Voci e volti della nonviolenza. 413



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 413 del 2 settembre 2011

 

In questo numero:

1. Sette domande a Franco Cambi

2. Mao Valpiana: Il bene supremo della pace

3. Benito D'Ippolito: Risposta alla domanda: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Asdrubale Scarrone

5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Barberino Bavarozzi

 

1. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FRANCO CAMBI

[Ringraziamo Franco Cambi (per contatti: cambi at unifi.it) per questa intervista.

Franco Cambi, illustre pedagogista, e' professore ordinario di pedagogia generale all'Universita' di Firenze. Dal sito del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi dell'Universita' di Firenze riprendiamo la seguente scheda (aggiornata al 2007): "Franco Cambi, professore ordinario di pedagogia generale, direttore del Dipartimento di Scienze dell'educazione (poi anche dei Processi culturali e formativi) dal 1994 al 2000 e dal 2003 al 2006. Presidente dell'Irre-Toscana dal 2002 al 2005, poi Commissario straordinario e rieletto presidente nel 2006. Dirige la rivista "Studi sulla formazione" e collane di studi pedagogici presso Armando, Carocci, Clueb, Unicopli. I suoi campi d'indagine sono stati articolati su molti fronti e ha all'attivo la pubblicazione di circa sessanta volumi, piu' numerosissimi articoli. Sul fronte della pedagogia generale si e' impegnato in una difesa e promozione della filosofia dell'educazione, quale disciplina 'fondante' del pedagogico - si veda Manuale di filosofia dell'educazione, 2000, presso Laterza; come pure ha coltivato un'analisi-di-struttura del discorso pedagogico (Il congegno del discorso pedagogico - Clueb, 1986 - e Metateoria pedagogica - Clueb, 2006) sottolineandone la complessita', categoria alla quale ha dedicato diversi interventi; inoltre ha mantenuto costante uno studio dei classici contemporanei - Gentile, Dewey, il "marxismo pedagogico", il neopragmatismo - e un'analisi di alcune categorie del pedagogico (la formazione, la differenza, l'intenzionalita'), nonche', via via, una sempre maggiore attenzione ai problemi del soggetto e della sua formazione personale (vedi L'autobiografia come metodo formativo - Laterza, 2002 e Abitare il disincanto - Utet, 2006). Sul fronte storico-pedagogico, dopo studi su La pedagogia borghese nell'Italia moderna 1915-1970 (La Nuova Italia, 1974), su Antifascismo e pedagogia (Vallecchi, 1980), su La 'scuola di Firenze' da Codignola a Laporta (Liguori, 1982), si e' impegnato nella ricostruzione della storiografia pedagogica in Italia, dopo il 1945, e nella stesura di una Storia della pedagogia (Laterza, 1995) oltre che di molti saggi su vari autori e argomenti. Ha coltivato anche la letteratura per l'infanzia e gli studi filosofici. Gli studi della prima sono rivolti ai classici (a cominciare da Collodi), ai classici contemporanei (Rodari) e alla fiaba, analizzata sotto vari aspetti. Gli studi filosofici sono stati relativi al razionalismo critico (di Banfi e della sua scuola), all'empirismo critico di Preti e a figure e modelli del neostoricismo". Precedentemente, dal sito della Facolta' di scienze della formazione dell'Universita' di Firenze avevamo gia' ripreso la seguente scheda che anch'essa riproponiamo: "Dal 1987 Franco Cambi e' professore ordinario di Pedagogia generale; ha svolto il suo insegnamento presso gli Atenei di Lecce, di Siena e di Firenze. La sua formazione scientifica si e' compiuta a Firenze sotto la guida di Giulio Preti, per la filosofia, e di Lamberto Borghi, per la pedagogia (con quest'ultimo si e' laureato con una tesi sull'evoluzione del "discorso pedagogico" in Italia dal Risorgimento agli anni Sessanta del XX secolo), cosi' come quella didattica, lavorando sia alla Facolta' di Lettere sia a quella di Magistero. E' stato ed e' tuttora direttore del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi dell'Ateneo fiorentino ed e' tuttora coordinatore del Dottorato in "Metodologie della ricerca pedagogica. Teoria e storia". Dal 1997 e' membro del Consiglio Direttivo dell'Irrsae-Toscana e attualmente e' presidente dell'Irre-Toscana. Da piu' di dieci anni fa parte del consiglio direttivo del Cirse; inoltre dirige l'Unelg-Toscana. Ha svolto ricerche a livello nazionale finanziate a piu' riprese dal Mpi, poi dal Murst; ha diretto una ricerca - per conto della Regione Toscana - su "La Toscana e l'educazione dal Settecento ad oggi", con altri