Proposta



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PROPOSTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 10 luglio
2009

1. Movimento Internazionale per la Riconciliazione: Al Presidente della
Repubblica
2. Normanna Albertini: Le nuove leggi razziali
3. Sergio Albesano: Al Presidente della Repubblica
4. Giacomo Alessandroni: Caro Presidente
5. Luigi Ambrosio: Al Presidente della Repubblica
6. Associazione Macondo: Rispetto e dignita'
7. Tiziano Cardosi: Al Presidente della Repubblica
8. Fabrizio Clementi: Aderisco
9. Francesco Comina: Tutti
10. Silvano Delladio: Al Presidente della Repubblica
11. Mariangiola Dezani-Ciancaglini: Al Presidente della Repubblica
12. Anna Donati: Mostruosita'
13. Giovanna Fiume: Contro il ritorno delle leggi razziali
14. Daniele Gallo: Radici e frutti
15. Antonio Maria Greco: Al Presidente della Repubblica
16. Marco Mamone Capria: Al Presidente della Repubblica
17. Helene Paraskeva: Al Presidente della Repubblica
18. Laura Tussi: Al Presidente della Repubblica
19. Una preghiera ad alcune persone amiche
20. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
21. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
22. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti

1. UNA SOLA UMANITA'. MOVIMENTO INTERNAZIONALE PER LA RICONCILIAZIONE: AL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Alla Presidenza della Repubblica
e per conoscenza alle associazioni della societa' civile
Non si puo' regolamentare la convivenza e l'ingresso di persone non italiane
attraverso un decreto repressivo ed intimidatorio. Il flusso di non italiani
non e' un problema di ordine pubblico ma di politiche  generali decise con
le parti ed  attraverso la consultazione di quei soggetti che
quotidianamente vivono tali problematiche: organizzazioni umanitarie, centri
d'ascolto e d'accoglienza gestiti dalle chiese e dalle associazioni di
volontariato cosi' numerose e competenti in materia. La convivenza non puo'
essere materia di contrattazione fra schieramenti, ne' liquidata a colpi di
fiducia ricattando un parlamento sempre piu' delegittimato dal suo interno.
Non possiamo dunque che essere preoccupati di fronte all'accettazione del
cosiddetto "pacchetto sicurezza", in particolare della parte riguardante la
relazione con persone non italiane.
Gli ultimi tragici avvenimenti del nostro Paese (terremoto in Abruzzo e
disastro di Viareggio) dimostrano che queste lavoratrici e lavoratori spesso
con famiglie e bambini, vivono nelle periferie piu' esposte ai pericoli o
nei centri storici abbandonati: laddove prima risiedeva la storia dei nostri
paesi ora si parlano lingue a noi ignote; sono scudo umano in quelle zone
piu' degradate o meno tutelate delle nostre grandi citta'. L'invisibilita'
che si vuole sancire tramite alcuni inaccettabili articoli del decreto 733
e' gia' dunque, nei fatti, sotto i nostri occhi.
Quello che si sta innescando e' l'insicurezza del nostro futuro e della pace
della nostra societa'. I conflitti non gestiti oggi sono destinati a
diventare esplosioni di violenza domani; un diritto negato e' l'innesco di
desiderio di cieca rivalsa.
Chiediamo dunque
- al Presidente della Repubblica di non firmare questa legge pericolosa,
immorale ed inefficace alla gestione della buona convivenza;
- alle persone consapevoli della gravita' legata a tali decisioni di
rivolgere lo stesso appello scrivendo a: presidenza.repubblica at quirinale.it
Invitiamo tutti a sostenere le persone non italiane, in un momento di
misconoscimento del diritto alla dignita'.
Ilaria Ciriaci, presidente del Movimento Internazionale per la
Riconciliazione

