Minime. 684



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 684 del 29 dicembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. In breve
2. Giulio Vittorangeli: L'ennesima carneficina di guerra
3. Antonio Cianciullo intervista Vandana Shiva
4. Massimo Romano: Vladimir Nabokov
5. Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta"
6. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009"
7. L'Agenda dell'antimafia 2009
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. IN BREVE

Aggiungere stragi alle stragi. Che scellerata stupidita'.
L'umanita': solo la nonviolenza puo' salvarla.

2. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: L'ENNESIMA CARNEFICINA DI GUERRA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento]

L'anno si chiude con l'ennesima carneficina di guerra.
L'operazione militare israeliana "Piombo fuso" in corso nella Striscia di
Gaza ha causato, nel suo primo giorno, oltre 200 morti, inclusi numerosi
civili, donne e bambini, e piu' di mille feriti, tra cui numerosi quelli in
gravi condizioni.
I raid aerei d'Israele sono stati ufficialmente motivati per porre fine al
lancio dei missili artigianali Kassam da parte del movimento islamista di
Hamas. Un portavoce israeliano ha sostenuto che l'operazione intende solo
proteggere 250.000 abitanti nel Sud di Israele, inclusi 100.000 bambini, che
vivono da tempo nel terrore a causa dei razzi lanciati da Gaza.
Mustafa Barghouti (da sempre favorevole alla nonviolenza e parente del piu'
noto Marwan Barghouti, detenuto da anni in Israele) in un'intervista del
canale in lingua inglese dell'emittente araba "Al Jazira", ha dichiarato:
"Questo e' un crimine di guerra, senza precedenti, inaccettabile, e Israele
non oserebbe spingersi fino a questo punto se non ci fosse su questi crimini
inumani il silenzio della comunita' internazionale (...) L'aggressione e'
unilaterale; Israele dispone presumibilmente della quarta forza militare del
mondo, e' il quarto esportatore di armi nel mondo e possiede testate
nucleari. Oggi ha utilizzato 60 sofisticati caccia da combattimento contro
Gaza che non ha nulla per difendersi".
Ali Rashid, una delle voci palestinesi in Italia piu' chiare ed equilibrate,
ha scritto: "A Gaza e' da tempo scomparsa la pieta'. Da tempo su questo
angolo di Mediterraneo e' steso un velo dietro il quale Israele puo' fare
quello che vuole per imporre la resa totale in cambio di una vita vegetativa
senza dignita' e umanita'".
Tutto drammaticamente vero: i palestinesi sono stati lasciati soli,
abbandonati, almeno dalla fine della prima Intifada degli anni Ottanta; i
governi dell'Occidente in particolare hanno abbondato in promesse poi non
mantenute.
Costretti ad accettare processi di pace farsa (ricordate la "Road Map" che
prevedeva la proclamazione entro il 2005 di uno Stato palestinese entro i
confini definitivi?), poi trascinati nel tritacarne della "guerra al
terrorismo islamico", si sono dolorosamente divisi tra Al Fatah ed Hamas,
tra cosiddetti moderati e radicali, e la speranza di una soluzione
palestinese e' sempre piu' lontana.
Possiamo essere certi che la nuova offensiva militare israeliana portera'
solo altro odio, rancore e desiderio di vendetta; mentre conferma la
malattia che attanaglia la societa' "dell'unica democrazia del Medio
Oriente" disposta ad affidarsi ciecamente solo a chi mette in mostra i
muscoli e usa parole insensate di guerra, invece di proporre soluzioni al
conflitto in linea con la legalita' internazionale.
La responsabilita' dell'occidente su tutto questo e' enorme, risale a
sessant'anni fa, quando si scelse la Palestina per la creazione di uno stato
che riunificasse gli ebrei sparsi per il mondo ed in particolare quelli
sopravvissuti alla Shoah.
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvo' un piano che prevedeva la
nascita di due stati, uno israeliano e uno palestinese, e
l'internazionalizzazione di Gerusalemme.
Solo uno dei due stati, pero', avrebbe visto la luce: nel 1948 Israele
proclamava la propria indipendenza, scatenando un vero e proprio conflitto
contro gli arabi. Oltre 800.000 palestinesi furono costretti ad abbandonare
la propria terra e a rifugiarsi nei paesi arabi limitrofi, conservando vivo
il desiderio di ritornare in patria. Si delineo' cosi' la "questione
nazionale palestinese".
Il problema quindi centrale del conflitto israelo-palestinese e' quello
dell'occupazione militare e della negazione dei diritti. E' su questo che
dovrebbe agire la comunita' internazionale, ma dubitiamo che riuscira' in
questo compito. Considerando che non ha mosso dito per porre fine
all'assedio per fame della Striscia di Gaza, un milione e mezzo di
palestinesi che si sono visti negare cibo, acqua, carburante, elettricita' e
medicine. Perche' nonostante il ritiro delle truppe e dei coloni dall'estate
2005, Israele controlla tutti i confini e le forniture della Striscia.
La causa palestinese pesa sulla coscienza di tutto il mondo, perche' poco e'
stato fatto per sorreggerla; e pensa anche sulle nostre spalle. C'era un
tempo non lontano in cui l'intero popolo italiano era considerato il piu'
filopalestinese del mondo; molte cose sono cambiate, e non in meglio, ma
dobbiamo continuare la solidarieta' fattiva e reale con il popolo
palestinese ed anche a fianco dei movimenti pacifisti israeliani che
ostinatamente resistono. Non sara' ne' facile, ne' semplice; ma e' l'unica
possibilita' che abbiamo per costruire una pace reale in Medio Oriente.

