Minime. 487



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 487 del 15 giugno 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Si e' svolto il 13 giugno a Viterbo un incontro con Marinella Correggia
2. Luigi Cancrini: L'infamia del turismo sessuale
3. Luigi Cancrini: Il demone dell'insicurezza e il sonno della ragione
4. Luigi Cancrini: Bambini invisibili e leggi delittuose
5. Luigi Cancrini: Il vento del razzismo e l'altra Italia
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. SI E' SVOLTO IL 13 GIUGNO A VITERBO UN INCONTRO CON MARINELLA
CORREGGIA
[Riportiamo il seguente comunicato del 14 giugno 2008 del comitato che si
oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto
aereo (Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org, per contattare direttamente la portavoce del
comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail:
antonella.litta at libero.it), dal titolo completo "Si e' svolto il 13 giugno
2008 a Viterbo un incontro con Marinella Correggia contro il devastante
mega-aeroporto, per la riduzione del trasporto aereo, per difendere
l'ambiente, la salute e i diritti di tutti. La prestigiosa scrittrice e
giornalista, esperta di temi ambientali, ha incontrato cittadini interessati
e persone socialmente impegnate. Il professor Osvaldo Ercoli ha illustrato
alcune caratteristiche del territorio e delle sue tradizioni. Alfio Pannega,
figura storica della cultura popolare e poeta a braccio, ha dedicato
all'ospite alcuni suoi versi improvvisati per l'occasione".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

Promosso dal comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per
la riduzione del trasporto aereo si e' svolto venerdi' 13 giugno a Viterbo
un incontro con Marinella Correggia, prestigiosa giornalista e saggista,
notissima esperta di questioni ambientali, autrice di libri di grande
diffusione pubblicati dai piu' grandi editori italiani (da Mondadori a
Feltrinelli tra gli altri).
*
L'iniziativa si e' articolata in due fasi.
Nel pomeriggio una passeggiata nei luoghi del Bulicame di dantesca memoria,
l'area termale di straordinario interesse naturalistico, storico-culturale,
sociale e terapeutico che verrebbe irrimediabilmente devastata dalla
scellerata realizzazione di un distruttivo mega-aeropoto per voli low cost.
Una delegazione del comitato ha accompagnato la prestigiosa studiosa
ambientalista, e la passeggiata e' stata anche occasione per interloquire
con le persone che nell'area in quelle ore si trovavano - per turismo, per
terapia, perche' residenti nella zona, perche' richiamate dall'iniziativa -,
persone che tutte hanno espresso vivo sostegno all'impegno del comitato che
si oppone al mega-aeroporto dello scandaloso scempio ambientale, della
criminale aggressione alla salute e alla sicurezza di tutti, della folle
devastazione di beni culturali e sociali preziosissimi.
Nel corso della passeggiata il professor Osvaldo Ercoli, una delle maggiori
autorita' morali della citta', ha illustrato alcune caratteristiche del
territorio, della sua natura, delle sue tradizioni culturali.
*
La sera l'incontro e' proseguito presso il centro sociale autogestito "Valle
Faul", in forma dialogica e conviviale (inclusiva di una assai apprezzata
cena vegetariana imbandita dai volontari del centro sociale stesso).
Qui l'incontro con la giornalista e scrittrice ha dato luogo a un colloquio
con e tra tutti i partecipanti, colloquio condotto in modi informali e per
cosi' dire familiarmente, spaziando dai temi legati all'impegno per la
riduzione del trasporto aereo, a quelli del recente convegno della Fao a
Roma sulla fame del mondo, alle azioni positive per contrastare il
surriscaldamento del clima e promuovere una sensibilita' ecologica sia
personale che collettiva, sia nella vita quotidiana che nelle grandi scelte
pubbliche.
Alfio Pannega, figura storica della cultura popolare viterbese e poeta a
braccio, ha dedicato alla dottoressa Marinella Correggia alcuni versi
improvvisandoli per l'occasione e declamandoli alla sua presenza.
*
Tutte le persone che hanno preso parte sia alla passeggiata pomeridiana tra
Orto botanico e Bulicame (nell'area di immenso fascino su cui il comitato
gia' alcune settimane fa, domenica 25 maggio, aveva realizzato
un'apprezzatissima analoga iniziativa con la partecipazione del professor
Paolo Giannini e del professor Antonello Ricci), sia all'incontro serale
presso il centro sociale, hanno espresso un persuaso impegno a continuare la
lotta per difendere il territorio ed i suoi beni ambientali, storici,
culturali e sociali, per difendere il diritto alla salute e alla sicurezza
di tutti i cittadini, per impedire quindi la realizzazione di un'opera folle
e criminale come il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo, per ottenere
la riduzione drastica e immediata dei voli su Ciampino (riduzione vera,
necessaria e urgente, da effettuare subito e senza aggredire altri luoghi),
per un modello di mobilita' ecologicamente e socialmente sostenibile e
democratico, per un modello di sviluppo che non devasti la biosfera e non
violi i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Un grande, sinceramente sentito ringraziamento tutti i numerosi partecipanti
hanno rivolto alla dottoressa Marinella Correggia per la sua partecipazione,
ed anche per essersi impegnata fin dall'inizio e costantemente al fianco del
comitato che si oppone al devastante mega-aeroporto, ed essere da anni punto
di riferimento dell'impegno per la riduzione del trasporto aereo e in difesa
di ambiente, salute, diritti, democrazia.

