Telegrammi. 588



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 588 del 16 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Una vittoria della ragione, un compito per la volonta'

2. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

3. Movimento Nonviolento: Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

4. Mao Valpiana: La lunga marcia della nonviolenza. Un convegno a Bolzano

5. Pax Christi, Movimento Nonviolento, Tavola della Pace: Programma del convegno del 17-18-19 giugno a Bolzano

6. Osvaldo Caffianchi: La' ci ritroveremo, nel roseto

7. Comunita' cristiane di base: Un nuovo patto

8. Raniero La Valle: Quattro significati del voto referendario

9. Per sostenere il Movimento Nonviolento

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. UNA VITTORIA DELLA RAGIONE, UN COMPITO PER LA VOLONTA'

[Riceviamo e diffondiamo]

 

E' stata una vittoria della ragione.

La maggioranza del popolo italiano, pronunciandosi direttamente nella forma estremamente semplificata dei quesiti referendari, ha colto l'essenziale, il decisivo.

Ed ha scelto di difendere la natura dalla speculazione che tutto inquina e devasta e distrugge.

Ha scelto di difendere l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

Ha scelto la responsabilita' e la solidarieta', di contro alle ideologie e alle prassi della violenza e della rapina.

*

La sconfitta della criminale follia nucleare impegna lo stato italiano a scegliere le fonti rinnovabili e le tecnologie pulite per la produzione di energia, e ad operare per il disarmo atomico.

La sconfitta della scellerata privatizzazione dei servizi pubblici fondamentali impegna lo stato italiano a difendere i beni comuni e garantire i servizi sociali.

La sconfitta della delirante e piratesca mercificazione dell'acqua e della privatizzazione dell'accesso ad essa, impegna lo stato italiano a proteggere la piu' preziosa delle risorse ed a garantire a tutti gli esseri umani l'accesso responsabile e condiviso ad essa.

La sconfitta dello squallido trucco del "legittimo impedimento" impegna lo stato italiano a rispettare rigorosamente il basilare principio secondo cui "la legge e' uguale per tutti".

*

Ma lo straordinario esito referendario ha anche altre implicazioni: convoca al rispetto della legalita' costituzionale e definisce un orizzonte di responsabilita' globale per l'umanita' e il pianeta.

Convoca quindi tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona non solo a difendere l'ambiente, i beni comuni, la democrazia e i diritti dei cittadini italiani; ma anche ad adoperarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani: poiche' le questioni su cui con i referendum ci si e' espressi hanno dimensioni globali, concernono l'intera famiglia umana e l'intera biosfera, casa comune dell'umanita'.

E quindi dall'esito referendario emerge anche il dovere comune di opporsi alla guerra assassina, di opporsi alla persecuzione razzista.

Il dovere di far cessare le guerre in Afghanistan e in Libia.

Il dovere di far cessare la persecuzione dei migranti in fuga da fame, dittature e guerre.

Vi e' una sola umanita'.

*

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 15 giugno 2011

 

2. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

*

Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

3. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: MOZIONE DEL POPOLO DELLA PACE: RPUDIARE LA GUERRA, NON LA COSTITUZIONE

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

 

Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia - Assisi, 25 settembre 2011

Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

"Una marcia non e' fine a se stessa; continua negli animi, produce onde che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'" Aldo Capitini (1962)

Quando Aldo Capitini scriveva queste parole a commento della "Marcia per la  pace e la fratellanza tra i popoli" del 1961 era consapevole di aver aperto un  varco nella storia del '900 attraverso il quale per la prima volta era entrato in scena ed aveva preso la parola, in prima persona, il "popolo della pace" che, convocato in una "Assemblea itinerante" partita da Perugia e giunta alla Rocca  di Assisi, approvava la Mozione del popolo della pace.

Da quel settembre di 50 anni fa il popolo della pace non e' piu' uscito di scena e non ha piu' rinunciato al diritto alla parola. Molte altre volte si e' riconvocato in assemblea ed ha marciato da Perugia ad Assisi, ponendo problemi, indicando orientamenti, promuovendo attivita'.

L'onda prodotta dalla prima Marcia e' ora giunta fino a noi. Noi ci assumiamo la responsabilita' di convocare ancora il popolo della pace, non solo perche' c'e' da celebrare il suo cinquantesimo anniversario, ma soprattutto perche' e' necessario che esso faccia sentire ancora la sua voce, approvi oggi una  nuova Mozione del popolo della pace. Faccia ancora sorgere problemi, orientamenti, attivita'.

