Voci e volti della nonviolenza. 405



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 405 del 24 agosto 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Il piu' grande crimine contro l'umanita'

2. Sette domande a Monia Benini

3. Sette domande a Donatella Bortolazzi

4. Sette domande a Raffaele K. Salinari

5. Sette domande a Lorenzo Scaramellini

6. Sette domande a Paolo Spunta

7. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: IL PIU' GRANDE CRIMINE CONTRO L'UMANITA'

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La guerra e' il piu' grande crimine contro l'umanita'.

Ogni guerra, per qualsiasi motivo.

Sia essa di attacco o di difesa, chirurgica o umanitaria, per il petrolio o per la democrazia, la guerra e' sempre un crimine, in Libia o in Afghanistan.

Questo dira' la marcia Perugia-Assisi.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MONIA BENINI

[Ringraziamo Monia Benini (per contatti: presidente at perilbenecomune.net) per questa intervista.

"Sono nata a Portomaggiore (Fe) nel 1974, mi sono laureata a Padova in Lingue e Letterature Straniere e ho conseguito un diploma universitario in Relazioni Diplomatiche a Perpignan (Francia). In seguito ho conseguito il Master per la Carriera Diplomatica e le Funzioni  Internazionali e ho avuto la borsa di studio per la XX Cattedra Sturzo (Caltagirone, Catania) dal titolo "Dalla Governance Europea alla Global Governance ", in seguito alla quale ho proseguito la mia specializzazione presso l'Ispi di Milano con i corsi "Mediterraneo: energia e sicurezza" e "European affaires: il futuro dell'Unione fra Costituzione Europea e riforma delle Istituzioni". Mi sono trasferita a Ferrara nel 2004 quando - dopo un'esperienza di tre anni in consiglio comunale a Portomaggiore - sono stata chiamata per il mio impegno politico con i Comunisti Italiani a presidere un'azienda di proprieta' del Comune. Lasciato per dissenso il partito nel 2006 e l'incarico lavorativo nella primavera del 2007, ho affiancato come collaboratrice parlamentare il senatore Fernando Rossi sino alla fine del suo mandato, entrando in contatto con numerosissimi comitati, gruppi e associazioni e collaborando fattivamente con questi per portare le loro istanze all'interno del Parlamento. Nel febbraio del 2008 ho contribuito alla nascita di Per il Bene Comune, movimento che attualmente presiedo e che, dopo essersi presentato alle elezioni politiche di quello stesso anno, ha concentrato la propria azione sull'informazione fuori dagli schemi dei media e su azioni volte a riaffermare la sovranita' popolare, a difendere i popoli che hanno subito ingiustizie, a promuovere la pace, l'uguaglianza e la giustizia. Curo inoltre personalmente la rubrica "Il Punto", un appuntamento settimanale via web, occupandomi di attualita' e informazione, ospitando periodicamente esperti di economia, politica estera e personalita' attive per la difesa dell'ambiente, dei diritti, della pace"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Monia Benini: Oltre a divulgare il pensiero di Capitini, la marcia Perugia-Assisi ha rappresentato un efficace veicolo di diffusione dei valori della pace, della fratellanza, della solidarieta', in un mondo ormai plagiato e plasmato da media che tedono a imporre modelli dove la violenza, lo scontro, l'aggressivita' appaiono come aspetti "vincenti".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Monia Benini: Credo che mai come quest'anno l'aspetto piu' caratterizzante della marcia sia intrinseco al nome stesso dell'iniziativa, in altre parole la pace e la fratellanza dei popoli. Con le rivolte e le guerre in corso, con l'arroganza del potere militare Usa e Nato (che purtroppo ben conosciamo, essendo il nostro paese occupato da basi straniere), con il silenzio assordante rispetto ai bombardamenti di questi giorni nella Striscia di Gaza, con il cappio di strutture internazionali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale o con quello meno appariscente delle