Telegrammi. 587



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 587 del 15 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Dopo la vittoria referendaria contro la follia nucleare una conferenza del professor Alessandro Pizzi oggi a Blera

2. Giobbe Santabarbara: Io guardo in questo specchio e vedo un volto

3. Pax Christi: Abbiamo detto si'

4. Giancarla Codrignani: Abbiamo scelto la democrazia

5. "Nigrizia" intervista Alex Zanotelli

6. Nadia Angelucci intervista Elisabetta Donini

7. Elena Ribet intervista Nicla Vassallo

8. Per sostenere il Movimento Nonviolento

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. DOPO LA VITTORIA REFERENDARIA CONTRO LA FOLLIA NUCLEARE UNA CONFERENZA DEL PROFESSOR ALESSANDRO PIZZI OGGI A BLERA

 

Si svolgera' oggi, mercoledi' 15 giugno 2011, con inizio alle ore 17,30, presso la biblioteca comunale di Blera (Vt), una conferenza pubblica sul tema: "Ambiente, salute, energia: perche' rifiutare la follia nucleare".

L'iniziativa e' promossa dalla cooperativa agricola "Il Vignale" di Blera.

La conferenza sara' tenuta dal professor Alessandro Pizzi, docente di fisica e matematica, una delle figure piu' autorevoli dell'ambientalismo scientifico e delle buone pratiche amministrative nell'Alto Lazio.

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Alessandro Pizzi, docente di fisica e matematica, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso l'esperienza del corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo; su sua iniziativa nel 2007 il congresso nazionale del Movimento Nonviolento ha approvato all'unanimita' una mozione per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio; e rilevanti relazioni ha tenuto in vari convegni scientifici sui temi della sostenibilita' ambientale, delle scelte economiche ecocompatibili, dell'energia, della giustizia globale. Si veda anche una recente intervista in "Coi piedi per terra" n. 340.

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Per ulteriori informazioni: Cooperativa agricola "il Vignale", tel. 3475988431 - 3478113696: e-mail: ilvignale at gmail.com

 

2. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: IO GUARDO IN QUESTO SPECCHIO E VEDO UN VOLTO

 

Io guardo in questo specchio e vedo un volto

di Giano. Da una parte la corale

difesa di diritti che ha travolto

l'empio regime del falso e del male.

 

Dall'altra, per il cumulo dissolto

degli innocenti uccisi dal letale

nostro far guerra, ne' sguardo ne' ascolto:

ma indifferenza cinica e brutale.

 

Gli afgani, i libici, i migranti, e tutte

le vittime delle armi e del razzismo

attendono un moto di pieta'

 

- come e' stata pieta' quella che ha

col referendum vinto il nichilismo -

e che le vite non sian piu' distrutte.

 

3. RIFLESSIONE. PAX CHRISTI: ABBIAMO DETTO SI'

[Dal sito del movimento nonviolento cattolico "Pax Christi" (www.paxchristi.it)]

 

Ci avevano detto "non serve votare, non e' un vostro dovere". Invece il segnale di controtendenza e' stato confermato oltre ogni previsione e gli italiani si sono espressi chiaramente.

Abbiamo detto si' alla partecipazione popolare.

Ci avevano detto che ogni cosa, dall'acqua, alla salute, alla giustizia e' mercificabile nell'interesse di pochi. Invece abbiamo cominciato a riflettere sulla "salvaguardia del creato", che ogni uomo e' tenuto a preservare, e sull'umanita' con i suoi bisogni e i suoi sogni di vita dignitosa.

Abbiamo detto si' al bene comune.

Ci avevano che la giustizia e' uguale per tutti, a parte qualcuno. Invece abbiamo ricordato che ogni cittadino, a cominciare dal presidente del consiglio, deve presentarsi in tribunale se indagato.

Abbiamo detto si' all'uguaglianza tra tutte le persone.

Abbiamo detto quattro volte si'. Ed ora ci devono ascoltare. Per il bene di tutti, anche il loro.

 

4. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: ABBIAMO SCELTO LA DEMOCRAZIA

[Dal sito di "Arcoiris" (domani.arcoiris.tv).

Giancarla Codrignani, gia' presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005. Si veda anche la risposta all'ultima domanda dell'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 343. Un profilo di Giancarla Codrignani scritto da Annamaria Tagliavini ed apparso sull'Enciclopedia delle donne abbiamo riportato nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 513]

 

Evviva, evviva, evviva! Sentite ancora i boatos? Diciamo che davvero abbiamo capito e fin da subito non ci neghiamo, soddisfatti, esaltati, finalmente ottimisti, di pensare. Nel numero di giugno di "Altreconomia" Roberto Mancini scriveva di un'emozione "che non resta effimera, fine a se stessa. Perche' invece e' l'impulso del risveglio che porta a scoprire la passione per la democrazia. I referendum hanno finalmente diffuso nel Paese la sensazione che si possa cambiare, che i cittadini possano contare intanto per fermare i progetti piu' deliranti. Questa percezione e' decisiva: l'iniquita', che sembra vincente e insuperabile, in verita' non e' necessaria, puo' essere sconfitta. Sorge da qui l'emozione della liberta', che si dispiega divenendo passione, ma anche esercizio di intelligenza e di creativita' civile".

