Ogni vittima ha il volto di Abele. 22



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 22 del 27 ottobre 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: La guerra, oggi

2. Un appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Vittorio Pallotti: Storia di Giacomo che si oppose alla guerra

4. Tiziana Valpiana: Da Kalavryta

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: LA GUERRA, OGGI

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Un tempo i caduti in guerra restavano sui campi di battaglia. Gli eserciti si scontravano fuori dalle citta'. Anche la prima guerra mondiale, tutto sommato, e' stata combattuta prevalentemente sui confini, nelle montagne, nelle campagne. Poi sono arrivati i bombardamenti sulle citta', le rappresaglie sui civili, e la guerra ora coinvolge tutti, non solo i militari in divisa.

La guerra, oggi, ha contagiato tutta l'economia, ed uccide anche in tempo di pace.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. VITTORIO PALLOTTI: STORIA DI GIACOMO CHE SI OPPOSE ALLA GUERRA

[Ringraziamo Vittorio Pallotti (per contatti: vittoriopallotti at libero.it) per questo intervento.

Per un profilo di Vittorio Pallotti dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 303 riprendiamo la seguente breve notizia biografica: "Vittorio Pallotti, nato a Bologna nel 1937, ha insegnato scienze naturali, chimica e geografia negli istituti tecnici fino al 1978. E' stato assistente volontario all'Istituto di Geografia dell'Universita' di Bologna e collaboratore dell'Istituto di Pedagogia nella stessa Universita'. Nel 1967 ha collaborato, coinvolgendo i suoi studenti, all'insediamento a Bologna della prima Comunita' di Emmaus. Nel 1968 e 1969 ha fatto parte della segreteria del Comitato nazionale per la pace in Biafra (Nigeria). Dal 1979 al 1983 ha militato nella Lega per il Disarmo Unilaterale di Carlo Cassola, partecipando ai blocchi della base missilistica di Comiso (Sicilia) e alla Marcia antimilitarista internazionale Catania-Comiso. In questi anni e' maturata l'amicizia con Davide Melodia, per due anni segretario del Movimento Nonviolento e, contemporaneamente, della Lega per il Disarmo Unilaterale (Ldu). Amicizia che si e' mantenuta e sviluppata fino alla sua morte (2006). Nel 1981-82, come membro della segreteria Ldu, ha sostenuto l'adesione alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, da poco lanciata da Mir  e Movimento Nonviolento. Nel 1984 e' stato cofondatore dell'Associazione bolognese "Antimilitarismo e Disobbedienza Nonviolenta - Adn", promotrice, all'interno del "Coordinamento Antimilitarista Bolognese - Cab" di molte azioni nonviolente. Nella prima meta' degli anni '80 ha partecipato alle grandi manifestazioni europee contro gli euromissili, nel corso delle quali ha avuto la possibilita' di raccogliere un primo nucleo di manifesti pacifisti con cui e' stato possibile organizzare la I Mostra bolognese del "Manifesto contro la guerra e la  corsa agli armamenti, per l'educazione alla pace e alla nonviolenza" (1985). Nel 1993 ha cofondato il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale - Cdmpi divenuto, nel giro di pochi anni, la piu' ampia raccolta di manifesti pacifisti al mondo (3.940 esemplari all'agosto 2010). Grazie ad essa sono state realizzate, e continuano a realizzarsi, mostre tematiche itineranti che hanno fatto conoscere  storia, obiettivi e azioni di personaggi e organismi che hanno lavorato e lottato per la pace. Nel 2001, in qualita' di presidente del Cdmpi, ha promosso l'adesione di questo organismo alla Rete Internazionale dei Musei per la Pace. Da diversi anni fa parte del Coordinamento politico della Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta - Osm-Dpn. Dal 2001 fa parte  dell'Associazione "Percorsi di Pace" di Casalecchio di Reno (Bologna) con la quale ha promosso la fondazione della Casa per la pace "La Filanda" ove, dal marzo 2006, hanno sede, tra l'altro, il Cdmpi e il Centro di Documentazione per la Pace. In rappresentanza di alcune associazioni pacifiste emiliano-romagnole e' stato cofondatore negli anni '90 del Comitato promotore della Scuola di Pace di Monte Sole (Marzabotto), trasformatasi nel 2002 in "Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole". Di quest'ultima ha fatto parte in qualita' di membro del Consiglio di amministrazione fino al 2009. Autore di vari articoli e saggi in campo geografico, storico, pedagogico, pacifista. Di quest'ultimo settore segnaliamo i volumi di cui e' stato autore o coautore: Perche', catalogo della "Mostra del manifesto contro la guerra e la corsa agli armamenti, per l'educazione alla pace e alla nonviolenza", Bologna 1987; 50 anni di pace sui muri d'Europa: 1950-2000, Cdmpi, Bologna 2000; Camminare per la pace - marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Cdmpi e Casa per la pace "La Filanda", Casalecchio di Reno (Bologna) 2009"]

