Telegrammi. 500



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 500 del 20 marzo 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Contro la guerra, salvare le vite

2. Associazione "Respirare": Una ragionevole proposta

3. Arsenico: basta con i rinvii e le menzogne. Quattro cose da fare subito

4. Andrea Galli intervista Agnes Heller (2010)

5. Francesca Lancini intervista Agnes Heller (2010)

6. Un estratto da "Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009" a cura di Clara Jourdan

7. Laura Tussi presenta "Il cammino della saggezza" di Lev Tolstoj

8. Per sostenere il Movimento Nonviolento

9. "Azione nonviolenta"

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CONTRO LA GUERRA, SALVARE LE VITE

 

Poiche' la guerra sempre consiste dell'uccisione di esseri umani, gli esseri umani senzienti e ragionevoli sempre contro la guerra devono porsi.

Poiche' gli eserciti e le armi servono a uccidere, sempre contro gli eserciti e le armi occorre porsi.

*

Occorre ripudiare la guerra, come recita la Costituzione della Repubblica Italiana.

Occorre smilitarizzare e disarmare i conflitti.

Occorre opporsi alle dittature senza diventare uguali ad esse nei fini o nei mezzi (ed i mezzi pregiudicano gia' i fini).

Occorre accogliere ed assistere tutti i profughi e i migranti.

Occorre recare aiuti umanitari a tutti i bisognosi e gli oppressi, poiche' vi e' una sola umanita'.

Occorre sostenere tutte le iniziative nonviolente per l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ed in particolare occorre sostenere i movimenti delle donne.

Occorre opporsi sempre a tutte le uccisioni.

*

No alla guerra nel Mediterraneo.

No alla guerra in Afghanistan.

No al razzismo.

No alle dittature.

Pace, disarmo, giustizia, solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": UNA RAGIONEVOLE PROPOSTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Che il governo italiano receda immediatamente dall'intenzione di realizzare nuove centrali nucleari.

E' ormai a tutti evidente che la realizzazione di nuove centrali nucleari e' un crimine ed una follia.

E' ormai a tutti evidente che cio' che occorre urgentemente fare e' smantellare sia le centrali nucleari sia le armi atomiche tragicamente gia' esistenti nel mondo.

E' ormai a tutti evidente che l'energia che all'umanita' occorre deve essere pulita, prodotta valorizzando fonti rinnovabili con tecnologie sicure.

Che il governo italiano receda immediatamente dall'intenzione di realizzare nuove centrali nucleari.

*

E ragionevolezza vorrebbe altresi' che il governo recedesse anche dall'altrettanto folle e criminale intento di privatizzare i servizi idrici: l'acqua, e' a tutti evidente, e' un bene comune dell'umanita' intera, e l'acceso all'acqua potabile e' un diritto umano fondamentale.

*

Vi e' una sola umanita'.

Vi e' un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Receda il governo italiano dall'attentare ai diritti umani dell'umanita' intera.

*

Ma se questa ragionevole proposta non venisse accolta, ebbene, sia allora il popolo italiano con i prossimi referendum a prendersi cura del bene comune, a difendere con la forza della democrazia, con la forza della legalita', il diritto alla vita, a una vita degna, dell'umanita' presente e delle generazioni future.

*

L'Associazione "Respirare"

Viterbo, 19 marzo 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

3. RIFLESSIONE. ARSENICO: BASTA CON I RINVII E LE MENZOGNE. QUATTRO COSE DA FARE SUBITO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Pubblici amministratori irresponsabili e incapaci continuano a  costringere gran parte della popolazione della provincia di Viterbo ad avvelenarsi ogni volta che si fa uso potabile, o nella preparazione dei cibi, dell'acqua erogata nelle loro case.

Pubblici amministratori irresponsabili e incapaci continuano a rinviare gli interventi necessari ed urgenti.

Pubblici amministratori irresponsabili e incapaci continuano a ingannare i cittadini.

Pubblici amministratori irresponsabili e incapaci continuano a violare la legge e a danneggiare la salute di tutti.

Commettendo plurimi reati previsti e puniti dal codice penale.

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Ripetiamole dunque ancora una volta le quattro cose da fare subito.

In tutti i Comuni in cui l'acqua erogata nelle case supera la concentrazione di arsenico di 10 microgrammi per litro di acqua (ovvero supera il limite massimo consentito dalla legge in vigore), le amministrazioni comunali procedano ai seguenti necessari ed improcrastinabili interventi:

1. emettere ordinanze di non potabilita', affinche' i cittadini non si avvelenino;

2. realizzare al piu' presto impianti di dearsenificazione che dearsenifichino alla fonte tutte le acque che giungono nelle case come potabili; e' possibile farlo con risultati adeguati, in tempi brevi e con costi contenuti;

3. durante la realizzazione dei dearsenificatori fornire acqua con autobotti all'intera popolazione, agli esercizi produttivi, ai servizi;

4. informare finalmente in modo onesto la popolazione: l'arsenico e' un veleno; la legge e' tassativa nel vietare l'erogazione di acqua con presenza di arsenico superiore a 10 microgrammi per litro; e l'obiettivo finale delle istituzioni deve essere fornire acqua del tutto priva di arsenico.

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Cessino i rinvii e le menzogne.

Cessi l'avvelenamento della popolazione.

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Le persone partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo

Viterbo, 19 marzo 2011

 

4. MAESTRE. ANDREA GALLI INTERVISTA AGNES HELLER (2010)

[Dal quotidiano "Avvenire" del 3 settembre 2010 riprendiamo la seguente intervista di Andrea Galli ad Agnes Heller dal titolo "Agnes Heller, la bonta' come bellezza".

Andrea Galli e' giornalista, collaboratore del quotidiano "Avvenire".