2. RIFLESSIONE. LUIGI CANCRINI: L'INFAMIA DEL TURISMO SESSUALE
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 26 marzo 2008 col titolo "Turismo sessuale:
l'Italia e il record della vergogna" e il sommario "Sono ottantamila ogni
anno i nuovi turisti del sesso in cerca di minorenni e gli italiani sono in
testa alle classifiche. Riuscira' la politica a occuparsi di questa
vergogna?".
Luigi Cancrini, nato a Roma nel 1938, psichiatra, docente universitario,
fondatore nel 1970 del Centro studi di terapia familiare e relazionale di
Roma, gia' pubblico amministratore con rilevanti incarichi e parlamentare,
protagonista delle esperienze maggiori del rinnovamento dei servizi sociali
e sanitari e della cultura medica, psichiatrica, del servizio sociale. Dal
sito www.luigicancrini.it riprendiamo la seguente scheda: "Luigi Cancrini,
psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, ha
fondato negli anni Settanta una fra le piu' importanti scuole di
psicoterapia del nostro paese: il Centro Studi di Terapia Familiare e
Relazionale del quale e' presidente. La sua attivita' si e' sviluppata
inizialmente nel clima delle battaglie culturali contro l'emarginazione del
diverso nelle scuole (le classi differenziali e speciali), nella psichiatria
(gli ospedali psichiatrici), nel campo delle dipendenze patologiche e dei
comportamenti antisociali (il carcere). Di queste condizioni egli ha
continuato ad occuparsi collegando le manifestazioni della diversita' al
disagio della persona e tentando soprattutto di allargare i confini
tradizionali della pratica psicoterapeutica: sul piano culturale
contrastando una corsa pericolosa alla psichiatrizzazione farmaceutica e/o
drogata del disagio; sul piano legislativo affermando il diritto di tutti
alle cure psicoterapeutiche. L'attivita' politica si e' sviluppata dal 1968
in poi all'interno del Pci. Fra le responsabilita' piu' importanti ci sono
state quelle di consigliere e di assessore regionale del Lazio, di
responsabile nazionale per le tossicodipendenze e per la psichiatria, di
ministro del "governo ombra" di Achille Occhetto. E' stato rappresentante
del Parlamento Europeo nell'Osservatorio europeo per le tossicodipendenze di
Lisbona dal 1994 al 1999 e direttore dell'Osservatorio nazionale sulle
tossicodipendenze dal 1998 al 2001. Dal 1995 e' direttore scientifico delle
Comunita' Terapeutiche di Saman e dal 1998, del Centro di Aiuto al Bambino
Maltrattato e alla Famiglia. Negli ultimi due anni ha pazientemente lavorato
per trasferire nella preparazione e nella discussione dei provvedimenti
legislativi in esame presso la Commissione Affari Sociali della Camera e
nella Commissione Bicamerale per l'Infanzia, di cui e' stato vicepresidente,
l'esperienza legata all'incontro con la  passione e la capacita' dei gruppi
di professionisti che operano fra mille difficolta' nei servizi per la
salute mentale e per la tossicodipendenza, nei servizi sociali dei Comuni e
nelle scuole, nelle carceri e negli Ospedali psichiatrici giudiziari.
Difendendo in particolare il ruolo del personale sanitario non medico
(psicologi, educatori, assistenti sociali) nello sviluppo di attivita' che
sono per loro natura multidisciplinari. E' autore di lavori scientifici fra
i quali Bambini diversi a scuola (1974), Quei temerari sulle macchine
volanti (1982), Date parole al dolore, con Stefania Rossini (1996), Lezioni
di psicopatologia (1997), La luna nel pozzo (1999), La psicoterapia:
grammatica e sintassi (2002), Il vaso di Pandora, con C. La Rosa (2002),
Schiavo delle mie brame (2003), L'oceano borderline. Racconti di viaggio
(2006). E' inoltre direttore responsabile di due pubblicazioni scientifiche
quali: 'Ecologia della mente' e 'I quaderni di Saman'". Tra le opere
principali di Luigi Cancrini: (con N. Ciani), Schizofrenia dalla
personalita' alla malattia, Il Pensiero Scientifico Editore, 1969, 1984;
(con M. Malagoli Togliatti e G.P. Meucci), Droga. Chi come perche' e
soprattutto che fare?, Sansoni, Firenze 1973; (a cura di), Esperienze di una
ricerca sulle tossicomanie giovanili in Italia, Mondadori, Milano 1974,
1984; Bambini diversi a scuola, Boringhieri, Torino 1974, 1989; Verso una
teoria della schizofrenia, Boringhieri, Torino 1975; (con M. Malagoli
Togliatti), Psichiatria e rapporti sociali, Editori Riuniti, Roma 1976;
Tossicomanie, Editori Riuniti, Roma 1980; Quei temerari sulle macchine
volanti, La nuova Italia scientifica, Roma 1982; (con F. Mazzoni, D.
