Telegrammi. 192



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 192 del 16 maggio 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Oggi tra Perugia e Assisi
2. Oggi a Viterbo
3. Anche forze di polizia e magistratura intervengano in modo adeguato e tempestivo per individuare cause e responsabili dell'inquinamento del lago di Vico
4. Primo Levi: La bambina di Pompei
5. Danilo Dolci ricorda Aldo Capitini
6. Franco Fortini: Canto degli ultimi partigiani
7. Arianna Marullo: Vita di Mario Sironi, pittore
8. "Azione nonviolenta"
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
 
1. INIZIATIVE. OGGI TRA PERUGIA E ASSISI
 
Oggi tra Perugia e Assisi l'assemblea itinerante di innumerevoli persone di volonta' buona dira' ancora una volta che la guerra e' nemica dell'umanita'. Dira' ancora una volta che vi e' una sola umanita'.
E chiamera' alla lotta contro la guerra in corso, chiamera' alla lotta contro il colpo di stato razzista in Italia.
Chiamera' alla scelta della nonviolenza, alla forza della verita'. Chiamera' all'insurrezione nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa di tutto il vivente, della biosfera casa comune.
Questa e' la marcia Perugia-Assisi come la penso' e l'ha resa reale Aldo Capitini.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
 
2. INCONTRI. OGGI A VITERBO
 
Oggi, domenica 16 maggio 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgera' il ventiquattresimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
L'incontro si svolge in contemporanea con la marcia Perugia-Assisi ed ampia parte di esso sara' dedicata alla marcia, alla sua storia, al suo significato, alla figura e all'opera del suo ideatore e primo organizzatore Aldo Capitini.
All'incontro partecipa il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
 
3. RIFLESSIONE. ANCHE FORZE DI POLIZIA E MAGISTRATURA INTERVENGANO IN MODO ADEGUATO E TEMPESTIVO PER INDIVIDUARE CAUSE E RESPONSABILI DELL'INQUINAMENTO DEL LAGO DI VICO
 
Leggendo e ascoltando i resoconti degli incontri istituzionali e delle conferenze pubbliche sulla situazione delle acque del lago di Vico (che riforniscono anche gli acquedotti dei comuni circumlacuali di Caprarola e Ronciglione) tre cose sono particolarmente inquietanti.
La prima: la gravita' della questione, che ormai e' sotto gli occhi di tutti e non puo' piu' essere nascosta.
La seconda: come vi siano ancora pubblici amministratori e burocrati (e manutengoli di vario rango) che fanno di tutto per negare l'evidenza, con strategie di mistificazione che non esitano a ricorrere alla menzogna marchiana e alla minaccia proterva.
La terza: l'incredibile ritardo nel prendere provvedimenti improrogabili.
Sara' necessario chiedersi perche'. Ne parleremo tra poco.
*
Nel parlamento italiano e in quello europeo
In queste ultime settimane vari parlamentari del parlamento nazionale e di quello europeo di tutti gli schieramenti politici hanno presentato interrogazioni e preso posizione perche' si proceda immediatamente ad un adeguato monitoraggio, e perche' si prendano al piu' presto gli indispensabili e urgenti provvedimenti suggeriti gia' da molti mesi dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente", associazione cui va il merito di aver contribuito in decisiva misura a sensibilizzare con rigorose argomentazioni scientifiche le istituzioni e l'opinione pubblica.
Dall'on. Scilipoti dell'Italia dei valori che ha presentato due interrogazioni il 29 settembre 2009 e il 10 marzo 2010, agli on. Roberto Rao e Mauro Libe' dell'Udc che hanno presentato un'interrogazione il 22 aprile, dal parlamentare europeo Sergio Berlato del Pdl che ha presentato un'interrogazione il 28 aprile, ai senatori Felice Belisario, Fabio Giambrone, Giampiero De Toni e Aniello Di Nardo dell'Idv che hanno presentato un'interrogazione il 29 aprile 2010, dall'europarlamentare Lorenzo Fontana della Lega che ha presentato un'interrogazione il 4 maggio 2010 all'europarlamentare del Pd David Sassoli che ha tenuto una conferenza a Ronciglione, ed altri ancora hanno gia' dichiarato il loro impegno e stanno predisponendo interventi, vi e' ormai un'ampia convergenza parlamentare a Roma ed a Strasburgo-Bruxelles nel richiedere interventi a tutela della salute della popolazione di Caprarola e Ronciglione e per la bonifica dell'ecosistema lacustre di Vico.
E nel documento di riferimento comune di tutte queste iniziative, l'esposto a suo tempo indirizzato dall'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ai Ministri dell'Ambiente e della Salute, si trovano i riferimenti essenziali per le fondamentali iniziative da assumere con la massima tempestivita'.
*
Perche'?
Sic stantibus rebus, perche' vi sono ancora personaggi investiti di pubblici poteri che giocano alla sottovalutazione, alla mistificazione, allo scaricabarile, al depistaggio sulla pelle dei cittadini? E perche' non si adottano con la massima urgenza tutti gli interventi di controllo, di informazione, di tutela sanitaria e di risanamento ambientale su cui le figure piu' consapevoli ed autorevoli delle varie istituzioni variamente responsabili si dicono d'accordo?
Forse vi e' un'interpretazione semplice e chiara per questa incoerenza, per questo lassismo, per questo scaricabarile, per questi ritardi.
Ed e' la seguente: che gli inquinatori del lago hanno goduto di estese complicita' istituzionali.
Che vi sono rappresentanti e dipendenti di pubblici poteri che hanno omesso controlli e provvedimenti necessari e doverosi.
Che vi sono personaggi che per insipienza, o irresponsabilita', o lassismo, o corruzione, o cointeressenza, hanno tenuto mano ai soggetti che hanno messo a rischio l'ecosistema e la salute dei cittadini, che hanno provocato una situazione disastrosa dal punto di vista ambientale e di reale pericolo dal punto di vista sanitario.
*
Cause e responsabili. Intervengano forze di polizia e magistratura
Molte possono essere le cause dello status quo: dagli agenti contaminanti presenti nel sottosuolo del deposito militare Nbc all'abuso della chimica in agricoltura; da eventuali inadeguate reti fognarie a eventuali sversamenti illegali di sostanze tossiche.
Per far piena luce su tutti questi aspetti appare necessario ed urgente che intervengano in modo efficace e tempestivo, oltre alle istituzioni specificamente preposte ad ambiente e salute, infrastrutture e gestione dell'acqua, anche le competenti forze di polizia e le competenti magistrature con le attivita' investigative e d'inchiesta ad esse proprie, ed i conseguenti interventi di prevenzione e penali.
 
