Minime. 975



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 975 del 16 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La guerra e il colpo di stato razzista
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Barbara Antonelli intervista Suad Amiry
6. Mauro Castagnaro intervista Raimon Panikkar (2001)
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA GUERRA E IL COLPO DI STATO RAZZISTA

Alla guerra ed al colpo di stato razzista occorre opporsi con la stessa
energia, per le stesse ragioni, con la stessa chiarezza, con la stessa
intransigenza.
La guerra e il colpo di stato razzista sono lo stesso crimine, lo stesso
orrore.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. PALESTINA. BARBARA ANTONELLI INTERVISTA SUAD AMIRY
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Tra libri e
architettura il mondo di Suad Amiry" e il sommario "Palestina. Abbiamo
sempre tentato di convincere il mondo che noi palestinesi siamo persone
normali e come tutti vogliamo semplicemente vivere e godere della vita"]

Travestita da uomo, una notte del 2007 ha scavalcato il muro che separa la
Cisgiordania da Israele, per seguire Murad e altri giovani ragazzi:
palestinesi che ogni giorno si recano illegalmente in Israele per lavorare
(al nero e sottopagati), compiendo cio' che dal 2000 Sharon ha di fatto reso
impossibile per tutti quei palestinesi che erano prima impiegati come operai
o manodopera in Israele. Suad Amiry, scrittrice al suo quarto libro e
architetta palestinese, ha deciso di andare con loro, di condividerne il
viaggio, le paure e di scrivere del loro dramma quotidiano. Da questa
esperienza e' nato Murad Murad, edito da Feltrinelli, uscito in libreria in
questi giorni e che vedra' la scrittrice impegnata in un tour di promozione
in Italia.
"La maggior parte delle tv, delle radio e dei giornali, sono bravi a
mostrare come i palestinesi stiano morendo e come vogliano morire,
trasmettendo questa immagine negativa per la quale la vita non vale
abbastanza per essere vissuta - dice Suad Amiry -, tutto questo appare
evidente nella promozione negativa che anche gli israeliani fanno
dell'immagine dei palestinesi. Sono sempre stata attiva con l'Olp, con i
partiti della sinistra per oltre trent'anni; abbiamo sempre tentato di
convincere il mondo che noi palestinesi siamo persone normali e come tutti
vogliamo semplicemente vivere e godere della vita". I palestinesi e le
palestinesi che emergono dalla sua tagliente scrittura, vogliono appunto
vivere in modo semplice, andare al cinema, passeggiare, lavorare. Gia' dal
suo primo romanzo Sharon e mia suocera (edito nel 2003 da Feltrinelli) Suad
ha dato voce alla quotidianita' palestinese, al di la' di ogni banale
stereotipo, di ogni appiattimento disumanizzante. "Il mondo sbaglia a non
vedere la complessita' che ogni identita' racchiude", mi dice. In Niente
sesso in citta' ha definito la Palestina "una terra in menopausa", come le
sue amiche protagoniste del libro, prese a fare il bilancio delle loro
esistenze ma anche pronte a reinventarsi, a dare sfogo alla propria
creativita'. La sua scrittura ripercorre la complessita' dell'identita'
palestinese, anche le sue contraddizioni e lo fa senza alcun vittimismo e
con un'ironia schietta e pungente, un'ironia che lei stessa definisce
"strumento di sopravvivenza indispensabile, un'arma necessaria per
fronteggiare la realta'" per chi vive da oltre quaranta anni sotto
occupazione militare.
Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, la poliedrica Suad Amiy,
ancor prima di scoprirsi scrittrice, era gia' una brillante architetta. Ha
studiato architettura all'American University di Beirut e all'Universita'
del Michigan (Usa), seguendo la specializzazione a Edimburgo. All'inizio
degli anni Ottanta e' rientrata a Ramallah dove insegna architettura presso
la Birzeit University e dove nel 1991 ha fondato Riwaq, un centro di
restauro e conservazione degli edifici storici palestinesi. "Siamo un gruppo
di architetti - dice Suad - che credono che la Palestina abbia un'eredita'
culturale bellissima e che tale eredita' vada conosciuta, studiata e
protetta. Il primo passo passa attraverso la consapevolezza, per questo
lavoriamo prima di tutto perche' gli stessi palestinesi siano consapevoli
del patrimonio che hanno, un patrimonio che viene distrutto ogni giorno".