Agnes Heller, illustre filosofa ungherese, nata a Budapest nel 1929, sopravvissuta alla Shoah, allieva e collaboratrice di Lukacs, allontanata dall'Ungheria, ha poi insegnato in Australia e in America. In Italia e' particolarmente nota per la "teoria dei bisogni" su cui si ebbe nel nostro paese un notevole dibattito anche con riferimento ai movimenti degli anni '70. Su posizioni democratiche radicali, e' una interlocutrice preziosa anche laddove non se ne condividessero alcuni impianti ed esiti teorici. Dal sito della New school for social research di New York (www.newschool.edu) presso cui attualmente insegna traduciamo questa breve notizia biografica essenziale aggiornata al 2000: "Nata nel 1929 a Budapest. Sopravvissuta alla Shoah, in cui ha perso la maggior parte dei suoi familiari morti in diversi campi di concentramento. Allieva di Gyorgy Lukacs dal 1947 e successivamente professoressa associata nel suo dipartimento. Prima curatrice della 'Rivista ungherese di filosofia' nel dopoguerra (1955-'56). Destituita dai suoi incarichi accademici insieme con Lukacs per motivi politici dopo la rivoluzione ungherese. Trascorse molti anni ad insegnare in scuole secondarie e le fu proibita ogni pubblicazione. Nel 1968 protesto' contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, e subi' una nuova persecuzione politica e poliziesca. Nel 1973, sulla base di un provvedimento ad personam delle autorita' del partito, perse di nuovo tutti gli incarichi accademici. 'Disoccupata per motivi politici', tra il 1973 e il 1977 lavoro' come traduttrice. Nel 1977 emigro' in Australia. A partire dall'enorme cambiamento del 1989, attualmente trascorre parte dell'anno nella nativa Ungheria dove e' stata designata membro dell'Accademia ungherese delle scienze. Nel 1995 le sono stati conferiti il 'Szechenyi National Prize' in Ungheria e l''Hannah Arendt Prize' a Brema; ha ricevuto la laurea ad honorem dalla 'La Trobe University' di Melbourne nel 1996 e dall'Universita di Buenos Aires nel 1997". Da una scheda apparsa sul quotidiano "Il manifesto" nel 2008 riportiamo i seguenti dati: "Nata a Budapest nel 1929, espulsa una prima volta dal Partito comunista ungherese nel 1949, allieva e poi collaboratrice di Lukacs, dopo il '56 Agnes Heller venne destituita dai suoi incarichi accademici. Tra i principali animatori del gruppo che si raccolse attorno al filosofo ungherese negli ultimi anni della sua vita, dal 1963 al 1973 ha lavorato come ricercatrice presso l'Istituto di Sociologia della capitale ungherese. Nel 1973, colpevole di 'negare la qualita' rivoluzionaria vera e propria delle rivoluzioni socialiste', Agnes Heller perse di nuovo il lavoro e quattro anni dopo decise di trasferirsi in Australia, insegnando sociologia a Melbourne. Nel 1986 arrivo' a New York e oggi ricopre la cattedra intitolata a Hannah Arendt alla New School for Social Research. Dal 1989 insegna sia a New York che a Budapest. Tra i suoi numerosi libri, tradotti in molte lingue: Per una teoria marxista del valore (Editori Riuniti 1974), La Teoria dei bisogni in Marx (Feltrinelli 1974), Sociologia della vita quotidiana (Editori Riuniti 1975), L'uomo del Rinascimento (La Nuova Italia 1977), La filosofia radicale (Il saggiatore 1979). Le sue ultime opere sono dedicate all'estetica: The Concept of the Beautiful (1999); The Time is Out of Joint: Shakespeare as Philosopher of History (2000); Immortal Comedy: The Comic Phenomenon in Art, Literature, and Life (2005)". Dalla Wikipedia riportiamo la seguente bibliografia minima: "L'uomo del rinascimento (1963); Sociologia della vita quotidiana (1970); La teoria marxista della rivoluzione e la rivoluzione della vita quotidiana (1972); La teoria dei bisogni in Marx (1973); Struttura familiare e comunismo (1973); Per una teoria marxista del valore (1974); Il futuro dei rapporti tra i sessi (1974); Movimento radicale e utopia radicale (1974); L'irriducibile antagonismo dei bisogni (1977); Istinto e aggressivita'. Introduzione a un'antropologia sociale marxista (1978); Teoria dei sentimenti (1978); Le forme dell'uguaglianza (1978); L'ideale del lavoro dal punto di vista della vita quotidiana (1978); Morale e rivoluzione (1979); La filosofia radicale (1979); Il simposio di San Silvestro. Il principio d'amore (1981); Teoria della storia (1982); Il potere della vergogna (1983); Le condizioni della morale. La questione fondamentale della filosofia morale (1985); La condizione politica postmoderna (1988); Etica generale (1994); Filosofia morale (1997); Una teoria della modernita' (1999); La bellezza della persona buona (2009)". Piu in dettaglio tra le opere di Agnes Heller, nella sua vastissima ed articolata produzione, segnaliamo almeno: Per una teoria marxista del valore, Editori Riuniti, Roma 1974; La teoria dei bisogni in Marx, Feltrinelli, Milano 1974, 1978; Sociologia della vita quotidiana, Editori Riuniti, Roma 1975; L'uomo del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1977; La teoria, la prassi e i bisogni, Savelli, Roma 1978; Istinto e aggressivita'. Introduzione a un'antropologia sociale marxista, Feltrinelli, Milano 1978; (con Ferenc Feher), Le forme dell'uguaglianza, Edizioni aut aut, Milano 1978; Morale e rivoluzione, Savelli, Roma 1979; La filosofia radicale, il Saggiatore, Milano 1979; Per cambiare la vita, Editori Riuniti, Roma 1980; Teoria dei sentimenti, Editori Riuniti, Roma 1980, 1981; Teoria della storia, Editori Riuniti, Roma 1982; (con F. Feher, G. Markus), La dittatura sui bisogni. Analisi socio-politica della realta' est-europea, SugarCo, Milano 1982; (con Ferenc Feher), Ungheria 1956, Sugarco, Milano 1983; Il potere della vergogna. Saggi sulla razionalita', Editori Riuniti, Roma 1985; Le condizioni della morale, Editori Riuniti, Roma, 1985; (con Ferenc Feher), Apocalisse atomica. Il movimento antinucleare e il destino dell'Occidente, Milano 1985; Oltre la giustizia, Il Mulino, Bologna, 1990; (con Ferenc Feher), La condizione politica postmoderna, Marietti, Genova 1992; Etica generale, Il Mulino, Bologna 1994; Filosofia morale, Il Mulino, Bologna, 1997; Dove siamo a casa. Pisan Lectures 1993-1998, Angeli, Milano 1999. Tra le opere su Agnes Heller: Nino Molinu, Heller e Lukacs. Amicus Plato sed magis amica veritas: topica della moderna utopia, Montagnoli, Roma 1984; Giampiero Stabile, Soggetti e bisogni. Saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni, La Nuova Italia, Firenze 1979; la rivista filosofica italiana "aut aut" ha spesso ospitato e discusso la riflessione della Heller; cfr. in particolare gli studi di Laura Boella. Un'ampia bibliografia essenziale sulla riflessione politica di Agnes Heller, curata da Brenda Biagiotti, e' in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 58]

