Archivi. 59



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 59 del 28 febbraio 2011

 

In questo numero:

1. Alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di luglio 2010

2. Semplice un'opinione

3. Giobbe Santabarbara: Una lettera al direttore

4. Un anniversario

5. Cose che chiunque capisce

6. Cos'e' la nonviolenza?

7. Barricati nelle celle frigorifere

8. I lager libici

9. Dieci anni di "Nonviolenza in cammino"

10. Benito D'Ippolito: Questo cammino della nonviolenza

11. Ancora un anniversario

12. Contro la guerra e contro il razzismo

13. Giobbe Santabarbara: Minima una testimonianza sulla tecnica deliberativa nonviolenta del metodo del consenso

14. Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana

15. Benito D'Ippolito: Chi pensa che sacrificare vite

16. Tot capita, tot sententiae

17. La guerra, il razzismo, il femminicidio

18. Ancora del colpo di stato razzista e ancora della guerra assassina

19. Per suor Gervasia

20. La nonviolenza e' l'opposizione integrale alla guerra. La nonviolenza e' l'opposizione integrale al razzismo

21. La guerra afgana, il colpo di stato razzista

22. Primo compito della nonviolenza

23. Le stragi in Afghanistan, il colpo di stato razzista qui

24. La guerra, la guerra assassina

25. Con la forza della verita'

26. La guerra e' nemica dell'umanita'

27. Di fronte all'orrore della guerra e del razzismo

28. Severino Vardacampi: Nonviolenza

 

1. MATERIALI. ALCUNI ESTRATTI DAI "TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO" DI LUGLIO 2010

 

Riproponamo alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di luglio 2010.

 

2. SEMPLICE UN'OPINIONE

 

Ritenere che uccidere sia un crimine. Ritenere che perseguitare sia un crimine.

E quindi opporsi alla guerra, ed agli eserciti, ed alle armi, cosi' come a tutti i gruppi armati, a tutti i poteri, le organizzazioni, gli strumenti che uccidono.

E quindi opporsi al colpo di stato razzista, e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Da un'opinione semplice una conseguenza necessaria: opporsi alla guerra e al razzismo, agire la nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze e le menzogne.

 

3. GIOBBE SANTABARBARA: UNA LETTERA AL DIRETTORE

 

Caro direttore,

se mai mi permettessi di dire cio' che veramente penso, ebbene, direi questo.

Che trovo ignobile la complicita' di massa con la guerra cui l'Italia sta partecipando in Afghanistan.

E che trovo ignobile non si insorga contro il colpo di stato razzista in Italia.

Ma sono una persona civile, e non mi permetto di dire cio' che veramente penso quando so che questo dispiacerebbe a tanti cari amici (ad esempio quelli che sono pronti a stracciarsi le vesti - e fanno bene - quando il governo di un altro paese commette guerre e crimini, ma tacciono sbadigliando quando e' il nostro paese che a una guerra, una guerra terrorista e stragista, razzista e mafiosa, imperialista e totalitaria, sta prendendo parte; o ad esempio quelli che a tutto si adattano, compreso il colpo di stato razzista del governo hitleriano oggi in carica nel nostro paese, e magari colgono l'occasione per ricavarci pure qualche finanziamento pubblico). Pertanto mi taccio.

Mi professo e mi creda servitor suo devotissimo obbedientissimo eccetera eccetera.

 

4. UN  ANNIVERSARIO

 

Il 3 luglio 2007 diffondevo una lettera aperta con la quale esprimevo la mia contrarieta' alla realizzazione a Viterbo di un nuovo mega-aeroporto.

In quel periodo era in corso a Viterbo una pervasiva e scandalosa campagna propagandistica menzognera e mistificatrice a sostegno di quell'opera sciagurata; e tanta parte dell'opinione pubblica si era lasciata ipnotizzare, ingannare, truffare, prostituire.

