Ogni vittima ha il volto di Abele. 28



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 28 del 3 novembre 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Solo vittime della guerra

2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Tiziana Bartolini: Una manifestazione di follia collettiva dell'uomo, della societa' patriarcale

4. Giancarla Codrignani: "Immagina che non ci siano nazioni..."

5. Luciano Dottarelli: Una ferma condanna di ogni guerra e di ogni violenza

6. Fiorella Manzini: Una giornata di commemorazione e rimpianto per le vite spezzate dei morti in guerra

7. Peppe Sini: Per favore, ne' provocazioni ne' pagliacciate

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: SOLO VITTIME DELLA GUERRA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Si chiamava Maria Bergamas la donna madre di un soldato disperso sul fronte, che fu chiamata a scegliere, fra i cadaveri di undici militari non riconosciuti, la salma del "milite ignoto".

Quella madre rappresenta tutte le madri che piangono figli, mariti e padri morti nelle guerre. Vittime le donne, vittime i combattenti: vittime di quel grande crimine collettivo che e' la guerra.

A me piace pensare che Maria Bergamas abbia scelto inconsapevolmente la salma di un soldato "nemico" (si raccontano storie di militari tedeschi disertori che per sfuggire alla cattura indossavano divise italiane sottratte a qualche cadavere lasciato sui campi di battaglia, e si verificarono anche scambi di piastrine identificative), cosi' oggi ad ogni celebrazione retorica e militarista anziche' davanti ad un "eroe", le autorita' stanno sull'attenti e cantano l'inno nazionale davanti ad un "disertore". La storia spesso si prende una rivincita sulla retorica.

Eroi o disertori, in realta' sono solo vittime della guerra.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: tel. (+39) 348392146, e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. TIZIANA BARTOLINI: UNA MANIFESTAZIONE DI FOLLIA COLLETTIVA DELL'UOMO, DELLA SOCIETA' PATRIARCALE

[Ringraziamo Tiziana Bartolini (per contatti: tbartolini at noidonne.org) per questo intervento.

Tiziana Bartolini e' giornalista con specializzazione nei temi sociali, delle Pari Opportunita' e del Terzo Settore. Dal 2000 e' direttora della storica rivista mensile "noidonne" e della testata  online omonima. E' laureata in Storia e Filosofia e ha frequentato il Corso di formazione e aggiornamento professionale per giornalisti "Capire meglio l'Europa" (2009, Parlamento Europeo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Associazione Stampa Romana), il Master in Formazione ed Esperti in  Pari Opportunita' (2002/3 - Universita' degli Studi Roma Tre); il Corso di Alta Specializzazione in Comunicazione e Marketing nel No Profit (2000 - Ateneo Impresa Formazione manageriale innovativa). Ha maturato un'esperienza professionale nel mondo del giornalismo e della comunicazione collaborando con Rai Radiotelevisione Italiana alle pagine di Televideo nazionale dedicate al Terzo Settore dal 1999 al 2003;  dal 1999 al 2004 e' stata responsabile nazionale Area Comunicazione e pubbliche relazioni per Special Olympics Italia - onlus di carattere internazionale che promuove l'integrazione sociale delle persone con disabilita' mentale attraverso lo sport - anche coordinando l'ufficio stampa per gli eventi nazionali ed internazionali. E' stata coordinatrice editoriale del mensile nazionale "Mondo Sociale", rivista specializzata del Terzo Settore (2000-2001). Dal 2006 al 2008 ha gestito l'area comunicazione del Centro occupabilita' femminile di Salerno. Pubblicazioni: ottobre 1998, in collaborazione con la Commissione delle elette della Provincia di Roma pubblicazione "Donne in politica" (a cura di); dicembre 2001, "Donne & Agricoltura nel Lazio ieri, oggi e domani" (a cura di); aprile 2011, "Una conversazione con Giancarla Codrignani", in "Stiano pure scomode, signore" di Giancarla Codrignani (con prefazione di Clara Sereni)]

 

