Nonviolenza. Femminile plurale. 319



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 319 del 9 aprile 2011

 

In questo numero:

1. Un'azione diretta nonviolenta per impedire i decolli dei bombardieri

2. Per l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni materiali gia' diffusi nel 1999)

3. Anna Bravo: Una simile involuzione linguistica e culturale

4. Associazione "Respirare": Dal convegno scientifico svoltosi il 7 aprile presso l'Universita' di Viterbo una conferma e un appello

5. Cristina Carnelli: Laura Lepetit

6. Annamaria Tagliavini: Rosi Braidotti

 

1. PROPOSTE. UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER IMPEDIRE I DECOLLI DEI BOMBARDIERI

[Riproponiamo il seguente testo gia' apparso ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 475 del 13 gennaio 2003]

 

L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due caratteristiche fondamentali:

a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la mera testimonialita';

b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli interlocutori incluse le controparti);

c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di tutti.

Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra. Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana.

E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa dislocata nel territorio italiano.

Di seguito riportiamo alcuni materiali relativi all'iniziativa gia' diffusi nel 1999.

 

2. DOCUMENTAZIONE. PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE DELLA PACE (ALCUNI MATERIALI GIA' DIFFUSI NEL 1999)

[Riportiamo qui ancora una volta (riprendendole da "La nonviolenza e' in cammino" n. 475 del 13 gennaio 2003, da cui e' tratta anche questa nota ntroduttiva) alcune parti della nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri", che diffondemmo in migliaia di copie durante la guerra [dei Balcani nel 1999], opuscolo nel quale presentavamo il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell'azione diretta nonviolenta che per alcune ore blocco' i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione e' stata l'unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra del 1999 con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l'esperienza condotta dimostra che la nonviolenza puo' fronteggiare efficacemente, e - se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate - puo' mettere in scacco la piu' forte macchina bellica del mondo. E' un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu' che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all'azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate]

 

Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace

I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.

II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.

III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire:

a) fare un'azione nonviolenta concreta:

- per impedire il decollo dei bombardieri;

- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo;

- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra;

b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi.

IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:

- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa);

- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita');

- dire sempre e solo la verita';

- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina;

- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano;

- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui.

Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta.

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Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace"

- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice Penale.

La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

- Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice Penale.

Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.

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Una breve descrizione della nostra proposta (del 15 aprile 1999, diffusa all'assemblea nazionale del movimento per la pace a S. Maria degli Angeli, aprile 1999)

- Passare dalla testimonianza dell'orrore e dell'impotenza all'azione diretta nonviolenta: aggiungere alle manifestazioni locali diffuse ed alle manifestazioni nazionali, una pratica concreta di specifica lotta nonviolenta che contrasti direttamente la macchina bellica; qualificare l'impegno pacifista nel senso della concretezza e dell'intervento diretto nel conflitto con le tecniche della nonviolenza.

- Una proposta di azione diretta nonviolenta: qui in Italia concretamente occorre fermare i bombardieri, che appunto partono dall'Italia; si puo' fermarli al decollo, che e' l'unico momento in cui cio' e' realmente possibile con mezzi nonviolenti (e quindi senza provocare pericoli per la vita di alcuno); l'idea e' di cercare di farlo invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi da cui partono i raid; e di invadere questo spazio aereo con mongolfiere di carte e palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni e striscioni con motti pacifisti, e fogli di alluminio o piccoli elementi metallici - fil di ferro e simili - che possano essere di disturbo sia alla visibilita', sia per gli apparecchi elettronici militari di guida dei decolli e di controllo dello spazio aereo.