Da quella lettera aperta prese avvio il movimento che in questi tre anni ha efficacemente contrastato quell'opera nociva, distruttiva e fuorilegge, smascherando la frode, denunciando la speculazione, opponendosi alla devastazione ed all'inquinamento che il mega-aeroporto avrebbe provocato, dimostrando l'immoralita' e l'illegalita' di quell'operazione, e chiamando la popolazione a resistere in difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, della legalita' e del bene comune.

In questi tre anni abbiamo dimostrato inconfutabilmente che realizzare un mega-aeroporto a Viterbo nel cuore della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame avrebbe come immediate conseguenze lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

E in questi tre anni abbiamo dato da Viterbo un contributo a far crescere in tutta Italia la consapevolezza della necessita' di contrastare il dissennato ed insostenibile incremento del trasporto aereo.

Sono stati tre anni impegnativi, ma ne e' valsa la pena: a tutt'oggi quell'opera devastante, folle e criminale non e' stata realizzata. E confidiamo che con la forza della verita', della democrazia e della legalita' riusciremo ad impedirne la realizzazione anche in futuro.

 

5. COSE CHE CHIUNQUE CAPISCE

 

La guerra, che consiste nell'uccisione di esseri umani, e' un crimine contro l'umanita' intera.

Il razzismo, che consiste nella persecuzione di esseri umani, e' un crimine contro l'umanita' intera.

 

6. COS'E' LA NONVIOLENZA?

 

Cos'e' la nonviolenza? E' la lotta contro la violenza, o non e' nulla.

 

7. BARRICATI NELLE CELLE FRIGORIFERE

 

Barricati nelle celle frigorifere della preistoria dell'industrialismo certi prominenti burocrati viterbesi (e certi arrivisti senz'arte ne' parte che hanno vinto alla lotteria berlusconiana le piu' rilevanti cariche pubbliche) sembrano usciti da una novella di Robert Sheckley o da un romanzo di Raymond Queneau o da un saggio di antropologia narrativa di Kurt Vonnegut jr (se non fosse far loro troppo onore).

E non trovano di meglio, questi esimi signori, che perseverare nel favoreggiare la lobby speculativa di estrema destra che vorrebbe distruggere l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, ed en passant avvelenare la popolazione viterbese, pur di far quattro baiocchi con la realizzazione del mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.

*

A tradurre in lingua corrente il loro argomentare in politichese, in economichese e in burolingua, se ne caverebbe il seguente breviario:

- La natura? Uno scrigno inesauribile da saccheggiare a piene mani.

- La salute delle persone? Andassero da un bravo specialista.

- La legalita'? Facciamola finita coi lacci e lacciuoli, la mia colt 45 e' la mia legge.

- Il bene comune? Ecchissenefrega.

- La morale? Quando sono giu' di morale mi faccio un cicchetto di grappa.

Fossimo al bar dello sport, nulla quaestio. Ma questi messeri governano e dirigono primari enti pubblici, dispongono di pubblici poteri e delle pubbliche risorse. E con le loro farneticazioni, e con la loro famelicita', e con la loro condotta anomica ed eslege mettono in pericolo i diritti di tutti e l'unica casa comune dell'umanita' intera.

*

Varra' quindi la pena di ripetere ancora una volta che la realizzazione di un mega-aeroporto nel cuore dell'area del Bullicame avrebbe come immediata e disastrose conseguenze:

a) lo scempio dell'area del Bullicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano;

b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante;

c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali;

d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta');

e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu';

f) uno sperpero colossale di soldi pubblici;

g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

Quell'area va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.

 

8. I LAGER LIBICI

 

Chiudere i lager libici e restituire tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani in essi detenuti.

Far cessare immediatamente le deportazioni dall'Italia in Libia.

Abrogare immediatamente le misure criminali e criminogene che hanno configurato un vero e proprio colpo di stato razzista in Italia, e ripristinare immediatamente nel nostro paese la piena vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana.

 

9. DIECI ANNI DI "NONVIOLENZA IN CAMMINO"

 

Nell'agosto 2000 iniziammo le pubblicazioni di questo notiziario quotidiano, dapprima con l'intento di sostenere la preparazione della marcia Perugia-Assisi specifica per la nonviolenza che si tenne il 24 settembre di quell'anno.