Progetti che testimoniano come i vecchi edifici possano essere riusati per
rispondere anche a esigenze piu' moderne, attuali, dimostrando che le
tecniche di costruzione tradizionali possono essere tutt'oggi utilizzate e
che la conservazione puo' in alcuni casi rivelarsi piu' economica di una
nuova costruzione.
La sfida e l'obiettivo di Suad e dello staff di Riwaq e' di proteggere e
riabilitare quelle aree in Palestina, significativamente piu' interessanti e
preziose dal punto di vista storico, compiendo allo stesso tempo una lavoro
di lobbying sull'Autorita' Nnazionale palestinese perche' promuova una
politica nazionale di difesa dell'eredita' culturale. Altro obiettivo,
incoraggiare il settore privato e i diversi attori (associazioni, gruppi,
Ong) anche non palestinesi a investire nella conservazione del patrimonio
culturale palestinese con delle linee guide che rispettino ovviamente tale
patrimonio.
Anche da qui nasce l'idea del progetto "A geography: 50 villages", geografia
di 50 villaggi, 50 luoghi in Palestina che Riwaq ha scelto per dare vita
alla sua Terza Biennale, fino al 16 ottobre 2009. Entrando nella sede di
Riwaq, pochi minuti da Al Manara, cuore pulsante di Ramallah, fervono i
preparativi per la Biennale. "Questi 50 villaggi sono stati scelti perche'
sono significativi dal punto di vista architettonico - racconta Suad - e
perche' possiedono degli edifici storici che si sono conservati in modo
magnifico. In collaborazione con le comunita' e le istituzioni locali,
l'idea e' fare di questi luoghi i protagonisti artistici della protezione e
promozione del patrimonio culturale in Palestina, organizzandovi eventi e
progetti, visite sul territorio per mettere in connessione artisti - e non
solo - internazionali e palestinesi". Non un evento unico quindi e nemmeno
un luogo unico. La scelta di una pluralita' di luoghi nasce anche
dall'esigenza di mostrare la frammentazione del territorio palestinese, la
frattura e la parcellizzazione dell'unita' del territorio che la politica
israeliana mette quotidianamente in atto attraverso l'occupazione e la
violazione del diritto internazionale.
La terza Biennale di Riwaq, quest'anno ospite - insieme ad altri artisti
palestinesi - alla LIII edizione della Biennale di Venezia (in un intero
padiglione dedicato - per la prima volta nella storia - all'arte
palestinese), costituisce anche un'opportunita' per riconnettere alla scena
artistica internazionale una Palestina isolata e ingabbiata. Cosi' l'arte,
la sua conservazione e la sua promozione, diventano mezzi di difesa
dell'identita' contro chi ogni giorno vuole alterarla o cancellarla. Ma
l'architettura non e' anche stratificazione culturale? "Se mi chiedete -
dice Suad - come architetta, quale e come sia l'architettura palestinese vi
risponderei che non abbiamo un'architettura palestinese, ma una architettura
romana, una italiana, una ottomana, e ancora altro". E allora la protezione
del patrimonio artistico diventa protezione di una identita', ma anche di
diverse identita'. Al di la' di ogni appiattimento stereotipato e sotto una
prospettiva inedita.
Per maggiori informazioni: www.riwaq.org

6. RIFLESSIONE. MAURO CASTAGNARO INTERVISTA RAIMON PANIKKAR (2001)
[Dal mensile "Jesus", n. 4, aprile 2001, col titolo "Raimon Panikkar.
Passaggio in Asia" e il sommario "Perche' il Vangelo ha attecchito poco in
Asia? Come superare i 'dubbi' che Roma ancora nutre verso i teologi del
continente? Le prospettive della riflessione ecclesiale in Oriente esaminate
da uno degli esponenti piu' originali del dialogo tra cristianesimo e
religioni asiatiche"]

"Non mi considero mezzo spagnolo e mezzo indiano, mezzo cattolico e mezzo
induista, ma tutto occidentale e tutto orientale. Cosi' come, facendo un
paragone irriverente, potrei dire che Gesu' non e' stato meta' Dio e meta'
uomo, ma pienamente divino e totalmente umano, come afferma il Concilio di
Calcedonia". Si presenta cosi', quando gli si chiede conto della sua storia
familiare e della sua fede, Raimon Panikkar. Nato a Barcellona da madre
cattolica e padre induista, ordinato sacerdote nel 1946 e incardinato nella
diocesi di Varanasi, in India, e' famoso come filosofo cattolico impegnato
da una vita nel dialogo interreligioso. Di lui, ottantatreenne, colpiscono
non solo il viso incredibilmente giovane e sorridente, ma soprattutto le
parole, dense di una spiritualita' che, mentre si richiama costantemente ai
Padri, sembra sempre annunciare il futuro.
