Telegrammi. 322



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 322 del 23 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Franco Cambi: La nonviolenza e' un valore, un compito, una pratica
2. Invitiamo Comuni, scuole e universita' a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu
3. Modello di lettera ai sindaci
4. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
5. Modello di lettera ai rettori universitari
6. Letizia Lanza: Un impegno quotidiano
7. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Antonio Mazzeo
8. Si e' svolto il 14 settembre un incontro a Ferrara
9. Si e' svolto il 21 settembre un incontro di riflessione e di studio a Viterbo
10. Per sostenere il Movimento Nonviolento
11. "Azione nonviolenta"
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'
 

1. EDITORIALE. FRANCO CAMBI: LA NONVIOLENZA E' UN VALORE, UN COMPITO, UNA PRATICA

[Ringraziamo Franco Cambi (per contatti: cambi at unifi.it) per questo intervento.

Franco Cambi, illustre pedagogista, e' professore ordinario di pedagogia generale all'Universita' di Firenze. Dal sito del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi dell'Universita' di Firenze riprendiamo la seguente scheda (aggiornata al 2007): "Franco Cambi, professore ordinario di pedagogia generale, direttore del Dipartimento di Scienze dell’educazione (poi anche dei Processi culturali e formativi) dal 1994 al 2000 e dal 2003 al 2006. Presidente dell’Irre-Toscana dal 2002 al 2005, poi Commissario straordinario e rieletto presidente nel 2006. Dirige la rivista “Studi sulla formazione” e collane di studi pedagogici presso Armando, Carocci, Clueb, Unicopli. I suoi campi d’indagine sono stati articolati su molti fronti e ha all’attivo la pubblicazione di circa sessanta volumi, piu' numerosissimi articoli. Sul fronte della pedagogia generale si e' impegnato in una difesa e promozione della filosofia dell’educazione, quale disciplina ‘fondante’ del pedagogico - si veda Manuale di filosofia dell’educazione, 2000, presso Laterza; come pure ha coltivato un’analisi-di-struttura del discorso pedagogico (Il congegno del discorso pedagogico - Clueb, 1986 - e Metateoria pedagogica - Clueb, 2006) sottolineandone la complessita', categoria alla quale ha dedicato diversi interventi; inoltre ha mantenuto costante uno studio dei classici contemporanei - Gentile, Dewey, il “marxismo pedagogico”, il neopragmatismo - e un’analisi di alcune categorie del pedagogico (la formazione, la differenza, l’intenzionalita'), nonche', via via, una sempre maggiore attenzione ai problemi del soggetto e della sua formazione personale (vedi L’autobiografia come metodo formativo - Laterza, 2002 e Abitare il disincanto - Utet, 2006). Sul fronte storico-pedagogico, dopo studi su La pedagogia borghese nell’Italia moderna 1915-1970 (La Nuova Italia, 1974), su Antifascismo e pedagogia (Vallecchi, 1980), su La ‘scuola di Firenze’ da Codignola a Laporta (Liguori, 1982), si e' impegnato nella ricostruzione della storiografia pedagogica in Italia, dopo il 1945, e nella stesura di una Storia della pedagogia (Laterza, 1995) oltre che di molti saggi su vari autori e argomenti. Ha coltivato anche la letteratura per l’infanzia e gli studi filosofici. Gli studi della prima sono rivolti ai classici (a cominciare da Collodi), ai classici contemporanei (Rodari) e alla fiaba, analizzata sotto vari aspetti. Gli studi filosofici sono stati relativi al razionalismo critico (di Banfi e della sua scuola), all’empirismo critico di Preti e a figure e modelli del neostoricismo". Precedentemente, dal sito della Facolta' di scienze della formazione dell'Universita' di Firenze avevamo gia' ripreso la seguente scheda che anch'essa riproponiamo: "Dal 1987 Franco Cambi e' professore ordinario di Pedagogia generale; ha svolto il suo insegnamento presso gli Atenei di Lecce, di Siena e di Firenze. La sua formazione scientifica si e' compiuta a Firenze sotto la guida di Giulio Preti, per la filosofia, e di Lamberto Borghi, per la pedagogia (con quest'ultimo si e' laureato con una tesi sullíevoluzione del "discorso pedagogico" in Italia dal Risorgimento agli anni Sessanta del XX secolo), cosi' come quella didattica, lavorando sia alla Facolta' di Lettere sia a quella di Magistero. E' stato ed e' tuttora direttore del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi dell'Ateneo fiorentino ed e' tuttora coordinatore del Dottorato in "Metodologie della ricerca pedagogica. Teoria e storia". Dal 1997 e' membro del Consiglio Direttivo dell'Irrsae-Toscana e attualmente e' presidente dell'Irre-Toscana. Da piu' di dieci anni fa parte del consiglio direttivo del Cirse; inoltre dirige l'Unelg-Toscana. Ha svolto ricerche a livello nazionale finanziate a piu' riprese dal Mpi, poi dal Murst; ha diretto una ricerca - per conto della Regione Toscana - su "La Toscana e l'educazione dal Settecento ad oggi", con altri colleghi, su "L'educazione professionale in Toscana"; ha coordinato una ricerca, finanziata dal Murst, su "Neopragmatismo americano e teoria pedagogica", e ne coordina un'altra, sempre finanziata dal Miur, su "Intenzionalita' e ricerca educativa: tra teoria pedagogica e pratica formativa". Dal 1998 dirige la rivista semestrale "Studi sulla formazione". E' direttore scientifico dell'Archivio della pedagogia italiana del Novecento. Inoltre, dirige diverse collane editoriali: presso Le Lettere, La Nuova Italia, Carocci, Unicopli, ed altre case editrici. Dal punto di vista scientifico i suoi ambiti di ricerca sono stati i seguenti, svolti in contemporanea e tuttora in corso: studio di modelli teorici della pedagogia e loro tipologia attuale; epistemologia pedagogica contemporanea; storia della pedagogia italiana, europea, occidentale; problemi emergenti di pedagogia sociale; storia dell'educazione, delle istituzioni educative e storia dell'infanzia; metodologia della ricerca storico-educativa; letteratura dell'infanzia; storia della filosofia contemporanea in Italia; aspetti della teoreticita' filosofica attuale. Tra le opere di Franco Cambi pubblicate in volume: La pedagogia borghese nell'Italia moderna, Firenze, La Nuova Italia, 1974; La ricerca in pedagogia, Firenze, Le Monnier, 1976; Metodo e storia. Biografia filosofica di G. Preti, Firenze, Grafistampa, 1978; Antifascismo e pedagogia 1930-1945, Firenze, Vallecchi, 1980; La "scuola di Firenze" da Codignola a Laporta, Napoli, Liguori, 1982; Razionalismo e praxis a Milano,  Milano, Cisalpino-Goliardica, 1983; Collodi, De Amicis, Rodari, Bari, Dedalo, 1985; Il congegno del discorso pedagogico, Bologna, Clueb, 1986; La sfida della differenza, Bologna, Clueb, 1987; Storia dell'infanzia nell'Italia liberale, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1988; L'educazione tra ragione e ideologia, Milano, Mursia, 1989; L'infanzia nella societa' moderna, (con L. Trisciuzzi), Roma, Editori Riuniti, 1989; Infanzia e violenza, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1990; Rodari pedagogista, Roma, Editori Riuniti, 1990; La ricerca storico-educativa in Italia, Milano, Mursia, 1992; I silenzi dell'educazione, (a cura, con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1994; Tra scienza e storia, Milano, Unicopli, 1994; La formazione. Studi di pedagogia critica, (a cura con E. Frauenfelder), Milano, Unicopli, 1994; Liberta' da... L'eredita' del marxismo pedagogico, Firenze, La Nuova Italia, 1994; Storia della pedagogia, Bari, Laterza, 1995; Vito Fazio Allmayer: dall'attualismo allo storicismo critico, Palermo, Fondazione Fazio Allmayer, 1996; Il bambino e la lettura, (con G. Cives), Pisa, Ets, 1996; Mente e affetti nell'educazione contemporanea, Roma, Armando, 1996; I saperi dell'educazione, (a cura, con P. Orefice, D. Ragazzini), Firenze, La Nuova Italia, 1996; Fondamenti teorici del processo formativo, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Il processo formativo tra storia e prassi, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Nel conflitto delle emozioni, (a cura di), Roma, Armando, 1997; Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, Roma, Armando, 1998; La Toscana e l'educazione, (a cura di), Firenze, Le Lettere, 1998; Itinerari nella fiaba, (a cura di), Pisa, Ets, 1999; Manuale di filosofia dell'educazione, Bari, Laterza, 2000; Erasmo da Rotterdam, Le buone maniere dei ragazzi, Roma, Armando, 2000; L'arcipelago dei saperi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2000 e 2001 (6 voll.); Pedagogia generale (con E. Colicchi, M. Muzi, G. Spadafora), Firenze, La Nuova Italia, 2001; La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Mostri e paure nella letteratura per l'infanzia di ieri e di oggi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Intercultura: fondamenti pedagogici, Roma, Carocci, 2001; (a cura di), La progettazione curricolare nella scuola contemporanea, Roma, Carocci, 2001; L'autobiografia come metodo formativo, Roma-Bari, Laterza, 2002; Formare alla complessita', (con M. Callari Galli e M. Ceruti), Roma, Carocci, 2003; Saperi e competenze, Roma-Bari, Laterza, 2004. Lavori in preparazione: Lo storicismo critico. Modelli e figure; Cultura e pedagogia nell'Italia liberale. Dal positivismo al nazionalismo; Capire la politica". Tra i libri e le riedizioni recenti: con Firrao Francesco P.; Rossi Gaetana, Discontinuita' storiche. Dal Medioevo al Novecento, Armando, 2004; Manuale di filosofia dell'educazione, Laterza, 2005; con Piscitelli Maria, Complessita' e narrazione. Paradigmi di trasversalita' nell'insegnamento, Armando, 2005; L'autobiografia come metodo formativo, Laterza, 2005; Le pedagogie del Novecento, Laterza, 2006; con Rossi Gaetana, Paesaggi della fiaba. Luoghi, scenari, percorsi, Armando, 2006; Metateoria pedagogica. Struttura, funzione, modelli, Clueb, 2006; Incontro e dialogo. Prospettive della pedagogia interculturale, Carocci, 2006; con Tamburini Fabio, Educazione e musica in Toscana, Armando, 2006; con Toschi Luca, La comunicazione formativa. Strutture, percorsi, frontiere, Apogeo, 2006; Abitare il disincanto. Una pedagogia per il postmoderno, Utet, 2006; con Gattini Franca, La scienza nella scuola e nel museo, Armando, 2007; con Bugliani Adriano, Mariani Alessandro, Ortega Y Gasset e la "Bildung", Unicopli, 2007; con Staccioli Gianfranco, Il gioco in Occidente. Storia, teorie, pratiche, Armando, 2007; con Barsantini Leonardo, Polverini Daniele, Formare alla scienza nella scuola secondaria di secondo grado, Armando, 2007; Pensiero e tempo. Ricerche sullo storicismo critico: figure, modelli, attualita', Firenze University Press, 2008; Odissea scuola. Un cammino ancora incompiuto, Loffredo, 2008; Introduzione alla filosofia dell'educazione, Laterza, 2008; con Landi Sandra, Rossi Gaetana, L'immagine della societa' nella fiaba, Armando, 2008; con Dell'Orfanello M. Grazia, Landi Stefano, Il disagio giovanile nella scuola del terzo millennio, Armando, 2008; Manuale di storia della pedagogia, Laterza, 2009; con Landi Sandra, Rossi Gaetana, La magia nella fiaba. Itinerari e riflessioni, Armando, 2010; con Certini Rossella, Nesta Romina, Dimensioni della pedagogia sociale, Carocci, 2010; La cura di se' come processo formativo, Laterza 2010; Cultura e pedagogia nell'Italia liberale (1860-1921). Dal positivismo al nazionalismo, Unicopli, 2010]

 

La nonviolenza e' un valore, un compito, una pratica.

E' valore nella direzione della pace, poiche' non c’e' pace vera (= resa forma della coscienza e fine collettivo pubblico) senza nonviolenza, ragionata, interiorizzata, diffusa e confermata.

