una banca senese e
l'unico impegno "pubblico" che ho da un po' di anni a questa parte e'
la partecipazione, con la mia compagna ed altri poeti, al "Laboratorio
del Sonetto", dove (con lo pseudonimo di Civettone) scrivo, anche se
non troppo assiduamente, versi sull'attualita' politica italiana e, a
volte,  anche di quella internazionale, e quindi della violenza e
delle guerre"]

"Dormi sepolto in un campo di grano..."
Cosi' cantava un grande del passato,
parlando della morte di un soldato,
e ricordava il dramma disumano

di una guerra e di ogni caso umano,
delle stragi che si e' dimenticato,
dei lutti di cui il mondo s'e' macchiato,
in nome della Bibbia o del Corano...

E' ora che la gente pacifista
prenda per mano questo mondo infame,
invada strade e piazze, scenda in pista,

urli e combatta, resti sempre unita,
contro la guerra e contro la fame,
per il valore sacro della vita!

4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. OSVALDO ERCOLI: "OGNI
VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
[Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti:
osvaldo.ercoli at fastwebnet.it) per questo intervento.
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi,
gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato,
nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per
unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita'
morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo
sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al
mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto
aereo. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area
archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione]

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo anche quest'anno ha
promosso l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa
che si svolge dal 4 novembre del 2002 ed intende commemorare le
vittime di tutte le guerre con quell'impegno civile e politico che
stimola a risvegliare l'umanita' intera, e ricordare ad essa che ogni
guerra e' un'"inutile strage", e che e' un dovere di tutti finalizzare
il nostro operare ad una lotta senza tregua e senza timori contro
uccisioni e persecuzioni.
Reputiamo quindi che la voce della nonviolenza si levi piu' forte e
piu' chiara non solo per il 4 novembre ma per tutte le manifestazioni
pubbliche come quella del 2 giugno "festa della Repubblica" che viene
oscurata ed offesa da una immonda ed offensiva sfilata di armi tra le
piu' sofisticate, da fare invidia al dittatore piu' crudele sulla
faccia della terra.
Il 4 novembre non deve piu' continuare ad essere l'iniquo monopolio
delle gerarchie militari per una falsa retorica patriottica, ne'
lasciato alle loro menzogne, ne' alla loro propaganda necrofila intesa
far prevalere la finzione che la guerra e' bella e che le vittime
debbono essere contente di essere state trucidate.
Leggo con piacere che l'apprezzamento ed il sostegno all'iniziativa
"Ogni vittima ha il volto di Abele" e' cresciuto, particolarmente tra
i pubblici amministratori di enti locali, quali Comuni, Province,
Regioni. Evento questo beneaugurante in prospettiva per le
commemorazioni nonviolente che potranno sostituire quelle ufficiali
che allo stato attuale sono ancora scelleratamente e stoltamente
belliciste.

5. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE PER LA PACE (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 717 del 30 ottobre 2003.
"Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del
'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra
intenzione riproporre ed estendere l'iniziativa quest'anno"]

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
Abbiamo promosso l'idea che il 4 novembre in tutta Italia si
realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le
guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone
impegnate per la pace e la nonviolenza.
Cerimonie semplici e silenziose, di cordoglio sincero, di profonda
austerita' e di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della
dignita' umana di tutti gli esseri umani. Di solidarieta'
dell'umanita' intera contro la violenza e la morte. Di opposizione
alla guerra e ai suoi apparati.
Un 4 novembre che nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia
anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro
tutte le violenze e contro tutti gli strumenti di morte.
Un 4 novembre che non deve piu' essere strumentalizzato dai comandi
militari che con il loro lavorare per la guerra e inneggiare alla
guerra irridono oscenamente le vittime delle guerre; ma divenire
giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai
piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, affinche'
mai piu' si facciano guerre.
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

6. MEMORIA. UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE, NON IPOCRITA E NON SUBALTERNO (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 717 del 30 ottobre 2003]

