Telegrammi. 578



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 578 del 6 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Contro la guerra, contro i massacri

2. Il 12-13 giugno quattro si' ai referendum

3. Movimento Nonviolento: Settantaduesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

4. Si e' svolto il 5 giugno a Viterbo un incontro di formazione nonviolenta

5. Associazione "Respirare": Le ragioni del lago di Vico, le ragioni del referendum

6. Franca Maria Bagnoli

7. Anna Baluganti

8. Laura Boella

9. Maria D'Asaro

10. Rachele Farina

11. Mimma Ianno' Latorre

12. Anna Kuliscioff

13. Monica Lanfranco

14. Paola Pavese

15. Lorella Pica

16. Marilena Spriano

17. Laura Tussi

18. Gabriella Bernardi: Carolina Lucrezia Herschel

19. Gabriella Freccero: Marija Gimbutas

20. Per sostenere il Movimento Nonviolento

21. Segnalazioni librarie

22. La "Carta" del Movimento Nonviolento

23. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. CONTRO LA GUERRA, CONTRO I MASSACRI

 

Contrastare occorre la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta.

Contrastare occorre il governo golpista e assassino con l'insurrezione nonviolenta.

Solo la pace salva le vite.

 

2. EDITORIALE. IL 12-13 GIUGNO QUATTRO SI' AI REFERENDUM

 

Il 12-13 giugno quattro si' ai referendum: contro l'apocalisse atomica; in difesa dell'acqua e della vita; per l'uguaglianza di diritti di ogni essere umano.

 

3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SETTANTADUESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

 

Sono piu' di 160 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare".

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 72 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

 

4. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 5 GIUGNO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE NONVIOLENTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 5 giugno 2011 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo si e' svolto un nuovo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta che prosegue settimanalmente dal 2009.

La prima parte dell'incontro e' stata dedicata all'organizzazione di iniziative di informazione e di approfondimento sull'acqua e contro il nucleare in vista dei referendum del 12-13 giugno.

Nella seconda parte dell'incontro e' stata nuovamente espressa ed argomentata la piu' decisa opposizione alla guerra e al razzismo.

La terza parte dell'incontro e' stata dedicata all'iniziativa in corso per il diritto allo studio.

La quarta parte dell'incontro e' stata dedicata alla prosecuzione dell'impegno per la costituzione dell'"Archivio Alfio Pannega" dedicato alla preservazione della memoria e alla valorizzazione del lascito della grande figura della Viterbo popolare e antifascista.

La quinta parte dell'incontro e' stata dedicata alla prosecuzione dell'attivita' di autoformazione giornalistica per la redazione di "Viterbo oltre il muro", proseguendo il lavoro sulla questione delle ricerche d'archivio e della verifica delle fonti.

Nella sesta parte dell'incontro, anche attraverso l'uso di tecniche di training nonviolento, sono state analizzate alcune scelte che migliorano la qualita' della vita in esperienze comunitarie agricole ed in incontri residenziali di piu' giorni con partecipazione numerosa, in vista di prossime iniziative.

*

Le persone partecipanti all'incontro

Viterbo, 5 giugno 2011

 

5. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": LE RAGIONI DEL LAGO DI VICO, LE RAGIONI DEL REFERENDUM

[Riceviamo e diffondiamo]

 

L'acqua, l'ambiente, la salute, i diritti e la vita delle persone.

Per le stesse ragioni invitiamo a votare si' ai referendum del 12-13 giugno, e chiediamo ancora una volta che le istituzioni competenti inizino al piu' presto gli interventi necessari per risanare l'ecosistema del lago di Vico e per garantire acqua potabile alla popolazione dei comuni circumlacuali.

*

Speculatori senza scrupoli e pubblici amministratori insipienti ed irresponsabili, ormai da tempo smascherati, devono cessare di nuocere all'ambiente e alla popolazione.

La situazione e' cosi' grave che non si puo' perdere altro tempo.

Occorre intervenire per difendere e risanare l'ecosistema prima che sia troppo tardi.

Ed occorre che siano realizzate le opere necessarie per garantire acqua potabile a tutte le persone.

L'acqua e' una risorsa preziosa e scarsa, un bene comune, e l'accesso all'acqua potabile e' un diritto umano fondamentale, poiche' senza acqua si muore.

Si' ai referendum.

Si' alla legalita'.

Si' a un ambiente vivibile.

Si' alla salute.

