Telegrammi. 164



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 164 del 18 aprile 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Banalita' che e' necessario ripetere
2. Oggi a Viterbo
3. La nube
4. Anat Shalev: Donne palestinesi
5. Un'intervista a Cai Yiping sulla sicurezza alimentare e i diritti delle donne in Cina (2009)
6. Un incontro di studio a Viterbo
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" settembre 2009 (parte prima)
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
 
1. EDITORIALE. BANALITA' CHE E' NECESSARIO RIPETERE
 
Diciamole ancora una volta queste due banalita' che e' necessario ripetere.
Chi ha a cuore la vita e i diritti degli esseri umani deve opporsi alla guerra, alla guerra assassina.
Chi ha a cuore la vita e i diritti degli esseri umani deve opporsi al razzismo, al razzismo assassino.
*
Chi non si oppone alla guerra non cianci di pace.
Chi non si oppone al razzismo non cianci di diritti umani.
*
Oggi lo stato italiano sta partecipando in Afghanistan a una guerra, una guerra scellerata. Chiunque non si oppone ne e' complice.
Oggi lo stato italiano sta attuando in Italia una persecuzione razzista, una persecuzione razzista abominevole. Chiunque non si oppone ne e' complice.
*
Cessi la partecipazione italiana alla guerra.
Sia respinto il colpo di stato razzista.
Sia cacciato il governo golpista. Siano allontanati dalle istituzioni i criminali fautori della guerra e del razzismo; e siano processati nelle corti di giustizia e condannati per i crimini contro l'umanita' commessi.
Siano ripristinate nel nostro paese la legalita' e la democrazia.
Siano ripristinati nel nostro paese la civilta' giuridica e il sentimento della comune umanita'.
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
 
2. INCONTRI. OGGI A VITERBO
 
Oggi, domenica 18 aprile 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgera' il ventesimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
Partecipa il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa e' ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
 
3. RIFLESSIONE. LA NUBE
[Riceviamo e diffondiamo]
 
La nube che rivela l'estrema vulnerabilita' del trasporto aereo, sia anche l'occasione per una meditazione sui modelli di mobilita', sui limiti della biosfera, sul fatto che l'umanita' deve compiere scelte ispirate al principio morale del rispetto della natura e dei diritti umani di tutti gli esseri umani (comprese le generazoni future), nella consapevolezza della fragilita' della vita di tutti.
Si cessi di costruire mega-aeroporti nocivi, distruttivi e fuorilegge; si riduca immediatamente e drasticamente il trasporto aereo; si favoriscano le forme di comunicazione e di mobilita' meno inquinanti e piu' sicure, piu' sostenibili e piu' democratiche.
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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 17 aprile 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
 
4. ESPERIENZE. ANAT SHALEV: DONNE PALESTINESI
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento di Anat Shalev apparso su "Israel News" il 9 aprile 2010]
 