E' compito in una congiuntura storica che, forse, la rende possibile, poiche' oggi possediamo i mezzi teorici e pratici per dirimere i conflitti, per creare rispetto tra etnie, credenze, religioni, per radicare nell’io e diffondere la convivialita', anche con la natura e tutti i suoi abitanti.

E' pratica che, sulle orme di Gandhi e Capitini, possiamo attivare, possiamo regolare, possiamo sostenere. A piccoli passi? Si' pure. Ma che lasciano eco e che trasformano. Guidati da una pedagogia della pace che c’e' e che puo' e deve essere messa in atto.

Anche la Giornata internazionale della nonviolenza sta qui e con decisione: ci ricorda la nonviolenza come valore/compito/azione e la sua complessa, ma realizzabile, possibilita'. Portando la nostra civilta' oltre i residui arcaico-tribali che ancora la innervano, ma non in modo fatalmente immodificabile. Allora: avanti, tutti quanti, per far vivere e crescere, oggi e domani, la cultura della nonviolenza.

 
2. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI, SCUOLE E UNIVERSITA' A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
 
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali, in tutte le scuole e in tutte le universita' d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito tre modelli di lettere ai Sindaci, ai Dirigenti scolastici ed ai Rettori universitari, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale, alle scuole ed alle universita' del proprio territorio.
 
3. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI
 
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
 
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 
5. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI RETTORI UNIVERSITARI
 
Al rettore dell'Universita' di...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio rettore,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni Universita' in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
 

6. VERSO IL 2 OTTOBRE. LETIZIA LANZA: UN IMPEGNO QUOTIDIANO

[Ringraziamo Letizia Lanza (per contatti: letizialanza at libero.it) per questo intervento.

Letizia Lanza e' una prestigiosa intellettuale e poetessa; laureata in lettere antiche presso l'Universita' degli Studi di Padova (con una tesi in archeologia cristiana), perfezionatasi presso l'Universita' degli Studi di Urbino (con una tesi in scienze dell'antichita' - Indirizzo filologico), da lunghi anni interessata alla attivita' di ricerca persegue una prospettiva di indagine di filologia storico-femminile, esplicandola sia al riguardo dei documenti del passato sia nei confronti delle voci letterarie (italiane e straniere) del presente: nell'ambito della classicita', suoi filoni privilegiati di studio sono la poesia epica, essenzialmente "omerica" (con la dotta contre-partie rappresentata dalla produzione parodica), la lirica greca arcaica, la tragedia di Sofocle ed Euripide, ampi stralci della produzione storica e letteraria della latinita'; a cio' si aggiungono, ora piu' frequenti, le appassionate incursioni nel mondo dell'archeologia; nell'ambito della modernita', i suoi interessi si appuntano principalmente su presenze femminili "forti" quali Christine de Pizan, Emily Dickinson, Virginia Woolf, Maria Zambrano, Ingeborg Bachmann - sia pure non trascurando, di entrambi i generi, voci magari piu' recenti e vicine (bastino tra tanti i nomi di Cesare Ruffato e Paolo Valesio); sul piano socio-politico e' impegnata anche con interventi scritti in difesa dell'ambiente, della biodiversita', della pace, della convivenza aperta nei confronti dell'altro/a, quindi aliena da violenza; oltre all'attivita' di scrittura, assieme all'impegno in seminari o lezioni universitarie (facolta' di lettere di Bologna e Padova) ha preso parte a conferenze, convegni e iniziative presso varie strutture (fondazioni, associazioni, musei, istituzioni culturali le piu' varie) e collaborato a molte riviste  e siti web; ha collaborato tra l'altro con la Fondazione Scientifica Querini Stampalia Onlus di Venezia, con l'Associazione Iasos di Caria, con la rivista della Boemia meridionale "Relationes Budvicenses", con la rivista veneziana "Nexus", con la Fondazione Luciano Bianciardi di Grosseto, con il sito de "L'araba fenice", con la rivista on line "Senecio"; fa parte dell'Associazione italiana di cultura classica, sezione di Venezia; fa parte della Societa' italiana delle letterate; assieme a Luana Castelli, Francesca Dissera, Anna Ponti e altre amiche veneziane fa parte del gruppo di ricerca "Geografia di genere - Geografia di citta'" coordinato da Tiziana Plebani. Tra le opere di Letizia Lanza: Archestrato, il cuoco degli dei (scritto in collaborazione con C. D'Altilia, illustrato da M. Vulcanescu), Abano Terme, Piovan Editore 1988; Sofocle. Problemi di tradizione indiretta (scritto in collaborazione con L. Fort, premessa di M. Geymonat), Padova, Editoriale Programma 1991; Ritorno ad Omero. Con due appendici sulla poesia africana, Venezia, Supernova 1994; Scritti di donna, Venezia, Supernova 1995; Il gioco della parola (1987-1995), Venezia, Supernova 1995; Eidola. Immagini dal fare poetico, Venezia, Supernova 1996; Scripta selecta. Da oggi a oggi, Venezia, Supernova 1997; Vipere e demoni. Stereotipi femminili dell'antica Grecia, Venezia, Supernova 1997; Donne greche (e dintorni). Da Omero a Ingeborg Bachmann, Venezia, Supernova 2001; Grecita' femminile. L'altra Penelope, Venezia, Supernova 2001; Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo (postfazione di M. Ferrari), Venezia, Supernova 2002; Il diavolo nella rete (premessa di F. Santucci, postfazione di G. Lucini), Novi Ligure, Edizioni Joker 2003; Diabolica. Da oggi a ieri, Venezia, Supernova 2004; Poesie soffocate, Venezia, Poligrafica 2005; Ludi, ghiribizzi e varie golosita', Venezia, Supernova 2005; Levia Gravia 2004-2005, Venezia, Poligrafica 2006; Le donne e l'antico. Ed. L. Fort - I. Lisovy, Ceske' Budejovice-Venezia, Johanus 2006; Litora vitae honestae. Disputationes de magistro nostro, collega et amico, Professore Franco Sartori (1922-2004). Ed. I. Lisovy - L. Lanza, Ceske' Budejovice-Venezia, Lafoli 2006; Vino donne amori (di varia antichita'), Venezia, Supernova 2006. Cfr. anche l'ampia intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 253]

 

Ne Le tre ghinee - provocatorio pamphlet di segno femminista e pacifista insieme, dedicato tra l’altro al dramma della guerra - Virginia Woolf scrive: “Combattere e' sempre stata un’abitudine dell’uomo, non della donna”, anche per il fatto che, non di rado, per il genere cosi' detto forte la pratica bellica “e' un mestiere; e' una fonte di felicita' e di esaltazione; e' uno sbocco per le virtu' virili” (Feltrinelli, pp. 25; 26).

