Telegrammi. 738



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 738 del 13 novembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Sui debiti dello stato, qualcosa da fare subito

2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Stefano Lucarelli: ... troppo azzurro per morire

4. Una proposta del Centro di ricerca per la pace di Viterbo: "Ogni vittima ha il volto di Abele" (2002)

5. Il 4 novembre in piazza per la pace (2002)

6. Un appello per un 4 novembre di memoria e di pace (2002)

7. Ogni vittima ha il volto di Abele: oggi a Viterbo ed ovunque (2002)

8. Una commemorazione a Viterbo il 4 novembre contro tutte le guerre (2002)

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: SUI DEBITI DELLO STATO, QUALCOSA DA FARE SUBITO

 

Altroche' se si puo' intervenire. E proprio con misure urgenti.

1. Cessare subito di partecipare alla guerra.

2. Cessare gli acquisti di nuove armi, ed imporre la cessazione della produzione e del commercio di armi.

3. Ridurre drasticamente le spese militari.

4. Smilitarizzare e mettere a disposizione per usi civili le strutture militari (a cominciare dal patrimonio logistico e abitativo delle caserme semideserte dopo la fine della leva obbligatoria).

5. Avviare la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace.

 

2. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello, che valga anche per il prossimo anno]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. STEFANO LUCARELLI: ... TROPPO AZZURRO PER MORIRE

[Ringraziamo Stefano Lucarelli (per contatti: latramadeigesti at libero.it) per questo intervento.

Stefano Lucarelli, narratore di teatro civile, nasce a Roma nel 1963 e inizia la sua attivita' artistica disegnando fumetti in seguito pubblicati nel 1982 sull'inserto Satyricon de "la Repubblica" e sul "Mago". Prosegue collaborando con "Orient Express", "Il Messaggero", e l'"Avvenire". Approfondisce la scrittura per immagini misurandosi con lo studio del linguaggio cinematografico presso il Laboratorio Cinema '91 di Roma realizzando tre cortometraggi e infine nel 1993 allestisce il suo primo lavoro teatrale in forma di monologo. In seguito aderisce stilisticamente e artisticamente con convinzione al teatro civico o "civile", "perche' col tempo le ragioni etiche di un teatro destinato a sensibilizzare, a chiedere attenzione, ad accogliere la poetica spesso soffocata del vivere, hanno preso il sopravvento e direzionato i testi alla ricerca di una linea, una traccia quasi, che potesse allargarsi in una trama dove i gesti tornassero protagonisti di un senso". "Credo che nella formula del teatro racconto o teatro civile si trovi tutto il fascino e l'avventura che la parola racchiude quando esce dal contesto dell'attore che recita  ed entra in quello dell' autore che parla... Storie che, tra immagini e testimonianze, segnano la presenza di un respiro che il narratore puo' liberare dagli abiti dell'interpretazione. E allora quella voce, sola e cauta, che tiene il silenzio innalzandolo a suono, si mostra in scena sperimentando un percorso trasparente. E cosi' inizia un viaggio che e' un andare, un tornare e un ripartire come per cercare non piu' il centro dell'anima ma il suo perimetro. Col tempo mi e' venuto anche congeniale lavorare in luoghi diversi dal palcoscenico cercando quell'altrove dove il teatro sa proporsi addosso, comunicando a pelle, in modo tattile, tra vicoli, borghi, piazze, cantine e case per concedere a chi ci capita una serata per sentire 'due chiacchiere con un tale che e' arrivato da queste parti', cosi': seduti, appoggiati o appena indaffarati, con un solo faro a disegnare un cerchio chiaro". Sito: http://picasaweb.google.com/latramadeigesti]

 

La strada e' deserta.

C'e' un piacevole silenzio.

Fa pensare alle cose accadute e fa pensare ai cieli azzurri nei filmati restaurati delle guerre.

Il cielo anche allora era bello.

L'aria si repirava anche se si sentiva, forte, l'odore di fuoco...

Anche stamani sono arrivati, poi, e hanno depositato fiori.

Ecco: l'odore dei fiori recisi e' forte: puo' piacere e no, eppure e' proprio quello l'odore.

Quello che si trova intorno alle bare di qualunque funerale.

Ecco: il fiore reciso sembra coprire il sapore della morte che, come quello dell'inizio vita, e' unico e irripetibile.

Ecco: il fiore reciso e' proprio quel corpo. Reciso e composto altrove. Dove non sarebbe mai voluto essere. In mezzo ad un tritacarne forbice che consegna fiori bell'e pronti per la carneficina.

I fiori nel centro tavola durano un po', poi cambiano aspetto, il profumo diventa puzza...

Ora la strada e' piena e piena e' la schiera di chi saluta e innnalza al cielo le anime defunte.