2. UNA SOLA UMANITA'. NORMANNA ALBERTINI: LE NUOVE LEGGI RAZZIALI

La legalizzazione del razzismo, le nuove leggi razziali. La Costituzione - e
il vangelo, per chi crede - riposti in un cassetto. Questo sta succedendo.
Penso alle mie allieve del corso di lingua italiana per adulti: quante
clandestine ho incontrato in questi anni! E ora? Dovrei essere io la prima a
denunciarle. O dovrebbe essere la famiglia ad allontanarle. Povera Alena, e
povero Pietro, che non saprebbe come fare senza di lei, dopo due anni che si
occupa della casa, di lui, della famiglia intera... e non puo' legalizzarla.
Questo decreto e' pura follia. Roba fuori della realta'. "Padre, perdona
loro, perche' non sanno quello che fanno!".
Massimo Storchi, storico reggiano, tiene un blog, "Fortezza Bastiani".
Riporto per intero dal blog un'intervista a don Giuseppe Dossetti, parroco
reggiano, nipote del grande costituente, che non ha dimenticato che Cristo
e' stato ed e' vissuto da clandestino.
*
Allegato: Intervista di Chiara Barilli a don Giuseppe Dossetti (il testo
integrale e' nel sito www.reggio24ore.com)
- Chiara Barilli: Come valuta il decreto? Che effetto sortiranno i vari
provvedimenti presi?
- Giuseppe Dossetti: Faranno aumentare il fenomeno della clandestinita'.
L'immigrazione e' come un'enorme diga contro cui sbatte continuamente nuova
acqua, senza una valvola di sfiato. Il problema e' che e' il nostro sistema
giuridico a creare la clandestinita'. La nuova legge appiattisce in un'unica
fattispecie lo spacciatore e la badante; ma, mentre per le persone oneste
essa rappresentera' un ulteriore ostacolo nel percorso di regolarizzazione,
i delinquenti non saranno impediti dal continuare le loro attivita'.
- Chiara Barilli: Quindi, ad un inasprirsi delle risposte al fenomeno,
corrisponderebbe una sempre maggiore inefficacia delle risposte stesse. Una
soluzione possibile?
- Giuseppe Dossetti: Io consiglierei di leggere i Promessi sposi. E' la
storia delle gride manzoniane. Ho sempre sostenuto che bisognava collegare
il permesso di soggiorno con dei percorsi formativi e di inserimento, non
con delle carte. Dubito che per lo stato attuale questo sia sufficiente,
ormai la situazione si e' incancrenita. Ma quella rimane la strada.
- Chiara Barilli: Come reagisce la comunita' di San Pellegrino? Le sembra
che il senso di diffidenza o paura nei confronti dello straniero sia
cresciuto?
- Giuseppe Dossetti: Ho cominciato a fare accoglienza proprio per questo:
fino a che gli immigrati restano persone viste in televisione, se ne puo'
avere paura; quando li si conosce di persona, diventano uomini e donne, in
carne e ossa. La nazionalita' passa in secondo piano rispetto al rapporto
personale. Tuttavia, si', c'e' stato un peggioramento dell'umore nei loro
confronti: sia per problemi reali, sia per l'inadeguatezza totale del
sistema legislativo, sia per una speculazione politica.
- Chiara Barilli: E le responsabilita'?
- Giuseppe Dossetti: Di destra e sinistra, indistintamente. Al cinismo della
destra si e' sommata l'incapacita' della sinistra.
- Chiara Barilli: Come valuta la posizione poco netta della Conferenza
Episcopale di fronte alla politica del governo sull'immigrazione?
- Giuseppe Dossetti: Sono sorpreso di fronte alla timidezza della sua
reazione, che ha finora fatto dichiarazioni generiche, sfocate e palesemente
imbarazzate. In altre situazioni, si sono usati ben altri toni. Non vorrei
che si desse in pratica ragione a Umberto Bossi, che ha dichiarato, a
proposito delle reazioni vaticane: "La solita liturgia". Dobbiamo
ringraziare il capo della Lega Nord, perche' ha posto i nostri vescovi di
fronte all'impossibilita' di trovare la scappatoia per non prendere
posizione.

