Telegrammi. 229



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 229 del 22 giugno 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai
2. Associazione "Respirare": Lago di Vico, le istituzioni devono passare dalle parole ai fatti
3. Una bibliografia essenziale di Ivan Illich
4. Giannozzo Pucci ricorda Ivan Illich
5. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
 
1. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SI SVUOTINO GLI ARSENALI, SI RIEMPIANO I GRANAI
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax:  0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

Il Movimento Nonviolento aderisce allo sciopero generale del 25 giugno.
Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai.
Mentre la manovra finanziaria del governo Berlusconi-Tremonti di 25 miliardi di euro si abbatte sugli italiani, in particolare sui piu' vulnerabili, tagliando direttamente e indirettamente stipendi, spese sociali, scuola ed enti locali, essa non tocca in nessun modo l’unica spesa pubblica che continua costantemente a crescere: la spesa militare.
Anzi, agli oltre 20 miliardi di euro previsti per le spese “ordinarie” di mantenimento di un apparato sprecone, in cui i comandanti sono piu' dei comandati, lo stesso governo dei “tagli” sta per sommare altri 16 miliardi di spese per l’acquisto di 131 caccia F-35, aerei da attacco capaci di trasportare anche armi nucleari.
In questo modo il governo Berlusconi straccia contemporaneamente l’art. 1 della nostra Costituzione, umiliando e penalizzando il lavoro sui cui e' fondata la Repubblica italiana, e l’art. 11 che ripudia la guerra non solo come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli, ma anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Per questo il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini, pur non essendo un’associazione sindacale, aderisce allo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 25 giugno, auspicando che da tutti i lavoratori, in tutte le piazze d’Italia, si levi il grido sempre piu' attuale del presidente Pertini: Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai!
Chiediamo al governo di cogliere questo momento di grave crisi economica come occasione per rispettare la Costituzione italiana, tagliando drasticamente le spese e l’apparato militare e rinunciando all’acquisto di nuovi strumenti di guerra. Sarebbe una “manovra” attenta alle esigenze sociali e rivolta ad un futuro di pace.
 
2. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": LAGO DI VICO, LE ISTITUZIONI DEVONO PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Le istituzioni variamente competenti per quanto riguarda la gravissima situazione delle acque del lago di Vico devono decidersi a smetterla con la politica dello struzzo e con la tattica del rinvio; devono decidersi a prendere atto della realta', ad assumersi le proprie responsabilita', ed a passare dalle parole ai fatti.
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E quello che occorre fare e' semplicemente cio' che da diversi mesi l'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ha proposto in tutte le sedi e in tutte le occasioni, ad esempio nell'esposto del 30 marzo 2010 ai Ministri dell'Ambiente e della Salute che al punto 10 testualmente recita:
"a) siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l’ospedale e per le industrie alimentari locali nel rispetto del Principio di Precauzione;

b) siano avviate immediatamente opere di risanamento dell’ecosistema lacustre e sia garantita acqua potabile e sicura alle comunita' di Caprarola e Ronciglione come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001;

c) si dia inizio alla tutela e alla bonifica di tutta l’area circostante il lago di Vico in quanto risorsa idrica destinata a consumo umano, come previsto dal Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152,  in particolare dall’art. 21 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”;

d) sia avviato un adeguato e frequente monitoraggio di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati recentemente nei sedimenti del lago, i quali possono essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali, soprattutto nei periodi in cui il livello delle acque del lago viene ridotto mediante l’apertura di un accesso che immette le acque del lago in un emissario denominato Rio Vicano;

e) si avviino studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute della popolazione che e' stata esposta e continua ad essere esposta ai possibili inquinanti presenti nelle acque erogate per uso umano;

f) siano resi noti quali interventi previsti dal decreto del Presidente della Regione Lazio del 14 novembre 2007, n. 715, sono stati finora realizzati o sono in fase di realizzazione relativamente alle problematiche del lago di Vico;