Il problema fondamentale che vuole far sorgere il popolo della pace, nel 50mo anniversario della prima Marcia per la pace e nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, e' il rispetto integrale della Costituzione della Repubblica italiana.

La Costituzione e' da tempo sotto attacco sotto molteplici aspetti, ma sotto uno in particolare e' gia' profondamente e dolorosamente lacerata, anzi ripudiata. I padri costituenti hanno accuratamente selezionato le parole con le quali scrivere il Patto fondativo della nazione e solo nei confronti della guerra  hanno usato, all'articolo 11, il verbo "ripudiare" - che vuol dire rinnegare,  sconfessare, respingere - non solo "come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Da tempo ormai, attraverso l'artificio retorico dell'"intervento umanitario", e' invece questo articolo della Costituzione ad essere stato ripudiato (rinnegato, sconfessato, respinto) e la guerra e' tornata ad essere strumento e mezzo accettato, preparato e utilizzato. Inoltre la preparazione di questo mezzo risucchia la parte piu' consistente della spesa pubblica che non puo' essere utilizzata ne' per garantire i diritti sociali affermati dalla stessa Costituzione, ne' per costruire e sperimentare altri mezzi di risoluzione delle controversie internazionali coerenti con la lettera e lo spirito della Costituzione.

Questo e' il problema fondamentale che pone il popolo della pace e riguarda le basi stesse del nostro ordinamento democratico, del nostro patto civile nazionale: occorre ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Il popolo della pace non si limita a denunciare il problema, ma indica un orientamento per la sua soluzione: la nonviolenza. Che non e' principio astratto ma concreta ricerca di mezzi alternativi alla violenza e alla guerra.

Mentre i padri costituenti sanciscono il ripudio della guerra come "mezzo" di  risoluzione delle controversie, i padri e le madri della nonviolenza si concentrano proprio sulla ricerca dei "mezzi" per affrontare e trasformare positivamente i conflitti. "Nella grossa questione del rapporto tra il mezzo e il fine, la nonviolenza porta il suo contributo in quanto indica che il fine della pace non puo' realizzarsi attraverso la vecchia legge 'Se vuoi la pace,  prepara la guerra', ma attraverso un'altra legge: 'Durante la pace prepara la  pace'", scrive Aldo Capitini. Perche', come spiega Gandhi, "tra mezzo e fine vi e' lo stesso inviolabile nesso che c'e' tra seme e albero".

L'orientamento che indica il popolo della pace e' di investire le risorse pubbliche non piu' per le ingenti, e sempre crescenti, spese militari e per armamenti, ma per ricercare, promuovere e sperimentare efficaci strumenti e mezzi di pace. Sia sul piano culturale di una diffusa educazione alla pace e alla nonviolenza, volta a rivitalizzare sentimenti di responsabilita' individuale, di partecipazione democratica, di apertura alla convivenza. Sia sul piano dell'organizzazione sociale, economica ed energetica fondata sulla  sostenibilita', la semplicita', i beni comuni. Sia sul piano dell'approntamento degli strumenti non armati per gli interventi veri e propri nelle situazioni di  oppressione e di conflitto, interni e internazionali.

Nel porre il problema del ripudio della guerra, e non della Costituzione, nell'indicare l'orientamento alla nonviolenza e ai mezzi non armati per la risoluzione dei conflitti, il popolo della pace promuove le attivita' e le campagne necessarie: il disarmo e la costituzione dei corpi civili di pace.

La guerra, comunque aggettivata - umanitaria, preventiva, giusta, chirurgica  ecc. - e' un costo insostenibile sia in termini di vite umane e sofferenze per le popolazioni, sia in termini di tenuta del patto democratico, sia in termini di  bilanci economici. Mentre tutti i settori della spesa pubblica subiscono pesanti e continue contrazioni, mentre i settori produttivi risentono delle crisi

finanziarie internazionali, solo il settore delle spesa pubblica militare lievita incessantemente e solo il settore dell'industria degli armamenti diventa piu' florido. In questo preparare quotidianamente, ed economicamente, il mezzo della guerra, la Costituzione e' gia' ripudiata. L'invio dei bombardieri ne e' solo la tragica ma inevitabile conseguenza. Percio' la condizione preliminare e necessaria per il ripudio della guerra e' il disarmo. In tempo di crisi, l'invito del presidente Pertini e' sempre piu' attuale: "Svuotare gli arsenali e riempire i granai": questa e' la prima attivita'.

