Telegrammi. 459



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 459 del 7 febbraio 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Maria G. Di Rienzo: Il 13 febbraio in piazza per far cominciare la primavera

2. Se non ora, quando? Appello alle donne italiane a partecipare a una giornata di mobilitazione il 13 febbraio

3. Ricordato Gianni Fiorentini al centro sociale "Valle Faul"

4. Associazione "Respirare": Arsenico zero

5. Danilo Dolci: A una gocciola sola di silenzio

6. Si e' svolto il 6 febbraio a Viterbo un incontro di formazione nonviolenta

7. Per sostenere il Movimento Nonviolento

8. "Azione nonviolenta"

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: IL 13 FEBBRAIO IN PIAZZA PER FAR COMINCIARE LA PRIMAVERA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento.

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

Per Clara, accoltellata dal marito, mentre andava a fare il suo lavoro di donna delle pulizie, perche' voleva la separazione (Napoli, luglio 2010).

Per Teresa, freddata da colpi di pistola a trent'anni, stesso motivo, omicida il marito (Milano, settembre 2010).

Per Anna, alla cui casa l'ex compagno ha dato fuoco, procurandole ustioni gravi sul 50% del corpo (Roma, luglio 2010).

Per un'altra Anna, uccisa per strada a colpi di pistola, mentre portava in braccio la figlioletta di un anno e mezzo (Foggia, settembre 2010).

Per Cesarina, che mostrava quotidianamente i suoi lividi e che nessun politico filantropo ha soccorso, uccisa di botte dal compagno a 47 anni (Pisa, agosto 2010).

Per Anna Rosa, vittima di un tentato omicidio che l'aveva mandata in coma nel 2005, ed uccisa cinque anni dopo con un coltello da macellaio: opere del suo ex che lei aveva denunciato piu' volte e che per averla ridotta in fin di vita aveva scontato solo quattro mesi di carcere grazie ai "benefici" di legge provvisti dall'attuale governo (Matera, dicembre 2010).

Per la ragazza marocchina, sfigurata dal lancio di acido muriatico, che non e' "nipote di Mubarak", che nessuno ha intervistato, nessuno ha richiesto nelle discoteche o per gli spot pubblicitari, di cui nessuna consigliera regionale si occupa (Milano, agosto 2010).

Per la giovane rumena torturata per sei mesi, da un uomo con il doppio della sua eta' che aveva respinto, prima che i vicini di casa decidessero di mettere fine a quelle urla fastidiose chiamando la polizia (Roma, settembre 2010).

Per la studentessa di 22 anni, che dopo essere stata violentata nel parcheggio della discoteca da una guardia giurata, ha dovuto subire anche l'oltraggio della "difesa" di costui: "Credevo fosse ubriaca" (Venezia, agosto 2010).

Per la ragazzina di 13 anni violentata per mesi da un gruppo di giovanotti che si premuravano di riprendere gli stupri con i telefonini (Bari, dicembre 2010).

Per le due ragazze a cui un pregiudicato (condannato 26 volte, e persino per stupro di minore, ma a piede libero) ha dato fuoco, urlando ad una di loro: "O mia o di nessuno" (Torino, maggio 2010).

Per le due bimbe che hanno subito per anni, ogni giorno, le violenze sessuali loro inflitte dal nonno (Avellino, gennaio 2011).

Per le due quattordicenni ridotte a "schiave sessuali" da quattro loro coetanei (Brindisi, dicembre 2009).

Perche' se la fidanzata ti lascia, puoi essere cosi' arrabbiato da uccidere la prima donna che vedi per strada (Milano, agosto 2010).

Per tutte le giovani ed i giovani che hanno partecipato a concorsi pubblici ma non erano cubiste, soubrette, veline o parenti di qualche politico, e quindi non li hanno vinti.

Perche' l'Italia ha il primato europeo delle molestie sessuali sul lavoro: 10 milioni e 485 mila donne italiane che hanno subito molestie fisiche, molestie verbali, pedinamenti, atti di esibizionismo, telefonate oscene, o ricatti sessuali nei loro luoghi di lavoro (Istat, 2009).

Perche' il tasso di inattivita' femminile italiano nel 2009 (48,9%) e' il secondo nell'Unione Europea, inferiore solo a quello di Malta, ed una donna su due ha rinunciato a cercare lavoro (Istat, 2010).

Perche' ai problemi delle madri lavoratrici il governo in carica ha risposto consigliando di "usare" le nonne ("Italia 2020. Programma di inclusione delle donne nel mercato del lavoro", 2010, documento co-firmato dalla Ministra Carfagna e dal Ministro Sacconi).

Perche' i rifugi e i centri antiviolenza sono costretti a chiudere per la mancanza di fondi: quelli che il governo delle "riforme" aveva promesso e non ha mai dato.