lobbies della finanza internazionale, con le carestie in corso, con le battaglie per il controllo delle risorse idriche e delle fonti energetiche non rinnovabili, diventa sempre piu' difficile lavorare per la pace e la fratellanza. Ecco dunque che questa marcia puo' riaffermare con forza i diritti dell'umanita', l'uguaglianza delle persone in tutto il mondo, ma credo sia anche l'occasione per proporre un cambiamento di paradigma nelle relazioni umane, nei valori che mettiamo al centro della nostra esistenza. Ritengo, infatti, sia necessario sfuggire alla gabbia dello sviluppo infinito e del consumo sfrenato, giacche' questo percorso sta depauperando tantissime persone e sta annientando la pacifica convivenza fra i popoli.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Monia Benini: C'e' molta disinformazione e con la strumentalizzazione che da piu' parti si cerca di mettere in atto rispetto al movimento nonviolento, il rischio e' che questo possa essere in parte incanalato in percorsi "utili" a poteri forti che, di fatto, opprimono i popoli o impongono guerre. Per non parlare poi del rischio effettivo che i partiti si servano del movimento nonviolento per recuperare un consenso elettorale che ormai hanno perduto per la loro mancanza di progettualita' e per la degenerazione complessiva che sta attanagliando il panorama partitico nazionale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Monia Benini: Si tratta a mio avviso di un ruolo importante, che richiede autonomia, coraggio e determinazione: informare realmente, diversamente dai media embedded e nonostante loro, avvicinare alla nonviolenza giovani e meno giovani con azioni che possano stupire per la loro originalita' ed estraneita' alla prepotenza e alla brutalita' imperanti. Dovrebbe inoltre riappropriarsi del significato pieno della parola "pace" e del potere simbolico di quelle bandiere che sono appese a tanti nostri balconi, violentate da chi diceva di volere la pace e invece ha fatto la guerra (chiamandola pace).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Monia Benini: Personalmente sono stata molto impressionata da Turi Vaccaro in Val di Susa e dal gesto estremo del tunisino che, sacrificandosi, ha avviato le rivolte in Nord Africa. Penso che sia da rilevare pero' anche l'affievolimento del potenziale delle azioni nonviolente laddove (localmente) il movimento e' stato dapprima strumentalizzato e poi soverchiato da forze partitiche.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Monia Benini: Sul piano nazionale penso sarebbe opportuno lavorare per iniziative che rimettano al centro i principi della nostra Costituzione, affinche' partendo dalla sovranita' popolare, passando per il lavoro, l'istruzione, la giustizia, si possa agire per l'eguaglianza degli individui e per la pace sociale. A livello mondiale, partirei dall'esempio della violazione della Nato della No Fly Zone in Libia, atto trasformatosi poi in guerra aperta, oppure dai raid israeliani a Gaza e in Cisgiordania, per richiamare al rispetto del diritto internazionale e indurre chi crea conflitti, guerre, abusa dei popoli e delle risorse del pianeta ad assumersi le proprie responsabilita'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa è la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Monia Benini: Gli effetti della violenza sono davanti ai nostri occhi e li paghiamo, non solo economicamente, a caro prezzo: guerre, sofferenze, carestie, morte. L'uomo spreca forze, risorse, energia per annientare i suoi simili. Come sarebbe la nostra esistenza, quella di ogni singolo individuo, se le nostre azioni fossero volte alla pace, all'uguaglianza, alla solidarieta', alla fratellanza? Una coesistenza basata su questi valori migliorerebbe la nostra vita e quella del nostro pianeta.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A DONATELLA BORTOLAZZI

[Ringraziamo Donatella Bortolazzi (per contatti: AssOrganizzazione at Regione.Emilia-Romagna.it) per questa intervista.