La seconda attivita' e' darsi i mezzi e gli strumenti necessari per intervenire all'interno dei conflitti, come prevedono sia la Costituzione italiana che la Carta delle Nazioni Unite, ossia costituire i Corpi Civili di Pace nazionali e internazionali. Dotare il nostro Paese, e orientare in questo senso le Organizzazioni internazionali, di Forze disarmate costituite da personale formato ed equipaggiato, presente nei luoghi dei conflitti prima che questi degenerino in guerra. Corpi civili esperti nella complessa ma indispensabile arte della prevenzione, mediazione, interposizione e riconcliazione tra le parti.

Significa costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla nonviolenza. Se poi tutti gli interventi civili messi in campo, fino in fondo, all'interno di un conflitto non saranno stati efficaci e sara' necessario un intervento, limitato e circoscritto, di una forza armata, sara' compito della Polizia internazionale al servizio delle Nazioni Unite. La quale, come tutte le polizie, non fara' guerre e bombardamenti ma separera' i contendenti, neutralizzando i soggetti piu' violenti e arrestando chi si rende responsabile di crimini.

Per il popolo della pace questo e' il nuovo varco da aprire oggi nella storia.

Questa la sua mozione: ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Per questo marcera' ancora una volta da Perugia ad Assisi

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Il Movimento Nonviolento

Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail: azionenonviolenta at sis.it

 

4. INCONTRI. MAO VALPIANA: LA LUNGA MARCIA DELLA NONVIOLENZA. UN CONVEGNO A BOLZANO

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questa segnalazione.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Convegno nazionale "La lunga marcia della nonviolenza. Aldo Capitini e i 50 anni della Perugia-Assisi" promosso da Pax Christi,  Movimento Nonviolento, Tavola della pace, con l'organizzazione del Centro per la Pace del Comune di Bolzano, 17-18-19 giugno presso l'Auditorium Lucio Battisti, via Santa Geltrude 3, Bolzano/Bozen.

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"La lunga Marcia della nonviolenza" passa da Bolzano

Una Marcia che dura da cinquant'anni. E' la Perugia-Assisi, un grande evento della storia d'Italia. Sono centinaia di migliaia le persone che in cinque decenni vi hanno partecipato. Essa e' stata una palestra di formazione politica, di cittadinanza attiva, una "assemblea itinerante" per la pace. Si e' messa in cammino il 24 settembre del 1961 e si rinnovera' il 25 settembre 2011. La Marcia e' viva.

In questi 50 anni la nonviolenza italiana ha fatto molta strada: partendo dalle orme lasciate da Aldo Capitini, filosofo della nonviolenza e ideatore della Marcia, e' giunta fino alla liberazione dal nucleare. In mezzo ci sono tappe fondamentali della nostra storia, dall'obiezione di coscienza di padre Balducci alla scuola di don Milani, dallo sciopero della fame di Danilo Dolci alla convivenza interetnica di Alexander Langer.

E' una storia di nonviolenza laica e religiosa, tenuta ai margini della societa' e della chiesa, ma che ha saputo provocare cambiamenti profondi nella societa' e nelle chiesa, e nelle coscienze di chi dalla nonviolenza si e' lasciato interrogare. Abbiamo conosciuto maestri di pace e profeti di speranza. Abbiamo avuto tensioni ideali e vissuto realismi politici. Oggi nel Mediterraneo vediamo mescolarsi il sogno di resistenze nonviolente, la disperazione di chi fugge, la mano fredda della guerra.

La Marcia della "fratellanza dei popoli" si deve confrontare con una realta' contraddittoria: la Costituzione ripudia la guerra, ma il paese e' coinvolto militarmente in Afghanistan e in Libia. E la nonviolenza come si oppone e cosa propone? Quali alternative elabora? Quali fini persegue e con quali mezzi? Qual e' la strategia del movimento per la pace e la nonviolenza?

Il convegno di Bolzano ha convocato molti dei protagonisti di questo ampio movimento, per una riflessione corale e per discutere insieme contenuti ed obiettivi della prossima Marcia.

Pax Christi, il Movimento Nonviolento e la Tavola della pace, per tre giorni lavoreranno insieme per far crescere la nonviolenza organizzata. Un appuntamento importante per tutte le amiche e gli amici della pace, per chi vuole capire, per chi vuole partecipare.

