Telegrammi. 662



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 662 del 29 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Benito D'Ippolito: L'orrore della guerra coloniale

2. Sette domande a Germana Cesarano

3. Sette domande a Mauro Morucci

4. Sette domande a Rita Petti

5. Moni Ovadia: Prefazione a "Shoah. Le colpe degli italiani" di Marino Ruzzenenti

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: L'ORRORE DELLA GUERRA COLONIALE

 

L'orrore della guerra coloniale

le stragi delle bombe della Nato:

e chi pietrificato innanzi al male

anche potendo, non lo ha contrastato.

 

Ed il potere armato e criminale

che la' tanti innocenti ha massacrato

qui ha goduto della generale

complicita' di un popolo accecato.

 

La guerra sempre uccide vite umane

e tu che sei un'altra vita umana

un soffio di pieta' non ti rimane?

 

Non sai tu per chi suona la campana?

non senti il morso delle agute scane?

non poni mano per fermar la frana?

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GERMANA CESARANO

[Ringraziamo Germana Cesarano (per contatti: germanac at mclink.it) per questa intervista.

Germana Cesarano, psicologa e psicoterapeuta, e' laureata in Psicologia e specializzata in Psicologia di comunita' ed in Psicoterapia familiare e relazionale. Dal 1981 si occupa di tossicodipendenze e di altre forme di disagio sociale. Dal 1988 collabora con la cooperativa "Magliana 80" di cui e' stata presidente per dodici anni fino al 2009 e attualmente e' responsabile di area dei centri diurni per tossicodipendenti. Il suo lavoro attuale ha aspetti amministrativi - come la gestione della comunita' - e aspetti clinici come le terapie familiari e individuali e di gruppi con gli utenti]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Germana Cesarano: Cercare di mantenere sveglio nella coscienza delle persone il tema della pace, che non e' solo assenza di una guerra mondiale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Germana Cesarano: La fatica, la fatica di dover spiegare e di dover portare la testimonianza ancora una volta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Germana Cesarano: La sensibilita' al tema e' diminuita: se oggi chiedo a mia nipote, giovane sensibile, cosa significa per lei "nonviolenza" forse non si accorgerebbe neanche che si tratta di una parola unica e forse non sa il pensiero che c'e' stato dietro l'invenzione di questa parola.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Germana Cesarano: Io sono per l'utopia, e spero quindi che possa fare ancora molto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Germana Cesarano: Non lo so; mi sembra di accumulare sconfitte: le carceri, i Cie, le guerre dimenticate, quelle che sono guerre ma si chiamano in altro modo...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Germana Cesarano: Far capire che le nostre scelte da occidentali viziati hanno una ripercussione sul mondo: noi sprechiamo acqua e risorse e il mondo si scanna per un pozzo, chi compra sesso non pensa che dietro la venuta di una ragazza c'e' di solito una situazione di miseria e di guerra, chi usa cocaina non pensa ai morti che ci sono per i narcos e al resto...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Germana Cesarano: La nonviolenza e' una scelta di vita, significa avere uno sguardo che va oltre il proprio garage (nessuno ha piu' l'orticello in citta'), significa assumersi delle responsabilita' e non delegare; ma significa anche che i piccoli gesti, e non le grandi azioni eroiche, cambieranno in meglio questo nostro mondo.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MAURO MORUCCI

[Ringraziamo Mauro Morucci (per contatti: mauro at mp-edizioni.it) per questa intervista.

Mauro Morucci, nato a Viterbo nel 1970, giornalista professionista, e' fondatore e direttore responsabile del periodico free press "Melting Pot" (diffuso nelle provincie di Viterbo e Terni) e amministratore dell'omonima casa editrice (tra i titoli pubblicati di rilevanza locale: La Tuscia nel cinema, di Franco Grattarola e La Tuscia nello sport, di Massimiliano Mascolo). Ideatore e responsabile organizzativo del Tuscia Film Fest, e' tra gli autori de Il portaborse vent'anni dopo (Rubbettino, 2011)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Mauro Morucci: Devo confessare che non vi ho mai partecipato e, quindi, la mie sono considerazioni di uno spettatore; interessato ma pur sempre uno spettatore. Mi sembra l'evento piu' importante del movimento nonviolento italiano e - pur rischiando di divenire un rito senza impatto sull'opinione pubblica --credo sia confortante (mi scusino tutti i partecipanti per il termine) vedere che nel nostro Paese tante persone si riuniscono e marciano per un tema tanto importante.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Mauro Morucci: Al di la' dei problemi piu' stringenti che sta vivendo in nostro Paese (crisi economica e della rappresentanza politica su tutti) e che incidono maggiormente sulla nostra pelle, credo che la marcia debba ribadire il concetto del no a tutte le guerre, no alle spese militari, si' al disarmo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Mauro Morucci: Credo che esistano due problemi: il primo e' che lo stato di catalessi che ha interessato il nostro Paese negli ultimi anni (anche se vedo dei segnali di risveglio civico) penalizzi anche la crescita del movimento nonviolento; il secondo e' che a mio modo di vedere i media snobbano in modo imbarazzante le iniziative nonviolente contribuendo colpevolmente alla mancata sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Mauro Morucci: Fondamentale. E' una minoranza che deve (cercare di) farsi maggioranza. I problemi sopra indicati esistono ma ho l'idea che nel breve termine assisteremo a dei cambiamenti sostanziali politici. Mi auguro che siano cambiamenti reali (non come nel passaggio tra prima e seconda Repubblica) e che il movimento nonviolento - insieme agli altri nati dal basso che si sono manifestati in Italia in questi anni - possa essere protagonista.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Mauro Morucci: Indignados in Spagna, primavera araba, no-tav in Italia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Mauro Morucci: Sui temi indicati nella mia risposta alla seconda domanda: no a tutte le guerre, no alle spese militari, si' al disarmo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Mauro Morucci: Una testimonianza quotidiana. Non basta (non basta solo) schierarsi sui grandi temi. Accettare giorno per giorno la convivenza con gli altri (soprattutto con chi ci piace meno) con umilta'.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A RITA PETTI

[Ringraziamo Rita Petti (per contatti: adele99 at interfree.it) per questa intervista.