colleghi, su "L'educazione professionale in Toscana"; ha coordinato una ricerca, finanziata dal Murst, su "Neopragmatismo americano e teoria pedagogica", e ne coordina un'altra, sempre finanziata dal Miur, su "Intenzionalita' e ricerca educativa: tra teoria pedagogica e pratica formativa". Dal 1998 dirige la rivista semestrale "Studi sulla formazione". E' direttore scientifico dell'Archivio della pedagogia italiana del Novecento. Inoltre, dirige diverse collane editoriali: presso Le Lettere, La Nuova Italia, Carocci, Unicopli, ed altre case editrici. Dal punto di vista scientifico i suoi ambiti di ricerca sono stati i seguenti, svolti in contemporanea e tuttora in corso: studio di modelli teorici della pedagogia e loro tipologia attuale; epistemologia pedagogica contemporanea; storia della pedagogia italiana, europea, occidentale; problemi emergenti di pedagogia sociale; storia dell'educazione, delle istituzioni educative e storia dell'infanzia; metodologia della ricerca storico-educativa; letteratura dell'infanzia; storia della filosofia contemporanea in Italia; aspetti della teoreticita' filosofica attuale. Tra le opere di Franco Cambi pubblicate in volume: La pedagogia borghese nell'Italia moderna, Firenze, La Nuova Italia, 1974; La ricerca in pedagogia, Firenze, Le Monnier, 1976; Metodo e storia. Biografia filosofica di G. Preti, Firenze, Grafistampa, 1978; Antifascismo e pedagogia 1930-1945, Firenze, Vallecchi, 1980; La "scuola di Firenze" da Codignola a Laporta, Napoli, Liguori, 1982; Razionalismo e praxis a Milano,  Milano, Cisalpino-Goliardica, 1983; Collodi, De Amicis, Rodari, Bari, Dedalo, 1985; Il congegno del discorso pedagogico, Bologna, Clueb, 1986; La sfida della differenza, Bologna, Clueb, 1987; Storia dell'infanzia nell'Italia liberale, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1988; L'educazione tra ragione e ideologia, Milano, Mursia, 1989; L'infanzia nella societa' moderna, (con L. Trisciuzzi), Roma, Editori Riuniti, 1989; Infanzia e violenza, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1990; Rodari pedagogista, Roma, Editori Riuniti, 1990; La ricerca storico-educativa in Italia, Milano, Mursia, 1992; I silenzi dell'educazione, (a cura, con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1994; Tra scienza e storia, Milano, Unicopli, 1994; La formazione. Studi di pedagogia critica, (a cura con E. Frauenfelder), Milano, Unicopli, 1994; Liberta' da... L'eredita' del marxismo pedagogico, Firenze, La Nuova Italia, 1994; Storia della pedagogia, Bari, Laterza, 1995; Vito Fazio Allmayer: dall'attualismo allo storicismo critico, Palermo, Fondazione Fazio Allmayer, 1996; Il bambino e la lettura, (con G. Cives), Pisa, Ets, 1996; Mente e affetti nell'educazione contemporanea, Roma, Armando, 1996; I saperi dell'educazione, (a cura, con P. Orefice, D. Ragazzini), Firenze, La Nuova Italia, 1996; Fondamenti teorici del processo formativo, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Il processo formativo tra storia e prassi, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Nel conflitto delle emozioni, (a cura di), Roma, Armando, 1997; Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, Roma, Armando, 1998; La Toscana e l'educazione, (a cura di), Firenze, Le Lettere, 1998; Itinerari nella fiaba, (a cura di), Pisa, Ets, 1999; Manuale di filosofia dell'educazione, Bari, Laterza, 2000; Erasmo da Rotterdam, Le buone maniere dei ragazzi, Roma, Armando, 2000; L'arcipelago dei saperi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2000 e 2001 (6 voll.); Pedagogia generale (con E. Colicchi, M. Muzi, G. Spadafora), Firenze, La Nuova Italia, 2001; La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Mostri e paure nella letteratura per l'infanzia di ieri e di oggi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Intercultura: fondamenti pedagogici, Roma, Carocci, 2001; (a cura di), La progettazione curricolare nella scuola contemporanea, Roma, Carocci, 2001; L'autobiografia come metodo formativo, Roma-Bari, Laterza, 2002; Formare alla complessita', (con M. Callari Galli e M. Ceruti), Roma, Carocci, 2003; Saperi e competenze, Roma-Bari, Laterza, 2004. Lavori in preparazione: Lo storicismo critico. Modelli e figure; Cultura e pedagogia nell'Italia liberale. Dal positivismo al nazionalismo; Capire la politica". Tra i libri e le riedizioni recenti: con Firrao Francesco P.; Rossi Gaetana, Discontinuita' storiche. Dal Medioevo al Novecento, Armando, 2004; Manuale di filosofia