Minime. 910



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 910 del 12 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: L'inferno
2. Un appello urgente
3. Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di
reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
4. Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello
squadrismo
5. Istruzioni per l'uso e indirizzi utili
6. Giulio Vittorangeli: Continuare a cercare quello che e' giusto
7. Nell'anniversario della tragedia di Marcinelle un appello di alcuni
intellettuali
8. Enrico Pugliese: Il capro
9. Giusi Marcante intervista Rita Parisi
10. Letture: Roberto Saviano, La bellezza e l'inferno
11. Riletture: Norberto Bobbio, Teoria generale del diritto
12. Riletture: Vladimir Jankelevitch, Henri Bergson
13. Riletture: Eugene Minkowski, Trattato di psicopatologia
14. Riedizioni: Maurizio Ridolfi, Nicola Tranfaglia, 1946. La nascita della
Repubblica
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'INFERNO

Si sta scatenando l'inferno.
Sta avvenendo in tutta Italia quello che i giornali riferiscono col
contagocce: e riferiscono di suicidi, retate di innocenti, aggressioni,
umiliazioni e pestaggi, ricatti a lavoratori immigrati minacciati di
licenziamento ("cosi' perdi il permesso di soggiorno, diventi clandestino e
prima ti multano pretendendo somme di denaro che non avrai mai e poi finisci
in galera, oppure vai a venderti per strada... ti conviene essere schiavo
qui dove sei, ti conviene subire e tacere, o chiamo i persecutori e ti
consegnamo agli aguzzini..."). Le violenze sono ogni giorno piu' diffuse, la
persecuzione ogni giorno piu' atroce.
Si sta scatenando l'inferno: milioni di persone assolutamente oneste e del
tutto innocenti vivono ora nel nostro paese in un regime di terrore, esposte
all'abissale minaccia della schiavitu', alle grinfie dei poteri criminali,
alle vessazioni crescenti dei picchiatori, degli stupratori, degli
sfruttatori, dei sadici torturatori.
Si sta scatenando l'inferno.
Le misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto
"pacchetto sicurezza" stanno imponendo il regime dell'apartheid nel nostro
paese. Siamo in presenza di un colpo di stato razzista che sta perseguitando
milioni di persone, ed aggredendo il nostro ordinamento giuridico,
sovvertendo la legalita', abbattendo la Costituzione, avvelenando la vita di
tutti.
*
Io lo vedo perche' non vivo nella torre d'avorio: alcune di queste vittime
vengono a chiedere aiuto a me. Ed e' ogni giorno piu' difficile aiutarle,
sostenerle, incoraggiarle, dimostrar loro che questo e' ancora un paese
civile e che non siamo un popolo di complici del nazismo che torna.
Io lo vedo perche' non ho dimenticato quello che mi insegnarono i miei
antichi maestri, da Vittorio Emanuele Giuntella a Primo Levi, da Franco
Fortini a Benny Nato.
Io lo vedo perche' molti anni fa dedicai una parte della mia vita a
coordinare per l'Italia la solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto
nelle prigioni del regime razzista sudafricano, e da quella esperienza
imparai cose che non ho piu' dimenticato.
Io lo vedo forse anche perche' sono e mi sento ormai vecchio, ed ho dedicato
gli ultimi quattro decenni della mia esistenza alla lotta per la dignita' e
i diritti di tutti gli esseri umani.
Ma lo vedo anche perche' chiunque puo' vederlo, se solo volesse vedere, se
solo volesse ascoltare, se solo volesse sapere, se solo volesse capire.
*
E dunque questo e' il momento di resistere al colpo di stato.
E dunque questo e' il momento di difendere la legalita', la democrazia, la
civilta', il nostro paese, l'umanita'.
E dunque questo e' il momento di insorgere, con la forza della nonviolenza,
in difesa della Repubblica Italiana e della nostra Costituzione che la
fonda.
*
Le misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto
"pacchetto sicurezza" sono illegali, criminali e criminogene,
incostituzionali ed antigiuridiche: nessuno le deve accettare o applicare,
tutti devono respingerle in quanto anomiche e golpiste, barbare ed
antiumane.
Quelle misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto
"pacchetto sicurezza" devono essere rese immediatamente ineffettuali ed
abrogate al piu' presto, o per pronunciamento della Corte Costituzionale o
per nuova deliberazione del Parlamento.
*
In tutta Italia denunciamo a tutte le competenti magistrature ed a tutte le
competenti istituzioni l'illegalita' di quelle misure razziste, schiaviste e
squadriste.
In tutta Italia si insorga in difesa della Repubblica, per il ripristino
della legalita', per sconfiggere - con la forza del diritto, con la vigenza
dell'ordinamento giuridico democratico - il tentativo di colpo di stato
razzista.