Rita Petti e' nata a Siena. Diplomata presso l'Istituto d'Arte "Duccio di Boninsegna", laureata in Lettere con indirizzo artistico. Storica dell'Arte, catalogatrice professionale di beni culturali, pittrice e scultrice. Docente di Storia dell'Arte e Storia della Moda e del Costume. Conduce specifiche esperienze nel campo del disegno naturalistico e dell'illustrazione, della grafica e della decorazione d'ambiente, scultura e microfusione di metalli, recupero di antiche tecniche artistiche pittoriche e decorative anche con finalita' didattiche (video per la mostra di Duccio, Palazzo Squarcialupi, Siena 2003). Costumista, progettista e realizzatrice dei costumi di alcune comparse per il Corteo Storico del palio di Siena. Nel 2001 ha curato l'immagine grafica del progetto "Le Feste del Sole" (Euromed-Unesco). Autrice del drappellone per il palio di Siena del 2 luglio 2005. Redattrice di pubblicazioni, saggi e schede storico-artistiche. Ha partecipato con sue opere a progetti ed iniziative collettive. Ha curato personalmente l'allestimento e l'immagine di mostre ed esposizione temporanee. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Segretario provinciale con delega alla scuola secondaria di secondo grado e precariato nella Flc Cgil di Siena dal 2009 al 2011 quando e' subentrato l'impegno politico come segretario comunale Pd, consigliera comunale e presidente della Commissione consiliare Cultura e Scuola]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Rita Petti: E' stato significativo divenire il "luogo comune" della pace per tutto il mondo. Un'identita' simbolica che porta con se' il compito di mantenere e alimentare nella sostanza con le buone pratiche il senso di tale ruolo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Rita Petti: Pace e fratellanza che declinate suonano come dignita' e parita'. Dare a ogni persona il diritto di essere e di vivere, costruire politiche di benessere basate su un modello umano e non sull'iperbole insostenibile del sempre di piu', aliena alla naturale aspirazione alla felicita' e insostenibile per l'entita' comunque finita delle risorse mondiali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Rita Petti: Stiamo attraversando un momento molto delicato in cui i due valori centrali, liberta' e sicurezza, che creano il campo in cui agisce la formazione dell'identita', rischiano di essere forzati in posizione sbilanciata. Il bisogno di sicurezza, facilmente strumentalizzabile, degenera in razzismo e mixofobia, e autorizza politiche di repressione e respingimento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Rita Petti: Credo che sia importante superare il concetto di integrazione, che prevede comunque un modello dominante a cui assuefare l'altro, e sostituirgli la parita' di diritti, la dignita', il lavoro, percorsi di crescita che rendano le persone cittadini veri, partecipi attivamente. La globalizzazione ha creato un'innegabile dipendenza reciproca di dimensioni planetarie, siamo oggettivamente responsabili degli altri. Dobbiamo adesso assumerci di buon grado la responsabilita' soggettiva per questa nostra responsabilita' oggettiva.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Rita Petti: La realta' in essere, apparentemente statica, del Mediterraneo e' divenuta una realta' in divenire di cui facciamo parte e con cui siamo chiamati a confrontarci cercando risposte, strategie. Possiamo riscoprire con il vento del nord Africa il senso della democrazia rivedendo gli obiettivi delle nostre politiche che ci hanno fatto scendere a patti con i dittatori ignorando per il nostro vantaggio economico cio' che oggi denunciamo con orrore.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Rita Petti: Condivido la politica di accoglienza diffusa del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e la legge regionale sull'immigrazione. La rete di accoglienza creata dal lavoro corale tra enti e organizzazioni di volontariato, la distribuzione adeguata al territorio e alle sue caratteristiche, la denuncia dall'assimilazione del migrante a un fuorilegge da rinchiudere in lager e tendopoli indegne. Dobbiamo promuovere processi interculturali per costruire una cultura multipolare molto simile a quella osmosi di civilta' e di movimenti che ha creato la nostra identita' euromediterranea. La societa' a cui puntiamo deve essere in grado di valorizzare la diversita' e gli italiani devono adattarsi a questo nuovo mondo. Kant predisse piu' di due secoli fa che progettare, elaborare e tradurre in pratica regole di reciproca ospitalita' sarebbe diventato a un certo punto, considerando che abitiamo la superficie di un pianeta sferico, una necessita' per la specie umana. Quella previsione adesso si e' realizzata: la necessita' e' diventata la sfida piu' rilevante del nostro tempo a cui dobbiamo rispondere in modo meditato e urgente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Rita Petti: La nonviolenza e' la testimonianza forte, equilibrata e coerente, volitiva ma non prevaricatrice di chi opera nel giusto per la dignita' della persona e per un futuro sostenibile. La nonviolenza e' una modalita' trasversale che assimila percorsi diversi accomunati dagli stessi obiettivi, e' la negazione di tutto cio' che non essendo giusto deve essere affermato con strumenti coercitivi. La nonviolenza e' un percorso, un cammino di liberazione e ricerca di equilibrio, individuale e collettivo.