“Prima della guerra, le donne si lamentavano della violenza domestica, e ancora ne soffrono. Le donne si preoccupavano della loro sicurezza personale, ma ora la guerra ha creato una situazione ancora piu' difficile e le donne sono diventate meno attente alla violenza diretta contro di loro” (una lavoratrice di Gaza).
La citazione e' tratta dalle interviste realizzate, per conto del Centro per il controllo democratico delle forze armate di Ginevra, con donne palestinesi dal giugno al novembre 2009, come parte di una serie di studi sulle donne di Gaza. La ricerca ha evidenziato che, assieme alla difficile situazione che esse sperimentino in ogni area della loro vita (poverta', sicurezza generale della comunita') le donne riportano un aumento costante della violenza domestica.
E' praticamente impossibile ottenere l'accesso a dati ufficiali sulla violenza domestica a Gaza, e le ipotesi in campo sono dure da digerire. Alla fine del 2009, il “Centro informazione e media delle donne palestinesi” ha reso pubblico uno studio basato su incontri e interviste con 350 donne: il 77% delle intervistate subisce qualche tipo di violenza. Il 52,3% parla di violenza fisica, il 14,6% di violenza sessuale, il 67% di abusi verbali, il 71% di abusi psicologici.
Nonostante questa realta', le voci che chiedono un cambiamento sono a stento udite. Pure, vi sono numerose giovani donne che insistono nell'assumersi responsabilita' e controllo dei loro destini.
“La polizia a volte dice ad una donna che riporta la violenza subita di tornarsene a casa: loro non possono ascoltarla perche' sono impegnati con cose molto piu' importanti dei problemi delle donne. A volte le autorita' puniscono gli uomini violenti, ma le legge in se stessa e' debole, specialmente quando si arriva ai delitti d'onore: le sanzioni sono troppo leggere”, dice Huda Hamuda, che dirige il “Centro informazione e media delle donne palestinesi”.
Nahala (nome fittizio), trentenne, ha subito abusi fisici e mentali da parte del marito per piu' di dieci anni. Per tutto questo tempo ha resistito all'idea di divorziare o di chiedere aiuto per paura e per le pressioni esterne. Infine tre mesi fa non ce l'ha fatta piu', ha divorziato e i bambini le sono stati portati via, com'e' molto comune a Gaza nelle controversie per la custodia dei figli fra ex coniugi. Questa e' una delle ragioni per cui la maggior parte delle vittime di violenza domestica non considera neppure la possibilita' di divorziare.
“Non sono mai andata alla polizia a lamentarmi di lui. Mi aveva minacciata di uccidermi se lo avessi fatto”, racconta Nahala nella sua testimonianza, “Non l'ho mai denunciato e non sono mai andata dalle organizzazioni umanitarie perche' pensavo che nessuno potesse far nulla per me. E avevo paura che mio marito lo scoprisse”. Vi fu un caso, aggiunge, in cui suo marito venne arrestato per averla imprigionata in casa, ma fu rilasciato dopo poche ore. “Il mio cuore e' spezzato, perche' vivo lontana dai miei bambini, ma la mia vita con lui era un inferno. Non tornero' mai laggiu'”.
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Anche prima che le regole “islamiche” di Hamas entrassero nel conto, spiega Huda Hamuda, la violenza contro le donne nella Striscia aveva una ragione fondamentale: la poverta'. Il 40% del milione e 55.000 dei residenti di Gaza non ha un lavoro. “E' difficile immaginare una famiglia di sette persone che vive dignitosamente avendo a disposizione meno di tre dollari al giorno. E si deve tener conto che moltissime di queste famiglie hanno perso le loro case”, continua Hamuda, “Nel 2006 il tasso di donne con un'occupazione era di circa il 14,5%, oggi e' precipitato a meno del 10%. In una realta' del genere, la violenza non e' sorprendente”.
Un'altra delle donne intervistate spiega: “Il marito non e' in grado di rispondere alle richieste della casa, per cui proietta la sua ansia sulla moglie e sui figli. Se mia figlia chiede di ottenere qualcosa a suo padre lui la picchia, perche' non e' in grado di darle quel che vuole. Non e' che la odi veramente, e' che si sente impotente".
La mancanza di opportunita' di lavoro e di istruzione e' un'altra ragione per cui i giovani uomini vanno vagando per le strade in cerca di donne da molestare per noia e frustrazione. Le regole cosiddette islamiche hanno contribuito a peggiorare le cose. Il governo di Hamas sta implementando la “sharia” nella pratica, e lo scorso anno ha approvato un controverso codice “islamico” di comportamento, forzando le donne ad indossare il velo nelle scuole e nei tribunali.
“Sto pensando di mandar via mia figlia dalla Striscia di Gaza perche' lei non indossa l'hijab”, ha raccontato una delle donne intervistate, “E temo che quando esce per strada sia a rischio di subire violenza da qualcuno. Di recente ho saputo di ragazze che sono state picchiate o bruciate dall'acido per non aver indossato l'hijab. Chiedo sempre a mia figlia di prendere un taxi per andare e venire da casa, e a volte mando qualcuno con lei per proteggerla”.
“Quando usciamo, c'e' sempre qualche uomo che ci grida qualcosa su come siamo vestite”, dice un'ulteriore testimone, “Come puoi sentirti sicura se non puoi nemmeno camminare per strada? Ci avvolgiamo la testa nella sciarpa, e il corpo nel jilbab e non serve a niente, continuiamo ad essere inseguite dai commenti sul nostro corpo e sul nostro comportamento”.