g) si dia risposta alla richiesta formulata dalla Garante del servizio idrico integrato della Regione Lazio nella sua lettera n. protocollo 2062/Sp del 13 giugno 2008, relativa a chiarimenti circa un intervento denominato “approvvigionamento idropotabile del lago di Vico che  indica la presenza di un progetto approvato di euro 2.212.000,00 a copertura finanziaria totale con ente appaltante Autorita' d’Ambito 1 Lazio Nord - Viterbo - Soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato che non risulta in corso di realizzazione”;

h) come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, siano convocate assemblee pubbliche e attivate forme di informazione, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, insieme ai Sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulla situazione sanitaria e diano consigli ed istruzioni, in attesa di interventi risolutivi, per un corretto utilizzo dell’acqua teso a  ridurre il rischio sanitario;

i) l’arsenico, che solo per deroga regionale puo' essere presente con valori piu' elevati rispetto a quanto previsto dal D. Lgs. 31/2001 (valore limite di 10 microgrammi/litro che con la deroga arriva a 50 microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicita' e della sua interazione con le altre possibili sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall’inquinamento del lago di Vico, sia ricercato e dosato con una maggiore frequenza rispetto a quanto fatto in passato e rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine e in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga;

l) sia valutato e reso noto il livello di radioattivita' delle acque del lago come previsto sempre dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31 e dalla  Raccomandazione della Commissione Europea del 20 dicembre 2001 “sulla tutela della popolazione contro l’esposizione al radon nell’acqua potabile”, anche in considerazione delle peculiari caratteristiche del territorio viterbese il cui sottosuolo e' ricco del gas radioattivo radon;

m) sia effettuata (qualora non si sia gia' provveduto) la rivalutazione della classificazione delle acque del lago di Vico stante l’attuale e peggiorativa situazione d’inquinamento, e reso pubblico l’esito di essa;

n) sia intensificato e reso noto il monitoraggio della  concentrazione della microcistina nelle carni dei pesci di piu' largo consumo alimentare e vendita;

o) siano rese note e disponibili alla consultazione dei cittadini tutte le analisi sinora eseguite per rilevare la presenza e la concentrazione della microcistina prodotta dall’alga rossa nelle acque del lago di Vico, nelle acque destinate a consumo umano, nelle carni delle specie ittiche destinate alla vendita per uso alimentare, nei pozzi, nelle acque utilizzate presso le scuole, l’ospedale di Ronciglione, i pubblici esercizi e le industrie alimentari;

p) siano resi noti i termini, lo stato e gli eventuali esiti della convenzione tra l’Iss ( Istituto Superiore di Sanita') e l’Ato-1 Lazio finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”, come scritto nella  nota del 15 gennaio 2010 - n. protocollo 15/2010 inviata dall’Ato-1 Lazio all’Isde di Viterbo;

q) sia subito avviato uno studio di fattibilita' finalizzato alla realizzazione di pozzi, che dotati di dearsenificatori possano fornire acqua di migliore qualita' e maggiore sicurezza con un piu' facile e meno costoso processo di potabilizzazione e manutenzione degli impianti, in quanto il lago di Vico e' un sistema idrico aperto e quindi costantemente vulnerabile ed aggredibile da molteplici ed eterogenei fattori d’inquinamento, sia esogeni che endogeni;

r) siano predisposti immediatamente impianti pilota per lo studio delle problematiche e la purificazione delle acque del lago a tutela della potabilita' e salubrita' delle acque destinate a consumo umano".