Parole di straordinario vigore e spessore, che trovano squillante eco nella convinzione di Danielle Steel per cui una donna puo' solamente perdere, in guerra, mai vincere. Di fatto, la cultura femminile non e' una cultura di morte, bensi' una cultura di vita (la donna porta in se' la vita) e questo deve (dovrebbe) renderla automaticamente estranea ad ogni forma di aggressivita' e violenza. Nonviolenza = amore = pace. Non tuttavia quiete, ne' tantomeno acquiescenza, passivita', rassegnazione inerte: a vigoroso monito, sembra risuonare il fragore dell’inarrestabile rivoluzione gandhiana.
Perche' oggi, forse ancor piu' di allora, occorre una (r)esistenza salda, pacata, costruttiva, un impegno quotidiano di parole e di azioni a solidarieta' e tutela dei deboli, degli oppressi - Simone Weil insegna. Le vittime di sopraffazioni rapine crudelta' si contano purtroppo all’infinito tra gli umani, e cosi' pure, di piu' ancora, tra le specie del mondo animale (e' di questi giorni, nel cielo di Toscana, la folle uccisione di uno dei pochissimi esemplari superstiti di cicogna nera!) e vegetale: la Natura e' giunta ben oltre l’orlo dell’abisso, non puo' tollerare altre violazioni e violenze.
 
7. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ANTONIO MAZZEO

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Antonio Mazzeo.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Antonio Mazzeo si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: La mia formazione nonviolenta e' dovuta in parte ad un educatore-professore con cui venni in contatto nei miei anni di liceo, uno straordinario teologo gesuita. Successivamente ebbi modo di approfondire la teoria e la pratica della nonviolenza grazie alla militanza, negli anni dell’installazione dei missili nucleari Cruise a Comiso (Ragusa), nel Comitato messinese per la pace e il disarmo unilaterale in cui erano presenti studiosi e attivisti locali del Movimento Nonviolento.