3. RIFLESSIONE. ANTONIO CIANCIULLO INTERVISTA VANDANA SHIVA
[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'11 settembre 2008 col titolo "Alluvioni
e siccita', ecco i nemici da combattere"]

"Mentre noi stiamo parlando al telefono, milioni di persone nella mia terra
sono in fuga, cacciati dalle loro case dalla violenza dei cicloni. E nello
stesso momento, in altri luoghi del mondo, milioni di esseri umani soffrono
per la siccita' che finira' per spingerne molti sulla via dell'esodo, in
cerca di un luogo in cui il clima consenta di sopravvivere", Vandana Shiva,
fisico, vincitrice del premio Nobel alternativo per la pace nel 1993 e
animatrice di molte battaglie ambientaliste in India, lega l'esito dell'Expo
di Saragozza alle cronache climatiche che mandano un messaggio sempre piu'
chiaro.
*
- Antonio Cianciullo: Le previsioni dell'Ipcc, la task force delle Nazioni
Unite sul global warming, si stanno avverando. E il ritmo del cambiamento e'
addirittura superiore alle attese.
- Vandana Shiva: Infatti. La tendenza e' stata piu' volte corretta tenendo
conto dei nuovi dati che continuano a far crescere l'allarme. La lista degli
uragani da temere si allunga, tanto che alle volte si finisce per esaurire
la lista dei nomi a disposizione.
*
- Antonio Cianciullo: Finora pero' l'attenzione si era focalizzata
sull'abbinata clima-energia, cioe' sulla necessita' di intervenire sulle
emissioni di anidride carbonica. Adesso la carenza di acqua sta diventando
un tema centrale.
- Vandana Shiva: In realta' era centrale da molto tempo. Anche perche' il
cambiamento climatico e' solo uno dei due principali responsabili del
problema. L'altro e' la follia della cosiddetta rivoluzione verde che ha
introdotto l'agricoltura intensiva ad alto consumo di pesticidi e ad
altissimo consumo idrico: la domanda di acqua, a parita' di prodotto, e'
cresciuta di dieci volte. Una scelta irresponsabile.
*
- Antonio Cianciullo: All'epoca molti ritenevano che la Terra potesse
offrire risorse sempre piu' abbondanti, che tutti i problemi potessero
essere risolti dall'affinamento delle tecnologie.
- Vandana Shiva: E il risultato e' quello che ci vediamo sfilare sotto gli
occhi ogni volta che guardiamo un telegiornale: alluvioni e siccita',
siccita' e alluvioni. E pensare che i detti popolari indiani avevano gia'
intuito tutto. Nelle nostre campagne si dice: "Poca acqua, troppo acqua, e'
sempre un grande problema".
*
- Antonio Cianciullo: Lei ha sempre legato le sue battaglie ecologiste alle
radici della cultura indiana. Ora ad essere minacciato e' uno dei simboli di
questa cultura: il Gange rischia di essere prosciugato dalla ritirata dei
ghiacciai himalaiani.
- Vandana Shiva: E' terribile perche' acqua e' vita. In India gli
insediamenti umani sono chiamati abadi, che significa "fondati sull'acqua".
All'inizio della stagione destinata all'aratura, i contadini raccolgono un
po' di acqua del Gange in un vaso, che poi viene conservato come segno di
buon auspicio. E ora, al disastro climatico, si sommano interventi
estremamente dannosi come la costruzione della diga di Theri, che sara' la
quinta piu' alta del mondo e sommergera' una delle pianure piu' fertili
della zona.
*
- Antonio Cianciullo: Una Carta dell'acqua potra' aiutare?
- Vandana Shiva: Stabilire il principio della water democracy e'
fondamentale. E urgente: migliaia di contadini si sono tolti la vita per gli
errori compiuti da altri in campo idrico.

4. PROFILI. MASSIMO ROMANO RICORDA VLADIMIR NABOKOV
[Dal mensile "Letture", n. 648, giugno-luglio 2008 col titolo "Vladimir
Nabokov" e il sommario "Scrittore bilingue, Nabokov viene a torto
considerato autore di un solo libro, lo 'scandaloso' Lolita, quando in
realta' dietro al suo nome si cela una ricca e raffinata produzione che lo
eleva tra i grandi narratori del Novecento"]

Considerato a lungo come autore di un solo libro, Lolita, che gli diede fama
e notorieta' e suscito' uno scandalo clamoroso al di qua e al di la'
dell'oceano, Vladimir Nabokov e' in realta' uno dei piu' grandi scrittori
del Novecento. Forse il vero scandalo, per uno scrittore dallo stile
raffinato e scintillante, adorato da un numero ristretto di fedeli
ammiratori in tutto il mondo, e' che in Italia e' stato letto da pochissimi.
Eppure, sulla scia del successo di Lolita, Mondadori lo ha tradotto quasi
tutto tra gli anni '60 e '70, seguito poi da Longanesi, Guanda e Garzanti,
prima che all'inizio degli anni '90 l'editore Adelphi avviasse la
pubblicazione di tutte le sue opere.
