Telegrammi. 565



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 565 del 24 maggio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Mao Valpiana: Cinquantanovesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

2. Gianfranco Ravasi: Don Milani

3. Contro la guerra una proposta agli enti locali

4. Un'azione diretta nonviolenta per impedire i decolli dei bombardieri

5. Per l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni materiali gia' diffusi nel 1999)

6. Per sostenere il Movimento Nonviolento

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: CINQUANTANOVESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La guerra prosegue. Le vittime aumentano.

Ogni giorno che passa e' una possibilita' persa per la pace.

Per ogni bomba, per ogni missile, per ogni mitragliata, per ogni ferito e per ogni morto, ci vorrebbe una reazione diametralmente opposta: un gesto di pace, un'azione nonviolenta, una riconciliazione, una ricostruzione, una nuova vita.

Non tentare di opporsi alla guerra, a queste guerre in Libia e in Afghanistan, alle altre guerre sparse per il mondo, alle guerre future e alla loro preparazione, significa diventarne corresponsabili.

E la giustificazione (per non far nulla) secondo cui ci vorrebbe ben altro che un digiuno per contrastare la guerra, diventa un'accusa per chi la pronuncia.

Chi pensa di poter fare di piu', lo faccia.

Noi sappiamo che la guerra la si puo' contrastare veramente solo con la nonviolenza. E oggi mettiamo in campo questa azione nonviolenta collettiva, che si sta espandendo e che per proseguire ha bisogno della partecipazione concreta e personale di ciascuno.

Il digiuno che stiamo conducendo e' un gesto di nonviolenza attiva, e' un atto di speranza, e' un fatto concreto contro la guerra e la sua preparazione, contro il nucleare che uccide il presente e il futuro.

Sono piu' di 150 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare". C'e' anche chi ha aderito solo spiritualmente, chi digiuna anche se malato in ospedale, chi digiuna in una cella di un convento o di un carcere, e chi partecipa ma preferisce non farlo sapere pubblicamente.

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione almeno fino a lunedi' 30 maggio. Ma altri ancora si stanno aggiungendo, e si proseguira' oltre. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 59 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

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Di seguito l'elenco delle persone che digiuneranno nei prossimi giorni.

Martedi' 24 maggio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino); mercoledi' 25 maggio: Marco Palombo (Isola d'Elba - Roma),  Anna Bellini (Ferrara); giovedi' 26 maggio: Claudio Bedussi (Brescia), Asma Haywood (Padenghe sul Garda); Venerdi' 27 maggio: Rocco Altieri (Pisa), Raffaele Ibba (Cagliari), Teresa Gargiulo (Castellamare di Stabia - Napoli), Giovanni Mannino (Acireale - Catania), Paola e Marco Baleani (Gubbio), Piero P. Giorgio (Gargnano - Brescia), Asma Haywood (Padenghe sul Garda), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento); sabato 28 maggio: Asma Haywood (Padenghe sul Garda), Giovanni Chianchini (Chieti), Marco Iannelli (Roma), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento); domenica 29 maggio: Asma Haywood (Padenghe sul Garda), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento); lunedi' 30 maggio: Paolo Lupattelli (Citta' di Castello), Giovanni Sarubbi (Monteforte Irpino - Avellino), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza), Marco Rizzinelli (Marcheno - Brescia), Adalgisa Freddi (Marcheno - Brescia), Aurelio Iarrusso (San Giorgio del Sannio - Benevento).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea, Pasquale Dioguardi, Adalgisa Freddi, Marco Rizzinelli e Giovanni Sarubbi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini e Marco Palombo digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Piero P. Giorgio, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

2. MEMORIA. GIANFRANCO RAVASI: DON MILANI

[Dal quotidiano "Il sole 24 Ore" del 22 maggio 2011 col titolo "Album privato di una fede pubblica".

Gianfranco Ravasi (Merate, 1942) cardinale, teologo, biblista, ebraista e archeologo; presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. E' autore di numerose opere di grande valore.

Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008]

 

Quando vivevo a Milano, mi accadeva spesso di passare in via Spiga, la via che con Montenapoleone si contende il primato delle vetrine della moda. Qualche volta gettavo uno sguardo su un edificio immune da quell'invasione: e' una scuola elementare per i non molti bambini residenti in un quartiere cosi' esclusivo e asettico, e talora mi e' passato per la mente che proprio da quei cancelli, decenni prima, era uscito un ragazzino che avrei voluto incontrare da adulto. Non fu possibile perche' quell'uomo mori' nel 1967 a 44 anni, quando io ero da pochi mesi sacerdote. Anche lui era divenuto sacerdote vent'anni prima a Firenze e avrebbe lasciato - sia pure nell'isolamento di un paesino del Mugello - una forte traccia nella storia ecclesiale e culturale del nostro Paese.

Forse alcuni hanno capito di chi sto parlando: don Lorenzo Milani, fiorentino, aveva vissuto la sua adolescenza e giovinezza a Milano. La', infatti, con la sua famiglia borghese e intellettuale di matrice ebraica, era approdato nel 1930 a sette anni. Aveva, quindi, frequentato quella scuola elementare di via Spiga e poi il liceo Berchet, per iscriversi infine all'Accademia di Brera, anche perche' aveva ricevuto una formazione in questo senso attraverso la guida del pittore tedesco Hans Joachim Staude, e il padre gli aveva persino affittato uno studio in piazza della Repubblica. La morsa della guerra aveva costretto la famiglia Milani a ritornare a Firenze nel 1943 e fu la' che inizio' la vicenda spirituale di Lorenzo il quale, tra l'altro, era stato battezzato solo a dieci anni.

Non e' il caso di ricostruire ora la storia tormentata e gloriosa di questo sacerdote di straordinaria genialita', di intensa spiritualita' e di profonda umanita'. Quella modesta frazione del comune di Vicchio denominata Barbiana, ove egli era parroco, e' divenuta una sorta di emblema che ancora oggi - nonostante il flusso del tempo e la temperie piuttosto degenerata in cui siamo immersi - rimane come una piccola stella di riferimento. Cosi' come lo sono gli scritti di don Lorenzo che cristallizzavano in se' una vicenda unica di fede e di cultura, a partire dalle Esperienze pastorali del 1958, passando attraverso L'obbedienza non e' piu' una virtu', per approdare a quel dittico "epistolare" indimenticabile della Lettera a una professoressa (1967) su un originalissimo progetto educativo e della Lettera ai cappellani militari della Toscana (1965) sull'obiezione di coscienza, che gli costo' una condanna per apologia di reato in Corte d'Appello, condanna postuma perche' pronunciata a un anno dalla morte!

Due mesi prima di morire, in un'altra lettera, descriveva cosi' il suo stile personalissimo: "Lo stare per mesi su una frase sola togliendo via tutto quello che si puo' togliere". Sembra di sentire il Calvino delle Lezioni americane, quando comparava il lavoro dello scrittore a quello dello scultore che crea la sua opera scalpellando materiali dal blocco di marmo, ed era in una delle sue Lettere provinciali che Pascal allo stesso modo annotava: "Ho fatto questa lettera piu' lunga solo perche' non ho avuto tempo di farla piu' corta". Don Milani aveva cercato sempre l'essenziale, spogliando la verita' dal paludamento della retorica e dal manto dorato dell'ipocrisia, seguendo un programma costante e lineare perche' "un atto coerente isolato - scriveva - e' la piu' grande incoerenza".

Fu anche per questo che rimase allora incompreso, a partire dalle stesse autorita' ecclesiastiche. Eppure egli fu sempre fedele alla sua Chiesa. Un suo compagno di seminario che sarebbe poi divenuto arcivescovo di Firenze, il cardinale Silvano Piovanelli, mi ricordava questa significativa testimonianza di don Lorenzo: a chi gli chiedeva perche' mai non avesse lasciato quella Chiesa cosi' dura nei suoi confronti, egli rispondeva: "E dove mai trovero' chi mi perdona i peccati?". Nelle Esperienze pastorali rivelava, infatti, un vero temperamento da asceta, consapevole della fragilita' umana e della necessita' del perdono divino: "Il primo problema del cristiano dev'essere racchiuso in queste cinque parole: esame di coscienza, dolore, proposito, accusa, penitenza". E' appunto questa la trama del sacramento della riconciliazione.