4. MEMORIA. PRIMO LEVI: LA BAMBINA DI POMPEI
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 549]
 
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
 
20 novembre 1978
 
5. MAESTRI. DANILO DOLCI RICORDA ALDO CAPITINI
[Nuovamente riproponiamo questa poesia, del ciclo "Sopra questo frammento di galassia", che abbiamo estratto da Danilo Dolci, Poema umano, Einaudi, Torino 1974 (nuova edizione aumentata), pp. 187-188. Ne esistono altre versioni, poiche' come e' noto Danilo Dolci nel suo costante maieutico ricercare frequentemente ripensava e riscriveva i suoi testi (cfr., ad esempio, la versione sensibilmente piu' breve in Idem, Creatura di creature. Poesie 1949-1978, Feltrinelli, Milano 1979, p. 92)]
 
Ne sento il vuoto.
Era morto un bimbo, di fame:
recline sulle braccia della madre gialla,
il latte trovato in farmacia scivolava sulle labbruzze
inerti - era tardi.
Terribilmente semplici avevamo deciso
di metterci al posto del piccolo, uno dopo l'altro,
fin che non si apriva lo spiraglio del lavoro
per tutti: nella stanza terrana del vallone
tra la gente stupita (curiosavano i piccoli
il prete era sparito,
il medico e i notabili tentavano velare
con la parola intossicazione
per continuare a parassitare tranquilli il paese,
i giovani meditavano,
mi piangevano i vecchi - perche', tu? -,
sentivo, sotto, un pozzo senza fondo)
dopo giorni la postina e' venuta
con una lettera, di uno sconosciuto,
firmata Aldo Capitini.

Poi l'ho incontrato, in alto nella torre
del Comune a Perugia,
la dimora del padre campanaro:
era impacciato a camminare
ma enormemente libero e attivo,
concentrato ma aperto alla vita di tutti,
non ammazzava una mosca
ma era veramente un rivoluzionario,
miope ma profeta.
 
6. MEMORIA. FRANCO FORTINI: CANTO DEGLI ULTIMI PARTIGIANI
[Da Franco Fortini, Foglio di via, Einaudi, Torino 1946, 1999, p. 32, riprendiamo questo testo del 1945 (da ultimo ristampato anche in Franco Fortini, Versi scelti. 1939-1989, Einaudi, Torino 1990, p. 15)]

Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati
Nell'acqua della fonte
La bava degli impiccati.

Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull'erba secca del prato
I denti dei fucilati.

Mordere l'aria mordere i sassi
La nostra carne non e' piu' d'uomini
Mordere l'aria mordere i sassi
Il nostro cuore non e' piu' d'uomini.

Ma noi s'e' letta negli occhi dei morti
E sulla terra faremo liberta'
Ma l'hanno scritta i pugni dei morti
La giustizia che si fara'.
 

7. PROFILI. ARIANNA MARULLO: VITA DI MARIO SIRONI, PITTORE

[Ringraziamo Arianna Marullo (per contatti: ariannamarullo at tiscali.it) per averci messo a disposizione questo suo saggio originariamente pubblicato in occasione della mostra "Sironi. Mito e modernita'" (a cura di Mariastella Margozzi e Romana Sironi) che si e' tenuta presso Palazzo Granafei-Nervegna a Brindisi dal 13 febbraio al 2 maggio 2010 (catalogo edito da Fabbrigrafica Adv).
Arianna Marullo e' una delle piu' autorevoli collaboratrici del Centro di ricerca per la pace di Viterbo; dottoressa in beni culturali, lungo un decennio e' stata fondamentale animatrice del centro sociale "Valle Faul", forse la piu' rilevante, appassionante ed innovativa esperienza di solidarieta' concreta, di convivenza delle differenze, e di promozione della dignita' umana che ci sia stata a Viterbo negli ultimi decenni, caratterizzata dalla scelta della nonviolenza; negli ultimi anni lavora a Roma nell'ambito della critica d'arte e dell'attivita' museale, della valorizzazione di esperienze culturali e di artisti sovente negletti, e dell'allestimento di rassegne e mostre, contribuendo anche - con la perizia e l'acribia che le sono proprie - a ricerche e cataloghi; e' tra le promotrici dell'associazione nonviolenta "We have a dream"]
 