Ricorrendo il 4 novembre l'anniversario della fine dell'"inutile
strage" della prima guerra mondiale, varie persone impegnate per la
pace - ed anche amici carissimi da cui tanto abbiamo imparato -
pensano di doversi presentare in sparutissimi gruppi alle celebrazioni
militari per dare volantini, inalberare cartelli, sventolar vessilli
arcobaleno, esporsi al rischio di esser pretesto e scaturigine di
indecenti schiamazzi in una situazione in cui si fa memoria di
innumerevoli vittime, ed a tutti e' richiesta quindi la massima
compostezza.
E' un errore, un errore di subalternita'.
Poiche' quale e' il messaggio che ne deduce chi osserva (poiche'
quando si manifesta, si manifesta affinche' altri veda e pensi)? Che i
pacifisti guastano le altrui cerimonie (e una cerimonia di
commemorazione di caduti), che i pacifisti sono quattro gatti
consapevoli di esserlo, che i pacifisti non sanno rispettare la
dignita' altrui e la serieta' delle occasioni solenni; nella migliore
delle ipotesi: che i pacifisti sono quella minimissima minoranza in
cerca di pubblicita' che approfitta delle iniziative altrui e vi si
scava la sua nicchia, e che purche' non disturbi il manovratore e si
limiti a far colore sulla piazza viene paternalisticamente recuperata
e quindi neutralizzata.
Non e' questo il messaggio da dare.
Il messaggio da dare e' che il 4 novembre deve esere ricordo delle
vittime della guerra, e questo ricordo non puo' essere affidato a
quelle strutture che quelle vittime hanno assassinato: gli eserciti
tutti.
Il messaggio da dare e' che i pacifisti non sono affatto una minoranza
di guastafeste o di anime belle confuse; bensi' consapevoli portatori
di valori che la stessa Costituzione italiana afferma, e
rappresentativi della volonta' di vita e dialogo dell'intera umanita'.
Sono i poteri militari ad essere l'arcaico inaccettabile residuo di
una troppo lunga epoca di barbarie che avrebbe dovuto essere finita
per sempre sotto il lampo sinistro dell'orrore assoluto di Hiroshima.
*
Di qui l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" che a Viterbo
abbiamo gia' realizzato lo scorso anno e quest'anno ripeteremo.
Noi ricorderemo le vittime della guerra, noi renderemo loro omaggio il
4 novembre in silenzio e austerita', con una nostra cerimonia di
deposizione di un omaggio floreale dinanzi al loro sacrario, in
assoluto silenzio, in orario diverso e lontano da quello dell'ipocrita
rumorosa sagra degli eserciti assassini.
Questo significa la nostra posizione ed iniziativa nonviolenta: che
non gli eserciti assassini hanno diritto a render omaggio alle loro
vittime, ma chi alle guerre si oppone e quelle vite avrebbe voluto
salvare; che solo chi e' costruttore di pace e si batte affinche' mai
piu' si diano guerre puo' ricordare le vittime delle guerre senza
offenderle ancora. E nel ricordo delle vittime delle guerre
corroborare un impegno di pace e di nonviolenza.
*
Noi pensiamo che perseverando in questa azione rigorosamente
nonviolenta anno dopo anno riusciremo a rendere sempre piu'
partecipate le nostre iniziative di memoria, e rendere sempre piu'
evidente l'ipocrisia e l'immoralita' dei militari scandalosamente in
festa innanzi alle tombe delle vittime loro.
Noi pensiamo che, perseverando in questa azione rigorosamente
nonviolenta e sempre piu' persuadendo altre persone ad unirsi a noi,
il 4 novembre possa e debba diventare, da oscena festa delle forze
armate assassine, giornata di memoria e di impegno per la pace, e
celebrazione infine del superamento e quindi dell'abolizione
dell'istituzione militare.
Superamento ed abolizione gia' oggi possibili con la realizzazione del
programma costruttivo della difesa popolare nonviolenta, dei corpi
civili di pace, con quella "Europa neutrale e attiva, disarmata e
smilitarizzata, solidale e nonviolenta" cui in molti in varie forme si
sta gia' lavorando, e che e' merito del movimento delle donne e
segnatamente di Lidia Menapace aver tematizzato e proposto con grande
tenacia e lucidita'.