Donatella Bortolazzi e' assessore allo sviluppo delle risorse umane e organizzazione, cooperazione allo sviluppo, progetto giovani, pari opportunita' della Regione Emilia-Romagna. E' nata a Bologna nel 1958, e' sposata ed ha una figlia. Laureata in Servizio Sociale presso la facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Bologna, ha lavorato per anni come impiegata in diverse aziende e studi commerciali. Dal 1999 al 2009 ha fatto parte del Consiglio d'amministrazione della Coop Reno, ricoprendo anche la carica di Presidente di Zona dei Soci della stessa cooperativa. E' stata eletta consigliera comunale a Baricella per due mandati consecutivi, dal 1995 al 2004. Nel primo mandato, come indipendente per il Prc, ha avuto la delega alla Cultura e alle Pari opportunita' mentre nel secondo mandato, per il Pdci, ha ricoperto la carica di vicesindaco e assessore al Bilancio, Personale e Tributi. E' stata eletta consigliere della Regione Emilia-Romagna nel 2005, diventando, nell'ottava legislatura, presidente del Gruppo assembleare del Pdci. Durante la legislatura ha fatto parte di tutte le Commissioni assembleari ed ha ideato e promosso la legge regionale 6/2008 che istituisce un Fondo regionale per il sostegno educativo, scolastico e formativo dei figli di vittime di incidenti mortali sul lavoro]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Donatella Bortolazzi: La determinazione, la costanza e l'impegno affinche' sempre piu' persone comprendano che delle scelte diverse per governare questo mondo sono non solo possibili, ma anche migliori rispetto a quelle attuali. Inoltre credo che il coinvolgimento, anno dopo anno, di sempre piu' associazioni, scuole, giovani e comuni cittadini possa essere letto come un successo della stessa marcia quanto ad apertura e diffusione dei valori della nonviolenza, della pace e del dialogo tra i popoli.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Donatella Bortolazzi: Penso che saranno l'indignazione per le troppe ingiustizie alle quali assistiamo ogni giorno e la voglia di cambiamento ad unire tutti i partecipanti di questa edizione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Donatella Bortolazzi: La nonviolenza nel nostro paese e' sempre piu' diffusa tra le persone comuni, ma non ancora abbastanza tra i politici. Grazie al lavoro delle tante associazioni e istituzioni che lavorano per la pace ed i diritti umani sempre piu' cittadini, soprattutto giovani, hanno compreso che i migliori risultati si ottengono con la politica della diplomazia e del dialogo, anziche' con la guerra. C'e' pero' ancora parecchia strada da fare per far si' che anche la politica abbandoni l'ormai antica idea che i conflitti siano inevitabili e che possano risolvere i problemi o addirittura portare la democrazia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Donatella Bortolazzi: Il ruolo di coloro che con costanza e determinazione ricordano a tutti, a chi governa in primis, che si puo' scegliere di vivere diversamente, si puo' mettere al centro la persona e, aggiungerei, il pianeta e il rispetto delle sue magnifiche risorse naturali, anziche' il profitto. Oltre a cio', naturalmente, un ruolo di diffusione dei valori della nonviolenza su tutto il territorio nazionale, ciascuno nella propria citta', con i propri strumenti e le proprie capacita', ma sempre con convinzione e apertura al confronto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Donatella Bortolazzi: In Italia in effetti non mi pare che le scelte effettuate recentemente dal Governo ci stiano conducendo sulla strada della nonviolenza. Sul piano ad esempio della politica nazionale, rispetto ai profughi provenienti dall'Africa, mi sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare prima di parlare di nonviolenza. Ma ancora una volta sono le persone che possono dare un segno di cambiamento, sia qui da noi che al di la' del Mediterraneo. In tal senso penso ai tanti volontari e associazioni che aiutano chi sbarca stremato sulle nostre coste e penso al Nord Africa e al Medio Oriente, alle rivolte tunisine ed egiziane ed al coraggio del popolo siriano che nonostante resista in totale solitudine dal punto di vista internazionale, non perde la forza di scendere in piazza pacificamente ogni giorno e rivendicare il proprio diritto ad una vita diversa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Donatella Bortolazzi: Per quanto riguarda il nostro paese l'attenzione non puo' che essere indirizzata alla crisi e ai pesanti tagli che stanno subendo le politiche del welfare ed i servizi pubblici, nonche' al notevole sacrificio che viene e verra' chiesto ai cittadini meno abbienti. Lo sforzo degli amministratori sara' quello di fare il piu' possibile con poco, ma sara' fondamentale, in tempi cosi' difficili, mantenere e sollecitare la solidarieta' tra le persone, contando sul prezioso aiuto delle associazioni che lavorano sui territori. A livello internazionale bisognera' mantenere l'attenzione su paesi a diverso modo in difficolta', in particolare il Mediterraneo, Libia, Siria, Tunisia, Egitto... e l'area del Corno d'Africa, dove al conflitto si somma una grave carestia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cos'e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Donatella Bortolazzi: Risponderei che la nonviolenza e' una scelta di civilta' che va attuata ogni giorno, nei rapporti con gli altri e con l'ambiente che ci circonda. Un lavoro quotidiano quindi, compiuto consapevolmente a partire dalle piccole cose.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A RAFFAELE K. SALINARI