"Sono convinto che la grande sfida del terzo millennio per la Chiesa sia
l'Asia", dice, "perche' il cristianesimo in questa parte del mondo si trova,
forse per la prima volta, di fronte a una provocazione metafisica, mistica,
di profondita'. Il cristianesimo ha avuto grande successo - umanamente
parlando - in Africa e America latina, ma non in Asia, perche' le culture di
questo continente costituiscono una sfida al filone abramico in cui finora
esso si e' sviluppato. La tradizione abramica e' forse la piu' profonda
della storia dell'umanita', ma non e' l'unica, e, per avere qualche ragion
d'essere al di fuori di essa, il cristianesimo deve rinunciarvi e morire
alla sua pretesa di verita' assoluta, confidando nella risurrezione. E' lo
Spirito Santo che dice: "Se vuoi risorgere, muori a te stesso, alla tua
occidentalita', che non e' tutto". Se Cristo e' per tutto il mondo, come io
credo, allora il cristianesimo deve ripensare se stesso in profondita'".
*
- Mauro Castagnaro: Ma il cristianesimo puo' sganciarsi dalla matrice
abramica?
- Raimon Panikkar: Nel Vangelo e' detto: "Voi siete il sale del mondo".
Vogliamo che tutto diventi sale o che il pesce e il riso siano piu'
saporiti? Dice Gesu': "Prima di Abramo io ero". Quindi Cristo e' nato anche
in Oriente, in una forma certo misteriosa, non storica, perche' io non nego
che Gesu' fosse un ebreo, figlio di Maria, venuto alla luce a Betlemme
duemila anni fa. Pero' il Gesu' risorto e' il Cristo, e in Cristo, come
ricorda Paolo, non c'e' giudeo ne' greco, ne' uomo ne' donna. Il mistero di
Cristo supera le nostre mentalita', anche quella cristiana, e noi cristiani
non dobbiamo ridurre il suo messaggio alla nostra misura, appropriandocene.
*
- Mauro Castagnaro: Qual e' il contributo specifico che l'Asia puo' offrire
al cristianesimo?
- Raimon Panikkar: L'opzione per la mistica, per la terza dimensione della
realta', per il superamento del mito della storia. Bisogna aprire il terzo
occhio, come dicevano i teologi del XIII secolo, e non ridurre tutto a un
illuminismo con sopra una verniciatura di fede. Questa e' la sfida.
*
- Mauro Castagnaro: Con l'opzione per la mistica non si rischia la fuga dai
problemi concreti? Le grandi tradizioni culturali e religiose asiatiche non
paiono in grado di risolvere gli enormi squilibri sociali del continente.
- Raimon Panikkar: Chi ha creato questo divario tra i ricchi e i poveri? Non
certo gli asiatici. Forse e' vero che l'Asia non si preoccupa del sociale,
ma e' falso che lo faccia l'Occidente. Chi spende ogni giorno 100 milioni di
dollari in armamenti? Un secolo fa il 78% degli abitanti degli Stati Uniti
erano agricoltori, oggi lo e' solo il 2%, che pero' potrebbe nutrire tutta
l'umanita'. Ma non lo fa. Perche' non e' redditizio. Il messaggio di Gesu'
e' attuale: "Non si possono servire due padroni, Dio e il denaro". Optare
per la mistica non vuol dire non optare per i poveri, ma non assolutizzare
il sociale.
*
- Mauro Castagnaro: Le Chiese asiatiche sono davvero ancora troppo ricalcate
su quelle occidentali?
- Raimon Panikkar: Nelle Chiese dell'Asia c'e' un disagio, anche se un po'
inconsapevole. Tutti vogliamo essere cristiani, cattolici, apostolici,
romani, ma il vestito ci risulta un po' scomodo. Tuttavia lo "strip tease"
non va bene. D'altra parte anche il Vangelo dice che non serve rattoppare
l'abito logoro. La teologia asiatica sottolinea molto la kenosis,
l'annichilimento di Cristo. Optare per la mistica significa accettare che la
realta' non si esaurisce con la storia. Finora non abbiamo preso sul serio
le tradizioni asiatiche, che sono mistiche e metafisiche. E questo vuol dire
meditazione, contemplazione, amore, superamento - non negazione - della
ragione, che in fondo e' il vero significato della metanoia.