*

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 5 giugno 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

6. PROFILI. FRANCA MARIA BAGNOLI

 

Da un'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 303 riprendiamo la seguente notizia autobiografica di Franca Maria Bagnoli: "Diciamo che sono una persona anziana. Non precisiamo l'eta'. Nel marzo del 2009 ho perso mio marito per un tumore al polmone. Ho due figli, Paolo e Francesco. Paolo insegna matematica alle medie, naturalmente da precario. Francesco e' un ottimo programmista informatico. Sono contenta della mia vita anche se e' stata ed e' segnata dalla sofferenza. Ho un'invalidita' motoria del 100%. Ma forse gia' l'ho detto. Ho sempre incontrato persone che mi hanno aiutato e che mi hanno arricchito spiritualmente. Non amo la ricchezza. Ho insegnato nella scuola pubblica, come insegnante di ruolo, Storia e filosofia nei Licei classico e scientifico e, poi, Filosofia, pedagogia e psicologia nell'Istituto magistrale che adesso non di chiama piu' cosi'. Dei miei figli sono contenta. Qualche volta mi contestano ma sono contenta ed ho la presunzione di credere che, tra i tanti errori commessi nell'educarli, questo loro spirito critico sia dovuto anche al mio modo di educarli. Poi magari sbaglio. Ho avuto il dono di conoscere ed essere amica di persone come don Tonino Bello, presidente, molti anni fa, di Pax Christi, Alex Zanotelli, Enrico Chiavacci, Ernesto Balducci. E molte altre da ognuna delle quali ho imparato qualcosa. Amo l'arte nelle sue molteplici forme, in particolare la musica e l'architettura. Ho pubblicato due libri, uno di favole: Bambini e animali. L'altro e' un romanzo: Una vita negata, nel quale rivaluto la personalita' di Santippe, la moglie di Socrate, la cui vita fu soffocata da una citta' maschilista. Dal 1981 pratico l'obiezione di coscienza alle spese militari. Ora con il Cud e' un atto formale ma prima era abbastanza impegnativo. Ho subito vari pignoramenti ma sono riuscita a farmi pignorare libri sulla pace. Ho partecipato a molte marce per la pace, compresa la Perugia-Assisi. E, come tanti, ho firmato appelli per la difesa dei diritti umani, dell'ambiente, contro la pena di morte. Mi fermo qui. Non vorrei sembrare presuntuosa...".

 

7. PROFILI. ANNA BALUGANTI

 

Anna Baluganti, femminista, amica della nonviolenza, e' impegnata nel Coordinamento per la pace di Mantova, ed in molte iniziative per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

8. PROFILI. LAURA BOELLA

 

Laura Boella, docente di storia della filosofia morale all'Universita' di Milano, e' tra le massime studiose di Gyorgy Lukacs, Agnes Heller, Ernst Bloch, Hannah Arendt; e' impegnata nella ricostruzione del pensiero femminile nel Novecento; fa parte della redazione della rivista filosofica "aut aut". Opere di Laura Boella: Il giovane Lukacs, De Donato, Bari 1977; Intellettuali e coscienza di classe, Feltrinelli, Milano 1977; Ernst Bloch. Trame della speranza, Jaca Book, Milano 1987; Dietro il paesaggio. Saggio su Simmel, Unicopli, Milano 1987; (a cura di), Letture e discussioni intorno a Levinas, Jankelevitch, Ricoeur, Unicopli, Milano 1988; Parole chiave della politica, Mantova 1995; Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente, Feltrinelli, Milano 1995; Morale in atto, Cuem, 1997; Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 1998; con Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Cortina, Milano 2000; Le imperdonabili. Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Tre Lune, Mantova 2000; Grammatica del sentire. Compassione, simpatia, empatia, Cuem, Milano 2004; Sentire l'altro. Conoscere e praticare l'empatia, Cortina, Milano 2006; Neuroetica. La morale prima della morale, Cortina, Milano 2008.

 

9. PROFILI. MARIA D'ASARO

 

Per un breve profilo di Maria D'Asaro da una recente intervista apparsa su "Coi piedi per terra" n. 327 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Vivo a Palermo, dove svolgo la professione di insegnante e psicopedagogista in una scuola secondaria di primo grado. Mi riconosco pienamente nell'affermazione di Terenzio: Homo (donna, nel mio caso!) sum: nihil humani alienum a me puto. Mi interesso, come cittadina e come docente, di scienze umane, politica, letteratura. Amo leggere e scrivere. Collaboro con la rivista mensile "Segno" e con il settimanale regionale siciliano "Centonove". Curo un blog, che dedica una sezione alla nonviolenza: http://maridasolcare.blogspot.com/. Guardo con simpatia alla nonviolenta Comunita' dell'Arca, fondata da Lanza del Vasto. Mi impegno, nel mio ambito, perche' la prospettiva nonviolenta, ecologicamente orientata, sia orizzonte possibile per gli esseri umani".