Nello stesso libro egli puntava l'indice contro la grande tentazione, quella della superbia intellettuale: "Siamo in un mondo in agonia che Dio sta forse accecando per castigarlo di aver troppo e troppo male usato dell'intelletto, oppure di non averne fatto parte agli infelici". Il suo amore per la creatura umana era totale: "Il cuore dell'uomo e' qualcosa che i libri non sanno leggere ne' catalogare. Un'anima non si muta con una parola", scriveva a quella "professoressa" rigida nel suo ottuso sapere. Ed e' per questo che nel suo testamento ai ragazzi di Barbiana non esitava a scrivere queste parole evangeliche (si legga Matteo 25, 40): "Ho voluto piu' bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto".

Queste parole chiudono il libro che avremmo dovuto recensire, ma che in realta' non ha bisogno di analisi. Dovra' solo essere "contemplato" e si rivelera' come una mirabile biografia di don Milani: si tratta, infatti, della sequenza di "immagini di una vita" provenienti dall'album dell'amata sorella Elena, a cominciare dalla casa delle origini toscane fino a quel commovente abbandono nel sonno su una sdraio - turbato da uno dei suoi ragazzi - poche settimane prima della morte, quando gia' il male si era insediato nel suo corpo nobile e fine. Poche pagine scritte aprono e chiudono il libro, compreso un testo appassionato e limpido di padre Ernesto Balducci. Walter Benjamin, prima, con la sua Piccola storia della fotografia (1931), e Roland Barthes, poi, con la sua Camera chiara (1980), ci hanno insegnato quanto sia efficace e potentemente espressivo un simile mezzo nato a meta' dell'Ottocento. E' per tale motivo che consigliamo questo ritratto "visivo" della vita di don Lorenzo Milani, un sacerdote che aveva confessato: "Dove e' scritto che il prete debba farsi voler bene? A Gesu' o non e' riuscito o non e' importato". E' per questo che, se l'ultima foto e' quella della sua tomba, vale cio' che di lui scriveva Enzo Biagi: "E' sepolto nel cimitero di Barbiana, sperduto e vuoto paese

abitato dagli spiriti. Ma don Lorenzo parla ancora".

 

3. INIZIATIVE. CONTRO LA GUERRA UNA PROPOSTA AGLI ENTI LOCALI

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo.

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"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanita'.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

 

4. PROPOSTE. UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER IMPEDIRE I DECOLLI DEI BOMBARDIERI

[Riproponiamo il seguente testo gia' apparso ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 475 del 13 gennaio 2003]

 

L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due caratteristiche fondamentali:

a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la mera testimonialita';

b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli interlocutori incluse le controparti);

c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di tutti.

Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra. Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana.

E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa dislocata nel territorio italiano.

Di seguito riportiamo alcuni materiali relativi all'iniziativa gia' diffusi nel 1999.

 

5. DOCUMENTAZIONE. PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE DELLA PACE (ALCUNI MATERIALI GIA' DIFFUSI NEL 1999)

[Riportiamo qui ancora una volta (riprendendole da "La nonviolenza e' in cammino" n. 475 del 13 gennaio 2003, da cui e' tratta anche questa nota ntroduttiva) alcune parti della nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri", che diffondemmo in migliaia di copie durante la guerra [dei Balcani nel 1999], opuscolo nel quale presentavamo il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell'azione diretta nonviolenta che per alcune ore blocco' i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione e' stata l'unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra del 1999 con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l'esperienza condotta dimostra che la nonviolenza puo' fronteggiare efficacemente, e - se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate - puo' mettere in scacco la piu' forte macchina bellica del mondo. E' un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu' che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all'azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate]

 

Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace

I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.

II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.

III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire:

a) fare un'azione nonviolenta concreta:

- per impedire il decollo dei bombardieri;

- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;

- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;

b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.

IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:

- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);

- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita');

- dire sempre e solo la verita';

- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;

- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;

- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.

Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta.

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Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace"

- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice Penale.

La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

- Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice Penale.

Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

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Una breve descrizione della nostra proposta (del 15 aprile 1999, diffusa all'assemblea nazionale del movimento per la pace a S. Maria degli Angeli, aprile 1999)

- Passare dalla testimonianza dell'orrore e dell'impotenza all'azione diretta nonviolenta: aggiungere alle manifestazioni locali diffuse ed alle manifestazioni nazionali, una pratica concreta di specifica lotta nonviolenta che contrasti direttamente la macchina bellica; qualificare l'impegno pacifista nel senso della concretezza e dell'intervento diretto nel conflitto con le tecniche della nonviolenza.

- Una proposta di azione diretta nonviolenta: qui in Italia concretamente occorre fermare i bombardieri, che appunto partono dall'Italia; si puo' fermarli al decollo, che e' l'unico momento in cui cio' e' realmente possibile con mezzi nonviolenti (e quindi senza provocare pericoli per la vita di alcuno); l'idea e' di cercare di farlo invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi da cui partono i raid; e di invadere questo spazio aereo con mongolfiere di carte e palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni e striscioni con motti pacifisti, e fogli di alluminio o piccoli elementi metallici - fil di ferro e simili - che possano essere di disturbo sia alla visibilita', sia per gli apparecchi elettronici militari di guida dei decolli e di controllo dello spazio aereo.

- Solo con la nonviolenza si puo' contrastare efficacemente la guerra: l'iniziativa deve essere rigorosamente nonviolenta, e non prestare il fianco ne' ad equivoci, ne' a strumentalizzazioni e falsificazioni; l'iniziativa deve essere visibile, creativa, facilmente comprensibile e tale da poter essere accolta e diffusa da tutti, ed altresi' dai mass-media, senza che ne venga distorto il significato, che e' semplicemente quello di cercar di impedire i bombardamenti, di essere una iniziativa per cercar di fermare la guerra, le stragi, le deportazioni; questa iniziativa ha una vera possibilita' di efficacia concreta; ci sembra anche che essa sia riproducibile su ampia scala (perche' e' economica - i materiali usati sono di poco costo -; perche' e' facile da realizzare da parte di chiunque; perche' non implica pericoli ne'  per se' ne' per altri); infine tale iniziativa puo' dimostrare a nostro avviso che con la nonviolenza si puo' intervenire concretamente ed efficacemente nel conflitto, e contrastare realmente i bombardamenti; per quelli di noi che sono "amici della nonviolenza" la realizzazione di questa iniziativa ed il suo successo nel bloccare od ostacolare il decollo dei bombardieri sia pure per poche ore, sarebbe un forte argomento a sostegno della tesi che la nonviolenza, con la sua carica di creativita' ed amore, puo' essere piu' forte anche dei piu' giganteschi e feroci apparati di morte e di distruzione...

- Per concludere: l'opposizione alla guerra deve essere fatta su posizioni limpide e che vadano alla radice; ergo a noi pare che l'opposizione alla guerra debba essere rigorosamente nonviolenta...

- Alcuni suggerimenti pratici: Una iniziativa nonviolenta richiede che si comunichi preliminarmente alle autorita' cosa si intende fare; richiede che i partecipanti siano addestrati alla nonviolenza e si attengano strettamente ad essa, e siano disposti a subire le conseguenze anche giudiziarie del loro gesto; richiede che in nessun caso si faccia del male ad alcuno; richiede una condotta limpida e coerente ed una disponibilita' ad accettare le sofferenze che il proprio impegno richiede; noi sconsigliamo che ad azioni dirette nonviolente partecipino persone non preparate e non informate, o che non accettino le regole condivise della condotta nonviolenta.

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Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione diretta nonviolenta

Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti (attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi hanno di fronte.

Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante", ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto; ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche macchine fotografiche, videocamere, registratori).

Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento:

Luogo e data

Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale

Nome e cognome:

Qualifica:

Firma del movimento promotore dell'iniziativa

*

Sulla necessita' dei training nonviolenti

Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla nonviolenza.