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Le istituzioni ed i servizi pubblici variamente competenti, dopo anni di inadeguatezza, neghittosita', scaricabarile e peggio, e dopo aver partorito negli ultimi mesi una montagna di parole sovente non meditate, non sincere e non veritiere, hanno il dovere di adottare con la massima tempestivita' tutti i provvedimenti necessari e urgenti per bonificare l'ecosistema lacustre, tutelare la salute e i diritti fondamentali della popolazione dei comuni circumlacuali, applicare le leggi vigenti.
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L'associazione "Respirare"
Viterbo, 21 giugno 2010
L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
 
3. MATERIALI. UNA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DI IVAN ILLICH
[Riproponiamo la seguente bibliografia apparsa ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1263 del 12 aprile 2006, li' pubblicata con la seguente nota introduttiva: Dal sito www.altraofficina.it/ivanillich/, che reca molti utili materiali di e su Ivan Illich, riprendiamo la seguente bibliografia orientativa dei principali testi di Illich disponibili in Italiano (abbiamo introdotto alcune minime modifiche e non abbiamo riportato le brevi illustrazioni dei testi, per le quali rinviamo al sito). Ivan Illich e' nato a Spalato nel 1925; laurea in mineralogia a Firenze, studi ulteriori di psicologia, arte, storia (dottorato a Salisburgo); ordinato sacerdote nel 1951, per cinque anni opera in una parrocchia portoricana a New York, poi e' prorettore dell'Universita' Cattolica di Portorico; a Cuernavaca (Messico) fonda il Cidoc (Centro interculturale di documentazione); docente in varie universita', conferenziere, studioso costantemente impegnato nella critica delle istituzioni e nella indicazione di alternative che sviluppino la creativita' e dignita' umana; pensatore originale, ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro. E' scomparso nel 2002. Tra le opere di Ivan Illich: Descolarizzare la societa', Mondadori; La convivialita', Mondadori, poi Red; Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equita', Feltrinelli; Nemesi medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso, Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione creativa, Red; Nella vigna del testo, Cortina. Raccoglie i materiali di un seminario con Illich il volume Illich risponde dopo "Nemesi medica", Cittadella, Assisi 1978. Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di Illich). Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 riprendiamo la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin da piccolo compi' frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze, Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, ne' con le discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo, ma forse piu' di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la formazione teologica all'Universita' Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana vicino a Manhattan. E' li' forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i reietti, gli ultimi, comincio' a capire i meccanismi dell'esclusione e dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita. Nel 1956 divenne vicerettore dell'Universita' di Puerto Rico, e nel 1961 fondo' il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un centro in cui passo' gran parte dell'intellettualita' radicale degli anni Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo, all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna poverta' dall'impari confronto con i paesi gia' sviluppati. Contemporaneamente Illich si impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e percio' riusci' facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono quelli della notorieta' per la pubblicazione dei suoi scritti piu' noti e polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialita'. Nei decenni successivi continuo' a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto alle universita' di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocita', l'esperienza del dolore nella contemporaneita', i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in italiano, ma in parte non piu' disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare la societa' (Mondadori, 1972), La convivialita' (Mondadori, 1974), Nemesi medica (Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra (Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo (Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso di Illich e' il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley), Eleuthera 1994". Una piu' ampia notizia biografica di Ivan Illich e' nel n. 1262 di questo foglio]