- Solo con la nonviolenza si puo' contrastare efficacemente la guerra: l'iniziativa deve essere rigorosamente nonviolenta, e non prestare il fianco ne' ad equivoci, ne' a strumentalizzazioni e falsificazioni; l'iniziativa deve essere visibile, creativa, facilmente comprensibile e tale da poter essere accolta e diffusa da tutti, ed altresi' dai mass-media, senza che ne venga distorto il significato, che e' semplicemente quello di cercar di impedire i bombardamenti, di essere una iniziativa per cercar di fermare la guerra, le stragi, le deportazioni; questa iniziativa ha una vera possibilita' di efficacia concreta; ci sembra anche che essa sia riproducibile su ampia scala (perche' e' economica - i materiali usati sono di poco costo -; perche' e' facile da realizzare da parte di chiunque; perche' non implica pericoli ne'  per se' ne' per altri); infine tale iniziativa puo' dimostrare a nostro avviso che con la nonviolenza si puo' intervenire concretamente ed efficacemente nel conflitto, e contrastare realmente i bombardamenti; per quelli di noi che sono "amici della nonviolenza" la realizzazione di questa iniziativa ed il suo successo nel bloccare od ostacolare il decollo dei bombardieri sia pure per poche ore, sarebbe un forte argomento a sostegno della tesi che la nonviolenza, con la sua carica di creativita' ed amore, puo' essere piu' forte anche dei piu' giganteschi e feroci apparati di morte e di distruzione...

- Per concludere: l'opposizione alla guerra deve essere fatta su posizioni limpide e che vadano alla radice; ergo a noi pare che l'opposizione alla guerra debba essere rigorosamente nonviolenta...

- Alcuni suggerimenti pratici: Una iniziativa nonviolenta richiede che si comunichi preliminarmente alle autorita' cosa si intende fare; richiede che i partecipanti siano addestrati alla nonviolenza e si attengano strettamente ad essa, e siano disposti a subire le conseguenze anche giudiziarie del loro gesto; richiede che in nessun caso si faccia del male ad alcuno; richiede una condotta limpida e coerente ed una disponibilita' ad accettare le sofferenze che il proprio impegno richiede; noi sconsigliamo che ad azioni dirette nonviolente partecipino persone non preparate e non informate, o che non accettino le regole condivise della condotta nonviolenta.

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Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione diretta nonviolenta

Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti (attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi hanno di fronte.

Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante", ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto; ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche macchine fotografiche, videocamere, registratori).

Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento:

Luogo e data

Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale

Nome e cognome:

Qualifica:

Firma del movimento promotore dell'iniziativa

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Sulla necessita' dei training nonviolenti

Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla nonviolenza.

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Schema di richiesta di autorizzazione

Al Sindaco del Comune di ...; al Segretario Comunale; al dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale; al dirigente della Polizia Municipale; a tutti i consiglieri comunali di ...; al Prefetto di ...; al Questore di ...; al Presidente della Provincia di ...; al Comandante della Stazione Carabinieri di ...; al Ministro della Difesa; al Ministro dei Trasporti; al Ministro dell'Interno; al Ministro degli Affari Esteri; e per opportuna conoscenza: al Comandante della base Nato di ...; al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell'innalzamento di mongolfiere di carta, di palloncini gonfiati ad elio e di aquiloni con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Egregi signori,

con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ..., a nome di ...,

fa richiesta di autorizzazione

per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell''nnalzamento di mongolfiere di carta e di palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).

Si sottolinea il fatto che tale iniziativa sara' rigorosamente nonviolenta, che non si offendera' nessuno, non si fara' del male a nessuno, si accetteranno tutte le conseguenze della propria condotta, accettando nonviolentemente quindi le decisioni ed i provvedimenti che le autorita' dovessero prendere nei confronti dei nonviolenti che partecipano all'iniziativa (compreso il fermo e l'arresto), ed a tal fine vi invio in allegato i seguenti documenti (che formano parte integrante di questa richiesta; documenti che vi pregherei di leggere con attenzione, ed in relazione a cui vi sarei grato di comunicarmi eventuali vostri pareri e commenti):

1. testo del nostro Appello all'azione diretta nonviolenta per bloccare i decolli dei bombardieri;

2. testo delle nostre Regole di condotta obbligatorie per partecipare all'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace (testo la cui accettazione incondizionata sara' da noi richiesta a tutte le persone che vorranno partecipare o assistere all'iniziativa nonviolenta stessa);

3. testo della nostra Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia.

In attesa di riscontro alla presente richiesta si comunica l'intendimento di realizzare comunque tale azione diretta nonviolenta a partire dalla data del ..., iniziativa finalizzata a cercar di salvare delle vite umane, a contrastare la guerra, ed a difendere il diritto internazionale e la legalita' costituzionale, in particolare gli articoli 11 e 78 della nostra legge fondamentale che il governo italiano ha sciaguratamente violato.

