Minime. 977



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 977 del 18 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
3. Cosa fare
4. Umberto De Giovannangeli intervista Tanya Lokshina su Anna Politkovskaja
5. Maurizio Schoepflin ricorda Abraham Joshua Heschel (2007)
6. Benedetto Vecchi presenta "La destra sociale da Salo' a Tremonti" di
Guido Caldiron
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

4. MEMORIA. UMBERTO DE GIOVANNANGELI INTERVISTA TANYA LOKSHINA SU ANNA
POLITKOVSKAJA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo la seguente intervista apparsa sul quotidiano "L'Unita'" dell' 8
ottobre 2009 col titolo "Anna e gli altri, uccisi perche' cercavano la
verita'" e il sommario "Le sue riflessioni intrecciano ricordi personali e
considerazioni politiche. Tre anni fa veniva assassinata una giornalista
coraggiosa: Anna Politkovskaia. 'L'Unita'' ricorda Anna, il suo impegno, il
suo coraggio, assieme a Tanya Lokshina, giornalista, collaboratrice del
"Guardian", vicedirettrice di Human Rights Watch (Hrw) Russia. Tanya
Lokshina ha partecipato a Roma al Convegno organizzato dalla Commissione
straordinaria per i Diritti Umani del Senato presieduta da Pietro Marcenaro,
su 'Informazione, opinione pubblica, diritti umani'"]

- Umberto De Giovannangeli: Tre anni dopo, cosa e' rimasto del lavoro di
Anna Politkovskaia?
- Tanya Lokshina: Occorre ricordare che grazie al lavoro svolto da Anna
Politkovskaia e' stato possibile scoprire dei fatti sconvolgenti sulla
seconda guerra di Cecenia. Inoltre ci sono stati moltissimi casi di
violazioni dei diritti umani ed e' stata proprio Anna Politkovskaia che ha
permesso di rendere pubblici questi fatti sia in Russia che nel resto del
mondo, perche' altre associazioni russe non erano neanche riuscite a venire
a conoscenza dei fatti che si erano svolti in Cecenia.
*
- Umberto De Giovannangeli: Qual e' il ricordo di Anna come giornalista e
come donna?
- Tanya Lokshina: C'e' un documentario che e' stato fatto su Anna, che si
chiama "Lettera ad Anna". Si tratta dell'opera di un documentarista
svizzero, e una delle persone intervistate era il direttore di "Novaja
Gazeta", il giornale per cui lavorava Anna. Nell'intervista veniva rivolta a
lui la stessa domanda che lei mi ha fatto: qual e' la prima cosa che le
viene in mente riguardo alla personalita' di Anna Politkovskaia...
*
- Umberto De Giovannangeli: E quale fu la risposta del direttore?
- Tanya Lokshina: La prima cosa che ha detto, senza neanche pensarci un
attimo, e' stato: era una donna incredibilmente bella. Una donna che
appariva e si muoveva come una modella. Ed era anche una donna che era mossa
da una ricerca ossessiva della giustizia. Era una donna che voleva anche
vivere una vita normale, che amava i figli e che era molta lieta di avere
avuto la notizia che stava per diventare nonna. Pero' quando si trovava di
fronte a un caso di ingiustizia, semplicemente non poteva fare a meno di
agire, era assolutamente motivata ad agire. Lei sapeva benissimo che recarsi
in Cecenia durante la seconda guerra cecena era una cosa estremamente
pericolosa. Anna voleva fermarsi a un certo punto, avrebbe voluto ma non ce
l'ha fatta, anche perche' c'erano moltissime persone che la chiamavano o che
le scrivevano per chiederle il suo intervento, il suo aiuto.
*
- Umberto De Giovannangeli: Anna Politkovskaia e' stata uccisa perche' era
una giornalista libera. Tre anni dopo, cosa significa provare ad essere un
giornalista libero nella Russia di oggi?
- Tanya Lokshina: La liberta' di stampa e' quasi inesistente oggi in Russia.
