Voci e volti della nonviolenza. 348



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 348 del 7 luglio 2009

In questo numero:
1. Comitato "Nepi per la Pace": Appello al Presidente della Repubblica
2. Maria G. Di Rienzo: Al Presidente della Repubblica
3. Gemma Contin intervista Andrea Olivero
4. Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Riccarco Nencini,
Nichi Vendola: Lettera al Presidente della Repubblica
5. Paola Mancinelli: Percorre la terra il gemito della creazione
6. Luigi Manconi: Tutti
7. Vittorio Merlini: Dichiarazione di obiezione di coscienza al reato di
clandestinita'
8. Salvatore Palidda: Razzismo
9. Irene Panighetti: I promessi sposi oggi
10. Pax Christi Italia: In piedi, costruttori di pace
11. Livio Pepino: Inferiori
12. Enrico Peyretti: Lettera al Presidente della Repubblica
13. Giulio Vittorangeli: La resistenza e' ora

1. UNA SOLA UMANITA'. COMITATO "NEPI PER LA PACE": APPELLO AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
[Dal Comitato "Nepi per la Pace" (per contatti:
info at comitatonepiperlapace.it) riceviamo e diffondiamo]

Il Comitato "Nepi per la Pace" a seguito dell'approvazione in Parlamento del
cosiddetto "pacchetto sicurezza" ed in considerazione dell'inammissibilita'
costituzionale di quanto in esso contenuto che sconvolgera' ingiustamente e
in modo disumano la vita di tantissime persone italiane ed immigrate,
sostiene ed invita a sostenere l'appello del Centro di ricerca per la pace
di Viterbo che reca il seguente enunciato:
"Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana".
Il direttivo del Comitato "Nepi per la Pace"
Nepi, 4 luglio 2009

2. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento]

Egregio signor Presidente della Repubblica,
ricorda il suo primo discorso alle Camere dopo l'elezione alla massima
carica del nostro paese? Io lo ascoltai alla radio, e non l'ho dimenticato.
Da tempo prendo tutto quello che i politici dicono con le pinze, e non ci
conto mai piu' del necessario, pero' nelle sue parole c'era qualcosa che mi
dava una piccola speranza. Mi sembro', allora, che in quel che lei disse ci
fosse un poco d'amore. Una nazione non e' mai solo un'estensione di
territorio delimitata da confini geografici e politici, una nazione e' tale
perche' composta da individui umani legati da una storia comune e da un
patto di cittadinanza: poiche' pare che il nostro Presidente sappia questo,
mi dissi, e che per quegli individui provi interesse e persino affetto, il
nostro futuro potrebbe essere meno difficile.
Purtroppo non e' andata cosi', signor Presidente,  ed io oggi le scrivo con
un sentimento prossimo alla disperazione. Quel che ha avuto culmine nel varo
di leggi razziali in Italia e' una costruzione in corso da anni, un lavoro
continuo e martellante che ha trasformato il nostro paese in una tragica
barzelletta. E' possibile che tutto quel che ci viene dal suo ufficio,
Presidente, sia l'invito ad "abbassare i toni"? Lo chiede a noi, che
resistiamo al degrado e alla violenza, perche' i discorsi siano adeguati al
livello a cui e' sceso questo paese? Ammetto che si trova molto in basso,
qualunque sia la scala etica su cui vogliamo misurarlo. E' un paese in cui i
politici condannati o inquisiti cancellano i loro reati e i loro processi
per decreto. E' un paese in cui ad un'informazione gia' non libera si e'
messo di recente un ulteriore bavaglio. E' un paese in cui e' al vaglio una
proposta di legge che garantirebbe il "diritto all'oblio": e cioe', che noi
cittadine e cittadini non si debba piu' neppure sapere i trascorsi penali di
chi ci governa. E' un paese in cui se i voli di stato sono usati per
trasportare "giullari e ballerine", si legifera subito per coprire detti
voli col "segreto di stato". E' un paese che ha creato mezzo milione di
cittadini fuori legge, quelli provenienti da altri paesi, con il cosiddetto
"decreto sicurezza". E' un paese che ha umiliato le sue forze dell'ordine
non garantendo loro mezzi e organico, ma costringendole a subire
l'istituzione di forze paramilitari parallele (le sedicenti "ronde di
cittadini"): i poliziotti hanno dovuto scortare questi probi viri durante i
loro inutili pattugliamenti, signor Presidente, e persino hanno dovuto
sedare i tafferugli da loro causati. Lei come si sentirebbe, al loro posto?
E' un paese che ha distrutto l'indipendenza della sua magistratura, cosi'
che noi cittadine e cittadini non si possa piu' contare sul fatto che "ci
sara' pure un giudice a Berlino". Quel che conta oggi e' avere le conoscenze
giuste e farsi sponsorizzare dal potente in carica. Non c'e' modo di dare il
nome di "giustizia" a questo stato di cose, ne converra', signor Presidente.
Nel suo discorso di insediamento, infine, lei porse il suo tributo alle
donne italiane, ricordandone i traguardi e le difficolta'. A suo tempo
gliene fui grata. Ma oggi come oggi, le confesso che provo solo frustrazione
e disgusto rispetto al trattamento subito dalle donne in Italia, native e
migranti. Se gli stupri avvengono durante periodi elettorali, la cosa viene
nascosta: a Roma hanno aspettato quaranta ore a dare la notizia di due
violenze carnali, una perpetrata e l'altra tentata, perche' erano in corso
le elezioni europee, e se non fosse stato per un giornalista che aveva avuto
le notizie per vie traverse e le aveva postate su internet, il periodo di
silenzio sarebbe stato ancora piu' lungo. I nostri parlamentari stilano
elenchi delle deputate piu' carine o meglio vestite. Il nostro capo di
governo traffica in "ragazze immagine" quale "utilizzatore finale". Signor
Presidente, lei legge mai la stampa estera? Io lo faccio regolarmente, ed e'
per questo che ho saputo (dal "Guardian" e dal "New York Times") che una
donna italiana ha prodotto un documentario scioccante dal titolo "Il corpo
delle donne". Il filmato spazia fra centinaia di ore di tv italiana, dai
privati canali del nostro primo cittadino alla televisione di stato, e a
detta della sua autrice Lorella Zanardo comporlo "E' stata un'esperienza
terribile, perche' non pensavo avrei visto un tale ammontare di
umiliazioni".
Quando non fanno da accessori muti o sono impegnate in balletti
pseudosessuali, le donne in tv sono usate come gambe da tavolo, spinte a
forza sotto le docce, appese come pezzi di carne in un finto frigorifero e
cosi' via. Signor Presidente, la prossima volta in cui leggera' di una banda
di ragazzini che violenta la coetanea, di un marito che spara alla moglie,
di un ex fidanzato che massacra una donna a botte, tutte situazioni in
aumento nel nostro paese, si chieda quanto tali azioni sono state
legittimate a priori, e da chi. Non e' questo il momento di parlare
sottovoce, mi creda. Se mai l'amore che avevo creduto di sentire nelle sue
parole e' stato vero, questo e' il momento per lei di alzarla, la voce. Se
non altro, noi che urliamo dai tetti ci sentiremo meno sole e meno soli.
Con il massimo rispetto,
Maria G. Di Rienzo, Treviso