L'incontro nazionale propone anche tre momenti particolarmente rivolti alla citta' di Bolzano: il dibattito del venerdi' sera sull'attualita' del Mediterraneo, lo spettacolo musicale con la Magical Mystery Orchestra (concerto Beatles per la pace), e la presentazione del Premio Alexander Langer 2011.

 

5. INCONTRI. PAX CHRISTI, MOVIMENTO NONVIOLENTO, TAVOLA DELLA PACE: PROGRAMMA DEL CONVEGNO DEL 17-18-19 GIUGNO A BOLZANO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Pax Christi, Movimento Nonviolento, Tavola della pace, con l'organizzazione del Centro pace - Friedenszentrum di Bonlzano-Bozen

promuovono a Bolzano il 17-18-19 giugno il convegno "La luna marcia della nonviolenza. Aldo Capitini e i 50 anni della Perugia-Assisi", Auditorium Lucio Battisti, via Santa Geltrude 3, Bolzano/Bozen.

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Venerdi' 17 giugno

- ore 20: Saluti delle autorita' e avvio del convegno.

- ore 20,30: Mediterraneo: le resistenze nonviolente. Relatori: Adel Jabbar,  sociologo, ricercatore Universita' di Venezia; Nandino Capovilla, Pax Christi; Isoke Aikpitanyi, schiava liberata, scrittrice.

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Sabato 18 giugno, mattina

- ore 9-10: Liberamente: la democrazia vista dai giovani (un progetto della Provincia Autonoma di Bolzano).

- ore 10-11: Aldo Capitini e la rivoluzione nonviolenta. Relatori: Daniele Lugli, Movimento Nonviolento, Difensore civico della Regione Emilia Romagna; Enrico Peyretti, Centro Studi "Sereno Regis"; Fabrizio Truini, Centro interconfessionale per la pace. Modera: Paolo Ghezzi, giornalista.

- ore 11-11,30: coffee break.

- ore 11.30 - 13: La lunga marcia della nonviolenza. Relatori: Mao Valpiana, Movimento Nonviolento; Flavio Lotti, Tavola della Pace; mons. Luigi Bettazzi , presidente emerito di Pax Christi. Modera: Giuseppe De Cesari, giornalista

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Sabato 18 giugno, pomeriggio

- ore 15-17: Maestri di pace, profeti di speranza. Lavori di  gruppo: Danilo Dolci con Giuseppe Barone; Alexander Langer con Fabio Levi; Don Tonino Bello con Sergio Paronetto; Padre Ernesto Balducci con Francesco Comina; Don Lorenzo Milani con Adriano Moratto; Don Primo Mazzolari con Anselmo Palini; Lanza del Vasto con Dino Dazzani; Aldo Capitini con Pasquale Pugliese.

- ore 17,30-19: La mano fredda della guerra (economia, politica, societa'). Relatori: Enrico Panini, segretario confederale Cgil; Rodrigo Rivas, economista cileno, parlamentare con Allende; Roberto Natale, Federazione nazionale della Stampa Italiana. Modera: Martina Lucia Lanza, Azione nonviolenta.

- ore 21: Spettacolo musicale. Magical Mystery Orchestra in concerto: "Beatles per la pace".

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Domenica 19 giugno, mattina

- ore 9: In nome di Alex. Presentazione del premio Alexander Langer 2011 (a cura della Fondazione A. Langer).

- ore 10-11: Le sfide della nonviolenza. Relatori: Mao Valpiana, Movimento Nonviolento; Lidia Menapace, scrittrice; Luisa Morgantini, Donne in nero.

- ore 11-11,30: coffee break.

- ore 11.30-13: Pace, realismo di un'utopia. Relatori: Nanni Salio, fondatore e presidente del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino; Marianella Sclavi , sociologa, gestione creativa dei conflitti.

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"Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nella solidarieta' che suscita e nelle 'noncollaborazioni', nelle proteste, nelle denunce aperte, e' un grande risultato della Marcia"  (Aldo Capitini, 1961).

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per informazioni logistiche: Centro Pace Bolzano, tel. 0471402382.

 

6. PAROLE. OSVALDO CAFFIANCHI: LA' CI RITROVEREMO, NEL ROSETO

 

La' ci ritroveremo, nel roseto

dove parole ci dicemmo amanti

e la' saremo poi, in quel vigneto

degli abbandoni fulgidi e inebrianti

 

e poi saremo la', nel sughereto

degli sguardi silenti e i muti canti

e finalmente poi nell'oliveto

madidi di sudore e sanguinanti.