La "Novaja Gazeta" e' praticamente l'unica isola di liberta' nel Paese. In
essa lavorano persone che continuano a esporre casi di violazione dei
diritti umani che si verificano nel Nord del Caucaso e in Russia. Dal
momento della sua fondazione, questo giornale ha perso cinque giornalisti:
assassinati per le loro inchieste, per le loro denunce. Hanno perso la vita
in nome della verita' e delle liberta' fondamentali. Oggi essere un
giornalista che lavora per un mezzo di comunicazione libero in Russia,
significa esporsi a un enorme rischio personale. Oggi ci sono ancora dei
giornalisti indipendenti che raccontano delle storie molto toccanti o storie
drammatiche di violazioni dei piu' elementari diritti umani, ma non v'e'
dubbio che il vuoto lasciato da Anna Politkovskaia resta immenso.
*
- Umberto De Giovannangeli: Perche'?
- Tanya Lokshina: Perche' lei era la personificazione stessa del giornalismo
indipendente in Russia. Inoltre le persone che si dedicano alle questioni
dei diritti umani in Cecenia, siano essi giornalisti, ricercatori, attivisti
per i diritti umani, sono un numero veramente molto piccolo. E' come se
fosse una famiglia e quindi anche per questo la morte di Anna e' stata per
noi una grande perdita personale...
*
- Umberto De Giovannangeli: Perdite che continuano...
- Tanya Lokshina: Purtroppo e' cosi'. Tre anni dopo l'uccisione di Anna, ci
sono stati altri due assassinii: e' stata assassinata, nel centro di Mosca,
Anastasia Barburova. Aveva 25 anni ed era considerata l'erede di Anna.
L'altro assassinato era un avvocato impegnato, come Anastasia, nella
denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cecenia. Questo avveniva a
gennaio. Sei mesi dopo, a luglio, ad essere assassinata, dopo essere stata
rapita a Grozny, e' un'altra giornalista, amica di Anna: Natalia Estemirova.
Natalia era anche una delle mie migliori amiche. Il clima di impunita'
continua e temiamo che gli investigatori - che pure stanno lavorando molto
bene al caso Estemirova - presto o tardi vengano fermati come e' accaduto
nei casi di Anna e di Anastasia. In tanti ora si chiedono chi sara' il
prossimo. Il fatto di perdere tanti colleghi e amici, uno dopo l'altro, e'
una cosa devastante, e bisogna assolutamente fermare questo processo.
Occorre fare qualcosa, subito, perche' altrimenti alla fine non rimarra'
piu' nessuno di noi.

5. MEMORIA. MAURIZIO SCHOEPFLIN RICORDA ABRAHAM JOSHUA HESCHEL (2007)
[Dal mensile "Jesus", n. 1, gennaio 2007, col titolo "Abraham Joshua
Heschel. Il rabbi dell'Ineffabile" e il sommario "Considerato una delle
figure di maggiore spicco della cultura ebraica del '900, Heschel fu un
grande studioso del filosofo ebreo sefardita Maimonide e del movimento
mistico sorto in Polonia nel XVIII secolo. Dai quali attinse l'idea che al
mistero divino ci si puo' avvicinare solo con lo stupore della fede]

Cento anni fa, l'11 gennaio 1907, nasceva a Varsavia Abraham Joshua Heschel,
una delle figure di maggior spicco della cultura ebraica del XX secolo. La
famiglia in cui venne alla luce vantava solidissime tradizioni che
affondavano le radici nel ricco terreno del giudaismo dell'Europa orientale.
Educato fin dalla piu' tenera eta' in questo clima, Heschel si dimostro'
tanto brillante e recettivo da sembrare avviato al rabbinato quando era
ancora soltanto un ragazzo. Egli scelse pero' di continuare gli studi in un
contesto secolare e frequento' prima il Real-Gymnasium di Vilnius in
Lituania e poi l'Universita' di Berlino, laureandosi, nel 1933, presso la
famosa Hochschule fur die Wissenschaft des Judentums, con una tesi sulla
profezia, che, pubblicata qualche anno piu' tardi, lo impose all'attenzione
generale, procurandogli, tra l'altro, la stima del noto filosofo Martin
Buber, che lo volle come suo successore al Freies Judisches Lehrhaus di
Francoforte.
