Minime. 967



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 967 dell'8 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Una vittoria del diritto
2. Un incontro di studio a Viterbo su "Nonviolenza e difesa dell'ambiente.
Il caso di studio dell'Alto Lazio"
3. Sebastian Lacunza ricorda Mercedes Sosa
4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
6. Cosa fare
7. Michele Boato: Nonviolenza e digiuni a Vicenza
8. Vincenzo Consolo: Morte per fango
9. Letture: Le canzoni di Woody Guthrie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. UNA VITTORIA DEL DIRITTO

La Corte Costituzionale ha riaffermato che la legge e' uguale per tutti.
In un lapidario comunicato riportato dai mass-media e' scritto: "La Corte
Costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimita' costituzionale
poste con le ordinanze n. 397/2009 e n. 398/2008 del Tribunale di Milano e
n. 9/2009 del gip del Tribunale di Roma, ha dichiarato l'illegittimita'
dell'articolo 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124, per violazione degli
articoli 3 e 138 della Costituzione".
*
Quel Berlusconi che pretendeva di sottrarsi ai processi per i delitti di cui
e' imputato si presenti ora dinanzi ai giudici, come ogni altro cittadino.
Se fossimo in un paese civile, l'intero governo golpista, corruttore e
razzista dovrebbe ora dimettersi.
*
Non e' improbabile che il governo dell'eversione dall'alto tenti ora
ulteriori manovre eversive, ulteriori aggressioni alla legalita', ulteriori
colpi di mano.
Che ogni persona di volonta' buona, ogni organizzazione democratica, ogni
istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si disponga a
difendere la Costituzione e la Repubblica, la democrazia e la civilta', la
legalita' e la verita'.
Con la forza del diritto, con la forza dell'ordinamento giuridico, con la
forza della nonviolenza.

2. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU "NONVIOLENZA E DIFESA
DELL'AMBIENTE. IL CASO DI STUDIO DELL'ALTO LAZIO"

Si e' svolto nel pomeriggio del 7 ottobre a Viterbo, presso la sede del
Centro di ricerca per la pace, un incontro di studio su "Nonviolenza e
difesa dell'ambiente. Il caso di studio dell'Alto Lazio", cui hanno
partecipato giovani e studenti.
L'incontro, che proseguiva ed approfondiva alcuni aspetti della riflessione
avviata col precedente incontro di studio del 2 ottobre (in occasione della
Giornata internazionale della nonviolenza promossa dall'Onu), ha esaminato
alcune iniziative di mobilitazione democratica e popolare in difesa
dell'ambiente e della salute caratterizzate da un approccio nonviolento,
iniziative che hanno avuto luogo nell'Alto Lazio dagli anni '70 ad oggi (e
alcune delle quali sono tuttora in corso); particolarmente: l'opposizione al
nucleare a Montalto, l'opposizione alla Supercassia, l'esperienza del
movimento "no coke", l'iniziativa contro il mega-aeroporto a Viterbo.
Nel corso dell'incontro e' stato messo in rilievo come la scelta teorica e
pratica della nonviolenza costituisca l'elemento decisivo delle esperienze
di impegno civile in difesa del bene comune e dei diritti di tutti.
Ai partecipanti all'incontro sono state messe a disposizione anche alcune
dispense e pubblicazioni utili per l'approfondimento.

3. LUTTI. SEBASTIAN LACUNZA RICORDA MERCEDES SOSA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2009 col titolo "La voz. La
Mercedes del popolo" e il sommario "Una folla in lacrime ha reso omaggio a
La Negra, come veniva chiamata la cantante argentina Mercedes Sosa. Simbolo
della lotta alla dittatura, si schiero' contro i militari, fu arrestata e
poi costretta all'esilio a Parigi. Tornata nel 1982, affronto' la
desolazione del momento con 'Solo le pido a Dios'. L'ultimo album e'
'Cantora, un viaje intimo'"]