1. Libri
- Descolarizzare la societa', Mondadori, Milano 1972, 1978.
- Rovesciare le istituzioni. Un messaggio o una sfida, Armando Armando Editore, Roma 1973.
- La convivialita', Mondadori, Milano 1974; Red, Como 1993.
- Nemesi medica. L'espropriazione della salute, Mondadori, Milano 1977, Red, Como 1991.
- Illich risponde dopo "Nemesi medica", (a cura di Luigi Bovo e Pia Bruzzichelli), Cittadella, Assisi 1978.
- Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978.
- Per una storia dei bisogni, Mondadori, Milano 1981.
- Il genere e il sesso. Per una critica storica dell'uguaglianza, Mondadori, Milano 1984.
- Lavoro-ombra, Mondadori, Milano 1985.
- H2O e le acque dell'oblio, Macro Edizioni, Umbertide 1988.
- Nello specchio del passato, Red, Como 1992.
- Nella vigna del testo. Per una etologia della lettura, Cortina, Milano 1994.
- Disoccupazione creativa, Red, Como 1996.
*
2. Alcuni contributi in libri collettivi
- "L'altra faccia della carita'" e "Metamorfosi del clero", in America latina: parole come armi, Jaca Book, Milano 1968.
- "Capovolgere le istituzioni", in Illich in discussione, a cura di G. Cavallini, Emme Edizioni, Milano 1974.
- "Descolarizzare, e poi?", in Descolarizzare, e poi? Contro l'abuso conservatore del concetto di descolarizzazione, a cura di G. Cavallini, Emme Edizioni, Milano 1978.
- "Le professioni mutilanti", in AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978.
- "Il diritto alla disoccupazione creativa", in Autocostruzione e tecnologie conviviali, Clueb, Bologna 1980.
- "Il valore vernacolare", in Il potere di abitare, Libreria Editrice Fiorentina, Rimini 1982.
- "La metamorfosi del pagano, ovvero l'intolleranza terapeutica", in L'intolleranza: uguali e diversi nella storia, a cura di P. C. Bori, Il Mulino, Bologna 1986.
- "Bisogni", in Dizionario dello sviluppo, a cura di W. Sachs, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998.
*
3. Prefazioni a libri di altri
- Prefazione a Wolfgang Sachs, Scuola dell'obbligo e controllo sociale, Cittadella, Assisi 1980.
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4. Alcuni articoli e interviste
- Legge anglo-americana e societa' conviviale, in "Humanitas", n.3, marzo 1972.
- La societa' desiderabile, in "Bozze 79", Edizioni Dedalo, novembre 1979.
- Intervista a Illich, in "A. Rivista anarchica", aprile 1980.
- Incontro con Ivan Illich, in "Testimonianze", n. 222, 3/1980.
- Il silenzio e' una zona di liberta' collettiva, in "Tandem", n. 15/16, Bolzano 1984.
- Riflessioni sull"era tecnologica, in "Azione nonviolenta", n. 8/9, 1984.
- L'ossessione della salute perfetta, in "Le monde Diplomatique", marzo 1999.
- Non sappiamo piu' ascoltare, intervista di Mauro Suttora, in "Libertaria", anno 3, n. 4, ottobre-dicembre 2001.
- Prigionieri della liberta', discorso pronunciato l'8 novembre 1996 al Netherlands Design Institute di Amsterdam, in "Libertaria", anno 3, n. 4, ottobre-dicembre 2001.
- Intervista ad Ivan Illich, ne "L'inventario della Fierucola", 21/22, agosto 2002.
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Appendice
- David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich. Un profeta contro la modernita', Eleuthera, Milano 1994.
 

4. MEMORIA. GIANNOZZO PUCCI RICORDA IVAN ILLICH

[Dal sito www.ilcovile.it riprendiamo il seguente testo, li’ apparso col titolo “Il pensiero di Ivan Illich”]

 

Ivan Illich e' morto a Brema il 2 dicembre scorso [2002 - ndr]. La sua instancabile ricerca e riflessione fino all’ultimo istante di vita e' stata motivata da un grande amore per l’essere umano e ispirata dal cristianesimo. Era questo che gli permetteva di riconoscere le piu' subdole coartazioni della liberta' prodotte da quella ideologia burocratico - professional - politico - tecnologica che e' la religione modernista, con i suoi sacerdoti (i professionisti e gli scienziati), le sue divinita' (il profitto, la scienza, il progresso, lo sviluppo), le sue liturgie (i regolamenti burocratico amministrativi) e la sua lingua (la statistica) in contrasto con la parola, il Verbo. Egli ha smascherato questo neopaganesimo come una degenerazione della chiesa cattolica, sorta di anti-chiesa e anti-cristo che ha trasformato la persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, in un essere larvale pieno di bisogni definiti e risolti da esecutori di regolamenti e da tecnostrutture.