2. UNA SOLA UMANITA'. UN APPELLO URGENTE

A tutte le persone che ci leggono chiediamo di presentare esposti alle
magistrature e ad altre istituzioni affinche' siano abrogate le misure
razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e siano
processati i colpevoli del tentativo di colpo di stato da esse misure
configurato.
*
Vorremmo che nel lasso di tempo piu' breve possibile migliaia di esposti
raggiungano tutte le Procure d'Italia e numerosi altri pubblici ufficiali ed
attivino cosi' le procedure che portino con la massima tempestivita'
possibile all'intervento della Corte Costituzionale che abroghi le illegali
e criminali misure razziste, squadriste e golpiste contenute nella legge 15
luglio 2009, n. 94.
*
Vorremmo che si sviluppasse un movimento di dimensioni massive, corale, di
popolo, in difesa della Costituzione e dell'umanita', in difesa della
legalita' e della civilta', un movimento che si opponga al razzismo e allo
squadrismo, che si opponga al tentativo di colpo di stato del governo
dell'eversione dall'alto.
*
Proponiamo di utilizzare come modello gli esposti che abbiamo presentato noi
stessi e di seguito riportiamo, oppure di formularne, presentarne,
diffonderne di piu' elaborati e dettagliati ancora; in ogni caso di agire
tempestivamente nel richiedere che le competenti magistrature intervengano
per ripristinare la legalita' violata dai golpisti razzisti.
Agire tempestivamente, poiche' ogni giorno che passa il razzismo miete
vittime.
Agire tempestivamente, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli
esseri umani.
Con la forza della verita'.
Con la forza del diritto.
Con la forza dell'ordinamento giuridico.
Con la forza della nonviolenza.

3. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE
FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO
2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di Viterbo
Al Presidente del Tribunale di Viterbo
Al Presidente della Corte d'Appello di Roma
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di Viterbo
Al Presidente della Provincia di Viterbo
Al Presidente della Regione Lazio
Al Questore di Viterbo
Al Prefetto di Viterbo
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 agosto 2009

4. UNA SOLA UMANITA'. ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL
FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di Viterbo
Al Presidente del Tribunale di Viterbo
Al Presidente della Corte d'Appello di Roma
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di Viterbo
Al Presidente della Provincia di Viterbo
Al Presidente della Regione Lazio
Al Questore di Viterbo
Al Prefetto di Viterbo
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 8 agosto 2009

5. AGENDA. ISTRUZIONI PER L'USO E INDIRIZZI UTILI

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
espsoti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere ampliati, o
resi piu' dettagliati, se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente
gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Diamo di seguito gli indirizzi delle istituzioni centrali cui inviare gli
esposti; gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano ovviamente da
Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Al Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza
Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito:
www.cortedicassazione.it
Al Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
Al Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
Al Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
Al Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
Al Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Al Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60,
B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 -
+32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
Al Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
Al Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti non sostituiscono l'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi di
inviare sempre comunque anche copia cartacea degli esposti per posta (con
raccomandata).
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it

6. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: CONTINUARE A CERCARE QUELLO CHE E'
GIUSTO
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento]