Mario Sironi nasce a Sassari il 12 maggio 1885, secondo di sei figli: Cristina, Edoardo, Marta, Guido ed Enrico Ettore. I Sironi si trovano in Sardegna perche' il padre Enrico, lombardo, ingegnere del Genio Civile, e' impegnato nella realizzazione del Palazzo della Prefettura e della Provincia di Sassari. La madre Giulia, di origine toscana, era figlia di Ignazio Villa, poliedrica figura di architetto, astronomo, scultore e inventore, la cui personalita' avra' una forte influenza sull’artista. Nel 1886 la famiglia Sironi lascia la Sardegna e si trasferisce a Roma, dove Mario compie gli studi. Nel 1898, mentre la madre e' in attesa del sesto figlio, Enrico Ettore, il padre muore di polmonite. A quest’anno risalgono i primi disegni di Mario; uno dei suoi primi olii, datato 1899, e' un Paesaggio. Si interessa agli scritti di Nietzsche e Schopenhauer, Heine e Leopardi, mentre in campo musicale nutre una particolare passione per Wagner, la cui “opera d’arte totale” influenzera' l’idea di sintesi delle arti concepita da Sironi negli anni Trenta.

Nel 1902, dopo il diploma all’Istituto Tecnico di via San Pietro in Vincoli, decide di iscriversi alla facolta' di Ingegneria che abbandonera' nel 1903, sofferente di disturbi nervosi, per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Incoraggiato dallo scultore Ettore Ximenes e dal pittore Antonio Discovolo, amici di famiglia, dipinge quadri di impostazione divisionista. Frequenta la Scuola Libera del Nudo di via di Ripetta, dove conosce Umberto Boccioni, Gino Severini e Giacomo Balla. Nel 1905 partecipa all’Esposizione della Societa' degli Amatori e Cultori di Belle Arti a Roma con le opere Paesaggio e Senza luce. Nello stesso anno inizia la sua feconda attivita' di illustratore, eseguendo alcune tavole per la rivista “La Lettura” e tre copertine per il periodico “L’Avanti della Domenica”. In questi anni casa Sironi e' frequentata da artisti e letterati, tra cui Cipriano Efisio Oppo, Vincenzo Costantini (che sposera' la sorella Marta), Filippo Tommaso Marinetti, Anton Giulio Bragaglia oltre a Boccioni, Balla e Severini. Grazie all’ospitalita' e al sostegno del cugino medico Torquato Sironi, nel 1906 soggiorna a Milano. Frequenta Boccioni e si reca con lui a Parigi, dove approfondisce la conoscenza della pittura francese.

L’esempio di Cezanne e del postimpressionismo, in particolare di Pisarro, influenza il modo di dipingere di Sironi tra il 1908 e il 1911; si tratta di una pittura divisionista simile a quella di Balla, ma piu' larga e densa, il cui esempio piu' emblematico puo' essere identificato nell’Autoritratto con paglietta. In questi anni si reca tre volte in Germania, a Erfurt; la seconda volta, nel 1910, fa visita allo scultore tedesco Tannenbaum, che aveva frequentato a Roma. Illustra la novella di Alfredo Panzini Il mantello di Socrate, pubblicata nel 1912 su “Noi e il Mondo”, rivista con cui collaborera' fino al 1914.

Le opere di Sironi, tra il 1913 e il 1914, denunciano l’influsso di Boccioni e delle suggestioni cubiste, ma anche della grafica degli espressionisti tedeschi, conosciuti nei suoi soggiorni in Germania. Aderisce al movimento futurista e prende parte con sedici opere all’“Esposizione libera futurista” presso la Galleria Sprovieri di Roma. Nel 1914 conosce Matilde Fabbrini, insegnante di francese e sua futura moglie. Tramite Marinetti, tornato da un viaggio in Russia, conosce il cubofuturismo russo. La pittura di Sironi pian piano comincia a discostarsi dal futurismo di Boccioni e dal cromatismo di Balla; predilige colori dai toni scuri, foschi, tutta la gamma delle terre e mantiene, nonostante la frammentazione dell’immagine, una grande solidita' costruttiva. Opere fortemente scomposte plasticamente come Autoritratto (1913), Plastica di una testa (1913) e Camion (1914), ben rappresentano questo momento del percorso dell’artista. Sironi in questo stesso periodo esegue anche opere di matrice realistica, come il Ritratto del chimico inglese R. Klein, marito della sorella Cristina. In una lettera del 26 marzo 1915 Marinetti comunica a Severini che insieme a Carra', Balla e Boccioni, ha deciso che Sironi entrera' a far parte del gruppo dirigente futurista. Sironi si trasferisce a Milano e inizia a collaborare come disegnatore alla rivista “Gli Avvenimenti”.