Le strade di Buenos Aires erano bagnate dopo una notte di tormenta, ma ieri
mattina erano ancora piene di uomini e donne che si accalcavano per rendere
l'ultimo omaggio a Mercedes Sosa, il cui corpo era vegliato nella camera
ardente montata nel Congresso. "La Negra", come era conosciuta, icona per
antonomasia della musica popolare latinoamericana e dell'impegno contro
tutte le dittature, era morta piu' di 24 ore prima, alle 5 e un quarto della
mattina di domenica e il popolo, a decine di migliaia e molti di loro
"morochos" dalla carnagione scura dell'Argentina profonda, era accorso
silenzioso per il commiato.
Il feretro di Mercedes sarebbe stato poi salutato da cantanti di tutte le
epoche e da una moltitudine nel tragitto dal Congresso alla Chacarita, il
maggior cimitero della capitale argentina. Dai balconi gettavano fiori e
sventolavano fazzoletti d'addio. Lacrime non solo qui a Buenos Aires. Era
morta un'interprete ineguagliabile della musica popolare dell'America
latina, e ancor di piu'. Lei stessa aveva detto poco tempo fa che i premi e
gli allori ricevuti nel mondo "non sono solo perche' canto ma anche perche'
penso. Penso agli esseri umani, penso alle ingiustizie. Credo che se io non
avessi pensato a queste cose, il mio destino sarebbe stato un altro. Non mi
sono sbagliata quando ho cominciato a pensare ideologicamente". Lula da
Silva, Michelle Bachelet, Evo Morales, Hugo Chavez, i presidenti di Brasile,
Cile, Bolivia e Venezuela, hanno espresso il loro cordoglio e la presidente
argentina Cristina Fernandez, molto commossa, e' andata di persona a rendere
omaggio alla salma in Congresso.
Su richiesta della Negra, le sue ceneri saranno disperse nei tre estremi
dell'Argentina: Tucuman, la provincia in cui nacque il 9 luglio del 1935, la
capitale culturale del nord argentino e culla dei volti dai tratti indigeni
come quelli di Mercedes; Mendoza, alla frontiera con il Cile, la provincia
in cui insieme al suo ex-marito Manuel Matus e Armando Tejada Gomez diede
nuova vita alla musica folcloristica negli anni '60; e Buenos Aires, la
citta' che le diede una proiezione mondiale.
Il destino ha voluto che nella notte di domenica, poche ore dopo la morte di
Mercedes Sosa, nella piazza centrale di Tucuman fosse in programma un
concerto con Leon Gieco, autore di una canzone che la voce della Negra rese
un inno all'umanita'. Il concerto di Gieco si e' trasformato inevitabilmente
in un commosso omaggio a sua "sorella, madre e amica" quando lui e tutta la
piazza hanno intonato le parole della canzone: "Solo le pido a Dios/ que el
engano no me sea indiferente./ Si un traidor puede mas que unos cuantos/ que
esos cuantos no lo olviden facilmente".
Rodolfo Braceli, biografo di Mercedes, le chiese una volta di definire in
tre parole la sua infanzia a Tucuman: "Ne' tre ne' due, ma una: felicita'",
per poi spiegare che la poverta' della sua casa natale non aveva mai
significato la perdita della speranza. Un altro mondo.
La musica popolare e' parte integrante della vita quotidiana delle famiglie
e delle scuole del nord argentino. Mercedes lascio' Tucuman come maestra di
danze folcloristiche e, dalla fine degli anni '50, Mendoza la trovo' gia'
identificata nel comunismo.
Lei stessa racconto' che il mitico cantante Jorge Cafrune nel '65 l'adotto'
artisticamente, vinse pregiudizi e l'introdusse nei piani alti della musica
popolare. Sara' stato per quello che Mercedes apri' la strada negli anni
