Minime. 344



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 344 del 24 gennaio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. A Orte il 25 gennaio
2. A Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio
3. A Vicenza il 30 gennaio
4. Mao Valpiana: Le donne come "maestre di nonviolenza" nel pensiero di
Gandhi
5. Simona Bonsignori intervista Paul Connett
6. Carlo Sansonetti: Una lettera dall'America Latina
7. Giuseppe Di Lello: Cuffaro e dintorni
8. L'Agenda dell'antimafia 2008
9. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. A ORTE IL 25 GENNAIO
[Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel
1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto,
fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita'
umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di
sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu'
alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi:
fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La
ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti
presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora
incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di
Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La
chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il
fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo
Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due
volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere
su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano
1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994;
Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Massimo Dini,
Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992;
Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica,
Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere,
Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia,
Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta,
Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di
Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di
Primo Levi, Mursia, Milano 1976]

Il Liceo scientifico di Orte (Viterbo) in occasione della Giornata della
memoria promuove un incontro di studio e di testimonianza, che si svolgera'
venerdi' 25 gennaio dalle ore 8,30 alle ore 12,30 presso la Sala della
biblioteca dell'Istituto tecnico di Orte.
Nel corso dell'incontro verranno letti e commentati testi di Primo Levi e
verra' particolarmente ricordata la sua figura e la sua lezione civile.

2. INCONTRI. A PIACENZA IL 30 GENNAIO E IL 2 FEBBRAIO
[Dall'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, e-mail:
info at associazione-ariel.it, sito: www.associazione-ariel.it) riceviamo e
diffondiamo.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara,
L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega,
Torino 2006]

L'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, sito:
www.associazione-ariel.it) promuove il convegno "Neotopia. La nonviolenza di
Gandhi per la democrazia partecipata oggi" che si terra' a Piacenza il 30
gennaio e il 2 febbraio 2008.
*
Sessant'anni fa, attorno alle cinque pomeridiane del 30 Gennaio 1948, nel
giardino di casa Birla dove ogni giorno teneva i suoi incontri di preghiera
aperti a tutte le religioni, Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma, veniva
assassinato da un fanatico indu'.
Motivo di tanto odio l'amore incondizionato, e il profondo senso di
giustizia ed equanimita', che Gandhi dimostrava nei confronti dei musulmani;
troppo amore, dunque, la sua colpa agli occhi dei fanatici intolleranti.
Per questa assurda ragione il mondo fu privato della guida dell'uomo di cui
Albert Einstein avrebbe detto: Le generazioni a venire difficilmente
potranno credere che un uomo simile abbia camminato in carne e ossa sulla
Terra.
E' probabilmente vero che Gandhi, come egli stesso affermo' piu' volte, non
abbia inventato nulla di nuovo: la verita' e la nonviolenza, soleva dire,
sono antiche come le montagne.
Ma oggi piu' che mai e' chiaro al mondo che la sua lettura in chiave
spirituale dei nodi politici, economici e sociali che affliggono la societa'
moderna rimane di straordinaria attualita' e utilita'.
Questo convegno si pone dunque come momento di confronto e progettualita'
per il risveglio di una coscienza spirituale, etica e sociale che favorisca
la conversione delle odierne societa' strutturalmente violente in comunita'
nonviolente basate sui valori da sempre insegnati dai maestri spirituali
dell'umanita'.
*
Programma
Mercoledi' 30 gennaio 2008, LX anniversario dell'assassinio di Mohandas K.
Gandhi, ore 21, sala convegni dell'Unione dei Commercianti, str. Bobbiese 2
(Galleana), Piacenza: "L'eredita' del Mahatma e i maestri italiani della
nonviolenza".
Videoproiezione di documenti rari su Gandhi, Vinoba e i discepoli italiani.
Intervengono: padre Anthony Elenjimittam, monaco domenicano e discepolo
diretto del Mahatma Gandhi, fondatore della Missione Sat-Chit-Ananda di
Assisi per il dialogo interreligioso; Federico Fioretto, ricercatore,
vicepresidente dell'Associazione Ariel, Gazzola (Piacenza); Daniele Novara,
direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti
di Piacenza; Giovanni Salio, presidente del Centro Studi Sereno Regis di
Torino, membro del Mir ñ Movimento Nonviolento e della rete Transcend.
*
Sabato 2 febbraio 2008, ore 9, cinema teatro Politeama, via S. Siro, 7,
Piacenza: "Fondamenti, attualita' e urgenza dell'azione nonviolenta".
In apertura dei lavori: Alexia canta John Lennon.
Introduzione dei lavori: Federico Fioretto, vicepresidente Associazione
Ariel; intervengono: Ervin Laszlo, fondatore e presidente del Club di
Budapest (in video); don Albino Bizzotto, fondatore e presidente di "Beati i
costruttori di pace"; Silvana Borgognini, docente di Biologia delle
popolazioni umane presso il corso di laurea in Scienze della Pace
dell'Universita' di Pisa; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano
(Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict
Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Enrico
Peyretti, del Centro Studi Sereno Regis di Torino, fondatore del mensile "Il
foglio". Vi sara' spazio per le domande del pubblico.
*
Sabato 2 febbraio 2008, ore 15, Aula Magna I.s.i.i. "G. Marconi", via IV
Novembre 122, Piacenza: primo tavolo di dibattito: "L'educazione alla
democrazia partecipata e alla nonviolenza"; intervengono: Valeria Ando',
docente di Lingua e civilta' greca e responsabile del laboratorio "Pensiero
femminile e nonviolenza di genere" all'Universita' di Palermo; Piero Giorgi,
del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian
Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of
Queensland, Brisbane; Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico
per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Pierpaolo Triani,
docente di Metodologia dell'integrazione sociale e Metodologia del lavoro
socio-educativo all'Universita' cattolica di Piacenza; vi sara' spazio per
le domande del pubblico.
Secondo tavolo di dibattito: "La forza della nonviolenza nelle esperienze
comunitarie"; intervengono: Antonino Drago, docente di Strategie di difesa
popolare nonviolenta all'Universita' di Pisa, alleato dell'Arca; Elfo
Frassino (Antonio Bernini), presidente Conacreis - coordinamento nazionale
comunita' di ricerca etica, interiore e spirituale; Vincenzo Linarello,
presidente del Consorzio di cooperative sociali Goel, animatore delle
Comunita' libere di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria); Silvana Panciera,
premio "Donna d'Europa" 1995 (per il Belgio) per l'impegno socioculturale,
del Centro Europeo di Gargnano (Brescia); vi sara' spazio per le domande del
pubblico.
Intervento conclusivo: padre Alex Zanotelli: missionario comboniano, della
comunita' "Crescere insieme" di Napoli.