Mancini individuava nelle tre tematiche - il nucleare, l'acqua e l'eguaglianza di tutti dinanzi alla legge - un unico filo di collegamento: "il gelo del cuore chiuso dall'avidita' e' infatti riconoscibile chiaramente alla radice del desiderio perverso di fare affari gettando il Paese contemporaneamente nella trappola del nucleare, nell'assurda privatizzazione di un bene naturale e universale come l'acqua, nonche' nella pretesa di monopolizzare il potere esecutivo del governo ponendolo al di sopra di ogni legge. Se la democrazia fosse immaginabile come un albero, provvedimenti del genere somiglierebbero a letali colpi di scure".

Il ritorno alla partecipazione che si e' manifestato in questi giorni non va perduto. E' stato necessario scoprire che non e' vero che non ci sono rimedi, che il cittadino e' impotente, che tutti sono uguali.

Adesso bisogna che la "passione referendaria" diventi passione politica. Non basta dire no ai disastri annunciati quando l'acqua arriva alla gola (e alla privatizzazione): bisogna "prevenire" senza antipolitica. I partiti hanno commesso errori, certamente; infatti la societa' civile inascoltata li aveva avvertiti non solo di scelte incomprensibili, ma anche dei sentimenti via via piu' ostili nei confronti delle loro inadempienze valoriali.

Tuttavia anche la societa' ha proprie responsabilita': forse non e' tutta individualista, ma certo fa della propria frammentazione un dato identitario e non la ricerca di possibili unita'. Per capirci, alle municipali bolognesi ci sono state 17 liste, a quelle torinesi 27 e alcuni segnali indicano la propensione a ritenere che "l'esserci" di ciascun frammento costituisce ragione di riesumazione del mai dismesso manuale Cencelli.

Adesso abbiamo molto da fare, rioccupando gli spazi pubblici, con il voto, con la presenza in tutte le agora', nella voglia di capire per meglio sorvegliare gli interessi generali. Anche cercando di guidare i partiti ad essere, come debbono, il luogo in cui la partecipazione diventa rappresentanza democratica non solo delle persone, ma degli interessi del popolo, "sovrano" non per modo di dire.

Il popolo sovrano, non "la gente", adesso deve dire se e con quali risorse rifare la rete idrica tutta fessurata da secoli e come riaggiustare le normative con gli enti locali. Deve dire che la cancellazione del programma governativo sul nucleare non incide sulla ricerca a cui sono stati tolti i fondi e che questo e' il vero problema. E deve rifondare ogni discorso democratico sull'uguaglianza.

Ma deve anche dire se la banche debbono diventare un potere cosi' importante da non rispettare regole e diritti e far pagare ai contribuenti pasticci e fallimenti. La ristrutturazione del debito pubblico, cresciuto ad opera del governo e che costera' una grossa stretta della cinghia per rispettare i parametri richiesti dall'Europa, ma non tutti i possibili governi lo faranno con uguali priorita' e uguali costi.

Siamo l'unico paese Ocse che non ha visto crescere il reddito: il danno resta senza rimedio, ma la qualita' delle riforme va assunta con la massima serieta' da lavoratori, sindacati, imprese. Si taglieranno le spese: impediamo che siano a detrimento dei diritti, della scuola (l'anno prossimo avremo 22.000 insegnanti in meno con una popolazione scolastica crescente e con piu' alta percentuale di stranieri), della sanita', della cultura, dell'assistenza.

Anche l'informazione: quello che e' successo in questi anni nel sistema pubblico e' intollerabile: inventiamo scioperi dell'audience, lotte nonviolente, riempimenti delle caselle postali ed elettroniche dei responsabili. Avete visto l'ambulante di Modena che si e' fatto carico personale delle offese che Berlusconi ha continuato a rivolgere alla magistratura e ha denunciato il presidente del consiglio per vilipendio?

Anche una persona sola, intelligente e generosa, puo' fare la sua parte. Teniamo in piedi questa bella reazione civile e se anche i giovani ci daranno piu' inventiva e coraggio, forse integreremo quel senso dello stato che ne' il Risorgimento ne', almeno in parte, la Costituzione sono riusciti a darci.

Nota bene: Non vorrei che qualcuno dimenticasse che per prime hanno alzato la testa le donne. Non per amore di medaglie, ma per non ritrovarci tutte casalinghe.

 

5. RIFLESSIONE. "NIGRIZIA" INTERVISTA ALEX ZANOTELLI

[Dal sito www.nigrizia.it rirpendiamo la seguente intervista dal titolo "Alex Zanotelli: una vittoria di popolo, di cittadini attivi".