[Ringraziamo Raffaele K. Salinari (per contatti: gip2343 at iperbole.bo.it) per questa intervista.

Raffaele K Salinari, nato a Zurigo nel 1954, e' un medico specializzato in chirurgia d'urgenza e pronto soccorso ed Ostetricia e ginecologia. Ha lavorato per oltre un ventennio in Asia, Africa ed America latina come esperto di sviluppo sanitario per Ong internazionali ed Agenzie Onu (Uncef, Who, Unhcr). Attualmente insegna Project Cycle Management presso le universita' di Urbino, Bologna, Parma e Tarragona in Spagna. E' presidente di Terre des Hommes International e membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Ai temi di una nuova visione geopolitica ha dedicato la sua Trilogia della Re-esistenza edita da Punto Rosso - Carta]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Raffaele K. Salinari: Mantenere aperto uno spazio inclusivo di pensiero e testimonianza per riflettere ed agire il tema della pace come valore globale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Raffaele K. Salinari: La crisi economica che attraversa il mondo e' il segnale di un modello di sviluppo sempre piu' escludente ed iniquo. La Marcia evidenzia che esistono mondi vitali che si impegnano per un modello alternativo di relazioni tra popoli e tra umanita' ed ambiente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Raffaele K. Salinari: Troppo condizionato dalla politica del palazzo e dalle appartenenze partitiche il mondo nonviolento italiano gioca di rimessa ed attende la legittimazione da soggetti che invece dovrebbero essere legittimati da lui. Una inversione di ruoli su cui si dovrebbe riflettere.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Raffaele K. Salinari: Una coraggioso ripensamento dei fondamentali della societa' e delle regole del gioco politico nazionale ed internazionale. A partire dalla ripresa di gradienti di autonomia e soprattutto di radicalita' valoriale. Ci si attende una voce forte da parte delle associazioni, e non solo una sussidiarieta' se non una subalternita' alla politica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Raffaele K. Salinari: Aumenta la consapevolezza che la globalizzazione e' anche globalizzazione dei diritti, che la violenza non e' solo quella esercitata verso altri esseri umani ma anche nei confronti della natura. Questo apre scenari positivi sui quali pero' va fatta una elaborazione culturale piu' avanzata.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Raffaele K. Salinari: L'accoglienza dei migranti ed i diritti economici delle fasce piu' deboli di popolazione in Italia da un lato, un rilancio del processo di integrazione politica europea dall'altro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Raffaele K. Salinari: E' l'agire consapevole affinche' tutte le forme dell'esistenza abbiano diritto di evolvere secondo la propria potenzialita' senza sopraffarsi le une con le altre.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LORENZO SCARAMELLINI

[Ringraziamo Lorenzo Scaramellini (per contatti: annalorenzo82 at yahoo.it) per questa intervista.