Restando in attesa di un vostro sollecito riscontro, al nostro recapito postale o piu' tempestivamente al nostro numero telefonico e fax ...,

e restando altresi' a disposizione per ogni opportuno chiarimento o comunicazione,

vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

Firma

luogo e data

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Lettera aperta al personale delle basi Nato

Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia in cui si enuncia il senso e il fine dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui cercheremo di impedire il decollo dei bombardieri che stanno provocando stragi in Jugoslavia, e si invita a far prevalere le ragioni dell'umanita' e della legalita'

Egregi signori,

con questa lettera aperta, nell'impossibilita' di farlo singolarmente, vi informiamo della nostra intenzione di realizzare un'azione diretta nonviolenta consistente nel tentativo di invadere con delle piccole mongolfiere lo spazio aereo sovrastante e circostante le basi da cui si levano in volo gli aerei impegnati nei bombardamenti che stanno massacrando le popolazioni della Jugoslavia; con tale tentativo cerchiamo di impedire che gli aerei assassini decollino, e quindi speriamo di riuscire a salvare delle vite umane, le vite di coloro che le bombe ed i missili scagliati dai bombardieri Nato stanno appunto sopprimendo.

Vi preghiamo pertanto di tener conto di questa nostra iniziativa e di rinunciare a far decollare i bombardieri.

Cercando di impedire i bombardamenti, con questa nostra iniziativa nonviolenta intendiamo anche:

1. fare appello alla vostra coscienza di esseri umani;

2. impedirvi di essere corresponsabili degli omicidi causati dai bombardamenti;

3. proporvi di rifiutare di partecipare ad una guerra assolutamente fuorilegge sia in relazione alle basi stesse del diritto internazionale, sia in relazione agli accordi e le norme dell'alleanza atlantica;

4. con particolar riferimento a quanti di voi sono cittadini italiani (e comunque tutti vi trovate in territorio italiano), vi richiamiamo altresi' al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che vi proibisce di prender parte a questa guerra che in base alla nostra Costituzione e' illegale (cfr. art. 11 Cost.).

Abbiamo voluto scrivervi questa lettera perche' vi sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di nuocere alle vostre persone, e che anzi la nostra iniziativa nonviolenta finalizzata ad impedire, se possibile, il decollo dei bombardieri e quindi le stragi, ha anche la funzione di aiutarvi a veder chiaro in questa terribile situazione e nella vostra stessa coscienza, di aiutarvi a far prevalere la vostra umanita', di pregarvi di non volervi macchiare di crimini efferati.

Un fraterno saluto di pace.

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Lettera aperta ai responsabili delle basi Nato

Al responsabile della base di ... da cui decollano i bombardieri stragisti

Egregio signore,

come le e' gia' noto, a partire dal pomeriggio del ... eseguiremo l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con le quali invaderemo lo spazio aereo circostante e sovrastante la base di ... posta sotto la sua responsabilita', per impedire cosi' il decollo dei bombardieri che portano devastazione e morte in Jugoslavia.

La preghiamo pertanto di soprassedere ai decolli dei bombardieri finche' lo spazio aereo sara' ingombrato dalle nostre mongolfiere di carta, dai nostri palloncini gonfiati ad elio, dai nostri aquiloni di carta.

A onor del vero la preghiamo anche, e qui le parliamo da esseri umani ad essere umano, di cessare definitivamente di far decollare i bombardieri che portano devastazione e morte su popolazioni innocenti, che non sono certo responsabili dei crimini dei loro governanti.

E la preghiamo anche di desistere dai bombardamenti, nella nostra qualita' di cittadini italiani, e lei e' ospite del nostro paese, quindi alle nostre leggi deve obbedienza: lei sa, o dovrebbe sapere, che la legge fondamentale dello Stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, proibisce all'Italia di avallare o partecipare ad una guerra come questa: illegale secondo la nostra Costituzione (art. 11), illegale secondo i principi del diritto internazionale, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite, illegale secondo lo stesso Statuto della Nato.

Come lei sa, sciaguratamente il nostro governo ha violato la nostra Costituzione, ma questo non rende inefficace la Costituzione della Repubblica Italiana, semplicemente rende fuorilegge il governo che l'ha violata.