*

Il 24 maggio l’Italia entra in guerra e l’artista si arruola volontario nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e Automobilisti; l’anno successivo viene destinato a Torino, alla Scuola Allievi Ufficiali del Genio. Il 26 ottobre 1915 firma con Marinetti, Boccioni, Luigi Russolo e Antonio Sant’Elia il Manifesto interventista L’Orgoglio Italiano. Nel 1916 sulla rivista “Gli Avvenimenti” Boccioni loda l’opera di Sironi illustratore, di cui elogia la potenza plastica e lo spirito ironico, citando anche la sua opera pittorica. Durante una licenza, nel 1917, trascorre una vacanza a Villa Sarfatti al Soldo, vicino al Lago di Como, punto di ritrovo di artisti e intellettuali; in questa occasione incide diverse puntasecche che ritraggono Margherita Sarfatti e suo marito Cesare, oltre ad altri frequentatori della villa, come la poetessa Ada Negri, con cui manterra' un’affettuosa amicizia, e lo scrittore e commediografo Massimo Bontempelli. Nel 1918-1919 e' mandato come ufficiale sul fronte orientale del Montello. Pur non avendo ancora concluso l’esperienza futurista, la sua pittura di questo periodo rivela una riflessione sulla Metafisica, spogliata dei suoi elementi onirici e letterari. Il 1919 e' un anno denso di importanti avvenimenti per Sironi. A luglio sposa a Roma Matilde Fabbrini, dalla quale avra' due figlie, Aglae e Rossana. Ha la sua prima personale alla Casa d’Arte Bragaglia in via Condotti; sulla rivista “Valori Plastici” la mostra e' aspramente criticata da Mario Broglio. Si trasferisce a Milano e partecipa alla “Grande Mostra Futurista” di Palazzo Cova con quattordici opere, molte delle quali ispirate alla recente esperienza bellica. La sua attivita' di illustratore diviene intensa: inizia a collaborare con la rivista “Ardita” e con il periodico “La Fiamma Verde”.

L’11 gennaio 1920 firma, insieme a Leonardo Dudreville, Achille Funi e Russolo, il Manifesto Contro tutti i ritorni in pittura, in polemica con la rivista “Valori Plastici”, che puo' essere considerato il primo passo verso la genesi del Novecento Italiano; frequenta il "salotto" milanese della Sarfatti, futura animatrice del movimento. Nel marzo dello stesso anno insieme a Bucci, Carra', Carpi, Dudreville, Funi, Gigiotti Zanini, Leto, Livi, Martini e Russolo (tra gli altri) espone a Milano alla Galleria Gli Ipogei; la prefazione al catalogo e' della Sarfatti. Nelle opere esposte da Sironi in questa occasione (tra cui Camion, Il tram, Il cavaliere, Paesaggio urbano con vigile, Paesaggio urbano con donna) la figura umana viene costruita dall’artista architettonicamente e la luce e' utilizzata per conferire drammaticita' al contrasto tra spazio e figure.

In questi anni Sironi inaugura nei suoi dipinti un nuovo tema, quello delle periferie e dei paesaggi urbani, immagini deserte e inquietanti della citta' moderna, dove raramente e' presente, isolata, la figura umana. Nelle sue opere si avverte l’influenza degli espressionisti nordici, in particolare di Erich Heckel e di Constant Permeke ma anche di Derain, Matisse, Vlaminck.

Tra il dicembre 1920 e il gennaio 1921 partecipa insieme ai futuristi alla “Exposition Internationale d’Art Moderne” di Ginevra con due composizioni plastiche, che saranno esposte anche alla Mostra dei Futuristi italiani a Parigi presso la Galerie Reinhardt. Prende parte insieme a Giorgio de Chirico, Ardengo Soffici e Boccioni, alla “Rassegna d’Arte Italiana” a Praga. Dal 1921 collabora come illustratore con il periodico “Domando la Parola!” poi diventato “I Lunedi' del Popolo d’Italia”. Nel 1922 diviene disegnatore e grafico del quotidiano “Il Popolo d’Italia” e comincia la collaborazione con il periodico “Gerarchia”, che durera' fino al 1937. Nello stesso anno, sostenuto da Margherita Sarfatti e promosso dal gallerista milanese Lino Pesaro, nasce il gruppo de “I Sette Pittori del Novecento”, di cui Sironi fa parte con Bucci, Dudreville, Funi, Gian Emilio Malerba, Piero Marussig, Ubaldo Oppi. Il gruppo propone un “ritorno all’ordine” e una ripresa della tradizione primitivista (Giotto, Masaccio) e rinascimentale in funzione della forma-volume, senza per questo rifiutare le esperienze delle avanguardie storiche. Il risultato di questa poetica e' un realismo privo di fini sociali, una sorta di sublimazione del quotidiano. Il gruppo esordisce nel 1923 alla Galleria Pesaro, con una mostra organizzata dalla Sarfatti alla cui inaugurazione e' presente Benito Mussolini. Nello stesso anno la “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” chiama Sironi tra i suoi illustratori; anche questa collaborazione avra' lunga durata, terminera' infatti con la chiusura del periodico nel 1943. Nel 1924, alla XIV Biennale di Venezia, “I Sette Pittori del Novecento” ottengono un proprio spazio espositivo ma Oppi lascia il gruppo ed espone in una sala personale. In questa occasione Sironi presenta quattro opere fondamentali per comprendere la poetica del movimento, L’Architetto, L’Allieva, Figura e Venere, in cui protagonista e' la figura nella sua ascendenza classicista. Nello stesso anno esordisce come scenografo per Marionette che passione! di Rosso di San Secondo al Teatro del Convegno di Milano e progetta scene e costumi per l’opera, che pero' non andra' in scena, I Cavalieri di Aristofane per il Teatro della Piccola Canobbiana. Inizia ad illustrare anche libri, La casa della nonna per le edizioni Vallecchi e Storia di un micio bigio per la Bemporad, attivita' che proseguira' nel corso degli anni (La rivoluzione che vince e Risorgimento dell’Italia nel 1934, Le piccole corna nel 1948, Crisaline nel 1949, Issione nel 1956.).