Scrittore bilingue, come Conrad e Beckett, e' un caso unico nella storia
letteraria in quanto maestro quasi maniacale della traduzione, impegnato a
curare personalmente, con l'aiuto del figlio Dmitri e di fidati traduttori,
la versione delle sue opere, dal russo all'inglese e dall'inglese al russo,
senza rinunciare a scrivere qualche racconto in francese. In oltre mezzo
secolo ha scritto diciassette romanzi, una settantina di racconti, qualche
centinaio di poesie, alcuni testi teatrali, saggi sui maggiori scrittori
europei dell'Otto-Novecento, frutto delle sue lezioni universitarie.
*
Dettagli al microscopio
Come Flaubert, e' attento ai dettagli che osserva con un microscopio da
entomologo e considera le parole "l'unico vero tesoro che uno scrittore
possiede". Rifiuta l'asservimento della letteratura a ogni impegno
ideologico e sociale, non sopporta la poslost', la mediocre volgarita' del
conformismo, un equivalente della betise flaubertiana. Scrittore fortemente
visivo, considera il paesaggio un gioco di colori e vede la sua vita come
"una spirale colorata in una sferetta di vetro". "La letteratura non e' una
composizione di idee, ma di immagini", scrive in Lezioni di letteratura
russa. "Le idee non hanno molta importanza, se paragonate alle immagini di
un libro e alla sua magia". E le immagini si animano grazie allo stile, che
in Nabokov si traduce sempre in un gioco acrobatico di figure retoriche,
anafore, allitterazioni, metafore, anagrammi, acrostici.
I suoi romanzi sono specchi in cui la tradizione si riflette nella
modernita', scacchiere dove lo scrittore coinvolge il lettore in una partita
condotta con una serie di mosse imprevedibili delle parole-pedine.
*
Il periodo berlinese
Fuggito con la famiglia dalla Russia devastata dalla rivoluzione, vive tre
anni, dal 1919 al 1922, a Cambridge, dove studia e si laurea in letteratura
russa e francese. Respira il clima raffinato dell'Art Nouveau, filtra la
lezione di Beardsley, Wilde, Firbank e Beerbohm, si lascia incantare da quel
delicato "mondo di flanelle e di te' al miele", con "le estati lilla di un
perduto ordine alto-borghese e le ambiguita' erotiche di Lewis Carroll",
come scrive George Steiner.
Il periodo berlinese, dal 1922 al 1937, rimane decisivo per la sua
formazione culturale. Con lo pseudonimo di Sirin, che in russo significa
"civetta delle nevi", mentre nella mitologia slava era un fiabesco uccello
con faccia e petto di donna simile alla sirena, scrive decine di racconti e
nove romanzi in lingua russa, costruiti con tecnica cinematografica vicina
all'espressionismo, sequenze, dissolvenze, primi piani, focalizzazione del
dettaglio. La sua scrittura descrive le percezioni visive, privilegia i
colori e le immagini, attua un veloce mutamento dei piani temporali e dei
punti di vista, usa la parodia come "un trampolino che permette di accedere
al sommo delle vere emozioni".
Il giovane Nabokov vive in pensioni economiche, camere ammobiliate e
minuscoli appartamenti, grazie alle traduzioni, alle collaborazioni con le
riviste, alle lezioni di inglese e di tennis.
La Berlino degli anni '20 e', dopo Parigi, il piu' importante centro di
emigrazione: trecentomila russi vivono in citta', quasi tutti alloggiati nel
quartiere nord-occidentale di Charlottenburg. Mentre a Parigi gli esiliati
appartengono per lo piu' al ceto nobiliare del vecchio regime zarista,
declassati, per sopravvivere, al ruolo di camerieri, tassisti e cuochi, a
Berlino prevalgono gli intellettuali, poeti e scrittori costretti alla fuga
dalla bufera della rivoluzione. Tra di loro ci sono i nomi piu' importanti
della letteratura russa: Chodasevic, Bunin, Marina Cvetaeva, Pasternak,
Belyj, Sklovskij, Kuprin, Pil'njak, Gorkij, Merezkovskij e la moglie Zinaida
Gippius, Aleksej Tolstoj, Ilja Ehrenburg. La cultura russa trapiantata nella
capitale tedesca vive un momento di grande intensita' creativa, grazie anche
alla presenza di 86 case editrici e librerie e di 150 giornali e riviste.
*
I romanzi russi
Nel 1925 si sposa con Vera Slonim, un'ebrea bella, colta ed elegante, figlia
di un uomo d'affari di Pietroburgo, che diventera' per lui segretaria e musa
ispiratrice, editor e agente letterario. Per oltre mezzo secolo battera' a
macchina i suoi manoscritti, come la moglie di Tolstoj ricopiava in bella
calligrafia il manoscritto tormentato di Guerra e pace.
A lei e' dedicato il suo primo romanzo, Masen'ka, pubblicato a Berlino nel
1926. Lineare nella trama e semplice nel linguaggio, narra una delicata e
poetica storia d'amore nell'ambiente degli esuli russi a Berlino. In una
misera pensione vicino alla ferrovia vivono sei ospiti, due ballerini
effeminati, un vecchio poeta malato di cuore che vuole andare a Parigi ma
smarrisce il passaporto, una ragazza sola a caccia di un fidanzato, un uomo
fastidioso con una barbetta bionda che attende l'arrivo della moglie dalla
Russia, e il protagonista, Ganin, che scopre per caso, da una fotografia che
gli mostra il marito, che la moglie e' stato il primo amore della sua
adolescenza in patria. Ganin ubriaca il marito per andare alla stazione al
posto suo e convincere Masen'ka a fuggire con lui, ma all'ultimo momento
rinuncia avendone gia' gustato la bellezza nelle immagini della sua memoria.