 

10. PROFILI. RACHELE FARINA

 

Rachele Farina, storica e docente, presidente dell'Unione Femminile Nazionale nel 1985-1988, ha fondato nel 1986 il centro di studi storici "Esistere come donna"; promotrice di ricerche e organizzatrice di varie mostre di rilevanza internazionale. Tra le sue opere: (con Anna Maria Bruzzone), La Resistenza taciuta, Milano 1976, nuova edizione Bollati Boringhieri, Torino 2003; Dizionario biografico delle donne lombarde, Baldini & Castoldi, Milano 1995; Simonetta: una donna alla corte dei Medici, Bollati Boringhieri, Torino 2001.

 

11. PROFILI. MIMMA IANNO' LATORRE

 

Mimma Ianno' Latorre e' insegnante, impegnata per la pace e i diritti, partecipe di molte esperienze di intercultura e solidarieta', e' referente del Cem (Centro di educazione alla mondialita'). Un'ampia intervista e' nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 248.

 

12. PROFILI. ANNA KULISCIOFF

 

Anna Kuliscioff (1854-1925) e' una delle figure piu' grandi della storia del movimento socialista italiano ed internazionale. Opere di Anna Kuliscioff: oltre agli interventi politici pubblici si vedano anche: Lettere d'amore a Andrea Costa, Feltrinelli, Milano 1976; Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Carteggio, in piu' volumi, Einaudi, Torino. Opere su Anna Kuliscioff: Filippo Turati (a cura di), Anna Kuliscioff, in memoria, Lazzari, Milano 1926; Alessandro Schiavi, Anna Kuliscioff, Opere nuove, Roma 1955; Maricla Boggio, Annabella Cerliani, Anna Kuliscioff (Con gli scritti di Anna Kuliscioff sulla condizione della donna), Marsilio, Venezia 1977; Franco Damiani e Fabio Rodriguez (a cura di), Anna Kuliscioff, Immagini scritti testimonianze, Feltrinelli, Milano 1978.

 

13. PROFILI. MONICA LANFRANCO

 

Monica Lanfranco e' giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato il trimestrale di cultura di genere "Marea". Ha collaborato con Radio Rai International, con il settimanale "Carta", il quotidiano "Liberazione", con Arcoiris Tv, "Linus". Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne e  sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Ha insegnato Teoria e tecnica dei nuovi media all'Universita' di Parma. Il suo primo libro e' stato nel 1990 Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi. Nel 2003 ha scritto assieme a Maria G. Di Rienzo, Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi. Nel 2005 e' uscito il volume Senza velo - donne nell'Islam contro l'integralismo. Nel 2007 ha prodotto e curato il film sulla vita e l'esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici. Nel 2009 e' uscito Letteralmente femminista. Perche' e' ancora necessario il movimento delle donne (Edizioni Punto Rosso). I suoi siti sono www.monicalanfranco.it, www.altradimora.it, www.mareaonline.it, www.radiodelledonne.org. Si veda anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 350.

 

14. PROFILI. PAOLA PAVESE

 

Paola Pavese, nata a Roma nel 1965, e' da sempre interessata ai temi riguardanti il rapporto Nord-Sud ed ha collaborato con alcuni organismi non governativi in campagne di educazione allo sviluppo; conosce il mondo della cooperazione sociale per averne fatto parte e per aver svolto su di esso un percorso di riflessione critica; nella sua formazione e' stato molto importante l'incontro con il buddismo

 

15. PROFILI. LORELLA PICA

 

Lorella Pica, gia' apprezzata pubblica amministratrice, e' impegnata nella straordinaria esperienza dell'associazione "Sulla strada" (sito: www.sullastradaonlus.it, e-mail: info at sullastradaonlus.it) e in molte iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza.

 

16. PROFILI. MARILENA SPRIANO

 

Marilena Spriano, persona di volonta' buona e di retto sentire, amica della nonviolenza, in un suo intervento di alcuni mesi fa su questo stesso foglio cosi' si era descritta con infinita modestia e dolcezza: "Vi posso brevemente dire che credo nella nonviolenza come unica strada per risolvere i conflitti ed affrontare i problemi e credo nella nonviolenza come cammino indicato da Cristo a coloro che accettano di seguirlo perche' pensano che solo Lui possa dare un senso alla loro vita. Non sono in grado (per carattere, cultura, capacita' personali) di indicare strade o dare consigli a chi mi sta intorno. Ammiro molto chi ha il coraggio di alzare la voce e fare denunce contro le ingiustizie, ma faccio molta fatica a seguirli. In questo momento sono soprattutto una mamma e una moglie, con un po' di problemi da affrontare ogni giorno (come tutti, ma un  po' di piu' che in altri periodi della mia vita) e non ho ne' il tempo ne' l'energia per riflessioni teoriche. Il mio piccolissimo contributo alla nonviolenza si limita a cercare di far vivere il piu' serenamente possibile le persone che mi stanno intorno ed educare i miei tre figli al rispetto del prossimo".