Nel 1925 la Sarfatti identifica nel gruppo dei Pittori del Novecento un vero e proprio movimento artistico che battezza Novecento Italiano; il suo libro Segni, colori e luci tratta ampiamente dell’opera di Sironi. L’artista partecipa alla III Biennale romana con Il povero pescatore, un soggetto ricorrente nei suoi dipinti. Nel 1926 Sironi e' presente con tre opere (Esopo, Il silenzioso e Solitudine che viene acquistata dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma) alla “Prima Mostra d’Arte del Novecento Italiano” al Palazzo della Permanente a Milano, di cui realizza il manifesto; partecipano centodieci artisti su centoquaranta invitati. Da questo momento partecipera' a tutte le mostre di Novecento all’estero: Parigi, Nizza, Ginevra, Budapest, Berlino, Zurigo, Berna, Basilea, Parigi, Helsinki, Stoccolma, Oslo, Amsterdam, Buenos Aires. Nel 1927 prende parte alla formazione del Sindacato Lombardo Fascista per le Belle Arti. Nello stesso anno espone alla mostra “Italienische Maler” al Kunsthaus di Zurigo (per cui realizza anche il manifesto) e all’“Exposition d’artistes italiens contemporains” che si tiene al Musee Rath di Ginevra; con caricature e illustrazioni create per “Il Popolo d’Italia” partecipa alla “III Mostra Internazionale di Arti Decorative” di Monza. Su “Il Popolo d’Italia” pubblica, alla fine dell’anno, il suo primo articolo di critica. Nel 1928 insieme a Bernasconi, Carra', Funi, Marussig, Salietti e Tosi e' presente alla mostra “Sette Pittori Moderni” presso la Galleria Milano. Partecipa alla XIV Biennale di Venezia con nove opere, due delle quali sono acquistate dalla Civica Galleria d’Arte Moderna di Venezia e dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Ancora nel 1928, in collaborazione con l’architetto Giovanni Muzio, cura l’allestimento del padiglione italiano in occasione della mostra “Pressa” a Colonia e, sempre con Muzio, il padiglione de “Il Popolo d’Italia” alla Fiera Campionaria di Milano. Nel 1929, con la partecipazione di centosedici artisti, si svolge la “Seconda Mostra del Novecento Italiano” al Palazzo della Permanente a Milano; Sironi vi espone due figure e una composizione. Nel maggio dello stesso anno inaugura l’Esposizione Internazionale di Barcellona, di cui Sironi cura l’allestimento per la Stampa italiana con Muzio, riprendendolo da quello di Colonia. Si lega sentimentalmente a Mimi' (Maria Alessandra) Costa, conosciuta a Milano.

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Nel 1930 Sironi fa parte del direttorio della IV Triennale di Monza, per cui realizza l’allestimento della “Mostra delle Arti Grafiche”. Prende parte alla XVII Biennale veneziana con cinque opere (La pesca, L’uomo, Il pescatore, Paese e Pascolo). La casa editrice Hoepli pubblica la prima monografia dedicata a Sironi, scritta da Giovanni Scheiwiller. Ancora nel 1930 progetta le scene per il dramma-balletto L’Isola meravigliosa di Ugo Betti, rappresentato a Milano al Teatro Manzoni; da questo momento inizia una intensa attivita' di progettazione di scenografie, e in alcuni casi anche di costumi, per il teatro: Lucrezia Borgia di Donizetti (1933), Tosca di Puccini (1935), Madonna Imperia di Arturo Rossato e Franco Alfano (1936), Luisa Miller di Verdi (1937), Dottor Faust di Ferruccio Busoni (1941), Tristano e Isotta di Wagner (1946), I Lombardi alla Prima Crociata di Verdi (1948), Medea e Il ciclope di Euripide (1949); nel 1950 il XIII Maggio Fiorentino mette in scena il Don Carlos di Verdi riproponendo in toto le scenografie sironiane dell’edizione del 1942. Nel 1931 ha una sala personale alla I Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma con ben ventinove opere, alcune delle quali vengono acquistate da musei pubblici, ma non riceve alcun riconoscimento da parte della giuria. Vince il secondo premio alla “XXX Internazionale di Pittura” promossa dal Carnegie Institute di Pittsburgh, dove espone I pescatori e La bagnante. Il 1931 e' un anno importante anche per quel che riguarda l’arte monumentale: realizza i cartoni per la sua prima commissione pubblica, la vetrata del Ministero delle Corporazioni a Roma, che ha per tema La Carta del Lavoro; viene incaricato di dipingere due teleri, L’Agricoltura e L’Architettura, terminati nel 1934, per il Palazzo delle Poste a Bergamo costruito da Angiolo Mazzoni, dove si trovano attualmente; si inaugura il Palazzo dei Sindacati Corporativi di Milano, per la cui facciata aveva progettato due grandi altorilievi. Nel 1932 “Il Popolo d’Italia” pubblica il celebre articolo Pittura murale, nel quale Sironi affronta la questione della necessita' storica e sociale della pittura murale. A Roma nel Palazzo delle Esposizioni ha luogo la “Mostra della Rivoluzione Fascista”, di cui Sironi cura l’allestimento e disegna il manifesto, riscuotendo grandi consensi di critica. In questo anno e' presente alla Biennale di Venezia con sette opere, tra cui Il pastore, La pesca, Eremo e Cupola e partecipa alla mostra “22 artistes italiens modernes” alla Galleria Bernheim di Parigi; da questo momento e' presente in numerose rassegne all’estero e sue opere vengono acquistate da importanti musei italiani e stranieri.