3. UNA SOLA UMANITA'. SERGIO ALBESANO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
La prego di considerare la quantita' di critiche profondamente motivate dal
punto di vista costituzionale, civile e umano alla legge cosi' detta
"pacchetto sicurezza", recentemente approvata dalla maggioranza parlamentare
mediante l'ennesimo ricorso al voto di fiducia.
Come avra' visto, personalita' del mondo della magistratura, della cultura,
delle chiese, del diritto e associazioni della societa' civile denunciano il
carattere discriminatorio fino al razzismo di questa legge. I suoi effetti,
lungi dal portare maggiore sicurezza ai cittadini, sarebbero ingiusti e
pericolosi perche' provocherebbero l'aumento della clandestinita' e lo
sfruttamento da parte delle mafie di questa condizione degli immigrati e
accrescerebbero il dolore e le difficolta' di tanti esseri umani, in
particolare dei bambini.
Questa legge trasformerebbe in criminali centinaia di migliaia di persone
che hanno solo violato una norma amministrativa.
Come tutti sappiamo molti di questi fuggono da realta' di poverta', mancanza
di diritti e atrocita' dovute ai tanti conflitti armati che dilagano nei
loro paesi.
Questa legge costringerebbe tanti cittadini e funzionari pubblici a
scegliere se obbedire ad essa oppure alla propria coscienza umana.
La scongiuriamo in nome dei diritti umani e dei diritti di uguaglianza
sanciti dalla nostra Costituzione, in cui tutti noi crediamo, di non
promulgare questa legge.
Sergio Albesano

4. UNA SOLA UMANITA'. GIACOMO ALESSANDRONI: CARO PRESIDENTE

Chissa' se Dio, Allah, Buddha, o chi per lui, o tutti assieme, un po' come
pensava il premio Nobel per la letteratura George Bernard Shaw quando
affermava che "C'e' una sola religione, benche' ne esistano un centinaio di
versioni" in questo momento mi sta ascoltando?
Probabilmente ha cose piu' serie a cui pensare, ma se fosse possibile
anch'io ho un sogno, piccolo, modesto: mi piacerebbe che alcune delle menti
piu' raffinate del mio Paese, tanto luminose da meritare l'appellativo di
Ministri della Repubblica, un giorno, possano reincarnarsi.
Magari in un bambino del sud del Niger, per scoprire che la fame e la
miseria esistono. San Francesco chiamava sorella la poverta', ma san
Francesco non avrebbe mai chiamato sorella la miseria. Con un po' d'acqua ed
un tozzo di pane in fondo puoi vivere, ma quando ti ritrovi in un Paese
distrutto dalle multinazionali, strangolato dall'infinito ricatto del debito
estero, impoverito dall'opulento nord, le speranze di vita, di una vita
degna d'esser definita tale, sono scarse.
Si possono fare tante cose, in quei momenti di disperazione, anche svendere
tutto quello che si ha per uno di quelli che si sa gia' in partenza che
sara' un "viaggio della speranza", ma ormai e' rimasta solo quella. Dunque
via: lungo il deserto, con mezzi di fortuna, poi nella stiva di una nave,
nascosto in un container, o aggrappato sotto un camion oppure un pullman di
passaggio. Giorni che sembrano non finire mai. Momenti in cui gli sforzi
sono tanti, anche se la fame e la sete certo sono di piu'.
Mi vengono alla mente popolazioni dove - per una miseria - si lavora
quaranta ore a settimana. Di straordinario. Non hanno - forse - queste
persone "diritto d'asilo"? O il Mare nostrum e' talmente caleidoscopico da
allargarsi e stringersi a seconda del colore politico del governo di turno?
Che fare allora di questi ultimi? Ricordo come fosse ieri il 28 marzo 1997,
il giorno della cosiddetta "strage del venerdi' santo", quando una nave
militare sperono' la "Kater I Rades", una carretta albanese con 108 migranti
a bordo...
Caro Presidente della Repubblica,
potrei continuare con per ore, ma sia lei, sia io, abbiamo cose molto piu'
importanti da fare.
In estrema sintesi mi affido a Lei quale garante e custode della
Costituzione della Repubblica Italiana.
Mi permetto di ricordarLe - senza alcuna pretesa di esaustivita' - alcuni
articoli della Costituzione calpestati dalle leggi razziali italiane del
nuovo millennio, dalla Bossi-Fini in poi:
Articolo 2: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la
sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarieta' politica, economica e sociale".
Articolo 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E'
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la liberta' e la uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese".
Articolo 13: "La liberta' personale e' inviolabile. Non e' ammessa forma
alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, ne' qualsiasi
altra restrizione della liberta' personale, se non per atto motivato
dall'Autorita' giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In
casi eccezionali di necessita' ed urgenza, indicati tassativamente dalla
legge, l'autorita' di Pubblica sicurezza puo' adottare provvedimenti
provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorita'
giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore,
si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. E' punita ogni
violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di
liberta'. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione
preventiva".
Articolo 16: "Ogni cittadino puo' circolare e soggiornare liberamente in
qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge
stabilisce in via generale per motivi di sanita' o di sicurezza. Nessuna
restrizione puo' essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino e'
libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli
obblighi di legge".
Articolo 24: Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri
diritti e interessi legittimi. La difesa e' diritto inviolabile in ogni
stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con
appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni
giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione
degli errori giudiziari".
Articolo 32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite
agli indigenti. Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento
sanitario se non per disposizione di legge. La legge non puo' in nessun caso
violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Giacomo Alessandroni,
segretario di PeaceLink