3. INCONTRI. A VICENZA IL 30 GENNAIO
[Da Francesco e Adelina Ambrosi (per contatti:
ambrosi.francesco at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo]

A 60 anni dalla morte di Gandhi, il profeta della nonviolenza e dei diritti
civili, una serata di riflessione, approfondimento e commemorazione.
Mercoledi' 30 gennaio 2008, ore 20,30, presso l'Istituto saveriano missioni
estere, in viale Trento n. 119, a Vicenza, proiezione di un filmato su
Gandhi; seguiranno gli interventi: "Attualita' del messaggio di Gandhi, a
cura di Matteo Soccio (Movimento Nonviolento); "Obiezione di coscienza alla
guerra: ua testimonianza" di Russel Hoitt (ex soldato Usa della caserma
Ederle di Vicenza).
Organizzano l'iniziativa il Movimento Internazionale della Riconciliazione,
il Movimento Nonviolento, la Rete Lilliput.

4. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: LE DONNE COME "MAESTRE DI NONVIOLENZA" NEL
PENSIERO DI GANDHI
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a
disposizione questo suo articolo pubblicato nel n. 1, gennaio 2008, della
nuova rivista "Combonifem magazine - mondo, donna, missione", mensile delle
missionarie pie madri della nigrizia (gia' "Raggio", 1934 - 2007). Per
contattare la redazione di "Combonifem": via Cesiolo 46, 37126 Verona, tel.
045 8303149, fax: 0458308303, e-mail: redazione at combonifem.it, sito:
www.combonifem.it
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto
con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4
dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e'
nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007]

