Voci e volti della nonviolenza. 382



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 382 del 28 luglio 2011

 

In questo numero:

1. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

2. Sette domande a Sergio Albesano

3. Sette domande ad Alessandro Capuzzo

4. Sette domande ad Andrea Cozzo

5. Sei domande a Riccardo Orioles

6. Sette domande a Enrico Peyretti

 

1. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

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Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

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Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SETTE DOMANDE A SERGIO ALBESANO

[Ringraziamo Sergio Albesano (per contatti: sergioalbesano at tiscali.it) per questa intervista.

Sergio Albesano e' nato il 4 giugno 1958 a Novara ed e' residente a Torino. Si e' laureato in materie letterarie con indirizzo in storia contemporanea con il massimo dei voti presso l'Universita' di Torino. Ha pubblicato i seguenti libri: Fra le rovine di me stesso, Edizioni Pentarco, Torino 1983, due edizioni, vincitore del premio Portovenere; Storia dell'obiezione di coscienza in Italia, Santi Quaranta, Treviso 1993; Le vie del male, Michele Di Salvo Editore, Napoli 2001; Genesi, Boopen, Napoli 2011. Ha pubblicato, insieme ad altri autori, i seguenti libri: Obiezione di coscienza e nonviolenza, Edizioni Era Nuova, Ellera Umbra (Pg) 1996, coautore insieme a Gabriele De Veris e Andrea Maori; Le periferie della memoria, AA.VV. (a cura di Sergio Albesano), Mn-Anppia, Verona-Torino 1999; La nonviolenza in Italia, AA.VV. (a cura di Sergio Albesano), M & P Publishing, Milano 2000. Sono stati pubblicati i seguenti suoi interventi: "Gli scioperi dei ferrovieri a Torino nel 1943", in J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, Sonda, Torino 1993; "Qualcosa da imparare", in AA.VV, Fantasy, Edizioni Italsacambi, Torino 1993, racconto vincitore assoluto del premio "La mole"; "La partita", in AA.VV., Il segreto del sogno, l'incanto della meraviglia, edizione fuori commercio 1997, racconto vincitore del secondo posto al concorso "Arte 96"; "Anche Milan", in "Cultura e societa'", 1998, racconto vincitore del primo premio assoluto al XV concorso per la pace indetto dal Centro studi Cultura e societa' di Torino; "Il bar della vergogna", in "La stampa", 1998, racconto vincitore del premio "Torino, passato e futuro" indetto dalla Citta' di Torino; "Una volta sola", in AA.VV., Storie di amore e di abbandono, Arci, Torino 1999, racconto vincitore del premio "Lettere d'amore" indetto dall'Arci di Torino; "La donna dei lupi", in AA.VV., La fabbrica delle nuvole, Edizioni Mep, Teramo 1999, racconto segnalato al concorso "La fabbrica delle nuvole". Oltre a quelli sopra riportati, ha vinto premi letterari con i seguenti lavori: "Portami", poesia vincitrice del premio Diffusioni artistiche nel 1980; "La liberazione", racconto vincitore del diploma di merito al premio Citta' di Collecorvino nel 1999; "La trasmissione della memoria", racconto vincitore del secondo premio assoluto del concorso "Io libro" organizzato dalle Edizioni dell'Altana di Roma nel 1999. La sua tesi di laurea "Storia dell'obiezione di coscienza in Italia dal 1945 al 1972" ha vinto il primo premio ex aequo del concorso La Pira indetto dalla Fondazione Emanuela Zancan di Padova nel 1992. E' collaboratore delle riviste "Talento" di Torino, "Nuova e nostra" di Milano e "Azione nonviolenta" di Verona. Suoi articoli sono stati pubblicati su diversi giornali, fra i quali "Alba", "AlfaZeta", "Avvenimenti", "Business", "Controcampo", "La voce del popolo", "L'indice", "L'incontro", "Missione oggi", "Satyagraha", "Spirali". Si veda anche l'ampia intervista apparsa in due parti in "Coi piedi per terra" n. 358 e 430]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquant'anni?