Alessandro Zanotelli, missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista "Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico e' tornato in Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri; negli ultimi anni e' tornato in Italia costantemente impegnato per la pace, la biosfera, i diritti umani di tutti gli esseri umani; e' direttore responsabile della rivista "Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; e' tra i promotori della "rete di Lilliput" ed e' una delle voci piu' prestigiose della nonviolenza nel nostro paese. Tra le opere di Alessandro Zanotelli: La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, Trento 1987; Il coraggio dell'utopia, Publiprint, Trento 1988; I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, Saronno 1996; Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana, Molfetta 1996; Sulle strade di Pasqua, Emi, Bologna 1998; Inno alla vita, Emi, Bologna 1998; Ti no ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998; La solidarieta' di Dio, Emi, Bologna 2000; R...esistenza e dialogo, Emi, Bologna 2001; (con Pietro Ingrao), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; (con Mario Lancisi), Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la poverta' nel mondo d'oggi, Emi, Bologna 2003; Nel cuore del sistema: quale missione? Emi, Bologna 2003; Korogocho, Feltrinelli, Milano 2003. Opere su Alessandro Zanotelli: Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 273]

 

Il missionario comboniano in prima fila da anni, in particolare sull'acqua pubblica, commenta i risultati dei referendum, che considera "un piccolo miracolo". E sottolinea l'importanza della mobilitazione del mondo cattolico e di quello missionario.

"Quello che e' avvenuto con i referendum lo definirei un piccolo miracolo. In particolare quello sull'acqua pubblica. Perche' abbiamo dovuto lottare in questi anni contro tutto e tutti. Ci siamo spesso trovati davanti un muro". Padre Alex Zanotelli sta festeggiando a Napoli, dove opera da qualche anno, i risultati dei quattro referendum: i due sull'acqua, il nucleare e il legittimo impedimento.

E sottolinea: "I partiti hanno remato tutti contro: a destra come a sinistra. Del resto i partiti obbediscono ai potentati economico-finanziari. Ma abbiamo avuto contro, e questo mi ha sconcertato ancora di piu', il mondo dei mass media. Al di la' di poche eccezioni, tivu', radio e giornali hanno remato contro chi si batteva per i referendum".

Padre Alex non ha dubbi: "E' stata una vittoria di popolo, una vittoria della gente, di persone che si sono date da fare ovunque sul territorio. E' davvero una vittoria della cittadinanza attiva. Per la prima volta la cittadinanza attiva ha messo in crisi effettivamente i partiti di destra e di sinistra, chiedendo un cambio radicale".

E ancora: "Questa cittadinanza attiva chiede essenzialmente: smettiamola di obbedire ai potentati economico-finanziari e ripartiamo dai beni comuni, cominciando dall'acqua. Del resto o si riparte dai beni comuni o non c'e' futuro. Sono convinto che questo voto avra' un'enorme ripercussione a livello italiano, ma anche sul parlamento europeo. A Bruxelles c'e' un'enorme pressione delle multinazionali perche' l'acqua venga dichiarata un bene di rilevanza economica. Il nostro e' il primo referendum europeo sull'acqua. Ci sara' poi un impatto internazionale sull'Onu".

Alex ha una dedica da fare: "Vorrei dedicare, come ho detto fin dall'inizio, questa vittoria ai poveri del sud del mondo, che avrebbero pagato in maniera molto pesante, con un aumento dei morti, la privatizzazione dell'acqua. Questo e' un voto per la vita".

Poi si rivolge alla chiesa cattolica: "Nel mondo cattolico all'inizio e' stato abbastanza difficile far passare il tema dell'opposizione alla rpivatizzazione dell'acqua. Bisogna dire che il Vaticano, fin dall'inizio, e' stato abbastanza chiaro sul si' all'acqua pubblica: sia nelle dichiarazioni del Papa e sia nelle prese di posizione dell'"Osservatore Romano" e del Pontificio consiglio di giustizia e pace. Abbiamo avuto piu' difficolta' con la Conferenza episcopale italiana. Pero' di recente si e' pronunciato il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, per l'acqua bene comune e con lui molti singoli vescovi, che sono usciti allo scoperto e hanno invitato a votare per il si'".

Ma Alex Zanotelli ci tiene a rimarcare "che ha giocato un grosso ruolo soprattutto l'associazionismo cattolico: l'Azione cattolica, l'Agesci, le Acli. C'e' stato un bel movimento e la chiesa ha dato un bel contributo a questa vittoria".

E il mondo missionario? "E' stato sempre presente. Voglio ricordare che nel comitato promotore dei referendum sull'acqua gli istituti missionari ci sono stati fin dall'inizio e abbiamo dato una grossa mano sia per l'ottenimento di un milione e quattrocentomila firme per fare i referendum sia dopo. Ricordo le prese di posizione della Fesmi, la Federazione delle riviste missionarie, e quelle in particolare di 'Nigrizia'. E penso infine che come missionari comboniani abbiamo avuto un ruolo non trascurabile".

 

6. RIFLESSIONE. NADIA ANGELUCCI INTERVISTA ELISABETTA DONINI

[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Rivoluzionare la scienza" e il sommario "Definire il complesso rapporto tra donne e conoscenza scientifica. Intervista ad Elisabetta Donini".

Nadia Angelucci e' redattrice di "Noi donne", giornalista, esperta in cooperazione internazionale, ha vissuto in vari paesi del Sud America collaborando con Ong, Universita', Istituti di cultura; collabora con varie testate e cura la trasmissione "Bucanero" su Radio Popolare Roma.