Per comprendere il rapporto di Gandhi con le donne, bisogna cercare di
capire la situazione femminile nell'India rurale di fine '800. Mohandas
Karamchand Gandhi nasce nel 1869 da una famiglia benestante indu'. A 13
anni, con un matrimonio combinato dai genitori, si sposa con la coetanea
Kasturbai, con la quale ha quattro figli. Gandhi non fu uno studente
brillante, ma riusci' ad ottenere l'accesso all'universita' per proseguire
gli studi in Inghilterra, che egli da giovane considerava il centro della
civilta'; cerco' di assimilare quanto possibile della cultura europea, ma
rimase anche sempre fedele ai precetti della sua religione, in uno spirito
di rinnovamento alla luce della nonviolenza.
Tradizionalmente anche la cultura indiana e' maschilista e vuole la donna
sottomessa. Il "codice di Manu" (tradizione orale indu') sanciva
l'inferiorita' femminile: la donna dalla nascita alla morte doveva restare
sotto tutela del padre, poi del marito e infine dei figli maschi, che
potevano disporne a piacimento, con il solo obbligo del mantenimento.
Le vedove, perdendo la loro ragion d'essere quali spose, finivano per non
avere piu' alcuna collocazione nella societa' e nella famiglia. Inoltre la
donna, dal punto di vista religioso, non aveva nessuna possibilita' di
salvezza, ma doveva garantirsi, con i propri doveri di moglie devota, la
rinascita come uomo per poter finalmente intraprendere il cammino per la
liberazione.
Il recente bellissimo film "Water" (Acqua), della regista indiana Deepa
Mehta, e' ambientato nel 1936 e racconta di un gineceo in cui le vedove,
ritenute sessualmente pericolose per la moralita', sono destinate a vivere
separate dalla comunita' e in penitenza. Dentro l'ashram finisce anche la
piccola Chuya, a otto anni gia' vedova di un uomo anziano. In sottofondo la
scissione tra la religiosissima India della tradizione e i moderni
insegnamenti rivoluzionari di Gandhi. Nel finale della storia (vera), il
Mahatma, rivolgendosi a fiumi di persone accorse al binario della stazione
solo per vederlo, afferma che se "Dio e' la Verita'" allora "la Verita' e'
Dio", affidando cosi' alla ricerca della verita' l'unica possibilita' di
riscatto per la piccola Chuya, per le altre vedove e per l'intero popolo
indiano.
I primi cambiamenti a favore della condizione femminile si ebbero con la
colonizzazione inglese, riconoscendo alle vedove i diritti di successione e
le seconde nozze. Ma, in assenza di una costituzione laica, gli antichi
principi indu', le consuetudini locali e le nuove istituzioni giuridiche
inglesi continuarono a convivere. All'inizio del XX secolo le donne indiane
delle classi medie cominciarono a riunirsi in associazioni femminili che
lottarono per il diritto al voto, ottenuto nel 1931 con l'appoggio dello
stesso Gandhi: "Credo fermamente che la salvezza dell'India dipenda
dall'abnegazione e dall'emancipazione delle sue donne".
In molti dei suoi discorsi Gandhi si appella alle donne e alla loro
partecipazione alla vita politica e sociale del paese, e lo fa attingendo al
vasto repertorio epico indu', scegliendo come figura di riferimento la
devota e casta Sita, moglie di Rama, supremo esempio di fedelta' che ben
conosceva il patire e l'umiliazione, ma incarnava ad un alto livello