Perche' il 4 febbraio scorso una diciassettenne si e' impiccata nel bagno della scuola: riteneva che il suo corpo non rispondesse agli standard richiesti dalla cultura dominante, quelli delle pubblicita', quelli dei festini ad Arcore e a Palazzo Grazioli, quelli dei programmi televisivi, quelli richiesti per esistere come donna a qualche livello, per essere viste, per essere considerate.

Ecco perche' vado in piazza con le altre donne, e spero con altri uomini, il 13 febbraio prossimo.

Per far cominciare la primavera.

 

2. APPELLI. SE NON ORA, QUANDO? APPELLO ALLE DONNE ITALIANE A PARTECIPARE A UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE IL 13 FEBBRAIO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si e' scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.

Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere piu' civile, piu' ricca e accogliente la societa' in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di se', della liberta' e della dignita' femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell'unita' d'Italia - hanno costruito la nazione democratica.

Questa ricca e varia esperienza di vita e' cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicita'. E cio' non e' piu' tollerabile.

Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.

Questa mentalita' e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l'immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Cosi', senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.

Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignita' delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilita', anche di fronte alla comunita' internazionale.

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignita' e diciamo agli uomini: se non ora, quando? e' il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.

L'appuntamento e' per il 13 febbraio in ogni grande citta' italiana.

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Prime firmatarie: Rosellina Archinto, Gae Aulenti, Silvia Avallone, Maria Bonafede, Suor Eugenia Bonetti, Giulia Bongiorno, Margherita Buy, Susanna Camusso, Licia Colo', Cristina Comencini, Silvia Costa, Titti Di Salvo, Emma Fattorini, Tiziana Ferrario, Angela Finocchiaro, Inge Feltrinelli, Anna Finocchiaro, Donata Francescato, Rosetta Loy, Laura Morante, Claudia Mori, Michela Murgia, Flavia Nardelli, Valeria Parrella, Flavia Perina, Marinella Perrone, Amanda Sandrelli, Lunetta Savino, Clara Sereni, Gabriella Stramaccione, Patrizia Toja, Livia Turco, Lorella Zanardo, Natalia Aspesi, Letizia Battaglia, Associazione Dinuovo...

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Per adesioni e informazioni: e-mail: mobilitazione.nazionale.donne at gmail.com ; sito: http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/

 

3. AMICIZIE. RICORDATO GIANNI FIORENTINI AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" A VITERBO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 6 febbraio 2011 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" a Viterbo e' stato ricordato Giovanni Fiorentini, amico fraterno e compagno di impegno in tante iniziative di pace e di solidarieta', per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Gianni e' deceduto pochi giorni fa. Ma la morte che tutto rapisce non cancella il valore prezioso e infinito, la profonda sapienza e virtu', la splendente bonta' della sua vita: che e' stata una vita di generosita' senza riserve, di solidarieta' piena e feconda, di aiuto incondizionato a tutte le persone nel bisogno e nella sofferenza, una vita di lotta per la verita', la giustizia, la fraternita' che tutti raggiunge. Un costruttore di pace, un amico della nonviolenza, un uomo buono, un giusto.

Ad Antonella Litta, di Gianni la sposa amatissima, esprimiamo la nostra affettuosa vicinanza in questo momento di estremo dolore.

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Le persone partecipanti all'incontro di formazione alla nonviolenza svoltosi domenica 6 febbraio 2011 presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo

Viterbo, 6 febbraio 2011

Per comunicazioni: partecipanti agli incontri di formazione alla nonviolenza presso il centro sociale "Valle Faul", strada Castel d'Asso snc, 01100 Viterbo, e-mail: viterbooltreilmuro at gmail.com

 

4. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": ARSENICO ZERO

[Riceviamo e diffondiamo]

 

1. Nell'acqua che beviamo non deve esserci veleno: compito delle istituzioni responsabili del rispetto del diritto alla vita e alla salute della popolazione e' di garantire acqua potabile senza arsenico.

2. Il limite massimo tollerabile previsto dalla vigente legge europea ed italiana e' di una presenza di arsenico che non superi i 10 microgrammi per litro di acqua. Finche' le istituzioni non garantiranno acqua potabile senza arsenico, sono comunque tenute per obbligo di legge a garantire acqua in cui la presenza di arsenico non superi i 10 microgrammi per litro.

3. Quegli enti che in questi giorni nel viterbese e nel Lazio sostengono che si possa accettare nell'acqua erogata per consumo umano una presenza di arsenico superiore ai 10 microgrammi/litro mentono sapendo di mentire, violano la legge, danneggiano la popolazione.

4. E' possibile ed agevole dearsenificare le acque con adeguate strumentazioni e procedure; ed e' possibile e necessario garantire subito all'intera popolazione acqua dearsenificata o quantomeno con una presenza di arsenico al di sotto dei 10 microgrammi/litro. Le istituzioni e le agenzie pubbliche, ovvero le imprese private cui insensatamente e sciaguratamente e' stata talora affidata la gestione dei servizi idrici (ed a cui deve essere tolta al piu' presto, poiche' l'accesso all'acqua deve essere considerato un diritto umano, non una merce), hanno l'obbligo di garantire acqua bevibile; hanno l'obbligo di rispettare quanto prevede la legislazione europea ed italiana; hanno l'obbligo di non danneggiare ulteriormente la vita, la salute e la sicurezza della popolazione.