 

5. LIBRI. MONI OVADIA: PREFAZIONE A "SHOAH. LE COLPE DEGLI ITALIANI" DI MARINO RUZZENENTI

[Dal sito www.tecalibri.it riprendiamo il seguente estratto dal libro di Marino Ruzzenenti, Shoah. Le colpe degli italiani, Manifestolibri, Roma, 2011.

Moni Ovadia, nato a Plovdid in Bulgaria nel 1946, ricercatore, musicista, regista teatrale e interprete, scrittore, ha dato uno straordinario contributo alla conoscenza nel nostro paese della cultura yiddish. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riportiamo per stralci la seguente voce: "Salomone 'Moni' Ovadia (Plovdiv, 1946) e' un attore teatrale, cantante e compositore italiano di origine ebraica. Nato a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce quasi subito con la famiglia a Milano. La sua e' una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzera' profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell'Europa orientale. Ovadia si laurea in Scienze politiche all'Universita' Statale di Milano. Contemporaneamente al suo percorso accademico muove i primi passi artistici sotto la guida di Roberto Leydi, con cui inizia la sua carriera di cantante e musicista nel gruppo Almanacco Popolare. Nel 1972 fonda il Gruppo Folk Internazionale, che propone soprattutto il repertorio delle regioni balcaniche. Nel 1978 il gruppo si trasforma in Ensemble Havadia', nome che riprende la versione originale di quello della sua famiglia, 'Havadia'', appunto, trasformatosi con gli anni in 'Ovadia'. E' con questo gruppo che Ovadia inizia a comporre musiche in proprio, sulla scorta del repertorio etnico gia' conosciuto e fatto proprio. L'esordio teatrale e' del 1984. Nel 1987, per il Festival di cultura ebraica del Teatro Pier Lombardo di Milano (ora Teatro Franco Parenti), e' protagonista dello spettacolo Dalla sabbia dal tempo scritto e diretto da Mara Cantoni, che mette in evidenza le sue capacita' di attore-cantante. Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e lavora con il Crt Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurra' in tournee a Bari, Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York. La grande svolta e' lo spettacolo Oylem Goylem ('Il mondo e' scemo', in lingua yiddish), con cui si impone all'attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale umorismo ebraico, a piu' leggere storielle e barzellette. Lo spettacolo verra' ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e dvd da Einaudi, a dimostrazione di un successo duraturo nel tempo. Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Ando', con l'opera multimediale Frammenti sull'Apocalisse, presentato poi al Festival Roma Europa nel luglio 1995. Intanto all'inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull'Olocausto, che diventa uno egli eventi piu' importanti della stagione teatrale. Nello stesso anno debutta Taibele e il suo demone, con Pamela Villoresi. Sempre nel 1995 nasce Diario ironico dall'esilio scritto con Ando' e prodotto per il Teatro Biondo Stabile di Palermo. Nel febbraio 1996, sempre collaborando con Mara Cantoni e il Piccolo Teatro di Milano, e' in scena con Ballata di fine millennio, che porta in tournee in tutta Italia. Nello stesso anno si presenta al Festival di Gibellina con lo spettacolo Pallida madre, tenera sorella, per la regia di Piero Maccarinelli. Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Ando', che dirigera' il loro Il caso Kafka. Nell'ottobre 1998 e' in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile di Trieste ed intitolato Trieste... ebrei e dintorni. Il mese successivo e' in sala il suo lavoro successivo per il Piccolo Teatro di Milano: Mame, mamele, mamma, mama'..., che lui scrive dirige ed interpreta con la TheaterOrchestra. Nel dicembre 1999 e' la volta di Joss Rakover si rivolge a Dio, seguito l'anno dopo da Tevjie und mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae ed interpreta la versione italiana di Il violinista sul tetto. Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L'armata a cavallo. Nel 2005 collabora coi Modena City Ramblers nel loro album dedicato ai 60 anni della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista, Appunti partigiani, prestando la propria voce per la canzone Oltre il Ponte. Oltre a spettacoli teatrali Ovadia ha nel proprio curriculum anche partecipazioni a film e programmi televisivi. E' stato fra i protagonisti con Bruno Ganz del Diario senza date di Ando', che ha partecipato poi alla Mostra del Cinema di Venezia. In seguito ha prestato il volto ad altri lungometraggi, come Caro diario di Nanni Moretti e Facciamo Paradiso di Mario Monicelli. Ha condotto nel 1994 anche il programma radio Note spettinate, andato in onda su Radio2, di cui e' stato con Mara Cantoni anche autore". Tra le opere di Moni Ovadia: Perche' no?, Bompiani, 1996; Oylem Goylem, Mondadori, 1998; L'ebreo che ride, Einaudi, 1998; La Porta di Sion. Trieste, Ebrei e dintorni, Goriziana, 1999; Ballata di fine millennio, Einaudi, 2000; Speriamo che tenga, Viaggio di un saltimbanco sospeso tra cielo e terra, Mondadori, 2001; Vai a te stesso, Einaudi, 2002; Contro l'idolatria, Einaudi, 2005; Lavoratori di tutto il mondo, ridete, Einaudi, 2007. Moni Ovadia ha anche pubblicato cd e dvd di alcuni suoi spettacoli. Cfr. anche il sito: www.moniovadia.it

