Telegrammi. 670



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 670 del 6 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Sciopero generale contro la guerra, contro il razzismo, contro il regime della corruzione

2. Sette domande a Graziella Bevilacqua

3. Sette domande a Ilaria Ciriaci

4. Una domanda a Caterina Davinio

5. Sette domande a Rosella De Leonibus

6. Sette domande a Ferdinando di Orio

7. Si e' svolto il 4 settembre a Viterbo un incontro in preparazione della marcia Perugia-Assisi

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL REGIME DELLA CORRUZIONE

 

Al di la' dei limiti e delle ambiguita' delle piattaforme con cui meritoriamente la Cgil ed altri sindacati hanno convocato lo sciopero generale di oggi, esso ha un significato fondamentale assolutamente inequivocabile.

E' un atto di opposizione non solo a una politica economica governativa sciagurata, ma anche a quel governo stesso ed alla sua politica complessiva nella quale "tutto si tiene".

Ed e' un atto di opposizione che nel suo stesso darsi invoca e prefigura l'altenativa politica ed economica, sociale e culturale, morale e civile ad un tempo possibile e necessaria: l'alternativa nonviolenta, ovvero: l'alternativa femminista ed ecologista, socialista e libertaria, una politica di pace e di solidarieta'.

E' quindi lo sciopero generale contro il governo golpista e contro il regime della corruzione.

E' quindi lo sciopero generale contro la guerra e contro il razzismo: guerra e razzismo essendo i due elementi maggiormente caratterizzanti la politica del governo golpista e corrotto, ed essendo altresi' gli elementi maggiormente strutturanti la politica governativa in campo economico.

Ed e' quindi altresi' lo sciopero generale contro i poteri criminali e la devastazione della biosfera: essendo l'internita' all'economia illegale e la contiguita' ai poteri criminali cosi' come il saccheggio ambientale altrettante caratteristiche non solo della politica governativa, ma del governo in carica tout court nella sua stessa ispirazione, genesi e composizione.

Lo sciopero generale e' allora anche un atto di riaffermazione e riconquista di legalita' e democrazia, di opposizione agli omicidi e alle distruzioni.

Lo sciopero generale e' l'azione diretta nonviolenta oggi necessaria.

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E dallo sciopero generale si avvii un percorso che:

1. promuova la costruzione di un comitato di liberazione nazionale che unisca tutte le forze democratiche, politiche e sociali, con l'obiettivo di un'alternativa di governo per la legalita', la democrazia, la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani;

2. promuova un programma politico di governo di alternativa che abbia tra i suoi elementi fondamentali l'opposizione alla guerra e al razzismo, l'impegno per il disarmo, la difesa dell'ambiente, il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, il rispetto della legalita' costituzionale;

3. ponga l'obiettivo immediato delle dimissioni del governo golpista della guerra e del razzismo.

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In questo percorso di resistenza e di liberazione la prossima decisiva tappa sara' la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, che puo' e deve essere una grande assemblea itinerante in cui discutere democraticamente il progetto dell'alternativa nonviolenta.

Anche qui: non e' di grande importanza la piattaforma proposta dagli organizzatori della marcia; decisiva sara' la quantita' e la qualita' della partecipazione, ovvero il manifestarsi della consapevolezza del compito dell'ora: e il compito dell'ora e' la costruzione dell'alternativa nonviolenta.

Dalla marcia Perugia-Assisi puo' e deve venire una parola di verita' per il programma di lotta e di governo dell'intero movimento democratico, e tale programma deve avere come cardini:

a) l'opposizione integrale alla guerra: e quindi l'immediata cessazione della partecipazione italiana alle guerre in corso; e quindi il taglio drastico delle spese militari; e quindi una politica reale di disarmo (disarmo vero, con iniziative unilaterali), di smilitarizzazione, di riconversione dell'industria bellica a produzioni civili e laddove cio' non sia possibile di smantellamento dell'industria bellica tout court creando alternative occupazionali nel campo della pace, dei servizi sociali, della sostenibilita' ambientale;

b) l'opposizione al razzismo e la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani: e quindi l'abrogazione immediata di tutte le incostituzionali, criminali e criminogene leggi e misure amministrative in cui si e' concretizzato negli anni il colpo di stato razzista in Italia; una politica di accoglienza ed assistenza che miri a salvare le vite di tutte le persone e a promuovere la civile convivenza fra tutte le persone;

c) la conversione ecologica dell'economia: e quindi lo stop immediato a tutte le "grandi opere" che consumano, degradano, inquinano, devastano il territorio e aggrediscono le comunita' locali e la biosfera; la difesa intransigente dei beni comuni; una promozione e gestione democratica e responsabile della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche; una politica sostenibile dell'energia e dei consumi che promuova stili di vita sobri e adeguati ai limiti del pianeta ed a garantire a tutti gli esseri umani ora esistenti ed alle generazioni future un mondo vivibile;

d) la lotta al regime della corruzione, all'economia illecita, ai poteri criminali;

e) la difesa della salute e il rispetto della vita di tutti gli esseri umani;

f) il rispetto degli animali non umani e della biosfera;

g) la difesa della civilta' umana nella pluralita' dei suoi saperi e linguaggi;

h) l'opposizione intransigente alla violenza maschilista e patriarcale;

i) l'inveramento del diritto al lavoro attraverso una politica della piena occupazione con una adeguata redistribuzione dei compiti, degli orari e dei beni, a beneficio dell'umanita' intera.