 

17. PROFILI. LAURA TUSSI

 

Laura Tussi e' docente, giornalista e ricercatrice. Ha conseguito la sua quinta laurea specialistica nel 2009 in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Autrice dei libri: Sacro (Emi 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il disagio insegnante (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2010). Collabora con l'Istituto comprensivo Prati di Desio (Mb), con diverse riviste di settore, come "La rassegna dell'istruzione" (Le Monnier Mondadori - Miur), "Scuola e didattica" (La Scuola, Brescia), e con moltissime realta' online. Un'ampia intervista a Laura Tussi e' in "Coi piedi per terra", nn. 291-292.

 

18. PROFILI. GABRIELLA BERNARDI: CAROLINA LUCREZIA HERSCHEL

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Su Gabriella Bernardi cfr. la notizia nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 556]

 

Carolina Lucrezia Herschel, sorella di William Herschel, scopritore del pianeta Urano, e' l'astronoma del passato piu' conosciuta, grazie anche ai suoi diari che sono un'utile testimonianza del lavoro professionale e degli eventi di tutti i giorni. Purtroppo, e' proprio il caso di dirlo, la natura fu matrigna: Carolina ebbe a soffrire di una malattia che ne ritardo' lo sviluppo corporeo segnandola per resto della vita con una bassa statura. Destinata a diventare una sguattera a servizio della propria famiglia per volere della madre che si oppose a qualunque forma di istruzione impartitale dal padre, come in una favola il principe azzurro si materializza nel fratello William. Trasferitosi in Inghilterra per seguire la sua carriera di musicista la volle con se', in questo modo venne liberata da una vita completamente votata alle incombenze domestiche ed oltre a queste si dedico' anche lei alla musica diventando una promettente soprano. La passione di William verso l'astronomia prese in seguito il sopravvento sulla musica e grazie allo stipendio elargito dal sovrano per supportare le sue ricerche, egli pote' dedicasi completamente ad esse, trascinando verso questa nuova avventura anche la sorella, che, eclettica com'era, non solo vi si adatto', ma vi si dedico' con passione ed impegno fino alla fine dei suoi giorni.

Nel 1787 re Giorgio III riconobbe l'attivita' di Carolina come assistente del fratello William assegnandole uno stipendio di 50 sterline all'anno; nonostante la somma modesta, il fatto e' molto importate perche' cio' fa di lei la prima donna cui fosse stato istituzionalmente riconosciuto e remunerato il lavoro in campo astronomico, mentre nel secolo prima cio' avveniva al massimo a livello familiare.

Il nove gennaio del 1848 all'eta' di novantasette anni Carolina si spegne ad Hannover. Il suo epitaffio recita: "Gli occhi di colei che qui viene glorificata si sono volti al cielo stellato; le sue scoperte e la sua partecipazione all'immortale lavoro del fratello, William Herschel, ne saranno testimoni negli anni. La Royal Academy di Dublino e la Royal Astronomical  Society di Londra la annoverarono tra i loro membri. All'eta' di 97 anni e 10 mesi si spense in serena pace e nel pieno possesso delle sue facolta'; per ritrovare in miglior vita suo padre, Isaac Herschel, che visse fino all'eta' di 60 anni e 7 mesi e giace sepolto vicino a questo luogo dal 25 marzo 1767".

Il fatto che fosse una donna a scoprire una cometa porto' una certa notorieta' a Carolina e vennero scritti vari articoli su di lei, uno di questi la descriveva come: "molto piccola, molto garbata, molto modesta e molto intelligente", mentre altri la ritraevano come: "eccellente, una creatura dall'animo gentile". Suo nipote John, facendole visita nel 1832 quando aveva ottantatre anni, scrisse di lei: "Ella si sposta di continuo per la citta' con me, saltella agilmente per le sue due rampe di scale. Di giorno, fino alle undici o dodici, ella e' fiacca e stanca, ma non appena il giorno avanza acquista vitalita' ed e' completamente attiva alle dieci di sera, cantando vecchie rime e persino ballando".

Un suo progetto fu quello di confrontare e di correggere il catalogo stellare prodotto da Flamsteed e nel 1798 Carolina presento' alla Royal Society l'Index to Flansteed's Observations of the Fixed Stars assieme ad una lista di altre 560 stelle che erano state trascurate. Verso la fine della sua vita completo' il suo catalogo di 2500 nebulose per il quale la Royal Astronomical Society le assegno' la  sua medaglia d'oro.

Scopri' ben otto comete tra il 1786 ed il 1797; e la notte del primo agosto avvisto' la prima cometa, ora chiamata C/1786 P1 Herschel e che e' definita da alcuni come "la prima cometa della signora". Le altre vennero nominate nell'ordine: 35P/Herschel-Rigollet, C/1790 A1 Herschel, C/1790 H1 Herschel, C/1791 X1 Herschel, C/1793 S2 Messier, 2P/Encke, C/1797 P1 Bouvard-Herschel.