- Sergio Albesano: Secondo me il fatto di aver mosso migliaia di persone, di averle portate fuori dalle loro case, nelle strade, in una marcia lunga e anche faticosa per dire che esse desiderano la pace. Un movimento spontaneo nato da coloro che non si riconoscono nel sistema violento e di guerra. Tutti uno accanto all'altro, giovanissimi, meno giovani, intellettuali e spontanei, vecchi pezzi della politica e nuovi germogli di autonomia, famiglie intere e coppie. Un'esperienza bella da vivere. Bisogna pero' dire che la marcia ha assunto significati molto diversi da edizione a edizione e talvolta persino contraddittori. E' nata nella volonta' di Aldo Capitini, suo primo organizzatore, come gesto concreto per esprimere tutta l'avversione alla guerra e alla sua preparazione, ma, quando fu ripresa dopo molti anni, a poco a poco si svuoto' del suo primigenio significato per diventare spesso un misero palcoscenico per politici in cerca di interviste. Questi politici non condividevano con il popolo la marcia, ma compivano solo gli ultimi quattrocento metri. Evidentemente pensavano che dedicare un'intera giornata alla marcia, oltre a essere faticoso, sarebbe stato anche una perdita di tempo e consideravano che essi avevano ben di meglio da fare. D'altronde anche Benito Mussolini non partecipo' alla marcia su Roma, ma arrivo' alla capitale in carrozza letto. Per questi politici gli ultimi quattrocento metri erano l'occasione giusta e poco dispendiosa di energie per essere intervistati dalle televisioni e lasciar credere ai telespettatori che avessero partecipato all'intero percorso. Una bella possibilita' per loro per ottenere la massima visibilita' con il minimo sforzo. Addirittura un D'Alema, capo del governo che porto' l'Italia in guerra contro la Serbia ("Siamo in guerra" dichiaro' D'Alema in parlamento), ebbe l'impudenza di farsi vedere alla marcia per la pace! Marcia quindi che per diversi anni divenne piu' una kermesse folcloristica che una rivoluzionaria presa di posizione popolare. Come l'anno in cui il tema fu quello del diritto al lavoro, tema certamente nobile ma che non c'entrava nulla con le tematiche di opposizione alla guerra. Sembrava quasi che trovare una tematica di quel tipo servisse proprio a togliere forza rivoluzionaria alla marcia. Quindi il diritto al lavoro da diritto sacrosanto si trasformava in un mezzo per distrarre l'attenzione della massa dalle tematiche afferenti l'opposizione alla guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Sergio Albesano: Nel cinquantenario della prima marcia, quest'anno la manifestazione, organizzata anche dal Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e prosecutore del suo pensiero e della sua opera, sara' caratterizzata da un ritorno al suo significato originale di opposizione a tutte le guerre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Sergio Albesano: Contraddittorio. Da un lato ci sono splendide esperienze, come la risposta nonviolenta delle popolazioni valsusine al passaggio della Tav nella loro valle; dall'altro ci sono le nocive interferenze di gruppi ignoranti che sognano una contrapposizione militare con lo Stato, senza rendersi conto che la loro misera intifada non ha ragioni teoriche e che e' perdente sia sul piano concettuale sia su quello militare. Da un lato c'e' una crescita della sensibilita' generale verso l'ambiente, che e' comunque una lotta nonviolenta, e dall'altro la missione militare in Afghanistan prosegue con continuo dispendio di vite umane. E cosi' via.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?