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Una delle giovani donne che si rifiutano di accettare la situazione e' Hadia al-Gul, ventiquattrenne, giornalista dell'agenzia di stampa palestinese “Maan”. “Alle donne si richiede di assumere ruoli del tipo maestra d'asilo o infermiera, ma sicuramente una giornalista che si occupa di cronaca, che intervista uomini e lavora con loro, non entra nel conto. Per quanto riguarda il lavoro essere una donna ti e' di impedimento”, racconta Hadia, “A me non e' permesso lavorare di notte, per esempio. Se qualcosa accade durante la notte, io come giornalista non posso recarmi in quel luogo. Durante la guerra volevo intervistare le famiglie che vivono lungo il confine della Striscia, ma il mio capo e la mia famiglia mi hanno impedito di andare. Per la maggior parte delle mie colleghe e' cosi': i loro parenti hanno deciso dove e come devono lavorare, in accordo alle loro diverse affiliazioni religiose, ai loro valori ed al tipo di contatto che c'e' con gli uomini”.
Hadia crede che la situazione economica sia il principale ostacolo a qualsiasi cambiamento a Gaza. “Chi si aspetta che una donna abbia un lavoro quando suo marito e suo padre sono disoccupati? E pure se le donne hanno titoli e abilita' finiscono per essere impiegate non per cio' che hanno studiato e sanno fare, ma in quello che c'e'. Le donne qui desiderano profondamente vivere pienamente le loro vite, esprimere i loro talenti e le loro capacita', essere creative. Io ho amiche avvocate e mediche, che non hanno alcuna opportunita' di lavorare. Le ragazze che si sono specializzate nella comunicazione trovano difficile integrarsi nell'industria. Non ci sono opportunita', ora, per le donne a Gaza. Non c'e' niente, a Gaza, per nessuno. Punto e basta”.
Gli unici raggi di luce per le donne nella Striscia sono le diverse organizzazioni che le aiutano ad uscire dalle condizioni di violenza e poverta'. Il loro numero sta crescendo: oggi se ne contano 25, alcune delle quali finanziate dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni forniscono cure individuali, consulenza legale, alfabetizzazione e training professionali (dall'uso del computer alla ceramica).
Una di queste organizzazione è il Forum creativo delle donne, il cui scopo e' addestrare le donne ad assumere ruoli di leadership mentre lavorano per il cambiamento. Lo scopo dichiarato e' “incoraggiare la creativita' e la riflessione, specialmente nelle esistenze di donne che sono state soggette a oppressive norme 'tradizionali' per tutte le loro vite”. I seminari delle Nazioni Unite che promuovono la discussione sulla violenza domestica vengono seguiti anche da 1.700 donne alla volta.
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Un'altra donna non usuale nel panorama di Gaza e' Nagham Mohanna, ventiquattrenne autrice di documentari, che ha appena terminato di girarne uno sulle storie dei residenti della Striscia. Lo ha realizzato girando in taxi. “E' il posto ideale per incontrare tipi diversi di persone che presentino la loro vita quotidiana alla mia camera da presa”, dice Mohanna. Questa giovane donna e' la star di un altro progetto documentaristico che si chiama “Insonne a Gaza e a Gerusalemme”: si tratta del diario di 90 giorni di vita delle donne a Gaza e nella West Bank, con un nuovo episodio postato su YouTube ogni giorno.
Dietro a quest'ultimo progetto ci sono il regista Ramzi Khoury ed il produttore esecutivo Abdallah Schleifer. Il loro scopo e' “Non arrabbiarsi e predicare, ma dare un'opportunita' a coloro che non vivono in Palestina di capire e vedere i modi in cui le persone vivono, perche' le loro storie non raggiungono mai i giornali per ragioni politiche e populiste. Il programmo documenta il modo in cui le donne palestinesi sperimentano realizzazioni personali e comunitarie, il calore delle amicizie e della famiglia durante i momenti difficili, e le circostanze prodotte dagli embarghi e dall'occupazione”.
Mohanna, ex giornalista, dice che e' stata fortunata perche' e' cresciuta in un ambiente relazionale che le ha dato sostegno, e che le ha permesso di sviluppare le sue abilita' e di esprimersi nel modo che lei sentiva giusto. “Ho cominciato a girare il mio ultimo film sei mesi fa, dopo aver seguito un corso di specializzazione sul lavoro documentaristico. Parte del lavoro consiste nel fare domande difficili sull'identita'. Questo e' duro in generale, ma lo e' particolarmente per le donne, le cui voci non vengono quasi mai ascoltate. Sto dando voce a me stessa, come ragazza palestinese, attraverso i filmati. Tento di mandare alle donne il messaggio che esse possono fare cio' che vogliono, ma che per farlo devono essere capaci di fronteggiare le difficolta' che il loro avanzamento comporta in una societa' “tradizionale”, devono riuscire ad essere creative all'interno di una situazione durissima che comprende un assedio e l'instabilita' economica e politica. Gli uomini non accettano di essere diretti da una donna, ma questo ostacolo l'ho superato, ho provato a chi lavora con me che ho la capacita' di dirigere. Molte persone trovano strana una donna per strada con in spalla la camera da presa, ma io li ignoro e continuo a lavorare".
Mohanna crede che le donne possano uscire dalla marginalita' sociale in cui sono confinate, e persino diventare il centro di progetti nazionali: “Le donne palestinesi, specialmente a Gaza, sono una forte base per il movimento di liberazione. Oggi il loro status e' particolarmente importante, perche' nella difficile situazione che viviamo le donne riescono a trovare soluzioni creative per mantenere le loro case e le loro famiglie. Sono il pilastro centrale di qualsiasi cosa si regga in piedi".
 