Dopo la marcia continuammo a redigerlo. Ed ecco: sono passati dieci anni.

Ed anche se vi sono state fasi (talvolta prolungate) di sospensione delle pubblicazioni, in dieci anni questo foglio ha messo a disposizione di tante persone (nei suoi periodi migliori la relativa mailing list ha avuto oltre ventimila iscritti - cui si aggiungono le persone che lo leggono navigando in internet) una mole notevole di informazione e documentazione; ha promosso dibattiti; ha condotto e sostenuto campagne; ha cercato di rendere la nonviolenza cosa quotidiana; ha cercato di persuadere le persone amiche della nonviolenza ad uscire dalla subalternita', dalla timidezza, dalla marginalita'; e su questioni decisive - come l'opposizione alla guerra e al razzismo - ha tenuto duro quando tanti altri hanno ceduto.

Della nonviolenza ha proposta una visione complessa e concreta, dialettica e dialogica, contestuale e aperta, pluridimensionale; dando conto di esperienze assai variegate, dando spazio a voci assai diverse; ed insieme insistendo su alcune tesi cruciali: che la nonviolenza e' innanzitutto lotta, la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze, le menzogne e le oppressioni; che della nonviolenza il femminismo e' il massimo inveramento storico; che la nonviolenza deve farsi giuriscostituente; che non esistono i "nonviolenti", ma ogni persona puo' impegnarsi ad agire da "amica della nonviolenza"; che la nonviolenza e' (oltre a molte altre cose) la politica del XXI secolo, la sola politica che possa salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

Rispetto a tanti altri strumenti d'informazione e rispetto a cio' che circola nella rete telematica, questo foglio ha cercato di offrire testi di buona qualita', di riproporre materiali di valore, di mettere a disposizione materiali indispensabili per costruire una sorta di "enciclopedia delle scienze nonviolente in compendio": con una cura redazionale nella selezione dei materiali, nella verifica delle notizie e delle fonti, e nella correzione dei testi, che ha richiesto una fatica che intender non la puo' chi non la prova.

E lungo questo decennio con le sue migliaia di fascicoli (Il quotidiano standard, che prima si chiamava "La nonviolenza e' in cammino", poi "Notizie minime della nonviolenza in cammino", ora "Telegrammi della nonviolenza in cammino"; ed i vari supplementi specifici: "La domenica della nonviolenza", "Nonviolenza femminile plurale", "Voci e volti della nonviolenza", "Coi piedi per terra" - ed altri ancora legati a particolari momenti e campagne) resta nella rete telematica una persistente fonte di documentazione e strumento di studio.

*

Da anni penso di concludere le pubblicazioni facendo, come si dice, cifra tonda: dieci anni, e buonanotte. Perche' e' stato si' un piacere, ma anche un impegno gravoso, talvolta assai gravoso, e per molti motivi che non mette conto di elencare qui. E del resto l'idea originaria era di dare una mano alla lotta comune con questo strumento per un ragionevole lasso di tempo, e poi fare altro, forse alla lotta comune piu' giovevole.

Senonche' ci si affeziona alle proprie creature tirate su' mollichella a mollichella, e adesso che al decimo compleanno manca una manciata di settimane esito ancora. Intanto perche' il prossimo anno e' il cinquantesimo anniversario della prima marcia Perugia-Assisi e forse potremmo arrivare fin li', se la marcia sara', come speriamo, una marcia capitiniana non solo nel suo concreto farsi - questo avviene sempre - ma anche nelle enunciazioni di chi la organizza. E poi perche' due cari amici hanno avviato in questi giorni un'inchiesta sullo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia e forse nel giro di tre o quattro mesi potrebbero venirne fuori molte interessanti interviste da pubblicare su questo foglio (e dove se no?). Ed infine perche' cessare di fare qualcosa e' sempre una lacerazione, o almeno un dispiacere.