Costantini), La guarigione nelle tossicomanie giovanili, Il Pensiero
Scientifico Editore, Roma 1984; Quattro prove per l'insegnamento della
psicoterapia, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1984; (con E. Guida),
L'intervento psicologico nella scuola, La Nuova Italia Scientifica, Roma
1986; Dialoghi col figlio, Editori Riuniti, Roma 1987; Psicoterapia:
grammatica e sintassi, La nuova Italia scientifica, Roma 1987; (con C. La
Rosa), Il vaso di Pandora. Manuale di psicoterapia e psichiatria Nuova
Italia Scientifica, Roma 1992; La casa del guardamacchine e altre storie,
Bollati Boringhieri, Torino 1993; W Palermo viva, La Nuova Italia
Scientifica, Roma, 1993; Date parole al dolore, Frassinelli, Milano 1996;
Lezioni di psicopatologia, Boringhieri, Torino 1997; L'amore nevrotico.
Saggio su "una vita" di Guy de Maupassant, EduP, Roma 1998; La luna nel
pozzo, Cortina, Milano 1999; Schiavo delle mie brame, Frassinelli, Milano
2003; Guida alla psicoterapia, Editori Riuniti, Roma 2004; L'oceano
borderline. Racconti di viaggio, Cortina, Milano 2006]

Ottantamila ogni anno i nuovi turisti del sesso in cerca di minorenni: in
Asia e nei Carabi, in Kenia ed in Mongolia. Sfidando le leggi e le piu'
elementari riserve morali. Utilizzando la complicita' dei tour operator piu'
spregiudicati ma utilizzando soprattutto il web e la possibilita' di
organizzare (pregustare?) tutto da casa. Con gli italiani in testa alle
classifiche come raccontava ieri in una serie di servizi, atroci e ben
documentati, il "Corriere della sera" riportando i pareri autorevoli (e lo
scoraggiamento doloroso) dei rappresentanti dell'Unicef e delle altre
organizzazioni che in tutto il mondo si battono nel tentativo di arginare un
fenomeno orrendo e, apparentemente, inarrestabile.
Difficile non riflettere, nel momento in cui ci si trova di fronte a dati
come questi, sul modo in cui la vita del nostro Villaggio Globale e'
condizionata in modo sempre piu' pressante dalla potenza del dio denaro. I
bambini vittime di sfruttamento sessuale a Santo Domingo, scrive Gabriela
Jacomella, sono almeno 35.000 e chiunque puo' portarseli a letto per un
pugno di dollari, dai 10 ai 30 (dai sette ai quindici euro): per un turista
il prezzo di una cena, per un dominicano la paga di una settimana. Il che
spiega insieme, purtroppo, il perche' dell'abbandono in cui questi bambini
sono lasciati dai genitori (piu' spaventati, forse, che avidi) ed il perche'
del boom di un turismo sessuale in cui tutte queste cose ci si possono
permettere spendendo poco o con la prospettiva, magari, di guadagnarci
perche' molti sono i turisti che filmano le loro "avventure". Pronti,
domani, a metterle in rete: en amateur e su siti peer to peer come si dice
adesso ma anche a pagamento. Con un rischio davvero minimo, alla fine, di
essere intercettati se il fenomeno e' ormai cosi' diffuso da rendere del
tutto casuale l'intervento di una polizia che non puo' battere di continuo
l'intero spazio (sconfinato) di internet.
"Dormo sulla spiaggia, qui arrivano i clienti, dice Josia, dodici anni, che
vogliono rapporti orali o sesso por atras". Abusi sessuali comunque, nel
nome per lui di una quantita' di denaro che vale la paga di una settimana
del padre o della madre e nel nome, per chi gliela da', di una mancia.
Segnalando, con una forza simbolicamente straordinaria, che cosa e' ancora
oggi l'oppressione che l'uomo puo' esercitare su un altro uomo (sul suo
bambino o sulla sua bambina) "Son nostre figlie/ le prostitute/ che muoion
tisiche/ negli ospedal", cantavano da noi gli anarchici alla fine
dell'Ottocento prima che la capacita' di organizzarsi dei lavoratori
mettesse dei limiti alle miserie e agli orrori del capitalismo selvaggio.
Muoiono di Hiv invece che di tubercolosi i bambini oggetto del turismo
sessuale di oggi costretti a darsi "por atras", senza profilattici nella
meta' dei casi (secondo l'Unicef), dalla furia piu' che bestiale di questi
brutti rappresentanti all'estero del nostro Paese e della nostra cultura. E
uguale mi sembra, tuttavia, la ragione economica della sottomissione di
quelle che erano allora le figlie degli operai e di quelli che sono oggi i
bambini dei poveri in una fase della storia del mondo in cui il capitalismo
(che selvaggio, quando puo', non smette mai di essere) si e' trasformato
(dichiaratamente, abilmente e spregiudicatamente), in impresa
sopranazionale: globalizzata e globalizzante. Senza che ci siano piu' un
Marx o un Engels, pero', capaci di chiamare a raccolta, perche' si uniscano
contro i loro sfruttatori, tutti gli sfruttati del mondo.