Il 28 giugno scorso un golpe in Honduras ha portato brevemente
all'attenzione mondiale la situazione del paese centroamericano. Nonostante
il golpe sia stato condannato da tutti i paesi del continente e da tutte le
principali istanze internazionali, il golpista Roberto Micheletti e' ancora
in sella; mentre le forze armate continuano a impedire il ritorno del
presidente deposto Manuel Zelaya, accampato sul versante nicaraguense della
frontiera con centinaia di sostenitori.
Quanto avviene pero' non occupa certo le prime pagine dei nostri giornali.
La scarsa attenzione data all'intera vicenda, in particolare alla brutale
repressione delle manifestazioni pacifiche in favore del presidente
legittimo Manuel Zelaya, si e' sostanzialmente concentrata sul fatto se sia
stato "un golpe contro Obama" o "il primo golpe dell'era Obama".
Su questo condividiamo quanto scritto da Maurizio Matteuzzi: "Se Obama - o
l'amministrazione Usa - fossero seri nel loro sostegno a Zelaya e alla
democrazia in Honduras avrebbero potuto riportarlo a casa accompagnandolo
nella base di Soto Cano. Invece oggi il simbolico rientro di Zelaya per
qualche minuto venerdi' scorso (24 luglio - ndr) dal confine con il
Nicaragua, e' definito 'imprudente' da Hilary e 'la strada sbagliata per la
riconciliazione' da Arias. Ecco perche' le due tesi del 'golpe contro Obama'
e del 'primo golpe dell'era Obama' non sono antitetiche ma complementari.
Non solo la testa calda Chavez ma tutta l'America Latina e' avvisata".
Intanto la lotta pacifica e nonviolenta per restaurare la democrazia e la
dignita' del popolo honduregno e' entrata in una fase cruciale con il
movimento contadino e il Fronte nazionale di resistenza contro il colpo di
stato, che hanno chiamato i movimenti sociali, sindacali e democratici, ad
una manifestazione nazionale iniziata il 5 agosto con una lunga marcia da
almeno otto localita' del paese che si concludera' l'11 agosto a Tegucigalpa
e nella seconda citta' honduregna, San Pedro Sula.
*
Questa rimozione del golpe in Honduras richiama, inevitabilmente, l'altra
rimozione rappresentata dal trentennale della rivoluzione sandinista del
Nicaragua.
Per dieci anni, dal 19 luglio del 1979 al 1989, quella rivoluzione popolare
fu al centro dell'attenzione mondiale, tanto da suscitare molte simpatie in
ambiti politici diversi tra loro. Era l'immagine del piccolo Davide
nicaraguense che eroicamente resisteva all'aggressione del Golia
statunitense.
Nel febbraio 1990, in un paese distrutto, vinto dalla fame e dalla guerra,
nelle elezioni presidenziali si sanciva la sconfitta delle forze
rivoluzionarie ed iniziava l'era neoliberale che terminera' solo nel 2007,
con la vittoria elettorale di una eterogenea coalizione capeggiata dal
leader sandinista Daniel Ortega.
Quello che colpiva allora era l'originalita' del sandinismo, movimento
politico in cui a una componente socialiste di ispirazione marxista si
sommavano orientamenti di radicalismo cristiano legati alla teologia della
liberazione, e tendenze connesse ad esperienze e tradizioni nazionali
liberali e libertarie.
"Mai, prima, in America Latina una rivoluzione e' stata cosi' vicina agli
ideali libertari (con l'eccezione di alcuni aspetti della Rivoluzione
messicana), e con tante similitudini con la Spagna pre-guerra civile, quella
delle comuni agricole, che cercava di cambiare non un governo o le sole
condizioni economiche, ma i rapporti tra gli esseri umani, sognando
l'avvento di quello che il sandinismo definiva 'el hombre nuevo', cosi' come
Durruti parlava del 'mondo nuovo che ci portiamo nel cuore'. Ho conosciuto
quel Nicaragua, e vedendo com'e' ridotto oggi, rimpiango il molto che,
allora, era ancora possibile fare. Era stato l'unico paese a mettere in
discussione la 'necessita' del carcere', trasformando le prigioni in
fattorie aperte, gestite come cooperative dove i semidetenuti si dividevano
il ricavato dei lavori, e mi capito' spesso di vedere folti gruppi di
'condannati' andare a fare il bagno nel Gran Lago, accompagnati da una sola
guardia, e disarmata. Del resto, la prima misura presa dal Governo di
Ricostruzione fu l'abolizione non solo della pena di morte, ma anche
dell'ergastolo, introducendo misure che avrebbero comunque ridotto
enormemente celle e sbarre" (Pino Cacucci, Un po' per amore. Un po' per
rabbia).
Non fu certo sbagliato sostenere i fermenti di utopia presenti nel sandismo
del Nicaragua, che allora tentava stoicamente di sfidare l'insensibilita',
il cinismo e la superficialita' dei famigerati anni Ottanta; perche' anche
da quella esperienza nasce l'urgenza odierna di riaffermare che nel mondo
attuale, straziato da tanta ingiustizia e sofferenza, la solidarieta'
internazionale resta un elemento fondamentale ed indispensabile per trovare
la strada per continuare a cercare quello che e' giusto.