*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Antonio Mazzeo: Gandhi, innanzitutto, anche per l’importanza storico-sociale a favore dei processi di autodeterminazione dei popoli sottoposti a dominio coloniale. Dal punto di vista prettamente teorico il pensiero e gli scritti di Capitini sono stati tuttavia determinanti. Voglio tuttavia precisare che non mi considero uno studioso-teorico. Il mio confronto con  la violenza nasce piu' dalla prassi e dall’azione di lotta contro i processi di militarizzazione, le guerre, la difesa del territorio e l’ambiente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Antonio Mazzeo: Beh, piu' che ai singoli testi, proporrei tre grandi pensatori, Mohandas Gandhi, Martin Luther King e Aldo Capitini e magari inviterei alla lettura degli straordinari romanzi di Tolstoi. Se poi andiamo direttamente ai libri, non potrebbe mancare in una biblioteca la fondamentale antologia di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Antonio Mazzeo: Credo che le lotte dei popoli indigeni, specie in America Latina, per la difesa della Pacha Mama e delle risorse naturali, la selva e l’acqua innanzitutto, siano un esempio concreto, tangibile, della coniugazione teoria-prassi nonviolenta. Meno teorica, sicuramente, ma nonviolenta nelle pratiche, la campagna contro la realizzazione della base Usa al Dal Molin di Vicenza e contro il Ponte sullo Stretto di Messina, l’Alta Velocita' ferroviaria e altre Grandi Opere devastanti in Italia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Antonio Mazzeo: La lotta contro le guerre permanenti, la militarizzazione dei territori e la proliferazione di basi di morte e centrali nucleari, il consumo dei territori, la distruzione dell’ambiente e delle risorse naturali, le Grandi opere in Italia per cio' che comportano dal punto di vista socio-economico e ambientale, mi sembrano alcune delle priorita' d’intervento nonviolento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Antonio Mazzeo: I soggetti e le persone che fanno riferimento alle riviste "Azione nonviolenta" e "Mosaico di pace" e al network di Peacelink, mi sembrano, oggi, coloro che piu' offrono garanzie di tipo organizzativo ed etico-politico, nonche' offrono informazioni, contenuti, analisi e strumenti pedagogici concreti per chi, in Italia, entra o vuole entrare in contatto con la nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Antonio Mazzeo: La nonviolenza e' una modalita' di relazione tra uomini, e uomo-natura-territorio-animali basata sul pieno rispetto delle differenze e nella promozione dell’essere e di tutte le sue specificita'. Puo' anche essere intesa come pratica di lotta per il cambiamento delle relazioni sociali, politiche, economiche, ecc., dove non esistono contraddizioni tra mezzi e fini, dove cioe' se si lotta per la giustizia, le pratiche di lotta debbono essere giuste, ecc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Antonio Mazzeo: Nonostante le differenze di fondo, storiche, nella formazione dei collettivi femministi degli anni ’70, e la loro matrice preponderante originata dalle organizzazioni extraparlamentari della sinistra, successivamente ci sono state significative contaminazioni reciproche che hanno avuto un’importanza significativa nello sviluppo delle lotte pacifiste e ambientaliste degli anni ’80 e del movimento no war degli anni ’90 e post-11 settembre 2001.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Antonio Mazzeo: Direi una relazione inscindibile, un’essenza unica che pervade nonviolenza ed ecologia. Il rimettere in discussione la relazione tra gli esseri viventi e tra questi e l’universo naturale in cui si vive non puo' limitarsi solo in rapporti di contaminazione reciproca uomo-uomo, uomo-societa', uomo-territori, uomo-ambiente. Credo che non si possa cioe' essere nonviolenti senza essere profondamente ecologisti e/o naturalisti.
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Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Antonio Mazzeo: Un rapporto osmotico direi, nel senso che la promozione di ogni essere umano e il pieno rispetto delle differenze deve essere alla base dell’impegno verso la nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Antonio Mazzeo: Chi ha a cuore la relazione di equilibrio uomo-uomo e uomo-ambiente non puo' non comprendere come oggi alcuni dei soggetti che hanno profondamente minato territori e relazioni sociali sono le organizzazioni criminali di stampo mafioso, locali e transnazionali. Di conseguenza mi pare doveroso l’impegno dei nonviolenti e dei pacifisti contro il dominio mafioso e i grandi traffici di droga, armi, migranti, ecc. da cui queste organizzazioni ottengono i proventi che poi investono militarizzando la societa'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Antonio Mazzeo: Le relazioni, per ovvie differenze teoriche e storiche, si sono limitate sino ad adesso nella pratica delle azioni di lotta. Credo pero' che sia il movimento operaio che i nonviolenti abbiano opportunamente socializzato il patrimonio e gli strumenti di difesa dei propri diritti e le modalita' d’intervento. Sono innumerevoli le tecniche di lotta che si sono mutuamente trasferite l’uno all’altro. E non e' certo causale che negli ultimi anni gli scioperi, i cortei e i picchetti dei lavoratori abbiano posto come discriminante la nonviolenza e il rifiuto dello scontro fisico con il capitale e le forze dell’ordine, privilegiando il dialogo, la creativita' dei linguaggi e forme di lotta di storica derivazione nonviolenta (ad esempio i digiuni di chi e' vittima d’ingiustizia padronale, licenziamenti, precarieta', ecc.).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Antonio Mazzeo: Personalmente, ho sempre rispettato le scelte e le pratiche di lotta dei movimenti di liberazione del cosiddetto Sud del mondo, comprendendone le ragioni che in fasi e percorsi storici hanno condotto alla scelta armata. Lavoro da anni in America latina e il rapporto e il confronto con alcuni dei rappresentanti delle organizzazioni (ex) guerrigliere mi ha portato a credere che i contesti, gli strumenti di repressione militare e le efferate violazioni dei diritti umani sono stati profondamente diversi da quanto accade in Europa. Credo comunque che anche dall’altra parte ci sia molta attenzione e disponibilita' a confrontarsi e comprendere le ragioni della pratica nonviolenta. Deve essere effettuato allora uno sforzo di reciproco ascolto, anche perche' le ragioni ultime di difesa della dignita' umana sono le stesse.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Antonio Mazzeo: Pure in questo ambito le reciproche contaminazioni sono state determinanti, anche se certamente non in modo completo, come e' accaduto relativamente al binomio nonviolenza-ecologia. Purtroppo nell’evoluzione dei movimenti “pacifisti” non sono mancate ambiguita' di fondo, e il termine “pace” e' forse quello piu' strumentalizzato nel pianeta, di conseguenza anche quello di “pacifismo” e/o “lotta per la pace”. Senza temere di essere definiti ideologici, pero', la pace vera, quella dell’assenza di prevaricazioni, ingiustizie, discriminazioni, sfruttamento uomo-uomo e uomo-ambiente, e' indissolubile con la teoria e la pratica nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Antonio Mazzeo: Anche in quest’ambito vale quanto detto sopra, anche se l’ “antimilitarismo” e' una categoria di pensiero certamente piu' “radicale” e più profondamente “rivoluzionaria” di “pacifismo”, e nella sua evoluzione storica ha comportato un’assai minore carica di ambiguita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Antonio Mazzeo: Anche il termine “disarmo” reca in se' accezioni storicamente ambigue. Ricordo la polemica, profonda, all’interno dei movimenti contro la guerra degli anni ’80, su “disarmo unilaterale” e “disarmo bilanciato e controllato”. Nel primo caso le relazioni e le contaminazione con la nonviolenza sono profonde. Nel secondo caso il solco e' abissale e, temo, insuperabile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Antonio Mazzeo: Una relazione anch’essa inscindibile, direi fisiologica. Le politiche neoliberiste tendenti alla cancellazione dello stato sociale, del welfare e che si accaniscono straordinariamente con le categorie deboli, privatizzando il sistema sanitario ed assistenziale negando lo stesso diritto alla vita, sono pratiche profondamente violente che generano e favoriscono ulteriori inaudite violenze.