Questa estate, passeggiando in montagna, abbiamo percorso delle trincee della prima guerra mondiale. Eravamo in Trentino, e li' il fronte intrappolo' migliaia di soldati. Muri di sassi impilati diligentemente ancora fermano saldamente i solchi scavati nella terra. Sono stati davvero ben costruiti quei camminamenti se ancora sono li', immobili e saldi a mostrarci la follia di tanta destrezza al servizio di una disumana degenerazione. C'erano gallerie scavate nella roccia e anfratti coperti, che probabilmente consentivano un breve riparo dalla pioggia... o dai proiettili. La giornata era tersa e la vista spaziava fino al lago di Garda che si apriva allo sguardo e illuminava l'anima. Quanti soldati hanno avuto quel panorama davanti ai loro occhi prima di morire? Quali pensieri li hanno attraversati insieme alle pallottole "nemiche". Scambi di "cortesie" da un versante all'altro della montagna. Giovani tra loro sconosciuti che qualcuno ha deciso di mettere su sponde opposte. Le guerre le decidono le cancellerie, confidando nella disciplina e nel terrore. Ma oggi vediamo guerre decise dai popoli in rivolta e ci domandiamo fino a che punto, davvero, c'e' autonomia in quelle scelte di violenza. La guerra e' una manifestazione di follia collettiva dell'uomo, della societa' patriarcale che non sa parlare altro linguaggio. Non capisco le donne che scelgono la carriera militare, e' un'imitazione del peggio che "il maschio" mostra di se'. Crediamo nella nostra bella diversita', donne, imponiamola al mondo. Sarebbe l'unica dittatura accettabile e condivisibile.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. GIANCARLA CODRIGNANI: "IMMAGINA CHE NON CI SIANO NAZIONI..."

[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at alice.it) per questo intervento.

Giancarla Codrignani, gia' presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005. Si veda anche l'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 343. Un profilo di Giancarla Codrignani scritto da Annamaria Tagliavini ed apparso sull'Enciclopedia delle donne abbiamo riportato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 513]

 

In settembre e' stato arrestato e, in detenzione, torturato a morte a Daraya, vicino a Damasco, Ghayath Mattar, il giovane che aveva pensato giusto opporsi alle forze speciali offrendo loro fiori e acqua; il suo amico Yahya e' ancora in prigione per essere anche lui un nonviolento.

Penso che valga la pena, per questi due amici e per tutti quelli che rifiutando la violenza sfidano i poteri forti, riprendere alcune parole della canzone di John Lennon: "Immagina che non ci siano nazioni, non e' difficile se vuoi. Nessuno da uccidere e niente per cui morire. Immagina che non ci siano religioni, Immagina che tutti vivano la propria vita in pace. Immagina che non ci sia la proprieta', vorrei sapere se ci riesci. Immagina che tutti siano fraternamente uniti e ognuno abbia come casa il mondo. Puoi dire che sono un sognatore, ma non sono l'unico. Io spero che un giorno anche tu ti unirai a noi. E il mondo sara' davvero una cosa sola".

 

5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. LUCIANO DOTTARELLI: UNA FERMA CONDANNA DI OGNI GUERRA E DI OGNI VIOLENZA

[Ringraziamo Luciano Dottarelli (per contatti: luciano.dottarelli at alice.it) per questo intervento.