successivi a decine di cantanti che oggi la piangono. Era felice e senza
remore quando sul palco poteva duettare con i suoi compagni: lo fece con
oscuri cantanti locali e con gente del calibro di Charly Garcia, Fito Paes,
Juan Manuel Serrat, Ariel Ramirez, Victor Heredia, Silvio Rodriguez, Pablo
Milanes, Joaquin Sabina, Teresa Parodi, Chico Buarque, Caetano Veloso,
Milton Nascimento e Luciano Pavarotti.
Tucuman, provincia devastata e traumatizzata dalla dittatura del '76-'83,
sarebbe rimasta il punto di riferimento della sua vita. Nei suoi toni, nella
naturalezza delle sue reazioni, nel suo repertorio (bisogna risentire Luna
tucumana di Atahualpa Yupanki), nel poncho colorato e nei suoi ricordi.
In esilio negli anni '70 e '80, scelse un autoesilio dalla sua provincia
natale una volta tornata la democrazia, quando negli anni '90 i traumi del
passato spinsero la societa' tucumana a eleggere con il voto il genocida
Antonio Domingo Bussi (oggi condannato all'ergastolo) come governatore.
La crescita della sua fama nella decade dei '70 fu inarrestabile, pero' il
suo repertorio, con canzoni di Violeta Parra, Armando Tejada Gomez, Eduardo
Fallu', Atahualpa e Cesar Isella, diventava sempre piu' scomodo per quegli
anni di dittature. Quando arrivo' il golpe anche in Argentina, rimase nel
paese fin quando fu arrestata, nel '79, dopo un recital a La Plata. Poi
ando' in esilio.
In questi giorni, la tv ha rimesso in onda un concerto intimo e bellissimo
(ritrovabile in youtube cercando "Mercedes Sosa La cigarra"). Magra,
giovane, malinconica, triste la si vede mentre intona, in Svizzera davanti a
un pubblico silenzioso, in pieno esilio, la canzone di Maria Estela Walsh
che dice: "Tantas veces me borraron/ tantas desapareci',/ A mi proprio
entierro fui/ sola y llorando./ Hice un nudo en el panuelo/ pero me olvide'
despues/ que no era la unica vez,/ y volvi' cantando".
Nel 1982 l'Argentina contava gia' 30.000 desaparecidos, e fra loro una buona
parte dei suoi intellettuali e dei suoi sindacalisti piu' combattivi. Le
isole Malvine avevano significato la sconfitta piu' crudele davanti agli
inglesi. Circa 800 ragazzini poveri di provincia avevano lasciato la vita in
quella assurda guerra nel sud. La societa' era spezzata, mai piu' si
sarebbero recuperati i livelli accettabili di eguaglianza sociale che aveva
portato il peronismo. Gran parte della classe media cominciava a rendersi
conto dell'orrore che non aveva voluto vedere, e che anzi aveva appoggiato.
Come affrontare una simile desolazione?
Uno dei modi fu ascoltare Mercedes Sosa che cantava Solo le pido a Dios al
teatro dell'Opera della calle Corrientes, a pochi metri dall'obelisco di
Buenos Aires.
Era irrefrenabile. Negli anni seguenti, in democrazia, percorse il mondo
davanti a teatri sempre gremiti. Roma, New York, Berlino, Tel Aviv. Prima,
pero', si lancio' a testa bassa contro le dittature del continente. Lo
stadio Centenario di Montevideo l'accolse trionfalmente nell'83. Qualche
anno dopo fu la volta di Santiago del Cile, dove si ricompose idealmente il
duetto con Violeta Parra. Tuttavia l'esilio aveva lasciato una ferita
irrimarginabile in Mercedes. Racconta suo figlio Fabian che la Negra lo
chiamava da Madrid sull'orlo del suicidio, e 15 anni dopo il ritorno entro'
in una depressione profonda, che lei stessa attribui' all'esilio. Ne usci'
cantando, come La cigarra.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

6. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

7. INIZIATIVE. MICHELE BOATO: NONVIOLENZA E DIGIUNI A VICENZA
[Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato at tin.it) per questo
intervento]

La lotta contro la nuova, enorme, base militare Usa a Vicenza e' ancora in
corso, anche se sono iniziati i lavori, autorizzati dai governi Prodi e
Berlusconi e diretti dal commissario (di Prodi e Berlusconi) Paolo Costa.
Citta' e movimento hanno fatto di tutto per impedirlo: una manifestazione
come quella del 17 febbraio 2007 con 100.000 persone non si era mai vista
prima a Vicenza, rovinata dalla doccia fredda di Prodi, nei telegiornali
della sera: "Manifestare e' un diritto, ma dobbiamo rispettare i patti
(quali? ndr) e la base verra' raddoppiata".
C'e' poi, nel luglio 2007, il ricorso al Tar del Veneto di Codacons ed
Ecoistituto del Veneto contro l'illegittimita' del progetto Dal Molin dal
punto di vista urbanistico (un abuso edilizio) e costituzionale (non e'
un'opera di difesa nazionale): accolto dal Tar il 18 giugno 2008, e quasi
immediatamente (il 29 luglio) annullato dal Consiglio di Stato, cui si era
appellato il governo.
In primavera 2008 la citta' elegge sindaco, pur con una maggioranza
risicatissima, Achille Variati del Pd, che si presenta su una netta
posizione anti-base (isolato dal resto del Pd veneto e nazionale).
Variati conferma cio' che aveva promesso in campagna elettorale: in autunno
la citta' verra' chiamata a pronunciarsi sulla nuova base attraverso un
referendum comunale. Si fissa la data del 5 ottobre e il quesito,
strettamente legato alle competenze urbanistiche del Comune. Con una lettera
pubblica Berlusconi invita pressantemente il sindaco a "non indire il
referendum, essendo gia' stata consegnata, il 30 luglio, l'area agli Stati
Uniti" e ricorre al Tar perche' dichiari inammissibile la consultazione. Il
Tar non si lascia intimidire e respinge il ricorso: "Nessun danno dalla
consultazione esplorativa"; ci pensa il solito Consiglio di Stato, a Roma il
primo ottobre (a tre giorni dal referendum), ad annullare la sentenza del
Tar e dichiarare il referendum inammissibile.
La sera stessa oltre 10.000 persone riempiono Piazza dei Signori e il
sindaco annuncia: "Se non ci permettono di votare nelle nostre scuole,
domenica voteremo davanti alle nostre scuole, sotto i nostri gazebo". Cosi'
avviene: in meno di tre giorni centinaia di volontari organizzano 32 seggi e
il 5 ottobre vanno ordinatamente a votare 24.094 elettori di Vicenza: 23.050
hanno votato si' alla proposta di smilitarizzare l'area, 906 no, 92 bianche
e 46 nulle. La citta' esprime tutta la sua dignita', ma viene calpestata.
In estate 2009 iniziano i lavori di sbancamento nell'area Dal Molin.
*
Il 4 luglio 2009, il Presidio No Dal Molin indice un'altra manifestazione,
ma questa volta la gestione lascia la stragrande maggioranza dei
partecipanti amareggiati e sbalorditi. Io ero li' davanti, ho visto tutto.
Avevano ragione le associazioni nonviolente del Tavolo della Pace di Vicenza
a non aderire alla manifestazione: alcune componenti del Presidio non
garantiscono l'assoluta nonviolenza. Di fronte ad una presenza provocatoria
della polizia, (1.500 uomini superarmati, dentro e fuori il perimetro
dell'aeroporto) invece di adottare la dovuta flessibita' per svolgere