Di contro l'eta' e gli acciacchi connessi, alcuni duri colpi subiti in questi anni, e la consapevolezza che il tempo dedicato a questo giocattolo e' sottratto ad altre cose che ti ripromettevi di fare, e sai che i tuoi giorni e le tue energie declinano e forse per quelle di esse che piu' ti appassionerebbero (o ti sembrerebbero necessarie) e' gia' troppo tardi.

*

Ma non scrivo queste righe per compatire la mia senescenza; gia' avanti negli anni, e con una gia' lunga (e - chiedo scusa - limpida) esperienza di militanza nel movimento delle oppresse e degli oppressi, ho ritenuto che valesse la pena di dedicare per alcuni anni non piccola parte delle mie forze a redigere questo notiziario nel convincimento che potesse essere un utile strumento per contribuire a promuovere la nonviolenza nel nostro paese, sentendo decisivo questo ragionamento: che la lotta di liberazione dell'umanita' e di difesa della biosfera e con essa della civilta', o sara' nonviolenta o non sara'.

Approssimandosi il decimo anniversario dell'inizio delle pubblicazioni, mi sembra di aver fatto un buon affare. Chissa' che ne pensano i nostri venticinque lettori.

 

10. BENITO D'IPPOLITO: QUESTO CAMMINO DELLA NONVIOLENZA

 

Questo cammino della nonviolenza

e' il femminismo che me l'ha insegnato.

Ne provo immensa una riconoscenza:

la vita penso che mi abbia salvato.

 

Dal femminismo ebbi l'intelligenza

del nesso che e' tra pubblico e privato,

e il partir da se', l'autocoscienza,

l'orrore per machismo e patriarcato.

 

Mi rivelo' che lotta e avere cura

sono una stessa azione, e tutto il mondo

va messo al mondo incessantemente

 

mi fece luce in questa selva oscura

mi chiese di esser piu' chiaro e profondo

e contrastare con l'amore il niente.

 

11. ANCORA UN ANNIVERSARIO

 

L'11 luglio 1993 occupavamo l'area abbandonata da decenni dell'ex-gazometro nella Valle di Faul, all'interno della cinta muraria di Viterbo. Nasceva il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", uno dei luoghi in cui la nonviolenza si e' fatta autocosciente pratica concreta, esperienza intensamente vissuta di accoglienza, di solidarieta' e di liberazione.

Da alcuni anni il centro sociale ha cambiato sede, adesso si trova in aperta campagna, nell'area di Castel d'Asso, a due passi dal Bulicame. In questo centro sociale occupato autogestito si e' svolta l'assemblea costitutiva del comitato che si oppone al mega-aeroporto, in questo centro sociale occupato autogestito continuiamo tutte le domeniche a svolgere un prezioso e persuaso percorso di formazione e informazione nonviolenta.

E ieri abbiamo ricordato la sua nascita. Con gratitudine, con commozione. Nel nome e nel ricordo di Alfio Pannega, compagno di lotte, maestro di umanita'.

 

12. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO

 

Non passi giorno senza che tu dica che la guerra e il razzismo sono crimini contro l'umanita'.

Non passi giorno senza che tu dica che l'umanita' guerra e razzismo ha il dovere di abolire.

Non passi giorno senza che tu dica che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Non passi giorno senza che tu dica che contro guerra e razzismo occorre insorgere ora.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

13. GIOBBE SANTABARBARA: MINIMA UNA TESTIMONIANZA SULLA TECNICA DELIBERATIVA NONVIOLENTA DEL METODO DEL CONSENSO

 

Noi amici della nonviolenza qui a Viterbo da diversi anni facciamo cosi': al termine delle nostre assemblee si prendono solo le decisioni su cui tutti i partecipanti al processo decisionale esprimono un persuaso ed argomentato accordo. Decidiamo poche cose, sovente dopo una riflessione assai ampia e complessa, a cui tutti i presenti partecipano.

Sara' perche' siamo fortunati, sara' perche' sappiamo costruire una forte affinita' e un autentico ascolto reciproco, sara' perche' siamo persone ragionevoli, riusciamo sempre a giungere a delle decisioni, decisioni esplicitamente, sinceramente unanimi.