La nonviolenza e' in cammino.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GRAZIELLA BEVILACQUA

[Ringraziamo Graziella Bevilacqua (per contatti: bevilacquagraziella at tiscali.it) per questa intervista.

Graziella Bevilacqua vive a Genova, e' impegnata nel Movimento Internazionale della Riconciliazione ed in molte iniziative di pace e di solidarieta', per i diritti umani e la difesa della biosfera, di azione e formazione nonviolenta]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Graziella Bevilacqua: La Marcia ha portato alla coscienza collettiva la questione dell'opposizione, costituzionale, alle guerre e agli armamenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Graziella Bevilacqua: Anche quest'anno la Marcia dovrebbe metter al centro questi temi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Graziella Bevilacqua: La nonviolenza e' in cammino!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Graziella Bevilacqua: Ottima l'iniziativa della lettera inviata dal Movimento Nonviolento a Susanna Camusso in occasione dello sciopero del 6 settembre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Graziella Bevilacqua: Grande la rilevanza delle rivoluzioni pacifiche in Tunisia ed Egitto e degli Indignati in Spagna.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Graziella Bevilacqua: Mi concentrerei sulla necessita' di smascherare l'ipocrisia con la quale si giustificano le guerre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Graziella Bevilacqua: La nonviolenza e' in primo luogo la consapevolezza del rispetto dovuto a se stessi e agli altri, e della difesa dei diritti universali, con mezzi pacifici ma attivi.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ILARIA CIRIACI

[Ringraziamo Ilaria Ciriaci (per contatti: paoloeilaria12345 at vodafone.it) per questa intervista.