Nel 1938, costretto a fuggire dalla Germania a causa della sempre piu'
incombente minaccia nazista, Heschel riparo' a Varsavia e poi a Londra, da
dove, nel 1940, si reco' negli Stati Uniti, andando a occupare la cattedra
di Filosofia e rabbinismo dello Hebrew Union College di Cincinnati, che, a
motivo di disaccordi con le dottrine dell'ebraismo liberale, lascio' nel
1945, trasferendosi al Jewish Theological Seminary of America di New York.
Qui insegno' etica ebraica e misticismo fino al 1972, l'anno della sua
morte.
Grande conoscitore della Bibbia e del Talmud, della filosofia ebraica
medievale (rilevante e' una sua biografia di Maimonide) e del misticismo
chassidico, Heschel ha lasciato un cospicuo patrimonio di opere, tra le
quali emergono le seguenti, di cui si citano i titoli in italiano e la data
della pubblicazione nella lingua originale: La terra e' del Signore. Il
mondo interiore dell'ebreo in Europa orientale (1950), L'uomo non e' solo
(1951), Il sabato (1951), Dio alla ricerca dell'uomo (1955), Chi e' l'uomo?
(1965) e Israele eco di eternita' (1967).
La vita di Heschel non fu soltanto quella di uno studioso e gli si farebbe
torto se non ricordassimo le molteplici iniziative e prese di posizione che
lo resero noto anche al di fuori degli ambienti accademici. In particolare,
egli fu un attivo sostenitore dei diritti civili e un deciso avversario
della segregazione razziale; si oppose alla guerra del Vietnam e si adopero'
per rendere migliori le condizioni di vita degli ebrei nella Russia
comunista.
In campo religioso ebbe convinzioni moderate e mantenne una collocazione
intermedia tra i fautori di una modernizzazione dell'ebraismo e coloro che,
al contrario, si schieravano su posizioni conservatrici e ultraortodosse.
Particolarmente vivace fu il suo impegno ecumenico e molteplici furono i
suoi contatti e legami col mondo protestante e con la Chiesa cattolica:
partecipo' ai lavori preparatori del Concilio Vaticano II e, alla chiusura
di esso, fece parte della delegazione ebraica ricevuta da papa Paolo VI.
Ha scritto Massimo Giuliani, uno dei maggiori studiosi del pensiero ebraico
contemporaneo: "Tutta la filosofia di Heschel puo' definirsi, piu' che un
pensiero della religione, un pensiero della religiosita' ebraica. La
dialettica propria del complesso rapporto tra filosofia e religione non
resta perpetuamente aperta ma trova una sua flessibile soluzione nel
riconoscimento che, per principio, il discorso religioso sfugge
all'approccio filosofico. Perche' la religione, e segnatamente l'ebraismo,
eccede sempre la filosofia". Proprio in virtu' di questa "superiorita'", la
religione e' in grado - a giudizio di Heschel - di offrire le risposte alle
domande fondamentali dell'uomo, quelle risposte che, sole, sono in grado di
conferire un senso autentico alla vita umana e di indirizzare le scelte
della persona verso approdi ricchi di significato.
Alla filosofia deve essere attribuito un ruolo maieutico, cioe' capace di
far emergere i contenuti piu' profondi presenti nell'animo umano, che sono,
in ultima analisi, quegli interrogativi a cui poi soltanto la fede religiosa
puo' dare soddisfazione. Seguendo questa strada, l'uomo si trovera' nella
condizione di riscoprire la dimensione sacra della vita, troppe volte
dimenticata, e con essa la presenza di Dio nel mondo e nella storia.
Di fronte alla questione di Dio, Heschel manifesta alcune convinzioni. A suo
giudizio, non esiste la possibilita' di provare l'esistenza del Divino
trascendente attraverso la ragione. In questa certezza lo avevano confermato
pure gli studi sul pensiero ebraico medievale, in particolare quello
dedicato a Maimonide.
A tale proposito, osserva ancora Massimo Giuliani: "E maimonidea e' anche la
confessione della limitatezza della ragione umana nel cogliere e, dunque,
nell'esprimere la realta' divina. Nella sua essenza Dio resta ineffabile, e'
l'Ineffabile. Presupposto ontologico e vita dei viventi, Dio e' un mistero".