5. UNA SOLA UMANITA'. LUIGI AMBROSIO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
le chiedo, come penso faranno tanti altri, di non promulgare il "pacchetto
sicurezza" nella sua formulazione attuale.
Gli appelli di Segre, degli intellettuali e in particolare quello dei
giuristi chiariscono molto bene le forti ragioni di perplessita'.
Luigi Ambrosio,
Scuola Normale Superiore, Pisa

6. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE MACONDO: RISPETTO E DIGNITA'

Come Associazione Macondo abbiamo gia' scritto al Presidente Napolitano e
abbiamo invitato, con i mezzi a nostra disposizione, a promuovere
l'iniziativa.
... per il rispetto e la dignita' dell'essere umano.
Vittorino Deganello, segretario organizzativo di Macondo
Pove del Grappa (Vicenza)

7. UNA SOLA UMANITA'. TIZIANO CARDOSI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente,
le invio queste poche righe per supplicarla di non firmare il cosiddetto
"pacchetto sicurezza" da poco approvato in parlamento.
So del suo impegno e dei suoi appelli per il rispetto dei diritti umani;
questa legge e' un obbrobrio giuridico e un duro colpo alla garanzia dei
diritti umani in Italia.
Credo che, come cittadini di questo paese, in futuro dovremo vergognarci se
una tale legge entrasse in vigore.
La prego, non mi faccia vergognare di essere italiano.
La saluto cordialmente
Tiziano Cardosi

8. UNA SOLA UMANITA'. FABRIZIO CLEMENTI: ADERISCO
Aderisco pienamente agli appelli...
Avv. Fabrizio Clementi
Roma

9. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO COMINA: TUTTI

Sollecito tutti a scrivere al presidente Napolitano.
Francesco Comina

10. UNA SOLA UMANITA'. SILVANO DELLADIO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
aderendo all'appello di Bruno Segre, nonche' di molti intellettuali e
giuristi italiani, Le chiedo di esercitare il potere attribuitoLe dall'art.
74, comma 1, della Costituzione di non promulgare il testo di legge
deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come
"pacchetto sicurezza". Esso infatti reca norme palesemente incostituzionali
e violatrici di fondamentali diritti umani.
La prego di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia
modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Cordiali saluti
Silvano Delladio,
Dipartimento di Matematica, Facolta' di Scienze, Universita' di Trento