Ilaria Ciriaci e' presidente emerita del Mir, Movimento Internazionale della Riconciliazione, articolazione italiana del Mir-Ifor, una delle piu' importanti reti nonviolente internazionali]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Ilaria Ciriaci: La sensazione e' che la marcia Perugia-Assisi, al di la' delle intenzioni e delle specifiche degli organizzatori che di anno in anno variano, stia sempre piu' diventando il momento della mobilitazione collettiva, lo spazio-tempo per incontrare ed esserci; la possibilita' di sentirsi parte di un movimento che, anche se dotato di connotazioni diversissime al suo interno, rappresenta l'occasione per riappropriarsi del proprio potere e di quel sano protagonismo che caratterizza la gestione democratica della societa'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Ilaria Ciriaci: Particolarmente interessante quest'anno sara' il coinvolgimento del Movimento Nonviolento di Capitini nella organizzazione diretta della marcia giunta ai cinquanta anni dalla sua prima edizione. E' una nuova occasione per diffondere idee e cultura della nonviolenza, per scoprire o riscoprire la figura di Aldo Capitini, figura molto rilevante del pensiero italiano ma decisamente poco conosciuto. Anche il metodo della organizzazione condivisa con i giovani ribadisce il senso di una marcia: non solo la meta finale, il camminare insieme condividendo la fatica e gli obiettivi e' gia' il risultato. Inoltre la centralita' dei fatti della "primavera araba" nel dibattito comune apre la possibilita' di approfondire le esperienze di difesa popolare nonviolenta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Ilaria Ciriaci: Penso che attualmente si possano riscontrare almeno due livelli diversi rispetto la conoscenza e l'approccio nonviolento alla gestione delle esistenze. Un primo piano riguarda la conoscenza e la consapevolezza delle persone comuni   rispetto la nonviolenza. Mi sembra crescente il numero di chi ritiene sempre meno efficace la gestione delle controversie interne ed esterne al nostro Paese attraverso l'uso della forza delle armi. Negli anni di militanza ho notato un crescente interesse per la narrazione di esperienze di difesa nonviolenta; di conoscenza di pensatori e teorici della nonviolenza attiva; di sensibilita' verso esperienze di difesa popolare nonviolenta; di apprezzamento riguardo iniziative concrete di azioni nonviolente anche semplici; di fiducia nella gestione di conflitti e rivendicazioni tramite l'uso della diplomazia e del coinvolgimento delle persone nella cosa pubblica. Tutto cio' suggerisce che la pace e la nonviolenza si imparano; che la consapevolezza anche collettiva passa per assorbimento attraverso la cultura che in quanto tale e' in continuo divenire e dunque va curata, alimentata, stimolata senza sosta. L'altro piano e' quello dei movimenti nonviolenti storici e meno storici che sono attivi nel nostro Paese. Come spesso avviene nell'ambito delle scelte alternative alle impostazioni di massa della gestione della cosa pubblica, spesso i nostri movimenti pullulano di creativita' e di una gran dose di generosita' presso gli attivisti. Altrettanto spesso tuttavia sono divisi fra di loro: differenti pur se non divergenti. Questo e' importante; la diversita' e la non sovrapponibilita' che li contraddistingue non impedisce la possibilita' di collaborare sulla base di progetti comuni. E' vero che come in ogni ambito umano a volte si leggono personalismi o desideri di protagonismo: sta all'intelligenza dell'intera comunita' nonviolenta andare oltre le rivendicazioni di autenticita' che spesso non giovano alla causa comune. Ma anche i nonviolenti, come tutti, hanno bisogno di crescere ed andare oltre loro stessi!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Ilaria Ciriaci: Una delle idee piu' brillanti, a mio giudizio, di Aldo Capitini fu l'avvio dei Centri di orientamento sociale. In una situazione di grande incertezza sul futuro del nostro Paese quale poteva essere la fine di un lungo periodo di dittatura e di consuetudine sociale alla delega del proprio potere sulla cosa pubblica, i Cos rappresentarono l'investimento verso una autentica ricostruzione di quel tessuto sociale spesso privo di punti di riferimento certi. Penso che oggi quell'attivita' fondamentale sia svolta in Italia dai movimenti storici che hanno come scopo non tanto e non solo la realizzazione di progetti specifici ma soprattutto la costruzione delle idee, dei ragionamenti, delle opinioni. Esempio semplice e vicino nel tempo e' la consultazione referendaria dello scorso giugno che e' riuscita nel suo scopo proprio perche' il lavorio coraggioso e costante di decine di movimenti ed associazioni anche piccoli e marginali hanno fatto la differenza tra il capire e l'ignorare i contenuti e dare la possibilita' all'elettorato di avere un'opinione propria.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Ilaria Ciriaci: Il fenomeno che mi sembra emblematico di un piu' generale risveglio delle coscienze sul lungo periodo ed adatte al rinnovamento piu' generale del nostro tessuto sociale mi sembra possa ravvisarsi nell'approccio di dialogo trasverale ed assolutamente nonviolento del movimento "Se non ora quando" che partito dall'iniziativa preponderante delle donne non ha avuto difficolta' a coinvolgere le energia anche di tanti uomini disponibili a leggere tra le righe di un appello che va al cuore del problema e non denuncia una situazione legata ad una parte della societa' a scapito di altre. Questa inclusivita' di obiettivi a favore di tutti mi sembra essere l'approccio giusto per una azione che desideri essere per tutti, ovvero il bene comune e non esclusivo. La partecipazione di massa alla consultazione referendaria indica inoltre il desiderio di esserci e di riprendere nelle proprie mani quegli strumenti di gestione della democrazia che a lungo i nostri concittadini hanno preferito non utilizzare adducendo la noia al ricorso di uno strumento a volte abusato; la consapevolezza invece che gli strumenti previsti dalla nostra Costituzione per arginare manovre di accentramento di potere ed allontanamento forzato della gente dai suoi diritti inviolabili e non negoziabili lascia sperare in un piu' ampio risveglio del desiderio di essere protagonisti. Spero che i movimenti ed i partiti abbiano colto questo eloquente segnale e sappiano lasciare lo spazio necessario a che cio' possa avvenire.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Ilaria Ciriaci: Penso che l'esito referendario dello scorso giugno che ha detto una parola definitiva sull'uso del nucleare per la produzione di energia nel nostro Paese, abbia messo in rilievo l'emergenza legata alla mancanza di un reale piano energetico nazionale. Le alternative tecnologiche non ricevono sostegno mentre l'approvvigionamento di petrolio ci fa partecipare a guerre in Paesi vicini al nostro. L'energia, il modello di sviluppo, la risposta al bisogno di acqua sono indissolubilmente legati al lavoro per la pace. Dire pace oggi significa dire modo di vivere, scelte di quotidianita', prese di posizione. Essere costruttori di pace significa costruire e richiedere modelli di sviluppo sostenibili.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Ilaria Ciriaci: Con la mia semplice esperienza. Penso che la nonviolenza possa essere interpretata come un paio di occhiali. A volte cambiare il colore delle lenti da sole da' una visione della realta' e delle sue sfumature a volte inaspettata. Ci sono delle lenti che mi infastidiscono e mi provocano agitazione piu' che rilassarmi lo sguardo: anche una lettura deterministica della storia e degli eventi mi inquieta e mi mette all'angolo; una lettura settaria ed escludente della storia e dei gesti delle persone mi inasprisce e mi fa desiderare allontanamento e solitudine nonche' paura e desiderio di cieca difesa. La lettura nonviolenta della vita, invece mi fornisce l'opportunita' di guardare oltre l'apparente, mi regala una maggiore dose di consapevolezza sull'agire umano e sulle motivazioni profonde di comportamenti anche inaccettabili nelle relazioni. Per agire costruttivamente bisogna capire e per capire bisogna poter guardare in profondita'. E gli occhiali debbono essere della gradazione giusta!