Elisabetta Donini, scienziata, punto di riferimento delle Donne in nero di Torino, e' docente di fisica all'Universita' di Torino ed e' da sempre attiva nel movimento femminista e in quello pacifista; si occupa anche in particolare di critica di genere dello sviluppo e di politica delle diversita'. Nata in provincia di Cuneo nel 1942, vive per lo piu' a Torino, con un lungo periodo di lavoro e di esperienza umana e politica nel Meridione; fa parte del Cirsde - Centro Interdipartimentale di Ricerche e Studi delle Donne, e del Centro di Studi per la Pace dell'Universita' di Torino, e del Comitato delle scienziate e degli scienziati contro la guerra; per alcuni anni ha fatto ricerca in teoria delle particelle elementari e poi ha spostato i suoi interessi verso la critica storica delle scienze, la prospettiva ecologica e le culture del femminismo; da anni i suoi interessi di ricerca si sono concentrati anche sul rapporto tra scienza e societa'; man mano che cresceva in lei l'impegno nel movimento delle donne e nell'elaborazione femminista si approfondiva anche il desiderio di interrogare scienza, tecnologia, modelli di sviluppo in relazione al segno di genere che vi hanno impresso secoli di dominanza maschile; il lavoro teorico e l'attivita' di impegno civile sono infatti sempre stati in lei strettamente legati, sia rispetto a questioni come il nucleare negli anni Ottanta sia rispetto alle guerre degli anni Ottanta e Novanta e attuali, con un continuo sforzo di contribuire al consolidamento delle relazioni tra donne di parti in conflitto (dalle esperienze con donne israeliane e palestinesi a quelle con donne dei Balcani); ha pubblicato molti saggi e articoli, e contribuito a numerosi volumi. Tra le opere di Elisabetta Donini: Il caso dei quanti, Clup, 1982; La nube e il limite. Donne, scienza, percorsi nel tempo, Rosenberg & Sellier, Torino 1990; Conversazioni con Evelyn Fox Keller. Una scienziata anomala, Eleuthera, Milano 1991]

 

Fisica critica e storica delle scienze Elisabetta Donini fa parte del Cirsde - Centro Interdipartimentale di Ricerche e Studi delle Donne dell'Universita' di Torino. Si e' occupata di politica della diversita', relazioni attraverso i conflitti, costruzione di culture di pace, cura dell'ambiente, critica dei modelli di sviluppo. Le abbiamo chiesto di parlarci del rapporto tra donna e scienza, e in particolare, nel tentativo di rompere i paradigmi conoscitivi dominanti, della possibilita' di un'autonomia del genere femminile nei modelli scientifici.

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- Nadia Angelucci: Lei ha dichiarato: "Non desidero affatto che ci siano piu' donne, ragazze, bambine, educate all'entusiasmo della scienza, se simultaneamente non si riesce a cambiare cosa significa conoscenza scientifica". Ci spiega meglio cosa intende?

- Elisabetta Donini: Credo che occorra distinguere tra due modi principali di porre il problema: l'uno si articola come una questione di "donne e scienza" e mira a far cadere gli stereotipi e i vincoli socioculturali che per secoli hanno ostacolato, se non impedito, l'accesso delle donne al mondo della conoscenza scientifica. L'altro parla invece di "genere e scienza": attraverso l'analisi delle caratteristiche di oggettivita' e universalita' ascritte alla scienza, intende mostrare che quest'ultima e' stata plasmata secondo le forme mentali e le relazioni con il mondo esterno che erano proprie dei suoi "padri fondatori" e che almeno nella storia dell'Occidente hanno connotato l'identita' di genere maschile. Come scriveva negli anni '80 del secolo scorso Sandra Harding, il primo e' un approccio riformista: facciamo si' che alle donne vengano riconosciute possibilita' pari a quelle degli uomini di essere scienziate. Il secondo e' un approccio rivoluzionario: a partire dalla critica di genere sviluppata da tante studiose femministe, mettiamo in discussione che i modi della conoscenza scientifica siano necessariamente quelli affermatisi come tali e diamo invece spazio ad altri processi cognitivi, riconoscendo ad esempio che ogni sapere e' non gia' "oggettivo", ma "situato", nel senso che dipende dal punto di vista da cui si colloca il soggetto; oppure rinunciando alla pretesa del distacco tra soggetto e oggetto, per valorizzare piuttosto le relazioni di interdipendenza. Sono queste le trasformazioni cui mi parrebbe importante che si dedicassero le donne interessate alla scienza, anziche' premere per un piu' largo accesso alle professioni scientifiche, accettandole cosi' come oggi sono modellate e conformandosi ad una impostazione che storicamente e' stata segnata dalla dominanza del maschile. Gia' Virginia Woolf scriveva che "la scienza a quanto pare non e' senza sesso, e' un uomo, un padre e per di piu' infetto".

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- Nadia Angelucci: Le tecniche di manipolazione genetica e in particolare le tecnologie legate alla procreazione sono un campo in cui il dominio scientifico maschile si esercita sulle donne e sulla natura; in particolare sul rapporto tra donna e natura. Che impatto ha questo sull'identita' femminile?