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Antonio Mazzeo: Non sono assolutamente favorevolmente attratto dalle “psicoterapie”. La storia passata e recente, la stessa definizione di “infermita' psicologica” mi portano in mente pratiche disumane, profondamente violente. Non mi piacciono, a pelle, neanche certe relazioni di profonda dipendenza che legano paziente a psicoterapeuta. La liberta' profonda e' essenza stessa della nonviolenza, e la psicoterapia non mi pare affronti sempre e seriamente la promozione dell’autodeterminazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Antonio Mazzeo: Nel tristissimo panorama editoriale italiano e internazionale, purtroppo, quasi nessuna. L’informazione e' strumento ormai di monopoli che fanno riferimento a gruppi sociali e finanziari che perpetuano la violenza nel pianeta e il controllo ideologico delle coscienze. Non ricordo, onestamente, di aver mai letto un serio approfondimento sulla nonviolenza e sui suoi straordinari pensatori nei principali organi di stampa e i linguaggi dei mass-media sono una pervasiva esaltazione degli strumenti della violenza. Si', proprio un panorama profondamente inquietante.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Antonio Mazzeo: Il ruolo dei teorici della nonviolenza e' stato sicuramente fondamentale nello sviluppo del pensiero filosofico antico e moderno. Anche in questo campo, pero', credo esista una certa sottovalutazione in ambito accademico, nazionale ed internazionale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Antonio Mazzeo: La nonviolenza e il pensiero dei ricercatori e studiosi nonviolenti credo che abbia contribuito a una positiva rivisitazione del Vangelo, purgandolo da molte sovrastrutture ed incrostature che la Chiesa ufficiale ha creato nella sua storia per giustificare “guerre sante”, crociate e l’uso sistematico della forza e della violenza. Un’importanza che congiuntamente alla cosiddetta Teologia della Liberazione ha contribuito a dar forza a importanti movimenti di rinnovamento democratico e sociale nel mondo cattolico e cristiano in generale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Antonio Mazzeo: L’apporto e' stato di tipo contenutistico, pedagogico e metodologico. Penso in particolare al contributo specifico di don Milani, ormai universalmente ritenuto fondamentale per innovare in particolare la scuola dell’obbligo italiana a meta'-fine anni ‘60.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Antonio Mazzeo: Il principio di porre l’uomo e le sue relazioni con il territorio e l’ambiente al centro di qualsivoglia programma di “sviluppo” economico, e non certo l’accumulazione del capitale e il profitto. Credo che la nonviolenza abbia avuto un peso rilevante per l’elaborazione del pensiero della cosiddetta “altra economia”, del commercio equo e sostenibile, della “decrescita”, ecc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Antonio Mazzeo: Che se le leggi e il diritto sono in contrasto, o peggio, violano i diritti fondamentali della persona, esiste il diritto-dovere morale di violare queste leggi attraverso la disobbedienza civile, l’obiezione di coscienza e altre tecniche di lotta nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Antonio Mazzeo: La relazione nonviolenza-etica-bioetica e' inscindibile, proprio per i contenuti e le finalita' del pensiero nonviolento, dove e' la vita, la sua salvaguardia e la sua promozione al centro dell’elaborazione teorica.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Antonio Mazzeo: Piu' che direttamente sulla scienza e sulla tecnologia io parlerei di un’influenza fondamentale nella modalita' di condurre la ricerca scientifica (rispetto dell’etica e rifiuto di sperimentazioni nocive per l’uomo, gli animali e l’ambiente) e sulle finalita' stesse della ricerca, con una presa di coscienza da parte degli scienziati dell’assoluta “non neutralita'” della ricerca e della scienza (vedi le tesi giustificazioniste sul nucleare, ad esempio).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Antonio Mazzeo: Sono un po’ pessimista in questo senso, anche perche' sono stati rarissimi i casi di studiosi che abbiano fatto una seria riflessione sull’importanza della teoria e delle azioni nonviolente nei processi di trasformazione storico-sociale. Penso in  particolare alla scarsa rilevanza che le strutture accademiche hanno dato alle ricerche sulle forme di lotta nonviolenta nel nord Europa all’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale, o alla resistenza operaia nel nord-ovest o quella contadina nel sud Italia durante la straordinaria fase della Resistenza e del post-guerra. C’e' ancora tantissimo da fare per affermare il diritto di cittadinanza della nonviolenza nelle universita' e nella ricerca storica.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Antonio Mazzeo: Il consenso come compartecipazione democratica e ugualitaria all’assunzione di decisioni e alla determinazione delle scelte, piccole e grandi, nella vita collettiva.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Antonio Mazzeo: Penso in buona parte alle tecniche d’intervento basate proprio sulla ricerca del consenso, sperimentate per la prima volta in Italia a Comiso nel 1983 alla vigilia delle iniziative di azione diretta nonviolenta e blocco dei cancelli della base che avrebbe poi ospitato gli ordigni di morte Cruise. Su questo in Italia c’e' una buona letteratura e mi sento di invitare alla lettura dei lavori di sistematizzazione realizzati da esperti come Alberto L’Abate ed Enrico Euli, ad esempio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: Penso piu' che all’organizzazione di cicli seminariali, corsi, ecc. ad un cambio strutturale del sistema educativo-scolastico e universitario nazionale, una trasformazione realmente democratica e partecipata delle finalita' primarie dell’istruzione e dei suoi programmi. E' altresi' doverosa una trasformazione in senso democratico ed antiautoritario delle istituzioni proposte alla formazione ed educazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Antonio Mazzeo: Anche in questo senso, vedrei un superamento di quanto sino ad oggi sperimentato, cioe' un addestramento strettamente legato a contingenze, iniziative di lotta, resistenza, campagne di mobilitazione, ma invece profondamente inserito nei grandi processi educativi e formativi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuoverela nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: Li menzionavo in una delle precedenti risposte. Penso particolarmente ad "Azione nonviolenta" e "Mosaico di pace" e alla rete telematica di Peacelink.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: Onestamente non sono a conoscenza di interventi “strutturali” in ambito scolastico e universitario per lo sviluppo della conoscenza e promozione della nonviolenza. Conosco solo l’impegno teorico, pedagogico e di ricerca di alcuni docenti ed insegnanti, vere e proprie mosche bianche nel sempre piu' autoritario sistema educativo nazionale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Antonio Mazzeo: Piu' che di “marginalita'” e/o “ininfluenza”, ecc., parlerei di scarsa presenza numerica e quasi inesistente visibilita' sia per propria responsabilita' che per la voluta disattenzione mediatica. Credo che molto sia dovuto alla incapacita' di reperimento di risorse sufficienti alla sensibilizzazione, formazione, ecc.; sia per un certo atteggiamento elitario di una parte degli attivisti “nonviolenti”. Anche un modo troppo dogmatico di affrontare la relazione nonviolenza-azione politico-sociale ha influito negativamente nel ridurre la forza propositiva e la presenza nonviolenta in Italia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Antonio Mazzeo: Si', anche lo scarso coordinamento reciproco, particolarmente nella costruzione di solide compagne di azione, ecc., e' una delle cause della scarsa visibilita' nonviolenta in Italia. Si potrebbe partire dall’uso delle nuove piattaforme tecnologiche, internet, blog, ecc. che assicurano relazioni orizzontali e democratiche e agiscono positivamente come reti e moltiplicatori.