simbolico e spirituale i valori e lo spirito del metodo politico della
nonviolenza. Come Sita con il suo comportamento eroico aveva sconfitto il
demone, allo stesso modo Gandhi sperava che il popolo indiano avrebbe
piegato i colonizzatori inglesi. Il Mahatma utilizza la figura eroica di
Sita per fornire alle donne un modello femminile di combattente fedele alle
leggi del dharma (ordine naturale e morale). Cosi' Sita diventa un modello
possibile per le donne che vogliono abbracciare la causa nazionalista ed
entrare a far parte della vita politica del paese: "Se per forza si intende
la forza morale, allora la donna e' infinitamente superiore all'uomo. Alla
donna e' dato di insegnare l'arte della pace al mondo in lotta, assetato di
questo nettare". Sita diviene, grazie all'uso politico che ne ha fatto
Gandhi, potente e popolare icona, simbolo di un rinnovato orgoglio femminile
e dell'indipendenza di un'intera nazione.
Cosciente che la sfida contro l'esercito britannico poteva essere vinta
anche e soprattutto grazie alla partecipazione di tutte le madri e le figlie
della nazione, Gandhi sosteneva che le donne indiane, ricche o povere, come
anche tutti gli uomini, dovessero utilizzare ogni giorno il filatoio come
forma di supporto del movimento indipendentista. Questa era una strategia
per includere le donne nel movimento, mentre molti pensavano che la politica
di liberazione fosse un'attivita' riservata agli uomini da cui le donne
dovevano rimanere escluse: "Dio ha accordato alla donna piu' che all'uomo la
forza della nonviolenza. Le donne sono le naturali messaggere del vangelo
della nonviolenza, se soltanto si rendono conto della loro elevata
condizione".
Coraggio, verita', amore. Queste le tre parole chiave del pensiero-azione di
Gandhi. Sono le tre virtu' che egli vede incarnate nello spirito femminile:
"Nonviolenza vuol dire amore infinito, che a sua volta vuole dire infinita
capacita' di sofferenza. Chi, se non la donna, la madre dell'uomo, manifesta
questa capacita' nella forma piu' grande? Che la donna trasferisca questo
amore a tutta l'umanita'". Con la stessa chiarezza Gandhi sapeva vedere
anche tutto il male del potere, della violenza, dell'arroganza maschile: "Se
fossi donna mi ribellerei contro  qualsiasi pretesa da parte dell'uomo. Di
tutti i mali di cui l'uomo si e' reso responsabile, nessuno e' cosi'
degradante, disgustoso e brutale come l'abuso da parte sua della meta'
migliore dell'umanita'".
Il pensiero di Gandhi sulle donne ne fa un profeta avanti sui tempi almeno
di un secolo, in particolare sul tema decisivo della pace. Le sue parole
sono lungimiranti: "Non ho alcun dubbio che le donne potrebbero opporsi alla
guerra infinitamente meglio degli uomini. Dite voi cosa farebbero i vostri
generali e soldati, se le loro mogli, figlie e madri si rifiutassero di
accettare la loro partecipazione a qualsiasi forma o tipo di militarismo.
Spetta alle donne americane mostrare quale forza le donne possono
rappresentare nel mondo. Avete ottenuto la liberta'. Ora potete diventare
una forza di pace".
Come tutti i grandi maestri spirituali, Gandhi sapeva praticare l'umilta',
con un doveroso omaggio alla donna della sua vita: "E' da mia  moglie
Kasturbai che ho imparato la nonviolenza".