3. UNA SOLA UMANITA'. GEMMA CONTIN INTERVISTA ANDREA OLIVERO
[Dal quotidiano "Liberazione" del 4 luglio 2009 col titolo "Andrea Olivero
presidente delle Acli: Questa legge non ci piace perche' e' contro i
diritti"]

Alla Chiesa cattolica la legge sulla sicurezza non piace per niente. Si e'
pronunciato contro il Vaticano, la Conferenza Episcopale, la Caritas,
Famiglia Cristiana, Avvenire. Che questa legge e' "immorale", sbagliata e
contro i diritti umani, ce lo spiega Andrea Olivero, presidente delle Acli.
*
- Gemma Contin: Cosa ha suscitato l'indignazione del mondo cattolico?
- Andrea Olivero: Riteniamo che sia profondamente sbagliato e ingiusto
portare avanti l'equazione che "straniero vuol dire delinquente". Il
provvedimento e' sostanzialmente basato su questo assunto. Voglio dirlo
completamente: l'assunto che "straniero irregolare e' delinquente" e' un
tragico errore, e il caso "badanti" e' esemplificativo. Non e' giusto
associare la condizione di "irregolare" con la condizione di "delinquente",
perche' la maggioranza delle persone oggi regolarmente nel nostro Paese e'
passata da un periodo di irregolarita'. Dico di piu': questo decreto
criminalizza lo stato dello straniero. In realta' introduce diversi elementi
che non sono contro gli stranieri clandestini, ma sono tout court contro gli
stranieri.
*
- Gemma Contin: Se e' per quello anche contro i senza fissa dimora, i senza
alloggio, eccetera.
- Andrea Olivero: Infatti. Se andiamo a vedere che viene richiesta
un'abitazione con tutti i requisiti sanitari, si sa che ci saranno
difficolta', anche se in generale non riguardano gli italiani. Riguardano
pero' una grande platea di residenti, in qualche caso anche di famiglie
italiane, sapendo perfettamente che nel nostro Paese c'e' un problema
abitativo molto rilevante, soprattutto nei centri urbani delle grandi
citta'. Una difficolta' aggiuntiva per gli strati meno abbienti, non solo
per gli stranieri, regolari o irregolari.
*
- Gemma Contin: Ai quali si chiede anche la tassa di soggiorno.
- Andrea Olivero: Una tassa che inibira' la regolarizzazione, perche'
variando tra 80 e 200 euro a persona, significa che per una famiglia con un
padre, una madre e due figli, andra' a incidere in maniera mortale. Ogni
anno questi dovranno pagare "una sberla" fino a 800 euro per quattro
persone, sapendo anche che in media le paghe dei cittadini stranieri
regolarmente registrati nel nostro Paese sono inferiori di un 40% rispetto a
quelle degli italiani, a parita' di lavoro svolto.
*
- Gemma Contin: C'e' chi guadagna 400-500 euro al mese.
- Andrea Olivero: Ci sono zone del Paese in cui si guadagnano cifre minime,
anche se il dato ufficiale, diciamo di mercato, dovrebbe essere un po' piu'
alto, quando e' regolato dai contratti collettivi. Comunque chiedere una
tassa di questa entita' significa scoraggiare il lavoro regolare; e
significa che questo decreto ha la valenza di criminalizzare l'immigrazione
tout court, non l'immigrazione irregolare.
*
- Gemma Contin: Non si penalizzano cosi' anche le famiglie ospitanti?
- Andrea Olivero: Ci sono circa 500.000 famiglie che oggi rischiano di
essere fuorilegge e di incorrere in sanzioni gravi previste per chi ospita
uno straniero. Ma la maggiore presa in giro, nella stragrande maggioranza
dei casi, e' di dover fare una sostanziale autodenuncia che e' gia' stata
fatta un anno e mezzo fa.
*
- Gemma Contin: Con le famose "sanatorie"?
- Andrea Olivero: Si chiamavano "flussi", ma nessuno crede alla barzelletta
delle chiamate nominative a distanza di collaboratrici sconosciute. Era
chiaro che si regolarizzavano persone gia' presenti e fino a quel momento
irregolari. Oggi si potrebbero acquisire i nominativi e individuare senza
oneri famiglie e badanti. Pero' le famiglie sono spaventate e tenderanno a
liberarsi delle straniere che lavorano in casa, con il risultato che ci
saranno migliaia di anziani senza assistenza.
*
- Gemma Contin: A causa dei processi?
- Andrea Olivero: Anche, benche' sara' uno degli aspetti maggiormente
inapplicabile. Pensare di svolgere un milione di processi, seppure davanti a
un giudice di pace, e' illusorio. Mi chiedo se e' giusto introdurre una
legge fortemente simbolica ma che in sostanza non sara' applicata, e credo
che questo sia un modo per aumentare l'illegalita'. Non credo che cosi' si
dia grande sicurezza ai cittadini.
*
- Gemma Contin: Insomma, non le piace.
- Andrea Olivero: Non ci piacciono le leggi "contro". Noi pensiamo che ci
debbano essere leggi a favore: per le persone, per i diritti, per i diritti
umani. E questa e' una legge contro i diritti umani.
*
- Gemma Contin: Che dice delle ronde?
- Andrea Olivero: Anche quelle sono contro, e sono sbagliate. Perche'
anziche' finanziare le ronde non si sostiene il volontariato, che da anni
aiuta le persone a uscire dalla disperazione e dall'illegalita'?