7. UNA SOLA UMANITA'. NELL'ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA DI MARCINELLE UN
APPELLO DI ALCUNI INTELLETTUALI
[Attraverso Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it)
riceviamo e diffondiamo il seguente appello dal titolo "Bossi deve
dimettersi"]

Nell'anniversario della tragedia del 1956 a Marcinelle, dove 136 minatori
italiani persero la vita, perfino esponenti dell'attuale maggioranza di
destra hanno riconosciuto che quei lavoratori erano trattati non
diversamente da come oggi si trattano da noi gli "extracomunitari", hanno
domandato "rispetto" per gli  stranieri anche "se senza documenti" e
riconosciuto sbagliato quel reato di clandestinita' che pure hanno concorso
a introdurre, insieme ad altre leggi razziali.
L'esponente della Lega Nord, Umberto Bossi, ha invece avuto l'impudenza di
dichiarare: "Noi andavamo a lavorare, non ad ammazzare". Questa affermazione
insultante e razzista - che nega la realta', finge di ignorare quanti
lavoratori italiani siano stati trattati come criminali dai bossi dell'epoca
e definisce delinquenti centinaia di migliaia di onesti lavoratori
stranieri, molto spesso supersfruttati - non puo' essere ancora una volta
archiviata come folklore perche' e' stata fatta da un ministro della
Repubblica. Lo stesso che qualche giorno fa ha dichiarato che non gli
interessa il tricolore (di cui e' rappresentante come ministro) piacendogli
solo la bandiera della Lombardia o dell'inesistente padania. E che in altre
occasioni ha giustificato l'incendio del campo rom di Ponticelli o ha
invocato il ricorso ai fucili, a seconda dell'umore del momento, contro
magistrati, migranti, meridionali o contro Roma ladrona (di cui pure e'
ministro).
Ne' il fatto che pochi o molti lo abbiano votato può valere da "scudo" a chi
incita alla violenza squadrista, alla secessione e all'odio razziale, come
non potrebbe garantire l'immunita' a un ministro pedofilo o mafioso.
Chiediamo che le forze politiche dell'opposizione, parlamentare e no,
pretendano le dimissioni immediate di questo signore, data
l'incompatibilita' manifesta dei suoi comportamenti col suo ruolo, e che i
presidenti delle Camere intervengano a tutelare la dignita' delle
istituzioni.
*
Primi firmatari: Walter Peruzzi, Piero Maestri, Alberto Stefanelli, Gianluca
Paciucci ("Guerre&Pace"); Giuseppe Faso, Marina Veronesi (Centro
interculturale empolese-Valdelsa); Filippo Miraglia (responsabile
immigrazione Arci); Anna Maria Rivera (Universita' di Bari); Piero Soldini
(responsabile Immigrazione Cgil); Enzo Mazzi, Firenze; Enrico Peyretti,
Torino; Marcello Maneri, Fabio Quassoli (Universita' Bicocca, Milano);
Federico Celestini (Universita' della Musica, Graz, Austria); Fulvio
Vassallo Paleologo (Universita' di Palermo); Antonio Moscato (storico);
Gordon Poole (Universita' Orientale di Napoli); Giovanni Russo Spena (Prc);
Angelo Baracca (Universita' di Firenze).
Hanno inoltre aderito: Paolo Buffoni (Associazione "Todo Cambia" e
"Universita' Migrante", Milano); Rosetta Riboldi ("Coordinamento pace",
Cinisello); Alfonso Di Stefano (Rete antirazzista catanese); Guido Piccoli;
Giuseppe Lodoli; Stefania Silva; Beatrice Biliato, Floriana e Alberto
Lipparini, Paolo Limonta, Marco Capra, Milvia Naja, Ariele Agostini, Milano;
Lorenza Giangregorio, Roma.
Per adesioni: e-mail: immigrazione at arci.it, sito: www.sosdiritti.ning.com

8. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PUGLIESE: IL CAPRO
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 agosto 2009 col titolo "Razzismi e
capri espiatori"]

La dichiarazione dell'on. Bossi sui nostri emigranti lavoratori e gli
immigrati stranieri che vengono "per uccidere" e' di una gravita' inaudita.
Tuttavia, non meraviglia: fa parte di un armamentario razzista ormai da
tempo consolidato che si esprime sia in fatti - politiche persecutorie e
discriminatorie - che in parole - dichiarazioni che tendono a legittimare le
discriminazioni e fanno temere il peggio per il futuro. Nell'ascoltarle mi
e' venuta in mente un'espressione di Valentino Parlato: "Non ha neanche il
beneficio della malafede". Gia', perche' rispetto a espressioni come questa
la malafede puo' essere un'attenuante.
Cerco di spiegare il paradosso. Una convinzione profonda, contraria a ogni
evidenza, che le cose stiano come le racconta l'on. Bossi puo' fondarsi su
una convinzione ideologica radicata, su pregiudizi profondamnente
assimilati, su paure e odii repressi che portano alla costruzione del
mostro. Ed e' questo tipo di convinzioni profonde, del tutto indifferenti
alla realta' delle cose, che puo' portare a iniziative persecutorie e
violente. Da esse difficilmente ci si smuove e a poco servono i
ragionamenti.
Il razzismo - affermava uno storico inglese in uno dei primi convegni
italiani sul razzismo - e' epistemically unsound: e' del tutto campato in
aria, non ha logica o razionalita'. Ed e' su convinzioni del genere, fondate
su menzogne e senza fondamento razionale, che si e' basata l'adesione al
nazismo e all'antisemitismo. Uno dei grandi contributi dello studio sulla
personalita' autoritaria di T. W. Adorno fu proprio l'individuazione di un
insieme di pregiudizi e odii logicamente slegati ma pscologicamente
intrecciati e presenti nelle stesse persone. L'osservazione di questo
coacervo di pregiudizi, che si presenta sistematicamente in alcune persone
delineandone l'ideologia, lo porto' a definire la personalita' autoritaria
(o fascista).
Percio' abbiamo molto da temere dalla "buona fede" di chi fa affermazioni
xenofobe. Ma non e' detto che sia cosi'. Puo' anche darsi che - secondo un
meccanismo anch'esso molto antico, quello degli imprenditori politici del
razzismo - l'on Bossi abbia semplicemente voluto lanciare un messaggio
capace di far presa sull'opinione pubblica che, in una situazione economica
e politica come quella attuale, e' piena di ansie e preoccupazioni e percio'
facilmente disponibile a prendersela con un capro espiatorio. E le pratiche
di produzione del capro espiatorio sono state sempre fondate sulla
contrappozione tra un "noi" e un "loro". Quale caprio espiatorio migliore di
uno straniero, di uno che non appartiene alla nostra comunita', alla nostra
"razza", al nostro paese? Ed e' facile - ma anche un po' comodo - ritenere
che noi andavamo all'estero per lavorare, contrariamente a chi viene qui
"per uccidere".
Si sa invece che gli italiani sono stati sempre accusati delle stesse
nefandezze di cui Bossi accusa i nostri immigrati. Una cosa che si registra
sistematicamente in ogni esperienza migratoria e' la similarita' dei
pregiudizi. Le accuse rivolte contro gli italiani sono state sempre quelle
che Bossi rivolge agli immigrati. Lui li chiamo' bingo-bongo. Noi invece in
America venivamo chiamati offensivamente wop. L'armamentario razzista
americano contro gli italiani si basava su due invenzioni, su due
caratteristiche attribuite ai nostri lavoratori: quella di essere tutti
anarchici o comunisti e quella di essere assassini, gente sempre con il
coltello in mano. Insomma, il pregiudizio e le pratiche di diffamazione si
ripresentano sempre uguali nella storia e nella geografia: non hanno nazione
e non hanno "etnia" (neanche padana).
I nostri immigrati, in realta', sono proprio come erano i nostri emigranti.
L'esperienza migratoria e' una esperienza dura. Cosi' come ora, anche ai
tempi delle nostre grandi emigrazioni, c'era una minoranza che non ce la
faceva e imboccava percorsi di devianza e criminalita'. E c'erano i Bossi
che, diffamando, incitavano all'intolleranza.