Ecco: se solo un po' della puzza di quelle morti inutili giungesse sulla via, coprendo quello dei fiori, l'odore della morte si annuncerebbe sopra le divise lustre.

Un odore che chiama al rispetto e al silenzio e non a grancasse.

Attenzione, grida lo speaker, il rinfresco e' offerto da...

Ecco: ora come allora si festeggia con paste e leccornie il sangue sparso sul terreno...

Un abbraccio a tutti i caduti, che, morendo, hanno salutato quel cielo tanto, tanto azzurro... troppo azzurro per morire.

 

4. MEMORIA. UNA PROPOSTA DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE" (2002)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 389 del 19 ottobre 2002. "Il seguente appello e' stato diffuso il 17 ottobre 2002"]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele".

Il 4 novembre in tutta Italia promuoviamo iniziative pubbliche di pace in ricordo delle vittime di tutte le guerre affinche' mai piu' vi siano guerre.

In occasione del 4 novembre, anniversario della conclusione della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo invita tutti i movimenti pacifisti, nonviolenti e per i diritti umani a commemorare e onorare le vittime di tutte le guerre e a rendere visibile con cerimonie pubbliche, in dolore e compostezza, in silenzio e in meditazione, l'impegno corale delle persone ragionevoli, delle istituzioni democratiche e delle buone leggi affinche' mai piu' si facciano guerre.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

5. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE IN PIAZZA PER LA PACE (2002)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 393 del 23 ottobre 2002. "Riportiamo un comunicato diffuso ieri dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo, che aggiunge argomenti alla proposta dell'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' da tenersi il 4 novembre ovunque possibile"]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell)

Abbiamo promosso l'idea che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, di cordoglio sincero, di profonda austerita' e di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani. Di solidarieta' dell'umanita' intera contro la violenza e la morte. Di opposizione alla guerra e ai suoi apparati.

Un 4 novembre che nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti di morte.

Un 4 novembre che non deve piu' essere strumentalizzato dai comandi militari che con il loro lavorare per la guerra e inneggiare alla guerra irridono oscenamente le vittime delle guerre; ma divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, affinche' mai piu' si facciano guerre.

*

Alcune riflessioni ulteriori:

- Il 4 novembre e' un giorno di lutto, e nelle vicende umane anche l'elaborazione del lutto per coloro che non solo piu' conta. E conta altresi' il ricordo di coloro cui e' stata tolta la vita con la violenza. Non ricordarli sarebbe come volerli cancellare, quasi ucciderli una seconda volta. Chi defini' la prima guerra mondiale con la formula lapidaria "inutile strage" colse un punto decisivo: fu una orribile strage; e - di contro alle retoriche dei potenti che mandarono al macello tanta povera gente - non ebbe alcuna ammissibile utilita', poiche' le stragi non sono mai utili (se non al trionfo del male ed alla sofferenza dell'umanita'), sono stragi e basta, e tutti quelli che pensano che si possa costruire qualcosa dando ad altri la morte commettono uno sciaguratissimo e infame errore di ragionamento, oltre che un abominio morale, che li rende promotori o complici del piu' orrendo dei crimini. La memoria delle vittime e' uno degli elementi su cui e con cui costruire l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani (sulla memoria delle vittime ed anche sui possibili rischi di un uso distorto e strumentale di essa ha scritto pagine indimenticabili Tzvetan Todorov, ad esempio in Memoria del male, tentazione del bene).

- Ebbene, la ricorrenza del 4 novembre, fine della prima guerra modiale (per l'Italia), e' stata fin qui strumentalizzata proprio dai poteri militari, che in questa giornata, loro si', "festeggiano" le forze armate, cioe' scherniscono quei poveri morti che loro stessi comandi militari hanno fatto morire. Lo troviamo ripugnante.

- Sic stantibus rebus, non convincono le iniziative subalterne, e non convince il lasciar stare, il far finta di niente. Cosicche' abbiamo pensato (anche sulla base di esperienze del passato) che il 4 novembre non debba essere lasciato come irridente e iniquo monopolio delle gerarchie militari e di quella retorica pseudopatriottica che il dottor Johnson qualche secolo fa definiva "l'ultimo rifugio delle canaglie"; non debba essere lasciato alle loro menzogne ed alla loro propaganda necrofila.

- Di qui la proposta: in quella data le persone e le istituzioni amanti della pace e fedeli al diritto internazionale e alla legalita' costituzionale non permettano che prevalga la sciagurata finzione che la guerra sia bella e che le vittime debbano essere contente di essere state trucidate, ma oppongano alla menzogna la verita', e all'ipocrisia la pieta'. In quella data si ricordino le vittime per affermare che la guerra, del cui orrore la loro morte testimonia, ebbene, la guerra e' un crimine che mai piu' deve darsi.

"Ogni vittima ha il volto di Abele".