Tenero e stupendo il ritratto della Berlino anni '20, con le strade, le
birrerie, i negozi, i tram, i giardini, mescolato alle immagini
dell'adolescenza amorosa vissuta in Russia. Una Berlino quasi
espressionista, con "l'opaco luccichio dell'asfalto, e le nere figure
scorciate di persone che camminavano in una direzione e nell'altra, sparendo
tra le ombre e riemergendo nella luce obliqua riflessa dalle vetrine".
Il secondo romanzo, Re, Donna, Fante (1928), e' la storia di un triangolo
amoroso con un finale a sorpresa, in cui l'autore ammicca ai grandi modelli
dell'adulterio ottocentesco, Madame Bovary di Flaubert, Anna Karenina di
Tolstoj ed Effi Briest di Fontane, quest'ultimo ripreso nella scelta
dell'ambiente dei capitoli finali, una stazione balneare della Pomerania. La
trama e' gia' sintetizzata nell'incipit, con la descrizione della stazione e
dello scompartimento di un treno in cui s'incontrano i tre personaggi
protagonisti della vicenda, Kurt Dreyer, ricco uomo d'affari cinquantenne,
la moglie trentenne Martha, che si nega al marito, e Franz, un giovane goffo
e provinciale, diretto a Berlino in cerca di lavoro. Questi diventa commesso
nell'emporio dello zio, che scopre essere Dreyer, e l'amante della moglie.
Questa gelida Bovary berlinese progetta con Franz di uccidere il marito
durante le vacanze al mare, e invece e' lei a soccombere per una polmonite.
Nel finale Nabokov, come faceva spesso Hitchcock nei suoi film, inserisce un
delizioso cammeo ritraendo se stesso con il retino per farfalle mentre
cammina sulla spiaggia in compagnia della moglie.
La difesa di Luzin (1929) nasce da una delle passioni piu' forti - insieme
alla letteratura e alle farfalle - di Nabokov, gli scacchi. Luzin e' un
bambino taciturno e scontroso, che scopre nel gioco degli scacchi una via di
fuga dal mondo, adatta al suo atteggiamento autistico di "difesa". Da grande
diventa un campione internazionale, capace di giocare in un istante infinite
partite, di anticipare con velocita' impressionante una sequenza altissima
di mosse. La donna che diventera' sua moglie lo sottrae al mondo degli
scacchi, pericoloso per la sua fragile struttura psichica. Ma il
rinvenimento di una scacchiera tascabile in una fodera della giacca fa
riesplodere la sua ossessione. L'ultima mossa e' il suicidio: si arrampica
verso la finestra del bagno, rompe il vetro e al di la' lo attende una
Berlino notturna suddivisa in quadrati bianchi e neri, simili a quelli della
scacchiera.
Molto originale il quarto romanzo, L'occhio (1930), sempre ambientato nella
Berlino dei russi emigrati. L'io narrante, istitutore presso una famiglia
russa, conosce Matilda, signora "pienotta, dagli occhi bovini" che diventa
la sua amante. Picchiato col bastone dal marito geloso, si sente offeso
nella sua dignita', vuole suicidarsi ma fallisce il colpo di pistola.
"Freddo, insistente, instancabile occhio", diventa un pirandelliano
spettatore di se stesso. Come il protagonista delle Memorie del sottosuolo
di Dostoevskij, questo personaggio "un po' volgaruccio, un po' farabutto"
afferma: "Ho capito che l'unica felicita' a questo mondo sta nell'osservare,
spiare, sorvegliare, esaminare se stesso e gli altri, nel non essere che un
grande occhio fisso, un po' vitreo, leggermente iniettato di sangue".
Gloria (1932) e' forse il piu' romantico dei suoi romanzi. Il protagonista,
Martin, e' un russo che confonde fantasia e realta'. Studia a Cambridge,
dove s'innamora di Sonja, giovane emigrata russa che segue a Berlino. Martin
sogna di intraprendere un viaggio al di la' della frontiera della Russia
sovietica, trasforma la patria perduta in una terra immaginaria, Zurlandia,
ma il suo e' un viaggio da cui non fara' piu' ritorno.
Una parodia del romanzo poliziesco costruita sul registro buffonesco di
certi personaggi dostoevskiani e' Disperazione, scritto nel 1932, che
affronta il tema dell'impossibilita' del delitto perfetto. Hermann,
industriale del cioccolato che vive a Berlino, si reca per affari a Praga,
dove incontra un vagabondo, Felix, che e' il suo sosia perfetto. Decide di
elaborare un progetto criminale. Dopo aver stipulato un'assicurazione sulla
vita, rintraccia Felix, lo costringe a indossare i suoi abiti, lo uccide,
poi manda la moglie a riscuotere l'assicurazione e si trasferisce in
Francia. Basta pero' un piccolo dettaglio per frantumare il diabolico piano:
aver dimenticato sulla sua auto lasciata accanto al cadavere un bastone con
inciso il nome Felix.
Sembra una sceneggiatura cinematografica Camera oscura (1933), che diventa
Laughter in the Dark ("Risata nel buio") nella traduzione inglese del 1938.
A Berlino un russo molto ricco, Albinus, lascia la moglie per una giovane
amante, Margot, volgare maschera di cinema che sogna di diventare una diva a
Hollywood. Quando scopre che la donna ha una relazione con un artista,
rimane sconvolto e si procura un incidente d'auto che lo priva della vista.