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UNA DOMANDA A CATERINA DAVINIO

[Ringraziamo Caterina Davinio (per contatti: davinio at tin.it) per questa intervista.

Caterina Davinio e' una poetessa e scrittrice italiana attiva anche nel campo dell'arte visiva. Tra le pubblicazioni: Color Color, romanzo finalista al premio Feronia, il saggio Tecno-Poesia e realta' virtuali (Sometti, Mantova 2002), la raccolta poetica Fenomenologie seriali. In uscita la raccolta di scritti Virtual Mercury House, Polimata 2011. Tra i pionieri dell'arte e della poesia digitali, ha esposto suoi lavori in oltre trecento mostre nel mondo, tra le quali piu' edizioni della Biennale di Venezia, la Biennale di Lyon, la Liverpool Biennial, la Athens Biennial, la Biennale of Sydney, E-Poetry (NY, Usa) e molte altre]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Caterina Davinio: La nonviolenza e' molto importante, soprattutto in un momento in cui il mondo e' ancora attraversato da guerre dichiarate e non, e da violenze di ogni genere. La nonviolenza e' una mentalita' che tiene conto del punto di vista dell'altro e della giustizia, e soprattutto della consapevolezza che la violenza e' sempre ingiusta e insensata: ingiusta perche' colpisce i piu' deboli, e insensata perche' e' inefficace contro i piu' potenti.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ROSELLA DE LEONIBUS

[Ringraziamo Rosella De Leonibus (per contatti: r.deleon at tin.it) per questa intervista.