*

Schema di richiesta di autorizzazione

Al Sindaco del Comune di ...; al Segretario Comunale; al dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale; al dirigente della Polizia Municipale; a tutti i consiglieri comunali di ...; al Prefetto di ...; al Questore di ...; al Presidente della Provincia di ...; al Comandante della Stazione Carabinieri di ...; al Ministro della Difesa; al Ministro dei Trasporti; al Ministro dell'Interno; al Ministro degli Affari Esteri; e per opportuna conoscenza: al Comandante della base Nato di ...; al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell'innalzamento di mongolfiere di carta, di palloncini gonfiati ad elio e di aquiloni con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Egregi signori,

con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ..., a nome di ...,

fa richiesta di autorizzazione

per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell''nnalzamento di mongolfiere di carta e di palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Si sottolinea il fatto che tale iniziativa sara' rigorosamente nonviolenta, che non si offendera' nessuno, non si fara' del male a nessuno, si accetteranno tutte le conseguenze della propria condotta, accettando nonviolentemente quindi le decisioni ed i provvedimenti che le autorita' dovessero prendere nei confronti dei nonviolenti che partecipano all'iniziativa (compreso il fermo e l'arresto), ed a tal fine vi invio in allegato i seguenti documenti (che formano parte integrante di questa richiesta; documenti che vi pregherei di leggere con attenzione, ed in relazione a cui vi sarei grato di comunicarmi eventuali vostri pareri e commenti):

1. testo del nostro Appello all'azione diretta nonviolenta per bloccare i decolli dei bombardieri;

2. testo delle nostre Regole di condotta obbligatorie per partecipare all'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace (testo la cui accettazione incondizionata sara' da noi richiesta a tutte le persone che vorranno partecipare o assistere all'iniziativa nonviolenta stessa);

3. testo della nostra Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia.

In attesa di riscontro alla presente richiesta si comunica l'intendimento di realizzare comunque tale azione diretta nonviolenta a partire dalla data del ..., iniziativa finalizzata a cercar di salvare delle vite umane, a contrastare la guerra, ed a difendere il diritto internazionale e la legalita' costituzionale, in particolare gli articoli 11 e 78 della nostra legge fondamentale che il governo italiano ha sciaguratamente violato.

Restando in attesa di un vostro sollecito riscontro, al nostro recapito postale o piu' tempestivamente al nostro numero telefonico e fax ...,

e restando altresi' a disposizione per ogni opportuno chiarimento o comunicazione,

vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

Firma

luogo e data

*

Lettera aperta al personale delle basi Nato

Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia in cui si enuncia il senso e il fine dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui cercheremo di impedire il decollo dei bombardieri che stanno provocando stragi in Jugoslavia, e si invita a far prevalere le ragioni dell'umanita' e della legalita'

Egregi signori,

con questa lettera aperta, nell'impossibilita' di farlo singolarmente, vi informiamo della nostra intenzione di realizzare un'azione diretta nonviolenta consistente nel tentativo di invadere con delle piccole mongolfiere lo spazio aereo sovrastante e circostante le basi da cui si levano in volo gli aerei impegnati nei bombardamenti che stanno massacrando le popolazioni della Jugoslavia; con tale tentativo cerchiamo di impedire che gli aerei assassini decollino, e quindi speriamo di riuscire a salvare delle vite umane, le vite di coloro che le bombe ed i missili scagliati dai bombardieri Nato stanno appunto sopprimendo.

Vi preghiamo pertanto di tener conto di questa nostra iniziativa e di rinunciare a far decollare i bombardieri.

Cercando di impedire i bombardamenti, con questa nostra iniziativa nonviolenta intendiamo anche:

1. fare appello alla vostra coscienza di esseri umani;

2. impedirvi di essere corresponsabili degli omicidi causati dai bombardamenti;

3. proporvi di rifiutare di partecipare ad una guerra assolutamente fuorilegge sia in relazione alle basi stesse del diritto internazionale, sia in relazione agli accordi e le norme dell'alleanza atlantica;

4. con particolar riferimento a quanti di voi sono cittadini italiani (e comunque tutti vi trovate in territorio italiano), vi richiamiamo altresi' al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che vi proibisce di prender parte a questa guerra che in base alla nostra Costituzione e' illegale (cfr. art. 11 Cost.).