Su Marino Ruzzenenti dal sito www.ambientebrscia.it riprendiamo la seguente scheda: "Marino Ruzzenenti e' nato a Medole (Mn) il 18 giugno 1948 e risiede a Brescia. Diplomato, nel 1966, all'Istituto Magistrale Veronica Gambara di Brescia. Laureato, nel 1974, in Materie Letterarie (tesi in storia contemporanea), con 110 e lode, presso la Facolta' di Magistero dell'Universita' di Parma. Abilitato, nel 1976, all'insegnamento di italiano e storia negli Istituti secondari di secondo grado. Maestro elementare di ruolo dal 1967 al 1974. E' stato, nel 1970, tra i promotori della costituzione a Brescia di un gruppo locale di insegnanti del Movimento di Cooperazione Educativa, nel quale ha operato fino al 1975 in collaborazione con il maestro Mario Lodi. Segretario provinciale del Sindacato scuola della Cgil, dal 1974 al 1978. Membro della segreteria della Camera del Lavoro di Brescia dal 1978 al 1988, come coordinatore dei sindacati dell'industria. Si e' impegnato in particolare nel promuovere iniziative per la salubrita' degli ambienti di lavoro, con attivita' di formazione e di programmazione sul territorio. Ha promosso la costituzione dell'Archivio storico della Cgil di Brescia. Professore di ruolo di italiano e storia presso l'Itc "Abba" di Brescia dal 1988 al 2007. Cooperante in Brasile per un'attivita' di formazione dell'Ong "Progetto Sviluppo", dal giugno 1989 all'agosto 1990, in un programma con il sindacato brasiliano per promuovere la prevenzione delle malattie professionali e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Dall'anno scolastico 1991-92 fino al 1996-97 e' stato docente referente per l'Educazione alla salute e la Prevenzione delle tossicodipendenze. Negli anni Novanta ha prodotto esperienze di educazione all'Interculturalita' in relazione ai processi immigratori e di educazione ambientale, partecipando, in particolare, nell'anno scolastico 1996-97 al "Progetto pilota di Educazione ambientale" della Consulta per l'Ambiente del Comune di Brescia con una ricerca interdisciplinare sui rifiuti. Ha anche organizzato negli anni scolastici dal 1994-95, 1995-96 e 1996-97 corsi di aggiornamento per gli insegnanti sui temi del rapporto Nord-Sud. Negli anni scolastici 1997-98 e 1998-99 e' stato comandato presso la Fondazione Micheletti di Brescia dove ha promosso diverse iniziative di formazione ed aggiornamento degli insegnanti sulla storia del Novecento e ha condotto alcune ricerche storiche. Nel 1999 ha promosso e diretto, per conto della Fondazione "Piccini" in collaborazione con il Cisp di Roma, un corso di aggiornamento intensivo su "Globalizzazione ed interculturalita': nuovi paradigmi per rifondare i saperi e le metodologie educative". Ha attuato diversi progetti di educazione ambientale, in particolare, a partire dall'anno scolastico 2006-2007: L'automobile dalla "culla" alla "bara". Un percorso dentro la siderurgia bresciana (L'automobile protagonista del Novecento... anche a Brescia. La siderurgia bresciana: dalle miniere al recupero dei veicoli fuori uso); Il "caso Caffaro", un disastro ambientale annunciato. Un percorso alla scoperta dell'ambiguita' della tecnologia; Sostenibilita' dell'energia. Dagli attuali sprechi all'uso di nuove fonti per un futuro durevole; La risorsa "acqua" e il territorio bresciano. Un percorso alla riscoperta delle radici della vita; Lo stato dell'ambiente a Brescia e provincia. Un percorso attraverso le criticita' ecologiche locali per un futuro sostenibile; Tornare alla Natura per essere felici... Percorso didattico di educazione ambientale per la scuola primaria. Dagli anni Ottanta è iscritto all'associazione Legambiente. Fu, nel 1994, tra i soci fondatori di Cittadini per il riciclaggio, associazione che da allora ha condotto una lotta strenua ed efficace al megainceneritore Asm, promuovendo assemblee, convegni, manifestazioni, ricorsi alla magistratura amministrativa ed ordinaria ed all'Unione europea, ottenendo anche clamorosi risultati. Nel 2001 contribui', con i medici del lavoro Celestino Panizza e Paolo Ricci, a far emergere il grave inquinamento da Pcb e diossine nella zona adiacente l'industria chimica Caffaro, promuovendo la costituzione del Comitato popolare contro l'inquinamento zona Caffaro. Ha partecipato, nel 2005, alla costituzione del Comitato contro la centrale turbogas di Brescia e per il risparmio energetico. E' socio dell'associazione Medicina democratica, movimento di lotta per la salute. Ha recentemente organizzato, con altri, diversi convegni di studio, presentando anche relazioni specifiche: 29 gennaio 2005, presso la sala delle colonne del Centro Saveriani, Impatto ambientale della siderurgia da rottame. 22 aprile 2006, presso la sala San Cristo del Centro Saveriani, Esperienze e proposte alternative all'insediamento di nuove centrali termoelettriche. 20-21 ottobre 2006, Auditorium Museo di scienze naturali, Verso la prospettiva rifiuti zero. Oltre lo spreco, nuove strategie per una saggia politica di governo. 23 giugno 2007, Auditorium Museo di Scienze naturali, Brescia: industria, qualita' dell'ambiente e salute. Contraddizioni e prospettive. 7 febbraio 2008, Auditorium Museo di Scienze naturali, Per un futuro senza rifiuti: quando le scelte diventano soluzioni. 19 associazioni e comitati ambientalisti presentano le Osservazioni al Piano rifiuti provinciale. 