Quindi, dal profondo del cuore la preghiamo: desista dal contribuire al protrarsi di stragi, desista da una guerra illegale e criminale. Ascolti la voce delle leggi scritte e delle leggi non scritte che illuminano la sua coscienza di essere umano.

Vorremmo infine che lei fosse certo che la nostra e' un'iniziativa rigorosamente nonviolenta: non nutriamo odio per nessun essere umano, non vogliamo far del male a nessun essere umano. Ci sta a cuore anche l'incolumita' sua e dei suoi uomini.

Un fraterno saluto di pace.

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"Ma abbiamo il dovere di farlo"

Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita' costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il dovere di farlo.

Sabato primo maggio [1999] ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a delinquere (art. 414 C. P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione) e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C. P., che prevede anch'esso da uno a cinque anni di reclusione).

Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle popolazioni della Jugoslavia.

Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad elio, aquiloni.

Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il governo ha sciaguratamente violato.

Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia azione legittima e giusta.

E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta' buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace.

 

3. RIFLESSIONE. ANNA BRAVO: UNA SIMILE INVOLUZIONE LINGUISTICA E CULTURALE

[Dal blog di Loredana Lipperini (http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/) riprendiamo la seguente lettera personale di Anna Bravo cosi' presentata dall'autrice del blog: "Venerdi', 11 febbraio 2011. Donne che scrivono, donne che leggono. Ricevo una bella mail da Anna Bravo, in relazione ai commenti sul post dove riportavo il suo intervento. Ve la pubblico". L'intervento citato e' quello apparso sul quotidiano "La Repubblica" l'8 febbraio 2011, gia' riportato in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 292.

Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008. Si veda anche l'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 353.

Loredana Lipperini e' giornalista e scrittrice; collabora da molti anni con le pagine culturali de "la Repubblica" e de "Il Venerdi' di Repubblica"; e' stata una delle voci storiche di Radio Tre; scrive programmi televisivi. Dal 2004 ha un blog. Tra le opere di Loredana Lipperini: Guida all'ascolto di Bach, Mursia, 1984; Don Giovanni, Editori Riuniti, 1987, Castelvecchi, 2006; Mozart in rock, Sansoni, 1990, il Saggiatore, 2006; Generazione Pokemon, Castelvecchi, 2000; La notte dei blogger, Einaudi, 2004; Ancora dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 2007. Su Loredana Lipperini e il suo libro Ancora dalla parte delle bambine cfr. anche il fascicolo monografico di "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 149]

 

Se sei d'accordo, vorrei rispondere su un solo punto, l'osservazione importante sul fatto che non cito nomi e cognomi.

Lo faccio per principio (a parte nei libri, quando bisogna). Perche' non amo le polemiche personali, ce n'e' gia' troppe. E soprattutto perche' mi sembra piu' utile parlare delle idee e dei comportamenti piuttosto che delle persone e della loro identita'. Ragionare in termini di identita' equivale a classificare gli individui, che invece sono molte cose diverse nello stesso tempo, e possono cambiare. Classificare i comportamenti, nella loro contradditorieta' e imprevedibilita', mi sembra piu' giusto, perche' e' un giudizio circoscritto e in qualche modo "provvisorio", e anche perche' non pretende di spiegare tutto, che sarebbe da matti.

Ti faccio un esempio che mi sta a cuore. Nell'Italia di questi anni, anziche' dire che qualcuno ha vinto o perso, si dice spesso che quel qualcuno e' un perdente (o un vincente). E' uno slittamento orribile dal giudizio sul comportamento al giudizio sull'identita'. Nel primo caso infatti si evoca un singolo episodio in un percorso di vita che puo' trasformarsi; nel secondo si tira in ballo un "tipo umano" immodificabile, direi predestinato - e si riduce il mondo alla contrapposizione bellicista tra forti e deboli, furbi e sprovveduti, capibranco e gregari, che secondo me e' razzista ( e, questa si', davvero berlusconiana). Non so se in altre lingue esista una simile involuzione linguistica e culturale. La mia ambizione maggiore e' essere nonviolenta, ma chi dice perdente e vincente mi tira via gli schiaffi dalle mani! Metaforici.

 

4. INIZIATIVE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": DAL CONVEGNO SCIENTIFICO SVOLTOSI IL 7 APRILE PRESSO L'UNIVERSITA' DI VITERBO UNA CONFERMA E UN APPELLO

[Riceviamo e diffondiamo.