Rosella De Leonibus vive a Perugia. E' psicoterapeuta della Gestalt e formata nell'applicazione dell'Emdr. Associata Sipg - Societa' Italina Psicoterapia della Gestalt, Emdr Italia e Sisst - Societa' Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico, lavora con adulti, adolescenti, coppie e gruppi. Si occupa anche di formazione e supervisione di equipes, e collabora con istituzioni pubbliche e private per progetti di prevenzione, di sensibilizzazione ed educazione sociale. Insieme ad altri colleghi ha fondato l'Associazione Ciformaper, Centro Italiano di Formazione in Psicologia-Ecologia-Relazione - Gestalt Ecology, di cui e' responsabile per la sede umbra. Da molti anni collabora alle attivita' convegnistiche e formative della Cittadella di Assisi. Per "Rocca", rivista quindicinale di cultura, politica, societa', edita dalla Pro Civitate Christiana di Assisi, cura rubriche periodiche su temi psicologici. Oltre a numerosi articoli di psicologia applicata, editi in riviste di settore e di divulgazione, ha pubblicato Psicologia del quotidiano (2005) e Cose da grandi: nodi e snodi dall'adolescenza all'eta' adulta (2006), entrambi per Roccalibri, Cittadella Editrice. Suoi contributi sono stati pubblicati in altri volumi di tematiche psicologiche e di formazione permanente. E' responsabile della collana "Alfabeti per le emozioni" nell'ambito delle Psicoguide di Cittadella Editrice, per cui ha pubblicato P come paura (2009) e C come coraggio (2010)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Rosella De Leonibus: Mi piace rispondere a questa domanda cominciando da qualche ricordo personale, anche in onore alla tradizione del "ripartire da se'" cara al movimento delle donne, che ho attraversato attivamente lungo tutto il percorso che ci ha portato, lo scorso febbraio, fino alla piazze di "Se non ora, quando". Credo che la testimonianza personale possa colorare in modo unico il racconto di un evento e di una pratica collettiva, e possa aggiungere qualcosa alle parole piu' astratte che tutti noi possiamo pronunciare. La mia prima marcia della pace l'ho percorsa nel 1981, sono esattamente trent'anni, un mio anniversario personale. E' stato durante la marcia, nel tragitto di andata, che io e il mio allora fidanzato abbiamo deciso di sposarci... Da allora, le ho percorse tutte, senza saltarne neppure una. Soltanto una volta, a causa di problemi ad un ginocchio, ho fatto a piedi solo una parte del percorso, esattamente da Santa Maria degli Angeli ad Assisi, ma non ho voluto rinunciarci neppure allora. L'atmosfera della marcia in questi anni si e' espressa in diverse angolature, spesso ci sono state ibridazioni e contaminazioni con altre tematiche, a volte anche lontane dai temi della pace e della nonviolenza, e ci sono state anche occasioni in cui e' diventata una bella vetrina per qualche politico, negli scorsi anni. Nonostante cio', credo che questo appuntamento abbia reso possibile mantenere in primo piano, dare visibilita', a temi che nel quotidiano delle comunicazioni, mediatiche e non, passano in secondo piano. Temi di grande respiro, come il bisogno di pace e di giustizia, la democrazia reale, il rispetto delle differenze, il riconoscimento della nostra comune umanita' davanti alla guerra, al dominio economico e allo sfruttamento delle risorse del pianeta da parte di poche multinazionali... Non mi risulta che, a livello di societa' civile, ci siamo state cosi' tante altre occasioni, specialmente in questi ultimi anni, per incontrarsi e confrontarsi su questioni di grande portata, temi molto al di la' delle contingenze elettorali. Ricordo le immagini dei tanti autobus che venivano dagli angoli piu' remoti d'Italia, con le facce piene di sonno delle persone che scendevano, le piccole delegazioni di persone che riuscivano a venire alla marcia dagli angoli piu' impensabili del pianeta: dall'Africa subsahariana, dalla Birmania, ed essere la', tutti insieme a camminare su quella strada... E alla fine, alla Rocca di Assisi, davanti al palco dove si alternano le testimonianze di persone piu' o meno famose provenienti da ogni area dell'Italia e del pianeta, il cerchio dei gonfaloni delle citta' di tutta la penisola, Acireale vicino a Lucca, Lecce accanto a Mondovi'. L'Italia delle citta', l'Italia della societa' civile, quella che vive sulla propria pelle le crisi, quella che cerca le soluzioni, quella che i diritti poi li traduce ogni giorno in servizi ai cittadini, alla marcia c'e' sempre stata. Anche questo e' uno dei significati della marcia in questi 50 anni. E' sempre stata per me una grande scossa emozionale, un riaccendersi della speranza, un contarsi, e sentire che questi temi non muoiono, non passano di moda, non escono dalla coscienza delle persone, neppure negli anni del riflusso, neppure negli anni dello yuppismo, neppure negli anni in cui il berlusconismo era ancora abbagliante di lustrini, neppure negli anni in cui Bush, e con lui l'Europa, volle andare a stanare "l'impero del male". C'e' un'altra piccola nota a margine che vorrei condividere: la presenza di cosi' tante persone, diversissime per eta' e appartenenza sociale, unite dal bisogno di "esserci", di uscire dalle case, di guardarsi intorno e cercare nello sguardo degli altri la stessa vibrante tensione politica, lo stesso sogno. Gli slogan e le canzoni che passano da un gruppo all'altro, in un vitale contagio, e mai un incidente, mai un'esasperazione, una contrapposizione meno che corretta. Con gli amici con cui marciavamo insieme ci interrogavamo, data la lunga abitudine di noi tutti alla frequentazione di manifestazioni e piazze, chiedendoci cosa avesse di speciale questa marcia, nonostante qualche incertezza nella collocazione politica, qualche inabissamento carsico di alcune tematiche, per mantenere negli anni la sua vitalita', la sua qualita' di slancio e testimonianza attiva e soprattutto questa atmosfera creativa di incontro e scambio senza barriere. Qualche volta abbiamo pensato che una parte, in tutto questo, la giocasse anche il paesaggio umbro... Umanita' in cammino. Un altro mondo e' possibile. La marcia della pace Perugia-Assisi per 50 anni lo ha testimoniato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Rosella De Leonibus: Quest'anno il tema dei diritti intercetta la nostra vita quotidiana anche nel micro delle nostre esperienze. Diritto al lavoro, diritto al futuro, diritto, per tanti giovani, a pensare, e pensarsi, protagonisti e non comparse della propria esistenza. C'e' questo grande tema della paura collettiva, a cui siamo da un po' di tempo tutti sottoposti. Ci romba nelle orecchie ogni giorno la minaccia senza volto di una "perdita", e il sentimento di confusione e impotenza che ne deriva potrebbe spingere alcuni, troppi, a rifugiarsi nel privato, a tenere strette le proprie piccole sicurezze e a delegare ai potenti le azioni di sistema. La marcia puo' essere ancora una volta l'occasione per uscire dalla passivita', per uscire dall'isolamento, recuperare uno sguardo politico, nel senso piu' alto del termine, sulle cose del mondo. Perche' il mondo siamo noi, perche' l'immigrato che affonda nel Canale di Sicilia siamo noi, i giovani siriani torturati in carcere siamo noi, i ragazzi senegalesi sfruttati nei campi italiani siamo noi, le famiglie a rischio di poverta' della porta accanto, che da gennaio 2012 vedranno tagliati praticamente tutti i servizi dei Comuni, siamo noi, le madri del Corno d'Africa profughe nel deserto coi loro bimbi al collo siamo noi. Siamo noi i ragazzi delle periferie urbane che non hanno ancora trovato linguaggi diversi dalla violenza per gridare la loro disperazione. Siamo noi tutti quelli che ormai rischiano di assuefarsi alla corruzione e al malgoverno, e rischierebbero di trasporre nella propria sfera privata la stessa logica, se non ci svegliamo, se non ci alziamo in piedi e non ci indigniamo abbastanza. E vogliamo muoverci, vogliamo contarci e contare, ora, adesso.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo stato dell'arte della nonviolenza oggi in Italia?