Lorenzo Scaramellini, nato nel '57 a Chiavenna (So), si avvicina da adolescente - primi anni '70 - alla nonviolenza, attirato dalla radicalita' dell'obiezione di coscienza al servizio militare testimoniata da figure come Pietro Pinna. Conosce il Movimento Nonviolento tramite il mensile "Satyagraha" stampato a Torino con un grafica avventurosa ma affascinante. Riformato alla visita di leva, non puo' dichiarare la sua obiezione di coscienza ma dal '78, trasferitosi da Lecco a Chiavenna, contribuisce alla nascita del Gruppo di Ricerca Nonviolenta che diventera', per qualche anno, sezione del Movimento Nonviolento. Il Gruppo se ne distacchera' avendone sperimentato il pessimo clima interno e la tendenza all'autoreferenzialita'. Sul territorio locale, il Gruppo promuove iniziative a favore dell'obiezione di coscienza al servizio militare e del servizio civile e propone Campagne nazionali (Restituzione dei congedi militari e Obiezione alle spese militari) scontrandosi con le prime difficolta' sul piano legale: dopo una ipotesi di denuncia per "istigazione dei militari a disobbedire alle leggi", dall'82 al '90 si apre una lunga stagione processuale per "istigazione a disobbedire alle leggi di ordine pubblico" per la propaganda della Campagna Of (obiezione fiscale) poi diventata Osm (obiezione alle spese militari) che percorre tutti i gradi di giudizio, da Sondrio fino alla Cassazione, primo processo in Italia a carico dei promotori della Campagna Osm. Tutti i processi si concludono con l'assoluzione degli imputati. L'impegno antimilitarista e nonviolento si sviluppa nel tempo seguendo un criterio fondamentale: stabilire e sviluppare relazioni tra soggetti/Campagne nazionali ed esperienze locali diverse, non strettamente riconducibili all'area nonviolenta: il Comitato per la Pace Valchiavenna, dall'82 al '91; il Coordinamento provinciale "Percorsi di Pace", dall'87 al '91; l'associazione di commercio equo "Nonsolomerce", dal '92 al 2009, per la quale coordina il gemellaggio col campo profughi di Krsko (ex Jugoslavia) dal '93 al '97 che coinvolge piu' di un centinaio di giovani volontari/e; l'Agenzia per la Pace, dal '95 al 2010, dalla quale viene assunto e retribuito dal '96 al 2008 grazie all'autotassazione degli aderenti; il Git provinciale di Banca Popolare Etica, dal '97 al 2011, svolgendo nell'ultimo anno il ruolo di coordinatore. Tra le esperienze nazionali piu' significative: nell'82, i blocchi nonviolenti davanti alla base militare di Comiso; negli anni '80, i processi per la propaganda dell'Osm e la la partecipazione al Comitato dei Garanti della Campagna Osm; nel '92, la partecipazione alla Marcia dei 500 a Sarajevo; dal 2003 al 2007, la partecipazione al Coordinamento Politico della Campagna Osm che rappresenta per qualche tempo all'interno di Rid (Rete Italiana Disarmo); nel 2008, la partecipazione al progetto "Agire Politico" promosso da Alex Zanotelli; dal 2008 al 2009 il coordinamento della proposta "Incrociare i Percorsi Programmatici" su incarico dell'Ipri - Rete Corpi civili di pace. Attualmente osservatore in cerca di progetti realisticamente capaci di sviluppare i tanti percorsi avviati negli anni precedenti, nei quali investire utilmente tempo ed energie]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Lorenzo Scaramellini: Personalmente ho partecipato a quasi tutte le edizioni della Marcia Perugia-Assisi, dalla sua ripresa nei primi anni '80 ad oggi. Allo stesso modo ho partecipato alla Marcia Assisi-Gubbio organizzata dal Movimento Nonviolento nel 2003. Quasi sempre la Marcia ha rappresentato un periodo di intenso lavoro sul piano organizzativo per cercare di ottenere la massima partecipazione possibile dalla mia zona (la Valchiavenna) prima e dalla mia provincia (Sondrio) poi, cercando di coinvolgere quanti piu' interlocutori possibili: i gruppi e associazioni del territorio, gli enti locali, le scuole ecc. Nei primi anni '80 ci andavo, con pochi altri/e, portando di proposito uno striscione autoprodotto con la scritta "Obiezione fiscale alle spese militari" per caratterizzare la nostra presenza e cercare l'interlocuzione con gli altri marciatori. Altre volte, con lo stesso obiettivo, abbiamo marciato portandoci addosso cartelloni con messaggi altrettanto mirati. Dal '95, con la nascita dell'Agenzia per la Pace, la Marcia e' diventata un impegno ancora maggiore giustificato tuttavia dalla grande partecipazione locale arrivata ad un massimo di quasi 300 persone (5 pullman piu' mezzi privati), col coinvolgimento dell'Amministrazione provinciale, di tutti i maggiori Comuni della provincia, dei sindacati... ma soprattutto di tantissime persone variamente motivate che la Perugia-Assisi ci consentiva di intercettare, compresi tantissimi giovani. Dal 2005 e' iniziata una parabola discendente, prima lenta e poi molto piu' accentuata, che ci ha riportato indietro di 30 anni, al punto di partenza. A me pare che la Perugia-Assisi abbia rappresentato, soprattutto nel decennio 1995/2005, una formidabile occasione di partecipazione popolare. Un'occasione che non siamo riusciti a sfruttare per avvicinare la nonviolenza alla gente (e non la gente alla nonviolenza), per tanti motivi: incapacita' (nel mio caso), diffidenza quando non aperto contrasto verso gli organizzatori (nel caso dei movimenti nonviolenti)...