Si legge nell'opera hescheliana L'uomo non e' solo: "Il regno
dell'ineffabile e non la speculazione e' l'ambito in cui sorge
l'interrogativo ultimo, ed e' appunto in questa sua dimora naturale, qui
dove il mistero e' accessibile a tutti i pensieri, che l'interrogativo
dev'essere studiato". Piuttosto che a strumenti razionali, percio', e'
opportuno ricorrere ad altri mezzi per avvicinarsi al Divino: lo stupore, il
timore e la fede risulteranno preziosi per incontrare il sublime, il mistero
e la gloria. Tutto questo fa si' che l'uomo prenda atto di un fatto assai
rilevante, che Heschel descrive nei termini seguenti: "Questa e' dunque la
successione che s'instaura nel nostro pensiero e nella nostra esistenza:
cio' che e' supremo, ovverossia Dio, viene prima e il nostro ragionamento su
di lui viene dopo".
Tuttavia, la scoperta piu' importante e, per certi aspetti, piu'
sconvolgente e' un'altra e consiste nel rendersi conto che, in verita', e'
Dio stesso che va alla ricerca dell'uomo e non viceversa. L'incontro fra
l'uomo e Dio e' reso possibile dall'iniziativa divina: all'uomo compete il
compito di aprirsi alla dimensione divina - e in questo filosofia e teologia
naturale risultano di grande utilita' -, ma la fede che corona il cammino e
rende certi dell'esistenza di Dio, proviene da Dio stesso, e' un suo dono.
E' cosi' che Dio manifesta una sua peculiarita' fondamentale, ovvero quella
di nutrire una viva "preoccupazione" per l'uomo: "Vi e' un solo modo per
definire la religione ebraica", scrive Heschel in L'uomo non e' solo, "Essa
e' consapevolezza dell'interesse di Dio per l'uomo, consapevolezza di un
patto, di una responsabilita' che investe tanto Lui quanto noi".
Nello scritto dedicato a I profeti, chiarisce ulteriormente questo aspetto
cosi' importante: "I profeti non avevano ne' teorie ne' idee di Dio... Per i
profeti Dio era reale in maniera travolgente e la sua presenza era
schiacciante... Essi non offrirono un'interpretazione della natura di Dio,
bensi' un'interpretazione della presenza di Dio nell'uomo, della sua
sollecitudine per l'uomo". La testimonianza piu' alta di tale sollecitudine
e' reperibile nella Torah, la legge del Sinai, evento centrale della fede
ebraica, che mette in evidenza la netta differenza che intercorre tra il Dio
dei filosofi e il Dio biblico.
Nella stessa opera Heschel afferma che mentre la divinita' come la intende
la filosofia e' silenziosa e indifferente nei confronti degli uomini, "il
Dio di Israele e' un Dio che ama, un Dio conosciuto dall'uomo, che si occupa
dell'uomo".
Per questo Abraham Joshua Heschel ritiene che l'ebraismo e ogni filosofia
che all'ebraismo si ispira non possano che risolversi in un costante
confronto con la Bibbia, la quale non richiede tanto la sapienza quanto
l'adesione del cuore e della vita.
D'altro canto, e' lo stesso Dio a farsi "condizionare" dal pathos, perche',
come attestano in particolare i libri profetici della Bibbia, la rivelazione
nasce proprio dal pathos divino per Israele e, piu' in generale, per l'uomo:
a questo riguardo, e' opportuno ricordare che Heschel giudico'
inestricabilmente intrecciati il destino del popolo eletto e quello
dell'intera umanita'.
Quale atteggiamento si impone dunque all'uomo che ha scoperto e ammirato il
pathos di Dio per lui?
La risposta hescheliana si trova nelle seguenti considerazioni tratte da Dio
alla ricerca dell'uomo: "L'uomo e' responsabile delle sue azioni, e Dio a
sua volta e' responsabile della responsabilita' dell'uomo. Colui che da' la
vita deve dare anche la legge. Egli partecipa alla nostra responsabilita', e
attende di penetrare nelle nostre azioni mediante la nostra lealta' alla sua
legge. Egli puo' diventare il compagno delle nostre azioni. Dio e l'uomo
hanno un compito comune e anche una reciproca responsabilita'...". La
religione esprime, secondo Heschel, "un compito da svolgere nell'ambito del
mondo dell'uomo, ma i suoi fini vanno molto piu' in la'. Percio' la Bibbia
ha proclamato la legge non solo per l'uomo, ma, nello stesso tempo, per
l'uomo e per Dio".