- Rosella De Leonibus: Non ci sono tanti titoli di giornale in prima pagina, sulla nonviolenza in Italia... ne' tanti manifesti sui muri, ne' tanti libri sugli scaffali davanti delle librerie, ne' tanti interventi di esponenti della nonviolenza in trasmissioni televisive, ne' tanti video su youtube... Dal mio punto di osservazione direi che la nonviolenza e' un concetto molto difficile da afferrare per la maggior parte delle persone, e come pratica di vita viene percepita come ancora piu' difficile. Eppure e' un'idea-guida formidabile, che avrebbe un potere di attrazione inimmaginabile. Forse sarebbe utile uno sforzo di comunicazione, per andare oltre le terminologie troppo strettamente filosofiche, e connettersi piu' direttamente alle esperienze quotidiane di relazione e di azione. Si potrebbe far intravedere meglio, anche all'esterno del movimento nonviolento, le potenzialita' enormi di questa idea-guida, dall'ambito educativo e della formazione (e si sa quanto ce ne sarebbe bisogno), fino alla comunicazione e all'azione politica. Dall'educazione emozionale che la pratica della nonviolenza comporta, fino alle pratiche nonviolente di gestione del conflitto, che potrebbero fornire preziosi strumenti per la mediazione sociale... Dall'altro lato, osserviamo anche che e' difficile, per un individuo-massa dominato dalla comunicazione mediatica, riconoscersi in un'idea-guida, come la nonviolenza, che e', nella sua natura, fortemente in antitesi rispetto alla ideologia dominante, la quale invece vede e pensa al rapporto col potere solo in termini di gioco a somma zero tra potenti e potuti, dove per vincere devo annientare te. Eppure, anche in presenza di tali difficolta', alcuni potenti semi della nonviolenza stanno germogliando un po' ovunque. Nelle forme di lotta e protesta sociale vediamo sempre piu' spesso filtrare, anche se non nominate esplicitamente, le modalita' creative e di esposizione personale della lotta nonviolenta, e semi delle pratiche di comunicazione nonviolenta sono nati nella pedagogia, nella psicologia della comunicazione. Nel dibattito sull'intercultura, almeno nella sua parte piu' avanzata, ci sono le tracce della elaborazione filosofica della nonviolenza, e in tante pratiche di solidarieta' sociale, di disobbedienza civile, di resistenza alle mafie, di educazione alla legalita', di rispetto dell'equilibrio ecologico e della vita sul pianeta, c'e' sullo sfondo la presenza della nonviolenza. Bisogna far crescere questi germogli, e forse bisogna anche nominarli, identificarli come progetti e idee connessi alla elaborazione filosofica della nonviolenza, per dare dignita' di innovazione a tante buone pratiche, e per metterle, come si dice oggi, "a sistema", renderle cioe' riproducibili, farne lo strumento potente e rivoluzionario che esse gia' sono.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il movimento nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni, e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Rosella De Leonibus: Certamente un ruolo di ponte, di tramite, che metta in connessione le tante articolazioni in cui questa idea-guida si traduce e si manifesta. Vedrei bene i movimenti, le associazioni, i gruppi nonviolenti presenti in Italia alzare la mano e prendere la parola sui temi della politica, sul linguaggio della politica, tanto per cominciare... E poi certamente sui temi della tutela dell'ambiente, delle energie rinnovabili, dei tempi di vita e di lavoro nelle citta', e sulla cittadinanza attiva, nelle azioni di prossimita'... Un ruolo di mediatori nel dibattito sulle tematiche della convivenza civile, certo, e la proposta concreta di farsi portatori di idee creative, innovative, azioni nonviolente, in ogni realta' in cui le persone lottano per i loro diritti, per la vita, per la giustizia, per uscire dalla discriminazione e dalla emarginazione. Sarebbe auspicabile un ruolo piu' propositivo, che permetta di acquisire autorevolezza fino a poter diventare, per esempio, anche interlocutori di altre organizzazioni politiche, culturali, sociali, e magari anche di quelle istituzioni territoriali con cui si condivide il valore della dignita' della persona, il valore delle relazioni tra gli umani, e tra gli umani e il pianeta che li ospita.