 

A 82 anni, Agnes Heller, oltre a essere un nome della filosofia contemporanea, e' anche una testimone del '900. Nata nel 1929 in Ungheria, ebrea scampata alla persecuzione antisemita durante la guerra, allieva e amica di Gyorgy Lukacs, poi voce del dissenso rispetto al sistema sovietico, allontanata dall'insegnamento, quindi esule all'estero insieme al marito, il filosofo Ferenc Feher, prima in Australia poi in America. La Heller arriva in Italia - Paese a cui e' legata fin dagli inizi della sua produzione, dal suo L'uomo del Rinascimento - per partecipare al Festival della Letteratura di Mantova, sabato 11 settembre. Dove interverra' su un tema a cui e' dedicata una sua raccolta di saggi pubblicata l'anno scorso dall'editrice Diabasis: La bellezza della persona buona.

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- Andrea Galli: Professoressa Heller, lei ha ricordato spesso, rifacendosi a Kierkegaard, il bisogno di compiere "una scelta esistenziale", una "scelta delle scelte tra il bene e il male". Aggiungendo pero' che si tratta di una scelta "storica", non "ontologica". Eppure ha dedicato molto pagine al carattere trans-culturale del bene... come si concilia tutto cio'?

- Agnes Heller: Il punto di partenza della mia ricostruzione etica e' stato di tipo empirico. Ho semplicemente cercato di raccogliere e mettere in evidenza il comune messaggio nelle riflessioni etiche in filosofia, da Kierkegaard via Nietzsche fino a Foucault, e in letteratura da Ibsen a Proust a Beckett. Tutti costoro hanno presentato l'etica soprattutto come una scelta di se stessi e come il rimanere fedeli a questa opzione originaria, per diventare la persone che si e' scelto di essere. "Diventare cio' che sono" ha detto Nietzsche. "Il mio supremo dovere e' il dovere nei confronti di me stesso" dice la Nora di Ibsen in Casa di bambola. E' attraverso una scelta esistenziale che una persona puo' acquisire e diventare una personalita', intendendo questa come il suo destino. Nelle societa' tradizionali, dove i sistemi normativi erano relativamente fissi, non c'era bisogna di una simile scelta esistenziale. Ed e' per questo che l'ho definita un elemento "storico".

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- Andrea Galli: Scegliere di subire l'ingiustizia, se necessario, piuttosto che commetterla. Lei si rifa' alla posizione di Socrate/Platone per definire l'idea di giustizia/bonta'. Se la bonta' comporta un tale svantaggio nella competizione della vita, da dove nasce secondo lei la sua attrattiva eterna?

- Agnes Heller: Per riallacciarci a quanto dicevamo, lo scegliere noi stessi e il diventare cio' che siamo implica la pratica di certe virtu'. Ma non include di per se' relazioni morali con gli altri. La scelta morale riguarda innanzitutto la scelta di noi stessi come persone buone. In tal modo diventiamo coloro che abbiamo scelto di essere e in tal senso siamo "buoni". Ma come posso riconoscere cio' che e' buono? E' qui che faccio riferimento alle parole di Socrate per cui e' meglio soffrire l'ingiustizia che commetterla. Tuttavia non dico che questa frase sia vera. Anche il suo opposto potrebbe essere dimostrato tale. Nella mia visione, il detto di Socrate e' semplicemente la definizione di una persona buona. Buona e' la persona per cui il detto di Socrate e' vero e che agisce conformemente ad esso. Che il bene abbia un'attrattiva imperitura, che sia trans-culturale e' una benedizione, ma che non richiama ne' implica una spiegazione filosofica.

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- Andrea Galli: Sempre sulla "scelta esistenziale". Quali sono le conseguenze morali per chi invece non la compie e preferisce una vita declinata giorno per giorno, mediando di volta in volta tra bonta' e profitto?

- Agnes Heller: Quelli che rifiutano questa scelta semplicemente lasciano che gli altri scelgano per loro. La differenza e' tra autonomia ed eteronomia.

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- Andrea Galli: Nel suo saggio "La bellezza della moralita'" lei collega la bellezza del bene alla sua visibilita'. Che bellezza attribuisce allora a quel bene ordinario e invisibile, che probabilmente non vedra' mai la luce?