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Lorenzo Scaramellini: Formalmente, la Marcia 2011 sara' indubbiamente contrassegnata dal marchio del cinquantenario e non potra' non ricordare la figura di Capitini. Io stesso l'avevo chiesto alcuni mesi fa, scrivendo alla Tavola della Pace e ai movimenti nonviolenti perche' co-promuovessero almeno questa edizione, superando il loro storico contrasto. In realta' non so quanto si concretizzera': la mia sensazione e' che Capitini e la nonviolenza resteranno nei titoli o comunque... confusi nella consueta marea (in se' estremamente positiva) di contenuti, parole d'ordine ecc. che caratterizzeranno anche la prossima edizione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Lorenzo Scaramellini: La mia impressione, da semplice "amico della nonviolenza" non aderente di alcun movimento, e' che non si riesca a superare una condizione di estrema marginalita', l'ambito degli "addetti ai lavori", e che le iniziative dei movimenti storici si esauriscano avvitandosi su se stesse. Ho conosciuto i movimenti nonviolenti a meta' degli anni '70 e in questi 35 anni non mi pare siano stati fatti molti passi avanti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?

- Lorenzo Scaramellini: Io credo che in virtu' della sua storia/autorevolezza potrebbe/dovrebbe svolgere un ruolo propulsivo: dentro l'area nonviolenta potrebbe/dovrebbe perseguire l'obiettivo prioritario del lavoro di rete, impegnando ogni risorsa possibile in progetti storici come la "federazione dei nonviolenti". Fuori dall'area nonviolenta potrebbe/dovrebbe interloquire con tutti i soggetti in campo introducendo nel dibattito politico-culturale la specificita' nonviolenta. Purtroppo non mi pare ne abbia la forza necessaria ma, ancora prima, non mi pare sia orientato in questa direzione, preoccupato (come mi diceva esplicitamente Pietro Pinna una trentina d'anni fa) di tenere accesa la fiammella della nonviolenza: a me pare tantissimo sul piano simbolico ma pochissimo sul piano politico.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Lorenzo Scaramellini: In Italia mi ha sollecitato una forte riflessione la questione Tav in Val di Susa: la gestione del conflitto tra i diversi livelli decisionali, la sfiducia nelle istituzioni compresi gli enti di controllo, la rappresentanza e l'auto-organizzazione, le tecniche della nonviolenza e le sue ragioni, la presenza di soggetti diversi impegnati nella medesima lotta, i "nonviolenti" maestri o allievi della popolazione locale impegnata da decenni a contrastare la Tav, l'azione individuale di Turi... Una riflessione personale, abbozzata via mail anche tra alcuni "amici della nonviolenza" ma senza sbocchi, temo. Nel mondo, cosi' pieno di conflitti, compresi i piu' recenti (il Nord Africa, la Siria, per non parlare dell'interminabile guerra in Palestina, dell'Afghanistan...) cresce ogni giorno la domanda insoddisfatta di nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Lorenzo Scaramellini: Dovrei ripetere quanto gia' dicevo prima riferendomi al Movimento Nonviolento: servirebbe uno sforzo straordinario, congiunto, condiviso, prolungato nel tempo, prioritario, per elaborare un progetto politico dell'area nonviolenta, esplorando anzitutto i "confini della rete" (i soggetti coinvolti/da coinvolgere) capace di parlare alla testa e al cuore della gente; capace di osservare e di ascoltare. Un progetto da costruire passo dopo passo, convinti della sua necessita' e consapevoli dei nostri fallimenti e delle nostre parzialita', superabili solo col contributo di tutti gli amici/amiche della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi a essa?", cosa risponderebbe?