5. DIRITTI. UN'INTERVISTA A CAI YIPING SULLA SICUREZZA ALIMENTARE E I DIRITTI DELLE DONNE IN CINA (2009)

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione e adattamento la seguente intervista del luglio 2009 a Cai Yiping, femminista cinese, direttrice esecutiva di Isis International (l'intervista e' apparsa nel sito www.isiswomen.org)]

 

Come descriveresti gli sforzi della Cina in riferimento alla sicurezza alimentare?

Non riesco neanche ad enfatizzare quanto importante e' la sicurezza alimentare per la Cina, un paese che ha la maggior popolazione al mondo. In cinese, c'e' un vecchio detto: "Min Yi Shi Wei Tian", che letteralmente significa “La questione del cibo e' grande come il cielo”. C'e' qualcosa di piu' vasto del cielo? Non c'e'. Percio' non vi e' altra istanza grande quanto quella relativa al cibo. Questo e' il motivo per cui, durante la storia cinese, come produrre abbastanza cibo per nutrire la popolazione e' sempre stata la questione primaria dell'agenda politica. Ha a che fare con le vite delle persone, con la stabilita' dello stato, cosi' come con la crescita economica, giacche' l'agricoltura fornisce i materiali che lo sviluppo e l'industrializzazione richiedono.

Nel contesto sociale e politico cinese, vi sono due obiettivi che necessitano di essere raggiunti per avere sicurezza alimentare: l'autosufficienza per il grano, e incentivi che migliorino i guadagni delle comunita' rurali. Questo nonostante i rischi e le sfide che la Cina incontra da quando si a' unita alla World Trade Organisation (Wto) nel novembre 2001, con degli impegni che la legano in modo molto duro. Oggi come oggi, la maggioranza dei poveri in Cina consiste di agricoltori che vivono in campagna, in special modo donne che vivono nelle aree interne occidentali. La Cina deve modernizzare la sua campagna. Per "modernizzare" non mi sto riferendo solo al miglioramento della produttivita', ma anche delle infrastrutture, di un sistema di sicurezza sociale che copra tutti, incluse le donne, le bambine ed i gruppi marginalizzati.

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La crisi alimentare e la crisi finanziaria, in che modo hanno colpito la Cina?

Penso che queste crisi siano nuovi avvertimenti per i cinesi, su come mantenere sostenibili l'agricoltura e l'economia. Se vogliamo nutrire la Cina dobbiamo garantire un certo ammontare di terra coltivabile: 1,8 miliardi di ettari. Questa e' la “linea rossa”. La Cina dovrebbe recuperare i terreni agricoli persi per l'urbanizzazione, rendendo fertile la terra abbandonata ad un ritmo di 300.000 ettari l'anno. Il problema e' che l'idea di incrementare l'economia cinese viene tradotto con terreni agricoli convertiti in zone industriali. Noi abbiamo un proverbio che dice “Non importa quanto alto un albero puo' crescere, le foglie cadute torneranno sempre alle sue radici”. C'e' un legame fra la tua terra e la tua identita'.