- Agnes Heller: Si', non c'e' dubbio che la bonta' sia spesso veramente invisibile. Col che intendo una invisibilita' pubblica. Per questa bonta' non ci sono persone a cui e' stata dedicata una statua. Ma come dice Kant la bonta' risplende come un gioiello ed e' vista persino nell'oscurita'. Le persone buone sono persone belle. Tutti noi lo sappiamo per esperienza e lo hanno sempre saputo gli artisti, i pittori: la bellezza risplende sul volto della persona buona. Quello che intendevo dire e' pero' che gli atti che hanno un tale contenuto morale e restano nel nascondimento, difficilmente possono essere descritti in termini di bellezza. Tali atti possono essere di suprema bonta', ma se nessuno sa di essi, se non sono contemplati, non possono essere chiamati belli. Ovviamente, se simili azioni buone clandestine sono descritte per esempio in un romanzo da un narratore onnisciente, il lettore le vede, le conosce, puo' trarre piacere da esse e puo' giudicarle belle. Solo, la bellezza presuppone un certo tipo di visibilita' o di conoscenza.

 

5. MAESTRE. FRANCESCA LANCINI INTERVISTA AGNES HELLER (2010)

[Dal sito www.eastonline.it riprendiamo la seguente intervista del settembre 2010 di Francesca Lancini ad Agnes Heller dal titolo "Agnes Heller: contro il populismo".

Francesca  Lancini, giornalista free-lance e documentarista, collabora con varie testate tra cui "East" e "Le monde diplomatique"]

 

Dal fondamentalismo moderno, dice la pensatrice ungherese, ci possono salvare il credo repubblicano, il senso civico, la consapevolezza di cosa vuol dire essere cittadini. La democrazia deve essere difesa e insegnata ogni giorno, perche' non e' naturale dal punto di vista politico. Il suo edificio non ha fondamenta. E' una scelta che richiede responsabilita': dobbiamo sottoscrivere la frase "tutti gli uomini sono nati liberi" ancora e ancora.

A 81 anni Agnes Heller e' una delle piu' grandi testimoni del nostro tempo. Dopo essersi salvata dalla persecuzione antisemita, la filosofia per lei e' diventata un'urgenza. Il bisogno di trovare una risposta ai fatti piu' tragici del XX secolo l'ha portata a diventare allieva di Gyorgy Lukacs ed esponente della Scuola marxista di Budapest. Da sopravvissuta all'Olocausto sentiva che doveva pagare il suo "debito" verso chi non c'era piu', come suo padre, morto ad Auschwitz. Poi, a causa dell'opposizione al regime comunista ungherese, e' arrivato l'esilio, un'occasione, suo malgrado, per esplorare l'Occidente: a New York ha ricoperto la cattedra che fu di Hannah Arendt. Al Festivaletteratura di Mantova la Heller ha rivelato a "East" - in un'intervista esclusiva - un nuovo aspetto del suo pensiero. Partendo dall'assunto che le persone buone esistono - come scrive nel suo ultimo libro La bellezza della persona buona, edito da Diabasis - si e' interrogata sui rischi del presente. "Perche' oggi abbiamo paura della liberta'? Il fondamentalismo sta davvero crescendo? C'e' il pericolo di un nuovo Olocausto?". Ecco le sue risposte.

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- Francesca Lancini: Crisi economica nel Nord del mondo, migrazioni disperate dal Sud e divario crescente fra ricchi e poveri. Come definirebbe la nostra contemporaneita'?

- Agnes Heller: Il conflitto fra Oriente e Occidente non e' piu' uno scontro economico. La Cina possiede la piu' grande quantita' di dollari e l'India sta crescendo in modo estremamente veloce. L'economia non e' la principale causa delle differenze. Certamente l'immensa poverta' dell'Africa e' la piu' grande vergogna del pianeta, ma non e' il tema principale della divisione contemporanea. Oggi assistiamo non tanto a una guerra di culture, ma quasi fra religioni. I movimenti islamisti sono sempre piu' antisemiti e anticristiani, e il Corano stava per essere bruciato negli Stati Uniti su invito di un pastore folle. Si tratta di un nuovo fenomeno. La vera divisione e' causata da totalitarismo e fondamentalismo.

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- Francesca Lancini: Quest'ultimo come si manifesta?

- Agnes Heller: Non e' necessariamente legato alla religione. Ci sono gruppi radicali di destra che non hanno alcun credo religioso o movimenti latinoamericani di sinistra estremisti, ma atei. Di sicuro, pero', l'estremismo e' presente in tutte le religioni ed e' una risposta a un mondo senza fondamenta che teme la liberta'.

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- Francesca Lancini: Ovvero?

- Agnes Heller: Prima dell'Illuminismo si pensava di vivere in un mondo creato da Dio dove i regnanti erano suoi rappresentanti sulla terra. Con l'inizio dell'era moderna, invece, e' emerso un nuovo tipo di discorso dove ogni cosa puo' essere spiegata con la ragione. Il problema e' che fondamenta rigide della civilta' non possono mai essere trovate razionalmente. Un mondo senza fondamenta e' un luogo senza certezze. L'aspetto positivo e' che sei piu' libero, ma al tempo stesso hai paura della liberta'. Ti senti fragile sulle tue gambe perche' liberta' significa responsabilita' e spesso non riesci a reggerne il peso. In questo contesto nascono i dittatori populisti, di solito uomini comuni che si sono fatti da soli.

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- Francesca Lancini: La destra e' quasi ovunque al potere in Europa. Si puo' parlare di crisi della sinistra e dei suoi ideali marxisti?

- Agnes Heller: Dopo la seconda guerra mondiale i valori marxisti non sono stati piu' rilevanti. I partiti di sinistra sono diventati per lo piu' socialdemocratici. Poi, e' vero, hanno perso. Non hanno piu' prodotto idee nuove. Dopo gli anni Sessanta, in cui si sono raggiunti grandi traguardi nell'emancipazione, il processo di civilizzazione si e' esaurito. La sinistra attuale non vede i problemi e per questo non puo' trovare soluzioni. Si consideri per esempio l'integrazione: in Usa e' eccellente, mentre in Europa e' pessima. Per combattere il razzismo non bisogna nasconderlo sotto il tappeto, ma guardarlo negli occhi.