E quando a prendere una determinata decisione si rinuncia perche' una sola persona vi si oppone quand'anche tutte le altre la sostengano, ebbene, cio' non lo sentiamo come uno scacco, ma come una conferma del nostro rispettarci, ascoltarci, sentirci solidali, camminare insieme, insieme lottare.

Nella nostra esperienza il metodo del consenso funziona, funziona sempre. Basta volerlo scegliere in serieta' e onesta'.

 

14. CESSI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

 

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

E si adoperi l'Italia per la cessazione della guerra; cosi' come per recare aiuti umanitari alla popolazione esclusivamente con interventi di pace realizzati con mezzi di pace, riconoscendo e promuovendo tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani, in primo luogo il diritto a non essere uccisi.

Solo la pace salva le vite.

Vi e' una sola umanita'.

 

15. BENITO D'IPPOLITO: CHI PENSA CHE SACRIFICARE VITE

 

Chi pensa che sacrificare vite

sia cosa buona, e' gia' nostro nemico.

Chi ignora che tra loro sono unite

tutte le braccia, e che non vi e' mendico

 

che insieme non sia re, che ogni lite

penduli frutti reca al tristo fico,

come potra' trovare mai uscite

da questo immenso sanguinoso intrico?

 

La nonviolenza e' questo sobrio agire

che a tutte le violenze e le menzogne

oppone un'assoluta resistenza.

 

E' la misericordia fatta scienza

e gesto e volo alto di cicogne

ed il chinarsi sopra ogni soffrire.

 

16. TOT CAPITA, TOT SENTENTIAE

 

Chi in questi giorni legge le interviste sullo stato dell'arte della nonviolenza oggi in Italia, che Paolo Arena e Marco Graziotti vengono raccogliendo e che via via andiamo pubblicando su questi "Telegrammi" e sul supplemento "Coi piedi per terra", avra' gia' notato l'estrema varieta' di opinioni che emergono, talora l'una all'altra contrapposte. Pluralita' preziosa.

Il che ovviamente non implica che questo foglio concordi con tutte le posizioni, che' anzi talvolta ad alcune di esse fieramente ci opponiamo.

Ma questo soprattutto ci sta a cuore: di ricordare che la nonviolenza e' innanzitutto la lotta contro la violenza, pieta' che agisce, umanizzazione del conflitto. E che infinite sono le vie che alla persuasione di dover essere - e quindi di voler essere - persone amiche della nonviolenza conducono, e che non vi sono canoni, formulari, musei, "ipse dixit": la nonviolenza e' un colloquo corale, una polifonia, una ricerca, un cammino aperto, che ha molte voci e volti, ed un compito storico: salvare l'umanita' dalla barbarie, salvare la biosfera dal degrado, prendersi cura degli altri, di tutto: vi e' una sola umanita', vi e' una sola casa comune.

 

17. LA GUERRA, IL RAZZISMO, IL FEMMINICIDIO

 

La guerra cui l'Italia sta prendendo parte in Afghanistan: cosa aspettiamo a costruire un movimento delle intelligente e delle coscienze perche' questo crimine contro l'umanita' cessi?

Il colpo di stato razzista nel nostro paese: cosa aspettiamo a promuovere una insurrezione nonviolenta per la legalita' e per l'umanita', per il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana e dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

Il femminicidio: cosa aspettiamo a lottare incessantemente contro il maschilismo e il patriarcato di cui il femminicidio e' l'esito estremo?

La nonviolenza e' lotta contro la violenza, o non e' nulla.

 

18. ANCORA DEL COLPO DI STATO RAZZISTA E ANCORA DELLA GUERRA ASSASSINA

 

Ancora del colpo di stato razzista e ancora della guerra assassina vogliamo dire.

E del dovere morale e politico di ogni persona decente di opporsi all'una come all'altro.

E del dovere giuridico delle istituzioni e dei pubblici ufficiali fedeli alla Repubblica Italiana e alla Costituzione su cui e' fondata di opporsi anch'essi all'una come all'altro.