comunque la manifestazione, si cerca l'incidente facendo arretrare il folto
gruppo di donne che apriva il corteo, sostituendolo con 4 fila dei centri
sociali di Padova, Mestre e dintorni, bardate di scudi e caschi pronte a
"giocare alla guerra" con le forze di polizia e si innesca l'"incidente"
cercando di cambiare l'itinerario concordato, girando verso un argine
occupato da gipponi di carabinieri e poliziotti, in zona esplicitamente
vietata dall'autorizzazione. E il vicequestore non vede l'ora di impedirlo
con l'uso della forza. Dopo gli incidenti, la portavoce, sfidando il
ridicolo, dichiara alla stampa: "la prima provocazione e' partita da alcuni
infiltrati"! Si ripete lo schema di Genova: la stragrande maggioranza delle
persone, venute per manifestare in maniera assolutamente pacifica, si trova
coinvolta in scontri violenti progettati a tavolino sulla loro testa. Non e'
un bel servizio alla pace e alla nonviolenza, ma una pratica scorretta e
suicida, che crea una enorme lacerazione nel movimento anti-base, apre un
vuoto tra il movimento e gran parte della citta', fa allontanare migliaia di
persone dalle iniziative.
*
Per recuperare il dialogo e i metodi nonviolenti e' importantissima
l'iniziativa di don Albino Bizzotto, animatore dei "Beati i costruttori di
pace", che dal 18 agosto digiuna per 15 giorni,  a sola acqua, in una
roulotte piena di bandiere della pace, all'imbocco della strada che porta
al Dal Molin. Scopo dichiarato: far prendere coscienza anche fuori di
Vicenza dello scempio morale e democratico costituito dalla nuova base
militare Usa.
Sono 15 giorni di colloqui, incontri, discussioni anche accese, momenti di
meditazione pubblica e anche un paio di affollate celebrazioni della messa
domenicale da parte di Albino, del parroco della zona e di altri sacerdoti
di Vicenza.
Il Movimento Nonviolento di Vicenza, Mestre, Verona e Brescia, riunito in
assemblea alla roulotte sabato 29 agosto, alla vigilia della sospensione del
digiuno, lancia, assieme a decine di nonviolenti vicentini, la proposta di
continuare il digiuno.
Si crea il gruppo di coordinamento "Digiuno e pace" e il digiuno continua,
in un camper vicino alla parrocchia di S. Carlo al Villaggio del Sole, e poi
in piazza Esedra vicino alla stazione, con una forte presenza di sacerdoti
vicentini che fanno anche cinque giorni di digiuno a testa: don Mariano
Piazza dal 10 al 14 settembre, don Antonio Uderzo dal 28 settembre al 2
ottobre, don Maurizio Mazzetto dal 5 al 7 ottobre; e laici, come Danilo
Schenato (3 giorni in settembre e 3 in ottobre, Fulvio Rebesani 3 giorni,
Giancarlo Albera 6 giorni a gruppi di 2, Elio Bolletin 5 giorni, il
sottoscritto con Maria Cossu rispettivamente 2 e 3 giorni, ecc).
Il digiuno continua almeno fino all'arrivo a Vicenza della "Marcia mondiale
per la pace e la nonviolenza", domenica 8 novembre, giorno in cui si svolge
una iniziativa che coinvolge tutta la citta': alle ore 15 dal piazzale della
stazione partono sette lunghissime "file indiane" ognuna di un colore
dell'iride, che, dopo aver raggiunto sette luoghi del potere (tra cui il Dal
Molin), tornano, si affiancano e salgono sul Monte Berico formando una
chilometrica bandiera della pace.
*
Per informazioni e per partecipare: e-mail; digiunoepace at interfree.it (Maria
Longhi); tel. 3333410606 (Albera).