Nel momento in cui la crisi finanziaria si e' diffusa a livello mondiale, si stima che circa 20 milioni dei 130 milioni di lavoratori migranti (i contadini che sono andati nelle citta' a cercare lavoro) hanno perso i loro impieghi. Molti di essi non sanno piu' come coltivare la terra quando tornano nelle aree rurali, perche' hanno lavorato in citta' per un periodo molto lungo. Ogni anno tu vedi migranti che tornano a casa e ci passano le vacanze. Ma dopo il capodanno cinese tornano di nuovo in citta' a cercare un impiego. A causa delle crisi di cui sopra si devono confrontare con due domande: come riuscire a trovare un lavoro in citta'? e: cosa faranno se decidono di tornare definitivamente al villaggio?

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La crisi fornisce opportunita' per la Cina?

Io penso ve ne sia una dovuta alla crisi alimentare. Lo sviluppo della Cina si e' fino ad ora orientato verso l'esportazione. Ma la Cina non puo' essere per sempre manodopera a basso costo o schiavitu' nei laboratori per fornire un servizio alle compagnie economiche transnazionali. Percio', qui c'e' l'opportunita' di mettere in regola le industrie, di ricostruire l'economia.

Poi ci sono i lavoratori migranti di ritorno, uomini e donne che generalmente sono meglio istruiti e piu' consapevoli di leggi e diritti, nonche' più abili nella mobilitazione sociale. Possono essere il motore del cambiamento. La crisi puo' rivelarsi una chance per modernizzare la campagna, democratizzare le comunita' rurali e migliorare l'agricoltura.

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Come descriveresti il ruolo delle donne cinesi rispetto alla sicurezza alimentare?

Se vai in campagna e' usuale notare che le donne sono assai piu' numerose degli uomini. Una volta che si sposino ed abbiano bambini, sono di solito lasciate indietro a curarsi dei figli e degli anziani, e del terreno coltivabile, mentre gli uomini vanno nelle citta' in cerca di lavoro. Questa “femminizzazione” dell'agricoltura sta andando avanti da vent'anni. Poiche' l'agricoltura non e' un'industria fiorente e dagli alti profitti, la gente che lavora nei campi ha di norma a disposizione scarsa tecnologia e reddito basso. In molti modi l'agricoltura resta svalutata e le donne restano discriminate. Per cui essere una contadina e' essere svalutata due volte. Le donne delle comunita' rurali non solo producono, ma riproducono. Hanno cura di bambini e vecchi. Questo ed altri ruoli all'interno delle case non sono mai stati pienamente riconosciuti da chi decide in politica, dalle comunita', e neppure dalle stesse famiglie. Alle donne devono essere fornite maggiori risorse, di modo che possano destreggiarsi meglio e avere eguaglianza di benefici.

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Quali sono le prospettive per l'accesso delle donne alla proprieta' della terra?

E' una questione che e' diventato imperativo risolvere, perche' tocca davvero tantissime donne. Il loro accesso ai diritti sulla terra viene reso insicuro dai matrimoni e dalle migrazioni. Anche se sono membri della comunita' a pieno titolo, il loro diritto alla loro terra non e' mai completamente riconosciuto. Ora un mucchio di terreno viene venduto ad investitori o al governo, e chi vende deve ricevere un compenso, per cui stanno girando un mucchio di soldi su questa storia. Ma non si tratta solo di un problema economico. E' una questione di diritti umani, di discriminazione di genere. Per esempio, anche se una donna non e' sposata, si presume che si sposera' e se ne andra' dal villaggio in cui e' registrata. Per cui non ha diritti sulla terra. E se si sposa, entra nella famiglia e nella comunita' del marito, dove dovrebbe avere quei diritti, e non li acquista neppure li'. Questa “eteronorma” e' profondamente iscritta nella cultura, ma e' rinforzata da interessi economici e politici. Si tratta di privare di diritti i gruppi marginalizzati. In effetti sono i parenti delle donne, i padri, i fratelli, che rifiutano di intitolare loro la proprieta' della terra, perche' i loro interessi economici sono legati a tale sistema familiare patriarcale. Questo spiega in buona parte le ragioni della preferenza per i figli maschi, gli aborti selettivi, eccetera.