Vuole ucciderla ma manca il bersaglio e nella colluttazione Margot gli
prende la pistola e lo colpisce a morte.
Ispirato a Il processo di Kafka, anche se Nabokov sosteneva di non averlo
ancora letto all'epoca, e' Invito a una decapitazione (1935), grottesca
parodia del regime totalitario. Cincinnatus, il protagonista, e' un uomo
"opaco", nel senso che i suoi pensieri e le sue sensazioni non sono
trasparenti agli occhi di quelli che lo circondano. Viene incarcerato per
"turpitudine gnostica" e trascorre i giorni d'attesa dell'esecuzione in una
prigione-fortezza, circondato da personaggi farseschi: Rodion, il
carceriere, che gli porta la cioccolata per la prima colazione e balla con
il condannato, Marta, la moglie ninfomane che lo tradisce col secondino,
M'sieur Pierre, il boia, buffo omino repellente, Emmie, la figlia dodicenne
del direttore della prigione, che anticipa Lolita per la sua maliziosa
innocenza.
Il dono, scritto a Berlino tra il 1935 e il 1937, e' l'ultimo romanzo in
russo di Nabokov, sicuramente il suo capolavoro e uno dei piu' belli della
narrativa del Novecento. E' un inno alla vita, alla letteratura, alla
felicita', alla gioia di vivere, un intreccio polifonico di temi gia'
utilizzati nei romanzi precedenti. Innanzitutto la nostalgia per la Russia,
perduta per sempre ma conservata come un gioiello nella memoria. Poi la
figura del padre Konstantin, perduto nelle steppe della Cina e del Tibet
alla ricerca di farfalle. E infine il ritratto umoristico dell'ambiente
intellettuale degli emigrati russi. Al centro della struttura narrativa c'e'
una splendida storia d'amore tra il protagonista, Fjodor Godunov-Cerdyncev,
nobile russo emigrato a Berlino e aspirante poeta-scrittore, e Zina, una
ragazza figlia della sua affittacamere. Fjodor scrive una biografia
irriverente e parodica di Cernysevskij, l'autore di Che fare?, il critico
progressista dell'Ottocento e padre del realismo socialista.
Dal 1937 al 1940 Nabokov si trasferisce a Parigi e nel sud della Francia,
collabora alle riviste dell'emigrazione. Nel 1939 scrive in russo un lungo
racconto, L'incantatore, poi smarrito e recuperato dal figlio Dmitri che lo
pubblichera' postumo nel 1986. L'interesse di questo testo sta nel fatto che
anticipa il tema di Lolita, l'amore di un uomo maturo per una ninfetta.
*
Il soggiorno americano
Nel 1940, poche settimane prima dell'occupazione nazista della Francia,
s'imbarca per gli Stati Uniti con la moglie e il figlio. Il soggiorno
americano durera' vent'anni, un periodo duro dal punto di vista psicologico
ed economico, in cui Nabokov deve ripartire da zero, reinventarsi come
scrittore. E lo fa utilizzando la lingua inglese - conosciuta sin
dall'infanzia dalle istitutrici, respirata attraverso la lettura dei
classici della letteratura e poi perfezionata nei tre anni trascorsi a
Cambridge - anche nella stesura dei romanzi.
Il primo, scritto a Parigi nel 1938, e' La vera vita di Sebastian Knight
(1941), giocato sul tema del doppio. E' la storia di uno scrittore,
Sebastian Knight, morto a trentasette anni, raccontata dal fratellastro, V.,
che insegue le tracce degli amici che ha frequentato, delle case che ha
abitato, delle donne che ha amato, dei libri che ha scritto. Ma Sebastian
attua la mossa del cavallo (knight in inglese) per sfuggire a V.: questi
corre a Parigi all'ospedale per assisterlo, ma scopre che si tratta di un
altro e che il fratello era morto il giorno prima. Romanzo geniale che mette
a nudo i propri artifici, dissemina trappole, depista il lettore con uno
scaltrito gioco letterario.
Il secondo romanzo in inglese, I bastardi (1947), e' una parodia del
totalitarismo. Il filosofo Adam Krug vive in un Paese a regime totalitario.
Il dittatore Paduk, ex compagno di scuola di Krug, sequestra il figlio del
filosofo per costringere quest'ultimo ad aderire al regime, ma per un errore
il figlio di Krug viene ucciso dai carcerieri. Krug impazzisce, aggredisce
il dittatore e rimane ucciso nel confronto. Abile tessitura di citazioni
letterarie, deformate e parodizzate, allegoria dello stalinismo e del
nazismo, questo romanzo e' una denuncia dell'ottusa brutalita' del potere,
ma il suo tema principale e', secondo quanto afferma l'autore, "il tormento
inflitto al cuore gonfio d'affetto di Krug, la tortura cui viene
assoggettata un'intensa tenerezza".
*
Lolita, il romanzo-scandalo
Fino all'inizio degli anni Cinquanta Nabokov e' uno scrittore noto soltanto
in una ristretta cerchia di specialisti. Tra il '48 e il '53 lavora alla
stesura di Lolita, che viene rifiutato da quattro editori importanti di New
York prima di uscire a Parigi nel 1955 presso la Olympia Press. Pubblicato
in America nel '58 e in Italia nel '59, fa l'effetto di una bomba nel
puritano clima culturale dell'epoca. Negli Stati Uniti vende 100.000 copie
in tre settimane e per oltre un anno rimane in testa alle classifiche dei
best seller. Un best seller oggi tradotto in 30 lingue, con 50 milioni di
copie vendute, diventato un romanzo-scandalo per il tema, la passione di un
uomo maturo per un'acerba adolescente. Il successo strepitoso del romanzo
viene dilatato dalla versione cinematografica del regista Stanley Kubrick
nel 1962, con James Mason, Sue Lyon, Shelley Winters e Peter Sellers, a cui
collabora lo stesso Nabokov nella sceneggiatura.