La guerra assassina cui l'Italia illegalmente partecipa in Afghanistan.

Il colpo di stato razzista compiuto da una banda di criminali al governo nel nostro paese.

Il nostro dovere di insorgere contro il nazismo. Di insorgere: in nome della Costituzione repubblicana e dei diritti umani di tutti gli esseri umani, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

 

 

19. PER SUOR GERVASIA

 

Ho conosciuto suor Gervasia Asioli una trentina d'anni fa, quando animavo l'esperienza della rete dei "comitati democratici contro l'emarginazione" che si battevano contro le istituzioni totali, per il diritto all'assistenza, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con lei e con l'indimenticabile don Germano Greganti di "Carcere e comunita'" ho sempre sentito una consonanza profonda, una comune intima persuasione, nell'impegno per il riconoscimento e la promozione della dignita' e dei diritti dell'umanita' intera e di ogni essere umano.

In questa ora di lutto anch'io la ricordo con infinita gratitudine.

 

20. LA NONVIOLENZA E' L'OPPOSIZIONE INTEGRALE ALLA GUERRA. LA NONVIOLENZA E' L'OPPOSIZIONE INTEGRALE AL RAZZISMO

 

La nonviolenza e' l'opposizione integrale alla guerra.

La nonviolenza e' l'opposizione integrale al razzismo.

La nonviolenza riconosce, difende, promuove, invera tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; si prende cura dell'unico mondo che abbiamo.

Chiede proprio a te di fare la cosa giusta, di praticare la compassione, di combattere la violenza.

 

21. LA GUERRA AFGANA, IL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Chi non si oppone e' complice.

 

22. PRIMO COMPITO DELLA NONVIOLENZA

 

Primo compito della nonviolenza e' la lotta contro la violenza; senza questa lotta non esiste nonviolenza.

Primo compito della nonviolenza in Italia oggi e' opporsi alla guerra afgana ed opporsi al colpo di stato razzista; non facendo questo, tutto il resto e' nulla.

 

23. LE STRAGI IN AFGHANISTAN, IL COLPO DI STATO RAZZISTA QUI

 

Le stragi in Afghanistan.

La persecuzione razzista qui.

Innumerevoli le vittime.

Occorre essere ciechi per non vedere cio' che sta accadendo.

*

Vorrei esprimermi senza possibilita' di equivoco.

Lo so che i partiti che quando sono stati al governo nel 1998 hanno votato a favore dell'istituzione dei campi di concentramento hanno qualche difficolta' ad opporsi adeguatamente al colpo di stato razzista del governo berlusconiano. In riferimento al razzismo cedere un po' e' capitolare del tutto.

E lo so che tutti i partiti che hanno governato l'Italia in quest'ultimo decennio, quando appunto sostenevano il governo - il governo Berlusconi dal 2001 al 2006, ma Prodi dal 2006 al 2008, e poi ancora Berlusconi dal 2008 a oggi - hanno votato a favore della guerra in Afghanistan. Cosi' oggi quelle forze politiche faticano ad ammettere di essere state assassine, e per non ammettere questo continuano ad essere complici delle stragi.

E lo so che la generalita' delle onlus e delle ong e dell'associazionismo che fu democratico accettando di essere lautamente finanziate dalla mano pubblica di fatto preferiscono fare dichiarazioni roventi su conflitti rispetto a cui sono sovente del tutto ininfluenti (quando addirittura non ne sono complici in varie forme e gradazioni) e tacere sulla guerra cui l'Italia partecipa in Afghanistan: non si sputa nel piatto in cui si mangia.

E lo so che tanto antirazzismo da parata e tanto assistenzialismo subalterno e narcotizzante restano paternalisti e non sono affatto disposti a riconoscere uguaglianza di diritti a coloro su cui pur sostengono di piegarsi compassionevolmente, non essendo disposti a rinunciare ai propri privilegi, privilegi che si fondano proprio anche sullo sfruttamento, sull'esclusione, sulla riduzione a una condizione servile di coloro di cui si spacciano per benefattori.