Antonio Maria Lanzetti e' il presidente dell'Ordine dei medici di Viterbo.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]

 

Dal convegno scientifico su "La contaminazione idrica nel Lazio" promosso dall'Ordine dei medici e svoltosi presso l'aula magna dell'Universita' di Viterbo il 7 aprile 2011 sono emersi, decisivi, una conferma e un appello.

Fin dall'intervento di saluto del presidente dell'Ordine dei medici di Viterbo, il dottor Antonio Maria Lanzetti, e dalla fondamentale relazione introduttiva dalla dottoressa Antonella Litta, e poi lungo l'intero convegno, al quale hanno preso parte prestigiosi medici e scienziati, e' stato ribadito che la difesa di un ambiente salubre e' decisiva nell'impegno per il diritto alla salute della popolazione. Nel Lazio e nel viterbese vi sono situazioni assai gravi di contaminazione delle acque, che sono state illustrate ed interpretate con dovizia di dati scientifici.

Da tutte le relazioni e da tutti gli interventi e' venuta l'accorata richiesta a tutte le istituzioni variamente competenti a realizzare con la massima urgenza gli interventi assolutamente necessari per far cessare l'avvelenamento della popolazione.

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L'associazione "Respirare" esprime apprezzamento per l'iniziativa e si associa all'appello con particolar riferimento sia alla necessita' di dearsenificare immediatamente le acque diffuse nella rete idrica per consumo umano, sia alla necessita' di intervenire immediatamente per il risanamento dell'ecosistema lacustre del lago di Vico.

Con riferimento alla situazione del lago di Vico l'associazione "Respirare" sollecita ancora una volta l'intervento delle competenti magistrature in riferimento alla condotta insipiente ed irresponsabile di quei pubblici amministratori che con atteggiamenti a dir poco omertosi hanno contribuito all'avvelenamento dell'ecosistema e della popolazione.

Con riferimento alla questione dell'arsenico nelle acque l'associazione "Respirare" sollecita ancora una volta l'impegno di tutte le istituzioni competenti per ottenere la completa dearsenificazione dell'acqua da bere, ed in particolare per ottenere che in tutti i Comuni in cui l'acqua erogata nelle case supera la concentrazione di arsenico di 10 microgrammi per litro di acqua le amministrazioni comunali si impegnino immediatamente a: 1. emettere ordinanze di non potabilita', affinche' i cittadini non si avvelenino; 2. realizzare al piu' presto impianti di dearsenificazione che dearsenifichino alla fonte tutte le acque che giungono nelle case come potabili; e' possibile farlo con risultati adeguati, in tempi brevi e con costi contenuti; 3. durante la realizzazione dei dearsenificatori fornire acqua con autobotti all'intera popolazione, agli esercizi produttivi, ai servizi; 4. informare finalmente in modo onesto la popolazione: l'arsenico e' un veleno e l'obiettivo finale delle istituzioni deve essere fornire acqua del tutto priva di arsenico.

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L'associazione "Respirare"

Viterbo, 8 aprile 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

5. PROFILI. CRISTINA CARNELLI: LAURA LEPETIT

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Su Cristina Carnelli dalla medesima "Enciclopedia delle donne" riprendiamo questo vivace profilo: "Sin da piccola appassionata di libri e di arte, trova che il migliore modo di aprire la propria mente sia leggere, di tutto, ed essere eclettici: per questo dopo una laurea triennale in storia dell'arte all'Universita' degli studi di Milano si laurea in editoria, nella stessa universita', con una tesi sulla storia e l'attivita' della casa editrice La Tartaruga, fondata da Laura Lepetit. A parte la studentessa e la divoratrice di libri, per ora ha fatto ancora poco, se non inondare le amiche di aneddoti e consigli di lettura. Ma la buona volonta' c'e', e poco a poco costruira' un cammino che le stia a pennello"]

 

Laura Lepetit (Roma 1932 - vivente).