Contrabbandato, da alcuni editori e da chi non l'aveva letto, come romanzo
pornografico, non contiene nessuna parola oscena e l'autore usa una tecnica
allusiva e sfumata per descrivere i rapporti intimi. Giudicato da Nabokov
"di gran lunga il mio miglior romanzo in inglese", fu da lui definito "un
affare amoroso tra l'autore e la lingua inglese". Sin dallo straordinario
incipit, dove Lolita e' una parola, un gioco di sillabe, Lo-li-ta, un
elastico verbale. Dodicenne ninfetta innocente e perversa, viso
lentigginoso, occhi grigi e labbra "come una caramella rossa leccata",
seduce Humbert Humbert, trentottenne scrittore parigino, maschio dalla
bellezza virile. Per stare accanto a lei, Humbert sposa la madre vedova, che
muore in un incidente d'auto. La parte piu' consistente del romanzo e'
occupata dal viaggio in macchina attraverso gli Stati Uniti, dal Texas al
Colorado, dal Nevada alla Pennsylvania. Un viaggio che dura un anno, in cui
lo sguardo dell'autore descrive l'America dei motel e delle autostrade, dei
bar e degli alberghi. Poi Lolita viene rapita da Quilty, un commediografo
depravato che la considera un oggetto di divertimento, e a diciassette anni
rimane incinta di un bravo ragazzo che ama e va con lui in Canada.
Il romanzo e' la storia di un'ossessione, di un uomo reso folle da un amore
impossibile, destinato a non possedere mai cio' che ama. L'autore defini' il
suo romanzo un "libro piu' tragico che comico", "la storia di una bambina
triste in un mondo tristissimo". Nabokov, che non amava le interpretazioni
ideologiche, non condivideva l'opinione di certa critica che vedeva in
questa storia un confronto tra l'Europa corrotta e decadente (Humbert) e la
perversa innocenza degli Stati Uniti (Lolita). Si puo' leggere Lolita come
la parodia di un romanzo erotico scandaloso e l'ultimo grido disperato del
romanticismo, perche' Humbert rimane innamorato della sua ninfetta anche
quando nel finale si e' trasformata in una ragazza dalla bellezza sfiorita e
logora. Chiuso in carcere per aver ucciso Quilty, scrive la storia e cattura
il misterioso fascino di Lolita non mediante il possesso carnale, ma
attraverso il linguaggio.
*
Combinazioni con le lettere
Il gusto sfrenato per i giochi linguistici caratterizza anche il romanzo
successivo, Pnin (1957), autobiografica storia di un professore di
letteratura russa in una universita' americana, che diventa un ironico e
umoristico ritratto del mondo accademico statunitense, colto nei suoi tic,
nei suoi snobismi, nelle sotterranee rivalita'. Pnin, goffo e impacciato con
la lingua inglese, dal "fascino disarmante" per la sua candida mitezza, e'
un personaggio gogoliano: oggetto del gossip universitario per il suo
pittoresco modo di esprimersi, sbaglia i treni, scivola per le scale, guida
l'automobile come un pazzo, smarrisce e poi ritrova il bagaglio con il testo
per una conferenza. La modernita' del romanzo sta nel fatto che il narratore
si mescola ai fatti narrati: e' l'ex amante di Lisa, la moglie che ha
abbandonato Pnin, e lo sostituira' sulla cattedra quando questi verra'
licenziato.
Il tema del doppio compare anche nel romanzo piu' complesso e impegnativo di
Nabokov, Fuoco pallido (1962), che presenta una struttura a scatole cinesi
in cui si specchiano un poeta e un commentatore, amici e vicini di casa.
Charles Kimbote, professore di letteratura zemblana, commenta un poema di
999 versi di John Shade, "Fuoco pallido", a cui fa seguire uno straripante
commento, che occupa i quattro quinti del romanzo. Il poema narra la storia
di Zembla, un paese nordico che sembra alludere alla Russia, il cui ultimo
re, Carlo il Diletto, viene rovesciato dalla rivoluzione bolscevica e va in
esilio. Shade, mentre si avvia a casa di Kimbote, viene ucciso da un colpo
di pistola sparato da un misterioso assassino. Kimbote mette in salvo il
manoscritto e ottiene dalla vedova l'autorizzazione a curarne la
pubblicazione.
Questo romanzo, che diventera' un libro cult per la letteratura postmoderna
americana, da John Barth a Donald Barthelme, ha il suo manifesto di poetica
in questi versi di Shade: "Io sento di capire / l'esistenza [...] solo
attraverso l'arte che professo, / intesa come volutta' combinatoria".
Ada (1969) e' un ampio romanzo, denso di citazioni e di dettagli, odori,
farfalle, occhi, labbra, libri, stanze, vestiti. Nabokov riprende il modello
di uno dei grandi romanzi del Novecento, la Recherche di Proust, per il tema
centrale: il tempo e l'analisi dei meccanismi della memoria. E' una storia
d'amore tra Veen e Ada, figli incestuosi dello stesso padre, narrata da un
io narrante novantasettenne, lo stesso Veen. I due protagonisti,
appartenenti al ceto aristocratico, sono due eccentrici che vivono la loro
storia d'amore nell'atmosfera della Belle Epoque, sospesa tra un'America di
sogno e una Russia idilliaca e prerivoluzionaria.