Abbiamo voluto scrivervi questa lettera perche' vi sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di nuocere alle vostre persone, e che anzi la nostra iniziativa nonviolenta finalizzata ad impedire, se possibile, il decollo dei bombardieri e quindi le stragi, ha anche la funzione di aiutarvi a veder chiaro in questa terribile situazione e nella vostra stessa coscienza, di aiutarvi a far prevalere la vostra umanita', di pregarvi di non volervi macchiare di crimini efferati.

Un fraterno saluto di pace.

*

Lettera aperta ai responsabili delle basi Nato

Al responsabile della base di ... da cui decollano i bombardieri stragisti

Egregio signore,

come le e' gia' noto, a partire dal pomeriggio del ... eseguiremo l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con le quali invaderemo lo spazio aereo circostante e sovrastante la base di ... posta sotto la sua responsabilita', per impedire cosi' il decollo dei bombardieri che portano devastazione e morte in Jugoslavia.

La preghiamo pertanto di soprassedere ai decolli dei bombardieri finche' lo spazio aereo sara' ingombrato dalle nostre mongolfiere di carta, dai nostri palloncini gonfiati ad elio, dai nostri aquiloni di carta.

A onor del vero la preghiamo anche, e qui le parliamo da esseri umani ad essere umano, di cessare definitivamente di far decollare i bombardieri che portano devastazione e morte su popolazioni innocenti, che non sono certo responsabili dei crimini dei loro governanti.

E la preghiamo anche di desistere dai bombardamenti, nella nostra qualita' di cittadini italiani, e lei e' ospite del nostro paese, quindi alle nostre leggi deve obbedienza: lei sa, o dovrebbe sapere, che la legge fondamentale dello Stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, proibisce all'Italia di avallare o partecipare ad una guerra come questa: illegale secondo la nostra Costituzione (art. 11), illegale secondo i principi del diritto internazionale, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite, illegale secondo lo stesso Statuto della Nato.

Come lei sa, sciaguratamente il nostro governo ha violato la nostra Costituzione, ma questo non rende inefficace la Costituzione della Repubblica Italiana, semplicemente rende fuorilegge il governo che l'ha violata.

Quindi, dal profondo del cuore la preghiamo: desista dal contribuire al protrarsi di stragi, desista da una guerra illegale e criminale. Ascolti la voce delle leggi scritte e delle leggi non scritte che illuminano la sua coscienza di essere umano.

Vorremmo infine che lei fosse certo che la nostra e' un'iniziativa rigorosamente nonviolenta: non nutriamo odio per nessun essere umano, non vogliamo far del male a nessun essere umano. Ci sta a cuore anche l'incolumita' sua e dei suoi uomini.

Un fraterno saluto di pace.

*

"Ma abbiamo il dovere di farlo"

Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita' costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il dovere di farlo.

Sabato primo maggio [1999] ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a delinquere (art. 414 C. P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione) e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C. P., che prevede anch'esso da uno a cinque anni di reclusione).

Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle popolazioni della Jugoslavia.

Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad elio, aquiloni.

Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il governo ha sciaguratamente violato.

Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia azione legittima e giusta.

E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta' buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace.

 

6. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Tursun Bey, La conquista di Costantinopoli, Mondadori, Milano 2007, pp. XXXIV + 302, euro 16.

*

Riedizioni

- Enrique Gracian, Una scoperta senza fine. L'infinito matematico, Mondo matematico - Rba Italia, Milano 2011, pp. 142, s.i.p. (ma euro 9,99).

- Ernest Hemingway, Sotto il crinale e altri racconti, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 104, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Franklin Delano Roosevelt, Superare la crisi economica: il New Deal, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2011, pp. 96, s.i.p. (in supplemento al settimanale "L'Espresso").

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 565 del 24 maggio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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