"Nella mia famiglia nessuno era editore. I miei sono originari di Trento e di Ferrara, mio padre era ingegnere. In casa mi ricordo che mia madre leggeva i libri della Medusa. Poi c'era il nonno, suo padre, che scriveva dei libri di favole". Laura Lepetit si trasferisce a Milano da adolescente e dopo il liceo si laurea in Lettere moderne all'Universita' Cattolica di Milano. A ventiquattro anni si sposa con un industriale, come lavoro fa qualche supplenza: "poche. Non era facile lavorare, ed essere moglie e madre nello stesso tempo", e con l'amica Anna Maria Gandini e' negli anni Sessanta una frequentatrice assidua della libreria Milano Libri, in via Verdi: "Quel libraio riusciva a comunicare il piacere del libro. Da lui c'era sempre un'atmosfera molto bella. Un anno dopo ci disse che la libreria andava male e che avrebbe dovuto cederla. Cosi' la prendemmo noi, io e Anna Maria. E' stato qualcosa di improvviso. Lei fino ad allora si era occupata di vini. Io ero stata mamma e moglie. Ma ci sembro' una cosa naturale. Mettemmo insieme un gruppo di amici e la acquistammo".

Il decennio 1965-1975 alla Milano Libri e' ricco di incontri e sorprese: "Un giorno arrivo' in libreria il marito di Anna Maria, Giovanni Gandini, dicendo che avrebbe voluto fare una rivista a fumetti con le strisce dei Peanuts. Cosi' e' nata 'Linus'. Quello che ci stupi' di piu' fu il successo immediato, stupefacente, senza che ci fosse nessuna strategia editoriale". Fra la gestione della libreria, la collaborazione a "Linus" e la propria vita famigliare, Laura Lepetit viaggera' molto: "Sono stata in America, ho conosciuto il femminismo, case editrici come Virago, fatte con testi di sole donne. Al mio ritorno ho incontrato Carla Lonzi, che per me rappresenta il femminismo italiano". Laura Lepetit si interessa cosi' al nascente femminismo italiano, partecipando alle riunioni di Rivolta femminile, il gruppo guidato da Carla Lonzi: "Quando conobbi il femminismo per la prima volta in vita mia ebbi la sensazione di venire a contatto con un'idea nuova, che mi riguardava".

Nel 1975, Laura Lepetit decide di fondare una casa editrice: "Avevo appena letto Le tre ghinee di Virginia Woolf e scoperto con stupore che nessuno lo aveva ancora tradotto. Lo faccio io, decisi. La Tartaruga e' nata cosi'". Nel 1975 nasce anche la Libreria delle donne di Milano, a cui Laura Lepetit e La Tartaruga sono molto legate. Laura Lepetit vuole pubblicare solo libri di donne, "una serie di libri che dimostrassero come la scrittura delle donne avesse un suo percorso, una sua importanza, un suo diramarsi in certi temi" perche' "anche la letteratura fa parte del pensiero delle donne. Questa era la tesi di fondo".

Per Laura Lepetit l'editoria e' un mestiere femminile: "per fabbricare un libro ci vogliono cure e pensieri come per un figlio, bisogna inventarlo, prepararlo, seguirlo fino a che esce di casa e poi trepidanti seguire i suoi successi o insuccessi: un lavoro perfetto per una donna". Attraverso questo lavoro Laura Lepetit costruisce e conserva un patrimonio di genere, attraverso quel mosaico di romanzi, scritti autobiografici e saggi che La Tartaruga pubblica: "tutti testi che, in qualche modo, corrispondono a un certo ideale letterario piu' che a schemi di contenuto o se l'autrice sia famosa o meno. Questo non faceva mai molta differenza; l'importante era che rispondesse a un canone che aveva degli elementi... sempre quelli poi: un po' di scoperta di che cos'era la donna, di scoperta dell'ambiente, dei condizionamenti piu' o meno forti, dei desideri di liberarsene. Insomma, quello che viene sommariamente definito la presa di coscienza della donna nel secolo scorso. Qualcosa in cui ci si potesse anche rispecchiare. Anche nei saggi... i problemi posti nel movimento femminista sono problemi che tutte le donne prima o poi si ritrovano ad affrontare, la conoscenza e la consapevolezza del se', del proprio ruolo". "L'incontro con le autrici e' un incontro d'amore" e Laura Lepetit con La Tartaruga pubblica duecentosettantasei libri incontrando centottantuno autrici: da Margaret Atwood a Ivy Compton-Burnett, Nadine Gordimer e Barbara Pym, fino a giungere a Virginia Woolf. Grandi nomi della letteratura mondiale a cui si uniscono testi riportati alla luce di autrici italiane quali Anna Banti, Paola Masino e Gianna Manzini, e la scoperta di esordienti come Francesca Duranti, Silvana Grasso e Silvana La Spina. Collane di letteratura "nera", di fantascienza e di saggistica (Laura Lepetit e' stata la prima a pubblicare i testi della comunita' filosofica Diotima di Luisa Muraro) negli anni completano il lavoro svolto da Laura Lepetit con La Tartaruga, grazie anche al supporto di amiche e socie come Anna Maria Gandini, Martina Vergani e la stilista Mariuccia Mandelli.