Se questo e' il problema dal punto di vista economico (o, forse, politico),
quello che va affrontato e' pero' anche l'altro versante, quello relativo ai
"turisti". Di cui sappiamo dall'inchiesta che non sono "pedofili" (malati,
cioe', di pedofilia in quanto obbligati dal loro interno a fare sesso solo
con dei bambini) o vecchietti piu' o meno "bavosi" ma uomini e donne, fra i
trenta e i cinquanta, efficienti, manageriali, sportivi, dal reddito e dal
livello culturale "alti". Uomini e donne, cioe', che cercano semplicemente
(o non tanto semplicemente) una occasione di piacere in piu' o una
esperienza comunque diversa, capace di farli sentire insieme potenti
("faccio tutto quello che voglio") e abbrutiti ("mi faccio un po' schifo"):
nel modo in cui piu' o meno ci si sente, forse, dopo una piccola orgia
quando il sesso viene "arricchito" dall'alcool o dalla cocaina. Su linee che
sono quelle, insomma, del bisogno indotto e di un consumismo che puo'
alienare completamente l'uomo da se stesso. Contro cui giusto e',
sicuramente, muoversi sul piano repressivo perche' questo e' l'unico modo,
in fondo, per riproporre a tutti l'esistenza del limite oltre cui non si
puo' andare. Contro cui quella che si dovrebbe riuscire a mettere in moto,
tuttavia, e' soprattutto una grande, violenta ondata di indignazione
collettiva: capace di collegare il fatto (lo sfruttamento sessuale del
minore) alla sua ragione particolare (la violenza dello sfruttatore) e
sociale (la violenza della prevaricazione dell'uomo ricco di denaro e di
potere).
Faremo ancora politica un giorno su questi temi? Usciremo ancora dall'agenda
sempre piu' soffocante che ci allontana ogni giorno di piu' dalla politica
vera? Davvero le categorie che piu' continuano a sembrarmi utili, mentre mi
guardo intorno e ragiono su un mondo in cui e' cosi' difficile riconoscersi,
mi sembrano ancora quelle dell'analisi portata avanti da Marx nei suoi
Manoscritti del 1844 e da quelli che per tanto tempo (l'ultimo e' stato
Attali nel suo bel libro su di lui, Karl Marx. Ovvero, lo spirito del mondo)
hanno continuato a credere nel fatto che la storia ha un senso e delle
finalita' poste molto al di la' delle aspirazioni del singolo.

3. RIFLESSIONE. LUIGI CANCRINI: IL DEMONE DELL'INSICUREZZA E IL SONNO DELLA
RAGIONE
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 26 maggio 2008 col titolo "Il demone
dell'insicurezza" in risposta a una lettera firmata che recitava: "Sono
straniera, lavoro da anni in Italia ma non sono ancora riuscita a
regolarizzare la mia posizione. Molte persone mi hanno aiutato e ho cercato
di dimostrare la mia gratitudine lavorando con serieta'. Che sta succedendo
adesso? Il mio restare qui lavorando e' diventato un reato? Cosa potrebbe
accadermi adesso con questa nuova legge?"]

La nuova legge dice proprio questo. Che il suo stare qui, lavorando o non
lavorando, e' un reato per cui sono previsti carcere ed espulsione. Se sara'
espulsa e chiedera' di tornare qui, le diranno di no. Se tornera' lo stesso,
sara' condannata di nuovo e la pena, in questo caso, sara' pesante. Questo
si legge sui giornali, almeno, perche' il testo del decreto (che ha effetti
immediati) e quello del disegno di legge (che, per avere effetto, deve
essere prima approvato in Parlamento) non e' ancora noto nei dettagli. In un
modo o nell'altro, tuttavia, di questo si tratta. E fanno davvero paura il
tono trionfalistico dei ministri, la soddisfazione che trapela dai commenti
(quelli "schierati" e quelli dei giornalisti solitamente equilibrati  che
sembrano contenti di questa "buona prova" del Berlusconi quater) e la
reazione debole dell'opposizione "democratica". Forse il Paese in cui
viviamo e' davvero questo, quello che vuole spostare sugli extracomunitari e
sui rom tutta la sua rabbia e tutta la sua aggressivita'. Non siamo diversi,
forse, dagli Stati Uniti di Bush che si difendono dai messicani e dai
centroamericani che attraversano il Messico per andare a lavorare da loro
con una muraglia immensa difesa da uomini armati. Vogliamo davvero questo,
forse: affrontare l'insicurezza e la paura di un tempo che e' il nostro con
una bugia, la pietosa bugia di chi ci racconta che il nostro star male
dipende da un demone che lui (il Governo) puo' esorcizzare. Da cui lui (il
Governo) puo' liberarci. Con una legge.