 

Ed in questo incessante e circolare

itinerario della mente al volto

ne' fune ne' carrucola ne' pozzo

 

ma sole, nuvola, di ombra un tozzo

il farsi poco di cio' che era molto

l'aprirsi infine dell'occhio sul mare.

 

7. RIFLESSIONE. COMUNITA' CRISTIANE DI BASE: UN NUOVO PATTO

[Dalle comunita' cristiane di base (per contatti: segreteria tecnica nazionale c/o CdB San Paolo, via Ostiense, 152/B, 00154 Roma, tel. 3284366864, e-mail: segrcdb at alice.it, sito: www.cdbitalia.it) riceviamo e diffondiamo]

 

La strepitosa vittoria dei referendum apre scenari nuovi sui fondamenti della vita sociale, sul senso dello sviluppo, della crescita e del consumo, sulla "razionalita'" del mercato, sugli stili di vita individuali e collettivi, sul senso della politica come partecipazione di esseri sovrani e uguali. E pone in discussione l'asse del vivere civile imposta al mondo intero dalla oligarchia che domina l'economia e la politica a livello planetario: la guerra di tutti contro tutti, chiamata eufemisticamente competizione mondiale.

La vittoria dei referendum fa intravedere la nascita di un grande movimento trasformatore alla base della societa' in collegamento piu' o meno esplicito con un vento nuovo di liberazione e di affermazione di sovranita' dal basso che sta impetuosamente soffiando nel mondo. E che finalmente trova il mondo giovanile fra i principali protagonisti, come appare evidente anche nella faticosa esperienza del mondo arabo che si affaccia sule rive del Mediterraneo.

Quel 57% di elettori italiani dicendo si' all'abrogazione di alcune norme sui beni comuni ha in realta' affermato il bisogno di nuovi valori sociali: la cooperazione anziche' la competizione, la comunita' aperta anziche' l'egoismo escludente, la condivisione anziche' l'appropriazione individualistica. Il nuovo paradigma si sta configurando come un nuovo patto tra gli esseri umani che pero' include necessariamente anche un nuovo patto con la terra, con la natura, con la vita e con Dio stesso.

Le comunita' cristiane di base che hanno resistito nel portare avanti, maturare e attualizzare come hanno potuto tali valori sociali e comunitari nella fase storica di dominio del neoliberismo, dominio che ha contaminato pesantemente la stessa vita ecclesiale, salutano con gioia questa affermazione referendaria e ne traggono stimolo per rinnovare il loro impegno.

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Le comunita' cristiane di base italiane

Roma, 14 giugno 2011

 

8. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: QUATTRO SIGNIFICATI DEL VOTO REFERENDARIO

[Ringraziamo Raniero La Valle (per contatti: raniero.lavalle at tiscali.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo della sua rubrica "Resistenza e pace" sulla bella rivista "Rocca" dal titolo originale "Sfiduciate le Camere".
Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di "Vasti - scuola di ricerca e critica delle antropologie", presidente del Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; Dossier Vietnam-Cambogia, 1981; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie, Milano 2003; Chi e' dunque l'uomo?, Servitium, 2004; Agonia e vocazione dell'Occidente, Terre di mezzo, 2005; Se questo e' un Dio, Ponte alle grazie, Milano 2008; Paradiso e liberta', Ponte alle grazie, Milano 2010]

Tra le elezioni amministrative di maggio e i referendum del 12 e 13 giugno si e' consumato il 25 luglio del regime. A tutti si e' reso manifesto che il processo di liberazione non si e' arrestato: la gente prende in  mano la sua vita; la democrazia, solo che le vengano dati gli strumenti per funzionare, resiste, e proprio nel giorno in cui Berlusconi impegnava le scelte future dell'Italia promettendo a Netanyahu che si sarebbe opposta alla nascita di uno Stato palestinese non consentita da Israele, il governo precipitava in una gravissima crisi.

Sono almeno quattro i significati travolgenti del voto di giugno.

Il primo significato e' naturalmente quello che riguarda i quesiti proposti. Sull'acqua avevano detto gli oppositori dei referendum che essa era e rimaneva pubblica, e percio' il voto era inutile; il solo problema era a chi, all'uscita dal rubinetto, si dovesse pagare. Gli elettori ne hanno dedotto che se l'acqua e' pubblica, la sua appropriazione e' un peculato; lo diceva anche San Tommaso che "peculatus est furtum rei communis"; e percio' hanno votato contro questo peculato.