7. MEMORIA. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 718 del 31 ottobre 2003.
"Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del
'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra
intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4
novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi
e gli eserciti; la nostra iniziativa nonviolenta consiste in una
cerimonia silenziosa di deposizione di un omaggio floreale ai
monumenti che ricordano le vittime della guerra, in orario diverso e
distante dai chiassosi ed offensivi "festeggiamenti" delle forze
armate]

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
1. Il 4 novembre e' un giorno di lutto, e nelle vicende umane anche
l'elaborazione del lutto per coloro che non sono piu' conta. E conta
altresi' il ricordo di coloro cui e' stata tolta la vita con la
violenza. Non ricordarli sarebbe come volerli cancellare, quasi
ucciderli una seconda volta.
Chi defini' la prima guerra mondiale con la formula lapidaria "inutile
strage" colse un punto decisivo: fu una orribile strage; e - di contro
alle retoriche dei potenti che mandarono al macello tanta povera gente
- non ebbe alcuna ammissibile utilita', poiche' le stragi non sono mai
utili (se non al trionfo del male ed alla sofferenza dell'umanita'),
sono stragi e basta, e tutti quelli che pensano che si possa costruire
qualcosa dando ad altri la morte commettono uno sciaguratissimo e
infame errore di ragionamento, oltre che un abominio morale, che li
rende promotori o complici del piu' orrendo dei crimini.
La memoria delle vittime e' uno degli elementi su cui e con cui
costruire l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani di
tutti gli esseri umani (sulla memoria delle vittime ed anche sui
possibili rischi di un uso distorto e strumentale di essa ha scritto
pagine indimenticabili Tzvetan Todorov, ad esempio in Memoria del
male, tentazione del bene).
2. Ebbene, la ricorrenza del 4 novembre, fine della prima guerra
modiale (per l'Italia), e' stata fin qui strumentalizzata proprio dai
poteri militari, che in questa giornata, loro si', "festeggiano" le
forze armate, cioe' scherniscono quei poveri morti che loro stessi
comandi militari hanno fatto morire. Lo troviamo ripugnante.
3. Sic stantibus rebus, non convincono le iniziative subalterne, e non
convince il lasciar stare, il far finta di niente. Cosicche' abbiamo
pensato (anche sulla base di esperienze del passato) che il 4 novembre
non debba essere lasciato come irridente e iniquo monopolio delle
gerarchie militari e di quella retorica pseudopatriottica che il
dottor Johnson qualche secolo fa definiva "l'ultimo rifugio delle
canaglie"; non debba essere lasciato alle loro menzogne ed alla loro
propaganda necrofila.
4. di qui la proposta: in quella data le persone e le istituzioni
amanti della pace e fedeli al diritto internazionale e alla legalita'
costituzionale non permettano che prevalga la sciagurata finzione che
la guerra sia bella e che le vittime debbano essere contente di essere
state trucidate, ma oppongano alla menzogna la verita', e
all'ipocrisia la pieta'. In quella data si ricordino le vittime per
affermare che la guerra, del cui orrore la loro morte testimonia,
ebbene, la guerra e' un crimine che mai piu' deve darsi.
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

8. MEMORIA. UN QUATTRO NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO
TUTTE LE GUERRE (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 719 del primo novembre 2003.
"Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del
'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra
intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4
novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi
e gli eserciti; la nostra iniziativa nonviolenta consiste in una
cerimonia silenziosa di deposizione di un omaggio floreale ai
monumenti che ricordano le vittime della guerra, in orario diverso e
distante dai chiassosi ed offensivi "festeggiamenti" delle forze
armate"]