Ascoltavo mercoledi' in tv, mentre si concludeva il consiglio dei ministri
di Napoli, le parole di un deputato leghista che spiegava il come e il
perche' di questi provvedimenti. Giovane, tronfio, dotato di una mente di
cui Savinio avrebbe detto che era poco ammobiliata, spiegava ad un
giornalista di Rainews 24 che gli emigrati clandestini di cui si dice che
lavorano, in effetti sono qui solo per delinquere. Che quando esibiscono
documenti per le sanatorie (che stavolta, giurava, non si faranno, anche se
altri dei suoi, nello stesso momento, dicevano il contrario parlando delle
badanti) esibiscono in realta' "carta straccia": che non lavorano dunque
perche' sono solo dei parassiti e che allontanarli con una legge e' il
dovere principale dei politici eletti oggi nel nostro Parlamento. Dotato di
una sua logica infantile ma stringente, il discorso del neodeputato ruspante
e leghista mi e' sembrato importante per capire come andranno le cose in
Parlamento quando le proposte del Governo arriveranno li'. Piu' ancora mi ha
spaventato, tuttavia, la debolezza del giornalista (un giornalista del
servizio di cui si dice che e' pubblico) che lo ascoltava. Come se non
sapesse o se non capisse l'enormita' e la gravita' delle stupidaggini che
gli venivano dette.
Vi sono stati altri tempi, pensavo e penso, in cui queste cose sono
accadute. Giustificando le guerre coloniali, Mussolini aveva ampiamente
spiegato agli italiani che i popoli africani sono composti di persone
inferiori soprattutto per la loro incapacita' di lavorare in modo
produttivo. Parassiti del mondo, da conquistare prima per educare poi. Come
dicevano allora i gerarchi, di cui il tempo avrebbe dimostrato la poverta'
di etica e di cultura, e come dicono oggi le nuove orde di dilettanti allo
sbaraglio della politica di destra. Nel silenzio a tratti ossequioso, a
tratti timido e a tratti esaltato, oggi come allora, di una stampa
compiacente e di una opposizione spaventata o collusa.
Tornando alle tue domande, cara letttrice, non posso che dirti di si'. Che
il tuo restare in Italia lavorando per degli italiani e' diventato o
diventera' un reato come reato era, per gli abissini, i libici, i somali di
allora, il non essere pronti ad accettare la superiorita' degli italiani
fascisti. Quelle che ne seguirono allora furono guerre sanguinose e crudeli
raccontate, con l'aiuto di una stampa compiacente e di un'opposizione
lacerata, come delle grandi imprese militari. Quello che ne seguira' ora e'
un conflitto meno rumoroso e meno sanguinario in cui si evitera' (anche
perche' servirebbe a poco) l'uso delle armi ma che sara' ugualmente crudele
e violento.
Nei cui confronti sarebbe giusto promuovere un'onda vasta di obiezioni di
coscienza e di disobbedienza organizzata. Anche se non e' per niente facile
che questo accada. Ci sono passaggi della storia in cui quello che si
verifica e' un ottundimento generalizzato delle coscienze, una specie di
malefico sonno della ragione.
La vita continua a scorrere intorno alle persone normali, quelle che non
decidono nulla, come se nulla di straordinario stesse accadendo mentre le
violenze e le ingiustizie piu' atroci si compiono fuori dal loro campo
visivo in quanto fuori dall'informazione da cui dipendono nel tentativo di
capire quello che succede.
Uomini perversi e violenti tornano a difendere, su certi giornali, la scelta
di chiamare spazzatura i rom che, secondo loro, rapiscono davvero i bambini
(i comunisti, com'e' noto, li mangiavano) dimenticando, perche' alla fine
non gliene importa nulla, le persecuzioni che i rom hanno subito dai nazisti
e dai fascisti. Berlusconi e i suoi ministri si riuniscono per un intero
giorno a Napoli senza mai pronunciare la parola camorra e senza mai citare,
nei loro proclami, il piccolo esercito di clandestini (cinesi e rumeni,
indiani e africani) sfruttati dal suo impero criminale: schierandosi nei
fatti, con un silenzio che e' insieme assurdo e assordante, con chi (la
camorra di Gomorra) sul loro lavoro illegalmente costruisce la sua ricchezza
e il suo potere. E accuratamente nascondendosi in un vortice di ipocrisia
nel momento in cui si arriva, negli stessi giorni, a commemorare
solennemente Falcone ed a coprire con la formula del silenzio-assenso la
delinquenza organizzata contro cui Falcone lotto' fino alla morte.
Deviare il rigore della legge e l'odio della gente contro dei nemici
immaginari (ieri gli ebrei e i rom, oggi i rom e gli extracomunitari) e'
stato da sempre il modo migliore di preparare una dittatura instaurando un
regime di violenza. Uomini come certi giornalisti, che vedremo sempre piu'
spesso in tv soprattutto perche' la loro capacita' di spargere odio fa
audience, giocano senza forse neppure rendersene conto un ruolo fondamentale
(e sempre ben remunerato) in processi di questo tipo. E' a gente
(gentaglia?) come loro che dobbiamo la deriva morale di questo nostro Paese.
Difficile da vivere oggi anche per me (che di lei sono assai piu' fortunato)
oltre che per lei.