*
- Mauro Castagnaro: Nelle Chiese d'Asia ci sono esperienze in cui questo si
realizza?
- Raimon Panikkar: Ci sono gli ashram cristiani, dove paradossalmente si
dimostra che quanto piu' ci si separa da schemi importati, tanto piu' si
incontrano le radici stesse del cristianesimo. Parlando di contemplazione,
infatti, riscopriamo i Padri della Chiesa. Poi c'e' la riflessione
teologica, soprattutto in Corea, India, Sri Lanka e Thailandia. Purtroppo i
teologi asiatici avvertono una sfiducia nei loro confronti, per cui non
riescono ne' osano dire tutto quel che pensano. Oggi e' molto importante
fidarci gli uni degli altri. Perche' devi diffidare della mia fede cristiana
se non parlo come te? Magari sbaglio, ma se mi dai un po' di fiducia, prima
sbagliero' meno, poi entreremo in un dialogo nel quale ci correggeremo e
feconderemo a vicenda. Cio' vale per le culture, per le religioni e dentro
lo stesso cattolicesimo.
*
- Mauro Castagnaro: La dichiarazione Dominus Jesus pare rivolta ai teologi
asiatici, quando critica "le teorie di tipo relativistico che giustificano
il pluralismo religioso...".
- Raimon Panikkar: Perche' c'e' questa paura? Se io, come cattolico, credo
che la Pasqua e' giàa' venuta, e non solo Cristo, ma il mondo e' risorto,
non dovrei avere paura. Il pericolo del relativismo esiste, ma la vita
stessa e' un rischio. Solo chi e' morto non corre rischi. E il rischio e'
parte della scelta cristiana: quando gli apostoli lasciarono tutto per
seguire Gesu', decisero di rischiare. La fede e' rischio, e' il coraggio
della vita. Certo, poi serve la prudenza dell'autorita'. Io ho bisogno che
essa mi consigli e mi corregga, ma non ho bisogno della sua sfiducia,
perche' mi scoraggia; o del suo controllo repressivo, perche' non mi fa
sentire libero e mi spinge a estremizzare le mie posizioni. C'e' una
bellissima preghiera di Tagore che dice: "Dio, tu mi hai legato con la mia
liberta'". Questo e' il cristianesimo. E se il teologo non e' libero, non e'
un teologo. Se c'e' un dialogo effettivo, si da' spazio alla creativita'.
Certo, la novita' fa paura, ma davanti a una svolta ci vuole magnanimita',
come diceva Gandhi.
*
- Mauro Castagnaro: Come vede la diffusione nei nostri Paesi di nuovi
movimenti religiosi che si richiamano all'Oriente, vanno sotto il nome di
New Age e sono forse alla base delle critiche postume rivolte dalla Santa
Sede alle opere del gesuita Anthony De Mello?
- Raimon Panikkar: Come filosofo sono consapevole della fragilita'
concettuale delle opere di De Mello. Se si prendono queste storielle come
una formulazione dogmatica, la Chiesa ha ragione a dire che il risultato e'
superficiale o fuorviante. Ma se si utilizza la conoscenza simbolica, queste
storielle toccano il cuore e forse cambiano la vita. Anche Gesu' non parlava
con "idee chiare e distinte", ma in parabole. Dobbiamo reimparare la
conoscenza simbolica. Non per niente la fede e' detta il "simbolo" degli
apostoli, non la dottrina. I concetti hanno il loro valore, ma la
"concettolatria" e' la piu' sottile delle idolatrie. Non fa riflettere che
questo Occidente, considerato cosi' razionalista, abbia reagito tanto
positivamente a un uomo che raccontava storielle? Nella New Age si sente
un'influenza dell'Oriente sull'Occidente, ma ci siamo mai preoccupati
dell'influenza dell'Occidente sull'Oriente? Per ogni mille buddhisti in
Occidente, ci sono milioni di cristiani in Oriente, e questo, visto da la',
crea problemi. Non si deve aver paura della diversita'. In Italia oggi si
temono i musulmani, ma in India hanno paura dei cristiani. Dobbiamo
liberarci dall'eurocentrismo e dall'etnocentrismo.
*
- Mauro Castagnaro: Ma che cosa c'e', a suo parere, dietro questa ricerca "a
Oriente"?