- Lorenzo Scaramellini: Risponderei che la nonviolenza puo' essere molte cose: pensiero, teorie, azione, tecniche, esperienze storiche... con nome e cognome, tutto ampiamente documentabile. Per accostarsi ad essa ci sono strumenti e opportunita': dalla lettura alle ricerche su internet per entrare in contatto coi soggetti che oggi si richiamano alla nonviolenza. Inviterei pero' chi me lo chiede, soprattutto se abita sul mio territorio, a coltivare insieme lo spazio della ricerca e del confronto nella prospettiva di elaborare azioni nonviolente possibilmente collocate dentro progetti progressivamente piu' organici, consapevoli e maturi.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PAOLO SPUNTA

[Ringraziamo Paolo Spunta (per contatti: paolo.spunta at gmx.net) per questa intervista.

Paolo Spunta, nato nel 1970, bolognese, laureato in ingegneria, e stato scout, ha svolto il servizio civile come obiettore di coscienza al servizio militare nell'associazione Gavci di Bologna nel 1997 ed e' stato per anni volontario e formatore dei ragazzi in servizio civile, e' stato associato alla Rete Lilliput (nodo di Bologna), e' tuttora socio del Movimento Nonviolento (dal 2002), da alcuni anni segue la Campagna di Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta (Osm-Dpn)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Paolo Spunta: direi che il significato piu' rilevante della marcia e' che la pace e' un valore largamente condiviso, soprattutto dai giovani. La marcia, con il fiume di persone che vi partecipano, e' diventata una ricorrenza di rilevanza nazionale, resa visibile attraverso la televisione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Paolo Spunta: non so cosa caratterizzera' maggiormente la marcia del 2011. Sento e mi e' stato chiesto che dovrei unirmi ai festeggiamenti per la ricorrenza dei 50 anni della marcia, ma penso proprio che non riusciro' ad attivarmi per il fatto che negli ultimi anni ho sentito lo scippo da parte di figure politiche che hanno voluto farsi belle con il principio ed i numeri della marcia senza proporre valori di pace-positiva o di pace-nonviolenta, perche' nei fatti hanno sempre voluto una pace armata o hanno addirittura dichiarato la guerra. Mi sembra di non aver ricevuto le adeguate scuse. So che quest'anno c'e' la partecipazione all'organizzazione da parte del Movimento Nonviolento, di cui sono socio e di cui stimo i piu' attivi. Purtroppo non riesco ad immaginare altro che l'ennesima prevaricazione del Pd a farsi indegno paladino della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Paolo Spunta: mi sembra che inizi ad essere citata e praticata da un maggior numero di persone, tra cui i giovani ed i tanti focolai di resistenza civile. Vedo pero' che ci sono anche alti picchi di ignoranza, di cattiveria intrinseca, di regressione dei diritti civili per tutti. Credo che buona parte della Chiesa Cattolica abbia dato prova di un atteggiamento per niente nonviolento ed evangelico, con posizioni sempre piu' arroccate di ottusa intransigenza, continuando con divieti di ogni tipo, continuando ad avere una repulsione per i "preti illuminati" come don Milani. Speravo in un atteggiamento positivo da parte dei cattolici, ma purtroppo gli ordini delle alte gerarchie sono difficili da gestire: per questo motivo la mia delusione negli ultimi anni e' stata enorme. Se volessi cercare un alleato in una battaglia nonviolenta so che preferirei non cercarlo tra i praticanti cattolici.