- Elisabetta Donini: Tutta la scienza moderna, sin dalle sue origini tra '500 e '600, e' stata costruita in funzione non soltanto della conoscenza, ma anche dell'intervento sulla natura, per assoggettarla al dominio dell'uomo, come scriveva esplicitamente Francesco Bacone. Oggi tale processo ha raggiunto forme sempre piu' spinte e quelle contemporanee sono opportunamente chiamate tecnoscienze, proprio perche' tendono a manipolare per trasformare, assai piu' che a osservare per conoscere e i loro oggetti di studio sono degli artefatti, piuttosto che delle entita' date in natura. La sostituzione dell'artificiale al naturale riguarda ormai anche gli organismi umani, lungo una strada che coinvolge donne e uomini, sia come soggetti sia come oggetti delle sperimentazioni. Certo, nel caso della procreazione tecnologicamente assistita e' l'identita' di genere delle donne quella che ne risulta piu' profondamente toccata, perche' rende la maternita' un processo di produzione cui concorrono molti attori (e attrici: sono numerose le ricercatrici e le ginecologhe che si occupano di fecondazione artificiale). Penso che questo incida sul rapporto tra donne e natura, contribuendo ad esaltare quel porsi in atteggiamento di dominio e manipolazione che - come gia' accennavo - e' caratteristico dell'intreccio tra le scienze moderne e contemporanee e l'identita' di genere secondo cui si e' forgiato il maschio-occidentale-bianco. A mio parere, che vi siano donne che fanno proprie queste modalita' rientra nel piu' vasto problema dell'egemonia esercitata dalla linea di sviluppo che e' riuscita a prevalere sino a globalizzarsi, affermandosi come univocamente necessaria (e per cio' stesso giusta: il rapporto tra scienza e societa' e' impregnato di giudizi di valore).

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- Nadia Angelucci: Le donne che fanno riferimento ad un movimento di trasformazione dell'esistente hanno qualcosa da dire sulla scienza? Come si costruisce l'identita' di genere delle donne nel mondo scientifico?

- Elisabetta Donini: "Cambiare il mondo" era il cuore del progetto neofemminista della seconda meta' del '900 e il movimento delle donne ha generato filoni di riflessione, critica e azione nei campi piu' vari, compreso quello della scienza, in quanto nella generale presa di coscienza della differenza di genere anche la scienza venne riconosciuta nella sua essenza non-neutra. Di qui, pero', non segue automaticamente che le donne che si dedicano a un lavoro scientifico esprimano modi di conoscenza diversi da quelli dei loro colleghi; anzi, il fatto stesso che permanga il modello epistemologico secondo cui il sapere scientifico, poiche' oggettivo, non dipende da chi lo produce, dovrebbe rendere irrilevante la circostanza che si tratti di donne o di uomini. C'e' dunque una forte pressione a conformarsi; d'altro canto, ci sono anche le situazioni concretamente vissute e i rapporti di potere: e' soprattutto nel rivendicare i propri diritti di parita' che varie scienziate pongono il problema nei termini di quell'impostazione riformista che ho descritto sopra come "donne e scienza". Tuttavia, in alcune discipline, scienziate intenzionalmente partecipi della critica femminista hanno avviato anche qualche cambiamento rivoluzionario: a fine '900, nel suo Has Feminism Changed Science? Londa Schiebinger ha riportato casi interessanti in medicina, biologia, primatologia.

 

7. RIFLESSIONE. ELENA RIBET INTERVISTA NICLA VASSALLO

[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Coscienza e conoscenza, Beni comuni" e il sommario "Pensare a un mondo migliore per far poi ricadere i pensieri validi nel reale. Intervista a Nicla Vassallo"

Elena Ribet e' nata nel 1973 a Roma, dove attualmente vive e lavora occupandosi della comunicazione per una onlus che promuove l'integrazione delle persone con disabilita' intellettiva. Si interessa di ecumenismo, teologia e integrazione culturale. Ha presieduto il convegno interreligioso Religione, pace e violenza (5 e 6 aprile 2003, Mappano, Torino). Il suo intervento "La Marialis Cultus: una lettura evangelica" e' inserito negli atti del XV Colloquio Internazionale di Mariologia, Patti (Messina), 16 e 18 aprile 2004 (Edizioni Ami, Roma, 2005). Ha partecipato all'allestimento del musical Israel, dove vai? di Daniel Lifschitz sulle vicende e contraddizioni del popolo ebraico nella storia, curandone anche l'ufficio stampa. Collabora con riviste e periodici fra cui il settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi "Riforma" e il mensile "Noidonne". E' vincitrice del quinto concorso Le donne pensano, le donne scrivono, sezione poesia, promosso dalla Citta' di Torino, VI Circoscrizione, e dal Centro Donna, ed e' stata pubblicata nell'antologia del premio. Tra le opere di Elena Ribet: Diario dei quattro nomi, Edizioni Joker, 2005.