Cose trasparenti (1972) e' un romanzo breve, ambientato in Svizzera e
imperniato sul rapporto tra arte e vita, dove la realta' e' sospesa tra
veglia e sonno. Hugh Person rievoca attraverso la memoria la donna amata
Armande, che non c'e' piu', scomparsa in un drammatico incidente per il
quale era stato condannato a otto anni di carcere. L'aveva strangolata in
albergo, per salvarla dall'incendio di cui stava sognando. Poi viene ucciso
in un incendio reale nella sua camera d'albergo.
Look at the Harlequins! (1974), ancora inedito in Italia, e' l'ultimo
romanzo pubblicato in vita da Nabokov. E' la storia di Vadim Vadimovich N.,
noto scrittore anglo-russo, che scrive una sorta di "autobiografia obliqua"
in cui parla dei suoi sogni romantici e letterari. Questo romanzo riempie i
vuoti temporali della seconda parte, mai scritta, della sua autobiografia.
La prima parte, Parla, ricordo (1951), occupava i primi quarant'anni della
sua vita, sino all'imbarco per gli Stati Uniti. E' forse la piu' bella
autobiografia del Novecento, che infrange le convenzioni del genere perche'
non segue un ordine lineare e cronologico, ma una serie di linee tematiche
disposte a spirale: la nostalgia per una Russia magica e incantata,
l'ambiente familiare, i primi amori, le farfalle, gli scacchi, le letture, i
dettagli del quotidiano. Non manca neppure, come al solito, l'ammicco e la
sfida al lettore: "Mi piace ripiegare il mio tappeto magico, dopo essermene
servito, in modo da sovrapporre una parte del disegno all'altra. Inciampino
pure, gli ospiti".
*
Bibliografia di un "falsario"
Nabokov ottiene il successo e la fama presso i lettori con Lolita, ma
l'apprezzamento dei critici e la consacrazione letteraria arrivano un
decennio piu' tardi grazie al saggio del romanziere John Barth, La
letteratura dell'esaurimento (1967, apparso in Italia sulla rivista
"Calibano", 7, 1982), che considera Nabokov, insieme a Borges e Beckett,
maestro del postmoderno per aver colto l'usura delle vecchie forme narrative
e la possibilita' di inventare soluzioni nuove utilizzando i materiali della
tradizione.
Gia' a Berlino nel 1937, pero', il poeta Chodasevic aveva intuito la
grandezza e la modernita' dello scrittore russo, che non nasconde i suoi
artifici, ma li mette bene in vista "come un mago che, dopo aver divertito
il suo pubblico, rivela li' per li' come funzionano i suoi miracoli".
Apprezzato in Italia da Citati e Calvino, al quale lo accomuna un'idea di
letteratura come costruzione di un mondo fantastico, gioco combinatorio e
parodico con i modelli della tradizione, trova sin dagli anni '60 il suo
esegeta ideale in Manganelli, che scopre in lui un'anima gemella nell'idea
dello scrittore come falsario e della Letteratura come menzogna (1967),
titolo di una raccolta di saggi tra cui La scacchiera di Nabokov. I
contributi critici italiani sullo scrittore russo sono piuttosto scarsi. Tra
i piu' significativi segnaliamo: Nabokov. Una vita (Castelvecchi, 1994) di
Stefania Pavan e Invito alla lettura di Nabokov (Mursia, 1999) di Andrea
Carosso.
In occasione del centenario della nascita e' uscito un numero monografico
della rivista "Riga", ottimamente curato da Maria Sebregondi e Elisabetta
Porfiri, Vladimir Nabokov (Marcos y Marcos, 1999), contenente un'ampia
selezione di saggi e interventi di autori italiani e stranieri.
*
Traduzioni italiane delle opere
Camera oscura, trad. di Alessandra Iljina, Muggiani, 1947.
La vera vita di Sebastian Knight, trad. di Giovanni Fletzer, Bompiani, 1948
(trad. di Germana Cantoni De Rossi, Adelphi, 1992).
Lolita, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1959 (trad. di Giulia Arboreo
Mella, Adelphi, 1993).
Pnin, trad. di Letizia Ciotti Miller, Garzanti, 1959 (trad. di Elena De
Angelis, Adelphi, 1998).
Invito a una decapitazione, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1961 (trad. di
Margherita Crepax, Adelphi, 2004).
Risata nel buio, trad. di Anna Malvezzi, Mondadori, 1961.
Parla, ricordo, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1962.
Poesie, trad. di Alberto Pescetto ed Enzo Siciliano, Il Saggiatore, 1962.
Fuoco pallido, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1965 (trad. di Franca Pece
e Anna Raffetto, Adelphi, 2002).
Il dono, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1966 (trad. di Serena Vitale,
Adelphi, 1991).
I bastardi, trad. di Bruno Oddera, Rizzoli, 1967.
L'occhio, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1967 (trad. di Ugo Tessitore,
Adelphi, 1998).
La difesa, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1968; La difesa di Luzin, trad.
di Gianroberto Scarcia e Ugo Tessitore, Adelphi, 2001.
Ada, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1969 (trad. di Margherita Crepax,
Adelphi, 2000).