dell'educazione, Laterza, 2005; con Piscitelli Maria, Complessita' e narrazione. Paradigmi di trasversalita' nell'insegnamento, Armando, 2005; L'autobiografia come metodo formativo, Laterza, 2005; Le pedagogie del Novecento, Laterza, 2006; con Rossi Gaetana, Paesaggi della fiaba. Luoghi, scenari, percorsi, Armando, 2006; Metateoria pedagogica. Struttura, funzione, modelli, Clueb, 2006; Incontro e dialogo. Prospettive della pedagogia interculturale, Carocci, 2006; con Tamburini Fabio, Educazione e musica in Toscana, Armando, 2006; con Toschi Luca, La comunicazione formativa. Strutture, percorsi, frontiere, Apogeo, 2006; Abitare il disincanto. Una pedagogia per il postmoderno, Utet, 2006; con Gattini Franca, La scienza nella scuola e nel museo, Armando, 2007; con Bugliani Adriano, Mariani Alessandro, Ortega Y Gasset e la "Bildung", Unicopli, 2007; con Staccioli Gianfranco, Il gioco in Occidente. Storia, teorie, pratiche, Armando, 2007; con Barsantini Leonardo, Polverini Daniele, Formare alla scienza nella scuola secondaria di secondo grado, Armando, 2007; Pensiero e tempo. Ricerche sullo storicismo critico: figure, modelli, attualita', Firenze University Press, 2008; Odissea scuola. Un cammino ancora incompiuto, Loffredo, 2008; Introduzione alla filosofia dell'educazione, Laterza, 2008; con Landi Sandra, Rossi Gaetana, L'immagine della societa' nella fiaba, Armando, 2008; con Dell'Orfanello M. Grazia, Landi Stefano, Il disagio giovanile nella scuola del terzo millennio, Armando, 2008; Manuale di storia della pedagogia, Laterza, 2009; con Landi Sandra, Rossi Gaetana, La magia nella fiaba. Itinerari e riflessioni, Armando, 2010; con Certini Rossella, Nesta Romina, Dimensioni della pedagogia sociale, Carocci, 2010; La cura di se' come processo formativo, Laterza 2010; Cultura e pedagogia nell'Italia liberale (1860-1921). Dal positivismo al nazionalismo, Unicopli, 2010]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Franco Cambi: Un significato sia simbolico sia operativo. E in entrambi casi in modo molto alto. Come simbolo la marcia ha fatto epoca, si e' collocata in un luogo di forte significato morale oltre che religioso e ne ha rilanciato i valori. Come operazione concreta e' stata una mobilitazione di massa, che ha nutrito ed esaltato "stati d'animo" di collaborazione, di stare-insieme, di agire e per la pace e nella pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Franco Cambi: Vorrei che fosse una marcia di etica sì della nonviolenza ma anche di cittadinanza, dove la nonviolenza si fa discorso, dialogo, scambio, accordo. La nonviolenza ha anche un valore politico, come sapeva bene Capitini. E come sappiamo noi suoi lettori attuali e attenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Franco Cambi: In Italia la nonviolenza non gode di buona ricezione. Siamo il paese di Machiavelli. Ma siamo anche il paese della retorica. E spesso, da noi, salvo minoranze, la nonviolenza (come la pace) finiscono in ombra. Ad entrambe e' mancata una vera formazione collettiva e personale insieme.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Franco Cambi: Quei movimenti devono farsi e pedagogici e politici sempre di piu'. Agire sulla formazione dei singoli: a scuola, nei gruppi giovanili, nell'associazionismo. Agire anche sul fronte della collettivita'. E  internet oggi e' (e puo' essere) un mezzo efficace, come ben testimoniano i movimenti di liberazione di popoli oggi in atto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Franco Cambi: Ne vedo pochi, purtroppo. Forse qualche appello di Obama. In Italia poco o nulla tra cultura e politica. Il nostro rischia di essere sempre piu' un tempo di realpolitik da un lato e di realkultur dall'altro. Purtroppo. Per questo va alzata la voce.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Franco Cambi: Che fare? Chiedere spazio (e volerlo) su stampa e media. Fara un programma articolato per le scuole. Parlare ai soggetti adulti, attraverso pratiche di "cura di se'".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Franco Cambi: Direi: la nonviolenza e' una risposta a tensioni/conflitti/problemi che pone al centro della comunicazione il discorso come dialogo; da li' poi nasce un "sentire" che vede l'altro (uomo, animale, cosa) come valore e, quindi, da rispettare nel suo in-se'; da qui poi emerge una convinzione "filosofica" della nonviolenza come valore massimo incunabolo della pace (nell'io, tra i soggetti, tra i popoli), come diceva Gandhi.