Non e' paradossale? Tutte queste pratiche discriminatorie possono essere fatte passare per “democrazia”. Poiche' lo status delle donne e' basso, esse non possono parlare per se stesse. Non hanno rappresentanti, o ne hanno pochissime, nei comitati di villaggio, dove le dispute vengono risolte con la “regola della maggioranza” e dove le idee patriarcali sono dominanti. Ma io credo che questo circolo vizioso possa essere interrotto dall'istruzione, dal rinforzarsi della consapevolezza, dall'uso delle leggi e dalla promozione della partecipazione femminile.

Dobbiamo avere il coraggio di dire che vi e' discriminazione di genere e violazione dei diritti umani delle donne. Cambiare una cultura patriarcale dalle radici profonde e' la più grande sfida che abbiamo di fronte in Cina. E' la nostra rivoluzione non finita.
 
6. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
 
Si e' svolto venerdi' 16 aprile 2010 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace", un incontro di studio su linguaggio e tecnologie, pratica artistica nella cultura di massa, impegno civile per i diritti umani con gli strumenti della comunicazione.
Nel corso dell'incontro sono state esaminate particolarmente le opere e le riflessioni di alcuni artisti americani del Novecento.
 
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Letture
- Andrea Mecacci, Introduzione a Andy Warhol, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. IV + 202, euro 12.
- Silvia Vegetti Finzi, La stanza del dialogo. Riflessioni sul ciclo della vita, Casagrande, Bellinzona 2009, pp. 192, euro 14,50.
 