4. RIFLESSIONE. LUIGI CANCRINI: BAMBINI INVISIBILI E LEGGI DELITTUOSE
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 2 giugno 2008 col titolo "Il reato di
clandestinita' colpisce anche l'infanzia" in risposta a una lettera a firma
di Antonella Ciurlia che recitava: "L'allarme che voglio lanciare riguarda i
'bambini invisibili'. I pediatri di famiglia che si riconoscono nella
Federazione italiana medici pediatri (Fimp) sono oltre settemila e sono
preoccupati per le norme del pacchetto sicurezza licenziato dal Governo.
Oggi - ha dichiarato il presidente nazionale della Fimp Giuseppe Mele -
tantissimi figli di immigrati, sino ad oggi non rei, vanno a scuola e sono
assistiti dai pediatri di famiglia, come prevede la legge, il contratto
nazionale e le relative deroghe che ne disciplinano l'accesso temporaneo al
Servizio sanitario nazionale. L'introduzione del concetto di reato di
immigrazione clandestina - ha aggiunto Mele - non potra' che avere come
esito, che era ed e' facilmente immaginabile, il fatto che questi bambini
verranno dai loro genitori tolti dalla scuola e dall'accesso ai servizi
sanitari diventando, in breve tempo, bambini invisibili. L'allarme per il
quale la Fimp fa appello anche all'Unicef, e' una richiesta di attenzione al
problema da parte del governo, cui fa richiesta di un incontro urgente, 'che
dovra' tener conto anche di questo genere di problemi i cui effetti
ricadranno sulla salute di migliaia di bambini, innocenti per natura,
colpevoli per genesi e per decreto'. Lei che ne pensa?"]

Ne penso che il pacchetto sicurezza approvato dal Governo provochera', se
interamente approvato dal Parlamento, effetti disastrosi.
Che non riuscira' a fermare una immigrazione le cui ragioni, economiche e
politiche, sono piu' forti di qualsiasi legge e che il suo risultato sara',
come ben dice Mele, quello di spingere nella clandestinita' chi dovrebbe
essere soprattutto aiutato ad integrarsi. Anche se tanta stampa ne ha
parlato come di una iniziativa politica necessaria ed anche se l'opposizione
parlamentare ne ha sostanzialmente avallato le scelte e l'orientamento.
Senza preoccuparsi del modo in cui (lo scrive Livio Pepino su "l'Unita'" del
28 maggio) "il nuovo diritto penale dello straniero alla base di questi
decreti e' espressione della convinzione, profondamente razzista, che sia
possibile importare braccia e non persone. Inutile sottolineare la distanza
di tale impostazione dal dettato della Costituzione e dai principi di
uguaglianza che la ispirano. Quel che nessuno puo' ignorare e' che misure
come queste produrranno solo ulteriore insicurezza": per le persone che si
trovano in condizioni di clandestinita' perche' quello che i clandestini
eviteranno sistematicamente d'ora in poi e' il contatto, a qualsiasi
livello, con le istituzioni dello Stato e, inevitabilmente, anche per i
cittadini italiani che sempre di piu' avranno a che fare con persone piene
di difficolta' e di paura.
Per cio' che riguarda le conseguenze che tutto questo avra' sui minori (ed
in particolare sui bambini) il problema segnalato da Mele e', dunque, un
problema reale. Di cui non e' difficile immaginare le conseguenze.
L'esempio piu' banale e' quello del bambino che ha una febbre alta. Portarlo
in ospedale chiede, al genitore clandestino, di presentarsi. Se il suo
essere clandestino diventera' un reato, farlo significhera' autodenunciarsi,
finire in carcere e andare incontro ad una espulsione: rischiando di perdere
(questo nel suo immaginario e' inevitabile) il rapporto con il bambino. In
modo analogo andranno le cose, del resto, per quello che riguarda le
vaccinazioni e la scuola. Aprendo un vero e proprio conflitto d'interessi
fra il figlio ed i suoi genitori, di fronte al semplice manifestarsi di un
diritto del bambino: di ogni diritto, per ogni bambino che si trovi
coinvolto in questo grande ciclone, nello tsunami umanitario che si
determina intorno a tutte le emigrazioni.
L'obiezione che viene fatta a questo discorso e' quella che riguarda la
necessita' di contrastare a qualsiasi costo i comportamenti che si
sviluppano nell'illegalita'. Chi entra illegalmente in un paese, si dice,
deve accettarne le leggi affrontando le conseguenze delle sue scelte. Se
qualcuno decide di entrare clandestinamente in un paese in cui la
clandestinita' e' un reato, dunque, e' lui (o lei) quello che coinvolge il
figlio in una situazione sbagliata. Se qualcosa di negativo ne derivera' per
il minore la colpa non e' della legge ma di colui che non l'ha rispettata.
Quella che si combatte contro l'illegalita' (lo dice ogni giorno il ministro
Maroni col tono di chi vuole mettere riparo alle inadempienze dei suoi
predecessori) e' una battaglia senza esclusione di colpi. Produce,
probabilmente, dei danni secondari ma va combattuta.