 

6. MEMORIA. UN APPELLO PER UN 4 NOVEMBRE DI MEMORIA E DI PACE (2002)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 400 del 30 ottobre 2002. "Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo ha diffuso ieri il seguente appello"]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alcune settimane fa ha formulato la proposta che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace; la legalita', la democrazia e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di tutti, di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte; in applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla ragione, ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta delle Nazioni Unite, nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al terrorismo, alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e apparati.

La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi; confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di qui a quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona, trovera' secondo la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa conforme, come appropriatamente manifestare in modo rigorosamente rispettoso di tutti, sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo cordoglio per le vittime, il suo amore per l'umanita' e il suo impegno contro tutte le violenze.

*

Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della prima guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo ecatombe di tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e nuove crudelta' che ebbero come esito dittature disumane e una seconda immane conflagrazione mondiale.

Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di morte.

Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari che con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere e apparato inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed in guerra ad irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le vittime delle guerre nel modo piu' tragico e osceno.

Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.

Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti inappropriati, strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno. Si abbia rispetto per la memoria delle vittime, si abbia rispetto per il lutto.

*

Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona, vadano a meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi che ricordano coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e l'umanita', le vite assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni tutti a contrastare le guerre presenti e future.

E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati di morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

7. MEMORIA. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE: OGGI A VITERBO ED OVUNQUE (2002)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 405 del 4 novembre 2002. "Riportiamo il comunicato diffuso ieri dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo che da' notizia di una iniziativa che si svolgera' oggi"]

 

Il 4 novembre, dalle ore 8 alle ore 8,30, in piazza del sacrario a Viterbo, il Centro di ricerca per la pace, in dolore e silenzio, commemora tutte le vittime di tutte le guerre, dichiara il diritto e il dovere di ogni essere umano come delle istituzioni di operare affinche' mai piu' si facciano guerre, denuncia l'oscenita' dei festeggiamenti della guerra e dei suoi apparati da parte dei poteri militari e politici che nuove guerre e nuove stragi preparano.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell)

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana)

Il 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a Viterbo, in piazza del sacrario, dalle ore 8 alle ore 8,30.

La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e' giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati.

Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una meditazione silenziosa.

Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas Gandhi - sono sempre omicidi di massa.

La cerimonia si svolgera' dalle ore 8 alle ore 8,30. Un orario scelto anche per demarcare la distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi militari e politici.

La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra' visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita' umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti "necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che prolungano il  crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide.

Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta.

Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta' buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie parole "L'Italia ripudia la guerra".

Ogni vittima ha il volto di Abele.

L'Italia ripudia la guerra.

Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce, ed aggredisce e disonora l'umanita' intera.

 

8. MEMORIA. UNA COMMEMORAZIONE A VITERBO IL 4 NOVEMBRE CONTRO TUTTE LE GUERRE (2002)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 406 del 5 novembre 2002. "Riportiamo un comunicato diffuso ieri dal Centro di ricerca per la pace che riferisce dell'esito dell'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele'"]

 

Questa mattina in piazza del sacrario a Viterbo si e' svolta la cerimonia di commemorazione delle vittime di tutte le guerre promossa dal Centro di ricerca per la pace con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e con l'impegno sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "L'Italia ripudia la guerra".

Nel silenzio e nel raccoglimento piu' profondi e' stato deposto un fiore dinanzi al sacello delle vittime della prima guerra mondiale, un altro fiore e' stato deposto dinanzi al monumento che ricorda le vittime della seconda guerra mondiale, ed un terzo dinanzi alla lapide che ricorda in particolare le vittime del nazifascismo.

La cerimonia ha avuto inizio alle ore 8 e si e' conclusa alle ore 8,30.

La scelta dell'orario e' stata determinata dalla precisa e netta volonta' di distanziare temporalmente oltre che sul piano morale l'iniziativa di commemorazione delle vittime delle guerre promossa dalla struttura pacifista, rispetto alla "festa della guerra e degli apparati di morte" che alcune ore dopo sara' oscenamente inscenata dai comandi militari e dalle autorita' politiche.

Possa venire presto un tempo in cui non si permettera' piu' di insultare la memoria delle vittime della guerra; possa venire presto un tempo in cui sara' proibito di oscenamente festeggiare la guerra, l'uccidere, gli apparati di morte; possa venire un tempo in cui si adempia la speranza e la profezia del compianto padre Ernesto Balducci: che la guerra, uscita per sempre dalla sfera della razionalita', sia infine cancellata dalla storia umana.