Nel 1933 fa parte del direttorio della V Triennale Internazionale dell’Architettura e delle Arti Decorative di Milano, insieme a Carlo Alberto Felice, Muzio e Gio Ponti; sede della manifestazione e' il Palazzo dell’Arte, progettato dallo stesso Muzio. Sironi, oltre alcuni elementi esterni, cura l’allestimento di diverse sale e degli spazi dedicati alla pittura murale e alla scultura decorativa, nei quali chiama ad operare, tra gli altri, Carra', Massimo Campigli, de Chirico, Depero, Funi, Severini, Libero Andreotti, Marino Marini, Arturo Martini, Romano Romanelli. Esegue in questa circostanza nella Sala delle Cerimonie il suo primo affresco monumentale Il lavoro o Le opere e i giorni (distrutto subito dopo per far spazio a un nuovo allestimento) e realizza dodici bassorilievi in cemento colorato e sei in gesso per il Padiglione della Stampa, realizzato da Luciano Baldessari. In questa occasione sulle pagine de “Il Popolo d’Italia” e di “Regime fascista” scoppia una violenta polemica con il gerarca Roberto Farinacci sul movimento di Novecento, il cui stile e' ritenuto dall’ex segretario del partito fascista “anti-italiano” e “giudaico”; Sironi ne paghera' le conseguenze con la perdita della rubrica di critica d’arte su “Il Popolo d’Italia” e l’esclusione dalle successive edizioni della Biennale di Venezia. Nello stesso anno firma con Funi, Carra' e Campigli il Manifesto della pittura murale, pubblicato su “La Colonna”, nel quale gli artisti affermano la funzione educativa della grande pittura murale.

Nel 1934, insieme a Muzio e a Pagano, allestisce la Sala dell’Aviazione all’“Esposizione dell’Aeronautica Italiana” al Palazzo dell’Arte di Milano; entra a far parte del gruppo di lavoro dell’architetto Carminati per la progettazione, mai realizzata, del Palazzo Littorio. Nello stesso anno pubblica un articolo in difesa della pittura murale, Arte ignota, sulla “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia”.

Dopo una elaborata fase progettuale, nel 1935 Sironi dipinge ad affresco L’Italia fra le Arti e le Scienze nell’abside dell’Aula Magna dell’Universita' La Sapienza di Roma, di Marcello Piacentini; sulla “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” pubblica Racemi d’oro, uno scritto sui mosaici di Ravenna, riferimento importante per le opere che sta realizzando. Allestisce insieme a Muzio il Salone d’Onore alla “Mostra Nazionale dello Sport” a Milano. Ancora nel 1935 e' presente con venti disegni alla II Quadriennale romana.

Nel 1936 cura l’allestimento del Padiglione della Fiat alla XVII Fiera Campionaria di Milano e partecipa alla rassegna “Pittura Moderna Italiana” a Villa Olmo di Como. Pubblica Secolo Undecimo, un saggio dedicato all’unita' delle arti, sulla “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia”. Nello stesso anno si dedica alla realizzazione di grandi mosaici: La Giustizia tra la Legge, La Verita', L’Impero e il Fascismo per il Palazzo di Giustizia di Milano e, per la VI Triennale milanese, la parte centrale del mosaico L’Italia Corporativa, che terminato (otto metri per dodici) sara' presentato all’“Esposizione Universale di Parigi” nel 1937 e poi collocato nella sede milanese del “Popolo d’Italia”, dove ancora si trova; nella stessa occasione espone anche un bassorilievo in gesso, L’Italia Colonizzatrice, nella sezione Italia d’Oltremare. Prosegue la sua attivita' di muralista realizzando l’affresco L’Italia, Venezia e gli Studi nell’Aula Magna dell’Universita' di Ca’ Foscari a Venezia, progettata da Carlo Scarpa. Cura l’allestimento del Padiglione Italiano alla Mostra “Schaffen des Volk” a Duesseldorf. Si consolida in quest’anno la collaborazione di Sironi con la Fiat, che proseguirà fino al 1950, con l’incarico di progettare il manifesto per la “1100”.

Il 1938 e' un anno dedicato all’arte monumentale: realizza i cartoni per la vetrata dell’Annunciazione per la cappella dell’Ospedale Maggiore di Niguarda a Milano; esegue, in collaborazione con Arnaldo Carpanetti, una serie di pitture murali sul tema del lavoro per la “Mostra del Dopolavoro” al Circo Massimo a Roma; dopo termina gli affreschi Rex Imperator e Dux nella Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di guerra a Roma, costruita da Marcello Piacentini. Inizia a progettare nel 1939 i rilievi marmorei per la facciata e le decorazioni per l’interno del palazzo milanese sede de “Il Popolo d’Italia” (oggi Palazzo dei Giornali), costruito dall’architetto Giovanni Muzio, che saranno conclusi nel 1942.