 

2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: IL BENE SUPREMO DELLA PACE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Nessuno venga alla marcia per ostentare la propria bandiera di parte, lo striscione della propria organizzazione, il nome di uno specifico movimento. Bandiere, striscioni e movimenti devono contribuire a far prevalere l'obiettivo comune per cui marceremo insieme: il bene supremo della pace.

 

3. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: RISPOSTA ALLA DOMANDA: SE UNA PERSONA DEL TUTTO IGNARA LE CHIEDESSE "COSA E' LA NONVIOLENZA, E COME ACCOSTARSI AD ESSA?", COSA RISPONDEREBBE?

 

La  nonviolenza e' insieme arte e scienza:

arte che cura e scienza di nutrice

ma soprattutto e' suscitatrice

di quella lotta che dalla coscienza

 

ferita scaturisce e per decenza

si oppone a ogni struttura predatrice

si oppone a ogni potenza distruttrice

si oppone ancora e ancora a ogni violenza.

 

La nonviolenza e' lotta necessaria

e' dignita' che si traduce in atto

e' buona come il pane, l'acqua, l'aria,

 

contrasta ogni menzogna e ogni misfatto,

di ogni vilta' la piu' dura avversaria:

e' la parola vera e il gesto esatto.

 

4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ASDRUBALE SCARRONE

[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 398. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Asdrubale Scarrone e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Dagli anni Settanta del secolo scorso, rendendo sempre piu' nitido e rigoroso il mio impegno politico di militante e dirigente della sinistra rivoluzionaria antimilitarista e antitotalitaria, e di suscitatore ed animatore di movimenti di lotta, di solidarieta', di liberazione degli oppressi e di difesa della biosfera.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?