8. RIFLESSIONE. VINCENZO CONSOLO: MORTE PER FANGO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2009 col titolo "Strae di
messina. La morte per fango"]

Dolore. E indignazione, furore. Sono i sentimenti che ti assalgono a sapere
di questi ultimi morti in Sicilia, dei morti di Giampilieri e di Scaletta
Zanclea. Morti non in mare, come le migliaia di naufraghi nel Canale di
Sicilia; quegli infelici fuggiaschi da guerre e fame che cercano di
raggiungere Lampedusa o le coste di Sicilia, morti per acqua come
l'eliotiano Phlebas il fenicio, "a cui una corrente sottomarina spolpo'
l'ossa in dolci sussurri", ma questa morte degli abitanti di Giampilieri e'
ancora peggio: e' una morte per fango. Morte, soprattutto, di donne, di
bambini. E' una strage, in cui vi sono mandanti ed esecutori. No, non e' il
cielo che rovescia acqua e riempie alvei di torrenti: questa e' la cieca
natura, che non ha intenti, scopi. Colpevoli di queste morti per fango sono
gli amministratori, i politici, gli imprenditori che abusivamente e
criminalmente hanno fatto costruire e hanno costruito a Giampilieri
Superiore e a Giampilieri Marina dentro l'alveo del torrente. Il fango,
sappiamo, aveva invaso quelle case gia' nel 2007. Non c'erano stati morti.
Avevano forse sgomberato le strade e le case dal fango e tutto era tornato
come prima. Autorita' locali e provinciali non avevano riparato a
sufficienza perche' il peggio, la tragedia di oggi fosse evitata, che queste
vittime di oggi fossero risparmiate.
Ah, Sicilia, Sicilia! Sicilia dove ormai dal secondo dopoguerra, dopo la
sconfitta del movimento contadino, dopo le lotte democratiche, ha vinto il
potere politico-mafioso.
E s'e' incominciato dal 1947, con la strage di Portella della Ginestra. Nel
secondo dopoguerra s'era costituita a Palermo una societa' edile chiamata
Valigio, il cui acronimo si scioglieva in tre nomi: Vassallo, un ex
straccivendolo, Lima e Gioia, due eminenti onorevoli democristiani. La
Valigio aveva operato il famoso sacco di Palermo, quello che ha lasciato nel
centro storico della citta' le macerie dei bombardamenti del '43, fra cui il
palazzo del principe di Lampedusa, e aveva soffocato tutto intorno la citta'
con colate e colate di cemento con orribili quartieri, grattacieli. Il sacco
poi di Agrigento, con case e case costruite sul tufo cavo, che poi erano
crollate. E l'abusivismo ancora nella valle dei Templi, dove era stata
costruita anche, per i fedeli delle case abusive, una chiesa. E ancora e
ancora, la ricostruzione dopo il terremoto del '68, dei paesi della valle
del Belìce. L'indecente ricostruzione di Gibellina, di Palma di Montechiaro,
di Salemi e di tanti altri paesi. E ancora li' ci sono macerie e baracche.
Come baracche ci sono ancora, a distanza di un secolo, in cinque quartieri
di Messina dopo il terremoto del 1908, che 80.000 vittime aveva mietuto. E
incendi in ogni estate, desertificazione del territorio. E continuo
abusivismo sulle coste e relativo condono.
Sì, in Sicilia ha vinto il malaffare, ha vinto la mafia, il potere
politico-mafioso. Ma, conquistata definitivamente l'Isola, s'e' impegnata
poi nella conquista della Penisola, cosi' come hanno fatto la 'ndrangheta e
la camorra.
Viva, viva l'Italia!
L'Italia di oggi, di Berlusconi, di Bossi, di Borghezio, di Calderoli... Oh,
Lombroso, Lombroso, anche tu eri razzista, si'! E avremo il Ponte, il famoso
Ponte sullo Stretto di cui si favoleggiava gia' dagli anni Cinquanta e che
ora, promette questo governo, sara' costruito. Evviva!
Ma piangiamo oggi i morti di Giampilieri e di Scaletta Zanclea, quei paesini
che si affacciano sullo Stretto, su cui di tempo in tempo compare la
Fatamorgana: la riflessione sul mare, per gioco di luci, delle due sponde
dello Stretto. "... fra poco la fuga dei colonnati divento' lunghissima
facciata di finestre in dieci fila: della facciata si fe' varieta' di selve,
di pini e cipressi uguali e di altre varieta' d'arbori...", scrive Giovanni
Capozzo nel 1840. La Fatamorgana riflettera' da ora in poi, sulle acque
dello Stretto, la valanga di pietre e fango che ha coperto Giampilieri e
Scaletta Zanclea.

9. LETTURE. LE CANZONI DI WOODY GUTHRIE
Le canzoni di Woody Guthrie, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 320, euro 11. A
cura di Maurizio Bettelli, con una premessa di Nora Guthrie, una bella
raccolta dei testi di molte canzoni del nostro vecchio compagno (1912-1967),
con testo originale a fronte, utili note, essenziali apparati.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 967 dell'8 ottobre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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