E lo so che tanti vecchi militanti, una volta oltre ogni dire integerrimi ed animosi, non riescono piu' a rinunciare agli incarichi ed alle prebende, alle onorificenze ed alle sinecure, ed a fare un altro giro di giostra nel luna park in cui sono entrati grazie al sostegno di lobbies, partiti o patroni nei cui confronti non vorrebbero apparire ingrati e quindi nel dubbio di esser loro dispiacenti tacciono anche quando occorrerebbe gridare dai tetti.

Tutto cio' lo so, e mi indigna, e mi ripugna. Lo so, e non mi faccio illusioni.

*

Ma ci sara' pure una parte del popolo italiano che non e' stata comprata e corrotta; ci sara' pure una parte del popolo italiano che vuole la pace e i diritti umani per tutti gli esseri umani, che si oppone alla guerra e al razzismo.

A questa parte del popolo italiano questo foglio incessantemente rivolge il suo appello.

Occorre un'insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo.

Occorre un'insurrezione nonviolenta per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Occorre un'insurrezione nonviolenta contro il colpo di stato hitleriano.

Occorre un'insurrezione nonviolenta per la legalita' che salva le vite.

Occorre un'insurrezione nonviolenta in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana scritta col sangue dei martiri della Resistenza all'orrore nazifascista.

Occorre un'insurrezione nonviolenta contro la barbarie onnicida.

Occorre un'insurrezione nonviolenta per la civilta', per la convivenza, per l'umanita'.

Vi e' una sola umanita'.

 

24. LA GUERRA, LA GUERRA ASSASSINA

 

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan.

Si impegni l'Italia per la pace con mezzi di pace.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

 

25. CON LA FORZA DELLA VERITA'

 

La scelta della nonviolenza e' l'anima dei movimenti che si oppongono alla devastazione della biosfera.

E il riferimento teorico-pratico fondamentale di questi movimenti e' il femminismo, il pensiero e il movimento delle donne per la liberazione dell'umanita' intera da ogni forma di sopraffazione e menzogna.

*

La nonviolenza non e', come amano ripetere gli pseudorealisti dell'apocalisse, una pia illusione: ma quanto di meglio la civilta' umana abbia saputo pensare ed agire nel corso del suo svolgimento.

Ed e' azione nonviolenta ogni lotta che in modo nitido e intransigente si oppone alla violenza e alla menzogna.

E' nonviolenza in atto ogni autentico progresso morale e civile.

E' nonviolenza in cammino ogni gesto compassionevole e benigno, ogni azione responsabile e solidale, ogni scelta di pace e di giustizia.

*

La nonviolenza non e' un ricettario, un museo, una prosopopea. Essa e' lotta. La lotta contro la violenza.

Ed essa ha i volti e le voci di tutte le persone di volonta' buona che nel corso della storia umana si sono impegnate, si impegnano e si impegneranno per ridurre la sofferenza e promuovere la vita, la dignita', i diritti.

*

La nonviolenza e' plurale.

E bastera' considerare quante e quali differenze stanno emergendo dalle interviste che in queste settimane veniamo pubblicando sul nostro notiziario documentando come alla nonviolenza ci si possa accostare muovendo da percezioni, opinioni e posizioni diverse e fin contrapposte su questioni cruciali, e come di essa ogni persona dia una definizione originale, talora su aspetti essenziali in netto contrasto col punto di vista di altre persone anch'esse parimenti amiche della nonviolenza.

Sbaglia chi vuole ridurre la nonviolenza a una definizione univoca ed irrigidita: molte delle piu' decisive esperienze della nonviolenza sono state compiute da persone che quel nome non hanno mai pronunciato.

La nonviolenza e' aperta e inclusiva, contestuale e sperimentale, fallibilista, dialogica e dialettica, concreta, incarnata.

Ma la nonviolenza e' anche un "insieme di insiemi" specifico e coerente: essa va studiata nelle prove che ha dato e nelle riflessioni che ha suscitato, e va sperimentata nel vivo dei conflitti che non si possono eludere, ed anzi: sovente la nonviolenza e' essa stessa innanzitutto suscitatrice di conflitto, massime la' dove pare che conflitto non vi sia solo perche' regna una profonda oppressione, e una introiettata mistificazione ed alienazione.