Le scoperte di Carolina riguardano anche le galassie: NGC 253, NCG 205, NCG 891, ed ammassi aperti: NCG2548, NCG225, NCG381, NCG659, NCG7789, NGC7380, NCG2204, NCG2360, NCG2349, NGC6633.

Bibliografia: Sara Sesti, Liliana Moro, Donne di scienza, Centro Pristem-Eleusi Universita' Bocconi; Michael Hoskin, Caroline Herschel's Autobiographies, Shpltd; Marilyn Bailey Ogivie, Women in Science, The Mit Press Cambridge.

 

19. PROFILI. GABRIELLA FRECCERO: MARIJA GIMBUTAS

[Dal sito www.arabafelice.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica della serie "Dominae" (segnaliamo che queste schede risalgono ad alcuni anni fa).

Su Gabriella Freccero cfr. la notizia in "La domenica della nonviolenza" n. 250.

Marija Gimbutas (1921-1994), archeomitologa, particolarmente le sue ricerche ed ipotesi sulla religione della grande dea hanno avuto grande influenza in rilevanti ambiti della riflessione femminista. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda. "Marija Gimbutas (Vilnius, 23 gennaio 1921 - Los Angeles, 2 febbraio 1994) e' stata un'archeologa e linguista lituana. Studio' le culture del neolitico e dell'eta' del bronzo della 'antica Europa', un'espressione da lei introdotta. I lavori pubblicati tra il 1946 e il 1971 introdussero nuovi punti di vista nell'ambito della linguistica e dell'interpretazione della mitologia. Marija Gimbutas giunse negli Stati Uniti come rifugiata dalla Lituania nel 1949 dopo aver conseguito un dottorato (PhD) in archeologia nel 1946 all'Universita' di Tubinga in Germania, ma mai dimentico' le radici lituane. Inizio' all'Harvard University traducendo testi di archeologia dell'Europa orientale, e divenne assistente al Dipartimento di Antropologia. Nel 1955 divenne Fellow dell'Harvard's Peabody Museum. Nel 1956, la Gimbutas introdusse la sua 'Ipotesi Kurgan', che coniugava lo studio della cultura Kurgan con la linguistica al fine di risolvere alcuni problemi concernenti gli antichi popoli parlanti il proto-indo-europeo (Pie), che qualifico' come genti 'Kurgan'. Questa ipotesi e il suo atteggiamento multidisciplinare ebbero un impatto significativo sull'indoeuropeistica. In qualita' di professore di archeologia alla Ucla University dal 1963 al 1989, Marija Gimbutas diresse i maggiori scavi dei siti del neolitico nell'Europa sud-orientale tra il 1967 e il 1980, grazie ai quali furono portati alla luce una gran quantita' di manufatti artistici e di uso quotidiano risalenti ad un periodo precedente a quello che si riteneva a quel tempo l'inizio del neolitico in Europa. Gimbutas si guadagno' una reputazione di specialista dell'eta' del bronzo indoeuropea, nonche' del folklore lituano e della preistoria di balti e slavi, parzialmente riassunta nel definitivo Bronze Age Cultures of Central and Eastern Europe (1965), ma ottenne una fama inaspettata con i suoi tre libri: The Goddesses and Gods of Old Europe (1974), The Language of the Goddess (1989) - che ispiro' una mostra a Wiesbaden, 1993/'94 - ed il suo ultimo libro The Civilization of the Goddess (1991), che presenteva una panoramica delle sue teorie circa le culture del neolitico in Europa: configurazioni architettoniche, strutture sociali, arte, religione e letteratura. Il libro discuteva le differenze tra gli elementi del sistema della 'antica Europa', da lei considerato matriarcale e ginocentrico, e la cultura patriarcale portata dagli indoeuropei nell'eta' del bronzo. Secondo la Gimbutas, questi due sistemi si sarebbero fusi generando le societa' classica dell'Europa storica. Nel suo lavoro la Gimbutas reinterpreto' la preistoria europea alla luce delle sue conoscenze in linguistica, etnologia e storia delle religioni, proponendo cosi' un quadro in contrasto con i tradizionali assunti circa l'inizio della civilta' europea. Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero il contributo di Marija Gimbutas paragonabile alla decifrazione dei geroglifici egiziani. Campbell scrisse la prefazione ad una edizione del The Language of the Goddess (1989), prima che la Gimbutas morisse, e spesso diceva di quanto profondamente si rammaricasse che le sue ricerche sulle culture del neolitico dell'Europa non fossero disponibili nel tempo in cui lui stava scrivendo The Masks of God. I suoi articoli sono archiviati insieme con quelli della Gimbutas alla 'Joseph Campbell and Marija Gimbutas library', al Pacifica Graduate Institute, a sud di Santa Barbara, California. Joan Marler scrisse: 'Sebbene l'interpretazione dell'ideologia delle societa' preistoriche sia considerata inopportuna nella ricerca archeologica, per Marija era ovvio che ciascun aspetto della cultura dell'Antica