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha formulato la proposta
che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di
commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle
istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace;
la legalita', la democrazia e la nonviolenza.
Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di
tutti, di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della
dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte;
in applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla
ragione, ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta
delle Nazioni Unite, nella Costiuzione della Repubblica Italiana,
nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al
terrorismo, alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e
apparati.
La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi;
confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di
qui a quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona,
trovera' secondo la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa
conforme, come appropriatamente manifestare in modo rigorosamente
rispettoso di tutti, sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo
cordoglio per le vittime, il suo amore per l'umanita' e il suo impegno
contro tutte le violenze.
*
Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della
prima guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo
ecatombe di tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e
nuove crudelta' che ebbero come esito dittature disumane e una seconda
immane conflagrazione mondiale.
Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia
anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro
tutte le violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di
morte.
Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari
che con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere
e apparato inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed
in guerra ad irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le
vittime delle guerre nel modo piu' tragico e osceno.
Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne
impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa
di guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.
Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti
inappropriati, strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno.
Si abbia rispetto per la memoria delle vittime, si abbia rispetto per
il lutto.
*
Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le
associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona,
vadano a meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi
che ricordano coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e
l'umanita', le vite assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni
tutti a contrastare le guerre presenti e future.
E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati
di morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

9. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 720 del 2 novembre 2003.
"Riproduciamo ancora una volta un estratto da un nostro comunicato di
un anno fa. Anche quest'anno realizzeremo l'iniziativa del 4 novembre
di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli
eserciti"]

Il 4 novembre il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, in dolore e
silenzio, commemora tutte le vittime di tutte le guerre, dichiara il
diritto e il dovere di ogni essere umano come delle istituzioni di
operare affinche' mai piu' si facciano guerre, denuncia l'oscenita'
dei festeggiamenti della guerra e dei suoi apparati da parte dei
poteri militari e politici che nuove guerre e nuove stragi preparano.
*
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della
Repubblica Italiana).
Il 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della
"inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per
la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a
Viterbo, in piazza del sacrario.
La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e'
giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e
massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati.
Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una
meditazione silenziosa.
Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le
guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas
Gandhi - sono sempre omicidi di massa.
La cerimonia si svolgera' in un orario scelto anche per demarcare la
distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della
guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale
profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi
militari e politici.
La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e
addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra'
visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita'
umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti
"necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che
poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e
militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con
l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che
prolungano il  crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando
ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide.
Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed
offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai
comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e
irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione
per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta.
Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta'
buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i
cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al
rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del
nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e
dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la
Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il
principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie
parole "L'Italia ripudia la guerra".
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della
Repubblica Italiana).
*
Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi
alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la
guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce,
ed aggredisce e disonora l'umanita' intera.

10. MEMORIA. 4 NOVEMBRE: USCIRE DALLA SUBALTERNITA' AL POTERE MILITARE (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 721 del 3 novembre 2003.
"Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nel n. 648 di questo
foglio"]