*

Una utile sintesi adeguatamente orientativa e' nella "carta ideologico-programmatica" del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini.

"Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".

*

La nonviolenza oggi qui convoca tutte le persone decenti ad opporsi alla guerra.

La nonviolenza oggi qui convoca tutte le persone decenti ad opporsi al colpo di stato razzista.

La nonviolenza oggi qui convoca tutte le persone decenti ad opporsi al femminicidio, al patriarcato, al maschilismo.

La nonviolenza oggi qui convoca tutte le persone decenti ad opporsi alla devastazione dell'unica casa comune dell'umanita' intera.

La nonviolenza oggi qui convoca tutte le persone decenti all'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Contrastando la violenza: ahimsa.

Con la forza della verita': satyagraha.

 

26. LA GUERRA E' NEMICA DELL'UMANITA'

 

La guerra e' nemica dell'umanita'.

La guerra uccide gli esseri umani.

L'Italia ripudia la guerra.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana.

 

27. DI FRONTE ALL'ORRORE DELLA GUERRA E DEL RAZZISMO

 

Di fronte all'orrore della guerra e del razzismo sei tu che devi resistere.

Sei tu che devi insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

Sei tu che devi difendere la legalita' che salva le vite ed invera i diritti.

Sei tu che devi lottare per imporre il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi che cessi la partecipazione italiana alle stragi afgane, che siano abolite le misure hitleriane del colpo di stato razzista.

Sei tu.

Se non la incarni tu, la nonviolenza non esiste.

Se non resisti tu, l'hitlerismo al governo nel nostro paese non sara' sconfitto.

 

28. SEVERINO VARDACAMPI: NONVIOLENZA

 

Propongo alla riflessione le seguenti rastremate tesi.

*

I. La massima esperienza storica della nonviolenza e' il femminismo.

Nel pensiero e nell'azione dei movimenti delle donne, li' la nonviolenza trova la sua guida e il suo inveramento, la sua verifica dei poteri e dei saperi, il suo modello di azione concreta e incarnata, la sua speranza di futuro.

*

II. La nonviolenza e' la politica del XXI secolo.

Poiche' solo la scelta della nonviolenza promuove, veicola, consente e verifica le azioni adeguate alla distretta presente, che devono essere fondate sul rispetto per la vita, sul principio responsabilita', sull'epistemologia fallibilista, sull'etica del volto dell'altro. Vi e' una sola umanita' e un'unica biosfera: ciascuna persona deve agire sentendosi responsabile di tutto.

*

III. La nonviolenza e' dialogica e dialettica, contestuale e  sperimentale, critica e aperta, ecoequosolidale e rispettosa della vita, della dignita' e dei diritti altrui.

Non e' un corpus di autori o di dottrine; non e' un'affiliazione o un'ideologia; non e' un'organizzazione o un repertorio. E' il pensare seriamente i propri pensieri; accorgersi del mondo ed agire per amore del mondo; misericordia attiva. Essa e' un percorso originale ed autonomo per ogni persona che ad essa si accosta nella verifica critica e nell'approfondimento e rigorizzazione dei propri pensieri e dei propri bisogni. La nonviolenza e' l'insieme delle persone amiche della nonviolenza, nella loro empatia con tutti gli esseri umani e con il mondo vivente, nella comune persuasione dell'eguaglianza di diritti di tutte le persone e dell'infinita diversita' di ciascuna di esse, nel rispetto reciproco e nell'accudimento comune, nell'aver cura del mondo.

*

IV. La nonviolenza vive solo nella lotta contro la violenza.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza; e quindi anche: la riduzione della sofferenza, la verita' che lenisce il dolore, l'azione che ha a cuore la vita dell'altro ed il mondo comune. Se non e' lotta contro la violenza, la nonviolenza non esiste.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

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Numero 59 del 28 febbraio 2011

 

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