4. UNA SOLA UMANITA'. CLAUDIO FAVA, GRAZIA FRANCESCATO, UMBERTO GUIDONI,
RICCARDO NENCINI, NICHI VENDOLA: LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
[Dal sito www.sinistra-democratica.it col titolo "Presidente non firmi"]

Illustrissimo Presidente,
la promulgazione delle leggi rientra nelle funzioni di garanzia esercitata
dal Presidente della Repubblica, nel quadro del delicato equilibrio
costituzionale di pesi e contrappesi all'interno del quale e' inserita la
stessa funzione legislativa che, nell'ordinamento costituzionale, non gode
della prerogativa dell'onnipotenza. I Padri costituenti, nella loro
saggezza, hanno previsto che le leggi potessero essere giudicate, per
tutelare i cittadini dal rischio di abusi provenienti dalle maggioranze
politiche e per questo hanno posto due istituti di garanzia a presidio del
corretto esercizio della legislazione: la Corte costituzionale e il
Presidente della Repubblica che, a norma dell'articolo 74, prima di
promulgare una legge, puo', con messaggio motivato, chiedere una nuova
deliberazione alle Camere.
Noi non confondiamo il ruolo della Corte costituzionale, a cui e' affidato
un compito tipicamente giurisdizionale, con quello del Presidente della
Repubblica, a cui la Costituzione assegna un ruolo piu' interno al sistema
politico e quindi piu' delicato, suscettibile di interpretazioni diverse. Si
tratta di una funzione che, proprio per la sua delicatezza, non tollera
suggerimenti ne' aspettative. Tuttavia questa funzione e' prevista dalla
Costituzione (e deve essere esercitata) come rimedio alle patologie che
eventualmente si verifichino nello svolgimento dell'attivita' legislativa.
Noi siamo convinti che con la nuova normativa (Disposizioni in materia di
sicurezza pubblica) approvata in seconda lettura dal Senato il 2 luglio, e'
stata superata una soglia che i Costituenti avevano eretto a presidio di
quei valori inviolabili che costituiscono al contempo la lezione e il
lascito della Resistenza.
E' stato varcato il limite del rispetto della dignita' essenziale di ogni
persona umana. Quando si interdice il diritto di contrarre matrimonio e di
dar vita a una famiglia a un'intera categoria di persone, e quando si
sottopone l'esercizio di un diritto naturale come quello della maternita' ad
un'autorizzazione amministrativa, quale e' il permesso di soggiorno, non si
tratta piu' di mere questioni di costituzionalita', che possono essere
trattate e risolte dal Giudice delle leggi. Siamo in presenza di un
cambiamento di natura della legge, dalla quale viene espunta la giustizia.
In altre parole, si produce una lacerazione fra la legge - comando
politico - e la tavola di valori posta a fondamento dell'ordinamento, che i
Costituenti avevano voluto inscindibilmente connessi.
Siamo in presenza di una grave patologia del sistema che disonora il nostro
Paese e ci mette in contraddizione con le regole di civilta' giuridica poste
a fondamento dell'Unione europea come hanno rilevato illustri esponenti
della cultura italiana con una lettera destinata all'opinione pubblica
democratica europea.
Per esporLe il nostro punto di vista su questi punti, Le chiediamo, prima di
procedere alla promulgazione, di ricevere una nostra delegazione.
Le inviamo i nostri piu' cordiali saluti
Claudio Fava
Grazia Francescato
Umberto Guidoni
Riccardo Nencini
Nichi Vendola