14 maggio 2011, Cinema Villaggio Sereno, Che acqua abbiamo. Dal 2007 gestisce e redige il sito di informazione e documentazione ambientale sul Bresciano www.ambientebrescia.it Dal 2004 al 2010 ha tenuto in tutta Italia, dalla Sicilia all'Alto Adige, circa 250 conferenze sui temi ambientali ed in particolare sulla gestione dei rifiuti. Nel dicembre 1974 fu tra gli organizzatori a Brescia dell'Assemblea nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa su "Scuola, educazione e antifascismo", tenuta in ricordo degli insegnanti caduti nella strage del 28 maggio. Tra il 1975 e il 1977 collaboro' con Elio Sellino, direttore della Biblioteca Feltrinelli di Milano, all'attivita' dell'Archivio Biblioteca "Luigi Micheletti". Nel maggio 1975, contribui', per la parte storica, alla realizzazione della mostra fotografica "Storia di una strage: fascismo e antifascismo dal 1935 al maggio 1974", allestita in occasione del primo anniversario della strage di Piazza Loggia dall'Associazione Artisti Bresciani" e dall'Archivio "Luigi Micheletti", con il patrocinio del Comune e della Provincia di Brescia e dell'Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. Nel 1978 si dedico', come membro della segreteria a cio' incaricato, alla creazione del Centro di Documentazione - Archivio storico della Camera del Lavoro di Brescia. E' stato redattore nel 1980-81 della rivista "Studi bresciani", quadrimestrale di storia, cultura e societa', edita dalla Fondazione "L. Micheletti". E' stato redattore, tra il 1982 e il 1984 del periodico mensile bresciano di informazione e dibattito "Punto e virgola". E' stato, fin dal primo numero (ottobre 1986), redattore della rivista mensile "Amanecer", di informazione e dibattito sull'America Latina. E' attualmente redattore del mensile dei missionari saveriani "Missioneoggi", cui collabora dal 1993. Ha collaborato anche con la "Fondazione Guido Piccini per i diritti dell'uomo". Ha partecipato come relatore sul tema "Beni pubblici globali. Le sfide della sostenibilita'" al Convegno internazionale "Inclusao social: o desafio de democratizar o conhecimento", realizzato dal Sistema Fecomercio/Senac/Sesc, con la promozione di Sebrae e Cinterfor/Oit e l'appoggio del Governo dello Stato di Pernambuco a Recife (Brasile), il primo ottobre 2003. Collabora con la Fondazione "Luigi Micheletti" di Brescia per la quale fa parte della redazione della rivista on line, diretta da Giorgio Nebbia e promossa con l'Enea-Campus, "altro Novecento. Ambiente, tecnica e societa'". Collabora con la rivista "Medicina democratica". Pubblicazioni: Il movimento operaio bresciano nella Resistenza, Editori Riuniti, Roma 1975. La 122ma brigata Garibaldi e la Resistenza nella Valle Trompia, Nuova Ricerca, Brescia 1977. Classe operaia, scuola e ricerca, in Bruno Trentin e altri, Antifascismo e nuova cultura nella esperienza della classe operaia, Brescia 1977. Il proletariato industriale nella crisi della seconda guerra mondiale: condizioni di lavoro e coscienza di classe (1935- 1945), in AA. VV., L'antifascismo bresciano dal 1920 al 1945, Comune di Brescia, Brescia 1978. Operai contro. La Resistenza al fascismo dei lavoratori della Om di Brescia e di Gardone Valtrompia (1940-1945), Anpi, Brescia 1995. Libro e moschetto... Storie di ragazzi nella Brescia fascista. Invito al mestiere dello storico, Ikon, Brescia 1995. Guido Maria Conforti tra i tentativi coloniali dell'Italia unita, in AA.VV., A Parma e nel mondo - verso le Ricorrenze saveriane, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Parma 1996. con Paola Costa e Giorgio Nebbia, A come ambiente. Corso di Educazione Ambientale, La Nuova Italia, Firenze 1998. (curato con Marco Soana), Il pericolo non e' il mio mestiere. La cultura della prevenzione per un lavoro sicuro, Provincia di Brescia, Brescia 1999. con Roberto Cucchini, Gastone Sclavi e la stagione dei Consigli, "Studi bresciani", Quaderni della Fondazione Micheletti, n. 11, Brescia 2000. Gli immigrati in mezzo a noi. Curriculum di italiano e storia, in M. R. Notarangeli (a cura di), Esperienze di formazione nelle scuole. Strumenti didattici di Educazione allo Sviluppo. Aa. ss. 1995-'96 e 1996-'97, Cisp, Roma 2000. (curato con Rolando Anni), La Resistenza a Brescia, CD, Anpi - Fivl - Cbar, Brescia 2000. con Carlo Baroncelli, Globalizzazione ed interculturalita', in Marinella Fasanella (a cura di), Educazione allo sviluppo e interdipendenza Nord Sud, Cisp, Roma 2001. Un secolo di cloro e...  Pcb. Storia delle industrie Caffaro di Brescia, Jaca Book, Milano 2001. (curato con Gianfranco Porta), Novecento difficile. Rimozioni ed eredita', Anpi, Brescia 2002. L'Italia sotto i rifiuti, Jaca Book, Milano 2004. Con altri, Le vie della liberta'. Un percorso della memoria (Brescia 1938-1945), Anpi, Ff. Vv., Anei, Aned, Brescia 2005. (curato con Roberto Cucchini), Memorie resistenti. Angelo Lino Belleri. Giovanni Battista Popi Sabatti, Spi Cgil, Brescia 2005. La Resistenza nel Bresciano, in AA. VV., Iseo nella Resistenza. 1945-2005. Sessant'anni di liberta', Comune e Anpi d'Iseo, Brescia 2005. La capitale della Rsi e la Shoah. La persecuzione degli ebrei nel Bresciano (1938-1945), "Studi bresciani", Quaderni della Fondazione Micheletti, n. 15, Brescia 2006. Donne nella tragedia della persecuzione antiebraica, in Bruna Franceschini (a cura di), Dalle storie alla Storia. La dittatura, la guerra, le privazioni, la paura nel vissuto delle donne e degli inermi, Grafo, Brescia 2007, pp. 143-163. La persecuzione degli ebrei in provincia di Brescia durante la Repubblica sociale italiana, in Michele Sarfatti (a cura di), La Repubblica sociale italiana a Desenzano: Giovanni Preziosi e l'Ispettorato generale per la razza, Giuntina, Firenze 2008, pp. 173-193. Bruno ragazzo partigiano. Giuseppe Gheda 1925-1945, "Studi bresciani", Quaderni della Fondazione Micheletti, n. 17, Brescia 2008. L'ambiente non si vende, in Maurizio Pallante (a cura di), Un programma politico per la decrescita, Edizioni per la decrescita felice, Roma 2008, pp. 53-73. Il mito dell'inceneritore, pardon termoutilizzatore, Asm di Brescia, in Stefano Montanari (a cura di), Lo stivale di Barabba. L'Italia presa a calci dai rifiuti. Arianna, Bologna 2008 (distribuito da Macro e-book), pp. 148-200. Industrie urbane. La "Caffaro" di Brescia, in Salvatore Adorno e Simone Neri Serneri (a cura di), Industria, ambiente e territorio. Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia, Il Mulino, Bologna 2009, pp. 113-131. Le leggi razziali ed il coinvolgimento fascista nella Shoah, in AA. VV., I totalitarismi del Novecento. Creazione del consenso, repressione politico-culturale, razzismo antisemita, Casa della memoria, Brescia 2010, pp. 37-43. L'autarchia verde. Un involontario laboratorio della green economy, Jaca Book, Milano 2011. Shoah. Le colpe degli italiani, Manifestolibri, Roma 2011. Oltre ad articoli su argomenti diversi e ad interventi sui quotidiani locali, da tempo, accanto al tradizionale interesse per il movimento operaio, si occupa delle tematiche ecologiche e dello sviluppo, sia in relazione con il Sud del Mondo che in dimensione storica, pubblicando saggi su diverse riviste: Un consiglio di zona interviene nella scuola dell'obbligo in "Fabbrica e Stato - Inchiesta", numero speciale sulle 150 ore, luglio-agosto 1973, Dedalo, Bari. Lavorare si', ma per vivere meglio. Risultati di un'indagine sui giovani e il lavoro promossa dalla Federazione Cgil-Cisl-Uil presso alcune aziende della provincia di Brescia, in "Studi bresciani", Quaderni della Fondazione Micheletti, n. 2, maggio-agosto 1980. L'esperienza del movimento sindacale italiano nella lotte per la salute in "Cadernos da Cut, juridico e relacoes sindicais", Sao Paulo (Brasile), luglio, agosto-settembre 1990. Da un'ecologia ambientale ad un'ecologia sociale, dossier sulla sfida ecologica in Brasile, in "Amanecer", n. 1, gennaio 1991. Eco '92, dossier sulla conferenza di Rio De Janeiro, in "Amanecer", n. 4, aprile 1992. Un posto al sole: guida al colonialismo italiano, dossier di "Missioneoggi", n. 6, giugno-luglio 1993. Ecologia dal Sud del mondo, dossier sull'ecologia in dimensione planetaria, in "Missioneoggi", n. 1, gennaio 1994. Le radici verdi del sindacato italiano, in "Capitalismo Natura Socialismo", n. 11, agosto 1994, Datanews, Roma, pp. 136-141. A un passo dal duemila. Un secolo che se ne va: tempo di bilanci, dossier curato per "Missioneoggi", n. 10, ottobre 1996. Rio+5: a cinque anni dalla Conferenza dell'Onu il difficile percorso verso uno sviluppo amico dell'uomo e dell'ambiente, "Amanecer", n. 2-3, febbraio-marzo 1997. Turisti pericolosi. Suggerimenti per viaggiare in modo intelligente, dossier sul turismo ecosostenibile e responsabile verso il Sud, in "Missioneoggi", n. 5, maggio 1997. Le ragioni dei popoli nell'economia globale, dossier su globalizzazione e democrazia in "Missioneoggi", n. 2, febbraio 1998. Sviluppo sostenibile: storia di una teoria controversa, in "Inchiesta", ottobre-novembre 1999, Dedalo, Bari. Le comunita' locali nell'era della globalizzazione, dossier di "Missioneoggi", n. 3, marzo 2000. Con R. Cucchini, L'ambiente di lavoro tra razionalita' tecnologica e ragioni dell'uomo. L'esperienza bresciana negli anni Settanta, in "Altronovecento. Ambiente-Tecnica-Societa'", rivista on line promossa dalla Fondazione ''Luigi Micheletti" di Brescia, n. 3, giugno 2000, www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/ Ecopedagogia e sfida dell'autonomia, in "Cem-mondialita'", anno XXXI, n. 7, agosto-settembre, 2000. Caso Pcb: ecco come ti distruggo l'ambiente, dossier di "MissioneOggi", n. 1, gennaio 2002. Caffaro di Brescia: un secolo di veleni, dossier di "Medicina Democratica", n. 139/140, novembre-dicembre 2001 / gennaio-febbraio 2002, pp. 28-64. Il "caso Caffaro": insieme ai Pcb le diossine, in "Medicina Democratica", n. 144/145, settembre-dicembre 2002, pp. 9-26. Caffaro: un secolo di veleni, in "Libertaria", anno 5, n. 1, gennaio/marzo 2003. Scuola e territorio tra globalizzazione e localismi, in "Scuola & citta'", Firenze, La Nuova Italia, a. LIV, n. 1, 2003, pp. 134-147. La storia dei Pcb (policlorobifenili). Miracoli e disastri della tecnica del Novecento, in "Altronovecento. Ambiente-Tecnica-Societa'", rivista on-line promossa dalla Fondazione ''Luigi Micheletti" di Brescia, n. 6, febbraio 2003. Con altri, Italia: stato sociale in vendita, dossier di "MissioneOggi", n. 5, maggio 2003. Con A. Garusi, Usa: in un testo il progetto per sottomettere il mondo, dossier di "MissioneOggi", n. 6, luglio 2003. Con F. Ruzzenenti, La questione energetica e il futuro di tutti, dossier di "MissioneOggi", n. 8, ottobre 2003. Con C. Panizza, Caffaro di Brescia: si estende l'inquinamento da Pcb e diossine, in "Medicina Democratica", n. 154/156, maggio-settembre 2004, pp. 23-34. Dal consumo critico alla critica del rifiuto, dossier di "MissioneOggi", n. 3, maggio 2005. Con C. Panizza, Impatto ambientale della siderurgia elettrica da rottame, in "Medicina Democratica", n. 159/161, pp. 13-21, gennaio-giugno 2005. Con F. Piazza, La decrescita puo' salvare il pianeta, dossier di "MissioneOggi", n. 7, agosto-settembre 2006. Con A. Rizzoli, Costa meno rifiuti zero, in "Carta - cantieri sociali", 3-9 febbraio 2007, a. IX, n. 4. Un'etica per l'ambiente. Un'etica per la vita, dossier di "MissioneOggi", n. 5, maggio 2007. Brescia - "caso Caffaro": l'inquinamento dai terreni alla falda idrica, in "Medicina Democratica", n. 173/175, maggio-ottobre 2007, pp. 31-42. La falsa alternativa: discarica o inceneritore, in "CuoreCitta'", Senigallia, agosto 2008, pp. 7 e 10. "Crisi ecologica e crisi sociale", due facce della stessa medaglia, in "Medicina Democratica", n. 177/179, gennaio-giugno 2008, pp. 27-30. Dal territorio una speranza di futuro, dossier di "MissioneOggi", n. 8, ottobre 2008. Il problema rifiuti. Discarica o inceneritore: una falsa alternativa, in "Biologi italiani", organo ufficiale dell'Ordine nazionale dei biologi, a. XXXVIII, n. 10, novembre 2008, pp. 61-72. Diossine nel latte e nell'aria di Brescia e inceneritore Asm-A2A, in "Medicina Democratica", n. 180/182, luglio-dicembre 2008, pp. 103-120. Il degrado del Pianeta scaricato sui poveri, dossier di "MissioneOggi", n. 6, giugno-luglio 2009. Brescia: ancora inquinamento da diossine, in "Medicina Democratica", n. 186/188, luglio-dicembre 2009, pp. 91-102. Italia nucleare. Non ci resta che vigilare, dossier di "MissioneOggi", n. 3, marzo 2010"]