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Rosella De Leonibus: In Italia il momento che ho visto piu' significativo e piu' denso di contenuti, anche di innovazione metodologica, e' stato quello che ha mosso le piazze di "Se non ora quando". Erano anni che si attendeva qualcosa di cosi' trasversale, un atto di orgoglio e di affermazione delle donne, a cui sono stati invitati anche tutti gli uomini che non possono piu' riconoscersi nelle logiche di quell'"universale neutro" maschile che ha ripreso troppo spazio per troppo tempo nella coscienza collettiva. E poi la campagna per i referendum di giugno, che e' avvenuta al di la' e attraverso le formazioni politiche, e che ha visto il passaparola, l'impegno personale diretto e prossimale, e le piazze di Milano, di Napoli, di tante altre citta' dopo il voto delle elezioni amministrative, e prima di tutto questo, ma non meno potente, la lotta nonviolenta degli operai immigrati issati sulla gru sulla quale lavoravano, emblema dell'isolamento e della preclusione di qualunque radicamento che caratterizza le vite di tanti lavoratori immigrati. E poi, nel mondo, lo straordinario movimento degli indignados, dove si sono definite nuove leadership, finalmente di giovani, con l'occupazione pacifica delle piazze, ed infine la primavera araba, con le sue migliaia e migliaia di civili morti e torturati, le sue vicende cosi' angosciose, e i suoi esiti ancora oggi cosi' incerti e fragili.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrerebbe maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Rosella De Leonibus: I prossimi mesi vedranno, in Italia, gli effetti piu' pesanti della crisi economica, ma anche della crisi di fiducia nel futuro per tante persone: quelle che si trovano da anni nel circuito umiliante ed ansiogeno del precariato, quelle che si sono impegnate con gli studi e non riescono ad avere prospettive, le famiglie che gia' devono fronteggiate condizioni di poverta' (in Italia sono otto milioni le persone che vivono con l'incubo di non farcela ad arrivare alla fine del mese) e che dovranno trovare soluzioni per sopravvivere agli ulteriori tagli nella spesa sociale... in tutte queste situazioni si rischia di sentirsi sconfitti e inermi. La nonviolenza e' anche uno strumento che restituisce dignita' a chi crede di non averla piu', o a chi teme di perderla, e potrebbe rappresentare una risorsa preziosa per forme di presenza - oltre che di protesta - sociale, per dare voce a chi non l'avrebbe, per mantenere una presenza centrale di queste categorie di persone nell'agenda della politica. Un'altra iniziativa, stavolta anche sul versante della "cultura" della nonviolenza oltre che su quello dell'azione nonviolenta, potrebbe andare nella direzione del sostegno alla legalita' e al buongoverno. C'e' davvero bisogno di rifondare una responsabilita' personale e politica, e sarebbe molto potente una presenza dei movimenti nonviolenti nella lotta contro le mafie, la corruzione, il malgoverno. Sono i veleni che uccidono i diritti, primo tra tutti il diritto alla giustizia e all'uguaglianza. E poi auspico un intervento di lungo termine del movimento nonviolento in Italia per le azioni a favore dell'integrazione culturale e sociale dei migranti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Rosella De Leonibus: Gli suggerirei la lettura dell'ultimo capitolo del libro "C come Coraggio", che ho scritto lo scorso anno per Cittadella Editrice di Assisi, una casa editrice molto sensibile alla nonviolenza, che ha parecchi altri titoli sul tema. Il capitolo di C come Coraggio che suggerisco riguarda il coraggio della nonviolenza. Chiedo perdono per l'ineleganza della autocitazione e provo a formulare una risposta concentrata e forte. La nonviolenza e' la piu' innovativa idea filosofica e la piu' innovativa pratica politica e sociale del ventesimo secolo. E' un'idea e una pratica che richiede molto coraggio e molta forza, ma non si tratta della forza o del coraggio armati, connotati da distruttivita' e morte. E' una forza diversa, e' il coraggio di esporsi in prima persona. Ha ridato speranza e dignita' a centinaia di milioni di persone, dal sud degli Stati Uniti all'India, fino al Sud Africa e, ci auguriamo oggi, ai paesi del sud del Mediterraneo. Permette alle persone di uscire dalla sottomissione, di ricostruire la propria dignita' e di riconoscere valore a tutti gli esseri umani. Permette di superare l'idea che se c'e' un vincitore ci deve essere per forza un vinto, e permette di entrare in una visione del mondo dove viene riconosciuto il legame indissolubile che tutti ci unisce. Con la nonviolenza, il coraggio abbandona la sua armatura di guerra e diventa visione del futuro, per te e per tutti, "tu-tutti", come diceva Aldo Capitini. E' la forza spirituale capace di realizzare "l'amore politico" nella storia. E' una visione del futuro che riguarda la relazione tra gli esseri umani, la relazione tra i popoli e tra le culture, e la relazione con gli altri esseri viventi e il pianeta. Non credo che nel terzo millennio l'umanita', la sua storia, potra' fare a meno della nonviolenza.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FERDINANDO DI ORIO