Europa espresse un sofisticato simbolismo religioso. Pertanto si dedico' allo studio esaustivo dell'iconografia e del simbolismo del neolitico al fine di scoprirne i significati sociali e mitologici. Per realizzare cio' fu necessario allargare gli orizzonti dell'archeologia descrittiva al fine di includere linguistica, mitologia, comparazione delle religioni e lo studio storiografico. Lei defini' questo approccio interdisciplinare come archeomitologia'. L'ipotesi Kurgan e' quella che riceve maggiori consensi circa la diffusione delle lingue indoeuropee. I critici sostengono che gli oggetti ritrovati nelle sepolture, di cui la Gimbutas non tiene conto, suggeriscano in realta' che nel neolitico vi fossero ruoli sociali piu' usuali per i sessi; contestano l'enfasi data alla figura femminile quando in realta' sono presenti anche molte figure maschili o asessuate. Andrew Fleming, in "The Myth of the Mother Goddess" (World Archaeology 1969), nega che la spirale neolitica, i cerchi, ed i punti siano simboli che rappresentano gli occhi; che gli occhi, le facce e le figure asessuate siano simboli femminili; o che certe figure femminili possano rappresentare divinita'. Peter Ucko giunge ad ipotizzare che quelle figure femminili che la Gimbutas presumeva fossero simbolo della fertilita', fossero in realta' vere e proprie bambole del neolitico. I suoi tentativi di decifrare i segni neolitici come ideogrammi, in The Language of the Goddess (1989), incontrarono anche dure opposizioni. Opere di Marija Gimbutas: 1946: Die Bestaettung in Litauen in der vorgeschichtlichen Zeit. Tubingen: In Kommission bei J.C.B. Mohr; 1958: Ancient symbolism in Lithuanian folk art. Philadelphia: American Folklore Society. Memoirs of the American Folklore Society 49; 1961: "Notes on the chronology and expansion of the Pit-grave culture", in J. Bohm & S. J. De Laet (eds), L'Europe a' la fin de l'Age de la pierre. Prague: Czechoslovak Academy of Sciences; 1963: The Balts. London: Thames and Hudson, Ancient peoples and places 33; 1965: Bronze Age cultures in Central and Eastern Europe. The Hague/London: Mouton: 1986: (con Colin Renfrew e Ernestine S. Elster), Excavations at Sitagroi, a prehistoric village in northeast Greece. Vol. 1. Los Angeles: Institute of Archaeology, University of California, Monumenta archaeologica 13; 1985: Baltai priesistoriniais laikais : etnogeneze, materialine kultura ir mitologija. Vilnius: Mokslas; 1974: The Goddesses and Gods of Old Europe; 1976: (a cura di), Neolithic Macedonia as reflected by excavation at Anza, southeast Yugoslavia. Los Angeles: Institute of Archaeology, University of California, Monumenta archaeologica 1; 1977: "The first wave of Eurasian steppe pastoralists into Copper Age Europe", Journal of Indo-European Studies 5; 1980: "The Kurgan wave 2 (c. 3400 - 3200 B.C) into Europe and the following transformation of culture", Journal of Indo-European Studies 8; 1989: Il linguaggio della Dea: mito e culto della Dea madre nell'Europa neolitica; introduzione di Joseph Campbell; traduzione di Nicola Crocetti di The Language of the Goddess; 1989: (con Shan Winn e Daniel Shimabuku), "Achilleion: a Neolithic settlement in Thessaly, Greece, 6400-5600 B.C." Los Angeles: Institute of Archaeology, University of California, Los Angeles. Monumenta archaeologica 14; 1991: The Civilization of the Goddess; 1992: Die Ethnogenese der europaeischen Indogermanen. Innsbruck: Institut fuer Sprachwissenschaft der Universitaet Innsbruck, Innsbrucker Beitraege zur Sprachwissenschaft , Vortraege und kleinere Schriften 54; 1997: (con Miriam Robbins Dexter e Karlene Jones-Bley, a cura di), The Kurgan culture and the Indo-Europeanization of Europe. Selected articles from 1952 to 1993 by M. Gimbutas. Journal of Indo-European Studies monograph 18, Washington DC: Institute for the Study of Man; 1999: (a cura di Miriam Robbins Dexter), The Living Goddesses. Berkeley/Los Angeles: University of California Press; 1997: (a cura di Miriam Robbins Dexter e Edgar C. Polome'), "Varia on the Indo-European Past: Papers in Memory of Marija Gimbutas", Journal of Indo-European Studies Monograph 19. Washington, DC: The Institute for the Study of Man. Opere su Marija Gimbutas: John Chapman 1998: "The impact of modern invasions and migrations on archaeological explanation. A biographical sketch of Marija Gimbutas", in M. Diaz-Andreu e M.-L. Stig Soerensen (a cura di), Excavating Women (London: Unwin); A. Hausler 1995: "Ueber Archaeologie und den Ursprung der Indogermanen", in M. Kuna e N. Venclova' (a cura di), Whither archaeology? Papers in honour of Evzen Neustupny (Prague, Akademie)"]