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- Francesca Lancini: In Europa ci sono nuovi movimenti e partiti di estrema destra, come il Jobbik ungherese accusato di essere antisemita, antirom e omofobico. Come spiega la sua ascesa?

- Agnes Heller: Il Jobbik vuole introdurre in Ungheria delle leggi razziali. Rappresenta una minoranza, ma ha tanti seggi in parlamento da influenzare la politica nazionale. Questo successo e' legato al bisogno di populismo. La gente vuole uomini forti che dicano cosa fare e come vivere. Li sceglie perche' pensa di raggiungere ricchezza e benessere. Sposa il loro nazionalismo e trova in questo un nuovo fondamento.

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- Francesca Lancini: La cultura, celebrata al Festivaletteratura, puo' essere un antidoto efficace contro totalitarismo e razzismo?

- Agnes Heller: Dipende da cosa si intende per cultura. Secondo gli antropologi ognuno ha una cultura, ogni tribu', ogni movimento, i nazisti stessi. Molti rappresentanti della cultura alta europea hanno sostenuto Hitler, Mussolini, Stalin, Franco.

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- Francesca Lancini: Allora cosa ci puo' salvare?

- Agnes Heller: Il credo repubblicano, il senso civico, la consapevolezza di cosa vuol dire essere cittadini. La democrazia deve essere difesa e insegnata ogni giorno, perche' non e' naturale dal punto di vista politico. Il suo edificio non ha fondamenta. E' una scelta che richiede responsabilita': dobbiamo sottoscrivere la frase "tutti gli uomini sono nati liberi" ancora e ancora.

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- Francesca Lancini: Ma dobbiamo temere un nuovo Olocausto?

- Agnes Heller: Ogni cosa che e' gia' stata sperimentata puo' accadere di nuovo, perche' puo' diventare un modello per il futuro. Ogni cosa e' possibile specialmente in epoca moderna, dove il totalitarismo costituisce un punto di riferimento per una formazione politica. Il razzismo e' uno dei pilastri del totalitarismo e non si puo' sperare che quest'ultimo sia sparito per sempre in Europa. Puo' tornare con un massacro di massa, anche se l'Olocausto deve essere considerato un evento unico e legato a un contesto storico preciso.

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- Francesca Lancini: Dove ha trovato la forza per resistere alla persecuzione nazista e successivamente a quella del regime comunista?

- Agnes Heller: Sotto il nazismo ho avuto fortuna, ma la mia esperienza di ebrea perseguitata mi ha aiutato a solidarizzare con coloro che erano minacciati durante il comunismo. In seguito all'Olocausto ho fatto un patto con la giustizia che mi ha permesso di oppormi al regime.

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- Francesca Lancini: L'11 settembre 2001 si trovava a New York. Come ha vissuto quel giorno?

- Agnes Heller: Ho provato uno shock terribile perche' mio figlio era molto vicino alle Torri gemelle. Quando e' rientrato mi sono concentrata sulla capacita' delle persone di organizzarsi in modo volontario e in cosi' breve tempo. Non era solo solidarieta', perche' questa la si vede in tutte le catastrofi, ma anche incredibile autonomia di gestione. La gente si e' rimboccata le maniche: ha creato un punto di incontro, ha fatto delle collette per chi era in difficolta', ha aperto un centro di assistenza.

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- Francesca Lancini: Questa energia sembra mancare ai giovani europei. Sono cosi' oppressi dal senso di precarieta' da non riuscire a ribellarsi. Siamo diventati un continente senza speranza?

- Agnes Heller: L'Europa, e ne e' un esempio Mantova dove ora ci troviamo, e' un meraviglioso museo, ma bisogna vedere quanto sia collegata col presente. Mi preoccupa lo scetticismo degli europei. Non credono in niente e desiderano solo migliorare le loro vite. Ma soprattutto non credono nella liberta'. Stanno diventando sempre piu' indifferenti. Spero che l'Europa abbia un futuro, ma mi chiedo di che tipo.

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- Francesca Lancini: Come si puo' superare questo limbo?

- Agnes Heller: Pagando un prezzo. In passato le cose sono state cambiate con le guerre civili, ma gli europei non sono pronti a pagare alcun prezzo.

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- Francesca Lancini: Unione Europea, Europa dell'Est, Europa dell'Ovest, ma che cos'e' veramente l'Europa oggi?

- Agnes Heller: Non mi interessano queste definizioni. All'Europa appartengono diverse identita'. Si definisce cristiana e non pagana, liberale e non dottrinaria, amante della liberta' e non totalitaria, illuminata e non colonialista...

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- Francesca Lancini: Ha detto che cultura e filosofia ci sono solo grazie alla condivisione. Qual e' oggi la situazione in Ungheria e negli altri Paesi ex comunisti?

- Agnes Heller: I Paesi comunisti erano i piu' individualisti. Le persone vivevano nel timore. Non avevano fiducia negli altri e non potevano dire cosa pensavano. Ogni comportamento era automatizzato anche quando si trattava di partecipare ai raduni. Il cambiamento e' arrivato con l'opposizione democratica che progressivamente ha fatto crescere la solidarieta', un senso di comunita' e la condivisione.

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- Francesca Lancini: Un'altra virtu', la bonta', e' oggetto delle sue ultime riflessioni. Chi sono oggi le persone buone?

- Agnes Heller: Quelle che si scelgono come tali. Sono d'accordo con la definizione data da Socrate: "E' buono chi preferisce subire un'ingiustizia piuttosto che commetterla". Certo, nessuno e' perfetto, ma l'importante e' essere consapevoli di quanto si e' distanti dalla bonta'. Sono buone le persone perbene.