Maria, trad. di Ettore Capriolo, Mondadori, 1971.
Gloria, trad. di Ettore Capriolo, Mondadori, 1972.
Nikolaj Gogol', trad. di Annamaria Pilucchi, Mondadori, 1972.
Disperazione, trad. di Bruno Oddera, Mondadori, 1974 (trad. di Davide
Tortorella, Adelphi, 2006).
Re, Regina, Fante, trad. di Ettore Capriolo, Franco Maria Ricci, 1974.
Cose trasparenti, trad. di Dmitri Nabokov, Mondadori, 1975.
La distruzione dei tiranni, trad. di Pier Francesco Paolini, Longanesi,
1982.
La veneziana e altri racconti, trad. di Serena Vitale, Adelphi, 1992.
Una bellezza russa e altri racconti, trad. di Dmitri Nabokov, Anna Raffetto,
Franca Pece e Ugo Tessitore, Adelphi, 2008.
L'incantatore, trad. di Dmitri Nabokov, Guanda, 1987.
Lezioni di letteratura, trad. di Ettore Capriolo, Garzanti, 1982.
Lezioni di letteratura russa, trad. di Ettore Capriolo, Garzanti, 1987.
Lezioni sul Don Chisciotte, trad. di Edoardo Albinati, Garzanti, 1989.
V. Nabokov - E. Sikorskaja, Nostalgia. Lettere 1945-1974, trad. di Luciana
Montagnani, Archinto, 1989.
L'invenzione di Valzer e altri drammi per il teatro, trad. di Anastasia
Pasquinelli, L'obliquo, 1992.
Intransigenze, trad. di Gaspare Bona, Adelphi, 1994.
Lolita (sceneggiatura), trad. di Ugo Tessitore, Bompiani, 1997.
*
Una vita tra libri, scacchi e farfalle
1899 Nasce a Pietroburgo da una famiglia della vecchia nobilta' russa, di
idee liberali.
1911 Frequenta l'Accademia Tenisev e ha come compagno di scuola il futuro
poeta Mandel'stam. Si appassiona alle farfalle, agli scacchi e alla
letteratura.
1917 In seguito alla Rivoluzione d'Ottobre, la famiglia si trasferisce in
Crimea.
1919 Studia fino al 1922 al Trinity College di Cambridge, dove si laurea in
letteratura russa e francese.
1922 Si trasferisce a Berlino. Il padre viene assassinato per errore,
durante un comizio del suo avversario politico, da due estremisti di destra.
Traduce Alice nel paese delle meraviglie di Carroll in russo.
1925 Sposa Vera Slonim.
1926 Pubblica il primo romanzo, Masen'ka, e inizia una collaborazione
regolare al quotidiano dell'emigrazione russa "Rul", con poesie, racconti e
problemi scacchistici.
1928 Pubblica Re, Donna, Fante.
1929 Pubblica La difesa di Luzin.
1930 Scrive L'occhio.
1932 Pubblica Gloria e scrive Disperazione.
1933 Pubblica Camera oscura.
1934 Nasce l'unico figlio Dmitri.
1935-1937 Nel 1935 pubblica Invito a una decapitazione e lavora per due anni
alla stesura de Il dono.
1937-40 Si trasferisce a Parigi e nel 1939 scrive il racconto L'incantatore.
1940 S'imbarca con la famiglia per gli Stati Uniti. Grazie all'amicizia con
il critico Edmund Wilson, collabora a diverse riviste americane.
1941 Pubblica La vera vita di Sebastian Knight e insegna letteratura russa
nel New England.
1942 Lavora fino al 1948 al Museo di zoologia comparata di Harvard, dove
studia e classifica le farfalle.
1944 Pubblica la biografia critica Nikolaj Gogol'.
1945 Il fratello Sergej, arrestato dalla Gestapo, muore in un campo di
concentramento.
1947 Pubblica I bastardi.
1948 Insegna fino al 1959 alla Cornell University di Ithaca, New York.
1951 Pubblica l'autobiografia Parla, ricordo.
1955 Esce Lolita a Parigi.
1957 Pubblica Pnin.
1961 Si trasferisce con la famiglia a Montreux, in Svizzera, e risiede in
una suite del Palace Hotel.
1962 Esce Fuoco pallido.
1964 Pubblica la traduzione commentata in inglese dell'Evgenji Onegin di
Puskin.
1967 Esce la traduzione russa, a cura dello stesso autore, di Lolita.
1969 Pubblica Ada.
1972 Pubblica Cose trasparenti.
1973 Pubblica Una bellezza russa e altri racconti e la raccolta di
interviste Intransigenze.
1974 Pubblica Look at the Arlequins! e la sceneggiatura di Lolita. Inizia a
scrivere l'ultimo romanzo, The Original of Laura, che rimarra' incompiuto e,
per sua espressa volonta', inedito.
1977 Muore in ospedale a Losanna.

5. STRUMENTI. PER ABBONARSI AD "AZIONE NONVIOLENTA"

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da
Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito
sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363
intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
Per informazioni e contatti: redazione, direzione, amministrazione, via
Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e
15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

6. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009"

Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni
nonviolenti". E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009": una copia,
10 euro.
Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi
(Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946,  e-mail: info at qualevita.it,
sito: www.qualevita.it

7. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009

E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, curata dal Centro siciliano di
documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo: una copia, 10 euro.
Per richieste:
- Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa
Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail:
csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it
- Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax:
923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito:
www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 684 del 29 dicembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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