9. MATERIALI. INDICE DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" SETTEMBRE 2009 (PARTE PRIMA)

* "Minime", numero 930 del primo settembre 2009: 1. Cadendo le scaglie dagli occhi; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Wislawa Szymborska: Esempio; 6. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" agosto 2009 (parte prima); 7. Riedizioni: Mario Calabresi, Spingendo la notte piu' in la'; 8. Riedizioni: Johann Gottlieb Fichte, Saggio di una critica di ogni rivelazione. La destinazione dell'uomo. Discorsi alla nazione tedesca; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 368 del primo settembre 2009: 1. Giuliano Pontara: Definizione di violenza e nonviolenza nei conflitti sociali (1977) (parte seconda e conclusiva); 2. Et coetera.
* "Legalita' e' umanita'", numero 25 del primo settembre 2009: 1. Sotto gli occhi di tutti; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Enrico Pugliese presenta "Regole e roghi" di Annamaria Rivera.
* "Minime", numero 931 del 2 settembre 2009: 1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 3. Cosa fare; 4. Stefano Rodota': Quando il potere teme il controllo; 5. Giancarla Codrignani: Obiezione di coscienza 2009; 6. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" agosto 2009 (parte seconda); 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Coi piedi per terra", numero 224 del 2 settembre 2009: 1. Per rinfrescare la memoria di ministri ed amministratori locali; 2. Tre uomini in barca (per non parlar dell'Enac); 3. Un abbecedario per Marrazzo, Mazzoli e Marini; 4. Costantino Cossu: La morte con le ali; 5. Costantino Cossu: Il Neuron, micidiale macchina da guerra; 6. Pietro Calvisi: A rischio di estinzione; 7. Costantino Cossu: Is Angurtidorgius; 8. Antonella Litta: Ancora una lettera alla Asl di Viterbo sulla situazione delle acque del lago di Vico; 9. Marinella Correggia: Il mare di plastica; 10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
* "Legalita' e' umanita'", numero 26 del 2 settembre 2009: 1. Contrastare il colpo di stato razzista, con la forza della legalita'; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Stefano Liberti: Il diritto d'asilo finisce nel centro di detenzione.
* "Minime", numero 932 del 3 settembre 2009: 1. Nella Ginatempo ricorda Teresa Sarti; 2. Sergio Paronetto ricorda Teresa Sarti; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" agosto 2009 (parte terza e conclusiva); 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 273 del 3 settembre 2009: 1. Per Teresa Sarti; 2. Anna Maffei: Adesione all'appello dei tre giuristi per la liberta' di stampa; 3. Monica Lanfranco: Killer in famiglia. Il patriarcato assassino; 4. Maurizio Matteuzzi: Storia di Mabel e di Penny; 5. Enrica Rigo presenta "Campi di forza" di Alessandra Sciurba; 6. Graziella Pulce presenta "Real World" di Kirino Natsuo; 7. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 8. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 9. Cosa fare.
* "Legalita' e' umanita'", numero 27 del 3 settembre 2009: 1. La Commissione Europea ha chiesto chiarimenti alle autorita' italiane su norme della legge n. 94 segnalate con gli esposti contro le misure razziste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza"; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Peppe Sini: Denunciamo e contrastiamo il colpo di stato razzista. Difendiamo la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Difendiamo la legalita' costituzionale, la democrazia, la civilta' giuridica.
* "Minime", numero 933 del 4 settembre 2009: 1. Mao Valpiana: 2 ottobre 2009. Giornata mondiale della nonviolenza. Iniziativa comune del Movimento Nonviolento; 2. "Azione nonviolenta" di agosto-settembre; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. Emergency ricorda Teresa Sarti; 7. Silvio Mengotto: Le religiose nella Resistenza; 8. Letture: Nando dalla Chiesa, Album di famiglia; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 369 del 4 settembre 2009: 1. Aldo Capitini: Teoria della nonviolenza (parte prima); 2. Et coetera.
* "Legalita' e' umanita'", numero 28 del 4 settembre 2009: 1. Peppe Sini: Una insurrezione nonviolenta in difesa della legalita' e dell'umanita'; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Gabriele Del Grande: Immigrati, sangue e torture nelle carceri libiche; 6. Federica Fantozzi intervista Shukri Said; 7. Giovanni Bianconi: La regola dell'umanita'; 8. Luigi Offeddu: La Commissione Europea e la Convenzione di Ginevra.
* "Minime", numero 934 del 5 settembre 2009: 1. Maria G. Di Rienzo: Il silenzio dei giornali; 2. Mentre; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. Tommaso Di Francesco intervista Fabio Mini; 7. Luigi Manconi: Profughi deportati dall'Italia e torturati in Libia; 8. Giancarla Codrignani: Intervento nel dibattito dell'Associazione "Orlando"; 9. Gianpasquale Santomassimo ricorda Luigi Cortesi; 10. Un nuovo libro di Chiara Ingrao; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 370 del 5 settembre 2009: 1. Aldo Capitini: Teoria della nonviolenza (parte seconda e conclusiva); 2. Et coetera.
* "Legalita' e' umanita'", numero 29 del 5 settembre 2009: 1. Il Tribunale penale di Pesaro rinvia alla Corte Costituzionale la norma sui reati di ingresso e soggiorno illegali; 2. Peppe Sini: Contro la barbarie razzista; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare.