Il mondo moderno, secondo Illich, non e' affatto laico ma inserito completamente dentro la storia della chiesa come "corruptio optimi pessima", e fa parte di quel "misterium iniquitatis" con cui siamo costretti a convivere consci che "le porte dell’inferno non prevarranno", ma non per questo giustificati per i nostri tradimenti. Una volta mi confido' che credeva di essere uno dei pochissimi preti di sua conoscenza, se non l’unico, rimasto fedele al giuramento antimodernista, lui che pure affermava categoricamente l’incoerenza del giuramento col vangelo.

Verso la meta' degli anni ’70, Jacques Monod, circondato da tutta la sua corte intellettuale, invito' a cena Illich che considerava il massimo genio del pensiero economico-sociale del XX secolo. Ivan scateno' tutto il suo disprezzo fin quasi alla maleducazione e se ne ando' a meta' pasto. Avevano ragione tutti e due: Illich a manifestare la sua incompatibilita' contro chi credeva che l’uomo fosse un numero uscito a caso dalla roulette dell’evoluzione; Monod a considerare Illich il gigante del pensiero sociale moderno.

Un aspetto straordinario della sua analisi e' che pur riducendo in polvere i castelli ideologici liberali, marxisti e fascisti senza usare nulla della strumentazione marxista e senza quasi nominarli, ma solo analizzandone gli effetti, Illich non elabora una dottrina, ma solo una proposta di temi d’investigazione, perche' (di nuovo senza dirlo) la pars construens a cui si riallaccia il suo pensiero esiste gia' da quasi mille anni nell’opera di San Tommaso d’Aquino, percio' compatibile col vangelo che invita a non farsi chiamare maestri perche' uno solo e' il nostro Maestro.

L’impegno di Illich nel campo delle idee e dell’amicizia, piuttosto che nell’azione sociale, derivava dalla consapevolezza che lo scontro fondamentale e' nel cuore umano, da cui nascono e in cui si riflettono i pensieri che guidano poi le scelte personali e politiche, e poi non si fidava della possibilita' di convertire le istituzioni attuali con la politica, senza una profonda deistituzionalizzazione e rivoluzionaria umanizzazione della societa'. Dalle sue intuizioni sono derivate, per iniziativa di altri, parziali attuazioni istituzionali come la legge Basaglia in Italia, che ha dato buoni frutti ma i cui limiti nascono anche da una societa' circostante in cui e' stata sistematicamente emarginata e perseguitata l’autonomia comunitaria.

Illich, nonostante la sua giovanile ammirazione per La Pira, e' rimasto sempre contrario a una concezione neoguelfa della politica. Forse la degenerazione della tecnostruttura sociale la considerava cosi' avanzata da superare quella dell’impero romano nei primi secoli del cristianesimo e quindi era portato a riproporre in chiave moderna l’anatema contro lo stato pagano. Se si pubblicheranno gli atti delle giornate di studio tenute a Camaldoli nel maggio 2002 emergeranno meglio le sue idee al riguardo.

I principali aspetti delle istituzioni che impongono a tutti gli obblighi della civilta' industriale, sono stati da lui studiati con una capacita' di passare, mediante la stessa ipotesi di lavoro, da un ambito all’altro di ricerca, che e' stata anche uno dei piu' importanti insegnamenti trasmessi ai suoi studenti in un’epoca dove si tende solo a insegnare la specializzazione.

E’ stato definito in molti modi: sociologo, economista, scienziato della politica, ideologo della tecnica, perche' male si adattava alle correnti definizioni, in realta' era un uomo che riflette sulle ragioni ultime di cio' che vede intorno a se', ma fece cancellare il termine "filosofo" dal passaporto dopo che un arabo gli si era buttato ai piedi folgorato da quella parola. Alla fine si adatto' a farsi definire "storico": non tanto per il dottorato giovanile in storia all’Universita' di Salisburgo su Toynbee, ma perche' ogni suo lavoro e' stato basato su profondissime e innovative ricerche storiche, che non hanno concesso nulla a una visione evoluzionista della storia.