 

Questo e' un libro importante, che pone questioni rischiose e delicate, e per questa ragione ritengo che necessiti di alcune premesse non eludibili.

La prima premessa riguarda un equivoco assai diffuso e di rilevanza generale. I rappresentanti istituzionali di una nazione pensano quasi sempre che minimizzare le responsabilita' delle classi dirigenti che hanno governato quella nazione nelle epoche tragiche della sua storia, sia un modo per difenderne la moralita', il valore intrinseco e risparmiarle un giudizio che ne sminuirebbe il ruolo e l'autorita' nel consesso delle nazioni.

Se, dall'ambito molto generale, cominciamo a limitare l'oggetto dell'indagine a un periodo storico circoscritto ma particolarmente significativo per la nostra storia recente, ovvero il secondo conflitto mondiale, possiamo facilmente verificare che la quasi totalita' dei governi e delle istituzioni nazionali che si sono macchiati di crimini contro l'umanita', di maggiore o minore rilevanza, hanno cercato di negarli, di sminuirne la portata o di giustificarli. Lo hanno fatto l'Italia, l'Austria, il Giappone, per citare solo i piu' noti. L'Italia, per fermarci al cortile di casa, ha visto le principali istituzioni di governo, di maggioranza e non solo, mettere in atto ogni forma di propaganda, di omissione o di sottovalutazione e di "disinformacia" allo scopo di fare passare per oro colato il luogo comune degli "Italiani brava gente". Luogo comune trito e menzognero, come questo studio di Marino Ruzzenenti mostra con accurata documentazione e come ha gia' mirabilmente raccontato il professor Del Boca nel suo libro omonimo. Naturalmente in Italia ci sono state, e ci sono, tantissime brave persone, ma questo non e' in nessuna misura attribuibile alle istituzioni tout court, ne' allora, ne' ora.

Il fascismo italiano si macchio' in proprio, in solido con i nazisti tedeschi e con i cattolicissimi ustascia croati, di atroci crimini, primo fra tutti il genocidio dei libici in Cirenaica. Il fascismo fu un regime totalitario e assassino, razzista e infame che espresse l'apice di questa sua vocazione nella criminale stagione della Rsi. Benito Mussolini fu un criminale di guerra, un traditore della peggiore risma con il suo popolo e persino con i suoi camerati, e segnatamente con gli ebrei. La monarchia sabauda fu pienamente e vigliaccamente prona e consenziente verso i crimini fascisti.