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- Francesca Lancini: Come immagina una societa' migliore?

- Agnes Heller: L'eguaglianza di per se' e' un nonsense se non si specifica in cosa si deve essere uguali. Io ho lottato per l'uguaglianza nei diritti, intesi come emancipazione degli ebrei, degli operai e delle donne. E' assurdo, pero', parlare di uguale reddito. Ciò che ognuno deve avere e' un sostentamento per la casa, il cibo e l'educazione dei figli. La poverta' e' una categoria relativa. Dipende dalla struttura dei bisogni. C'e' chi si ritiene povero perche' non puo' comprare il cellulare al figlio. E' giusto quindi il necessario, cioe' che ognuno abbia una vita non straordinaria, ma dignitosa.

 

6. MATERIALI. UN ESTRATTO DA "LUISA MURARO. BIBLIOGRAFIA DEGLI ANNI 1963-2009" A CURA DI CLARA JOURDAN

[Dall'ampio utilissimo saggio Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009, a cura di Clara Jourdan, con la collaborazione di Franca Cleis, edito dalla Libreria delle donne di Milano, stampato in proprio nel marzo 2010 (e disponibile nella versione integrale facendone richiesta all'indirizzo di posta elettronica: info at libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente estratto concernente unicamente i libri scritti individualmente dall'autrice (ma il prezioso testo curato dalla Jourdan contiene anche le schede di tutti i libri collettivi e contributi a libri collettanei, atti di convegni; introduzioni e postfazioni; testi brevi, articoli, recensioni, lettere (in quotidiani e riviste); pubblicazioni solo in internet; interviste; traduzioni; un catalogo delle registrazioni audio e video; un catalogo dei manoscritti e dattiloscritti di lezioni, conferenze e altri testi inediti).

Clara Jourdan, prestigiosa intellettuale femminista, e' particolarmente impegnata nelle esperienze  della Libreria delle donne di Milano e della rivista "Via Dogana".

Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici femministe, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica aggiornata "Luisa Muraro, profonda conoscitrice del femminismo delle origini, e' tra le fondatrici della Libreria delle Donne di Milano (1975) e nel 1984 della Comunita' filosofica Diotima. Ha lavorato al concetto della differenza, favorendone la divulgazione e contribuendo a renderlo imprescindibile anche nel dibattito politico e filosofico italiano. Autrice di molte monografie, ha pubblicato numerosi saggi e articoli, ospitati in riviste accademiche, ma anche in quotidiani e riviste indirizzate al grande pubblico. Tra le sue pubblicazioni: La signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Milano, Feltrinelli, 1976; Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Milano, Feltrinelli, 1981; L'ordine simbolico della madre, Roma, Editori Riuniti, 1991; Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D'Auria, 1995; Le amiche di Dio, Napoli, D'Auria, 2001; Il Dio delle donne, Milano, Mondadori, 2003; Guglielma e Maifreda, Milano, La Tartaruga, 1985, 2003; Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio, Milano, Mondadori, 2009; Hipatia de Alejandria, Sabina Editorial, 2010"]

 

Libri

1963 Storia illustrata del Marianum, Crespi & C., Milano, anno non indicato ma 1963, pp. nn. ma 43. Alcuni disegni sono stati ripubblicati in Rosaria Manica e Rosaria Marchesi (a cura di), Ti racconto il mio Marianum. Piccola storia di sessant'anni di vita del Collegio attraverso alcune testimonianze, Milano 1998.

1972 La scimmia pedagogica, Emme Edizioni, Milano 1972, pp. 56.

1976 La Signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Feltrinelli, Milano 1976, pp. 248. Seconda edizione: La Signora del gioco. La caccia alle streghe interpretata dalle sue vittime, La Tartaruga, Milano 2006, pp. 337.

1978 Giambattista Della Porta mago e scienziato, Feltrinelli, Milano 1978, pp. 222.

1981 Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Feltrinelli, Milano 1981, pp. 112. Ripubblicato con introduzione di Ida Dominijanni, Manifestolibri, Roma 1998, pp. 193.

1985 Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, La Tartaruga, Milano 1985, pp. 217; seconda edizione accresciuta 2003, pp. 285. E cfr. (trad. di Martina Kempter) Vilemina und Mayfreda. Die Geschichte einer feministischen Haeresie, Kore Verlag Traute Hensch, Freiburg 1987, pp. 345. E cfr. (traduzione di Blanca Gari') Guillerma y Maifreda. Historia de una herejia feminista, Omega, Barcelona 1997, pp. 297.

1987 Vilemina und Mayfreda. Die Geschichte einer feministischen Haeresie (traduzione di Martina Kempter di Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, 1985, accresciuta), Kore Verlag Traute Hensch, Freiburg 1987, pp. 345.

1989 Vortraege von Luisa Muraro: Weibliche Genealogie und Geschlechterdifferenz, Frankfurter Frauenschule Verlag, Frankfurt/Main 1989, pp. 53. (Contiene: Der Begriff der weiblichen Genealogie, traduzione di Christina Färber e Silvana Bussmann di Il concetto di genealogia femminile, 1988; Die symbolische Ordnung der Mutter, 1989, traduzione di Michaele Wunderle; Die weibliche Passion der Geschlechter-differenz, 1988, trad. di Freiburger Frauenzeitung.) E cfr. Tre lezioni sulla differenza sessuale (lezione: Il concetto di genealogia femminile, 1988), Edizioni Centro Culturale Virginia Woolf Gruppo B, Roma 1994, pp. 27-53. E cfr. Appunti per andare alla Frauenschule di Francoforte a parlare dell'ordine simbolico della madre, 1989 (dattiloscritto, pp. 8). E cfr. (traduzione di Mina Brescia e Mariana Barbera' Duron) El concepto de genealogia femenina, in www.creatividadfemenina.org 2001.