[Ringraziamo Ferdinando di Orio (per contatti: rettore at cc.univaq.it) per questa intervista.

Ferdinando di Orio, professore universitario di Igiene e Medicina Preventiva, attuale Rettore dell'Universita' degli Studi dell'Aquila, e' stato Senatore della Repubblica nella XII e XIII legislatura. E' autore di numerose pubblicazioni scientifiche nei campi dell'epidemiologia, della medicina preventiva e della sanita' pubblica. Particolare attenzione dedica alle problematiche sanitarie e sociali dei Paesi in via di sviluppo, e alle ripercussioni sulla salute delle popolazioni causate dai processi di globalizzazione economica e culturale]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Ferdinando di Orio: La marcia Perugia-Assisi ha rappresentato in questi cinquant'anni l'iniziativa che meglio ha dimostrato il significato essenziale della nonviolenza, che non e' una rassegnata metodologia incapace di modificare l'esistente, ma e' soprattutto uno stile di vita che, nel rifiutare ogni forma di aggressivita' fisica, verbale ed anche di pensiero, pone le premesse per cambiamenti radicali della persona e della societa'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Ferdinando di Orio: La scelta di rendere i giovani i principali protagonisti della Marcia di quest'anno con il progetto "1000 giovani per la pace" e' stata particolarmente significativa. E' sui giovani che oggi infatti si scaricano tutte le tensioni violente che la nostra societa' produce e che hanno il paradossale e perverso effetto di quella che i sociologi chiamano "dissocializzazione", che si manifesta in modo eclatante con gli oltre due milioni di persone tra i 15 e 34 anni che non sono impegnati in un'attivita' di studio, non lavorano, non lo cercano e soprattutto non sembrano essere interessati a trovarlo. Questa grande iniziativa di pace puo' rappresentare per i giovani una importante occasione di socializzazione, di incontro, di progetto comune all'impronta della pace e della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Ferdinando di Orio: E' difficile dare una risposta a questa domanda. Mi sembra di poter affermare che il pensiero nonviolento sia ancora lontano da un consenso maggioritario nel nostro Paese. Soprattutto gli ambienti politici sono artefici di messaggi di una preoccupante violenza implicita ed esplicita. Mi sembra tuttavia che, anche nel nostro Paese, internet rappresenti lo spazio dove il pensiero nonviolento abbia trovato maggiori possibilita' di espressione, come dimostrano i numerosi e qualificati siti dedicati alla nonviolenza, per non contare quelli che fanno riferimento al movimento pacifista.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Ferdinando di Orio: Come gia' detto nelle mie risposte precedenti, tutti questi movimenti possono svolgere un ruolo fondamentale quanto piu' sapranno parlare alle giovani generazioni e sapranno utilizzare le nuove tecnologie per diffondere i messaggi nonviolenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Ferdinando di Orio: Segnalo in particolare le proteste che si stanno svolgendo nel mondo arabo che, mentre tutto il mondo occidentale ne paventava gli aspetti fondamentalistici e violenti, si sono manifestate in larga parte con una metodologia nonviolenta che ha saputo sfruttare per diffondersi proprio le potenzialita' della rete e delle nuove tecnologie. Piuttosto e' stata molto preoccupante proprio la risposta dell'Occidente e, in particolare, dell'Europa che, nel caso della Libia, non ha saputo come al solito far altro che ricorrere alla violenza e alla guerra per risolvere il problema Gheddafi, prima amico e oggi improvvisamente riconosciuto come una sanguinario dittatore.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Ferdinando di Orio: Credo che l'attenzione prioritaria dovrebbe riguardare proprio quanto sta avvenendo nel mondo arabo con iniziative specifiche che spieghino, ancora una volta, che la pace si puo' preparare solo con mezzi e comportamenti nonviolenti. Il nostro "mondo occidentale" non ha saputo sinora cogliere le novita' positive che stanno interessando il "mondo orientale".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Ferdinando di Orio: Credo che questo tempo richieda non tanto parole o spiegazioni, quanto piuttosto testimonianze concrete. Non si puo' parlare di pace e nonviolenza e poi fare scelte o seguire comportamenti lontani da quanto professiamo. I giovani oggi non hanno tanto bisogno di maestri quanto di testimoni. Vi deve essere, come sosteneva Gandhi, "verita' nel pensiero, verita' nelle parole e verita' nelle azioni". Per questo e' fondamentale riproporre ai giovani le figure storiche della nonviolenza, come quella di Aldo Capitini, che sono ancora maestri di nonviolenza perche' lo hanno concretamente testimoniato con i loro comportamenti e con le loro azioni.

 

7. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 4 SETTEMBRE A VITERBO UN INCONTRO IN PREPARAZIONE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI

 

Domenica 4 settembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro in preparazione della prossima marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 25 settembre 2011, nel cinquantesimo anniversario della prima ideata e organizzata da Aldo Capitini (1899-1968), l'illustre filosofo fondatore del Movimento Nonviolento.

Nel corso dell'incontro sono state presentate la vita, le iniziative e le opere principali di Capitini, ed e' stata riassunta la vicenda della marcia Perugia-Assisi lungo mezzo secolo, con particolar riferimento alla prima del 1961.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Ralph Waldo Emerson, Self-reliance and other essays, Dover Publication, New York 1993, pp. VIII + 118.

- The Works of Henry Wadsworth Longfellow, Wordsworth Editions, Ware 1994, pp. XIV + 886.

- Henry David Thoreau, Walden and other writings, Bantam Books, New York 1962, 1981, pp. VIII + 440.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 670 del 6 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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