Legalita' e' umanita'. 39



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 39 del 15 settembre 2009

In questo numero:
1. Livio Pepino: Non-persone
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Martin Luther King: Noi vi ameremo ancora

1. UNA SOLA UMANITA'. LIVIO PEPINO: NON-PERSONE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 13 settembre 2009 col titolo "Non-persone
per legge" e il sommario "Con la detenzione amministrativa e il reato di
clandestinita', la liberta' degli immigrati vale meno di quella dei nativi".
Livio Pepino, prestigioso magistrato, e' componente del Consiglio superiore
della magistratura]

La disciplina dell'immigrazione e' costruita, sin dalla legge
Turco-Napolitano del 1998, su una visione astratta dei fenomeni migratori.
Ma nel corso degli anni - e soprattutto nell'eta' della destra - essa ha
assunto una curvatura esplicitamente proibizionista, disinteressata a
governare l'immigrazione e tesa esclusivamente a esorcizzarla. Immaginare
l'immigrazione come incontro a livello planetario tra domanda e offerta di
lavoro e considerare, conseguentemente, legittimi solo gli ingressi dei
raccoglitori senegalesi o delle badanti filippine indicati nominativamente
(sic!) dall'imprenditore agricolo casertano o dalle famiglie degli anziani
del Veneto o della Toscana e' opzione a dir poco irrealistica; ma se a cio'
si aggiunge il divieto di transitare, a condizioni prefissate, dalla
condizione di irregolare a quella di regolare, allora si realizza una vera e
propria "politica di stop". Un decennio di proibizionismo peraltro - come
era evidente - non ha impedito ne' limitato l'immigrazione ma,
semplicemente, ha creato un numero ingente di irregolari. Superfluo dire che
tale esito, lungi dall'essere l'effetto collaterale e non voluto di una
politica proibizionista, risponde all'intento di "importare braccia" (da
rinviare, una volta utilizzate, al Paese di provenienza) e non persone. Per
fronteggiare (o fingere di fronteggiare) la situazione il meccanismo
prescelto e' stato quello delle espulsioni rafforzato dal trattenimento di
una quota di irregolari nei Centri di accoglienza e permanenza temporanea.
Ma anche questo non e' bastato (non poteva bastare) tanto che sia i governi
di centrosinistra che quelli di destra hanno periodicamente, quando la
situazione diventava esplosiva, fatto ricorso a sanatorie (che hanno
regolarizzato complessivamente, tra il 1986 e il 2006, quasi due milioni di
migranti).
Cosi' e' intervenuta una escalation sempre piu' accentuata del controllo
repressivo. Si e' cominciato con il prolungamento del periodo di
trattenimento nei centri di permanenza temporanea per approdare, poi, al
prelievo obbligatorio e generalizzato delle impronte digitali degli
stranieri e alla introduzione di una particolare aggravante per il migrante
irregolare che commetta un reato; infine - ultima tappa - si e' arrivati
allo strappo contenuto nella legge n. 94/2009, con la estensione sino a sei
mesi della possibilita' di trattenimento coatto dei migranti irregolari in
centri ad hoc (modificati nel nome ma non nella sostanza e strutturati come
istituti penitenziari) e con la configurazione come reato dell'ingresso o
della permanenza nel territorio dello Stato senza titolo di soggiorno.
L'estensione sino a sei mesi della detenzione amministrativa ha una valenza
qualitativa oltre che quantitativa. Se, infatti, un trattenimento di poche
ore o di pochi giorni poteva, almeno in astratto, essere considerato solo
uno strumento per rendere possibile l'espulsione, la sua protrazione per
mesi - congiunta con la ripetibilita' - ne esclude ogni rapporto funzionale
con l'allontanamento e lo configura come veicolo di isolamento e come
sanzione tout court. Siamo, appunto, alla detenzione amministrativa, affine,
nei contenuti, a quella penale ma estranea al circuito giudiziario e
processuale disegnato dagli articoli 13, 24, 25 e 27 della Costituzione.
Da oggi nel nostro sistema la liberta' dei migranti vale meno di quella dei
nativi; e la memoria storica ci riporta ai "coatti", cioe' ai "soggetti
pericolosi" (per ragioni sociali o politiche) sottoposti, nella seconda
meta' dell'Ottocento, al domicilio coatto in vere e proprie colonie penali
(istituite - paradosso o ironia della storia - in isole come Lampedusa e