 

Fin da bambino ho sentito raccontare piu' volte da mia nonna materna, una romagnola della campagna tra Faenza e Modigliana, un fatto che mi e' rimasto scolpito nella mente nei piu' piccoli particolari.

Nel 1915, all'entrata in guerra dell'Italia, uno dei quattro fratelli di mia nonna Rosa, di nome Giacomo Lanzoni, venne chiamato alle armi.

Giacomo, uno dei tanti giovani analfabeti dell'epoca, fece una riflessione che espresse subito ai suoi familiari (e, probabilmente, non solo a loro): perche' doveva andare a uccidere altri giovani come lui che non conosceva e che non gli avevano fatto nulla di male?

Decise quindi di darsi alla macchia.

Correva voce che i carabinieri del posto conoscevano il suo nascondiglio, ma finsero di non saperlo anche perche' Giacomo era conosciuto da tutti come un giovane buono, serio e onesto.

Purtroppo, dopo tre anni di clandestinita', Giacomo si ammalo' di "spagnola", la terribile epidemia influenzale che, in quel periodo, causo' in tutta Europa milioni di morti. Giacomo, risparmiato dalla guerra e dalla corte marziale, ebbe la grande sfortuna di morire di "spagnola" proprio il 4 novembre 1918, ultimo giorno del primo conflitto mondiale.

Quanti altri episodi analoghi si sono verificati in quel periodo e, purtroppo, sono rimasti sconosciuti?

Il 4 novembre di ogni anno potrebbe essere l'occasione per raccogliere e pubblicare altre testimonianze come quella riportata che, ancora una volta, testimonierebbero l'"antichita'" della nonviolenza anche nel nostro Paese.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. TIZIANA VALPIANA: DA KALAVRYTA

[Ringraziamo Tiziana Valpiana (per contatti: tiziana.valpiana at tiscali.it) per questo intervento.

Dall'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 357 riprendiamo la seguente breve notizia su Tiziana Valpiana: Attualmente in teoria sono "pensionata" in pratica ne faccio mille e una... in particolare mi sono sempre occupata e mi occupo soprattutto di donne, fertilita', maternita', intesa come promozione di una cultura della nascita, come empowerment per la donna e rispetto dei ritmi naturali del corpo, come lotta alla medicalizzazione di mamme e neonati, promozione dell'allattamento e di una relazione nonviolenta con i neonati, di diritti dei bambini. Ho avuto una lunga esperienza parlamentare, eletta in Veneto con Rifondazione Comunista. Tra le tantissime cose fatte in ambito legislativo, sono fiera di essere riuscita ad inserire nella legge sull'obiezione di coscienza con un emendamento votato il termine "nonviolenza" (tutto unito, dopo lunghe discussioni in Commissione e in Aula) e la Difesa popolare Nonviolenta (istituendo anche una Commissione consultiva). Se interessano gli ambiti operativi, allego un breve curriculum vitae "ufficiale". Profilo personale e professionale: "Nata a Brescia il 21 novembre 1951. Divorziata, una figlia. Risiede a Verona. Diploma universitario per assistenti sociali. Educatrice prenatale. Consulente editoriale. 1975-1989 Operatrice presso il consultorio Aied (Associazione Italiana Educazione Demografica) di Verona. 1981 Fondatrice dell'Associazione "Il Melograno - Centro Informazione Maternita' e Nascita", con sedi oggi in varie citta' d'Italia, della quale e' tuttora Presidente onoraria. 1990-2009 (con aspettative per incarico parlamentare) Lavora come assistente sociale presso gli Istituti Civici di Servizio Sociale Iciss (Ipab) di Verona, come responsabile del Centro Studi Infanzia. 1991 Fondatrice (e Presidente fino al 2005) dell'associazione "Cini Italia" che sostiene il Child In Need Institute di Calcutta per offrire servizi materno-infantili a una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti della periferia di Calcutta, e attualmente membro del Consiglio Direttivo. 2009 Fondatrice dell'associazione "Madri sane, Terra felice" che sostiene la casa del parto Bumi Sehat di Ibu Robin Lim a Bali e in Aceh. E' autrice di vari volumi sui temi della gravidanza, della nascita e dell'alimentazione naturale dei bambini fra cui: L'alimentazione naturale del bambino, Red Edizioni; L'agenda della maternita', Red Edizioni, Tutto sulla contraccezione, Muzio Editore, Ricette per l'alimentazione naturale del bambino, Red Edizioni, Pranzetti e merende, Red Edizioni. Ha collaborato con diverse riviste di alimentazione e stili di vita naturali e con diverse case editrici come consulente sui temi della nascita e dei primi anni di vita". Incarichi istituzionali ed attivita' parlamentare: "Eletta alla Camera nella XII legislatura ha fatto parte della XII Commissione permanente - Affari Sociali, della IV Commissione permanente - Difesa e della Delegazione italiana all'Assemblea dell'Atlantico del Nord. E' inoltre stata Segretario della Commissione Speciale in materia di Infanzia. Eletta nuovamente alla Camera nella XIII legislatura ha fatto parte della XII Commissione permanente - Affari Sociali e della Commissione parlamentare per l'Infanzia. Eletta ancora alla Camera nella XIV legislatura e' stata Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati e ancora una volta componente della XII Commissione permanente - Affari Sociali e della Commissione parlamentare per l'Infanzia. E' stata nominata, dal Presidente della Camera, rappresentante dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati nel Comitato per le pari opportunita'. Eletta al Senato nella XV legislatura è stata membro della XII Commissione permanente - Igiene e Sanita', della Commissione parlamentare per l'Infanzia e della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito" (scheda tratta da: I deputati e senatori del quindicesimo Parlamento della Repubblica, La Navicella, 2006)]