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Antonio Mazzeo: Beh, in fondo la risposta e' quella che ho appena dato. Personalmente punterei molto di piu' alla condivisione di siti, pagine web, blog, e altri strumenti telematici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Antonio Mazzeo: I rapporti tra nonviolenza e movimenti ambientalisti o in lotta per la pace, la difesa dei beni comuni e del patrimonio naturale mi sembrano intrinseci, fisiologici. Piu' dialettici e talvolta conflittuali i rapporti con i movimenti che intervengono in difesa del diritto al lavoro, all’occupazione, contro le marginalita' socio-economiche, anche perche' questi ultimi hanno quasi sempre origini politiche e culturali differenti e perfino antitetiche alla teoria e prassi nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Antonio Mazzeo: Dipende dalla tipologia delle istituzioni. Relazioni diffuse d’interscambio possono certamente essere sviluppate in ambito locale e territoriale (comuni, province, comprensori) anche in difesa del bene comune, della pubblicita' dei servizi, ecc. Allo stato odierno mi sembrano invece impraticabili con le istituzionali statali, sempre piu' autoritarie e antipopolari, con le forze armate (sempre piu' professionali e proiettate a 360 gradi negli scacchieri di guerra internazionali), le forze di polizia di cui e' stato bloccato il processo di democratizzazione interna.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Antonio Mazzeo: Di fronte alla degenerazione della cultura e degli attori di promozione culturale in Italia va promossa una campagna di rinnovamento dei contenuti, che apra nuovamente la cultura alle classi sociali piu' svantaggiate, dove sia ancora la promozione dell’uomo e della democrazia sociale sostanziale il fine principale dell’impegno culturale e non certo il profitto o il rafforzamento del sistema dominante.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Antonio Mazzeo: Anche in questo caso la scelta non puo' essere neutra. Ci sono forze politiche che nei loro programmi e nelle loro pratiche sono schierate su fronti diametricalmente opposti alla nonviolenza (penso in particolare alle forze di destra e centro-destra). Lo stesso discorso vale per quelle forze che pur dichiarandosi ispirate da ideologie cristiane o “radicali” nei fatti puntano solo a perpetuare il controllo del potere, o peggio, dialogano con i rappresentanti della borghesia mafiosa e delle organizzazioni criminali. Con queste forze politiche i nonviolenti possono solo relazionarsi con l’azione diretta e la resistenza civile, non certo con il dialogo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Antonio Mazzeo: I contatti e le contaminazioni storici piu' importanti sono avvenuti nella diffusione di forme nonviolenta di lotta e difesa dei diritti dei lavoratori (scioperi, boicottaggi della produzione, occupazione delle fabbriche e autogestione, ecc.).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Antonio Mazzeo: Numerosi sono stati gli scrittori, i poeti, gli artisti che hanno promosso il pensiero e l’azione nonviolenti, ma credo anche che una relazione esista o perlomeno dovrebbe esistere nella realizzazione di opere (teatrali, cinematografiche, artistiche, ecc.), dove sia rifiutato un messaggio di sopraffazione e violenza, ma che anzi facciano da stimolo per l’affermazione dei valori di pace, tolleranza, giustizia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Antonio Mazzeo: E’ nella pratica di tutti i giorni, con le persone piu' care, che e' possibile sperimentare la nonviolenza e le forme con cui essa si esprime (tolleranza, dialogo, confronto, condivisione, compartecipazione, rispetto, ecc.).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: La nonviolenza come valore politico, come utopia di trasformazione della societa', come testimonianza etica e ideale, come modalita' di organizzazione e pratica di lotta politica.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: Credo ci si possa riferire alla conduzione di uno stile di vita, quotidiano, il piu' possibile coerente con le scelte e gli obiettivi nonviolenti con cui hai costruito la tua identita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: La difesa dell’ambiente e del territorio dai consumi onnivori e dall’intervento distruttivo deve essere la prima spinta per l’azione e la pratica nonviolenta, una testimonianza concreta del legame inscindibile uomo-ambiente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: Penso al diritto-dovere a cure che pongano al centro dell’intervento la difesa della dignita', contro ogni inutile e doloroso accanimento terapeutico, spesso il frutto di concezioni sanitarie piu' interessate ai profitti delle transnazionali farmaceutiche che alla salute e alla promozione della vita umana.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Antonio Mazzeo: Complicato, specie per chi non ha mai elaborato una relazione chiara, ferma, precisa con la morte. Mi viene in mente solo il desiderio di morire senza sofferenze, senza perdita di dignita' come avviene con la morte dopo una lunga malattia. Ma cio' non dipende da noi, purtroppo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: Senza perdersi troppo nei secoli (penso in particolare all’indipendenza degli Stati Uniti d’America dall’Inghilterra), le esperienze di resistenza popolare di alcuni paesi del nord Europa all’avanzata e all’occupazione nazista e le lotte nonviolente per l’indipendenza e la decolonizzazione in numerosi paesi di Africa e Asia. Emblematica poi la lotta per i diritti civili e l’uguaglianza della popolazione afro-discendente negli Stati Uniti, o la resistenza anti-apartheid in Sud Africa. Ci sono stai poi i coraggiosi movimenti di denuncia e resistenza alle sanguinose dittature in America latina, penso in particolare alle Madri de Plaza de Mayo in Argentina e alle numerose associazioni per i diritti umani in Uruguay, Cile, Brasile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Antonio Mazzeo: Purtroppo mi pare che il pensiero e l’impegno nonviolento sia fortemente minoritario, del tutto eclissato dai media e relegato appena alla testimonianza di singoli pensatori, attivisti e qualche piccolo gruppo organizzato. Credo che soprattutto dopo la prima Guerra del Golfo si sia sviluppata una controffensiva dei signori della guerra e del pensiero unico della violenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Antonio Mazzeo: Beh, l’Italia rispecchia la tendenza mondiale, purtroppo. Anche da noi solo testimonianze minoritarie e impossibilita' di porre la nonviolenza al centro della riflessione collettiva.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Antonio Mazzeo: Non credo proprio, specie per cio' che riguarda le relazioni con le organizzazioni sociali (in buona parte indigene) che stanno portando avanti forme di lotta nonviolenta per una societa' nonviolenta e piu' giusta (il “Buen vivir” in America latina, ad esempio). Per migliorare queste relazioni e' innanzitutto necessaria una sprovincializzazione dei movimenti e dei soggetti locali e nazionali e una maggiore attenzione-visitazione dei legittimi e indispensabili compagni di questo lungo viaggio verso l’utopia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Antonio Mazzeo: Il black-out voluto dei media, la fragilita' della soggettivita' nonviolenta credo impediscano la visibilita' collettiva e dunque la percezione “altra” sulla nonviolenza e i nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Antonio Mazzeo: Bisogna promuovere in tutti i modi dialoghi, campagne, iniziative, confronti, dibattiti, utilizzando i pochi mezzi che ci sono rimasti a disposizione (internet, ad esempio), ma piu' che privilegiare la riflessione teorica, io punterei maggiormente a intervenire direttamente nelle pratiche di lotta e nei conflitti (tantissimi) esistenti nel Paese (militarizzazione, occupazione, smantellamento diritti sociali, ecc.).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: Nel pieno rispetto e promozione dei valori culturali dell’“altro”, nella valorizzazione delle espressioni “altre”, del “diverso”, del “differente”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Antonio Mazzeo: Forse nell’accettazione dei propri limiti, delle proprie debolezze, delle proprie incapacita', ma con la voglia, sincera, di superarli.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: Puntare a rendere vivo e collettivo un linguaggio nonviolento, antisessista, antirazzista, antidiscriminatorio, non aggressivo-militare, realmente non violento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Antonio Mazzeo: L’impegno a che non ci siano contraddizioni tra l’aspirazione ad una societa' giusta e nonviolenta e il proprio stile di vita, nelle pratiche e relazioni quotidiane, nei consumi, ecc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