 

Marija Gimbutas nasce il 23 gennaio 1921 a Vilnius, Lituania. La madre Veronica e' insieme alla sorella Julija una delle prime donne laureate in medicina dell'Europa nord-orientale, il padre Danielius Alseika e' anch'egli medico, interessato a studi di folklore e scrittore. Marija cresce in un ambiente stimolante, frequenta una scuola ispirata al metodo Montessori. La madre tiene un salotto dove si incontrano gli intellettuali e gli artisti di Vilnius. Durante l'infanzia sviluppa un legame fondamentale con le leggende e il folclore lituano, dove le figure di grandi dee sono costantemente presenti e ancora venerate dal popolo, testimoni di una persistenza dell'antica religione pagana che fino al XIV secolo è l'unica praticata in Lituania, e resistera' ancora a lungo alla cristianizzazione. Gia' durante la scuola superiore inizia a raccogliere antiche canzoni e racconti popolari lituani, seguendo le orme del padre, da poco scomparso.

Nel 1938 studia all'Universita' di Kaunas dedicandosi a studi di linguistica, etnologia e folclore. Nel 1940 l'Unione Sovietica occupa la Lituania, che viene dichiarata repubblica sovietica. Si organizza una resistenza lituana, cui Marija si unisce. Scrive la sua tesi di laurea sui riti funerari indoeuropei durante questo periodo. La Germania occupa la Lituania nel 1941. Maria si sposa con Jurgis Gimbutas.

Nel 1942 si laurea in archeologia e inizia gli studi post laurea. Nasce la sua prima figlia Danute nel 1943.

Nel 1944 le truppe sovietiche occupano nuovamente la Lituania. Marija con la propria dissertazione sotto un braccio e la bimba sotto l'altro fugge da Vilnius. Ottiene un dottorato di ricerca in archeologia all'universita' di Tubingen in Germania. Nasce nel 1947 la sua seconda figlia Devile.

Nello stesso anno si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti; grazie alle sue competenze linguistiche, ottiene dalla Harvard University l'incarico di tradurre pubblicazioni archeologiche sull'est europeo, e scrivere testi di ricerca sull'Europa preistorica centrale e orientale.

Nel 1954 nasce la terza figlia Rasa.

Nel 1956 ad una conferenza internazionale a Filadelfia presenta la sua ipotesi sui Kurgans: ella ritiene di avere individuato nelle sue ricerche la presenza di una popolazione proto-indoeuropea, cui dette appunto il nome di Kurgans dal nome russo delle loro tombe a tumulo. Veneratori di dei patriarcali, nomadi, allevatori del cavallo, essi vennero a sovrapporsi ad una pacifica societa' europea preesistente, che  essa chiama la societa' dell'Antica Europa; caratteristiche di quest'ultima sarebbe state l'egualitarismo sociale fra uomini e donne, la venerazione di una grande dea generatrice dell'ordine naturale, l'ideale di vita pacifico e una profonda spiritualita' connessa ai cicli naturali terrestri.

Tracce di questa antichissima civilta' sarebbero riscontrabili in tutta Europa, particolarmente in Jugoslavia, Anatolia, nell'Europa meridionale (Egeo, Creta, Santorini, Malta, Sardegna).

Per l'interpretazione di questo periodo Marija ritiene indispensabile la creazione di una nuova disciplina, l'archeomitologia; ritiene cioe' che per occuparsi delle societa' antiche occorre avere a disposizione un bagaglio di conoscenze molto ampio che comprenda conoscenze archeologiche ma anche linguistiche, mitologiche, folcloriche, e che sia quindi necessaria una interdisciplinarieta' tra i saperi molto piu' stretta di quella che normalmente viene usata negli studi accademici.

Dal 1963 insegna alla University of California di Los Angeles (Ucla), dove fonda il dipartimento di studi indo-europei e dove insegna fino al 1989.

Autrice di numerosissime pubblicazioni, tiene conferenze in tutto il mondo. Dirige fra il 1967 e il 1980 cinque importantissimi scavi archeologici in Jugoslavia, Macedonia, Grecia e Italia.

Pubblica nel 1974 Goddesses and Gods of Old Europe, una prima sistemazione della sua ricerca, che verra' pero' dato alle stampe con il titolo modificato di Gods and Goddesses of Old Europe, a testimonianza di quanto sia duro a morire lo stereotipo culturale della preminenza del dio maschile nella nostra cultura. La successiva edizione del 1982 avra' pero' il suo titolo originale.