Luciano Dottarelli, nato a Bolsena il 2 novembre 1956, nel 1980 si e' laureato in Filosofia (con la votazione di 110/110 e lode)  presso l'Universita' degli Studi di Perugia sotto la guida del professor Massimo Baldini (Storia della scienza) con una tesi sul dibattito epistemologico del '900. Dal 1981 al 1984 ha frequentato il corso triennale della Scuola di Specializzazione in Filosofia presso la Facolta' di Magistero dell'Universita' degli Studi di Urbino, seguendo i corsi del professor Italo Mancini e diplomandosi (con la votazione di 70/70 e lode) sotto la guida del professor Pasquale Salvucci con una tesi sulle implicazioni epistemologiche della filosofia di Immanuel Kant. Vincitore di concorso ordinario, nel 1984 e' entrato nei ruoli del Ministero della Pubblica Istruzione. In qualita' di docente in Filosofia, Scienze dell'educazione e Storia, ha svolto attivita' didattica presso varie scuole superiori della provincia di Viterbo fino al 2005. Negli anni accademici 2006-7, 2007-8, 2008-9, 2009-10 e' stato docente a contratto di Filosofia e fondamento dell'etica presso il Master in Management per le organizzazioni complesse dell'Universita' della Tuscia. Per l'anno accademico in corso (2010/2011) e' incaricato, come docente a contratto, degli insegnamenti di: Filosofia della scienza presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' di Macerata; Filosofia e fondamento dell'etica presso il Master in Management per le organizzazioni complesse dell'Universita' della Tuscia; Bioetica e nutrizione presso il Master in Alimentazione, nutrizione, dietetica dell'Universita' della Tuscia. Ha una pluriennale esperienza come amministratore pubblico: dal 1986 al 1999 ha ricoperto, per tre mandati consecutivi, la carica di Sindaco del Comune di Bolsena; dal 1993 al 2005 ha svolto il ruolo di Consigliere provinciale presso la Provincia di Viterbo (nel 2000 era stato candidato alla Presidenza della Provincia per il centrosinistra, risultando sconfitto nel turno di ballottaggio). Dal 1999 al 2000 e' stato Segretario provinciale dei Democratici di Sinistra di Viterbo. Ha una vasta esperienza di management nel settore dei beni culturali e ambientali. Ha promosso iniziative editoriali, convegni e premi culturali (Premio Tuscia, Premio Bolsena Ambiente) collaborando con varie istituzioni scientifiche ed occupandosi in particolare di gestione delle risorse umane. E' stato responsabile della sezione operativo-didattica nella fase di realizzazione del Museo territoriale del Lago di Bolsena. Dal 16 giugno 2005 al 31 marzo 2010 e' stato Direttore generale della Provincia di Viterbo ed oltre ai compiti piu' generali di coordinamento e di sovrintendenza della gestione complessiva dell'Ente, ha svolto le seguenti funzioni specifiche nell'ambito delle politiche per lo sviluppo sostenibile: e' stato responsabile  del processo Agenda 21 locale; e' stato referente per l'alta direzione (Rad) nel programma di certificazione Emas dell'Ente; e' stato responsabile del progetto Arco Latino, strumento per la definizione di una strategia integrata di sviluppo dell'area del Mediterraneo. In particolare, all'interno dell'Associazione Arco Latino, rete di amministrazioni locali di secondo livello dell'arco mediterraneo occidentale, ha svolto le funzioni di coordinatore tecnico del Gruppo tematico Territorio e sviluppo sostenibile nel periodo in cui alla Provincia di Viterbo ne e' stata assegnata la presidenza (2007-2008). Tra i progetti realizzati: Energia sostenibile; Le nuove frontiere nel Mediterraneo per la sicurezza alimentare; Osservatorio Grandi rischi; Osservatorio europeo del paesaggio; Conferenza Territori di montagna; Analisi dell'impatto della rete Natura 2000; Indicatori economici e benefici degli spazi naturali protetti; Corso fitoterapia e piante officinali; Piante medicinali Monte Athos. Libri pubblicati: Popper e il "gioco della scienza", Erre emme, Roma 1992; Kant e la metafisica come scienza, Erre emme, Roma 1995; Abitare un mondo comune. Follia e metafisica nel pensiero di Kant (Introduzione a I. Kant, Saggio sulle malattie della mente, Massari Editore, Bolsena 2001); Tra Rousseau e Martin Fierro. Radici profonde del pensiero di Ernesto Che Guevara, in Quaderni della Fondazione Ernesto Che Guevara, IV, 2001; Utopia e ragione come luoghi di incontro con l'altro, in AA.VV., Le ragioni della speranza, La Piccola Editrice, Celleno 2003; La persona nella riflessione filosofica e nell'agire politico, in AA.VV., La persona vita della politica, Atti dell'Itinerario di formazione politica di Gens Citta' Nuova, Viterbo 2008. Testi e risorse multimediali disponibili in rete: L'illuminismo magnanimo di Primo Levi (1999), in www.edscuola.it; La positivita' del negativo. Status del rifiuto nel pensiero di alcuni filosofi d'Occidente (1999), in www.edscuola.it; Kant e la critica dell'esaltazione fanatica, in La nonviolenza e' in cammino, 407 (2002), in www.peacelink.it; Karl Popper e il paradigma filosofico "classico", in La nonviolenza e' in cammino, 429 (2002), in www.peacelink.it; Presentazione di "La solitudine nella societa' globale" di E.Liotta, in La nonviolenza e' in cammino, 709 (2003) in www.peacelink.it; Il nostro "caro io" e la "ragione estranea": il contributo di Immanuel Kant alla fondazione della democrazia e del dialogo interculturale (2004), in www.edscuola.it; Presentazione di "Islam e democrazia" di F. Mernissi, in La nonviolenza e' in cammino 69 (2006), in www.peacelink.it]

 

Conservo ancora gelosamente il Libretto personale di mio nonno, soldato del Regio Esercito Italiano, richiamato a ventinove anni dalla sua condizione lavorativa di "campagnuolo" per dare il suo contributo alla Grande Guerra. Le prime lezioni di storia le ho ricevute da lui, su libri di testo come questo, che mi venivano mostrati con la stessa devozione di una reliquia per essere commentati con un sentimento misto di rabbia e di orgoglio, per il quale ho sempre nutrito comprensione e rispetto.