11. UNA SOLA UMANITA'. MARIANGIOLA DEZANI-CIANCAGLINI: AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA

Illustre Presidente,
Le chiedo di non ratificare il "pacchetto sicurezza" in nome della fedelta'
alla Costituzione che ha da sempre contraddistinto il Suo operato.
Distinti saluti
Mariangiola Dezani-Ciancaglini,
Dipartimento di Informatica, Universita' di Torino

12. UNA SOLA UMANITA'. ANNA DONATI: MOSTRUOSITA'

Questa legge e' una vera mostruosita'.
Anna Donati

13. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNA FIUME: CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI
RAZZIALI

Ho inviato al Quirinale la mia adesione all'appello degli intellettuali
contro il ritorno delle leggi razziali.
Un saluto cordialissimo
Giovanna Fiume
Universita' di Palermo

14. UNA SOLA UMANITA'. DANIELE GALLO: RADICI E FRUTTI

Carissimo Presidente,
mi unisco al coro massiccio e commosso che in questi giorni ha inteso farLe
pervenire la preghiera di non ratificare le misure contenute nel pacchetto
sicurezza approvato dal Senato in seconda lettura lo scorso 2 luglio 2009.
Una preghiera doverosa che si pone l'obiettivo di evitare l'allontanamento
del nostro Paese dalla societa' civile e legittima garante dei diritti
umani.
L'Italia si e' molto battuta per affermare la necessita' di ispirare la
Costituzione europea dalle sue radici cristiane come se fossero importanti
piu' dei frutti che esse originano. Sono proprio i frutti che "parlano"
della qualita' del seme e in questa misura legislativa dimostrano tutta
l'abissale e incolmabile distanza dei suoi estensori dal messaggio
evangelico. Il Salmo 146 presenta "Il Signore che custodisce gli stranieri,
sostiene l'orfano e la vedova, mente sconvolge la via degli empi" (9), e
Gesu' si identifica addirittura con l'"altro": "Ero straniero e mi avete
accolto" (Matteo, 25,35), imponendo ai suoi discepoli di non considerare
nessuno come straniero. Che non si parli dunque piu' di un'Italia cristiana.
Ma non e' necessario abbracciare un'etica religiosa per rendersi conto della
mostruosa barbarie di tale provvedimento. Umanita', civilta' e amore per
l'altro dovrebbero essere sufficienti per portare soccorso e non
criminalizzare e vessare ulteriormente chi e' gia' in grave difficolta'.
La definizione del reato di ingresso e soggiorno illegale, la schedatura dei
senza fissa dimora, la sostanziale eliminazione del diritto alla salute e
alle cure degli immigrati "irregolari" fanno rabbrividire cuore e coscienza.
Non e' possibile non aver ancora capito che tutte le creature, ma proprio
tutte, sono fili intrecciati della stessa ragnatela, protagonisti alla pari
di un progetto divino di cui ora si puo' scorgere soltanto
un'interpretazione terrena, in attesa di quella metafisica.
Occorre ridurre le distanze tra le persone, non ampliarle: per questo,
carissimo Presidente, la prego, si faccia guidare dal Suo grande cuore e non
da valutazioni di carattere politico e non apponga la Sua firma su questa
vergogna. Le saro' per sempre riconoscente.
Daniele Gallo,
giornalista e direttore di "Viator"

15. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO MARIA GRECO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente,
sono un comune cittadino di circa 70 anni e pertanto ho visto il nostro
Paese attraversare tutte le fasi dal dopoguerra ad oggi. Ho quasi sempre
creduto che i fondamenti della nostra Costituzione, assieme ad una certa
vivacita' intellettuale diffusa, avrebbero garantito nel tempo un livello
accettabile di democrazia, proteggendo l'Italia da bruschi arretramenti e
dall'imbarbarimento del vivere civile.
Caro Presidente, devo confessarLe che questa serenita' ormai da circa 20
anni e' andata lentamente sostituita da una crescente inquietudine e da un
amaro senso di frustrazione.
Oggi mi permetto di scriverLe per pregarLa di non firmare il cosiddetto
"pacchetto sicurezza".
Mi creda, signor Presidente, non mi sono mai sentito cosi' umiliato ed
avvilito.
Alcuni barbari lo hanno preteso, alcuni cinici lo hanno scambiato con altro,
e tutto si tiene. Pero' in questo caso non si tratta di "lex ad personam",
vulnus umiliante per un cittadino ma forse recuperabile, ne' di prepotenza
monopolistica, vulnus umiliante per un liberale, ma forse prevedibile nelle
cicliche intossicazioni del dio mercato, ne' di stampa in buona o mala fede
su libro paga, ne' di assenza di intellettuali critici ad eccezione di poche
"voces clamantes in deserto" e pochissime in televisione.
No, signor Presidente. Questa volta si tratta di razzismo, di arretramento
di civilta', di ritorno al tempo buio del fascismo trionfante, che buona
parte della societa' di allora riteneva luminosissimo, come mutatis mutandis
fa esattamente buona parte della societa' di oggi. Allora ci sono voluti 20
anni ed una guerra disastrosa persa, assieme alla faccia, per capirlo. E la
faccia dell'Italia hanno tentato allora di riscattarla la Resistenza, la
Costituzione e tutto quanto poi da cio' e' scaturito.
La prego, signor Presidente, tenti di resistere, rinvii alle Camere il
"pacchetto sicurezza". Salviamo fin quando e' possibile ancora la faccia.
Fior di giuristi Le forniranno numerose fondatissime ragioni di
incostituzionalita'.
Con speranza e sincera stima
Antonio Maria Greco,
Universita' degli Studi di Palermo

16. UNA SOLA UMANITA'. MARCO MAMONE CAPRIA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Al Presidente della Repubblica
Le scrivo affinche', in virtu' del potere attribuitoLe dall'art. 74, comma
1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare
la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova
deliberazione"), non promulghi il testo di legge deliberato in via
definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in
quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di
fondamentali diritti umani, e lo rinvii alle Camere con messaggio motivato
affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione
della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel
nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
Marco Mamone Capria,
Universita' di Perugia

17. UNA SOLA UMANITA'. HELENE PARASKEVA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Sottoscrivo l'appello del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
"Il colpo di stato razzista compiuto dall'attuale governo con la complicita'
di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana".
Helene Paraskeva