9. RIFLESSIONE. GIUSI MARCANTE INTERVISTA RITA PARISI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 agosto 2009 col titolo "Il Siulp: Ronde
e militari, un modello di sicurezza separato dalla societa'" e il sommario
"Rita Parisi: Maroni dovrebbe garantire l'unita' nazionale, ma il suo
modello e' il localismo. Vuole un sistema militare piu' controllabile"]

"Quello di togliere i soldi alla sicurezza per darli alla difesa e' un
disegno preciso, significa bypassare la riforma della Polizia in favore del
modello militare che e' piu' separato dalla societa', e' piu'
autoreferenziale ed e' senza sindacato". E' arrabbiata Rita Parisi; alla
segretaria provinciale del Siulp di Bologna la nuova legge fortemente voluta
dal ministro dell'Interno Roberto Maroni non piace. Non le piacciono le
ronde, che sono "una destrutturazione, basato sui localismi, del profilo
nazionale della sicurezza". E sull'utilizzo dei militari nelle citta', a
Bologna ne stanno arrivando 78 che si aggiungeranno ai 60 gia' presenti, e'
chiarissima: "E' un vulnus del modello di sicurezza civile che questo paese
si e' conquistato". Sotto le due Torri non ci saranno pattugliamenti, il
prefetto ha spiegato che i militari verranno impiegati al Cie di via Mattei,
collaboreranno nelle ore notturne alla vigilanza della basilica di San
Petronio, saranno all'aeroporto e nella sede del tribunale. E proprio al
posto di polizia del tribunale si sono presentati venerdi' tre maggiori
dell'Esercito informando i poliziotti che da martedi' saranno in servizio e
chiedendo lumi su quali siano le mansioni da svolgere. Gli agenti sono
caduti dalle nuvole, non sapevano nulla e nessuno li aveva informati. Per il
Siulp e' un altro segnale della "disinvoltura" con cui sta avvenendo
l'impiego dei militari in citta'. Il sindacato di polizia ha anche fatto i
conti: solo a Bologna l'operazione costa quattromila euro al giorno (e'
l'indennita' aggiuntiva che ogni militare percepisce per questo specifico
utilizzo nelle citta').
*
- Giusi Marcante: Sono soldi che vengono tolti a voi?
- Rita Parisi: Certo, e non e' un mistero che le risorse che vengono
destinate a noi dal ministero dell'Interno siano state oggetto di continui
tagli. D'altronde questo e' un disegno preciso che noi denunciamo da tempo,
la volonta' e' quella di aggirare la riforma della Polizia del 1981 per
imporre un modello militare che e' piu' controllabile e non ha cerniere con
la societa' civile. Questo ministro incarna pero' una contraddizione.
*
- Giusi Marcante: Vale a dire?
- Rita Parisi: Lui che dovrebbe rappresentare l'unita' della nazione
risponde ad una base elettorale che ha come riferimento il localismo. E in
questo modo si spiega il favorire il fenomeno delle ronde. Dall'altro lato
vengono utilizzati i militari nelle citta'. Due aspetti che hanno un punto
in comune: la destrutturazione del sistema di sicurezza nazionale.
*
- Giusi Marcante: Voi contestate anche l'utilizzo dei militari dal punto di
vista pratico.
- Rita Parisi: Certamente. I militari gerarchicamente dipendono dai comandi.
Al Cie di Bologna i poliziotti nulla chiedono piu' ai militari. Vale a dire
non c'e' un rapporto funzionale, se scoppia una rivolta e c'e' da gestire
una situazione di emergenza il militare deve essere autorizzato per
l'intervento. Vorrei anche sottolineare che sono lavoratori precari, con
contratti a tempo determinato.
*
- Giusi Marcante: A Bologna servono?
- Rita Parisi: Sono sicura che la citta' preferirebbe una polizia piu'
dotata e piu' efficiente. La citta' sente il bisogno di sicurezza e non dei
militari. E non dimentichiamo che qui e' stato detto no alle ronde. Qui
abbiamo avuto 40 uomini in piu' grazie al patto per la sicurezza del governo
Prodi ma, solo per fare un esempio, il fondo per gli straordinari 2009 e'
andato a coprire quello dell'anno scorso. Quindi per l'anno in corso sara'
scoperto.