- Sergio Albesano: Puo' fare e in effetti fa tutto cio' che puo' limitatamente alle sue piccole forze umane ed economiche. Puo' essere pietra d'inciampo per una politica troppo sicura dei suoi mezzi militari, coagulo di persuasione verso singoli che riconsiderano il genere di relazioni nella nostra societa', punto di raccolta delle attivita' di coloro che concretamente vogliono dire no alla guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Sergio Albesano: In Italia abbiamo gia' citato la resistenza in val di Susa contro la Tav, purtroppo disturbata da elementi che sguazzano nei disordini e che nella miopia delle loro vedute non si accorgono di fare un favore al potere. Ma a parte le grandi iniziative che fanno notizia, cio' che conta maggiormente, secondo me, e' l'insieme di tutte le attivita' che in tutto il mondo tante persone, conosciute e sconosciute, conducono con mezzi nonviolenti per opporsi alle ingiustizie. Per citare due nomi famosi Ai Wei Wei e Aung San Suu Kyi; ma molte di piu' sono le persone i cui nomi non salgono agli onori delle cronache ma che con costanza innalzano il tessuto sociale per questa e per le prossime generazioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Sergio Albesano: Far rientrare tutte le missioni militari italiane all'estero; riconvertire le industrie militari in produzioni civili; eliminare le basi militari straniere sul suolo nazionale; eliminare le forze armate e riconvertirle in protezione civile e in forze di polizia. Questi sono macro-obiettivi. Nel piccolo, continuare a costruire la cultura della pace, persona per persona, assumendo comportamenti coerenti con l'ideale professato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?",  che cosa risponderebbe?

- Sergio Albesano: Ci sarebbero tante spiegazioni tecniche e teoriche da dare, ma a una persona simile cercherei di parlare al cuore, prima che al cervello. Le direi che la nonviolenza e' la tenerezza della storia. Che, se immaginiamo la storia delle vicende umane come un organismo, la nonviolenza e' la parte amorevole, materna, appunto di tenerezza. Certo, non e' solo questo, perche', diceva Capitini, dobbiamo essere duri come pietre contro la guerra; ma si tratta anche in questo caso di una durezza volta a far nascere una tenerezza nuova nei rapporti fra le persone e nella relazione fra esse e il loro futuro. E se poi questa persona mi dicesse: "Va bene, ma che cosa posso fare io concretamente per la nonviolenza?", allora la porterei con me nella piu' vicina sede del Movimento Nonviolento, dove troverebbe di sicuro qualcosa da fare!

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SETTE DOMANDE AD ALESSANDRO CAPUZZO

[Ringraziamo Alessandro Capuzzo (per contatti: compaxts at gmail.com) per questa intervista.

Su Alessandro Capuzzo dall'intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 387 riprendiamo la seguente breve notizia autobiografica: "ho 56 anni, sono sposato, ho due figli, da piu' di trenta anni sono bidello al Conservatorio 'Tartini', dove sono anche Rsu per la Cgil, ho un passato di animatore culturale e musicale giovanile e sono stato fra i fondatori della Lista verde alternativa di Trieste, con esperienze amministrative in Provincia e nel Comune bilingue di S. Dorligo della Valle / Dolina. Ho lasciato la politica dopo la votazione parlamentare per la guerra in Afghanistan, per dedicarmi al movimento per la pace attraverso il Comitato "Danilo Dolci" e la Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Alessandro Capuzzo: Secondo me, la grande mobilitazione di popolo che ha conseguito sui temi della pace, con contraddizioni ma con continuita'; inoltre, la sperimentazione, pressoche' unica sul piano internazionale, nel mettere a contatto diretto associazionismo per la pace, enti locali e grandi organizzazioni; un patrimonio che andrebbe di molto valorizzato, politica permettendo...