Nicla Vassallo (Imperia, 1963) ha studiato filosofia all'Universita' di Genova e al King's College London dell'Universita' di Londra. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in filosofia della scienza, ha lavorato prima come Research Fellow e poi come ricercatrice. Risale al 2002 la sua idoneita' da professore associato in logica e filosofia della scienza presso l'Universita' di Catania e al 2004 la sua idoneita' da professore ordinario in filosofia teoretica presso l'Universita' di Bergamo. Dal 2005 e' professore ordinario presso il dipartimento di filosofia dell'Universita' di Genova dove insegna filosofia della conoscenza ed epistemologia, e fa parte del corpo docente del dottorato in filosofia. In qualita' di Visiting Professor, insegna epistemologia anche nella facolta' di psicologia dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano. Responsabile in passato di sette progetti di ricerca del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), membro del Board della Sifa (Societa' Italiana di Filosofia Analitica), membro dell'Editorial Board della rivista "Iride: Filosofia e discussione pubblica" e del dizionario on-line Foldop, esperto del Civr (Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca) per la Vtr (Valutazione Triennale della Ricerca), e' al presente: membro affiliato del Cresa (Centro di Ricerca in Epistemologia Sperimentale e Applicata), Book Review Editor di "Epistemologia: Rivista Italiana di Filosofia della Scienza", membro dell'Advisory Board dell'Institute for Scientific Methodology, membro dell'Editorial Board dell'"European Journal of Analytic Philosophy", membro dell'Editorial Board della rivista on-line "Nordicum-Mediterraneum", membro dell'Editorial Board della rivista on-line "Res cogitans", membro dello Scientific Committee di OspedaleDonna, membro dello Scientific Committee di "The Journal of Philosophical Reviews", membro dello Scientific Committee del Festival per l'Economia Interculturale, membro dello Scientific Committee di "Iris: European Journal of Philosophy and Public Debate", membro dello Scientific Committee di Onda (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna), membro dello Scientific Committee di Readings - The Swif's series of E-books. Ha svolto o svolge attivita' di Referee per le seguenti case editrici, pubblicazioni e conferenze: Breve Dizionario di Filosofia - Carocci, Codice Edizioni, "Dialectica: International Journal of Philosophy", Editori Laterza, "Epistemologia: Rivista Italiana di Filosofia della Scienza", "European Journal of Analytic Philosophy", Giulio Einaudi Editore, "Iride: Filosofia e discussione pubblica", "Iris: European Journal of Philosophy and Public Debate", "Nordicum-Mediterraneum", Ulisse Biblioteca, "Wittgenstein Today" (Bologna 2001), "Representing and Inferring" (Bergamo 2002), "Philosophy and European Culture" (Genova 2004), "Brain, Persons, and Society" (Milano 2006). Ha scritto piu' di sessanta articoli in italiano e in inglese, che sono apparsi in riviste specialistiche, in volumi collettanei, in proceedings di conferenze e in enciclopedie. Ha pubblicato sei libri in qualita' di autrice, tre in qualita' di curatrice e cinque in qualita' di co-curatrice: Teoria della conoscenza (Laterza, Roma-Bari 2003) e' il suo ultimo libro da autrice, Filosofia delle donne (Laterza, Roma-Bari 2007) il suo ultimo libro da co-autrice, Filosofia delle conoscenze (Codice Edizioni, Torino 2006) il suo ultimo libro da curatrice, Filosofia della comunicazione (Laterza, Roma-Bari 2005; seconda edizione 2006) il suo ultimo libro da co-curatrice. Gli articoli di Nicla Vassallo vengono ampiamente segnalati e recensiti in vari giornali, riviste e siti web: Ha tenuto conferenze nelle Universita' italiane piu' importanti (Bergamo, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano Cattolica, Milano San Raffaele, Milano Statale, Padova, Pisa, Reggio Emilia, Roma La Sapienza, Roma Tre, Salerno, Sassari, Torino, Trieste, Trento, Urbino, Venezia) e all'estero in Francia, Danimarca, Gran Bretagna, Grecia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia. Collabora con diverse riviste di divulgazione filosofica e scientifica, e' contributor del blog Variabili Libere, scrive occasionalmente sulle pagine culturali del quotidiano "Il Secolo XIX" e scrive regolarmente sul supplemento culturale del quotidiano "Il Sole - 24 Ore". Lavora principalmente nell'area della filosofia analitica. I suoi interessi primari di ricerca e di insegnamento riguardano la filosofia della conoscenza e l'epistemologia, settori in cui ha pubblicato lavori significativi sulla definizione di conoscenza, sulle teorie della giustificazione, sull'epistemolgia della testimonianza, sullo scetticismo epistemico, sul naturalismo epistemologico, sulle epistemologie femministe. Altri suoi seri settori d'interesse sono rappresentati dalla filosofia femminista, la storia e la filosofia della logica, la metafisica, il naturalismo filosofico e lo scetticismo. Tra le opere di Nicla Vassallo: a) Libri in qualita' di autrice: La depsicologizzazione della logica: un confronto tra Boole e Frege, Franco Angeli, Milano 1995; La naturalizzazione dell'epistemologia: contro una soluzione quineana, Franco Angeli, Milano 1997; Teorie della conoscenza filosofico-naturalistiche, Franco Angeli, Milano 1999; Teoria della conoscenza, Laterza, Roma-Bari 2002; Conoscenza e natura, De Ferrari Editore, Genova. 2003; con P. Garavaso, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007; Per sentito dire. Conoscenza e testimonianza, Feltrinelli, Milano 2011. b) Libri in qualita' di curatrice: (con E. Agazzi), George Boole. Filosofia, logica, matematica, Franco Angeli, Milano 1998, (con E. Agazzi), Introduzione al naturalismo filosofico contemporaneo, Franco Angeli, Milano 1998; (con A. Bottani), Identita' personale. Un dibattito aperto, Loffredo Editore, Napoli 2001; (con F. D'Agostini), Storia della filosofia analitica, Einaudi, Torino 2002; La filosofia di Gottlob Frege, Franco Angeli, Milano 2003; Filosofie delle scienze, Einaudi, Torino 2003; (con C. Bianchi), Filosofia della comunicazione, Laterza, Roma-Bari, 2005, 2006; Filosofia delle conoscenze, Codice Edizioni, Torino 2006]

 

- Elena Ribet: L'attuale crisi dei modelli economici, politici e sociali e' caratterizzata da un graduale spossessamento dei diritti e degli strumenti democratici. Ci sono alternative praticabili per sfuggire a questa erosione?