addirittura in Africa, nelle caserme di Assab...).
Il diritto penale, a sua volta e parallelamente, assume una nuova curvatura:
non contro il migrante che delinque ma contro il migrante in quanto tale
(anche qui in singolare analogia con la repressione penale delle "classi
pericolose"). Con l'introduzione del reato di "immigrazione irregolare",
infatti, si prosegue nella impostazione di punire non un fatto ma una
condizione personale: e', secondo una acuta definizione, "il migrante che
diventa reato". Inutile minimizzare con il rilievo che il reato prevede come
sanzione la sola ammenda, quasi si trattasse di un semplice proclama. La
nuova fattispecie e', infatti, il tassello centrale del mosaico sin qui
descritto.
La riduzione degli stranieri irregolari a "non persone" e' completata dalla
condizione deteriore riservata ai migranti regolari. Un esempio per tutti e'
la degradazione, per i lavoratori stranieri, del soggiorno in contratto,
appendice del parallelo contratto di lavoro (art. 5 bis del testo unico),
con rinuncia da parte dello Stato ai suoi poteri sul punto e attribuzione
degli stessi al datore di lavoro (nuovo signore feudale, padrone non solo
della prestazione lavorativa del dipendente, ma anche del suo status, e
dunque della sua liberta' e del suo stesso corpo). Il "contratto di
soggiorno", condizionato dalla esistenza di un corrispondente "contratto di
lavoro", ha, infatti, come effetto automatico la attribuzione al datore di
lavoro di una sorta di potere assoluto sul lavoratore, essendo evidente,
nelle attuali condizioni economiche, che il licenziamento e' l'anticamera
dell'espulsione. L'attribuzione di tale potere consegna al datore di lavoro
un ruolo pubblicistico, nel senso che il conseguimento o il mantenimento di
uno status di rilevanza pubblica (quale la regolarita' del soggiorno)
finisce, di fatto, per essere rimesso al suo arbitrio. Si passa cosi' dalla
"importazione di braccia" al ripristino, nella organizzazione sociale, di
modelli tipicamente feudali.
E il cerchio si chiude con la considerazione del migrante, in ogni caso,
come ospite in prova perpetua (anche nella ipotesi di rilascio della carta
di soggiorno, che resta revocabile in un numero significativo di
fattispecie); con l'esclusione del migrante - a differenza di quanto accade
in altri paesi europei (tra cui Svezia, Danimarca, Olanda e alcuni cantoni
svizzeri) - dai diritti politici, a cominciare dai diritti di elettorato
attivo e passivo nelle elezioni amministrative; con l'estrema difficolta'
per lo straniero di ottenere la cittadinanza italiana, tuttora improntata -
al pari della sola Germania - al cosiddetto ius sanguinis.
Il sistema complessivo realizza una condizione permanente di inferiorita'
del migrante (piu' esattamente del "migrante povero", che' ben diversa e' la
situazione dell'extracomunitario calciatore, artista o dirigente
industriale...) considerato, se irregolare, "un delinquente" a ogni effetto,
assoggettabile ad libitum a detenzione amministrativa, privato della
possibilita' di regolarizzare la propria posizione, espropriato di alcuni
diritti fondamentali (che, come tali, competono a tutti e non ai soli
cittadini); e condannato, anche se regolare, a uno status di precarieta' e
marginalizzazione nonche' a controlli e vessazioni ignote ai cittadini. Si
ripropongono cosi' modelli sociali e istituzionali premoderni, come quello
che caratterizzo' l'Atene del V secolo avanti Cristo, pur definita culla
della democrazia, nella quale i 15.000 meteci residenti, su 40.000
cittadini, ebbero un ruolo significativo sul piano economico, e tuttavia non
si videro mai riconoscere lo status di cittadini, in una logica di chiusura
simboleggiata dal sistema di trasmissione della cittadinanza esclusivamente
per filiazione.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. MAESTRI. MARTIN LUTHER KING: NOI VI AMEREMO ANCORA
[Riproponendo questo testo, nuovamente ringraziamo Fulvio Cesare Manara per
averci messo a disposizione l'antologia di scritti e discorsi di Martin
Luther King da lui curata, Memoria di un volto: Martin Luther King,
Dipartimento per l'educazione alla nonviolenza delle Acli di Bergamo,
Bergamo 2002. Il testo seguente e' tratto da La forza di amare, Torino, Sei,
1968, 1973 e successive ristampe, pp. 86-88 (la traduzione e'
dell'indimenticabile padre Ernesto Balducci)]