5. UNA SOLA UMANITA'. PAOLA MANCINELLI: PERCORRE LA TERRA IL GEMITO DELLA
CREAZIONE
[Ringraziamo Paola Mancinelli (per contatti: mancinellipaola at libero.it) per
questi versi a commento di una legge iniqua]

Percorre la terra il gemito della creazione
appena prossima al suo fine,
ad un tempo ferita e lacera dell'infinita
lacerazione compiuta
nella sua fibra d'umanita'
ora che il vento della profezia tace
e nuovamente esule tornera' Dio
nell'esilio di ogni creatura
espulsa e svenduta
o celera' il Suo volto
nell'estrema sfigurazione
di quanti, per scellerata fantasia,
divengono
relitti senza nome

Dovra' nuovamente Babele
soffocare Pentecoste
e il grido di bestia immemore
ghermire il sottile silenzio
culla del divino alfabeto
che e' il solo Uomo?
Che non si spenga la profezia
nel ventre della citta'
e mai nuovi epuloni siedano
a contrattare i poveri della terra,
per le loro misere paia di sandali

6. UNA SOLA UMANITA'. LUIGI MANCONI: TUTTI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 3 luglio 2009 col titolo "Da oggi siamo tutti
un po' meno liberi"]

Oltre quarant'anni fa, l'"Avanti!" titolava: da oggi ognuno e' piu' libero.
Sia detto senza alcuna retorica: con l'approvazione del cosiddetto
"pacchetto sicurezza" quell'annuncio (allora motivatamente ottimista) va
rovesciato. E' vero, nell'anno di grazia 2009 siamo tutti un po' meno
liberi.
Le norme approvate vanno analizzate, ma gia' si puo' dire che la
classificazione come reato dell'immigrazione "irregolare" e l'introduzione
delle "ronde" costituiscono due lesioni profonde come non mai inferte al
nostro ordinamento giuridico. E un significativo passo indietro nel sistema
dei diritti e delle garanzie. Il risultato e' di criminalizzare i migranti
non per i loro comportamenti ma per il solo fatto di non essere nati in
Italia, subordinando la regolarita' del soggiorno al possesso di un permesso
"a punti", che la pubblica autorita' potra' azzerare sulla base di criteri
alquanto fumosi.
Ma qui emerge una questione ancora piu' profonda: per la prima volta nel
nostro sistema penale viene sanzionata la mera condizione di
"irregolarita'".
E' reato, e aggravante nel caso si commettano altri reati, un semplice
stato, una condizione, un dato esistenziale (migrante: come, in altre epoche
e in altri regimi, povero, omosessuale, zingaro...). Il "pacchetto"
contiene, poi, una serie di dispositivi che renderanno i processi di
regolarizzazione e di integrazione sempre piu' complessi e tortuosi.
Dall'obbligo di regolarita' del soggiorno ai fini dell'accesso ai servizi a
quello di dimostrazione di validita' del soggiorno per il perfezionamento
degli atti di stato civile; dall'obbligo di certificazione dell'idoneita'
alloggiativa ai fini del ricongiungimento, all'introduzione di un contributo
(tra 80 e 200 euro) per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno.
Tutto cio' avra' l'effetto di disincentivare i meccanismi di ingresso nella
legalita' e nella visibilita' del sistema di cittadinanza e la conseguente
crescita dell'area dell'"irregolarita'".
Altrettanto grave e' il fatto che si sia riconosciuta a comuni cittadini la
possibilita' di cogestire il monopolio della violenza legittima (l'uso della
forza legale), da sempre prerogativa esclusiva dello Stato e suo stesso
fondamento costitutivo. Lo Stato si spoglia, cosi', di un suo compito
primario per "appaltarlo a privati", che potranno usare il potere terribile
della forza verso chi identificheranno come minaccia.
Strana idea di sicurezza, questa, che finisce col subordinare il diritto a
un'asimmetria radicale: inflessibile con chi e' percepito come diverso,
indulgente se non del tutto inerte con chi si arroga il potere di definire
il parametro della diversita'.

7. UNA SOLA UMANITA'. VITTORIO MERLINI: DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE DI
COSCIENZA AL REATO DI CLANDESTINITA'
[Ringraziamo Vittorio Merlini (per contatti: segreteria at roccadipace.it) per
questo intervento]

Tempo fa ci furono leggi razziali contro gli ebrei. Ci furono italiani che
obbedirono a quelle leggi e mandarono gli ebrei nei campi di concentramento.
Ci furono anche italiani che aiutarono gli ebrei a nascondersi e a fuggire.
Poi la storia decise che quelle leggi erano ingiuste e gli italiani che non
le avevano rispettate erano quindi "giusti".
La legge che istituisce il reato di clandestinita' e', secondo la mia
coscienza, una legge ingiusta e quindi non mi sento tenuto a rispettarla.
Quindi quando un essere umano perseguitato bussera' alla mia porta per
chiedere aiuto continuero' ad aiutarlo e proteggerlo. Senza chiedergli
permessi di soggiorno.