5. RIFLESSIONE. SIMONA BONSIGNORI INTERVISTA PAUL CONNETT
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 gennaio 2008 riprendiamo la seguente
intervista dla titolo "Fate di Napoli una S. Francisco" e il sommario
"Intervista a Paul Connet, teorico mondiale dei rifiuti zero: Nella citta'
americana solo il 35% in discarica. Vivere senza spazzatura si puo'. Il
problema e' la corruzione, perche' gli inceneritori sono il nuovo business".
Simona Bonsignori, giornalista, dal 1991 dirige la casa editrice
Manifestolibri.
Paul Connett, scienziato americano, e' docente di chimica ambientale e
tossicologica alla Saint Lawrence University di Canton,  New York. Negli
ultimi due decenni ha studiato le problematiche della gestione dei rifiuti,
con un'attenzione particolare ai pericoli derivanti dall'incenerimento ed
alle alternative di non combustione piu' sicure e piu' sostenibili; ha
partecipato a numerosi congressi internazionali, e realizzato molti
documenti e pubblicazioni (anche video); da quindici anni cura la
pubblicazione del bollettino "Waste not" (Rifiuti zero); e' considerato uno
dei massimi esperti internazionali sulla questione della gestione dei
rifiuti]

Paul Connett e' docente di biochimica all'Universita' St. Lawrence di
Canton, nello Stato di New York. Teorico mondiale della strategia "rifiuti
zero", ha tenuto conferenze in piu' di quaranta paesi mettendo in luce i
pericoli sanitari derivanti dall'incenerimento dei rifiuti e illustrando le
possibili alternative. Lo abbiamo incontrato appena giunto in Italia in
occasione di un tour vorticoso di incontri con i cittadini e gli
amministratori locali, il primo dei quali con il presidente-commissario
della Regione Lazio, Marrazzo, circa la disastrosa questione di Malagrotta a
Roma, la piu' grande discarica d'Europa, in procedura d'infrazione perche'
esaurita da anni e oggetto di una class action contro i danni da
inquinamento, nella quale e', appunto, in costruzione un inceneritore con
recupero energetico (termovalorizzatore e' un termine italiano per distrarre
dal problema principale). "La ragione per cui vengo spesso in Italia e' che
ho la speranza che voi abbiate ancora la creativita' di Leonardo e Galileo.
I rifiuti sono un'invenzione umana quindi l'obiettivo e' disegnare i rifiuti
fuori dal sistema: una nuova sfida per l'industrial design - spiega
Connett -. La costruzione di ogni inceneritore, invece, porta indietro di 25
anni il nostro sviluppo. C'e' un approccio stupido, avido e infantile allo
spreco: come se le risorse e lo spazio fossero infiniti. Cosi' non e'. Anche
i manager delle corporation, pur avendo il compito di far quadrare il
bilancio trimestrale hanno dei figli. Devono convincersi, dunque, che il
riciclo e il riutilizzo delle componenti non deteriorate non solo e'
possibile ma e' anche economicamente vantaggioso".
*
- Simona Bonsignori: La sua e' un'ipotesi per il futuro o si tratta di
strategie gia' in atto?
- Paul Connett: Esempi in tal senso non mancano: la Xerox ha un programma di
riciclaggio dei materiali di consumo usati, come i toner. Inoltre ha
sperimentato che ritirando le vecchie fotocopiatrici e riutilizzano le
componenti non usurate ottiene un risparmio di milioni di dollari creando
nuovi posti di lavoro. Questa e' la grande novita'. Indispensabile e', poi,
l'investimento in ricerca per arrivare a una progettazione industriale che
riduca gli sprechi e studi strategie di riutilizzo. Centri di ricerca mirati