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Alessandro Capuzzo: Il tentativo - ormai per certi veri disperato - di porre un argine solido al dilagare della "cultura" di guerra, che ci ha scippato di tutto meno che della speranza e della convinzione, come da ultimo con l'abrogazione della legge 230 sull'obiezione di coscienza; confido nella possibilita' di riuscire a dare una spallata "definitiva" a questo modo di fare politica e societa' (sic) dopo i positivi segnali venuti dalle elezioni amministrative, ma soprattutto dai referendum.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Alessandro Capuzzo: Per un commento su questo rimando al bel documento prodotto e diffuso poche settimane fa da Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, che focalizza il decorso "sotterraneo" dell'evoluzione nonviolenta nella societa' italiana negli ultimi dieci anni, da Genova in poi; credo che bisognerebbe riuscire a tornare anche piu' indietro con la ricostruzione, almeno fino al Verona forum sulla guerra nell'ex Jugoslavia, se non alla prima guerra in Iraq e al crollo del Muro. su questo, belle cose ha scritto e continua a scrivere Alberto L'Abate, protagonista della Campagna Kossovo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?

- Alessandro Capuzzo: Il Movimento dovrebbe a mio parere riuscire a influenzare positivamente il percorso verso la Marcia Perugia-Assisi ed oltre, in modo da innervare definitivamente coi principi di cui e' portatore la Tavola della pace e tutto il movimento italiano, sulla base della proposta costruttiva; opposizione integrale alla guerra, ma capacita' di dialogo (e talvolta di sofferenza...) con tutti, specie se del movimento per la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Alessandro Capuzzo: Difficile a dirsi, forse la consunzione deliberata che sta mostrando tutto il sistema (almeno quello occidentale dominante) il quale non riesce a convincere piu' nessuno se non in termini di aggressivita' condivisa e pura sopravvivenza. C'e' da piu' parti, anche dal mondo arabo ormai, una domanda urgentissima di nuove proposte socio-politiche, che crescono lentamente (soavemente?) ma non trovano ancora risposta, a scapito dei tanti tentativi messi in campo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Alessandro Capuzzo: In parte ho gia' risposto; a livello locale (sono di Trieste) ci impegnamo molto nel percorso verso la Marcia con la speranza di ottenere il buon risultato sperato, e a seguire organizzeremo la prima riunione in citta' della Tavola Interconfinaria per la Pace, assieme ad enti locali ed associazioni dei tre lati del confine, italiano, sloveno e croato; ora che l'amministrazione parafascista della citta' e' cambiata, vediamo se si puo' guardare al futuro coi nostri vicini, per non cadere piu' nei tragici errori del passato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Alessandro Capuzzo: Non mi sento veramente in grado di rispondere a questa domanda, sono pregno anch'io di pulsioni e occasioni di violenza come tutti; mi limito a suggerire la visiona (e la lettura) della mostra sul lavoro siciliano di Danilo Dolci - nostro conterraneo italo-sloveno - realizzata dagli anarchici ragusani e fattami conoscere dall'amico Peppino Meli, che si puo' visionare sul sito www.danilodolci.toscana.it

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANDREA COZZO

[Ringraziamo Andrea Cozzo (per contatti: acozzo at unipa.it) per questa intervista.