La proposta che il 4 novembre le persone di volonta' buona impegnate
per la pace promuovano iniziative pubbliche di ricordo delle vittime
delle guerre, e commemorazioni dinanzi ai sacrari e ai monumenti ai
caduti, in cui quegli esseri umani assassinati siano onorati con
l'impegno solonne ad opporsi alle guerre ed ai loro strumenti e
apparati; e in silenzio reverente e solenne, e severo ed austero, con
la mera presenza ed ascolto, si smascheri l'ipocrisia e l'infamia del
chiassoso e cialtrone festeggiare le strutture che quelle persone
hanno assassinato; e' proposta che chiama quanti hanno orecchie per
ascoltare a un gesto limpido e corale, di impegno e di esame di
coscienza.
Vorremmo venisse ripresa e riproposta ovunque in Italia l'iniziativa
gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo di una cerimonia pubblica il
4 novembre di deposizione di un omaggio floreale e di un recarsi e
sostare in meditazione composta e silente dinanzi a lapidi e sacelli
delle vittime delle guerre, cola' rinnovando un impegno di pace
perche' mai pu' nessuno quell'atroce sorte debba subire, celebrazione
in tutto alternativa alle fanfare e alle menzogne che connotano le
cerimonie in quella data promosse in complicita' alle strutture che
quelle vittime hanno assassinato.
Si puo' e si deve uscire dalla subaternita' al potere militare e
promuovere una coscienza di pace che si traduca - come peraltro gia'
previsto nel corpus legislativo italiano - nella promozione di un
modello di difesa - la difesa popolare nonviolenta - che inveri il
dettato costituzionale che "ripudia la guerra"; e che si traduca
altresi' nella decisione del disarmo e della smilitarizzazione,
poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, e
uccidere esseri umani e' il crimine piu' grande ed occorre che si
cessi di commetterlo e di permettere che commesso sia; e che si
traduca ancora e infine in aiuto a chi di guerre e violenze e' vittima
presente ancora in vita (o potenziale e di gia' nel terrore) - un
aiuto necessario e urgente affinche' la morte e la sofferenza non lo
divori, e con lui l'umanita' intera.
Si puo' e si deve far cessare l'ignobile festaggiamento delle "forze
armate" che offende le vittime dalle forze armate assassinate; si puo'
e si deve cominciare ad agire, anche con gesti simbolici e memoriali,
di coscientizzazione propria ed altrui, di presa in carico e
testimonianza personale - come appunto anche la realizzazione da parte
dei movimenti di pace, umanitari e per la nonviolenza della
commemorazione pubblica delle vittime delle guerre -  l'idea che il
quattro novembre, ricordo che non cicatrizza della "inutile strage",
cessi di essere per i pubblici uffici e nel comune sentire occasione
per una vile idolatria dei poteri uccisori e delle ideologie della
morte, e diventi piuttosto la cerimonia dell'impegno contro le guerre
e contro gli strumenti e apparati alle guerre intesi; la festa
dell'abolizione delle forze armate.
Poiche' - come ha scritto una volta Heinrich Boell - ogni vittima ha
il volto di Abele; e solo costruendo la pace si ricordano e si onorano
in commozione e devozione filiale, fraterna e sororale, le vittime di
tutte le guerre; e solo impedendo nuove guerre si adempie al messaggio
che dai luoghi al ricordo di quelle vittime deputati promana: la voce
del coro degli assassinati, che chiede ancora e ancora pace, e luce, e
vita.

11. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE" (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 721 del 3 novembre 2003]

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo il 4
novembre 2003, anniversario della conclusione della prima guerra
mondiale, si rechera' alle ore 8 a deporre un omaggio floreale ai
monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a
Viterbo.
Tale iniziativa, consistente nella deposizione dell'omaggio floreale e
in un minuto di meditazione silenziosa, intende essere momento di
memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione
del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e a tutte le guerre,
nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica
Italiana all'art. 11 laddove si afferma nitidamente che "L'Italia
ripudia la guerra".
Quanti - istituzioni, associazioni, persone - vorranno associarsi a
tale iniziativa saranno i benvenuti purche' si attengano ai seguenti
criteri: l'assoluta assenza di simboli di parte e di messaggi estranei
all'intento di memoria e pieta' per le vittime, la compostezza e il
silenzio piu' rigorosi.