- Asdrubale Scarrone: Vittorio Emanuele Giuntella, Danilo Dolci, Rosanna Benzi, Alfio Pannega. Ma anche una piu' vasta costellazione di riferimenti e di influenze parimenti decisiva per la mia formazione e le mie scelte: Socrate, Erasmo, Diderot e Kant, Leopardi; la Resistenza e la scuola di Francoforte; Dubcek e Solzenicyn, Hannah Arendt e Agnes Heller, Guenther Anders e Erich Fromm, Boell e Camus, Sartre e Fanon, Rosa Luxemburg e Simone de Beauvoir, Victor Serge e Claude Levi-Strauss, Franco Basaglia e Gregory Bateson, Lelio Basso e Nuto Revelli, Giulio A. Maccacaro e Marcello Bernardi, Ernesto De Martino e Franco Fortini, Giulio Girardi e Michel Foucault, Ernst Bloch e Gustavo Gutierrez, Emmanuel Levinas e Hans Jonas, e soprattutto il femminismo, le esperienze latinoamericane e il dissenso dell'est, la scuola di Barbiana, poi la rivoluzione sandinista e la lotta antinucleare, Gandhi e Capitini, Murray Bookchin e Colin Ward, il movimento antimafia e la solidarieta' col movimento antiapartheid...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Asdrubale Scarrone: Le vignette di Scalarini; molti testi di Brecht; tutto Voltaire; Obbedienza all'autorita' di Stanley Milgram; I sommersi e i salvati di Primo Levi; tutto Guenther Anders e tutta Hannah Arendt, l'autobiogafia di Nelson Mandela, le opere di Vandana Shiva. E naturalmente tutti i classici greci, Dante, Shakespeare e Cervantes. Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, gli Scritti sulla nonviolenza di Capitini (e l'altra fondamentale antologia capitiniana: Il messaggio di Aldo Capitini), L'antibarbarie di Giuliano Pontara.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia occorre promuoverne urgentemente due: contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia nei due appena citati: l'opposizione alla guerra assassina e l'opposizione al colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Asdrubale Scarrone: Il Movimento Nonviolento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Asdrubale Scarrone: E' stato gia' detto e ripetuto: della nonviolenza il femminismo e' il piu' rilevante inveramento storico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Asdrubale Scarrone: Occorre fare un'analisi concreta della situazione concreta; le tecniche di lotta nonviolente vanno considerate nel contesto in cui sono utilizzate. E' questione assai complessa e qui non aggiungo altro, mi limito a rinviare al repertorio e alle analisi contenuti nel secondo volume della monumentale Politica dell'azione nonviolenta di Gene Sharp, e anche all'aureo libretto di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Nell'ultimo decennio innanzitutto questo foglio telematico quotidiano. Poi ovviamente alcune benemerite riviste: "Azione nonviolenta", "Qualevita", "Mosaico di pace", "Quaderni Satyagraha".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Ve ne sono diverse, di diverso valore. Trovo ovviamente eccezionali la testimonianza di Tolstoj, il lavoro di Mario Lodi, l'esperienza della scuola di Barbiana, la riflessione e le opere di Gianni Rodari, Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti; e naturalmente i decisivi contributi di Francisco Ferrer, Maria Montessori, John Dewey, Celestin Freinet, Alexander S. Neill, Paulo Freire, Ivan Illich, Emilia Ferreiro. E l'azione maieutica di Danilo Dolci, la ricerca pedagogica di Aldo Capitini, e ancora Lamberto Borghi, Ernesto Balducci, Mario Alighiero Manacorda, Aldo Visalberghi. Ma anche le riflessioni di Vygotskij, Piaget, Bruner... Il lavoro della comunita' filosofica femminile di Diotima; ed ovviamente le riflessioni di cruciale rilevanza anche pedagogica di Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Martin Buber, Emmanuel Levinas, Franca Ongaro Basaglia, Vandana Shiva, Silvia Vegetti Finzi, Virginia Woolf...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Asdrubale Scarrone: Il mio punto di vista (ve ne sono molti altri molto diversi e finanche opposti al mio) e' che la nonviolenza sia innanzitutto una risorsa politica, una scelta politica, un progetto politico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Asdrubale Scarrone: Purtroppo caricaturale; anche per responsabilita' di chi ne straparla senza avervi seriamente riflettuto (atteggiamento di cui e' traccia, ahinoi, anche in alcune di queste interviste), o di chi la considera solo un insieme di tecniche (delle quali oscenamente abusare).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Asdrubale Scarrone: Promuovendo iniziative e campagne nonviolente rigorose e adeguate; adoperandosi come persone amiche della nonviolenza a viverla e presentarla pubblicamente nella sua complessita' e nella sua profondita', nella sua contestualita' e concretezza di azione politica e sociale, resistenziale, costruttiva e giuriscostituente; ponendosi alla scuola del pensiero e dei movimenti delle donne. Uscendo dalla subalternita', dismettendo le ambiguita', rompendo le complicita'. Hic et nunc contrastando la guerra assassina, il colpo di stato razzista, il femminicidio, la devastazione della biosfera; decidendosi a difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Asdrubale Scarrone: La lotta contro la violenza; empatica, fallibilista, processuale, aperta, dialogica, plurale, in cammino. La scelta di salvare le vite. Coscienza del limite, principio responsabilita'.