Andrea Cozzo, sposato, insegna Lingua e letteratura greca presso la Facolta' di Lettere  e Filosofia dell'Universita' di Palermo, dove ha tenuto per otto anni anche un Laboratorio di Teoria e pratica della nonviolenza. Ha tenuto corsi di formazione alla nonviolenza per le Forze dell'ordine, per studenti e docenti, per Centri sociali. Tra le sue pubblicazioni: Dopo l'11 settembre, la nonviolenza, in "Segno", n. 232, febbraio 2002, pp. 21-28; Il rappel di Lanza del Vasto, richiamo fisico e mentale all'attenzione, in "Arca Notizie", n. 1, gennaio-marzo 2005, pp. 12-13; Per un'uscita nonviolenta dal sistema mafioso, in "Segno", n. 263, 2005, pp. 99-106; Conflittualita' nonviolenta. Filosofia e pratiche di lotta comunicativa, Milano, Mimesis 2004; Cittadinanza come trasformazione nonviolenta dei conflitti, in M. Marino (a cura di), Il mito della cittadinanza: Analisi e problemi in prospettiva pedagogica, pp. 55-88, Roma, Anicia 2005; Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Pisa; Gandhi Edizioni 2007; Filosofia e teoria della nonviolenza in Lanza del Vasto, in A. Drago e P. Trianni (a cura di), La filosofia di Lanza del Vasto. Un ponte tra occidente ed oriente, pp. 223-250, Milano, Jaca Book 2009;  Scienza, conoscenza e istruzione in Lanza del Vasto, in "Satyagraha", n. 2, 2002, pp. 155-168, poi ripubblicato, con qualche piccola modifica, in A. Drago (a cura di), Il pensiero di Lanza del Vasto. Una risposta al XX secolo, pp. 113-125, Trapani, Il pozzo di Giacobbe, 2010; Come evitare le guerre e rendere amici i nemici. Forme della diplomazia nella Grecia antica, in "Hormos", n.s. 1, 2008-2009, pp. 13-34; Donne operatrici di pace nel mondo greco (e non solo), in C. Masseria e D. Loscalzo (a cura di), Miti di guerra, riti di pace. La guerra e la pace: un confronto interdisciplinare, Atti del Convegno, Torgiano 4 maggio 2009 e Perugia 5-6 maggio 2009, Bari, Edipuglia 2011, pp. 97-104; Tra comunita' e violenza. Conoscenza, logos e razionalita' nella Grecia antica, Roma, Carocci 2001; Sapere e potere presso i moderni e presso i Greci antichi. Una ricerca per lo studio come se servisse a qualcosa, Roma, Carocci 2002; La tribu' degli antichisti. Un'etnografia ad opera di un suo membro, Roma, Carocci 2006; (a cura di), Le orecchie e il potere. Aspetti socioantropologici dell'ascolto nel mondo antico e nel mondo contemporaneo, Roma, Carocci 2010. Cfr. anche le interviste nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 240 e n. 421]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Andrea Cozzo: Penso che la marcia istituita da Aldo Capitini, uno dei padri (o forse egli preferirebbe che si dicesse "una delle madri") della nonviolenza in Italia, abbia avuto il valore di tenere viva la presenza del pensiero e della pratica della nonviolenza: la crescita di questo pensiero e di questa pratica deve molto al momento di gioia collettiva e di fratellanza attiva che la marcia ha sempre rappresentato. Oggi essa non ha piu' solo valore simbolico; essa e' ormai qualcosa di piu' che semplice testimonianza: e' concreta ed attiva richiesta di pace fatta ai potenti del mondo, ma anche a se stessi; e' impegno civile per la costruzione di una societa' mondiale solidale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Andrea Cozzo: La parola-chiave, a cinquant'anni dalla prima marcia della pace, sara' la stessa del settembre 1961: "per la pace e la fratellanza dei popoli". Dopo mezzo secolo, la capacita' capitiniana di prevedere le esigenze di apertura della societa' che stava per venire si mostra nella piu' folgorante evidenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Andrea Cozzo: Sempre piu' diffusa, sempre piu' chiaramente efficace, sempre piu' attuale...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?

- Andrea Cozzo: Quello stesso che credo Capitini gli abbia assegnato: far conoscere la nonviolenza, mettere insieme i cuori e le azioni delle persone per la realizzazione di un mondo migliore, cioe' piu' aperto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Andrea Cozzo: Il "si'" ai quattro referendum, in Italia; le rivoluzioni nonviolente - anche se solo parzialmente - nei paesi arabi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Andrea Cozzo: Le iniziative su cui impegnarsi non mancano, purtroppo: per il non rifinanziamento, in Parlamento, delle campagne belliche in Afghanistan e in Iraq; per la scuola e l'universita' pubbliche; per una televisione non filogovernativa (qualunque sia il governo); per la legge anticorruzione...