5. Tutti gli enti, gli amministratori, i pubblici funzionari, i soggetti imprenditoriali, i tecnici ed i sedicenti esperti che non rispettano quanto prevede la legge in materia, ed a maggior ragione coloro che hanno mentito e stanno tuttora mentendo e mistificando la situazione propalando informazioni non veritiere intese a occultare la gravita' dei fatti, la realta' effettuale e le responsabilita' attuali e pregresse, devono rispondere nelle aule di giustizia della loro inammissibile, illegale, immorale condotta.

L'accesso all'acqua potabile e' un diritto umano.

L'arsenico e' un veleno.

Si rispetti la legge.

Nessuna complicita' con gli avvelenatori ed i loro manutengoli.

*

L'Associazione "Respirare"

Viterbo, 6 febbraio 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

5. MAESTRI. DANILO DOLCI: A UNA GOCCIOLA SOLA DI SILENZIO

[Da Danilo Dolci, Il dio delle zecche, in Idem, Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979, p. 162.

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

 

A una gocciola sola di silenzio

insofferenti.

 

Avevano proposto un seminario.

Tentano sorriderti con occhi cortesi

ma vi leggi delusione tesa:

ambivano una predica

(con la coda a cui sbattere le mani

e i piedi, entusiasmati)

fosforescente contro il nozionismo -

 

e non domande.

 

6. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 6 FEBBRAIO A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE NONVIOLENTA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Domenica 6 febbraio 2011 presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo si e' svolto un nuovo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta che si tiene settimanalmente dal 2009.

In apertura i partecipanti all'incontro hanno ricordato Gianni Fiorentini, costruttore di pace, amico della nonviolenza, deceduto il 2 febbraio.

Si e' poi riflettuto sull'andamento dell'iniziativa per il diritto allo studio promossa da alcuni mesi dai partecipanti al percorso di formazione e informazione nonviolenta.

Sono stati quindi analizzati gli ultimi sviluppi della drammatica questione della presenza di arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e si e' confermato l'impegno per la prosecuzione dell'iniziativa per ottenere la completa dearsenificazione dell'acqua da bere. Naturalmente si e' confermato altresi' l'impegno per la gestione pubblica dei servizi idrici: l'accesso all'acqua e' un diritto umano fondamentale, non una merce su cui speculare.

E' stato infine confermato l'impegno a proseguire nelle altre iniziative gia' da tempo promosse, sia di denuncia, sia di solidarieta' concreta per l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Su tutti i temi di cui da tempo ci si occupa si invieranno ancora nuove lettere aperte a varie istituzioni per ottenere la cessazione di politiche criminali, e per il rispetto dei diritti di tutti e dell'ambiente casa comune dell'umanita' intera.

*

Le persone partecipanti all'incontro

Viterbo, 6 febbraio 2011

Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com

 

7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174, euro 14.

- Adys Cupull, Froilan Gonzalez, Marti' nel Che, Massari Editore, Bolsena (Viterbo) 2003, pp. 112. Per richieste alla casa editrice: Massari Editore, casella postale 144, 01023 Bolsena (Vt), e-mail: erre.emme at enjoy.it, sito: www.enjoy.it/erre-emme

- Max Eastman, Il giovane Trotsky, Massari Editore, Bolsena (Viterbo) 2006, pp. 160.

*

Testi di riferimento

- Miguel de Cervantes Saavedra, Tutte le opere, Mursia, Milano 1972, 1978, 2 voll. per pp. XII + 1310 (vol. I) e pp. VI + 1266 (vol. II).

- Giacomo Leopardi, Tutte le opere, Sansoni, Firenze 1969, 1988, 2 voll. per pp. CLVIII + 1488 (vol. I) e pp. IV + 1500 (vol. II).

- Giacomo Leopardi, Tutte le poesie e tutte le prose, Newton Compton, Roma 1997, pp. 1472.

- Giacomo Leopardi, Zibaldone, Newton Compton, Roma 1997, pp. 1200.

- Giacomo Leopardi, Poesie e prose (volume primo: Poesie), Mondadori, Milano 1987, 2003, 2006, pp. XCIV + 1114.

- Giacomo Leopardi, Poesie e prose (volume secondo: Prose), Mondadori, Milano 1988, 2006, pp. XIV + 1506.

- Giacomo Leopardi, Crestomazia italiana. La prosa, Einaudi, Torino 1968, pp. CXIV + 614.

- Giacomo Leopardi, Crestomazia italiana. La poesia, Einaudi, Torino 1968, pp. XXXIV + 636.

- Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, 2 voll. per pp. CXXVI + 1474 (vol. I) e pp. XVI + 1606 (vol. II).

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 459 del 7 febbraio 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

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