8. UNA SOLA UMANITA'. SALVATORE PALIDDA: RAZZISMO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 luglio 2009 col titolo "La lunga marcia
della tolleranza zero"]

Reato d'immigrazione irregolare. Irrigidimento delle regole per accedere e
per mantenere la regolarita'. Tassazione delle sanzioni e dell'accesso a
diritti elementari. Liberalizzazione delle ronde e delle bombolette spray al
peperoncino, ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale,
persecuzione dell'accattonaggio e dei writers e altre perle ancora.
Ecco infine approvata la legge da anni agognata da quell'Italia fascista e
piu' che mai razzista. Da domani la persecuzione dei clandestini, le
continue angherie e i soprusi a danno di tutti gli immigrati e l'accanimento
repressivo nei confronti di chi dissente dalle scelte e dalle pratiche del
potere nazionale e locale, ma anche dei padroni e padroncini, rischieranno
di accentuarsi. Al di la' dei soliti balletti che si succederanno nella
definizione del decreto applicativo e nella discrezionalita' se non
nell'arbitrario che come sempre ne accompagnera' l'applicazione, la legge
approvata ieri dal senato puo' essere considerata il primo epilogo di
quell'escalation del fascismo/razzismo democratico innescata negli anni '90.
Ricordiamoci che il primo "pacchetto sicurezza" fu lanciato dal governo
D'Alema e le prime elaborazioni - "apologia dell'ordine pubblico" le chiamo'
nel 1995 - si devono al geniale Violante. Da anni, "Il centro-sinistra ha
fatto 10 e i leghisti e i vari reazionari della destra si sentono in diritto
e in dovere di fare 100": e' cosi' che si puo' riassumere il processo di
esasperazione delle paure e delle insicurezze attribuite al nemico di turno
per legittimare la guerra permanente della tolleranza zero. Ovviamente per
gli sfigati, per chi non ha il profilo del buon cittadino corteggiato dalla
destra e da quasi tutto il centro-sinistra. I leghisti e il presidente del
consiglio se la godono e possono anche permettersi di dire che sono in una
botte di ferro perche' tanto l'opposizione non esiste (e in effetti i leader
diventati neo-cons stile Blair per vent'anni hanno distrutto il Pci e nei
successivi dieci anni hanno azzerato cio' che era rimasto a sinistra).
E' ancora possibile "resistere, resistere, resistere"? Oppure bisogna
scappare all'estero? O prepararsi quantomeno a schivare le violenze del
neofascismo razzista? Molte persone oggi al potere fanno paura, a volte
proprio perche' sembrano segnate da quell'arroganza stupida che pero'
uccide. Ma e' anche vero che la demagogia che spinge a tirare troppo la
corda conduce al fallimento. A condizione, pero', che si inneschi una
dinamica collettiva che si oppone con efficacia. In questa dinamica sara'
decisivo costruire solidarieta' con tutti i democratici coerenti che sebbene
isolati e minoritari, ci sono anche nelle forze di polizia come nella
magistratura e in tutte le amministrazioni pubbliche. Ben al di la' dei
leaderini esperti solo in distruzioni non creative, e' forse ancora
possibile costruire la resistenza collettiva di italiani e immigrati che non
possono piu' subire questo potere e l'inesistente opposizione. Se veramente
la chiesa, i sindacati e altri vogliono difendere i diritti fondamentali di
tutti gli esseri umani, aprano le loro sacrestie e sedi per ospitare
zingari, immigrati, perseguitati, difendano seriamente i lavoratori in nero
e i precari, facciano presidi insieme a quegli operai (peraltro italiani)
che come e' successo a Biella sono cacciati col foglio di via di fascista
memoria.

9. UNA SOLA UMANITA'. IRENE PANIGHETTI: I PROMESSI SPOSI OGGI
[Dal quotidiano "Liberazione" del 4 luglio 2009 col titolo "Pat e Obaze,
nessun lieto fine al matrimonio" e il sommario "Effetti del Dl liberticida:
i due promessi sposi sono nigeriani senza permesso"]