12. MEMORIA. MAI PIU' GUERRE (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 722 del 4 novembre 2003]

Giorno verra' che quel patto giurato dai vivi emersi dall'orrore della
guerra e posto come legge a fondamento dell'Italia risorta con la
liberazione dei popoli avra' adempimento, sara' non piu' solo
speranza, parola che chiama a un adempimento, ma effettuale verita',
stoffa dei giorni, sale della convivenza civile: "L'Italia ripudia la
guerra". Quanto tarda a venire quel giorno: e tu di buona lena ad
avvicinarlo coopera.
Il 4 novembre cessera' di essere stolto festeggiamento degli apparati
di morte e indecente esaltazione di un'identita' fondata
sull'uccisione dell'altro.
Diventera' memoria addolorata e sincera di tutte le vittime di tutte
le guerre, diventera' cerimonia solenne di impegno affinche' mai piu'
guerre si diano. Che e' il voto del coro dei morti, che e' il voto
dell'umanita' intera.
Oggi le persone amiche della nonviolenza a Viterbo per il secondo anno
consecutivo con una cerimonia pubblica silenziosa, austera, rigorosa,
rendono omaggio a tutti gli uccisi, e ricordano quella verita' che
Heinrich Boell espresse lapidariamente: "ogni vittima ha il volto di
Abele".
E senza parole, con il nudo gesto della pieta' verso i defunti,
testimoniano altresi' quanto crudele, e crassa e lugubre a un tempo, e
ripugnante alla coscienza e alla ragione, sia la festa che poche ore
dopo nella stessa piazza terranno i poteri militari per celebrare
tronfi se stessi la memoria ingiuriando di coloro che trucidarono.
Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi.

13. MEMORIA. DA VITERBO UN QUATTRO NOVEMBRE PER LA PACE E LA NONVIOLENZA (2003)
[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 723 del 5 novembre 2003]

Come gia' lo scorso anno, il "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo la mattina del 4 novembre alle ore 8 (in orario distinto e
distante dalle chiassose esibizioni di chi in questo giorno
oscenamente festeggia gli apparati assassini della guerra, nuovamente
offendendo fin la memoria delle persone dalla guerra uccise) ha
realizzato una essenziale, austera, silenziosa cerimonia che ha recato
un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in
piazza del Sacrario a Viterbo.
Con tale iniziativa si e' realizzato un momento di memoria e pieta'
verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di
opporsi a tutte le uccisioni e alle guerre tutte, nell'inveramento di
quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art.
11, laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".
*
Dopo la conclusione della cerimonia il responsabile del Centro ha
dichiarato: "Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa decisiva
verita': che 'ogni vittima ha il volto di Abele' (Heinrich Boell), e
che un sentimento di solidarieta' unisce tra loro tutti gli esseri
umani poiche' tutti fanno parte di una medesima famiglia, condividono
una medesima storia, sperimentano una medesima vicenda, e sono tutti
ugualmente preziosi. Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa
decisiva verita': che tutte le grandi tradizioni di pensiero, come il
piu' intimo sentire di ciascuna persona, affermano che ogni essere
umano ha diritto di vivere, che nessuno deve essere ucciso.
Ricordare e onorare degnamente le persone uccise dalle guerre esige ed
afferma l'impegno ad opporsi a nuove guerre, a salvare altre possibili
vittime. Tutti siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace,
condizione necessaria per la civile convivenza, per il riconoscimento
della dignita' umana di tutti gli esseri umani.
La guerra e' nemica dell'umanita', e dopo Auschwitz ed Hiroshima tutti
sappiamo che qualunque guerra puo' provocare la distruzione della
civilta' umana. E quindi tutti siamo chiamati ad opporci ad ogni
omicidio, e a quel cumulo di omicidi di cui la guerra consiste, e agli
strumenti di morte e agli apparati assasssini ad essa ordinati.
Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi:
ogni vittima ha il volto di Abele".

14. INCONTRI. IL 14 NOVEMBRE SI E' SVOLTO UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Lunedi' 14 novembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di
ricerca per la pace" un incontro di studio sul tema: "L'azione
culturale per la promozione della pace e la difesa dei diritti umani
dal Settecento ad oggi. Alcune esperienze e figure significative".

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza
individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato
di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via
il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita'
mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in
armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e
di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla
provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola
cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la
diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso
come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che
sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui
distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza
dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il
rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della
menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di
informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio,
l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero,
la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la
formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 740 del 15 novembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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Giacomo Alessandroni
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