Una grande influenza sulla sua riflessione e scelte personali hanno avuto Dostoyevsky e Jacques Maritain, insieme all’incontro con i fondamenti della fede nell’opera di Romano Guardini che fu il tema della sua tesi di teologia.

Il rapporto difficile ma sostanziale con la chiesa emerge nell’incipit del suo intervento di apertura al seminario di Camaldoli: "Spero di parlare come figlio della Chiesa, non parlo come teologo. Essere teologo nella Santa Chiesa e' un mandato, non e' una competenza. Io non ho questo mandato. Ho studiato la mia teologia. Sono stato quel teologo nel Concilio Vaticano II che ogni giorno s’incontrava con i quattro cardinali presidenti. Ho rinunciato a questo incarico in mezzo a una sessione quando la Santa Chiesa non poteva decidersi di dire che produrre la bomba atomica e' un peccato orribile come produrre i preservativi di gomma. Ho detto 'non posso continuare qui', facendo un piccolo disegno mal fatto, non disegno bene, da un lato un pene semiflaccido con un preservativo, dall’altro un missile che parte con una bomba e sotto la scritta 'Est ne contra natura?' per far capire semplicemente la mia domanda. Ma cio' non toglie che quello che avro' da dire sulla posizione della Chiesa nella storia dell’occidente, come elemento essenziale di quello che chiamiamo oggi l’occidente, e' detto da un figlio triste che vuol essere fedele e che vede nelle macchie della sua madre, la Chiesa, solamente una ragione per credere piu' fortemente, per ammirare Gesu' che nella sua prescienza deve avere saputo che cosa sara' la Chiesa e nonostante questo me l’ha data come madre unica e senza la quale... dico questo affinche' non vi sia un dubbio sulla mia buona volonta' di essere un uomo di fede".

La riflessione di Illich alla luce di Maritain e S. Tommaso rappresenta oggi l’asse portante del discernimento per un’azione sulla societa' moderna ispirata al Vangelo.

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Notizia

Ivan Illich era nato a Vienna il 4 settembre 1926 da padre croato e cattolico, proprietario di terre che appartenevano da secoli alla famiglia nell’isola dalmata di Brazza, e da madre ebrea sefardita. Nel 1941 con la madre e i fratelli dovette lasciare l’Austria a causa delle leggi razziali e venne a Firenze.

Qui fini' le scuole secondarie al liceo scientifico "Leonardo da Vinci" e inizio' l’universita' con studi di istologia, cristallografia, e per proprio conto psicologia e storia dell’arte; qui maturo' la scelta del sacerdozio.

Nel 1943 comincio' a Roma i corsi all’Universita' Gregoriana, risiedendo al Collegio Capranica.

Ordinato sacerdote nel 1951 chiese di essere assegnato alla diocesi di New York e fu nominato viceparroco in una parrocchia dove stava iniziando l’arrivo di molti immigrati portoricani a cui si dedico' con grande passione. In questo periodo collaboro' con Jacques Maritain, sostituendolo quando era impossibilitato per malattia a tenere le lezioni a Princeton su S. Tommaso d’Aquino. Nel 1956 si trasferi', come prorettore, all’Universita' Cattolica di Portorico. Nel 1959, a 33 anni, divenne uno dei piu' giovani monsignori del tempo, ma nel 1960 lascio' l’isola anche per la sua opposizione a un modello di chiesa locale "yankee" in una societa' latinoamericana, che lo aveva portato allo scontro con la gerarchia cattolica del luogo e in particolare col vescovo di Ponce, James McManus, che aveva preso posizione in occasione delle elezioni locali.