10. LETTURE. ROBERTO SAVIANO: LA BELLEZZA E L'INFERNO
Roberto Saviano, La bellezza e l'inferno. Scritti 2004-2009, Mondadori,
Milano 2009, pp. 262, euro 17,50. Una raccolta di scritti coerenti e
compatti gia' quasi tutti apparsi, in stesure qui rielaborate, su giornali e
riviste. Come e' nella natura di simili raccolte di testi pubblicistici
d'immediato intervento, vi e' anche qualche pagina su cui si potrebbe e
vorrebbe discutere. Ma in ogni pagina tu senti un impegno civile forte e
profondo, e sai che l'autore si trova per questo suo impegno in una
condizione di estremo pericolo - i poteri criminali da lui denunciati avendo
deciso di ucciderlo -, talche' piena ed incondizionata e' la solidarieta', e
l'affetto e la stima che per lui - e il suo impegno e l'opera sua - nutre
ogni persona senziente e pensante.

11. RILETTURE. NORBERTO BOBBIO: TEORIA GENERALE DEL DIRITTO
Norberto Bobbio, Teoria generale del diritto, Giappichelli, Torino 1993, pp.
X + 302. Il volume raccoglie due lontani corsi universitari sulla Teoria
della norma giuridica e sulla Teoria dell'ordinamento giuridico, ed e' -
come tutte le opere di Bobbio - un gioiello di chiarezza e di sapienza, di
stile e di dottrina.

12. RILETTURE. VLADIMIR JANKELEVITCH: HENRI BERGSON
Vladimir Jankelevitch, Henri Bergson, Morcelliana, Brescia 1991, pp. 388. Un
libro che rende saggi e felici (se alla natura umana e' dato che le due cose
siano compatibili).

13. RILETTURE. EUGENE MINKOWSKI: TRATTATO DI PSICOPATOLOGIA
Eugene Minkowski, Trattato di psicopatologia, Feltrinelli, Milano 1973, pp.
566. Ogni volta che lo rileggi questo libro ti rischiara e t'incanta di
nuovo.

14. RIEDIZIONI. MAURIZIO RIDOLFI, NICOLA TRANFAGLIA, 1946. LA NASCITA DELLA
REPUBBLICA
Maurizio Ridolfi, Nicola Tranfaglia, 1946. La nascita della Repubblica,
Laterza, Roma-Bari 1996, Societa' europea di edizioni, Milano 2009, pp. VI +
274, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Aperta da due
saggi dei curatori, un'utile raccolta documentaria sulla vicenda del
referendum istituzionale e delle elezioni per l'Assemblea Costituente.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 910 del 12 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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