Nel successivo The Language of the Goddes, si dedica allo studio dei simboli della rappresentazione della antica dea madre che ha potuto riscontrare numerosissimi nel corso delle sua attivita' di scavo; essa rintraccia gruppi di simbolismi ricorrenti negli oggetti ritrovati negli scavi: la dea rappresentata da alcuni animali (uccelli, orsi, cervi, arieti, serpente), o in forme astratte come meandri, spirali, la v semplice o ripetuta a gruppi (chevron), l'uovo, la falce di luna. Lungi dall'essere mere decorazioni che attesterebbero un puro gusto estetico geometrico, i segni astratti di cui sono ricoperte le figure tracciano un vero e proprio linguaggio, che comunicherebbe realta' sostanzialmente simboliche e religiose. La scrittura non sarebbe allora sorta in Mesopotamia e per puri scopi amministrativi, ma avrebbe almeno duemila anni di vita in piu' e nascerebbe per motivi spirituali in una civilta' di alta raffinatezza espressiva. Questa pubblicazione le frutta un consenso ed un interesse insperato, soprattutto al di fuori dell'ambito accademico, da parte di artisti, donne, studiosi di mitologia. In Germania il Museo della donna di Wiesbaden trae dal libro uno spettacolo, che diviene itinerante in tutta Europa.

In The civilisation of the Goddess cerca di ricostruire le basi materiali e spirituali delle culture neolitiche: dal modello di abitazione, alla struttura sociale, all'arte e alla religione, offre una ricostruzione del modo di vita di popolazione tanto lontane, ma che rappresentano i nostri piu' antichi  predecessori, le cui culture lasceranno tracce molto dopo l'estinzione di questo tipo di civilta', e della presa di potere degli indoeuropei, ad esempio nella meravigliosa fioritura delle civilta' di Thera e di Creta.

Dagli anni '80 il movimento femminista inizia la scoperta della sua opera; anche per Marija l'entusiasmo dimostratole dai movimenti delle donne porta una nuova coscienza dell'importanza dei suoi studi. Nel 1985 partecipa con un gruppo di studiose femministe ad una conferenza a Malta; durante questo soggiorno avviene una toccante esperienza collettiva nell'Ipogeo, la grande camera sotterranea dove si riteneva che la dea ispirasse le sacerdotesse  e donasse sogni profetici: Marija cade in una sorta di trance e pur non ricordando esattamente le sue parole, tutte serberanno dell'esperienza un ricordo di infinita saggezza ed amore.

Marija muore il 2 febbraio 1994. Lo studioso Joseph Campbell nella prefazione a The Language of the Goddess, paragona l'importanza degli studi di Marija a quelli del francese Champollion che decifrando i geroglifici egizi sulla stele di Rosetta apri' la conoscenza di quella civilta'. La comprensione dei modelli di vita e dell'esistenza delle popolazioni neolitiche dell'Europa dal 7000 circa a.C. fino almeno al 3500 a.C. e' dovuta oggi sostanzialmente a lei.

Opere: Goddesses and Gods of Old Europe, Thames and Hudson 1974, repr. 1982 University of California Press; The language of the Goddess,Thames and Hudson 1989, trad. it. Nicola Crocetti, Neri Pozza 1997; The Civilisation of the Goddess, Harper Collins 1991. Studi specialistici: Achilleion. A Neolithic Settlement in Thessaly Greece 6500-5600 b.c. (Monumenta Archaeologica vol. 14) University of California Press, 1989; Balts, ed. International Thomson Publishing s.d.; Bronzes Age Cultures in Central and Eastern Europe, ed. Walter de Gruyter 1965; Excavations at Sitagroi a prehistoric Village in Northeast Greece (Monumenta Archaeologica vol. 13, University of California Press, 1987; Ed. Cristina Biaggi, Habitation of the Great Goddess, ed. Knowledge, Ideas and Trends, 1984; The Kurgan Culture and the Indo-Europeanization of Europe: Selected articles from 1952 to 1993, ed. American School of Classical Studies 1997; The Living Goddess, University of California Press 2001; The Metamorphosis of Baubo: Myths of Woman's Sexual Energy, Vanderbilt University Press, 1994; The Slavs, Thames and Hudson s.d.

Bibliografia: Marler J. (a cura di), From the Realm of the Ancestors: An Anthology in Honour of Marija Gimbutas, Manchester (Conn.) 1997; Marler J., L'eredita' di Marija Gimbutas: una ricerca archeomitologica sulle radici della civilta' europea, in Bocchi e Ceruti, Le radici prime dell'Europa, Milano 2001.

 

20. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

21. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.

 

22. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

23. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 578 del 6 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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