dovrebbero sorgere anche vicino alle discariche per studiare i differenti
tipi di materiale. Inventare un sistema che cerca di controllare cosa esce
fuori da una discarica e' l'unico modo per controllare di conseguenza cosa
vi entra e tentare di ridurlo.
*
- Simona Bonsignori: Cosa accade, invece, con l'utilizzo degli inceneritori?
- Paul Connett: L'esatto contrario: tu fissi la quantita' di rifiuto e non
c'e' modo di ridurla. Anzi il business sta nell'aumentare sempre piu' il
tonnellaggio combusto. Gli inceneritori bloccano la via al riuso e alla
riduzione. Cosi' faremo la fine di Tokyo con i suoi 23 inceneritori (loro
bruciano tutto), cinque volte tanto la media del mondo occidentale.
*
- Simona Bonsignori: Quindi non e' sufficiente il solo riciclo ma occorre
una vera inversione delle politiche di sviluppo industriale, combinata con
una riduzione dello spreco consumistico. Un patto tra il cittadino e
l'industria vantaggioso per tutti.
- Paul Connett: Vantaggioso perche' il ciclo di raccolta differenziata porta
il costo a un terzo di quello attuale; perche' gli impianti per il
riciclaggio hanno una tecnologia meccanica semplice, economica e di rapida
realizzazione; perche' e' un processo che impiega un quarto dell'energia
necessaria all'incenerimento, riducendo spreco di risorse ed effetto serra;
perche' opera risparmi di scala sulla produzione industriale e incremento di
posti di lavoro. Questo sistema produce un risparmio energetico che riduce
di 46 volte (4.600%) il surriscaldamento globale.
*
- Simona Bonsignori: Qual e' stato il ruolo delle proteste e delle
resistenze messe in campo dai cittadini contro soluzioni come gli
inceneritori?
- Paul Connett: Determinante, perche' la pubblica amministrazione va
condizionata. E gli Stati Uniti dimostrano che e' possibile. Negli Usa
l'incenerimento e' la tecnologia piu' impopolare dopo quella nucleare.
L'ultimo inceneritore costruito risale al 1995, da quel momento sono state
rigettate ben 300 domande di autorizzazione per nuovi impianti. Anche se,
attualmente, stanno tornando alla carica. Tuttavia la maggior parte dei
rifiuti finisce ancora in discarica e li' hanno molto spazio. Ma a S.
Francisco, che paragonerei a Napoli come popolazione (850.000 persone) e
struttura (e' una citta' portuale) si e' raggiunto in breve tempo un riciclo
del 65% con l'obiettivo del 75% nel 2010. La parte residua va ancora in
discarica, ma non dimentichiamo che il 25% di quello che l'inceneritore
brucia si trasforma in ceneri tossiche che comunque vanno smaltite in
discariche speciali. L'emergenza di Napoli (come per ogni altra citta') si
risolve con un diverso e funzionale rapporto con le aree limitrofe, come e'
accaduto a San Francisco: la campagna esporta in citta' il riciclo, dove non
e' un problema il riutilizzo di carta, vetro, metalli, plastica. La citta'
esporta l'organico compostato per la produzione agricola che viene poi
reimportata per il consumo cittadino.
*
- Simona Bonsignori: Ma in Italia il sostegno economico pubblico va agli
inceneritori incentivando, cosi', le strategie degli imprenditori privati...
- Paul Connett: Proprio perche' l'incenerimento non risolve il problema ma
continuera' a riprodurlo, stando il business nella quantita' bruciata,
l'amara conclusione e' che e' facile risolvere la crisi dei rifiuti, quello
che e' difficile (per tutti) e' risolvere la crisi della corruzione.