 

5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO BARBERINO BAVAROZZI

[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 360. Barberino Bavarozzi e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Innanzitutto per una ragione politica: la lotta di liberazione dell'umanita' dalle molteplici forme di flagrante ingiustizia che la opprimono e umiliano non potra' avere esito positivo se non sara' nonviolenta; tutte le esperienze storiche novecentesche lo dimostrano "modo negativo". Ma tutte le sconfitte non dimostrano che la rivoluzione necessaria - e necessariamente nonviolenta - sia impossibile: dimostrano solo che e' ancora il nostro orizzonte, il "non ancora" ancora realizzabile. Inoltre per una ragione morale: proprio perche' sento dentro di me una fortissima spinta al rigore intellettuale e morale, all'intransigenza "azionista" nella lotta politica, ebbene, la scelta della nonviolenza mi aiuta a temperarla con un atteggiamento misericordioso nei confronti degli altri, fallibilista nei confronti di ogni riflessione, aperto alla meraviglia e al mutamento, primieramente rispettoso della vita. Infine per una ragione intellettuale: solo la nonviolenza lotta adeguatamente, coerentemente, efficacemente contro la violenza e la menzogna; solo la nonviolenza autenticamente schiude all'incontro del novum e dell'altro e del se'; solo la nonviolenza favorisce un accesso empatico, accudente, libero e fecondo alla relazione, alla complessita' e alla pluralita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: Hannah Arendt e Simone Weil, sapienti di tutta la sapienza politica e morale; e ancora Virginia Woolf e Simone de Beauvoir; Rosa Luxemburg e Luce Fabbri; Franca Ongaro Basaglia e Silvia Vegetti Finzi; Anna Bravo e Maria G. Di Rienzo; Vandana Shiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Barberino Bavarozzi: Infiniti. Se non ha avuto gia' la fortuna di averli letti, legga quel giovane Cervantes, Melville, Kafka; I miserabili, le tragedie di Shakespeare, la Commedia dantesca; Tucidide, Tacito, le Operette morali di Leopardi; le Lettere a Lucilio, Giobbe e Qohelet; i tragici greci, Mary Wollstonecraft, Franco Basaglia; Raul Hilberg, Arcipelago Gulag, Kapuscinski; Fuenteovejuna, Germinal, le lettere dei condannati a morte della Resistenza; Arguedas, Jean Amery, tutte le Antigoni; i Delitti esemplari di Max Aub, gli atti del processo a don Milani raccolti col titolo L'obbedienza non e' piu' una virtu', gli scritti di Voltaire contro la guerra e contro l'intolleranza (ovvero tutti gli scritti di Voltaire); Montaigne, Pascal e Balducci; Svevo, Fanon, Bateson; la Storia della colonna infame, tutto Dostoevskij e tutto Tolstoj; Maria Montessori, Paulo Freire, Ivan Illich; la Bibbia, i sonetti romaneschi del Belli, Levi-Strauss; Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, l'autobiografia di Nelson Mandela, gli Scritti sulla nonviolenza di Aldo Capitini; Walter Binni, Sebastiano Timpanaro, Renato Solmi. Quanto alle biblioteche: oltre i gia' citati, tutto di Guenther Anders; tutto di Hannah Arendt; le poesie di Ingeborg Bachmann; Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; Il principio speranza di Ernst Bloch; qualunque cosa di Norberto Bobbio; tutto di Heinrich Boell; Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa; di Bertolt Brecht quel che si trova; di Albert Camus soprattutto La peste e L'uomo in rivolta; Elias Canetti, Massa e potere; tutto di Danilo Dolci, ma almeno Esperienze e riflessioni e Creatura di creature; di Erasmo almeno il Dulce bellum inexpertis e la Querela pacis, ma anche i Colloquia con cui ogni persona puo' imparare a parlare, ad ascoltare, a capire; tutti i libri di Eduardo Galeano e particolarmente Memoria del fuoco; Allen Ginsberg, particolarmente l'antologia Jukebox all'idrogeno; Giulio Girardi, Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza; gli scritti sull'ecologia di Andre' Gorz; Robert Jungk; Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'; la Brevissima relazione di Bartolome' de Las Casas; tutte le opere di Primo Levi; Emmanuel Levinas; Maurice Merleau-Ponty, Umanismo e terrore; le cose fondamentali di Emmanuel Mounier; Franca Ongaro Basaglia; Erich Maria Remarque; l'autobiografia di Bertrand Russell; tutto di Vandana Shiva; tutto di Tzvetan Todorov e particolarmente Memoria del male, tentazione del bene; Silvia Vegetti Finzi; la Cassandra e la Medea di Christa Wolf; Una stanza tutta per se' e Le tre ghinee di Virginia Woolf. E ancora: Auerbach, Bachtin, Buber; Cesare Luporini, Franco Fortini, Rossana Rossanda; le lettere dal carcere e i quaderni di Gramsci, i Manoscritti economico-filosofici del giovane Marx, Rosa Luxemburg; Saba, Montale, tutte le opere di Franco Venturi. A voler dire un libro solo: la Bibbia, per chi legge il francese nella traduzione di Andre' Chouraqui.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Barberino Bavarozzi: nel mondo, le lotte delle donne per la liberta' comune e per la difesa della biosfera, da Aung San Suu Kyi a Vandana Shiva, da Shirin Ebadi a Wangari Maathai, a infinite altre. In Italia innanzitutto l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista: ma sono iniziative che pressoche' nessuno conduce col necessario impegno e col necessario rigore; vi e' quasi solo la predicazione di questo foglio, ripetitiva e noiosa come tutte le voci clamantes in deserto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Barberino Bavarozzi: In verita' in ogni campo la nonviolenza gia' agisce, attraverso l'azione di persone che sovente di nonviolenza non hanno mai neppure sentito parlare e che si meraviglierebbero come monsieur Jourdain se qualcuno dicesse loro che cio' che stanno facendo e' esattamente cio' che qui si chiama nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Barberino Bavarozzi: Non so se e' inelegante rispondere cosi', riprendendo in guisa di schidionata alcuni dei termini in cui sono state formulate le domande gia' riprodotte in molte precedenti interviste: la nonviolenza e' il femminismo, l'ecologia, l'impegno antirazzista