 

Sono stata recentemente in un viaggio organizzato dall'Istituto veronese per la Storia della Resistenza a Kalavryta, un paesino di montagna del Peloponneso in cui il 13 dicembre del 1943 i nazisti hanno ucciso tutta la popolazione maschile dai 13 ai 75 anni. Le donne e i bambini erano intanto rinchiusi nella scuola alla quale e' stato dato fuoco, cosi', avviandosi su per la collina dove e' avvenuta la strage - come i nazisti avevano ordinato, con il mangiare per un giorno e una coperta, per dare loro l'impressione che sarebbero stati portati a lavorare - hanno vissuto lo strazio di saper bruciate vive le loro mamme, le loro mogli, le loro figlie e figli, fatti invece uscire da una porta laterale invisibile dall'alto. Questo estremo gesto non era di pieta' ma un'ennesima violenza e barbarie: le donne hanno dovuto poi trascinare al paese e seppellire i corpi dei loro uomini, resi rigidi dalle temperature invernali, servendosi delle coperte (e questa cura dei corpi crivellati testimonia il bel monumento nel cortile della scuola diventata ora Museo e memento), mentre i nazisti, bloccando la gola che conduce al paese, hanno impedito alla Croce Rossa di raggiungerlo per ben cinque giorni, lasciando le donne, i bambini e le bambine e i vecchi privi di alimenti.

Mentre portavamo un saluto reverente al cimitero e un omaggio con una breve cerimonia aperta dalla bandiera della pace sul luogo della strage ove campeggia un monumento che riporta i nomi dei tanti bambini e ragazzini minorenni mitragliati, ci si e' avvicinato un anziano: le lacrime agli occhi, ci ha ringraziato di aver raggiunto, con una cremagliera da brivido, quel paesino rinato grazie alla forza della disperazione di quelle donne che in un modo o nell'altro hanno dovuto continuare a crescere i figli.

Aveva quattro anni, nella strage sono stati uccisi il nonno, il babbo, gli zii, un fratellino di 14 anni. Ci ha parlato di pace. Ho pensato alla sua mamma, allieva, forse ignara, di Maria Montessori: "L'educazione e' l'arma della pace e la pace e' la condizione della buona educazione". E' grazie alla forza civile di queste vittime, come di tutte quelle, civili e militari, della prima guerra mondiale e di tutte le guerre, che possiamo ancor oggi parlare di educazione di pace.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Numero 22 del 27 ottobre 2011

 

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