La risposta da dare a questo ragionamento non piace oggi al governo ne',
purtroppo, all'opposizione. Si basa sull'osservazione di fondo per cui
decidere che la clandestinita' e' un reato in una situazione caratterizzata
da una differenza inaccettabile fra i paesi ricchi dell'occidente e quelli
da cui gli emigranti provengono significa applicare a degli esseri umani
l'idea per cui (la frase e' di La Fontaine, la favola e' quella del lupo e
dell'agnello) "la loi du plus fort est toujours la meilleure": giustificando
con una legge ad hoc la violenza di chi non accetta di confrontarsi con le
difficolta' di chi sta peggio di lui.
Delittuosa e' la legge stabilita da chi si sente piu' forte, dunque, non il
tentativo di sopravvivere e di far sopravvivere i propri figli alla miseria
o alla persecuzione politica; e delittuoso e' soprattutto il modo in cui,
definendo reato la richiesta di aiuto, si fa diventare criminale chi non lo
e'. Mettendo insieme quelli che cercano lavoro e rispetto del loro diritto
di esistere e quelli che arrivano da noi con l'idea di prendere tutto quello
che c'e' da prendere.
Osservato da questo punto di vista il problema dei "bambini invisibili" non
e' piu' il danno secondario prodotto da una scelta giusta. E', piu'
semplicemente, la piu' infame e la piu' vergognosa delle conseguenze
prodotte da una scelta sbagliata.
Il sentimento piu' forte che provo in questa fase e' una grande malinconia.
Puo' darsi che io stia male, ovviamente, e che abbia bisogno degli
antidepressivi di cui continuo a contestare inutilmente l'utilita', ma lo
spettacolo del paese in cui vivo e' davvero sconfortante se ci troviamo di
fronte ad un governo che dichiara reato la clandestinita', ad una
opposizione che non si scandalizza, ad un papa e ad una stampa che lodano il
clima "nuovo" che di questa collusione e' il frutto avvelenato mentre
nessuno risponde a questo appello dei pediatri italiani. Come se tutti
fossero d'accordo insomma, nel pensare che il Berlusconi quater di quella
che alcuni cominciano a chiamare pomposamente la terza repubblica sta
facendo una cosa giusta nel momento in cui da' forza di legge all'odio della
Lega e dei leghisti contro gli emigranti e contro i loro bambini. Mentre
l'unica strada che restera' aperta a chi la pensa in modo diverso, credendo
davvero nelle ragioni della vita, potrebbe essere la disobbedienza civile:
di protezione dei clandestini e dei loro figli dai rigori stretti di una
legge inaccettabile.

5. RIFLESSIONE. LUIGI CANCRINI: IL VENTO DEL RAZZISMO E L'ALTRA ITALIA
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 9 giugno 2008 col titolo "Quel vento del
razzismo che soffia sul Paese" in risposta a una lettera firmata che
recitava: "I rom a Venezia che, secondo 'Libero', non debbono diventare
stanziali. Le prostitute che debbono essere allontanate perche' sono
'pericolose per la morale' e possono essere allontanate con il foglio di
via. I rifiuti tossici che sono il risultato della maleducazione e della
cultura debole del Sud. Torna il razzismo? E' davvero questa l'Italia in cui
viviamo?"]

L'idea di Filippo Berselli e Carlo Vizzini, deputati del Pdl, per cui le
prostitute vanno inserite nell'elenco dei soggetti pericolosi per la
sicurezza e la pubblica moralita', accanto "agli oziosi e vagabondi, coloro
che trafficano traffici illeciti, i delinquenti abituali, gli sfruttatori di
prostitute e minori e gli spacciatori" e' un'idea che merita di essere
conosciuta. Se questo accadesse, infatti, il questore potrebbe allontanarle
con foglio di via obbligatorio e inibirle dal ritornare per un periodo
massimo di tre anni: per le disobbedienti quello che scatterebbe e' il
carcere fino a sei mesi. Dando un contributo, nella mente dei due onorevoli,
al miglioramento della morale pubblica quotidianamente edificata dai
comportamenti pubblici e privati dei nostri Vip.
Un presidio della Lega con tanto di bandiere, megafoni e facce
democraticamente indignate presidia intanto (e Sky ce lo mostra, ce lo
spiega e implicitamente lo sostiene ossessivamente ogni ora, giorno dopo
giorno) l'area dove il sindaco "rosso" di Venezia Cacciari vorrebbe
costruire le case per i rom (cittadini italiani, da tempo insediati
nell'area del Comune), con l'appoggio esplicito di chi, dalle colonne di
"Libero", tuona contro l'idea di rendere stanziali i nomadi (secondo
"Libero" loro non lo sono per natura, per irreparabile disposizione
genetica) giudicandola incompatibile con la serenita' dei cittadini che sono
piu' italiani di loro (dotati, forse, della doppia cittadinanza, italiana e
padana).