Sulle centrali nucleari gli oppositori del referendum avevano fatto finta di toglierle di mezzo; gli elettori hanno capito che se il nucleare si poteva fare solo a patto di far credere ai cittadini che non si facesse, i cittadini avevano il dovere di non farsi ingannare e di dire chiaro e tondo che Chernobyl e Fukushima gia' bastano.

Sul legittimo impedimento gli elettori hanno colpito al cuore l'ideologia berlusconiana dell'uomo solo che incorpora in se stesso tutto il popolo, e che percio' e' al di sopra di tutti, incensurabile e non perseguibile. Sei uno come noi, gli hanno detto. E se molto gli avevano finora permesso, cio' che non gli hanno perdonato (compresi moltissimi elettori del centro-destra) e' che egli danzi il bunga-bunga sulle rovine di una generazione, sui barconi di profughi che affondano nel Mediterraneo e su una devastante guerra alla Libia a cui, fedifrago, aveva promesso non belligeranza ed eterna amicizia.

Il secondo significato del voto referendario e' la novita' di un grande impegno dei giovani, che attraverso la loro passione e i mezzi nuovi che sanno usare, hanno contagiato il Paese dell'emozione per i grandi beni comuni che erano in gioco, e hanno costruito quasi da soli il risultato.

Il terzo significato del voto e' che esso segnala il gran ritorno dei cattolici alla politica. Non quelli delle istituzioni che invischiati nella palude dei blocchi contrapposti piu' di tanto non possono fare. Ma i cattolici della base che dimostrano la loro freschezza e dedizione, sposando la causa dell'acqua, della salvaguardia del creato, della giustizia, che militano nei movimenti ecologici e pacifisti, che operano nelle Caritas, che animano il volontariato, che credono all'etica sia pubblica che privata, che votano alle amministrative per candidati credibili e mandano all'aria coi referendum una classe di governo priva di principi, trasformista e politicamente anarchica. Che questi cattolici abbiano questa volta trovato una sponda nella Chiesa e nella Caritas di Milano, nel presidente della Cei e addirittura nel Papa, li ha resi liberi e finalmente efficaci.

Il quarto significato e' quello di una sfiducia inflitta alle Camere. Nel nostro sistema il governo e' sfiduciato dal Parlamento, e il Parlamento e' sfiduciato dal corpo elettorale (per questo ci vuole il quorum). Se le Camere vengono meno al loro compito e tengono in vita un governo improponibile, l'elettorato supplisce a questa inadempienza e sfiducia governo e Camere. Cio' tanto piu' chiaramente e' avvenuto in questo caso, quando il Parlamento si era identificato in ogni modo con le leggi che il popolo ha abrogato: tentando la truffa sul nucleare, votando in tutte le salse il lodo Alfano e le altre leggi ad personam, insidiando il referendum sull'acqua e facendo della corruzione di una minorenne un importante affare di Stato di rilievo internazionale. L'elettorato, contrapponendosi alla maggioranza parlamentare, ha denunciato che queste Camere non lo rappresentano; ne' d'altronde esse lo potrebbero, per come sono state elette, per la non corrispondenza tra voti e seggi, per i parlamentari designati dall'alto, per la corruzione sopravvenuta con l'acquisto mediante prebende e onori di deputati di rincalzo in sostituzione di quelli usciti dalla maggioranza.

Questo divario tra Parlamento e Paese dev'essere quanto prima colmato. La sfiducia che, nelle forme costituzionalmente previste, l'elettorato ha espresso alle Camere dovrebbe comportare il loro immediato scioglimento. Non c'e' affatto scritto nella Costituzione che le Camere possono essere sciolte solo quando non riescono a tenere in piedi un governo. In effetti, con queste Camere non si puo' fare piu' niente: ne' un'azione plausibile di governo, ne' tantomeno una nuova legge elettorale. Per far questo ci vuole ormai un nuovo Parlamento, e la maggioranza dei cittadini e' ansiosa di eleggerlo.

 

9. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Un mondo di lavoro, Centro servizi per il volontariato Societa' solidale, Cuneo 2011, pp. 80 + dvd. Il filmato e' disponibile anche nel sito www.dituttiicolori, per richieste del libro + dvd: Carlo Masoero, tel. 3383171973, e-mail: carlomasoero at yahoo.it

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 588 del 16 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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