Conclusasi l'iniziativa, il responsabile del Centro di ricerca per la pace ha diffuso la seguente dichiarazione:

1. La guerra e' nemica dell'umanita', poiche' essa consiste nell'uccisione di esseri umani. Non solo: nell'epoca aperta dall'orrore di Hiroshima la guerra mette in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana. Cosicche' e' un indispensabile imperativo morale e civile, e un cruciale necessario progresso culturale e politico, il ripudio assoluto della guerra, la sua assoluta e definitiva esclusione dal novero dei mezzi a disposizione dell'umanita' per gestire e risolvere i conflitti.

2. Vanno smascherati e confutati gli speciosi sofismi di quanti la guerra propugnano:

- La guerra non e' efficiente nel contrastare il terrorismo: poiche' essa e' prosecuzione e seminagione di stragi, odio e terrore: essa e' il trionfo del terrorismo; e' terrorismo elevato all'ennesima potenza.

- La guerra non e' efficiente nel contrastare le dittature: poiche' essa le dittature provoca e moltiplica, e poiche' essa stessa riducendo gli esseri umani a nulla e' dittatura e nichilismo nella sua essenza e nel suo farsi.

- La guerra non e' di natura diversa dall'omicidio: solo che essa omicidi esegue su scala di massa. E' quindi ingigantimento dell'omicidio, omicidio in forma di strage. E poiche' giustamente consideriamo un progresso grande e un provvedimento necessario - fortunatamente in Italia gia' inserito nell'ordinamento - l'abolizione dai sistemi penali della cosiddetta "pena di morte" (scilicet: omicidio di eseri umani da parte di ordinamenti giuridici), a maggior ragione dobbiamo estendere tale giudizio e tale interdetto alla guerra, che appunto consiste nell'irrogazione della morte a tanti esseri umani oltretutto senza processo e nella gran parte di essi del tutto innocenti di qualsivoglia crimine. Se prendiamo sul serio la nostra stessa legislazione penale, a maggior ragione la guerra e' incompatibile col nostro stato di diritto, con la nostra democrazia, con la nostra civilta' giuridica, con la nostra civile convivenza.

3. Solo chi ripudia la guerra e' fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana e alla Carta delle Nazioni Unite, ovvero alle fondamentali fonti di diritto cui tutti dovremmo ispirarci nel nostro agire. Con riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 11 inequivocabilmente ed irrevocabilmente "ripudia la guerra", va sottolineato che siamo in presenza di un obbligo di legge per tutti cogente, non eludibile da parte di alcun cittadino italiano, non eludibile da parte di alcuna istituzione italiana che in tanto e' legittima in quanto fedele alla Costituzione.

4. Ma infine e decisivamente: la guerra consiste nell'uccidere, nega quindi il diritto alla vita. ma se si nega il diritto alla vita, cessa la base materiale di tutti i diritti umani e il primo e fondante di essi diritti; e cessa altresi' la possibilita' della convivenza, della societa', della civilta'; e cessa infine l'umanita' stessa come esistenza concreta degli individui che la compongono, come solidarieta' che tutti gli esseri umani tiene insieme, come impresa ed essenza comune - la cultura umana, la civilta' umana, la condizione umana, l'umana famiglia - di tutti gli esseri umani passati, presenti e futuri; e come sentimento, come concetto, come realta'.

5. Le vittime delle guerre passate devono essere un perenne monito affinche' non abbiano luogo nuove guerre che nuove vittime provocherebbero. Il rispetto alle vittime dovuto deve estrinsecarsi nell'impegno ad impedire che nuove vittime vi siano.

6. Solo chi si oppone a nuove guerre esprime sincero lutto e solidarieta' autentica per le vittime delle guerre passate. Chi invece nuove guerre propugna, prepara, decide, avalla, comanda ed esegue e' indegno di commemorare le vittime delle guerre passate, poiche' col suo agire nuovamente le uccide e le umilia.

7. Solo se si e' costruttori di pace si e' avversari della guerra. E solo se si e' avversari della guerra si raccoglie il muto messaggio delle vittime della guerra, l'appello che dal loro volto, dalla loro vicenda promana. E per essere costruttori di pace occorre fare la scelta teoretica e pratica, morale e civile, della nonviolenza. La nonviolenza e' la scelta dell'opposizione integrale, la piu' nitida e la piu' intransigente, alla violenza in tutte la sue forme: alle oppressioni, come alle dittature, come al terrorismo, come alle guerre. La nonviolenza, come ebbe a scrivere Aldo Capitini, e' il varco attuale della storia.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Vittorino Andreoli, Giancarlo Provasi, Scusa, ho sbagliato. Dialoghi sull'errore, Rcs, Milano 2011, pp. IV + 202, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera).

- Roberta D'Adda (a cura di), Lotto, Skira'-Rcs, Milano 2044, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Sigmund Freud, La psicoanalisi infantile, Newton Compton, Roma 1971, 2011, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 282, euro 9,90  (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Nadine Gordimer, Una donna frivola e altri racconti, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 74, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 738 del 13 novembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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