* "Minime", numero 935 del 6 settembre 2009: 1. Di cosa consiste la guerra; 2. Contro il colpo di stato razzista; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. Luisa Muraro: Se quello che ci interessa e' un'opposizione femminile; 7. Loris Campetti ricorda Oscar Marchisio; 8. Francesco Garibaldo ricorda Oscar Marchisio; 9. Liliana Moro presenta "Tra femminile e materno: l'invenzione della madre" a cura di Carla Busato Barbaglio e Maria Luisa Mondello; 10. Francesco Stella presenta "Cicerone. La parola e la politica" di Emanuele Narducci; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 232 del 6 settembre 2009: 1. Il Museo storico della Liberazione ricorda Elvira Sabbatini Paladini; 2. Vasily Aksenov; 3. Luigi Onori ricorda Gianni Basso; 4. Hyman Bloom; 5. Steve Della Casa ricorda Armando Ceste; 6. Roberto Silvestri ricorda Roberto Fandinho; 7. Cristina Piccino ricorda Jean-Andre' Fieschi; 8. Gabrielle Lucantonio ricorda Maurice Jarre; 9. Tom Hayden ricorda Ted Kennedy; 10. Maria Teresa Carbone ricorda Frank McCourt; 11. Sergej Michalkov; 12. Annamaria Rivera ricorda Michele Romito; 13. Luigi Onori ricorda George Russell; 14. Gianfranco Capitta ricorda Peter Zadek.
* "Legalita' e' umanita'", numero 30 del 6 settembre 2009: 1. Ne' campi di concentramento, ne' deportazioni, ne' apartheid; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Giuseppe Culicchia: Il medico che accarezza i clandestini; 6. Francesco Mezzapelle: Pescatori di uomini; 7. Raffaele Nogaro: L'accoglienza non deve essere mai negata; 8. Giulio Vittorangeli: Ripristinare la legalita' costituzionale; 9. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia; 10. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti.
* "Minime", numero 936 del 7 settembre 2009: 1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 3. Cosa fare; 4. Floriana Lipparini: La sfera della polis, la voce delle donne; 5. Francesca Ortalli intervista Joumana Haddad; 6. Maurizio Matteuzzi ricorda Christian Poveda; 7. Jon Sobrino ricorda Ignacio Ellacuria; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 371 del 7 settembre 2009: 1. Maria Paola Guarducci: Letteratura sudafricana oggi; 2. Francesca Lazzarato: Letteratura spagnola oggi; 3. Valentina Parisi: Letteratura tedesca oggi.
* "Legalita' e' umanita'", numero 31 del 7 settembre 2009: 1. Peppe Sini: Di alcuni errori da non commettere; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Alcune religiose ed alcuni religiosi cattolici: "Il Signore protegge lo straniero" (Salmo 146); 6. Giovani musulmani d'Italia: Solidarieta' per i profughi migranti; 7. Sinodo delle chiese metodiste e valdesi: Ordine del giorno con riferimento critico alla legge 94/2009 sulla sicurezza, e di solidarieta' con gli immigrati.
* "Minime", numero 937 dell'8 settembre 2009: 1. Il Presidente della Camera dei Deputati ha trasmesso alla Commissione parlamentare competente l'esposto contro il favoreggiamento dello squadrismo; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Wislawa Szymborska: Tutto; 6. Piero Viotto: Presenza paolina in Jacques Maritain; 7. Roberto Finelli presenta "L'ultimo Marx" di Enrique Dussel; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 372 dell'8 settembre 2009: 1. Alessandro Bassini: Letteratura svedese oggi; 2. Elio Miracco: Letteratura albanese oggi; 3. Gabriella Steindler Moscati: Letteratura israeliana oggi.
* "Legalita' e' umanita'", numero 32 dell'8 settembre 2009: 1. Carlo Sansonetti: Digiuno e preghiere per i migranti; 2. Peppe Sini: Una settimana di digiuno e preghiere. L'iniziativa di don Carlo Sansonetti ad Attigliano; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare.
* "Minime", numero 938 del 9 settembre 2009: 1. Il primo passo della civilta'; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Genti di pace": Le morti nel Mediterraneo e il rischio della disumanizzazione; 6. Paolo Naso ricorda Martin Luther King (2008); 7. Fawziyya Abu Khalid: Cordone ombelicale; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 373 del 9 settembre 2009: 1. Giorgio Amitrano: Letteratura giapponese oggi; 2. Francesca Lazzarato: Letteratura messicana oggi; 3. Isabella Mattazzi: Letteratura francese oggi.
* "Legalita' e' umanita'", numero 33 del 9 settembre 2009: 1. La persecuzione razzista in corso; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Enzo Mangini intervista Laura Boldrini; 6. Annamaria Rivera: Questo processo di deumanizzazione; 7. Fulvio Vassallo Paleologo: Chi sostiene i carnefici diventa un carnefice.
* "Minime", numero 939 del 10 settembre 2009: 1. Donne e uomini delle "Citta' vicine": Umano, non piu' umano; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Augusto Cavadi: Insegnanti meno violenti; 6. Annachiara Valle intervista Camillo De Piaz (2007); 7. Caterina Ricciardi presenta "Il dio degli incubi" di Paula Fox; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 274 del 10 settembre 2009: 1. Lea Melandri: Il silenzio del femminismo o sul femminismo?; 2. Alessandra Bocchetti: Non basta l'indignazione, e' necessario che le donne governino; 3. Seyla Benhabib: Diritti umani e societa' civile globale; 4. Vittoria Prisciandaro: Ricerca teologica femminista in Europa.
* "Legalita' e' umanita'", numero 34 del 10 settembre 2009: 1. Il razzismo e' un crimine; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. Alessandra Pieracci: Una lettera del Presidente del Tribunale dei minori di Genova.
 
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
11. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 164 del 18 aprile 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it