6. ESPERIENZE. CARLO SANSONETTI: UNA LETTERA DALL'AMERICA LATINA
[Dagli amici di "Sulla strada" (per contatti: e-mail:
info at sullastradaonlus.it, sito: www.sullastradaonlus.it) riceviamo e
diffondiamo questa lettera di don Carlo Sansonetti che la scorsa settimana
e' partito per visitare le esperienze di solidarieta' concreta (e di
amicizia sincera oltre che di condivisione profonda) in America Latina che
l'associazione "Sulla strada" sta sostenendo.
Carlo Sansonetti, parroco di Attigliano, ha preso parte a varie rilevanti
esperienze di solidarieta' concreta in Italia e in America Latina, ed e'
trascinante animatore dell'esperienza di "Sulla strada".
Per sostenere le attivita' di solidarieta' in America Latina e in Africa
dell'associazione "Sulla strada": via Ugo Foscolo 11, 05012 Attigliano (Tr),
tel. 0744992760, cell. 3487921454, e-mail: info at sullastradaonlus.it, sito:
www.sullastradaonlus.it]

Carissimi,
in Guatemala sono arrivato martedi' mattina presto, e ho fatto in tempo ad
essere presente proprio all'inaugurazione dell'anno scolastico nel nostro
villaggio della Granadilla. Che emozione. Tantissimi bambini, molti di piu'
i genitori. L'applauso che mi hanno riservato, caldo e prolungato, lo
rimando tutto a voi, che credete in questo progetto e amate questi nostri
fratelli e sorelle che hanno visto nascere la speranza di un domani diverso
per i loro figli grazie a noi. Ho salutato tutti a nome vostro e degli altri
che camminano con noi in questo sentiero dei poveri.
Dopo i discorsi di inaugurazione, ecco che il direttore, il maestro Cruz, ha
letto i nomi dei maestri di ciascuna classe e i bambini, emozionatissimi ed
eccitati, si sono distribuiti dietro il maestro corrispondente. Poi i gruppi
si sono recati nel giardino e si sono messi a sedere sull'erba verde. Il
maestro e i bambini si sono presentati, e poi ciascun gruppo ha fatto dei
giochi di socializzazione. Era una scena molto bella e dolce; i bambini
erano proprio felici di ricominciare l'anno scolastico! Intanto le mamme
sono rimaste nel grande salone che abbiamo costruito e, insieme alla
responsabile della cucina, hanno formato i gruppi che si alterneranno a
preparare il pasto dei bambini, sia della mattina, che del pomeriggio. Ma la
grossa novita' e' stata l'inaugurazione dell'anno scolastico del "basico",
le nostre scuole medie. Chiediamo insieme al Signore una grande benedizione
per questo nuovo impegno che ci siamo presi in nome del bene dei suoi figli
piu' piccoli.
*
Alla sera sono partito per il Salvador, dove sono rimasto fino al giorno
seguente all'una del pomeriggio. Ho potuto visitare cosi' il luogo del
martirio dei sei gesuiti, della signora che lavorava nella loro casa e della
sua figlia, uccisi dall'esercito prima dell'alba di un triste giorno di
novembre del 1989. Li accusavano di essere comunisti solo perche' si
interessavano della povera gente. La gente gretta e meschina non sa fare
altro che gettare fango in faccia a chi fa della religione un impegno
concreto per un mondo diverso, per il Regno di Dio. Ho incontrato il grande
teologo Jon Sobrino, del quale ho una grande stima, e i cui libri leggo in
continuazione. Lui presenta Gesu' dal vivo, prendendo come punto di partenza
la realta' dei poveri e non le aule di teologia, ne' partendo dai dogmi, che
pero' rispetta profondamente. E' un Gesu' che vive oggi e che ci richiama
continuamente alla nostra responsabilita' di cristiani che dobbiamo agire in
questo mondo egoista per riumanizzarlo. La fedelta' verso i poveri e la
tenerezza nei rapporti fra di noi sono i segni di un nuovo mondo. Jon
Sobrino mi ha dato la sua benedizione per il lavoro che stiamo portando
avanti nelle nostre missioni e mi ha raccomandato appunto la fedelta' ai
poveri perche', mi ha detto, e' fedelta' a Dio.
*
Sono poi venuto in Costa Rica, e subito, un'ora dopo l'arrivo, ero gia'
sull'autobus che mi portava al sud del Paese dove sta Silvino e la sua
gente. Grande emozione ancora, lunghi abbracci, racconti sulle cose fatte
nei mesi in cui non ci siamo visti: una comunicazione profonda che e'
espressione dell'esigenza che sentiamo di volerci tanto bene e di
testimoniare cosi' l'amore del nostro Padre.
Purtroppo le condizioni del ponte di amache sopra il largo fiume che ci
separa dal resto del paese sono fortemente peggiorate e rappresentano un
gran pericolo che i bambini, gli anziani, i malati, le donne incinte o che
stanno per partorire, gli incidentati, devono correre solo perche' il
governo e la societa' non tengono assolutamente in conto le esigenze della
gente indigena. Cosi' e' in tutto il mondo e cosi' e' stato da sempre, tanto
che la maggior parte delle popolazioni indigene nel mondo sono gia'
scomparse. Noi ci impegnamo, non soltanto a che non scompaiano quelli che
Dio ci ha messo accanto, ma sopratutto perche' riabbiano la dignita' di vita
che il Padre vuole per ogni suo figlio.
Martedi' viene dall'Italia l'ingegnere Luigi Sauve, nostro collaboratore
preziosissimo nel progetto in Guatemala, che fara' i suoi studi per
progettare il ponte e farci un preventivo.
*
Domani e' un altro giorno: pregate per noi. Preghiamo insieme perche' venga
presto il Regno di Dio qua sulla terra.
Vi abbraccio con amore,
don Carlo

7. RIFLESSIONE. GIUSEPPE DI LELLO: CUFFARO E DINTORNI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 gennaio 2008, col titolo "Mafia e
politica. Cuffaro e i padrini con contratto a termine".
Giuseppe Di Lello, nato nel 1940, magistrato, membro del pool antimafia di
Palermo che istrui' il maxiprocesso alla mafia che costitui' un punto di
svolta nella lotta contro i poteri criminali in Italia; gia' parlamentare
europeo, e' attualmente senatore e in Senato e' membro della Giunta delle
elezioni e delle immunita' parlamentari, della II Commissione permanente
(Giustizia), del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, della
Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalita'
organizzata mafiosa o similare. Tra le opere di Giuseppe Di Lello: Giudici,
Sellerio, Palermo 1994]