18. UNA SOLA UMANITA'. LAURA TUSSI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
sono sempre stata motivata alla ricerca, alla divulgazione culturale per
l'importanza del valore educativo ed etico, per la trasmissione di contenuti
significativi e valoriali alle giovani generazioni, seguendo i miei maestri,
le persone di pensiero, gli intellettuali sempre attivi civilmente,
moralmente, politicamente, in strenue battaglie sociali di verita',
giustizia e liberta', sul fronte del confronto solidale, del dibattito
politico, contro ogni discriminazione, contro il pregiudizio e l'ottusita'
razzista, e intellettualmente impegnati in aiuto degli altri, dei diversi,
degli emarginati, degli oppressi, di tutti gli ultimi e dei piu' deboli di
cui tutti siamo parte nel tessuto sociocomunitario e nel mondo...
Noi riteniamo che lo studio e la crescita culturale abbiano una validita'
morale ed educativa quando siano posti al servizio degli altri, per i
principi sociali, etici e civili, per i diritti universali imprescindibili
della persona, sanciti dalla carta costituzionale democratica.
In base al concetto e al valore della memoria storica, occorre respingere le
leggi che presentano contenuti razzisti e ingiusti, che contrastano con la
Costituzione, di cui Lei e' garante, per avvalorare una politica che unisca
i popoli, le genti, le minoranze e che crei la vera sicurezza con la
garanzia di pace, vita e dignita' delle persone.
La memoria delle vittime del razzismo nazifascista costituisce un monito per
cui e' necessario difendere la Costituzione e rispettarne i contenuti: lo
straniero non deve essere percepito come "il nemico", minando alla radice la
convivenza civile, pacifica e reciprocamente proficua tra italiani e
migranti. Risulta necessaria l'osservanza dei principi della Costituzione
della Repubblica Italiana e della Dichiarazione universale dei diritti
umani.
Nel sistema formativo inteso come ideale comunita' educante, l'impegno
culturale della testimonianza, del ricordo, della narrazione e del racconto,
nel recupero e nella trasmissione del valore della memoria storica,
individuale, collettiva e condivisa, e' il filo rosso del significato di
memoria, per il presente e per il futuro, per non dimenticare.
Memoria degli eventi che hanno formato e segnato la coscienza di chi li ha
vissuti e, dopo, di chi li ha conosciuti, con il dovere di ricordare... di
fronte alla storia, di padre in figlio, di generazione in generazione, dalla
Resistenza partigiana, ai movimenti operai e studenteschi di lotta e
rivendicazione di pari dignita' e opportunita', fino alla nuova
globalizzazione.
Memoria e memorie come modalita' interculturale e pedagogica, in ambito
sociocomunitario, quale supporto valoriale alla riappropriazione del
sentimento etico e civile di un'appartenenza identitaria universale,
composta di molteplici alterita', ibridazioni e commistioni umane nella
pluriappartenenza al territorio, ai territori nella loro rivalorizzazione
ambientale ed ecologica, anche a livello educativo, didattico,
socioculturale e lavorativo.
Memoria e memorie  della citta', nelle sue forme, nei suoi monumenti, nelle
sue case... contro l'alienante espropriazione del soggetto-persona nella
perdita di punti di riferimento e di ideali classici, soppiantati
dall'imperante massificazione consumistica e dal mito capitalistico
dell'efficientismo sfrenato e del primato dell'economico, imposti dal
sistema.
Memoria e memorie di noi donne e uomini, delle nostre idee che si sviluppano
nel tempo dell'esperienza, come risorsa interiore, soggettiva, esistenziale
di intima festa emozionale, di incontri, dialoghi, rapporti, progetti, da
ripartecipare e sperimentare, nella dimensione comunitaria, negli ambiti di
intervento socioeducativo ed associazionistico di partecipazione militante e
attivismo culturale nei vari settori occupazionali e lavorativi a livello
territoriale.
Lo studio e la cultura devono dunque motivare le giovani generazioni alla
solidarieta', alla realizzazione di una societa' che abbia come valore
fondante la pace e la convivenza civile tra popoli, genti e minoranze, nel
rispetto dei diritti universali e sociali di cittadinanza multietnica,
cosmopolita e internazionale.
"La bella utopia" e' un mondo dove non esistano patrie e nazioni, frontiere
e burocrazie, limiti e confini, ma comunita' educanti aperte
all'accoglienza, al dialogo, al cambiamento rivoluzionario, al progresso
costruttivo, senza stereotipi e pregiudizi, nel rispetto delle culture
altre, nella coesistenza pacifica, che agevola il confronto tra diversita'
interculturali e differenze di genere ed intergenerazionali.
Coniugare la memoria storica consiste nella necessita' della costruzione di
una coscienza civile che ponga come obiettivo prioritario la conoscenza e la
riflessione nelle comunita', nelle citta', nel mondo... per un'utopia
realizzabile, a partire da ogni singola persona, nel contesto quotidiano e
nella partecipazione collettiva, pluralista e democratica.
Laura Tussi

19. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA AD ALCUNE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

20. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

21. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

22. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

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PROPOSTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 10 luglio
2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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