Con due figli, quattro nipoti e alcuni gatti domestici, una passione per il femminismo e per l'editoria, nel 1987 Laura Lepetit e' insignita del titolo di cavaliere del lavoro "per meriti morali e professionali"; seguiranno, nel 1989, il premio Creare e' donna e, nel 1995, in occasione del ventennale della casa editrice, il premio Editore Donna. Nel 1997, dovendo sottostare alle leggi di un mercato editoriale sempre piu' rigido e che da' poco spazio a iniziative coraggiose, Laura Lepetit vende marchio e catalogo alla Baldini & Castoldi. La Tartaruga retta da Laura Lepetit resta, nella storia dell'editoria italiana, una casa editrice di enorme importanza nella diffusione del pensiero e della letteratura femminile.

Fonti, risorse bibliografiche, siti: I. Donfrancesco, La Tartaruga, in Storia dell'editoria in Europa, Vol. II, Firenze, Shakespeare & Company 1994; L. Lepetit, La Tartaruga, in M. Fraire, R. Spagnoletti e M. Virdis, L'almanacco: luoghi, nomi, incontri, fatti, lavori in corso del movimento femminista italiano dal 1972, Roma, Edizioni delle donne 1978; A. Nadotti, Editrice La Tartaruga, in A. Ribero e F. Vigliani (a cura di), 100 titoli. Guida ragionata al femminismo degli anni '70, Ferrara, Luciana Tufani Editrice 1998. Siti: La Tartaruga (collana Baldini, Castoldi & Dalai); Donne, cultura e informazione (blog).

 

6. PROFILI. ANNAMARIA TAGLIAVINI: ROSI BRAIDOTTI

[Dal sito www.enciclopediadelledonne.it

Annamaria Tagliavini, laureata in Filosofia, dal 1994 dirige la Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna, femminista, da lungo tempo e' impegnata nel campo dell'informazione e della documentazione di genere. Fa parte dell'Associazione Orlando e di importanti organizzazioni femminili e femministe internazionali come Wine - Women Information Network Europe e Know How on the World of Women Information Conference Permanent Comittee.

Rosi Braidotti, nata in Italia, cresciuta in Australia, ha studiato a Parigi e oggi vive e insegna in Olanda, presso l'Universita' di Utrecht, dove e' docente di Women's Studies e dirige la Netherlands Research School of Women's Studies; e' coordinatrice di "Athena", il progetto di scambi e ricerche di Women's Studies nell'ambito del programma "Socrates" della Commissione dell'Unione Europea. Tra le opere di Rosi Braidotti in edizione italiana: (con Patrizia Magli e Nancy Huston), Le donne e i segni, Il Lavoro Editoriale, 1985, Transeuropa, 1988; Dissonanze. Le donne e la filosofia contemporanea, La Tartaruga, Milano 1994; Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernita', Donzelli, Roma 1995; Madri, mostri, macchine, Manifestolibri, Roma 1996, 2005; Per un femminismo nomade, Stampa Alternativa, Viterbo 1996; Nuovi soggetti nomadi. Transizioni e identita' postnazionaliste, Luca Sossella, 2002; In metamorfosi. Verso una teoria materialistica del divenire, Feltrinelli, Milano 2003; Trasposizioni. Sull'etica nomade, Luca Sossella Editore, Roma 2008]

 

Rosi Braidotti (Latisana (Udine) 1954 - vivente).