- Raimon Panikkar: C'e' un bisogno insoddisfatto di spiritualita', di gioia;
c'e' la ricerca di qualcosa che tocchi davvero il cuore... A queste domande
non si puo' rispondere esclusivamente con precetti morali o dogmi
dottrinali, che a tanti risultano incomprensibili. Non sara' forse uno
schiaffo dello Spirito Santo per risvegliare tanti cristiani?
*
- Mauro Castagnaro: Se credo di possedere la verita', come posso realizzare
un dialogo interreligioso autentico, non diplomatico o irenistico, ma che
non sia neppure votato all'eclettismo?
- Raimon Panikkar: Io non sono favorevole ai "cocktail di religioni".
Condivido la critica al relativismo, ma altra cosa e' la relativita', cioe'
la consapevolezza che qualsiasi affermazione io faccia ha un senso in
relazione a un contesto. Io non posso giudicare i testi della filosofia e
teologia indiane senza conoscere il loro contesto. Chi pensa di possedere
tutta la verita' non e' tomista ne' cristiano: san Tommaso d'Aquino afferma
che noi non possediamo la verita', semmai la verita' possiede noi. Il
pluralismo e' l'ammissione della mia contingenza, per cui io non ho il
monopolio della verita' ne' posso capirla tutta: il mistero di Dio ci supera
infinitamente. Il pluralismo e' la guarigione dall'assolutizzazione, cioe'
dall'idolatria. E' il riconoscimento della relativita' e della bellezza
straordinaria di tutte le tradizioni, per cui ciascuno deve seguire il
proprio cammino. La Bibbia racconta che quando gli uomini vollero creare una
religione unica, un governo mondiale, Jhwh distrusse la torre di Babele. Non
serve una sola elefantiaca istituzione, ma piccole capanne, dove possiamo
conversare e arricchirci reciprocamente. Eppure la globalizzazione, cui non
credono piu' ne' i cristiani ne' i seguaci delle altre religioni ("Un Dio,
una patria, un re"), oggi viene proposta dai cosiddetti laici: una
democrazia mondiale, un capitalismo mondiale, una Banca mondiale. Qui vedo
il senso storico del risveglio dell'Asia: in un continente vittima
dell'invasione tecnocratica, forse tocca a quei piccoli gruppi secondo cui
la vita ha un'altra dimensione resistere a questa omologazione della realta'
e salvare il mondo dalla catastrofe.
*
Postilla. Raimon Panikkar e la teologia asiatica postconciliare
Raimon Panikkar e' autore di una quarantina di libri, tra cui Il Cristo
sconosciuto dell'induismo, La Trinita' e le religioni del mondo e Il
silenzio del Buddha. Per molti anni docente di Studi religiosi
all'Universita' di Santa Barbara, in California, oggi vive in Catalogna.
Poche settimane fa ha ricevuto in Italia il "Premio Nonino".
Convinto difensore della pace, Panikkar ha affrontato il tema da un punto di
vista filosofico nel libro La torre di Babele. Pace e pluralismo (Edizioni
Cultura della pace, 1990). In esso l'autore polemizza contro quello che
definisce "pacifismo colonialista", prodotto dalla "ragione armata" dei
Paesi ricchi. Secondo Panikkar, a offrire una soluzione potra' essere
soltanto un modello culturale complesso e pluralista.
Gli sviluppi della teologia asiatica postconciliare hanno preoccupato
spesso, in anni recenti, la Congregazione per la dottrina della fede,
spingendola a mantenere sotto osservazione alcuni autori, quando non a
prendere provvedimenti disciplinari. L'accusa, formulata dal cardinale
Joseph Ratzinger soprattutto a partire dal 1996, fino al documento Dominus
Jesus dello scorso settembre, e' quella di un relativismo che negherebbe
l'unicita' del ruolo di Cristo nella storia della salvezza.
Tra i teologi asiatici colpiti da misure disciplinari da parte del Vaticano,
il piu' noto e' forse Tissa Balasuriya, dello Sri Lanka, scomunicato nel
1997 e riammesso alla comunione ecclesiale l'anno successivo. A suscitare
perplessita' sono state inoltre le opere di pensatori come Aloysius Pieris,
Michael Amaladoss, Samuel Rayan. Anche taluni europei che si sono
confrontati con la questione della salvezza nelle religioni non cristiane
sono finiti nel mirino dell'ex Sant'Uffizio. L'ultimo caso e' quello del
gesuita Jacques Dupuis.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 975 del 16 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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