Non vede ancora il lieto fine la storia del matrimonio negato di Pat e
Obaze, che "Liberazione" ha raccontato qualche settimana fa e che e' stato
anche uno degli ultimi episodi che Ivan della Mea e' riuscito a condannare
con indignazione prima di lasciarci.
I due promessi sposi sono nigeriani, lei si chiama Pat Osayande, ha 25 anni
ed e' incinta di 7 mesi e mezzo, lui Obaze Efe, 30 anni, perseguitato
politico, soffre di una grave malattia cardiopolmonare. Ieri si sono recati
all'ufficio comunale per prendere appuntamento per le pubblicazioni di
matrimonio: la prassi vuole che ci si rechi in questo ufficio per prendere
appuntamento per le pubblicazioni e poi, una volta eseguite, ci si puo'
sposare dopo circa un mese, quando le pratiche sono espletate. Pat e Obaze
avevano preso l'appuntamento, il 21 maggio, e quel giorno si aspettavano di
fare le pubblicazioni; invece non solo non erano riusciti ad espletare le
pratiche, ma erano anche stati vittime di un brutto tiro giocato da qualche
impiegato dell'anagrafe che ha chiamato i vigili facendo arrestare Obaze.
L'uomo infatti, che non era riuscito a rinnovare il suo permesso di
soggiorno a causa di una lunga degenza in ospedale dovuta alla sua malattia,
non aveva ottemperato ad un ordine di espulsione ricevuto tempo prima.
Tuttavia Pat all'anagrafe aveva onestamente fatto presente la situazione del
marito ed era stata rassicurata che questo non creava problemi al
matrimonio. Invece quel giorno Obaze era stato prelevato dai vigili, portato
al comando dove pero' si era sentito male, quindi trasportato in ospedale e
poi in carcere, senza che Pat potesse assisterlo ne' sapere i motivi di
tutto cio'. Successivamente Obaze e' stato processato ed e' stato assolto:
evidentemente il giudice ha ritenuto che sussiste un giustificato motivo per
la non punibilita'...
La coppia, ieri, e' tornata all'anagrafe, accompagnata da una trentina di
amici e sostenitori pronti ad intervenire nel caso i vigili si fossero
ripresentati. Un'impiegata ha subito alzato la tensione cercando di tener
fuori dagli uffici il piccolo corteo: dopo una breve discussione e l'arrivo
di una guardia della vigilanza privata, si e' arrivati alla mediazione di
far sedere al tavolo i futuri sposi, il loro avvocato e la consigliera
comunale Donatella Albini (Sinistra Arcobaleno), mentre gli amici
aspettavano nel corridoio. Dopo una mezz'ora Pat e Obaze hanno ottenuto un
nuovo appuntamento per le pubblicazioni per il 4 agosto.
Tutto risolto dunque? Affatto, perche' in quella data saranno in vigore le
norme del pacchetto sicurezza approvate giovedi', che, tra le altre misure
liberticide, negano il matrimonio a chi non ha il permesso di soggiorno.
"Pat e Obaze avevano il diritto di avere l'appuntamento molto prima",
osserva Umberto Gobbi dell'Associazione diritti per tutti, "perche' la prima
volta, il 21 maggio, sono stati i vigili a mandare a monte la pratica. Temo
che questo sia un escamotage per rimandare a quando saranno in vigore le
nuove leggi che impediranno il matrimonio". Pat stringe il mazzo di fiori
che le e' stato regalato, un buon augurio per il futuro bouquet da sposa, e
sorride, come sempre, ma negli occhi ha un velo di amarezza: "non me
l'aspettavo", ammette, come del resto non si aspettava un trattamento cosi'
inumano la volta scorsa, ma oggi si spinge a pensare che "sia un po' una
ripicca". Nonostante il pancione sta in piedi, "ho imparato a tener duro",
scherza, "ma temo che la bimba nascera' prima di sposarmi". Il termine e' il
22 agosto, se le cose restano cosi' la piccola avra' mamma e papa' non solo
non sposati, ma forse in condizioni ancor peggiori, viste le nuove leggi
nazionali che in quella data saranno in vigore. "Questa vicenda e'
emblematica di come l'imbarbarimento della normativa stia creando problemi e
situazioni insostenibili", commenta Manlio Vicini, legale della coppia, che
aggiunge: "La Costituzione Italiana riconosce e tutela la famiglia, quindi
questa vicenda potrebbe costituire il primo caso di incostituzionalita' per
il pacchetto sicurezza".

10. UNA SOLA UMANITA'. PAX CHRISTI ITALIA: IN PIEDI, COSTRUTTORI DI PACE
[Da Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) e da
molti altri amici riceviamo e diffondiamo il seguente documento diffuso da
Pax Christi]

Un'offesa alla famiglia umana.
Un atto eversivo della Costituzione italiana.
Una bestemmia contraria al Vangelo di Cristo.
Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento varato oggi al Senato
sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civilta' del diritto espressa
nella Dichiarazione universale dei diritti umani (la dignita' della persona
umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle
Nazioni Unite il cui spirito e' presente nella dottrina sociale della
Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che e' il bene di tutti e
di ciascuno, sintesi di liberta' e giustizia.
Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace"
pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che
nessuno straniero sia di per se' un delinquente.
Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo "Ero straniero e
mi avete accolto" (Matteo 25)?
Una bestemmia civile e cristiana cosi' grande deve essere respinta da
un'insurrezione nonviolenta. Rinnoviamo l'appello al Presidente della
Repubblica, cui il 2 giugno scorso abbiamo mandato una lettera da Monte
Sole, terra della Resistenza e di Dossetti, ad operare con urgente fermezza
per respingere la deriva autoritaria e totalitaria basata sulla logica dello
straniero-nemico che nasconde i veri pericoli della criminalita'
organizzata, della corruzione economica e politica, del degrado etico e che
alimenta la paura, eccita gli animi al peggio, diffonde modelli di violenza
e prepara mali piu' grandi.
In piedi, costruttori di pace!
Pax Christi Italia

11. UNA SOLA UMANITA'. LIVIO PEPINO: INFERIORI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 luglio 2009 col titolo "Inferiori per
legge"]