Tornato a New York divenne delegato per il settore ricerche del presidente della Fordham University e nel 1961 mise in piedi, in Messico a Cuernavaca, il Centro Interculturale di Documentazione (Cidoc) per preparare i preti alle missioni in America Latina, specialmente dopo un esplicito invito del papa a che almeno uno su dieci dei religiosi nordamericani si mettessero al servizio della parte sud del continente. Illich ne rimando' a casa la meta' giudicandoli inadatti all’impegno missionario, perche' incapaci di liberarsi dai postulati del benessere consumista e della societa' industriale nordamericana. Ciononostante il Centro esercito' una grande attrazione sui giovani sacerdoti prima, e successivamente su tutta la generazione degli anni ’60 e ‘70, diventando uno dei punti piu' avanzati nel mondo sullo studio della modernita' e dei problemi chiave della societa' occidentale.

Partendo da un’ispirazione assolutamente non marxista ma cristiana, divento' molto efficace nel combattere la politica colonialista del modello americano/occidentale di societa'. In un episodio mai completamente chiarito s’insinuo' nei rapporti fra Stati Uniti e Chiesa per salvare persone, fra cui dei preti, sottoposte alla tortura in regimi dittatoriali del sudamerica. Sfuggi' a piu' di un attentato e, dopo la morte del cardinale di New York Spellmann che aveva sempre nutrito una grande fiducia nella sua devozione e impegno, nel 1968 fu chiamato a Roma davanti al Sant’Uffizio per un processo da cui usci' prosciolto, ma a causa delle sue critiche all’organizzazione istituzionale della Chiesa sulla rivista americana dei gesuiti gli furono tolti i finanziamenti, dopo di che Illich recise ogni legame fra il Cidoc e la Chiesa.

Nel gennaio 1969 il Sant’Uffizio vieto' ai preti di seguire i corsi del Cidoc. Due mesi dopo, in una lettera aperta pubblicata dal "New York Times", Illich rinuncio' unilateralmente a tutti i suoi titoli, benefici e servizi ecclesiastici, smise di dire messa, conservando l’impegno alla preghiera quotidiana del breviario. Non chiese mai la riduzione allo stato laico, non fu mai sospeso, ma e' rimasto fino alla fine nell’elenco dei sacerdoti incardinati nella diocesi di New York.

La sua divento' quindi da allora una missione "in partibus infidelium" cioe' in una zona di frontiera della chiesa.

Il primo libro di Illich, pubblicato alla fine degli anni ’60, riguarda appunto la Chiesa nel processo di trasformazione della societa' moderna (The Church, change and development).

Il secondo, del 1970, intitolato Celebration of Awareness (Celebrazione della consapevolezza: un appello alla rivoluzione istituzionale), e' contro le certezze delle istituzioni che imprigionano l’immaginazione e rendono insensibile il cuore.

Poi, nel 1971, esce Descolarizzare la societa' che e' stato al centro del dibattito pedagogico internazionale con la tesi che la scuola produce la paralisi dell’apprendimento e danneggia i ragazzi, educandoli a diventare meri funzionari della macchina sociale moderna. Convinto che il sistema educativo occidentale fosse al collasso sotto il peso della burocrazia, dei dati e del culto del professionalismo, combatteva i diplomi, i certificati, le lauree, insieme all’istituzionalizzazione dell’imparare. Affermava che un adulto sarebbe in grado di apprendere i contenuti di dodici anni di scuola in uno o due anni.

Del 1973 e' La convivialita', il testo fondamentale dell’ecologia politica, in cui si dimostra che l’origine di ogni inquinamento industriale sta nei divieti e ostacoli alle culture solidaristiche e comunitarie di uso della natura che contengono la chiave per un percorso di liberazione.

Energia ed equita' esce l’anno dopo concentrandosi sull’analisi del sistema dei trasporti e vi si dimostra come elevate quantita' di energia degradino le relazioni umane con la stessa ineluttabilita' con cui inquinano la natura.

Nemesi medica, del 1976, esamina i danni alla salute prodotti dalla crescita dell’organizzazione sanitaria, uno degli aspetti della nocivita' dello sviluppo industriale. Il sistema medico della societa' moderna non e' solo produttore di danni alla salute con terapie spesso menomanti, ma anche con la medicalizzazione della vita come sostituzione dei necessari provvedimenti politici per rendere l’ambiente salubre.