1991 L'ordine simbolico della madre, Editori Riuniti, Roma 1991 (ristampa riveduta 1992), pp. 149; nuova edizione rivista e ampliata, 2006, pp. IX+165. E cfr. (traduzione di Gesa Schroeder) Die symbolische Ordnung der Mutter, Campus Verlag, Frankfurt/Main 1993, pp. 169. E cfr. (traduzione di Beatriz Albertini) El orden simbolico de la madre, Horas y Horas, Madrid 1994, pp. 151. E cfr. (traduzione di Francesca Solari e Laurent Cornaz) L'ordre symbolique de la mere, L'Harmattan, Paris 2003, pp. 162.

1993 Die symbolische Ordnung der Mutter (traduzione di Gesa Schroeder di L'ordine simbolico della madre, 1991), Campus Verlag, Frankfurt/Main 1993, pp. 169; seconda edizione ampliata, 2006.

1993 La posizione isterica e la necessita' della mediazione, a cura di Mimma Ferrante, Donne Acqua Liquida e Udi, Palermo 1993, pp. 74.

1994 El orden simbolico de la madre (traduzione di Beatriz Albertini di L'ordine simbolico della madre, 1991), Horas y Horas, Madrid 1994, pp. 151.

1994 Tre lezioni sulla differenza sessuale, Edizioni Centro Culturale Virginia Woolf Gruppo B, Roma 1994, pp. 138. (Contiene: La pratica della disparita', 1987; Il concetto di genealogia femminile, 1988; Autorita' femminile e differenza maschile, 1993 - Le prime due lezioni erano gia' state pubblicate dal C. C. V. W. in forma di fascicoli dattiloscritti). E cfr. (traduzione di Antje Schrupp di Autorita' femminile e differenza maschile) Die Geschlechterdifferenz in der Kommunikation, in Diotima und andere, Die Welt zur Welt bringen. Politik, Geschlechterdifferenz und die Arbeit am Symbolischen, Ulrike Helmer Verlag, Koenigstein/Taunus 1999, pp. 10-17. E cfr. La folla nel cuore, a cura di Clara Jourdan, Introduzione di Natalia Aspesi, Pratiche, Milano 2000, pp. 15-24 (La Demetra della Bovisa). E cfr. (traduzione di Mina Brescia e Mariana Barbera' Duron) El concepto de genealogia femenina, in www.creatividadfemenina.org 2001.

1994 Il delta del Po 6-7-8 ottobre 1994, testo di Luisa Muraro, fotografie di Paola Mattioli, Circolo della Rosa (coll. "Le gite"), Milano 1994, pp. 16.

1995 Lingua materna scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, D'Auria, Napoli 1995, pp. 200.

1997 Guillerma y Maifreda. Historia de una herejia feminista (traduzione di Blanca Gari' di Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, 1985, accresciuta), Omega, Barcelona 1997, pp. 297.

2000 La folla nel cuore, a cura di Clara Jourdan, Introduzione di Natalia Aspesi, Pratiche, Milano 2000, pp. 189. E cfr. (traduzione di Traudel Sattler e Angelika Dickmann) Die Menge im Herzen, Christel Goettert Verlag, Ruesselsheim 2001, pp. 204.

2001 Die Menge im Herzen (traduzione di Traudel Sattler e Angelika Dickmann di La folla nel cuore, 2000, con modifiche), Christel Goettert Verlag, Ruesselsheim 2001, pp. 204.

2001 Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, a cura di Clara Jourdan, D'Auria, Napoli 2001, pp. 260.

2003 Il Dio delle donne, Mondadori, Milano 2003, pp. 180. E cfr. (traduzione di Dorothee Bauschke e Axelle Cassiers) Le Dieu des femmes, Editions Lessius, Bruxelles 2006, pp. 183. E cfr. (traduzione di Maria-Milagros Rivera Garretas) El Dios de las mujeres, Horas y Horas, Madrid 2006, pp. 226. E cfr. (traduzione di Angelika Dickmann e Gisela Juergens) Der Gott der Frauen, Frank & Timme, Berlin 2009, pp. 174.

2003 L'ordre symbolique de la mere (traduzione di Francesca Solari e Laurent Cornaz di L'ordine simbolico della madre, 1991), Preface de l'auteure a' l'edition francaise, L'Harmattan, Paris 2003, pp. 162.

2006 Le Dieu des femmes (traduzione di Dorothee Bauschke e Axelle Cassiers di Il Dio delle donne, 2003), Postface de Bernard van Meenen, Editions Lessius, Bruxelles 2006, pp. 183.

2006 El Dios de las mujeres (traduzione di Maria-Milagros Rivera Garretas di Il Dio delle donne, 2003), Horas y Horas, Madrid 2006, pp. 226.

2009 Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio, Mondadori, Milano 2009, pp. 171.

2009 Der Gott der Frauen (traduzione di Angelika Dickmann e Gisela Juergens di Il Dio delle donne), Frank & Timme, Berlin 2009, pp. 174.

 

7. LIBRI. LAURA TUSSI PRESENTA "IL CAMMINO DELLA SAGGEZZA" DI LEV TOLSTOJ

[Ringraziamo Laura Tussi (per contatti: tussi.laura at tiscalinet.it) per questa recensione.

Laura Tussi e' docente, giornalista e ricercatrice. Ha conseguito la sua quinta laurea specialistica nel 2009 in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Autrice dei libri: Sacro (Emi 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il disagio insegnante (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2010). Collabora con l'Istituto comprensivo Prati di Desio (Mb), con diverse riviste di settore, come "La rassegna dell'istruzione" (Le Monnier Mondadori - Miur), "Scuola e didattica" (La Scuola, Brescia), e con moltissime realta' online. Un'ampia intervista a Laura Tussi e' in "Coi piedi per terra", nn. 291-292.