Rosi nasce nella bassa friulana. Ha un fratello e una sorella piu' piccoli e compie i primi anni di studi al liceo classico di Udine. Nel 1970 la sua famiglia decide di emigrare in Australia e Rosi lascia nonni, cugini e amici con grande dolore per affrontare un lungo viaggio in nave per non si sa dove. Non conosce una parola di inglese, comincia a studiarlo durante i quaranta giorni di traversata; dopo molti scali e avventure, arriva in un poco accogliente sobborgo per emigrati italiani di Melbourne dove cerchera' faticosamente di ambientarsi e ricucire un nuovo modo di vivere. Questo sradicamento procura un grande dolore nella adolescente Rosi, ma porra' i fruttuosi semi di una promettente carriera di "filosofa del nomadismo". Si laurea all'Universita' di Canberra nel 1977 conseguendo immediatamente due importanti riconoscimenti: la University Medal in Philosophy e l'University Tillyard Prize. Con una borsa di studio si trasferisce a Parigi per il dottorato in filosofia alla Sorbona, che ottiene nel 1981.

Parigi e' un crogiuolo di avvenimenti e occasioni e gli anni trascorsi li' sono cruciali per la sua formazione filosofica ed esistenziale: conosce infatti Foucault, Barthes, Simone de Beauvoir e Luce Irigary, ma soprattutto Gilles Deleuze con il quale dara' vita a un duraturo sodalizio teorico. A Parigi incontra anche il femminismo e la psicoanalisi che imprimeranno un'ulteriore svolta al suo pensiero.

Nel 1988, a soli 34 anni, ottiene la prestigiosa cattedra - la prima in Europa - di Women's Studies nell'antica e blasonata Universita' di Utrecht, in Olanda, mentre nel 1995 fonda e dirige la Netherland Research School of Women's Studies, incarico che manterra' fino al 2005. In questo volgere di anni Rosi si puo' considerare una delle fondatrici degli studi di genere in Europa, l'iniziatrice di network europei come Athena e Noise e una delle teoriche femministe piu' significative. Fondamentali, in questo senso, le sue opere: Patterns of Dissonance, Nomadic Subjects: Embodiment and Sexual Difference in Contemporary Feminist Theory, Metamorphoses: Towards a Materialist Theory of Becoming, Transpositions: On Nomadic Ethics.

Nel 2005 diviene Distinguished Professor in the Humanities e direttore del nuovo Centre for the Humanities dell'Universita' di Utrecht.

L'8 marzo 1998 grazie ad una nuova legge del governo olandese ha potuto sposare la sua compagna di vita Anneke Smelik, docente di Visual Art all'Universita' di Nijmegen, con una cerimonia toccante, seguita da una bellissima festa con famiglie e amici arrivati da ogni angolo del mondo.

Rosi e' cittadina italiana e australiana ma risiede stabilmente in Olanda; figura fondamentale nella scena culturale europea e internazionale a cavallo dei due secoli, e' una pensatrice originale ed eccentrica nell'ambito della filosofia femminista, dell'epistemologia, del post-strutturalismo e della psicoanalisi, ed ha saputo coniugare un grande rigore di studio con una intensa generosita' nelle relazioni d'amicizia e d'amore.

Bibliografia: Rosi Braidotti, Patterns of Dissonance, Cambridge, Polity Press 1991 (trad. it. Dissonanze. Le donne e la filosofia contemporanea. Verso una lettura filosofica delle idee femministe, Milano, La Tartaruga 1994); Rosi Braidotti, Nomadic Subjects: Embodiment and Sexual Difference in Contemporary Feminist Theory, Cambridge, Columbia University Press 1994 (trad. it. Nuovi soggetti nomadi. Transizioni e identita' postnazionaliste, Roma, Luca Sossella Editore 2002); Rosi Braidotti, Metamorphoses: Towards a Materialist Theory of Becoming, Cambridge, Polity Press 2002 (trad. it. In metamorfosi: Verso una teoria materialistica del divenire, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore 2003); Rosi Braidotti, Baby Boomers: Vite parallele dagli anni Cinquanta ai cinquant'anni, Firenze, Giunti 2003; Rosi Braidotti Madri, mostri e macchine, Roma, Manifestolibri 2005; Rosi Braidotti, Transpositions: On Nomadic Ethics, Cambridge, Polity Press 2006 (trad. it. Trasposizioni. Sull'etica nomade, Roma, Luca Sossella Editore 2008); Rosi Braidotti La philosophie... la' ou' on ne l'attend pas, Parigi, Larousse 2009.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 319 del 9 aprile 2011

 

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