e la lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta antimafia, la corrente calda delle lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse e delle lotte di liberazione dei popoli oppressi; e' l'impegno di pace con mezzi di pace, e' antimilitarismo e disarmo; e' impegno diretto e concreto per il diritto alla salute e all'assistenza, alla condivisione e alla solidarieta', che inveri tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; e' educazione alla civile convivenza; percezione dell'unita' dell'umanita', politica della vita quotidiana, cura del territorio in cui si vive e delle persone con cui si vive, intercultura e conoscenza di se'; rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; stile di vita sobrio e sostenibile, coscienza del limite, fallibilismo. La nonviolenza? e' lotta come amore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza eredita i grandi acquisti delle rivoluzioni storiografiche otto-novecentesche, dalla storiografia marxista alla scuola delle "Annales", all'impatto sulle scienze storiche delle prassi, dei metodi e delle riflessioni dell'antropologia (levi-straussiana in primis) e piu' in generale delle scienze umane, al portato delle lotte dei movimenti di liberazione contemporanei (anticoloniali, femministi, ecologisti...).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Barberino Bavarozzi: La persuasione - e quindi la capacita' di essa inveratrice - che e' possibile sempre raggiungere delle decisioni col consenso di tutti gli attori coinvolti. Nella storia di solito ci si adopera a tal fine dopo le guerre, tra i superstiti; la nonviolenza sa che e' possibile farlo prima e invece delle guerre.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Barberino Bavarozzi: A costo di apparire un vecchio barbogio, lo sciopero generale. Poi: lo sciopero alla rovescia, una delle forme di lotta piu' immediatamente ed evidentemente costruttive, dalle rilevantissime implicazioni anche sul piano concettuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Come una progressiva presa di coscienza agita nel nesso con la prassi. I suoi primi modelli sono Antigone e Socrate.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Barberino Bavarozzi: Essendo l'azione diretta nonviolenta il cuore della nonviolenza in quanto lotta concreta e coerente contro la violenza, la preparazione personale a questo agire e' elemento e passaggio decisivo per compiere la scelta della nonviolenza non solo sul piano mentale e interiore, ma come forma di azione pratica sulla realta' sociale, come impegno realmente politico (e la nonviolenza e' dal mio punto di vista eminentemente lotta politica, coscienza politica, azione politica, programma politico: ovvero afferente alla vita in comune dell'umanita' in un mondo che e' uno e di tutti, delle presenti, passate e future generazioni). Uno strumento di lavoro formativo assai utile e' il Decalogo di Kieslowski (la visione e discussione dei dieci film, ma anche la lettura e discussione della sceneggiatura, nel volume di Kieslowski e Piesiewicz); altri libri utili: Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza; Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco, Donne disarmanti; Charles C. Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta; Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, I conflitti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Questo notiziario telematico quotidiano; la rivista mensile "Azione nonviolenta"; i "Quaderni Satyagraha"; tra le case editrici le Edizioni cultura della pace (Ecp); le Edizioni Gruppo Abele (Ega), le Edizioni Missionarie Italiane (Emi); le Edizioni Qualevita; Gandhi Edizioni; La Meridiana; la Libreria Editrice Fiorentina; ma con l'avvertenza che non pochi libri pubblicati da talune di queste benemerite case editrici sono scandalosamente scadenti; libri molto buoni pubblica sovente Bollati Boringhieri; tra le case editrici storiche (novecentesche) della cultura italiana Einaudi e Laterza hanno pubblicato molti utili libri (ma proprio l'amatissima Laterza ha recentemente pubblicato un pessimo libro contro la nonviolenza, capita anche questo).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Barberino Bavarozzi: Forse qui e' preferibile stendere un pietoso velo di silenzio. In questo specifico campo mi sembra che nell'ambito dell'educazione informale si fa molto di piu' che nelle istituzioni preposte al diritto allo studio. Tra le esperienze-guida, ovviamente il lavoro di Mario Lodi che tuttora prosegue; quello di Danilo Dolci; la scuola di Barbiana...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Barberino Bavarozzi: Propenderei per il no. Potrebbe essere utile tuttavia una collaborazione su singole campagne e una frequente consultazione comune, ad esempio per evitare di intraprendere iniziative che possano essere di nocumento ad altre gia' esistenti e di non minor valore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Barberino Bavarozzi: Bisognerebbe innanzitutto fare un'opera di ecologia della comuncazione, riducendo la produzione e propalazione di scempiaggini e farneticazioni. Invitando a cianciare di meno e a leggere di piu' e meglio. Invece di continuare a compilare diecimila manualetti e volantoni sovente deliranti sulla globalizzazione neoliberista o sull'azione diretta nonviolenta non sarebbe meglio leggere o rileggere il Critone di Platone, il Contr'uno di Etienne de La Boetie, il Manifesto marx-engelsiano, La guerra dei poveri di Nuto Revelli, Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt? Invece di ammannire bolsi predicozzi senza venusta' veruna e di una banalita' che e' peggiore della menzogna, non sarebbe meglio rileggere i Demoni di Dostoevskij o i Minima moralia o Arcipelago Gulag? Invece di flautare nebulosi elogi di una nonviolenza che svapora zuccherosa nel "volemose bene" senz'arte ne parte, non sarebbe meglio guardare in faccia l'orrore della violenza e cosi' approntare i propri e comuni necessari strumenti di resistenza leggendo Guenther Anders, Franca Ongaro Basaglia, Primo Levi?