Il rispetto della legge e l'osservanza dei precetti divini, lungi
dall'essere atti meramente legalistici, tracciano il perimetro di una vita
ricca di senso e degna di essere vissuta.
Il ruolo di Heschel fu molto importante anche nel dibattito interno
all'ebraismo ed egli offri' contributi assai significativi su questioni
quali quella delle diverse tradizioni e culture giudaiche susseguitesi nei
secoli e quella riguardante il mistero del male resosi presente nella Shoa'.
A un secolo dalla nascita, Abraham Joshua Heschel rimane il testimone di una
fede biblica che e' speranza e impegno, certezza interiore e azione
concreta. Ne La terra e' del Signore leggiamo: "La nostra vita e' assediata
dalle difficolta' eppure non e' mai priva di significato... La nostra
esistenza non e' vana. C'e' una sollecitudine divina per la nostra vita...
Il peccato piu' grave per un ebreo e' dimenticare che cosa rappresenta. Noi
siamo la scommessa di Dio nella storia umana... Fedeli alla presenza di cio'
che e' fondamentale in cio' che e' comune, possiamo essere capaci di
chiarire che l'uomo e' piu' che uomo, che nel compiere il finito egli puo'
percepire l'infinito".

6. LIBRI. BENEDETTO VECCHI PRESENTA "LA DESTRA SOCIALE DA SALO' A TREMONTI"
DI GUIDO CALDIRON
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 ottobre 2009 col titolo "Populisti e
postmoderni in nome del mercato" e il sottotitolo "La destra sociale da
Salo' a Tremonti"]

Guido Caldiron, La destra sociale da Salo' a Tremonti, Manifestolibri, pp.
159, euro 15.
*
La lunga marcia della destra per conquistare l'egemonia culturale e'
terminata con la costituzione del partito del Popolo delle liberta' e la
vittoria alle elezioni del patto tra Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e un
recalcitrante Gianfranco Fini. E' questa la premessa del nuovo lavoro di
Guido Caldiron, ultima tappa di un attento lavoro di ricostruzione e analisi
delle culture politiche della destra, sia di quella radicale che di quella
"istituzionale". La tesi di fondo del volume e' presto riassunta: da oltre
trent'anni, tanto in Europa che al di la' dell'Oceano, la destra ha compiuto
un'innovazione dei suoi riferimenti teorici e della sua lettura della
realta' sociale. Ma la parte piu' interessante di questo volume e' quella
dedicata all'Italia, laddove l'autore individua il collante culturale e
ideologico della destra nell'attualizzazione di alcuni temi presenti
nell'anticapitalismo romantico e in quello che, in passato, e' stato
chiamato il "fascismo di sinistra". Tesi affascinante che aiuta a
comprendere come il fiume carsico del neofascismo italiano sia, talvolta,
riuscito a raggiungere posti di rilevo istituzionale, ma che corre il
rischio di occultare il dato piu' pregnante dell'attualita' politica, cioe'
quel populismo "postmoderno" che ha nella Lega Nord e nel "cavaliere nero"
le esemplificazioni piu' significative.
*
Nel laboratorio francese
Va riconosciuto che La destra sociale di Caldiron offre, come sempre nei
suoi libri, una panoramica transnazionale. Ad esempio, gli Stati Uniti sono
assunti come il paese che ha visto arrestarsi la lunga marcia nella
conquista dello Stato federale da parte della destra repubblicana. La
speranza e' che, come altre volte in passato, la sconfitta di quel mix tra
fondamentalismo cristiano e fede nel libero mercato anticipi un eguale esito
nella vecchia Europa. Ma la prassi politica e la prassi teorica non
contemplano attese messianiche. Semmai l'esito statunitense dovrebbe essere
usato come una cassetta degli attrezzi per chi, da Parigi a Londra, da
Berlino a Roma, lavora alla comprensione critica e alla sconfitta di quel
populismo postmoderno che domina la scena, in forme diverse, all'Eliseo, al
Bundestag, a Palazzo Chigi, mentre il candidato Tory a Downing Street non
nasconde la scelta di discontinuita' culturale rispetto alla tradizione
conservatrice inglese.