- Nicla Vassallo: Un'alternativa consiste nel far si' che ognuno acquisisca maggior consapevolezza e competenza per recarsi alle urne. Tuttavia cittadine e cittadini conseguono, solitamente, consapevolezza e competenza attraverso quegli organi di informazione che, in alcuni paesi, non godono della debita liberta'. Cosicche' si finisce deprivati degli strumenti per votare bene e vengono eletti candidati inadatti al buon governo, attraverso l'espressione di una banale preferenza, priva della necessaria conoscenza politica. Spesso, questo meccanismo impedisce che il voto favorisca il bene comune, il che ha diverse conseguenze, tra cui la fatica di cogliere uno dei tanti sensi della democrazia: il bene comune e condiviso.

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- Elena Ribet: Democrazia versus egoismo?

- Nicla Vassallo: Nella nostra epoca e' subentrato un egoismo incondizionato, per cui in troppi si disinteressano dell'altrui felicita', oltre che della ricerca della verita'. Un grave errore, dato che, in mancanza di un'effettiva societa' solidale, il singolo individuo si ritrova costretto a un'esistenza paranoide. Evidenziare la problematicita' della situazione e' tra le ragioni che mi hanno sollecitato a scrivere Per sentito dire (Feltrinelli), volume in cui le complesse relazioni tra individualismo, conoscenza, democrazia divengono lampanti. Con una qualche angoscia di fondo, pero'. Difatti, ho affidato l'epilogo al George Orwell di 1984, cui seguono alcune versi di Paul Celan, quali "Nessuno / testimonia / per il testimone".

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- Elena Ribet: Rispetto alle nuove tecnologie e ai nuovi modi di fare/subire/leggere informazioni, si ha l'impressione che cliccare "mi piace" su facebook sia il modo contemporaneo di partecipare alla vita pubblica. L'attivismo che fine ha fatto?

- Nicla Vassallo: L'ultimo capitolo di Per sentito dire e', non a caso, dedicato a Internet; vi tratto, tra l'altro, di un fare, coperto dall'anonimato di colui che agisce, che somiglia in effetti a un non-fare. Ad ogni buon conto, i "si'" e "no" digitati su una tastiera rappresentano un'azione semplicistica e poco partecipativa, in cui l'individuo si espone di rado. Presenta ben altre proprieta' positive l'azione in cui si mette in gioco non solo il proprio nome, ma pure la propria faccia, la propria mente, la propria reputazione: si tratta di un'azione in cui esprimiamo qualcosa di elaborato. Senza insultare alcuno, ne' noi stessi, ne' gli altri.

 

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- Elena Ribet: Perche' vengono oscurati i modelli "alternativi", come ad esempio quelli che mettono in discussione il dualismo concettuale, cultura/natura, civile/primitivo, mente/corpo, maschio/femmina (dualismo che non e' mai simmetrico, come sostiene Donna Haraway nel suo Manifesto Cyborg, ma e' basato sul predominio di un elemento sull'altro)?

- Nicla Vassallo: I modelli alternativi ai tanti dualismi vengono oscurati scientemente, ma non dobbiamo nasconderci una certa ignoranza in proposito, pure tra gli intellettuali. Da una parte i modelli diversi e necessari, oltre che possibili, esistono e richiedono che ci si confronti seriamente con essi, dall'altra gli attuali dualismi risultano convenienti: nel loro essere sommari, addirittura sbrigativi, consentono a una certa classe socio-economico-politica di imporci norme, del tutto funzionali al fine di esercitare su di noi un controllo, controllo erosivo rispetto alle nostre autodeterminazioni e creativita'. Se qualcosa abbiamo mostrato Concita De Gregorio e io, scrivendo a quattro mani La velata, corposa introduzione al volume Sul velo (il Saggiatore) della sociologa algerino-newyorkese Marnia Lazreg, e' proprio la coercitivita' di parecchi pregiudizi che si traducono in forma dualistica e ci vengono spacciati per valori, quando, invece, valori non sono.

 

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- Elena Ribet: Fra i maestri o le "guide" intellettuali, il punto di vista femminile viene oscurato. Secondo lei perche'?