Per una storia dei bisogni e' del 1978 e descrive la modernizzazione della miseria, cioe' l’organizzazione dell’impotenza del cittadino ad agire autonomamente per la crescente dipendenza da merci e servizi industriali la cui necessita' e' imposta da una casta di esperti.

Ancora del 1978 e' Il diritto a una disoccupazione creativa in cui si dimostrano le ambiguita' storiche su cui si fonda la moderna identificazione del lavoro col lavoro salariato. Solo distruggendo questo tabu' si potranno creare le condizioni per una piena occupazione.

Lavoro ombra, del 1981, sviluppa ancora il tema della formazione della scarsita' attraverso la distruzione delle comunanze, su cui, nel loro aspetto di lavoro domestico femminile, si riposa il lavoro salariato, trasformandole appunto nella propria ombra sfruttata.

In Genere e sesso, del 1982, la scomparsa del genere maschile e femminile e l’invasione dei rapporti fra uomo e donna da parte del sesso e' dimostrata come la decisiva condizione dell’ascesa di un modo di vivere dipendente da merci prodotte industrialmente.

Del 1984 e' H2O e le acque dell’oblio, dove si dimostra storicamente come l’acqua, da sostanza inesauribile che alimentava il corpo insieme allo spirito e all’immaginazione, e' divenuta una formula inquinata di chimica industriale, dalla cui depurazione dipende la sopravvivenza umana.

Nel 1992 escono altri due libri importanti: Nello specchio del passato, che svela le radici storiche dei luoghi comuni della modernita' dimostrando la loro inconsistenza; e Conversazioni con Ivan Illich a cura di D. Cayley, in cui tutto il suo itinerario si svela con accenti nuovi.

Infine, nel 1993 esce l’ultimo libro Nella vigna del testo, che sara' particolarmente ricordato anche dai medioevalisti come uno straordinario commento al Didascalicon di Ugone di S. Vittore sul passaggio dalla lettura monastica a quella scolastica.

Non si contano gli articoli, i seminari, gli incarichi in numerose universita' americane ed europee, i corsi e le conferenze.

Nell’ultima lettera mi scrive:

"Il tanto lavoro per l’edizione completa dei miei scritti e per il volume che raccoglie quelli degli ultimi dieci anni procede lentamente. In parte per la fatica a cui non sono abituato, ma piu' ancora per tre ragioni:

- io stesso in relazione a molti paragrafi direi le cose altrimenti nel 2002;

- concentrandomi su questo lavoro mi rendo conto con che velocita' cambiano le 'certezze' assiomatiche in questo decennio e...

- invecchiare, nella mia generazione, credo che sia qualcosa senza precedenti: per le epoche distinte che abbiamo traversato".

Nel terzo punto si sente l’eco di quello straniamento dal proprio popolo, dalla propria terra e cultura che Illich ha sofferto e vissuto in modo speciale ma che rappresenta anche le sofferenze dei milioni che negli ultimi decenni sono stati colonizzati dalla civilta' dei consumi.

Non avremo la gioia della sua compagnia a Firenze questo Natale, come accadeva oramai quasi regolarmente da diversi anni, qui avrebbe voluto morire ed essere sepolto, ma le circostanze hanno deciso altrimenti.

Non e' morto del cancro alla faccia che gli ha tormentato il trigemino per quasi vent’anni ma in pochi secondi, probabilmente di un arresto cardiaco, con accanto le carte del lavoro che stava ultimando.
 
5. APPELLI. IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento.

Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.

Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235.

*

Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 
6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riedizioni
- Nicolao Bonini, Constantinos Hadjichristidis, Il sesto senso. Emozione e ragione nella decisione, Il sole 24 ore, Milano 2009, 2010, pp. XXII + 126, euro 9,90.
 
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
9. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 229 del 22 giugno 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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