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Paolo Spunta: il Movimento Nonviolento puo' svolgere un ruolo di guida culturale, per me che voglio rimanere in contatto ed approfondire il tema, attraverso la lettura di "Azione Nonviolenta" e qualche scambio attraverso Facebook. Purtroppo non credo che l'italiano medio sappia cosa sia la nonviolenza e, nonostante siano migliorati i mezzi di comunicazione, credo che le urgenze siano rivolte alla minima "sopravvivenza" piuttosto che al miglioramento culturale. Purtroppo non sempre vi e' un effetto di amplificazione di un messaggio positivo, unico e forte dal Movimento Nonviolento attraverso tutte le associazioni pacifiste, ma spesso assisto ad interferenze e quindi a confusione generale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Paolo Spunta: se i gruppi nonviolenti non dovessero lottare anche contro il generale sistema attuale di disinformazione in Italia, penso che avrebbero potuto festeggiare piu' serenamente per le vittorie dei quattro referendum ed avrebbero potuto essere maggiormente entusiasti delle lotte che si stanno svolgendo in maniera soprattutto nonviolenta in varie parti d'Italia (ad esempio No-Tav in val di Susa). Secondo me i referendum sono una battaglia vinta per la non regressione ad un livello minimo di democrazia: non stiamo progredendo, ma almeno non stiamo del tutto regredendo. Purtroppo non conosco direttamente le altre lotte che si stanno svolgendo in Palestina e nella parte di Africa che da' sul Mediterraneo. Una situazione positiva, nonviolenta e costruttiva mi sembra quella attuale islandese. Credo che la maggiore facilita' di comunicare soprattutto per i giovani, attraverso internet, Facebook e Twitter, sia in Italia che nel mondo, abbia avuto un ruolo positivo nello scambio ed anche nella democrazia partecipata delle decisioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Paolo Spunta: non saprei con precisione, pero' lancio delle ipotesi. Credo che la crisi economica (e morale) italiana sia un tema urgente. A me piacerebbe che le varie associazioni pacifiste (ad esempio il Movimento Nonviolento, la Rete dei Corpi civili di pace, gli aderenti alla Campagna Osm-Dpn, gli "orfani" di Rete Lilliput, Peacelink, i volontari della associazioni Gas, Res, BdG) si unissero in un'unica grande campagna per riuscire a portare a termine un obiettivo condiviso. Forse bisognerebbe portare avanti tutti insieme gli obiettivi della campagna "Sbilanciamoci!", oppure organizzare un corso di formazione in Italia, contemporaneo e delocalizzato, sulla Difesa Popolare Nonviolenta ed intervenire tutti insieme come un grande Gan (Gruppo di Azione Nonviolenta) in una azione in difesa di No-Tav o No-Dal Molin (in Val Susa, o a Vicenza, oppure in forma teatrale in ogni piazza delle province italiane). Personalmente faro' la mia dichiarazione di obiezione alle spese militari anche se so di essere lontano dalla massa critica e di non avere nell'attuale presidente della Repubblica un degno ricettore della mia dichiarazione; spero comunque che in tempo di crisi aumentino le adesioni alla campagna. Non mi dispiacerebbe se tutti i nonviolenti (anche se sono pochi) votassero per un solo partito politico con un programma degno della nostra attenzione e del nostro contributo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Paolo Spunta: la nonviolenza ricerca la Verita' e la Giustizia e quindi bisogna essere attivi e lottare per ottenerle, in primo luogo imparando a comunicare (ad esempio con la Comunicazione Nonviolenta o Linguaggio Giraffa). La nonviolenza rifiuta la guerra, l'uccisione, la lesione fisica, la sottomissione, l'odio e la menzogna. Per meglio capire cos'e' la nonviolenza bisognerebbe avere chiaro cos'e' la violenza.

 

7. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

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Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 405 del 24 agosto 2011

 

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