La prima domanda di un giornalista normale sarebbe stata: "Presidente
Salvatore Cuffaro, dunque si sente turbato dalla condanna a cinque anni di
reclusione e di interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver favorito
delinquenti mafiosi del calibro di Giuseppe Guttadauro, Salvatore Aragona,
Domenico Miceli e Vincenzo Greco, nonche' del suo coimputato l'imprenditore
Michele Aiello (prestanome di Bernardo Provenzano) - al quale ha fatto fare
affari per miliardi a danno del sistema sanitario regionale siciliano e che
e' stato insieme a lei, presidente, appena condannato per mafia a ben
quattordici anni di reclusione?". E invece no, la prima domanda del
giornalista-devoto (ovviamente del telegiornale regionale che paghiamo con
il canone) e' stata: "Presidente, dunque, si sente sollevato?". E certo che
si sente sollevato Toto' Cuffaro visto che i giudici lo hanno condannato per
favoreggiamento di una miriade di mafiosi, ma non dell'associazione mafiosa
nel suo complesso e cosi' con queste credenziali di rigore morale potra'
continuare ad amministrare la regione di insediamento di Cosa nostra.
Misteri del manuale di logica utilizzato dai giudici: come se Guttadauro e
Aiello, tanto per parlare dei due principali beneficiati delle "soffiate" di
Cuffaro, fossero, in rapporto a Cosa nostra, dei dipendenti con contratto a
termine o a progetto e non dei boss che gestivano (e gestiscono) gli affari
e le sorti di tutta l'organizzazione, due potenti regolatori del sistema di
potere della mafia siciliana. Il controllo del territorio da parte di
Guttadauro e i proventi delle estorsioni beneficiano solo lui? Le immense
ricchezze accumulate da Aiello anche per conto di Provenzano vanno
incamerate solo da loro? Sarebbe fantamafia, purtroppo si e' convertita in
fantagiustizia.
Non meno inquietante di quello giornalistico e giudiziario e' il risvolto
politico-istituzionale, con un centrodestra che mostra ancora una volta un
radicato disprezzo per il rispetto delle regole della corretta e trasparente
amministrazione della cosa pubblica quando si tratta di suoi rappresentanti:
dagli affari di Berlusconi a quelli di Cuffaro, tutto e' normale e
giustificabile, niente e' illecito o, quantomeno, eticamente riprovevole:
quando si additano gli scandali invocano le prove e quando queste arrivano
gridano alla persecuzione giudiziaria.
E', comunque, sul grande problema dell'etica politica che questo paese si e'
impantanato - a destra ma anche a sinistra - e si e' allontanato dagli altri
paesi ai quali pur bisognerebbe fare riferimento date le affinita' di
gestione delle istituzioni. Certo, ci sono altre "affinita'" per le quali la
globalizzazione neoliberista ci avvicina agli altri paesi: lo sfruttamento
del lavoro e la precarizzazione, la montante xenofobia, ma nell'etica nella
gestione della cosa pubblica alcuni valori, per ora, sono ancora tenuti
fermi. Possiamo immaginare che in Francia o in Inghilterra un amministratore
pubblico, condannato ad una si' rilevante pena per un reato infamante come
il favoreggiamento di noti boss della malavita, resti un minuto al suo
posto? Li' non si attenderebbe nemmeno l'esito del processo mentre da noi
non basta nemmeno una condanna.
Il caso Cuffaro, dal suo insorgere, avrebbe dovuto determinare la rimozione
del governatore essendo stato accertato - senza dubbio alcuno - che questi,
in un incontro segreto con Aiello, aveva concordato un prezziario
truffaldino di rimborsi sanitari con un rilevante danno per le casse
regionali, rimborsi ridotti sino al 50% dopo che la gestione dell'impero
sanitario di Aiello era passata ad un amministratore giudiziario. Cuffaro,
invece, e' ancora li', fiero della condanna e delle solidarieta'
incondizionate.
In tempo di emergenza immondizia il fatto, ormai, non ci stupisce ma certo
ci indigna, anche se l'indignazione, di per se', fino ad ora non ha mai
migliorato lo stato delle cose.

8. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008
Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia
2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007,
euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro
Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse.
L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione
"Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel.
0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito:
www.centroimpastato.it

9. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008
Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni
nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di
riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla
nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di
"antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente
rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo.
Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi
(Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it,
sito: www.qualevita.it
Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti
progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 344 del 24 gennaio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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