- Antonio Mazzeo: Il porre costantemente la questione di cosa, come e per chi produrre, cioe' dove la produzione sia finalizzata alla promozione dell’uomo e dell’equilibrio uomo-natura, nel rispetto di tutti gli esseri viventi e dei diritti umani e sociali, senza impatti irrimediabili sull’ambiente e il territorio, ecc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Antonio Mazzeo: Che la nonviolenza si esprime solo nell’equilibrio tra gli esseri viventi e nel pieno rispetto delle risorse e il loro uso equo e sostenibile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Antonio Mazzeo: L’affermazione di un processo di vita coerente, dove si riducano progressivamente le contraddizioni tra valori ideali e comportamenti, atteggiamenti, pratiche quotidiane.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Antonio Mazzeo: La conseguenza di un impegno a difesa della tolleranza e della differenza, e di lotta per eliminare le divisioni e le ingiustizie socio-economiche.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Antonio Mazzeo: Un nonviolento deve riconoscere il limite della natura e della sostenibilita' ambientale, delle risorse e dei processi sociali e storici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Antonio Mazzeo: In direzione della promozione dell’uomo e della pace universale, della difesa della vita e dell’ambiente, dell’affermazione della giustizia economica e sociale, dell’uguaglianza sostanziale, di “un altro mondo possibile”, dell’equita' e della giustizia, anche nelle pratiche e finalita' dell’economia, ecc.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Antonio Mazzeo: Si tratta di un mezzo che puo' ampliare le forme di conoscenza e di relazione e che dunque puo' contribuire a socializzare i valori della nonviolenza. Tuttavia sono forti le pressioni per un suo controllo esclusivo da parte del potere e la sua trasformazione in ulteriore mezzo di controllo sociale. Per questo i nonviolenti devono impegnarsi per la difesa e la liberta' della rete.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Antonio Mazzeo: Antonio Mazzeo, nato a Messina, insegnante di scuola media impegnato nella cooperazione internazionale. Svolgo volontariamente l’attivita' di peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalita' mafiose. Sono stato tra i fondatori e poi coordinatore del Comitato per la pace e il disarmo unilaterale di Messina, attivo nella lotta contro i missili Cruise a Comiso e la militarizzazione della Sicilia. Ho scritto alcuni saggi sui conflitti nell’area mediterranea, sulla violazione dei diritti umani e il conflitto in Colombia e piu' recentemente un volume sugli interessi criminali transnazionali e locali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina (I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina, Edizioni Alegre, Roma).
 
8. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 14 SETTEMBRE UN INCONTRO A FERRARA
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax  0458009212, e-mail: mao at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]
 
Martedi' 14 settembre si e' svolto a Ferrara, nell'ambito della Festa della legalita', un incontro di presentazione del libro Avamposto. Nella Calabria dei giornalisti infami (Marsilio, 2010).
Presenti i due autori Roberta Mani e Roberto Rossi, il dibattito e' stato introdotto e moderato da Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta". Nel corso della serata si e' parlato delle decine di giornalisti calabresi che vivono sotto minaccia di morte da parte della 'ndrangheta solo perche' svolgono correttamente il loro lavoro di cronisti, politici o giudiziari, e si e' discusso degli strumenti di lotta nonviolenta contro le mafie.
L'iniziativa e' stata organizzata dal Movimento Nonviolento di Ferrara.
 
9. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 21 SETTEMBRE UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E DI STUDIO A VITERBO
 
Martedi' 21 settembre 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di riflessione, di organizzazione e di studio nell'ambito di un percorso di formazione e iniziativa nonviolenta.
La prima parte della riunione e' stata dedicata all'l'iniziativa in corso in difesa dei beni ambientali e culturali e per il diritto alla salute della popolazione di Viterbo, e per l'istituzione del "parco naturalistico, archeologico e termale del Bulicame".
La seconda parte della riunione e' stata dedicata alla prosecuzione del lavoro organizzativo a supporto della realizzazione dell'inchiesta giornalistica in corso sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" (le interviste dell'inchiesta vengono via via pubblicate sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e sono consultabili in rete dalla pagina web http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).
La terza parte della riunione e' stata dedicata alla preparazione della Giornata internazionale della nonviolenza.
La quarta parte della riunione e' stata dedicata alla prosecuzione di un'iniziativa finalizzata a promuovere il diritto allo studio.
La parte finale della riunione e' stata dedicata alla Lectura Dantis.
 
10. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

11. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
12. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- AA. VV., La cultura del 900, Mondadori, Milano 1981-1982, 3 voll. di pp. 574 (vol. I: Filosofia, storiografia, psicologia, sociologia, economia, diritto), pp. 652 (vol. II: Architettura, arti visive, cinema, teatro, musica), pp. 524 (vol. III: Letteratura, linguistica e semiotica).
 
13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
14. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 322 del 23 settembre 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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