Il libro di Caldiron prende avvio dalla Francia di Alain de Benoist, quando
alla fine degli anni Sessanta questo ex-militante dei gruppi radicali della
destra comincia a pubblicare i suoi scritti, all'interno dei quali c'e' una
presa di congedo dall'armamentario ideologico del fascismo francese per
evitarne la scomparsa dalla scena politica. Al centro della riflessione di
de Benoist c'e' la societa' multietnica e l'impossibilita', dopo la
sconfitta del nazismo, di riproporre il razzismo su basi biologiche. La
superiorita' dei "nativi" francesi va affermata in nome delle diversita'
culturali e non biologiche. Non e' piu' il colore della pelle, secondo
questo agit-prop della Nouvelle Droite, a definire le gerarchie sociali,
bensi' uno stile di vita, l'adesione ai valori occidentali, cioe' a una
comunita' di popolo che contempla la differenza, ma sempre in nome della sua
superiorita' rispetto ad altre comunita' etniche e culturali.
E se la Francia e' un laboratorio teorico della destra, l'Italia ne
costituisce un laboratorio politico e sociale. Da buon giornalista
investigativo, Caldiron ricostruisce passaggio dopo passaggio la mutazione
culturale della destra, ma si imbatte su un'anomalia che, per chi scrive, va
ancora compresa fino in fondo. Va detto che l'autore sottolinea come le
trasformazioni produttive dei decenni scorsi hanno determinato un terremoto
tanto nel sistema politico che nella realta' sociale. Ma individua nella
nouvelle droite la costellazione politica e culturale che meglio lo sa
interpretare. E' un dato di fatto che il Popolo delle liberta' si ponga
questo obiettivo, ma non secondo la griglia ideologica proposta dall'autore.
C'e' nella Lega Nord e in molti settori dell'ex-Forza Italia una propensione
a far emergere il soggetto protagonista nell'organizzazione sociale, cioe'
quell'individuo proprietario, figura non data nella realta', ma esito semmai
di un'azione politica che fa leva sull'intervento normativo dello Stato.
*
I nemici del Sessantotto
La polemica virulenta contro il Sessantotto da parte della destra italiana
non va quindi interpretata come la tradizionale richiesta di ordine e
disciplina. C'e' anche questo, ma soprattutto il tentativo di cancellare la
politicizzazione dei rapporti sociali operata da quel movimento. Una
politicizzazione che ha reso infatti centrale l'"individuo sociale",
relegando cosi' l'"individuo proprietario" a custode di feroci
disuguaglianze sociali. Al di la' della demagogia di Giulio Tremonti contro
il "mercatismo", il libero mercato rimane cioe' l'alfa e l'omega di
un'azione statale che deve regolamentare ogni aspetto della vita sociale,
senza che questo "interventismo" normativo rappresenti una camicia di forza
per la vocazione "imprenditoriale" dei singoli. Da qui la distanza della
componente egemone della destra rispetto alla triade reazionaria di "dio,
patria e famiglia". Da qui una accentuata propensione a un edonismo sociale
che chiede la sua legittimazione nella trasformazione dello stato in una sua
agency.
Il populismo postmoderno italiano va considerato come il tentativo di
ridurre a sintesi politica la costellazione sociale che ha nel nord-est e
nel nord-ovest il proprio habitat. E' questa vocazione a interpretare
politicamente la formazione sociale costituita da lavoro operaio,
precarieta' diffusa e cosiddetto lavoro autonomo di seconda generazione a
costituire la vera pericolosita' della destra italiana. Il lavoro di
innovazione culturale dei gruppi neofascisti e' stato forse necessario, ma
non sufficiente per consegnare l'egemonia alla destra. Per contrastare
questo tipo di populismo occorre cioe' scendere negli atelier della
produzione. La comprensione del populismo postmoderno non passa cioe' per
Casa Pound, ma per la critica dei rapporti sociali, senza nessuna deriva
economicista, sviluppando proposte che, oltre che individuare risposte alla
crisi economica, destrutturino, attraverso un serrato e al tempo stesso
disincantato lavoro culturale, l'immaginario collettivo che la destra sta
elaborando per quella costellazione sociale.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 977 del 18 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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