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Tra il 1941 e il 1942 esegue dei bozzetti per il manifesto dell’Esposizione Universale di Roma (Eur) che si sarebbe dovuta tenere nel 1942, ma che non ebbe luogo per via della guerra; per l’occasione Sironi era stato incaricato di progettare un’opera monumentale per il Palazzo delle Forze Armate. In questo periodo partecipa a diverse mostre collettive a Cortina, Genova, Firenze, Venezia e Milano. Nel 1943 alla Galleria del Milione a Milano, presentato in catalogo da Massimo Bontempelli, espone dodici tempere da lui stesso definite “frammenti di opere murali”. Durante il conflitto mondiale Sironi riprende la pittura da cavalletto, dove tornano temi gia' affrontati dall’artista, i paesaggi urbani, i gasometri, i nudi, le montagne, filtrati attraverso l’influsso della Metafisica e resi con una pittura materica e pastosa. Nel 1944, nella serie “Pittori e scultori italiani contemporanei” per le edizioni della Conchiglia, esce la monografia di Sironi scritta da Luciano Anceschi. Nel 1945, dopo l’insurrezione di Milano, sfolla a Dongo. Nonostante la profonda amarezza per il crollo dei suoi ideali civili e politici, nel 1946 riprende la sua attivita': ha una personale alla Galleria L’Annunciata di Milano, espone alla Galleria del Cavallino di Venezia, partecipa alla I Biennale mediterranea di Palermo e a una collettiva alla Galleria Borromini di Como; fonda, insieme a Carra', Casorati, De Grada e Margotti, la Biennale Nazionale d’Arte di Imola. In questo periodo Sironi dipinge soprattutto a tempera, tecnica che trova piu' congeniale in quanto piu' simile, come effetto, all’affresco. I dipinti di questi anni riflettono una nuova concezione dello spazio, maturata attraverso le esperienze di muralista e scenografo; nascono le composizioni divise in piu' scomparti e linee narrative, dall’impianto monumentale.

Nel 1947 oltre a partecipare a diverse mostre all’estero, illustra con oltre trenta tavole Le laude di Jacopone da Todi per le Edizioni della Conchiglia di Milano. Il 5 luglio del 1948 muore suicida la figlia diciottenne Rossana; questo tragico avvenimento segnera' in modo irreversibile la vita di Sironi. Partecipa alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative promossa dalla Quadriennale di Roma, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in cui espone in due sale: in una insieme ai futuristi, nell’altra presenta tre opere intitolate Pittura. Dipinge un grande olio, La vita in mare, per la sala da pranzo della prima classe della motonave Esperia e l’anno successivo esegue il cartone per un arazzo da collocarsi nella sala di soggiorno della turbonave Conte Biancamano. Nel febbraio del 1949 ha una personale a Genova, nell’omonima galleria, e nel corso dell’anno partecipa a varie collettive in Italia e all’estero, tra cui la “I Mostra Internazionale dell’Art Club di Torino” e il ”Premio Saint Vincent”.

Nel 1950 ha una intensa stagione espositiva: la Galleria L’Annunciata di Milano gli dedica una personale, espone insieme a Ottone Rosai alla Galleria Il Naviglio di Milano e sue opere sono presenti in diverse collettive (“Art Moderne Italien” a Parigi, “Futurismo e Pittura Metafisica” a Zurigo, “Mostra Antologica di Disegni Italiani dal 1900 al 1950” ad Asti, “Art Italien Contemporain” a Bruxelles). Nel 1951 si tiene a Cortina d’Ampezzo la prima edizione del Premio Parigi, di cui e' promotore insieme a Campigli e membro della giuria. Nello stesso anno partecipa alla IX Triennale di Milano con opere grafiche e bozzetti pubblicitari esposti nel Salone Arti Grafiche e Pubblicita'; e' presente alla “Mostra Nazionale di Scenografie Verdiane” a Parma e alla “II Biennale d’Arte Sacra” di Novara.

Nel 1952 Marco Valsecchi invita Sironi a tenere una mostra personale alla Biennale di Venezia; l’artista inizialmente accetta ma poi decide di declinare l’invito. In corrispondenza della grande rassegna veneziana La Galleria del Cavallino di Venezia gli dedica una mostra con opere dal 1922 al 1935. Sironi non aveva autorizzato l’esposizione, e per questo sporgera' denuncia contro la Galleria, ma la mostra verra' interpretata come un atto di sfida alla Biennale.

E’ presente in mostre, personali e collettive, in Italia e all’estero e diverse sue opere vengono acquistate da gallerie e musei italiani e stranieri: Autoritratto del 1913 e Composizione del 1951 dalla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano, Nudi femminili del 1950-1952 dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze, Il sifone del 1915 e Cinque figure del 1937-1938 dalla Tate Gallery di Londra, una Composizione del 1951 dal Museum Art di Toledo (Ohio) e un dipinto analogo dall’Albright Art Gallery di Buffalo. I dipinti di Sironi di questo periodo mostrano una minore attenzione alla figurativita' e un interesse sempre maggiore per la materia, tanto che Michel Tapie' lo inserisce nel suo testo Un art autre, prima ricognizione della pittura informale del dopoguerra.