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: Dei movimenti sociali la nonviolenza e' la principale risorsa sul piano delle tecniche organizzative, deliberative, operative; sarebbe bene ne fosse anche l'autocoscienza e il metro di valutazione delle scelte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Barberino Bavarozzi: La nonviolenza deve farsi giuriscostituente, ispiratrice di diritto e di istituti giuridici, gestrice degli ordinamenti sociali, governo della cosa pubblica. Il nesso nonviolenza-istituzioni e' la frontiera decisiva del nostro lavoro. Non si parte da zero: tanta parte del lavoro dell'Onu (della parte migliore del lavoro dell'Onu); la Dichiarazione universale dei diritti umani; il lavoro di insigni giuristi e filosofi del diritto da Norberto Bobbio a Luigi Ferrajoli; ebbene, questi ed innumerevoli altri apporti forniscono gia' strumenti e materiali, modelli interpretativi, strumentazioni metodologiche, proposte applicative, verifiche empiriche. Un'esperienza come quella della Commissione per la verita' e la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu in Sudafrica fornisce la prova provata della possibilita' concreta di una gestione nonviolenta finanche del diritto penale. E la storia del costituzionalismo moderno e' in re ipsa la storia stessa dell'espansione della scelta della nonviolenza nelle strutture stesso degli ordinamenti giuridici progressivamente vieppiu' democratici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Barberino Bavarozzi: Un militante politico della sinistra novecentesca che dagli anni Settanta del secolo scorso colse l'indispensabilita' della scelta della nonviolenza per il movimento di liberazione dell'umanita' e di preservazione della biosfera.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 413 del 2 settembre 2011

 

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