- Nicla Vassallo: Sebbene non sempre, oscurate nel corso della storia le donne lo sono state spesso; basti pensare che l'onore e' andato di frequente agli uomini rispetto a scoperte scientifiche realizzate da donne, o a cui le donne hanno offerto contribuiti significativi: i Nobel rubati non si contano. Eppure, limitando l'attenzione a nomi di grande respiro, le Saffo, le Melanie Klein, le Margaret Mead, le Iris Murdoch non mancano, sebbene poche riescano a ottenere la meritata celebrita'. Il problema finisce allora col consistere in questo: d'accordo, molte donne di calibro vengono relegate ai margini, ma perche' quando si consegue fama, questa viene fagocitata? Si consideri una scienziata riconosciuta, di cui quest'anno si celebra il centenario del Nobel per la chimica (il suo secondo Nobel, dopo quello ottenuto insieme al marito Pierre per la fisica nel 1903): Maria Sklodowska-Curie; se si fosse trattato di un uomo (vincere due Nobel e' stata finora impresa da pochi) le cose avrebbero assunto una piega differente, invece la ricorrenza "Curie" sta passando in sordina.

 

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- Elena Ribet: Quale spiegazione si da' di questa incongruenza?

- Nicla Vassallo: Dobbiamo ammettere che il mondo intellettuale prosegue col venir regimentato da un branco di alcuni uomini che si cooptano tra loro, privi della nozione dell'urgenza di una mente androgina, gia' invocata dalla straordinaria Virginia Woolf. Ma Virginia Woolf era inglese e la situazione italiana rimane invece critica in ogni settore. Se fosse diversamente, le classifiche internazionali, che stabiliscono il gender gap, non ci relegherebbero al settantaquattresimo posto nel mondo. Curioso che, di fronte a questo dato, in pochi si scandalizzino; ci si stupisce, invece, quando, oltre il dato in se', viene precisato che ci troviamo dietro a Botswana, Ghana, Romania, e via dicendo. Perche'?

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- Elena Ribet: Una questione di diritti?

- Nicla Vassallo: Certe "categorie" vengono prese di mira. Le donne, non tutte pero'. Occorre sempre considerare le appartenenze. Di classe sociale, solo per fare un esempio, e domandarsi cosa accomuna una bambina inglese che diventera' la Regina d'Inghilterra e una bambina tailandese destinata a oggetto del turismo sessuale occidentale. Di piu': vigono diritti sulla carta che non trovano realizzazione nel concreto. Ma vi sono pure i diritti negati, umani, civili, culturali, come nel caso delle donne e degli uomini omosessuali. Lo mette bene in evidenza una filosofa, Martha C. Nussbaum, in Disgusto e umanita' (il Saggiatore), volume che Vittorio Lingiardi e io, proprio allo scopo di difendere i diritti delle cosiddette minoranze - ma lo sono poi di fatto, o si impone loro di essere tali? -, abbiamo introdotto con un saggio denso e intitolato - volutamente, s'intende - "Classificazioni sospette".

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- Elena Ribet: Quale mondo si figura?

- Nicla Vassallo: C'e' chi sosterebbe che occorrono innanzitutto strumenti d'immaginazione. Non io. Credo piuttosto che si debba pensare dapprima a un mondo migliore, che si nutre di conoscenza, per far poi ricadere i pensieri validi nel reale. Sono le dittature, non le democrazie, a controllare, limitare, manipolare la conoscenza. Che cos'e' la democrazia, e viviamo effettivamente in essa? Senza conoscenza, la democrazia non si puo' dare. Dobbiamo realizzare cio' al piu' presto.

 

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- Elena Ribet: A giugno si concludono due cicli di lezioni magistrali, "Le virtu' delle donne" e "Questioni di coscienza", da lei ideati, rispettivamente per l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e per la Fondazione per la cultura di Palazzo Ducale. Quali riflessioni emergono sulle tante liberta' felici e vitali, ostacolate da deleteri cliche' e stereotipi?

- Nicla Vassallo: Esiste una virtu' femminile contrapposta a quella maschile, e una questione di coscienza femminile contrapposta a quella maschile? Direi di no, nel senso che "il maschile" e "il femminile", al pari di altri stereotipi, vengono prescritti per semplificare la realta', per reinventarla a piacimento, per sorvegliarci; donne e uomini si adeguano, vi aspirano, senza comprendere il problema, e cosi' facendo incarcerano se stessi in norme insensate. Ci sono pero' carcerieri e carcerati. Non dimentichiamo la liberta', di cui disponiamo, di non appartenere ne' agli uni, ne' agli altri.

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Nicla Vassallo, www.niclavassallo.net/, specializzatasi a Londra, al King's College, Professore ordinario di Filosofia teoretica, e' filosofa di fama nazionale e internazionale. Della sua autorevole, brillante e sostanziosa produzione scientifica, ci limitiamo a ricordare alcune pubblicazioni del 2011 in italiano: Per sentito dire. Conoscenza e testimonianza (Feltrinelli), La velata, con Concita De Gregorio, in Sul velo, di Marnia Lazreg (il Saggiatore) e Classificazioni sospette, con Vittorio Lingiardi, in Disgusto e umanita', di Martha C. Nussbaum (il Saggiatore). Tra i suoi futuri progetti, nuovi e permanenti soggiorni di ricerca all'estero, nonche' saggi e volumi sempre piu' in lingua inglese.

 

8. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Miguel de Cervantes Saavedra, Tutte le opere, Mursia, Milano 1972, 1978, 2 voll. rispettivamente di pp. XII + 1310 e pp. VI + 1266.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 587 del 15 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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