L'ennesimo "pacchetto" sulla sicurezza e', dunque, legge. Gli ingredienti
sono quelli di sempre: nuovi reati, inasprimenti di pena (ovviamente solo
per alcuni, come i graffitari destinatari di un trattamento per certi
aspetti piu' grave di quello riservato a corrotti e corruttori),
accentramento e gerarchizzazione degli uffici giudiziari (con attribuzione
al Tribunale di sorveglianza di Roma del controllo sulla applicazione
dell'art. 41 bis) e via elencando sulla strada della costruzione di un
"codice dei briganti" contrapposto a quello dei "galantuomini".
Ma questa volta c'e' di piu'. C'e' da un lato l'istituzione delle "ronde"
(senza neppure le cautele minime di limitazioni e controlli tesi a impedire
la costituzione di associazioni gerarchizzate composte da persone condannate
per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione per
motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi) e dall'altro una ulteriore
escalation della normativa contro i migranti.
Un decennio di proibizionismo non ha impedito ne' limitato l'immigrazione.
Semplicemente - come era ovvio - ha aumentato a dismisura le situazioni di
irregolarita'. Il "braccio armato" per fronteggiare (o fingere di
fronteggiare) tale situazione e' stato, all'inizio, il meccanismo delle
espulsioni rafforzato dal trattenimento di una quota di irregolari nei Cpt.
Ma anche questo non e' bastato, non poteva bastare. Cosi' viene ora messo in
campo l'armamentario del diritto penale: non contro il migrante che delinque
ma contro il migrante in quanto tale. Con l'introduzione del reato di
"immigrazione irregolare", infatti, e' il migrante che diventa reato.
Inutile minimizzare con il rilievo che il reato prevede come sanzione la
sola ammenda, quasi si trattasse di un semplice proclama. La nuova
fattispecie e', infatti, il tassello centrale di un mosaico inquietante. In
particolare: a) il reato si aggiunge alla detenzione amministrativa nei Cpt
(modificati solo nel nome), confermata e dilatata nel tempo fino a un
massimo di sei mesi; b) l'esistenza del reato vale a legittimare, a fronte
degli altrimenti evidenti profili di incostituzionalita', la cosiddetta
aggravante della irregolarita', introdotta con la legge n. 125/2008, in
forza della quale ove un reato sia commesso da uno straniero privo di titolo
 di soggiorno la pena e' aumentata di un terzo (con conseguente
significativo aumento del carcere per la sola condizione di
"irregolarita'"); c) la criminalizzazione dello status di irregolare porta
con se' conseguenze gravissime per la vita del migrante privo di titolo di
soggiorno, tra cui la assoluta impossibilita' di sanare la propria posizione
anche in caso di sopravvenienza delle condizioni che astrattamente lo
consentirebbero, la sostanziale preclusione all'accesso in concreto ad
alcuni servizi pubblici essenziali (anche in tema di sanita') dato l'obbligo
di denuncia gravante sul pubblico ufficiale che tali servizi deve rendere,
l'impossibilita' di contrarre matrimonio e, addirittura, di riconoscere i
figli essendo richiesta, per il compimento di tali atti, l'esibizione
all'ufficio dello stato civile del titolo di soggiorno.
Dunque, non solo reato di immigrazione clandestina ma sistema teso a
realizzare una condizione permanente di inferiorita' del migrante
irregolare: considerato ad ogni effetto "un delinquente", assoggettabile ad
libitum a detenzione amministrativa per mesi, privato della possibilita' di
regolarizzare la propria posizione, espropriato di alcuni diritti
fondamentali (che, come tali, competono a tutti e non ai soli cittadini).
Cosi' si porta a compimento il disegno di considerare il migrante un nemico
da cacciare e, ove cio' non sia possibile (sappiamo tutti - e il governo per
primo - che l'immigrazione non si cancella con le espulsioni...), un
cittadino inferiore, titolare di diritti dimezzati. Inutile dire che
entrambi i profili hanno ricadute drammatiche sul sistema complessivo.
Anzitutto, considerare il migrante come nemico ha un effetto devastante,
descritto in maniera icastica da Primo Levi in Se questo e' un uomo: "a
molti, individui o popoli, puo' accadere di ritenere, piu' o meno
consapevolmente, che ogni straniero e' nemico. Quando questo avviene,
allora, al termine della catena sta il lager...". In secondo luogo, la
inferiorizzazione del migrante comporta una grave torsione del sistema
democratico e delle regole della convivenza. La modernita' ha come segno
caratterizzante, nel diritto, l'uguaglianza dei cittadini mentre la nuova
condizione giuridica dello straniero ci riporta a situazioni premoderne
caratterizzate da un doppio livello di cittadinanza, come quella dell'antica
Atene in cui la piena partecipazione dei cittadini era assicurata dalla
mancanza di diritti dei meteci.
Se cosi' e' non basta considerare l'approvazione della legge una semplice
battaglia perduta.

12. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PEYRETTI: LETTERA AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questo
intervento]

Signor Presidente della Repubblica,
anch'io come tanti La prego, per i gravi motivi che ora diro', di voler
soprassedere alla promulgazione della legge sulla "sicurezza", recentemente
approvata dalla maggioranza governativa attraverso il voto di fiducia,
perche' e' palesemente ispirata - come confermano molte autorevoli
valutazioni - a gravi pregiudizi negativi verso persone straniere in cerca
di sicurezza e lavoro, percio' urta contro tanti principi costituzionali,
civili, morali, umani, sia italiani che universali, e per questo suscita
nelle coscienze un moto di indignazione.
A nulla e' servito il dibattito serio e ampio precedente, nel Paese.
Per questo motivo, anch'io La prego di chiedere al Parlamento, con messaggio
motivato, secondo il suo sempre alto senso costituzionale, civile e umano,
di ripensare profondamente la sostanza di quel provvedimento.
Con viva stima e fiducia.
Enrico Peyretti

13. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO VITTORANGELI: LA RESISTENZA E' ORA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento]

Non arretreremo di un solo metro, che sia chiaro, nessuno si faccia facili
illusioni che quanto di vergognoso, razzista ed indecente sta accadendo
attualmente in Italia avviene con il nostro consenso o con la nostra sciocca
rassegnazione.
Non andremo all'estero, continueremo la difficile lotta quotidiana per la
solidarieta' tra i popoli; non lasceremo solo nessun essere umano che puo'
essere vittima del famigerato "pacchetto sicurezza".
E' ora la resistenza.
Che in Senato non si siano fatte le barricate contro l'approvazione
definitiva del disegno di legge sulla sicurezza rende ancora piu' triste e
misera l'aula di Palazzo Madama; mentre la classe politica al potere fa
ancora piu' paura perche' segnata dall'arroganza stupida che pero' causa
inutile sofferenze.
Non entriamo in merito ai numerosi provvedimenti introdotti con la nuova
sciagurata legge (dal reato di clandestinita' alle ronde), perche' ne' siamo
tutti ampiamente a conoscenza.
Quello che ci preme di sottolineare e' la sostanza di questo mostruoso
provvedimento, non contro il migrante che delinque ma contro il migrante in
quanto tale; con l'infelice equiparazione: migrante uguale nemico da
cacciare (vedi espulsioni e respingimenti) e comunque (nella migliore delle
ipotesi) cittadino inferiore, titolare di diritti dimezzati.
Ci troviamo davanti ad "una mutazione culturale del clima del paese, gia'
per molti versi alla deriva, per cui offese e violenze contro gli stranieri
non saranno considerati tali. Non sono umani, dice la legge, dunque non
trattateli da umani" (Annamaria Rivera).
Quella approvata e' evidentemente una legislazione di tipo apartheid, le cui
misure persecutorie, per la loro gravita', assomigliano a quelle introdotte
con le leggi razziali del 1938.
Certo "i termini sono diversi, ma e' sempre legittimo pensare ad una seconda
ondata di leggi razziali quando si separano gli esseri umani in categorie.
Se poi lo si fa attraverso una legge, si corrono dei rischi terribili" (Pupa
Garribba).
Ritorna, inevitabilmente, la grande lezione di Primo Levi, quando si inizia
a considerare ogni straniero nemico, al termine della catena sta il lager.
Ci troviamo davanti ad un razzismo di stato, logica conseguenza di
quell'escalation del fascismo e del razzismo tragicamente innescato in
Italia negli anni '90; ci troviamo davanti ad una trasformazione perversa
della natura della Repubblica.
"Pero' questo mostro non e' ancora diventato legge. Le garanzie previste dai
Costituenti consentono di correggere questi abusi. Per questo, Presidente,
ti chiediamo di non firmare, di non promulgare questa legge. Risparmi al
nostro paese il disonore di aver reintrodotto in Europa le leggi razziali e
tradito il sacrificio della Resistenza" (Domenico Gallo).
Cosi', anche noi aderendo ai numerosi appelli che sono stati promossi,
chiediamo rispettosamente al Presidente della Repubblica di non firmare la
legge, per non rendersi corresponsabile di una nefandezza.
Comunque vada, da parte nostra la nostra lotta continua, ricorreremo con
ogni mezzo nonviolento al boicottaggio della legge, praticheremo ogni forma
di disobbedienza civile, fino alla raccolta delle firme per una iniziativa
di legge popolare finalizzata ad abrogare in toto il pacchetto sicurezza.
Costruiremo, giorno dopo giorno, un'insurrezione nonviolenta di italiani e
immigrati che non possono piu' subire passivamente l'arroganza e la ferocia
di questo potere.
Non sara' facile, ma e' indispensabile realizzare una dinamica collettiva
che coinvolga anche tutti i democratici che ci sono nelle forze di polizia
come nella magistratura e in tutte le amministrazioni pubbliche.
Non solo, in questa dinamica sara' decisivo il ruolo della chiesa, dei
sindacati, delle associazioni e di tutti quelli che vogliono difendere i
diritti fondamentali di tutti gli esseri umani, mettendo a disposizione i
loro spazi e le loro sedi per ospitare zingari, immigrati, perseguitati.
Cancelleremo dall'Italia l'ignominia delle nuove leggi razziali, la barbarie
che condanna gli esseri umani, i corpi e la loro condizione materiale come
fossero un delitto commesso contro la societa'.
E' ora la resistenza.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 348 del 7 luglio 2009

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