I leghisti non smettono di tuonare, intanto, contro il presidente Napolitano
reo di aver ricordato al paese che dietro al problema dei rifiuti non c'e'
soltanto la maleducazione dei "terroni" e la debolezza degli amministratori
locali ma anche, e soprattutto, la mano d'una camorra che ha tratto guadagni
anche dalla possibilita' di seppellire, nelle discariche da lei controllate
al Sud, i rifiuti tossici che venivano dal Nord. Dimenticando le relazioni
firmate anche dai loro rappresentanti. Alimentando con argomenti poveri ma
efficaci (e maligni) la polemica di chi crede ancora oggi che il bene e il
male siano divisi, nell'Italia di oggi, dalle acque del Po.
Se tutto questo e' vero, e tristemente vero, la conclusione non puo' che
essere una. Quello che soffia sul nostro paese e' lo scirocco sgradevole e
pesante del razzismo nelle sue manifestazioni piu' pesanti e piu' pervasive.
Un vento che trova forza nell'ignoranza pigra di chi non vuole riflettere e,
soprattutto, nel bisogno diffuso di trovare oggetti deboli per il proprio
bisogno di dare sfogo con l'odio ad una aggressivita' altrimenti senza
sbocco. Un vento rinforzato ad arte da chi sostiene i suoi personali
interessi politici fomentando, su un piano piu' generale, la convinzione per
cui chi vive male (le campagne sull'insicurezza) deve trovare qualcuno (un
tempo gli ebrei ed oggi i rom, le prostitute e, di nuovo, i "terroni") che
di questo vivere male puo' essere accusato e da cui lui (il politico di
destra, forte, puro e coraggioso, San Giorgio che combatte contro il drago)
lo salvera'. Con le sue leggi e con il suo furore di guerriero. O piu'
semplicemente cavalcando, su piani piu' circoscritti, il vento del
pregiudizio: rendendosi visibile, cioe', facendosi vedere per un attimo
(l'emendamento Berselli-Vizzini) alla testa dell'orda di giustizieri che,
lancia in resta, galoppano contro il nemico (il male). All'interno di un
clima in cui alcuni giornali e alcune Tv sentono (d'istinto: con la
rapidita' del rapace o con l'entusiasmo del neofita poco intelligente) che
cavalcare l'odio serve a vendere di piu'. Ad aumentare la propria
popolarita' ed i propri introiti pubblicitari. A bearsi del sorriso
soddisfatto e riconoscente del proprio idolo o del proprio padrone.
E' davvero questa l'Italia in cui viviamo? Non credo.
L'Italia in cui viviamo e' sicuramente anche e soprattutto altro.
E' fiducia nel fatto che, come dicevano gli anarchici nell'inno dedicato
alla condizione degli operai nell'800 ("son nostre figlie /le prostitute/
che muoion tisiche/ negli ospedali/ le poverette si son vendute/ per una
cena per un grembial..."), le prostitute non sono persone pericolose per la
morale (di chi?) ma le vittime di uno sfruttamento, di una violenza fatta su
di loro da persone voraci e davvero prive di morale. E' sicurezza, basata
sulla riflessione e sulla conoscenza della storia, del fatto che i nomadi
possono diventare stanziali se si assicura l'istruzione ai loro figli e la
salute alle loro famiglie favorendo insieme l'integrazione con le
popolazioni locali e la sicurezza di queste ultime. E' certezza, infine, del
fatto per cui parlare di loro come di una spazzatura (lo ha fatto un
giornalista sul suo giornale che non e' in realta' libero ma solo schiavo
della sua aggressivita' becera e fuori controllo) attiene solo alla
vigliaccheria di chi sa di poter offendere, senza correre alcun rischio,
esseri umani che si permette di considerare inferiori.
Anche se oggi purtroppo tutta questa Italia che sa, che ragiona e che
riflette, l'Italia delle persone piu' colte e piu' mature, sembra soffrire
di una qualche forma di afasia. Di una incertezza grande. Di un
obnubilamento da cui stenta a riprendersi.
"Ho rivisto il giardino, il giardinetto/ contiguo, le palme del viale,/ la
cancellata rozza dalla quale/ mi protese la mano ed il confetto...".
Comincia cosi' la poesia dedicata da Guido Gozzano alla donna che gli parla
quando lui e' ancora bambino, dalle sbarre del cancello, nel giardino di
casa. Di cui ricorda le parole, il bacio leggero e la nostalgia indicibile
del volto quando la madre lo rimprovera di aver parlato con una cocotte: la
"cattiva signorina" con cui lui, dice la madre, non dovra' parlare piu' e
con cui lui parla invece ancora perche' lei "Un giorno - giorni dopo - mi
chiamo'/ tra le sbarre fiorite di verbene:/ 'O piccolino, non mi vuoi piu'
bene!...'/ 'E' vero che tu sei una cocotte?'/ Perdutamente rise... E mi
bacio'/ con le pupille di tristezza piene".
E' di questa poesia che avrebbero bisogno, penso, i deputati che si
preoccupano tanto della nostra morale. E' di una poesia come questa che
avrebbero bisogno, penso, i leghisti che presidiano il campo di Venezia e i
giornalisti arrabbiati con i "terroni". Avessero il tempo di leggere un po'
di poesie, mi dico, potrebbero chiedersi che impressione farebbero i loro
discorsi se quello che li ascolta e' un bambino.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 487 del 15 giugno 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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