Lev Tolstoj, nato nel 1828 e scomparso nel 1910, non solo grandissimo scrittore, ma anche educatore e riformatore religioso e sociale, propugnatore della nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze 1967; e Tutti i racconti, Mondadori, Milano 1991, 2005), della gigantesca pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola, Emme, Milano 1975, Mondadori, Milano 1978; La confessione, SE, Milano 1995; Perche' la gente si droga? e altri saggio su societa', politica, religione, Mondadori, Milano 1988; Il regno di Dio e' in voi, Bocca, Roma 1894, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988; l'antologia Tolstoj verde, Manca, Genova 1990; La vera vita, Manca, Genova 1991; La legge della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1998; Il cammino della saggezza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2010. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto di vista segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1985; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1995; Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano (Vr) 2000]

 

Lev Tolstoj, Il cammino della saggezza, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2010, 2 voll. rispettivamente di pp. 144 e 160, euro 30 (per richieste: Centro Gandhi Edizioni, via Santa Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail: centro at gandhiedizioni.com, sito: www.gandhiedizioni.com).

*

Il cammino della saggezza di Tolstoj indica un percorso di vita spirituale, un insegnamento etico e morale, attraverso i piu' importanti temi e piu' alti ideali dell'esistenza, dal pensiero alla verita', dalla fede all'anima, dall'amore alla morte, in cui il pensatore elabora concetti tramandati e rievocati da un passato remoto, comunque sempre attuale, orientato a condurre l'umanita' in percorsi di proposizione di pace, di comunione solidale e fraterna e di liberazione e affrancamento dalle vanita' dell'esistenza.

Nell'opera, come in un intenso breviario dello spirito, sono raccolti i pensieri e le massime dei grandi maestri della saggezza di tutti i tempi, di ogni luogo e contesto storico, allo scopo di restituire all'uomo moderno confuso, spaesato, alieno dalle autentiche mete dell'essere, il senso piu' vero della vita, dell'umana condizione esistenziale, realizzando quella lirica osmosi "con la compresenza dei morti e dei viventi" che Capitini riteneva essere una caratteristica precipua di ogni elevata creazione del pensiero umano.

Il cammino della saggezza, secondo Tolstoj, e' finalizzato ad una vita autentica, vera, felice, in cui la persona comprenda la pienezza essenziale dell'esistere, il senso di una condotta basata sui significati ultimi e imprescindibili dell'essere, che travalichino le passioni, oltre gli errori, le superstizioni, i pregiudizi, che inquinano e ingannano la coscienza piu' genuina, lasciandosi, invece, condurre in un impervio, quanto mai appagante "cammino della saggezza", dalle dottrine di coloro che furono i piu' saggi fra tutti i popoli, i cui insegnamenti si sintetizzano nelle basi concettuali riguardanti le questioni fondanti dell'essere e dell'esistere. L'opera di Tolstoj rivela gli scopi, le finalita' della vita umana e la condotta da osservare, non per mero moralismo e spirito puritano e devoto, ma per riconoscere, recuperare e riattualizzare il vero senso dell'umanita', al di la' delle grandi orchestrazioni metafisiche, elaborando cosi' pensieri che liberino dalle prigioni anguste del male, dell'egoismo esacerbato, del solipsismo esasperato, dell'individualismo patologico portato all'eccesso e per questo deleterio per la liberta' altrui.

L'autore fa tesoro dei concetti alti e ultimi del sentire disinteressato prodotto dalla saggezza dei popoli per andare oltre l'angusto delle prigioni dell'essere, per liberare l'umanita' dalle tentazioni, dalle superstizioni, dai pregiudizi, attraverso le elaborazioni e le creazioni concettuali piu' elevate dello spirito e le elaborazioni veritiere del pensiero. Il principale ausilio per l'umanita' nel liberarsi dalle abiezioni, consiste nel potersi unire, in un afflato umanistico, nell'attivita' del ragionamento, in percorsi spirituali di pace e assenza di violenza, a tutti i saggi e i santi del mondo che sono vissuti in tempi passati e remoti, nella magnifica economia della storia umana, in cui, nonostante l'eclissarsi dei grandi slanci creativi dello spirito, nulla di essenziale va perduto e il flusso e riflusso delle vicendevoli relazioni con i nostri padri, gli antenati, per la trasmissione ai posteri, formano una corrente di saggezza, un fluire umano di valori e significati che arricchiscono le persone e fecondano l'umanita' di alti ideali di pace, solidarieta' e altruismo, tramite orizzonti e ponti ideali di dialogo, libere reti culturali di relazioni, nell'aprire laici e spirituali varchi di speranza, per favorire prospettive di pace che superino gli odi ancestrali tra popoli e gruppi, oltre le barriere ideologiche, i muri caratteriali, creando cosi' contesti di fraternita', accoglienza, legami e relazioni di idee, nel bisogno di amore per la comunione tra esseri umani, tra donne e uomini in cammino, in ricerca e confronto comunitario, attraverso la forza della verita', per un avvenire migliore.

 

8. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

9. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Robert De Luppe', Albert Camus, Borla, Torino 1964, pp. 182.

- Paolo Flores d'Arcais, Albert Camus filosofo del futuro, Codice, Torino 2010, pp. IV + 66.

- Pol Gaillard, Albert Camus, Bordas, Paris-Bruxelles-Montreal 1973, pp. 224.

- Roger Grenier, Albert Camus soleil et ombre, Gallimard, Paris 1987, 1992, pp. 416.

- Francois Livi, Albert Camus, La Nuova Italia, Firenze 1977, pp. 144.

- Andre' Nicolas, Camus, Accademia Sansoni, Milano 1971, pp. 240.

- Jean Onimus, Camus, Edb, Bologna 1970, pp. 176.

- Olivier Todd, Albert Camus una vita, Bompiani, Milano 1997, pp. 862.

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 500 del 20 marzo 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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