Alla II Biennale di San Paolo in Brasile del 1953 e' presente con un gruppo di sette dipinti eseguiti tra il 1951 e il 1953; la presentazione in catalogo alla Sala italiana e' di Giovanni Ponti, presidente della Biennale di Venezia. Espone anche a Oslo, Gallarate, Stoccolma, Roma, Genova, Firenze, Ostenda. Ancora nel 1953 la Galleria del Milione a Milano organizza una personale di Sironi itinerante nel nord America che tocca Boston, San Francisco, Colorado Springs, Wilmington, Manchester, Baltimora, Akron.

Nel 1954 riceve dall’Accademia di San Luca il Premio Luigi Einaudi e la Medaglia d’Oro come “benemerito dell’istruzione, della cultura e delle arti” dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nello stesso anno ha una personale alla Galleria del Milione a Milano con tempere dal 1952 al 1954; alla X Triennale di Milano espone i bozzetti per i manifesti della V e della VI Triennale, quello per il Diploma della VI Triennale, oltre a due dipinti degli anni Quaranta, nel Salone d’Onore che celebra “I Trent’anni della Triennale 1923-1954”, ordinato da Agnoldomenico Pica. Ancora nel 1954 partecipa al VI Premio Nazionale di Pittura Golfo di La Spezia; con Carra', Rosai, Fazzini e Guttuso, Sironi e' uno dei componenti della giuria del II Premio Marzotto.

Nel 1955 partecipa a diverse mostre all’estero: con opere recenti alla Mostra d’Arte Italiana di Tokyo, con tre opere degli anni Venti a “Documenta”, alla “Pittsburgh International Exhibition of Contemporary Art” organizzata dal Carnegie Institute, alla Kunsthalle di Berna insieme a opere di Campigli e di Modigliani. In Italia e' presente con otto dipinti degli anni venti nella mostra “Pittura e scultura italiane dal 1910 al 1930”, curata da Giorgio Castelfranco e da Valsecchi in occasione della VII Quadriennale di Roma, ed espone alla “III Mostra Nazionale dell’Associazione Artisti d’Italia”, al Palazzo Reale di Milano. Nello stesso anno viene pubblicata la monografia Mario Sironi pittore di Pica, per la quale l’artista esegue la copertina.

Nel 1956, in occasione della VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, viene insignito della medaglia d’oro; viene eletto membro dell’Accademia di San Luca. Nel 1957 ha una personale alla Galleria Blu di Milano e alla Galleria dello Scudo di Verona; la Marlborough Fine Art Ltd di Londra ospita la mostra “Sironi and Campigli”, con quarantanove opere dell’ultima produzione dell’artista, tra cui diverse moltiplicazioni, composizioni ed evocazioni ritmiche. Nel corso del 1958 espone alla Galleria torinese La Bussola e all’esposizione di pittura contemporanea italiana “Opere scelte di recente e vecchia data” presso la Galleria Bergamini di Milano. Il Comune di Livorno nel 1959 organizza la mostra “Disegni di Mario Sironi” e sue opere figurano nelle rassegne “La Collezione minima di Zavattini” presso La Strozzina a Firenze e “Capolavori d’Arte Moderna nelle raccolte private”, a cura di Valsecchi, presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Torino.

Nel 1960 in occasione della “Mostra Storica del Futurismo” vengono esposte otto opere di Sironi (Autoritratto, Cavaliere, Camion, Composizione con elica, La guerra, L’aeroplano, Atelier delle meraviglie) alla XXX Biennale di Venezia, dove l’artista mancava da ventotto anni. Nello stesso anno partecipa alla mostra sulla pittura italiana del Novecento presso la Galleria Edmondo Sacerdoti di Milano e alla mostra “Arte Italiana del XX secolo da Collezioni Americane” presso il Palazzo Reale di Milano; la Galleria Schwarz di Milano dedica una mostra a Sironi e Picasso. Inizia a dipingere la serie delle apocalissi. Esegue il cartone per un arazzo destinato al salone delle feste della turbonave Leonardo da Vinci.
Nel maggio 1961 riceve dal Comune di Milano il Premio Citta' di Milano; il 6 agosto il Circolo artistico di Cortina d’Ampezzo lo omaggia in una mostra con piu' di cinquanta opere messe a disposizione da collezionisti di Cortina e Venezia. Il 13 agosto Sironi muore e, secondo la sua volonta', viene sepolto nel cimitero monumentale di Bergamo, accanto alla madre e alla figlia Rossana.
 
8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Letture
- Achille Bonito Oliva (a cura di), La natura secondo De Chirico, 24 ore cultura, Milano 2010, pp. 296, euro 19,90.
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Riedizioni
- Jeremy Holmes, John Bowlby e la teoria dell'attaccamento, Raffaello Cortina Editore, Milano 1994, Fabbri-Rcs Libri, Milano 2007, pp. XII + 260, euro 9,90.
- Paolo Legrenzi, Emanuele Arielli (a cura di), Psicologia e management, Il sole 24 ore, Milano 2005, 2010, pp. XII + 260, euro 9,90.
 
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
11. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 192 del 16 maggio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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