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Andrea Cozzo: Per me la nonviolenza e' il tentativo di ricongiungermi continuamente a me stesso e agli altri esseri. Le vie, di numero, sono tante quante sono le persone: perche' ognuna scopra la propria ci vogliono determinazione, pazienza, umilta', amore...

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A RICCARDO ORIOLES

[Ringraziamo Riccardo Orioles (per contatti: riccardoorioles at gmail.com) per questa intervista.

Riccardo Orioles e' giornalista eccellente ed esempio pressoche' unico di rigore morale e intellettuale (e quindi di limpido impegno civile); militante antimafia tra i piu' lucidi e coraggiosi, ha preso parte con Pippo Fava all'esperienza de "I Siciliani", poi e' stato tra i fondatori del settimanale "Avvenimenti", cura in rete "La Catena di San Libero", un eccellente notiziario che puo' essere richiesto gratuitamente scrivendo al suo indirizzo di posta elettronica; ha formato al giornalismo d'inchiesta e d'impegno civile moltissimi giovani; ha dato vita all'esperienza di "'U cuntu" (www.ucuntu.org). Per gli utenti della rete telematica vi e' anche la possibilita' di leggere una raccolta dei suoi scritti (curata dallo stesso autore) nel libro elettronico Allonsanfan. Storie di un'altra sinistra (ora e' anche il titolo di un suo libro a stampa, una raccolta di suoi scritti a cura di Francesco Feola e Luca Rossomando, pubblicato dalla casa editrice Melampo, Milano 2009). Sempre in rete e' possibile leggere una sua raccolta di traduzioni di lirici greci, ed altri suoi lavori di analisi (e lotta) politica e culturale, giornalistici e letterari. Due ampi profili di Riccardo Orioles sono in due libri di Nando Dalla Chiesa, Storie (Einaudi, Torino 1990), e Storie eretiche di cittadini perbene (Einaudi, Torino 1999)]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Riccardo Orioles: San Francesco ai giorni nostri.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Riccardo Orioles: Fukushima, i massacri nel Mediterraneo, il ritorno dei nazi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Riccardo Orioles: Credo alto. Penso al successo delle manifestazioni Fiom.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Riccardo Orioles: In Italia, Napoli e Milano. Nel mondo, Tunisi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Riccardo Orioles: Antimafia sociale. Comprende le tre citta' di cui sopra, e il pianeta intorno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Riccardo Orioles: "Amico...".

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ENRICO PEYRETTI

[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti:) per questa intervista.

Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente centrale dal 1959 al 1961 della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana); ha insegnato nei licei Storia e Filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nonviolenta nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi; e' socio del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione. Ha curato il volume collettivo Al di la' del "non uccidere" (Cens, Liscate, Milano 1989, oggi editrice Servitium, Sotto il Monte); ha pubblicato Dall'albero dei giorni. Soste quotidiane su fatti e segni (Servitium, Sotto il Monte 1998); La politica e' pace (Cittadella Editrice, Assisi, 1998); Per perdere la guerra (Beppe Grande editore, Torino, 1999); Dov'e' la vittoria? Piccola antologia aperta sulla miseria e la fallacia del vincere (Il Segno dei Gabrielli editori, Nogarine, Verona, 2005); Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi (Pazzini editore, Villa Verucchio, 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza, Claudiana, Torino 2011); e numerosi articoli su riviste e volumi collettivi. Ha tradotto il volume di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, (Edizioni Plus, Pisa University Press 2004). Siti internet: www.peacelink.it/peyretti, www.peacelink.it/pace/a/5745.html, www.ilfoglio.info, www.serenoregis.org; online e' reperibile la sua Bibliografia storica delle lotte nonviolente "Difesa senza guerra". Alcune recenti interviste ad Enrico Peyretti sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 264 e n. 420. Un'ampia bibliografia (ma da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Enrico Peyretti: Non sempre e' stato ugualmente chiaro. Qualche volta, se non sbaglio, ha rappresentato un pacifismo generico (e, da parte di alcuni politici, contraddittorio) piu' che la nonviolenza attiva. Ma il richiamo a Capitini ha significato un filo di continuita nella ricerca piu' genuina di nonviolenza positiva.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Enrico Peyretti: A prima vista, la ricorrenza del cinquantesimo anniversario. Poi, mi sembra, una convergenza sperabile di vari filoni del movimento per la pace, appunto sulla positivita' della nonviolenza, che e' oltre il pacifismo. Questo rifiuta la violenza fisica, diretta, la guerra. La nonviolenza vede e si oppone alla violenza strutturale e alla violenza culturale, che causano e giustificano la guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Enrico Peyretti: Oh, la risposta e' difficile. La prima qualita' di un movimento di cultura e di etica come il nostro e' la continuita', la costanza, la tenacia. Queste cose ci sono. Un filo continuo c'e'. Piu' del risultato rapido conta la fecondita'. C'e' progresso, approfondimento, maggiore azione, risultati? Forse si'. Ma si rischia l'ottimismo o il pessimismo. Forse, anche nell'opinione media corrente, la nonviolenza appare meno utopia fuori dal mondo, e sempre un po' di piu' un metodo costruttivo di resistenza, di lotta, di riforma profonda, di umanizzazione. La parola "nonviolenza" rischia persino, a momenti (come ambiente, ecologia, verde), di venire consumata e indebolita dall'abuso meno attento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?