Tutte le principali istituzioni furono complici della persecuzione degli ebrei, nella migliore delle ipotesi tacquero. Il miserabile esempio di servilismo della quasi totalita' dei professori universitari di fronte al regime e all'espulsione che questo decreto' dei loro colleghi ebrei e' paradigmatico. Per sapere che sarebbe stato possibile agire diversamente, anche in misura radicale, non e' difficile, oggi, informarsi sui fulgidi esempi della piccola Bulgaria e della piccola Danimarca.

La seconda premessa riguarda le responsabilita' del Vaticano, delle sue gerarchie e di moltissimi cattolici nei confronti della persecuzione antisemita. Questa seconda premessa necessita a sua volta di una premessa ulteriore: vi furono religiose e religiosi cattolici, preti e monache che si spesero e rischiarono la vita per proteggere e salvare gli ebrei perseguitati. Non solo. Vi furono anche alti prelati che fecero altrettanto. Basti per tutti il nome di Angelo Roncalli, allora presule in Turchia e che in seguito sarebbe stato papa Giovanni XXIII. Lo stesso Pio XII ordino' di aprire i conventi per accogliere gli ebrei perseguitati. Detto questo possiamo assumere come coordinate di riferimento per il nostro discorso, una riflessione del premio Nobel per la letteratura Imre Kertesz, ebreo ungherese deportato da fanciullo ad Auschwitz e la dichiarazione solenne del 1995 del Sinodo dei vescovi tedeschi sulla Shoa'. Kertesz sottopone al nostro giudizio questa innegabile evidenza: tutti gli aguzzini nazisti ebbero educazione cristiana o cattolica. I vescovi cattolici tedeschi nel cinquantesimo anniversario della caduta dei cancelli di Auschwitz dichiararono: i cattolici tedeschi durante lo sterminio nazista furono, nel migliore dei casi, indifferenti, piu' spesso complici.

Fatte queste premesse, il libro di Marino Ruzzenenti critica autorevolmente, sulla base di una vasta e approfondita analisi di fonti documentali, la tesi ufficiale del Vaticano secondo la quale l'antiebraismo e l'antigiudaismo tradizionale cattolico furono altro rispetto all'antisemitismo biologico e sterminatore dei nazisti, e che non solo furono altro, ma addirittura lo contrastarono, svolgendo un ruolo di attenuazione della tragica deriva antisemita virulenta che il fascismo avrebbe imboccato senza la provvidenziale canalizzazione dell'odio per gli ebrei nel contesto del "ragionevole" antiebraismo cattolico.

Questa posizione "farisaica" e "prudenziale" costituisce a mio modesto parere un grande vulnus per la Chiesa Cattolica. Uno dei risultati marginali ma indicativi di questo atteggiamento e' il fatto che ancora oggi due prestigiosissime istituzioni come l'Universita' Cattolica degli Studi di Milano e un grande Ospedale di Roma siano intestate a padre Agostino Gemelli, uno dei piu' feroci e spietati antisemiti di tutto il Novecento in Italia.

L'altro vulnus che la Chiesa cattolica si autoinfligge ad opera di quelle gerarchie che hanno scelto la via "farisaica" e' la improponibile giustificazione del silenzio di papa Pacelli di fronte allo sterminio degli ebrei. La prova che si poteva agire con ben altri esiti l'ha data il metropolita della Chiesa Cristiana Ortodossa bulgara. Il metropolita Stefan, tuonando minacciosamente contro i nazisti e denunciando il loro progetto di deportazione degli ebrei, contribui' in modo decisivo a salvare 48.000 cittadini bulgari, esseri umani colpevoli solo di essere quello che erano. Da ultimo, non si puo' dimenticare che, anche alla fine del conflitto, la Chiesa di papa Pacelli protesse nelle chiese e nei conventi i peggiori criminali nazisti e ne organizzo' la fuga nei paesi delle disponibili dittature fasciste sudamericane, sottraendoli cosi' alla giustizia.

La tesi di questa opera, che condivido pienamente, e' che l'antigiudaismo e l'antiebraismo cattolico e cristiano siano in diretta e inscindibile relazione con l'antisemitismo nazista e che, senza l'intossicazione dell'odio verso gli ebrei provocato da secoli e secoli di una evangelizzazione pervertita che ha fomentato l'odio invece dell'amore, lo stermino degli ebrei non avrebbe potuto essere perpetrato con la ferocia e la vastita' che conosciamo. Personalmente mi auguro che il libro di Marino Ruzzenenti inauguri una stagione di studi coraggiosi che portino al pieno riconoscimento delle responsabilita', riconoscimento che solo potra' garantire un futuro migliore e piu' degno a istituzioni e nazioni. Lo dimostra il caso dell'odierna Germania che si e' confrontata con il massimo rigore con il proprio passato e che per questo e' una delle nazioni piu' affidabili sul piano della credibilita' democratica. La sua cultura e la sua economia sono accolte e rispettate con particolare favore proprio nei luoghi e nei paesi che piu' duramente conobbero l'orrore nazista.

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Federica Armiraglio (a cura di), Klimt, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Marino Berengo, L'Europa delle citta'. Il volto della societa' urbana europea tra Medioevo ed Eta' moderna, Einaudi, Torino 1999, Mondadori, Milano 2011, pp. XVI + 1040, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Michel Foucault (a cura di), Io, Pierre Riviere avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... Un caso di parricidio nel XIX secolo, Einaudi, Torino 1976, 2000, Rcs, Milano 2011, pp. XXII + 330, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 662 del 29 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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