Sul libretto sono ricordati i "Doveri del soldato in guerra" e si puo' leggere: "La guerra e' l'atto piu' solenne per il militare, il quale deve percio' entrare in campagna con animo lieto e tranquillo: allora vedra' che essa e' meno disastrosa di quel che alcuni la dipingono".

Ogni volta il racconto prendeva lo spunto da qui, dall'oscenita' di queste parole, dalla studiata ipocrisia che vuol banalizzare e rendere accettabile una realta' insensata ed atroce come la guerra, per la quale la stessa espressione "inutile strage", utilizzata nella pur nobile e ferma condanna del primo conflitto mondiale da parte di Benedetto XV, mi e' sempre apparsa infelice e stridente, nel suo accostare termini che devono appartenere ad ambiti di senso tra loro inconciliabili.

La festa del 4 novembre, nel calendario delle feste civili nazionali, e' stata l'unica capace di esprimere, per quasi cent'anni una qualche continuita' della storia italiana, attraversando indenne i sistemi politici liberale, fascista e repubblicano, mutando la sua pelle esteriore e ponendo l'enfasi, volta per volta, sulla Vittoria nella Grande Guerra, sul compimento dell'Unita' nazionale, sulle glorie e le memorie delle Forze armate e poi sulla loro lealta' alla Repubblica.

Oggi credo che siano maturi i tempi perche' quell'intenzione di ricordare ed onorare le vittime, che e' sempre stata la reale nota di fondo della festa, la motivazione piu' autentica della sua continuita' e della sua presenza nell'anima popolare, possa diventare anche l'unica ragione dichiarata di questa ricorrenza, spogliandola di ogni manto residuo di inaccettabile retorica.

Una festa davvero civile che, onorando la memoria delle vittime, costituisca un monito e una ferma condanna di ogni guerra e di ogni violenza.

 

6. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. FIORELLA MANZINI: UNA GIORNATA DI COMMEMORAZIONE E RIMPIANTO PER LE VITE SPEZZATE DEI MORTI IN GUERRA

[Ringraziamo Fiorella Manzini (per contatti: fiorellamanzini at libero.it) per questo intervento.

Su Fiorella Manzini dall'intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 400 riprendiamo la seguente notizia: "Sono stata insegnante di Educazione artistica. Ho aiutato alunni fragili e semplici che nel solo disegno riuscivano, seguiti con particolare attenzione, a lavorare con sufficiente risultato, favorendo la possibilita' di acquisire fiducia in se stessi; negli ultimi quindici anni della mia attivita' lavorativa ho fatto "leggere" manifesti pacifisti del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale (Cdmpi). Gli alunni hanno imparato a leggere i loghi di varie associazioni pacifiste e a conoscere importanti personaggi della storia pacifista, e a capire il perche' delle manifestazioni o proteste pubblicizzate. Ora, oltre a far parte dell'associazione Cdmpi, sono anche socia di "Percorsi di pace", e nella Casa per la Pace "La Filanda" a Casalecchio di Reno (Bo) ogni anno dall'inaugurazione organizzo in marzo una mostra d'arte su temi che variano, ma tutti si ispirano agli "obbiettivi del millennio" promossi dall'Onu. Nella vita privata, sono venuta a contatto con colf e badanti straniere con cui ho intessuto rapporti cordiali, uscendo insieme e aiutando nell'apprendere l'italiano il figlio di una di esse. Credo che il vivere con rispetto e accoglienza verso gli altri favorisca la comprensione e l'integrazione"]

 

Gli uomini della mia famiglia hanno vissuto le grandi guerre.

I miei nonni hanno preso parte alla prima guerra mondiale e sono stati felici di essere scampati alla carneficina delle battaglie. Finita la guerra, un nonno ha subito concepito mio zio Ettore come amore "al ritorno alla vita".

Nella seconda guerra mondiale mia nonna paterna, vedova, ha dovuto lasciar andare i suoi unici tre figli maschi in guerra (loro che non avevano voluto prendere la tessera del regime fascista!).