- Enrico Peyretti: Non e' l'unica organizzazione, grazie a Dio e a molti, ma, a mio modo di vedere, ha un compito speciale: non certo di dirigere, ma di promuovere un coordinamento paritario tra i diversi rami del piu' ampio movimento, in una Federazione Nonviolenta Italiana (o simile dizione) che agisca con maggiore presenza e incidenza nella cultura, informazione e politica italiana.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Enrico Peyretti: Certamente, ha colpito molti la consistente qualita' nonviolenta delle rivoluzioni arabe piu' significative. Gli sviluppi non sono sempre garantiti, ma le forme forti e disarmate delle riscosse popolari, in culture facilmente giudicate violente, hanno certamente indotto a ripensare quel giudizio sbrigativo e a considerare le possibilita' effettive della liberazione dalla violenza senza violenza. Al contrario di cio', vediamo che un movimento con ragioni serie (p. es. il No-tav) viene squalificato agli occhi dell'opinione comune da atti violenti del tutto minoritari, che occultano sui media le manifestazioni valide. Cio' dimostra che la violenza non guadagna credibilita', come potrebbe l'azione nonviolenta difesa con cura da simili inquinamenti. La violenza e' diventata la caratteristica dei pensieri negativi, fanatici, omicidi (dal terrorismo islamista all'estremo ultraoccidentalismo esterofobico di Breivik a Oslo). Il mito della violenza rivoluzionaria risolutiva, che fu del '900, forse e' tramontato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Enrico Peyretti: Mi pare che la violenza si annidi soprattutto sia nelle strutture e pratiche economiche speculatrici e divoratrici della vita dei popoli piu' poveri e deboli, sia nelle ideologie della superiorita' nazionale, o razziale, o di genere, o miseramente paesana. In queste ideologie e' la radice di ogni dolore causato. La nonviolenza deve essere umanesimo alternativo ai vari settorialismi nell'unica umanita', e alla concezione capitalistica dell'economia, della produzione, del lavoro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Enrico Peyretti: Non pretenderei di darle anzitutto una definizione, ma la inviterei a conoscere le esperienze e il pensiero dei cercatori di nonviolenza (p. es. partendo dal dvd "Una forza piu' potente" e dalla bibliografia indicata in ogni numero di "Azione Nonviolenta"). Poi credo che le direi che non consiste solo nel non-fare-violenza, ma nello sviluppare le forze umane e spirituali costruttive, nei conflitti (quelli aperti e quelli da aprire) per la giustizia.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 382 del 28 luglio 2011

 

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