Amici miei, abbiamo seguito la cosiddetta via pratica gia' per troppo tempo,
ormai, ed essa ci ha condotti inesorabilmente ad una piu' profonda
confusione ed al caos. Il tempo risuona del fragore della rovina di
comunita' che si abbandonarono all'odio e alla violenza. Per la salvezza
della nostra nazione e per la salvezza dell'umanita', noi dobbiamo seguire
un'altra via. Questo non significa che noi abbandoniamo i nostri giusti
sforzi: con ogni grammo della nostra energia dobbiamo continuare a liberare
questa nazione dall'incubo della segregazione; ma, nel far questo, non
dobbiamo rinunziare al nostro privilegio ed al nostro dovere di amare. Pur
aborrendo la segregazione, dovremo amare i segregazionisti: questo e'
l'unica via per creare la comunita' tanto desiderata.
Ai nostri piu' accaniti oppositori noi diciamo: "Noi faremo fronte alla
vostra capacita' di infliggere sofferenze con la nostra capacita' di
sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la
nostra forza d'animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad
amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi
ingiuste, perche' la non-cooperazione col male e' un obbligo morale non meno
della cooperazione col bene. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora.
Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi
ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case,
nell'ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo
ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacita' di
soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la liberta', ma non solo per noi
stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che
alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sara' una duplice
vittoria".
L'amore e' il potere piu' duraturo che vi sia al mondo. Questa forza
creativa, cosi' splendidamente esemplificata nella vita del nostro Signore
Gesu' Cristo, e il piu' potente strumento disponibile nell'umana ricerca
della pace e della sicurezza. Napoleone Bonaparte, il grande genio militare,
si dice che abbia detto, guardando indietro ai suoi anni di conquista:
"Alessandro, Cesare, Carlo Magno ed io abbiamo costruito grandi imperi, ma
appoggiati su che cosa? Appoggiati sulla forza. Ma tanti secoli fa Gesu'
diede inizio ad un impero che fu costruito sull'amore, e anche al giorno
d'oggi vi sono milioni di uomini pronti a morire per lui". Chi puo' dubitare
della veracita' di queste parole? I grandi capi militari del passato sono
scomparsi, i loro imperi sono crollati e ridotti in cenere: ma l'impero di
Gesu', costruito solidamente e maestosamente sul fondamento dell'amore,
cresce ancora. Comincio' con un piccolo gruppo di uomini devoti che, per
ispirazione del loro Signore, furono capaci di scuotere le fondamenta
dell'impero romano e di portare il Vangelo in tutto il mondo. Oggi l'immenso
regno terreno del Cristo conta piu' di novecento milioni di uomini e si
estende ad ogni paese e ad ogni nazione. Oggi noi udiamo di nuovo la
promessa della vittoria. "Gesu' regnera' dovunque il sole / Si volge nei
suoi viaggi regolari; / Il suo regno si stende da sponda a sponda / Finche'
la luna crescera' per non scemare piu'". E un altro coro gioiosamente
risponde: "In Cristo non vi e' ne' Est ne' Ovest / In Lui non vi e' ne' Sud
ne' Nord, / Ma una grande comunione d'amore / Attraverso l'intero orbe
terrestre".
Gesu' ha eternamente ragione. La storia e' piena delle ossa imbiancate dei
popoli che rifiutarono di ascoltarlo. Possiamo noi nel ventesimo secolo
ascoltare e seguire le sue parole, prima che sia troppo tardi. Possiamo noi
solennemente renderci conto che non saremo mai veri figli del nostro Padre
celeste finche' non ameremo i nostri nemici e non pregheremo per coloro che
ci perseguitano.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 39 del 15 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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