Mio padre Walther si e' trovato nella condizione di poter colpire un fratello: infatti, era stato cooptato dalla Todt (organizzazione nazista che impiegava lavoratori italiani), mentre un altro fratello si trovava dalla parte in cui erano gia' arrivati gli americani. Ma mio padre e' fuggito dalla Todt (rischiando l'esecuzione capitale se fosse stato ripreso), sull'Appennino bolognese. Scappo' per i campi fino a Massalombarda dove era sfollata mia madre. La' usciva di casa poco, solo camuffato da guercio e piu' vecchio, per poter racimolare, offrendo alcuni servizi, due soldi per la sopravvivenza. Mio padre sempre mi ha ricordato che la guerra e' uno schifo, che ha visto prepotenti capi fascisti farsela addosso dalla paura all'approssimarsi degli attacchi.

Io collaboro con il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale per far conoscere la storia del pacifismo.

Mio figlio ha fatto l'obiezione di coscienza.

Il 4 novembre, per me, dovrebbe essere una giornata di commemorazione e rimpianto per le vite spezzate dei morti in guerra.

 

7. EDITORIALE. PEPPE SINI: PER FAVORE, NE' PROVOCAZIONI NE' PAGLIACCIATE

 

Vorremmo vivamente raccomandare alle persone amiche della nonviolenza che il 4 novembre esprimeranno il proprio impegno per la pace, di evitare nel modo piu' assoluto di prestarsi a provocazioni o di inscenare pagliacciate.

Sconsigliamo nel modo piu' assoluto di presentarsi alle scandalose celebrazioni militari, e soprattutto sconsigliamo di farlo con atteggiamenti che possono dar luogo a fraintendimenti e gazzarre.

E sconsigliamo altresi' nel modo piu' assoluto di dar vita a manifestazioni chiassose e istrioniche.

Il 4 novembre sia giorno di memoria delle vittime delle guerre, e quindi giorno di lutto per gli assassinati e di lotta perche' cessino gli omicidi - omicidi di cui le guerre consistono.

Atteggiamenti esibizionisti non sono ammissibili.

Atteggiamenti che possono essere interpretati come provocatori non sono ammissibili.

Atteggiamenti frivoli e buffoneschi non sono ammissibili.

*

Proponendo l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere subalterne alle indecenti celebrazioni militari, ed assumessero su di se' la memoria delle vittime, la solidarieta' con le vittime, e quindi la rivendicazione del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso, e quindi l'impegno ad opporsi con la scelta della nonviolenza a tutte le guerre - ed agli strumenti ed apparati delle guerre: le armi e gli eserciti.

Proponendo l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere marginali ma si percepissero rappresentative dell'intero popolo italiano e quindi assumessero su di se' il dovere civile della memoria delle vittime, il dovere morale e politico di suscitare e condurre l'opposizione alla guerra assassina, il diritto e il dovere di strappare la giornata del 4 novembre - anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale - dalle grinfie dei poteri assassini per farne un momento di verita', un kairos, in cui nella memoria e nel nome delle vittime delle guerre si esprime l'impegno a far cessare le guerre, ad attuare il disarmo, a smilitarizzare i conflitti.

*

Il 4 novembre in tutta Italia - da molte citta' abbiamo avuto incoraggianti riscontri - le persone amiche della nonviolenza commemorino le vittime delle guerre, e che queste commemorazioni siano caratterizzate dal rigore, dal dolore, dalla severita', dalla solennita', dalla compassione.

E proprio nel porsi all'ascolto delle vittime la cui vita fu troncata - e con essa la possibilita' di parola -, siano tali commemorazioni nonviolente caratterizzate dal silenzio. E nel silenzio si affermi l'immenso valore civile della memoria.

Poiche' le commemorazioni nonviolente del 4 novembre sono gia', in se stesse, un gesto di opposizione alla guerra.

Poiche' le commemorazioni nonviolente del 4 novembre sono gia', in se stesse, un programma politico di costruzione della pace.

Poiche' le commemorazioni nonviolente del 4 novembre sono gia', in se stesse, un'azione diretta di coscientizzazione e di mobilitazione popolare.

*

Facendo memoria delle vittime della guerra, dando concreta espressione al monito delle vittime della guerra, in nome delle vittime della guerra, le commemorazioni nonviolente del 4 novembre diranno con chiarezza quali siano i compiti dell'ora, quali siano gli obiettivi immediati per cui il popolo italiano deve lottare affinche' finalmente prevalga la vita e la dignita' di ogni singolo essere umano e quindi dell'umanita' intera:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi;

- che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 28 del 3 novembre 2011

 

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